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24 testi per un'era per un totale di 7972 occorrenze

Valera Paolo
La folla
24 1901 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 986 occorrenze

[...] murello d'entrata era ancora senza la parte sporgente, sbattuta via dal suo bastone. Non c'era nulla di cambiato nell'edificio. Solo le persone avevano [...]

[...] l'entrata dell'edificio. Gli sembrava invecchiata. Era lì che inaffiava il largo della verzura, pigiata tra il mucchio delle cipolle e dei [...]

[...] sottosopra le gonnelle delle donne avariate, la sua mutria era divenuta la conversazione del quartiere. L'oste Gianmaria, il bislongone che aveva [...]

[...] sulla guancia sinistra un porro nero coi peli lunghi e sparpagliati come le gambe del ragno, non sapeva cosa pensare. Non era mai stata la sua amante [...]

[...] , ma in fondo aveva dell'affezione per la donna che viveva al dorso della sua osteria e che si era sviluppata, si può dire, sotto i suoi occhi. Le [...]

[...] gironzolava intorno con le mani sulla schiena e la stuzzicava a sfogarsi. Sapeva della fuga della sua ragazza. Ma il Casone era pieno di queste [...]

[...] di schiaffi, perchè era il mestiere che lo esigeva. C'erano le ordinazioni e con le ordinazioni non si scherzava. Finita la mattinata, non si [...]

[...] ricordava più della brutalità che le nasceva in mezzo al lavoro. Le andava vicino e le dava magari dei baci caldi e impetuosi. Il padre era stato una [...]

[...] pelle che buttava in terra con un pugno i questurini che volevano arrestarlo. Era rimasto in una rissa, otto anni sono, col ventre tagliato in [...]

[...] . Quando si è liberi d'andarsene senza voltarsi indietro e si tradisce, si è porci. Adalgisa era un'altra cosa. Adalgisa era sua, uscita dal suo [...]

[...] corpo, carne della sua carne. Il padre era stato un donnaiuolo e un sudicione, ma Adalgisa era stata concepita in un momento in cui l'uomo le [...]

[...] questo breve periodo essa se l'era goduto fino all'ultimo secondo. Il resto non le apparteneva. Riandando le giornate del suo godimento materno [...]

[...] sogni spaventevoli. L'immenso cortile, rotto da un gruppo di case che si elevava coi tetti spioventi e le grondaie sgangherate, era rimasto tale e [...]

[...] spalancata e sempre nauseabonda. La parte più rumorosa del cortilone era quella ombreggiata a destra, la quale serviva di lavorerio nelle giornate [...]

[...] , la storia intima delle famiglie che aveva veduto formarsi, crescere, diminuire e disfarsi. Egli era alto, ossuto, con l'ampio padiglione delle [...]

[...] delle donne che vuotavano i catini e i pitali giallastri dalle finestre, malgrado le sgridate di Fioravanti. L'idea fissa di Martino era che [...]

[...] pagliericcio incrostato di melma. Mangia come una volta quando era una pitoccona che assecchiva nella miseria. Si pulisce il naso col dorso [...]

[...] lungo come chi sa di essere a tu per tu col testardo. Parlare di tovagliolo dove si mangia pane e coltello era imitare il medico di Santa Corona [...]

[...] , quando consigliava gli ammalati a tenersi su lo stomaco con delle ale di pollo e dei bicchieri di vino sostanzioso. Lui, che non era meno [...]

[...] si potevano dire il privilegio di tre o quattro famiglie. La pelle dei loro piedi era un cuoio che resisteva ai chiodi vecchi e arrugginiti [...]

[...] proteggersi le piote? No, caro mio. Sono stati i vetri che glieli tagliavano. Non si progredisce, non c'è progresso. Io sono rimasto quello che era [...]

[...] morsa con la lentezza delle parole che pronunciava, non voleva leticare. Ciascuno era padrone di pensarla come voleva. Per lui era una questione [...]

[...] vecchiaia. Luraschi era asciutto. Non partecipava che difficilmente alle chiacchiere del Cortilone. E quando vi prendeva parte, era per buttare nel [...]

[...] mezzo la sua esperienza. Egli era candido come l'anima sua. I suoi genitori erano poveracci che non gli avevano insegnato nè a leggere, nè a [...]

[...] violenta, come per soffocare la voce di chi lo insultava. Il suo ragionamento era che i suoi genitori gli avevano dato un mestiere. Da [...]

[...] trent'anni egli maneggiava allo stesso posto la pialla del padre e come il padre inchiodava casse da morto per l'appaltatore. Non c'era anima viva che lo [...]

[...] avesse veduto a zonzo o che potesse dire ch'egli avesse dei vizii. Sua moglie era sua moglie e non cercava altro. E tuttavia non poteva dire di [...]

[...] essersi messo alla pari col libretto della spesa. Era una corsa trafelata lungo la quale rimaneva indietro eternamente una settimana. Pagava la [...]

[...] pigione in tempo, perchè questo era il primo dovere dell'operaio onesto. Ma nè lui, nè i suoi di casa avevano mai potuto darsi il lusso di una [...]

[...] , il progresso non può essere progresso. Paolino se la cavava con delle spallate. A parlare con gli ignoranti non c'era sugo. Anche un orbo poteva [...]

[...] vedere il perchè questo inchiodatore di casse da morto non riusciva a saldare le partite domestiche. Perchè era un senza testa che prolificava [...]

[...] colle bestie, io! Giorgio era il figlio del padrone di casa. Egli era in giro col lutto al braccio a farsi riconoscere. Non aveva che [...]

[...] la tenacità nel far denari. Il padre era spalluto, capelluto, con il faccione schiacciato e inondato di salute e con le pupille vivide [...]

[...] circondate di macchioline luminose. Era un uomo alla buona che ciarlava con il cuore in mano e che non nascondeva ad alcuno la sua origine. Figlio di un [...]

[...] fruttivendolo del Verziere, diceva a tutti ch'egli era figlio della piazza. La sua fortuna era dovuta alla sua operosità, al suo occhio che andava [...]

[...] lontano, alla sua audacia. I primi denari li aveva fatti arrischiando tutto ciò che possedeva. Una bella mattina egli era ritornato in Verziere [...]

[...] viaggio verso il dazio. La mattina delle pesche egli si era seduto nella bottega in Verziere come un dittatore. O morire sotto di lui o rimanere [...]

[...] al suo, s'era levata in piedi come una vipera e gli era andata coi pugni sul naso a dirgli che non era la maniera di mettere il coltello alla gola [...]

[...] barabba, gli si era piantato nella bottega con le braccia imbracciate, deciso a rompergli la faccia. Ci dovevano essere delle leggi per i birboni, e [...]

[...] di speculatori che aveva tanto disprezzo per la gente che li aveva ingrassati. L'Introzzi era venuto in tempo a frenare la loro ingordigia e la [...]

[...] che pagare. La colpa era degli asini che l'avevano comperata. — Un Pasquale Introzzi è un castigo di Dio per tutti i mestieri, diceva Agostino [...]

[...] , detto il "Molle" per quella sua cascaggine di stare in piedi. Ma dico e dirò sempre che un uomo come lui era necessario. Ci voleva, parola d'onore, ci [...]

[...] voleva. Pasquale, a poco a poco, aveva finito per farsi voler bene. Era ragionevole con tutti. Non appena gli si facevano vedere gli strati andati [...]

[...] combinato l'interesse del fruttivendolo con quello del negoziante. Perché il suo ideale era quello di ridurre i suoi guadagni a dei centesimi [...]

[...] venuta su a vista d'occhio, il Verziere gli si era prostrato e aveva finito per abituarsi a pensare col cervello di Pasquale Introzzi. Egli aveva [...]

[...] compiuto una vera rivoluzione. Con lui il commercio della frutta si era esteso eliminando gli inadatti e si era assodato sulla base della concorrenza [...]

[...] diventati una associazione che imperava e non dava da vivere che agli associati. Egli era rimasto solo perchè i suoi colleghi all'ingrosso non [...]

[...] conoscevano che l'invidia. Ma era convinto che quella era la strada e che un giorno o l'altro il Verziere sarebbe stato dominato da un gruppo di [...]

[...] s'era mai veduto tanto lusso e tanto cordoglio, come il 20 settembre 1867. Il convoglio, preceduto dalla croce in alto, e da una filata di preti [...]

[...] . — Povero Pasquale! In mezzo alla processione il singhiozzo era più forte. Si vedevano gli uomini maturi che si asciugavano il faccione e si stringevano [...]

[...] le mani come per implorare il perdono del Signore. Era una verità sacrosanta che uno alla volta si doveva andare al cimitero, ma nessuno voleva [...]

[...] ! — Screanzato! — Screanzato, sì, per voialtri che non ne sapete nulla! Era la prima volta che Giorgio si trovava nella casa del Terraggio come [...]

[...] consigliava di non essere troppo rivoluzionario. La casa del Terraggio era di quelle che vanno lasciate così, come sono, per paura che si sfascino [...]

[...] mattone del suolo. Date retta a me e lasciate correre. L'idea di Giorgio di proclamare un indulto per tutti gli inquilini in arretrato era buona e [...]

[...] onorava la memoria del padre. Ma Ghiringhelli era uomo di cifre e l'uomo di cifre non poteva occuparsi del cuore. Il rappresentante di una savia [...]

[...] pittore vi si era tolta la vita invece di sloggiare o pagare l'affitto. — Vedete come fanno gli spiantati: si ammazzano piuttosto che fare il loro [...]

[...] morto? diss'egli spingendo l'uscio. Tognazzo era disteso sul pagliericcio fetente con una gamba giù dal letto e le braccia slargate coi pugni [...]

[...] chiusi. La stanza era spaventevolmente vuota. Non c'era che un crocifisso di stagno ricamato di ragnatele alla parete e una banca spaccata dalla falce [...]

[...] squinternate. Ghiringhelli, cercandolo sul libriccino, parlava come a sè stesso e si riconvinceva della sua convinzione che la grappa era la [...]

[...] maledizione della povera gente. Tognazzo, dopo essere stato il modello degli inquilini per tanti anni, dopo avere avuto la stanza piena di mobilia, si era [...]

[...] dormire. Tanto e tanto all'affitto non c'era da pensare. Ma Ghiringhelli che voleva comunicargli lo sfratto, gli riprese il pugno tirandolo verso [...]

[...] darsi che dormisse della quarta, perchè la notte passata lo aveva sentito a lamentarsi e a fare del fracasso fino alle tre del mattino. Non era [...]

[...] andata a vederlo perchè da un po' di tempo si guardavano in cagnesco. Bevendo, era diventato permaloso e ipocondriaco e bestemmiava. — Sugli arretrati [...]

[...] andavano a turbarla di notte con sogni che le davano i brividi. La Lucia dell'anno scorso, morta col sangue alla bocca, non le era ancora uscita dalla [...]

[...] mente. Tognazzo era là che pareva stato rovesciato da qualcuno in una lotta disperata. Sembrava che i peli dello stomaco tentassero risollevarsi [...]

[...] sentirsi gelare il sangue. Provava dei tremori alle gambe. L'opinione di tutte era che il povero Tognazzo doveva essere crepato come un cane [...]

[...] di bisogno sapevano farsi in quattro. Vivo lo si lasciava nel suo brodo perchè era un selvaticone che non si sapeva da che parte prendere. Se [...]

[...] stava bene o male, digrignava i denti come una bestia cattiva. La poverezza dell'ambiente faceva venir freddo. Non c'era proprio nulla, neppure uno [...]

[...] straccio per far giù la polvere al crocifisso da mettergli sul letto. Giovanna piangeva dalla paura ch'egli fosse morto di fame. Era una crudeltà [...]

[...] fatta lei della fame e non ne era morta. Intanto che Margherita versava qualche goccia di olio nel lumicino di vetro per non lasciarlo allo scuro [...]

[...] rattoppi che faceva schifo. Era una vergogna lasciarlo lì con gli occhi che buttavano indietro dalla paura. Parevano indemoniati e Luigia, dicendo [...]

[...] ch'era meglio chiuderglieli, gli calava la palpebra, la quale risaliva lentamente come quella dell'occhio meccanico. Un orrore che non si era mai [...]

[...] dieci. Il gioco del lotto era diventato birbone e ormai col nuovo governo non guadagnavano più che i signori. Un tempo, quando c'erano gli austriaci [...]

[...] portavano loro i numeri. Sul Tognazzo non c'era dubbio. Egli era un morto che poteva rovinare il lotto. C'erano semplicemente dei numeri che bisognava [...]

[...] buttar via e il guaio era che si potevano buttar via proprio quelli che potevano venire. Il libro dei sogni parlava chiaro. Morte, senza alcuno di [...]

[...] sceglieva i più buoni. Il fuoco spento perchè rappresentava la desolazione, il cadavere perchè era tutto l'uomo e gli occhi spalancati perchè non [...]

[...] non aveva voluto accenderlo. Ma la miseria era lì bella e buona che nessuno poteva negare. Anche la Luigia era di questo parere. Il fuoco era spento [...]

[...] , ma c'era la legna. La miseria invece non avrebbe potuto cacciarla via anche se avesse voluto. — E poi, disse Giovanna, io credo che sia morto [...]

[...] fecero il giro delle ringhiere. Giorgio era più equilibrato del suo ragioniere. Con la stampa che cacciava il naso dappertutto, anche negli [...]

[...] affari privati, era da uomo con la testa sulle spalle sopprimere i buchi che davano l'idea di un Casone dilapidato. Le scale le considerava davvero [...]

[...] in uno stato deplorevolissimo. Una volta che vi era stato col padre andò a rischio di rompersi l'osso del collo. C'erano gradini sdrusciti [...]

[...] . Ghiringhelli era padrone di dire quello che voleva perchè era più vecchio. Lui però aveva quarant'anni di meno e un altro concetto del padrone [...]

[...] questurini. Lo si diceva un satanasso cattivo come la peste. In galera ce ne dovevano essere dei migliori, se era vero che non erano tutti assassini [...]

[...] . Non si era mai visto uno sporcaccione come lui che dava più botte alla madre dei suoi figliuoli che bocconi di pane. Se fosse stato il loro uomo [...]

[...] calzolaio incanagliva piangendo. Si toglieva il grembiale a petto e lo sbatteva sul desco dei ferri dicendo che la sua era una vita da cane. Un [...]

[...] giorno o l'altro, con quella donna, avrebbe finito per commettere uno sproposito. Era lui che li manteneva tutti e non era padrone neanche di bere [...]

[...] quando voleva, in santa pace, senza essere tormentato da quella vipera che gli toglieva il fiato. Non era possibile che la durasse con una [...]

[...] ricompensati bene. Con tanto lavoro e con tanti figli sulle spalle era obbligato a farsi passare la rabbia dabbasso con del vetriolo. E se ne andava [...]

[...] che si era presa in braccio e a dire alle donne che avevano voluto difenderla di occuparsi delle loro case che n'avevano tanto bisogno. Il suo [...]

[...] marito era padrone lui in casa sua e poteva fare quello che voleva della sua donna, senza che loro andassero a dargli dello sporcaccione [...]

[...] . — Sporcaccione sarete voi, pettegole! Ghiringhelli non aveva smesso di leggere le note. Non era il primo marito bestiale che vedeva. Le famiglie di [...]

[...] sul pavimento abbracciati dalla collera alcoolizzata. Il suo mestiere era di curare gl'interessi dei suoi amministrati. Se avesse dato loro ascolto [...]

[...] lui con qualche colpo di tosse che traduceva il dubbio e non se ne parlava più per altri sei mesi. Dalla morte di Pasquale era diventata una [...]

[...] faccia: — Dite al padrone che venga lui a prendere l'affitto! La 49 era una di quelle ragazzotte che crescono e si sviluppano superbamente tra gli [...]

[...] a pugni e le diceva che era una vergogna marcia che una ragazza della sua età fosse sempre fra le gambe degli uomini. Annunciata lasciava dire e [...]

[...] ritornava all'aria aperta come una che tripudiava nell'ambiente. Non era ancora vecchia per ammuffire negli angoli di una stanza lercia e piena [...]

[...] di fumo, quando il fuoco era acceso. Si lasciava ingravidire senza pensarci, con la stessa spensieratezza di tutto ciò che faceva. Il primo abbraccio [...]

[...] . Piegava, perdeva la conoscenza, non era più padrona di sè. Fu di molti senza mai essere di alcuno. Il suo gusto era di slacciarsi dagli [...]

[...] , proprio, perchè era della ingratitudine nera. Sovente, quando era da lei, apriva il partafoglio gonfio di biglietti di banca e le diceva [...]

[...] pagarle. — Non sono di quelle, io, sai! Allora Pasquale le faceva passare la sua mano enorme per il dorso come un solletico e le diceva che era una [...]

[...] accompagnato al cimitero come cittadino virtuoso, che Pasquale, in fatto di morale, non era proprio superiore al suo tempo. A lui, ragioniere, non [...]

[...] conveniva parlare. Ma quando registrava il semestre della 49 gli veniva una voglia pazza di aggiungervi tre!!! Non era possibile credere che il suo [...]

[...] di avvicinarglisi. — Avanti! Era una voce dolce che andava piuttosto al cuore. C'era nulla della insolenza di cui parlava sovente l'incaricato [...]

[...] Fioravanti per vendicarsi di uno schiaffo che gli aveva dato al sole, un giorno ch'egli si era permesso di farle sdrucciolare nell'orecchio una [...]

[...] ordine. Annunciata tirava via a stiracchiare e a piegare biancheria come donna che non aveva tempo da sprecare. Lei non era mica una sporcacciona [...]

[...] . Abituata a lavarsi continuamente al fosso, le piaceva la casa pulita. Quando c'era qualche riparazione da fare non incomodava nessuno. La faceva [...]

[...] fare a proprie spese. Potevano vedere la calcina fresca intorno all'acquaio fuori dell'uscio. Col signor Pasquale era un'altra cosa. Lui ci veniva [...]

[...] chiodo. Non era ancora caduto che c'era lì l'uomo col martello in mano. Era un padrone che considerava la vitaccia dei poveri cristi, perchè diceva [...]

[...] asciugare la biancheria e anche l'abitazione. Ella era giovine e aveva della salute da buttar via, ma i malanni non si facevano annunciare [...]

[...] coperte di uno strato umidiccio che faceva tanto male alla salute. Annunciata sorrideva. Lei era troppo forte per acchiapparsi dei malanni. Non era [...]

[...] del signor Pasquale, buon'anima. Il brav'uomo non se ne poteva dar pace. Diceva che la colpa era sua e che toccava al padrone trascurato di [...]

[...] riparare al malfatto. — Mi mandava il suo medico e alla sera stava qui a farmi compagnia, seduto nella poltrona rossa che vedono là in fondo. Era un [...]

[...] tramutava in una fiera. Era un andirivieni di persone che non finiva mai. Si vedevano frotte di ragazze che rincasavano dalle fabbriche, madri che [...]

[...] polenta nei fazzoletti colorati che non avevano mangiate al lavoro. Il Cortilone era cosparso di capannelli di operai in maniche di camicia, di [...]

[...] poteva più vivere. Una volta al sabato c'era modo di berne un mezzo e passare un'ora cogli amici. Adesso era molto se si riusciva a comperarsi un [...]

[...] grosso di tabacco di seconda ogni due giorni. Luigione, del terzo capannello, coi capelli arruffati e la cravatta rossa, diceva, pipando, che c'era [...]

[...] nel Secolo che l'aumento era una trama dei signori, i quali volevano punire così gli operai che davano ascolto a certi caporioni con certe [...]

[...] testa. Era però certo che prima di loro non si andava tanto a cercare il pelo nell'uovo. Per conto suo..... — Cacone! Tutti si erano voltati [...]

[...] dalla parte della voce. Chi era che aveva parlato? Se c'era qualcuno che gli bastavano i suoi cinque soldi poteva andare innanzi che lui non aveva [...]

[...] paura. Non era più di primo pelo, ma non si sentiva tremare le ginocchia, perdio! anche se fosse stato un gigante, perdio! Già, una volta o [...]

[...] naso. Era un pezzo che gli prudevano le mani e che aveva voglia di sfogarsi con uno di codesti arruffapopoli che mettevano sottosopra il Cortilone [...]

[...] . Lui era lì che lo aspettava. Solamente domandava il permesso alla compagnia di cavarsi la giacca per sentirsi più libero. Ma gli altri si [...]

[...] mettevano di mezzo e dicevano che non c'era nulla di male. Chiunque discutendo, poteva avere delle opinioni, senza venire alle mani. Se si fossero [...]

[...] piombo con tanta grazia. La ringhiera non era mai completa che colla Gigia, la stiratrice dei graduati della caserma di S. Francesco. Era una polputa [...]

[...] quarto piano in faccia, che andava via coi passettini della ragazza che ha sempre paura di cadere, diceva che era ammalata come una dell'edificio di via [...]

[...] , quello che mangiava l'una mangiava anche l'altra, il desiderio della Proserpina era il desiderio di Elvira e sovente salivano le scale a braccetto [...]

[...] . L'Annunciata era il cavallo di battaglia della lingua della stiratrice. La inchiodava alla croce della vergogna con dei sottovoci che facevano il [...]

[...] volevano, ma la verità era una sola. — Lo mantengo io con la fatica delle mie braccia, care mie. Se vedeva la 32 del blocco C, si stringeva al [...]

[...] d'in terra e la scaraventava nel fosso come un sacco di biancheria sporca. Rimasero tutte intontite. L'Annunciata era in piedi trafelata, e [...]

[...] Carolina, era più affettuosa e si passava con lei una mezz'ora che era un piacere. Ora è invecchiata. Non vede più che sgualdrine e non c'è [...]

[...] tutte le donne insaziabili. — Vedete che ora si adatta anche coi borghesi! La sera era afosa, il cielo aveva ai margini delle strisce che parevano il [...]

[...] . Il vecchio tintore, dalle mani piene di crene azzurrate, raccontava al pubblico del quarto piano del blocco A, che questo non era ancora nulla [...]

[...] viva. La città pareva divenuta un cimitero. Lo scalpellino, nel '55, c'era anche lui e aveva già vent'anni. Si ricordava di una cometa che fu un [...]

[...] ancora a lavare i piatti dal farmacista sull'angolo per tre lire al mese, si era appoggiato al muro con gli occhi smarriti e la faccia tanto bianca [...]

[...] , a momenti mi fracassava la mano! Antonio si era risollevato con un urlo che faceva rabbrividire, cercando di liberarsi dalle mani che lo [...]

[...] tenevano come incatenato e poi si era lasciato andare di peso, prostrato dalla lotta, con un sospirone pieno di gemiti. La popolazione era aumentata [...]

[...] . Una volta, una povera donna che metteva regolarmente i suoi 25 centesimi, era sicura, una settimana o l'altra, di rifarsi con un ambo, a dir poco [...]

[...] . La ruota non era nelle mani dei birboni e i bisognosi guadagnavano qualche cosa. Ora, che ci son tante diavolerie, non si capisce più niente, e [...]

[...] quale aveva scelto i tre numeri al letto del povero Tognazzo, non era così pessimista. I numeri buoni non bisognava mai abbandonarli. 22, 55 e 61, se [...]

[...] aveva riveduto Tognazzo disteso sul letto, con la faccia scarna e gli occhi striati. Era un avviso che il povero morto le dava di non dimenticarli [...]

[...] vedrebbe che anche i lavoratori non sono poi tutte zucche. Suo padre, che era stato presidente della Società di mutuo soccorso dei fabbri, gli [...]

[...] diceva, strada facendo, che egli era troppo vecchio per vedere certe cose, ma che era sicuro che i suoi figli e i figli dei suoi figli avrebbero [...]

[...] i pitocchi che facevano nulla. I senzacasa gli rimescolavano il sangue. Diceva che era inumano di lasciarli a torno per le strade in quella [...]

[...] maniera. Se avevano commesso dei delitti, c'era una buona legge per punirli. Ma se erano innocenti, bisognava aiutarli come si aiutano i naufraghi [...]

[...] quando hanno perduto tutto durante il viaggio. Una volta, che il suo amico Stefano si era lasciato uncinare il braccio nelle ruote della macchina [...]

[...] , pianse come un ragazzo. Era uno dei migliori lavoranti e un uomo a cui tutti volevano del bene. Gli sanguinava il cuore di vedere un povero padre [...]

[...] deliziava a sentire un giovine che parlava con una semplicità che innamorava. Era il solito Giovanni che si era ubbriacato. Al sabato non andava a [...]

[...] piede nella stanza, dava della porca alla moglie e della vaianella alla figlia — due mangiapani che lui era stufo di vedersi in casa. Il giorno che [...]

[...] gli era venuto in mente di sposarla, doveva rompersi una gamba tre volte. Il suo dovere l'aveva fatto. La madre aveva 39 anni e la figlia 20, e [...]

[...] stavano, per inseguirle a calci. La madre si lasciava martirizzare sovente senza dire una parola. Era inutile prendersela con un uomo che non sapeva [...]

[...] del padre era divenuta cronica. Sciupava parte della settimana e poi andava disopra a maltrattarle. L'inquilina di faccia, al loro posto, sarebbe [...]

[...] paglia affollato di fiori. Sono stufa! Sono stufa! E batteva i piedi come presa dalle convulsioni. Andrea, che era stato avvertito all'osteria che [...]

[...] il padre della sua morosa era di sopra a fare il prepotente, entrò nella stanza con la faccia spaurita. Era un tocco di vergogna che un uomo di 40 [...]

[...] mano in mano. Virginia, la figlia di Giovanna, la 32, era al suo posto di tutte le sere nell'inquadratura esterna del lavorerio di Luraschi, il [...]

[...] , quando c'era un po' di timor di Dio, certe cose non si vedevano. Peppina, nata nel Casone, aveva 67 anni. Tutt'assieme era una donna che si vedeva e [...]

[...] si portava via nella mente come un ritratto indimenticabile. Era alta, ischeletrita, con una faccia dall'ossatura pronunciata e un mento così [...]

[...] occhi neri, che non avevano perduto nulla della vivezza antica, davano a tutta quella carcassa dei bagliori di vita. Suo padre era un affittaletti [...]

[...] , morto dopo la cacciata dei tedeschi. Peppina, a furia di risparmi e di buona amministrazione, era riuscita a compiere il sogno del genitore, che [...]

[...] era di allargarsi nelle sei stanze del pollivendolo che gli appuzzava l'abitazione. I tredici letti diventarono trentasette. Per degli anni non [...]

[...] suo cuore che la fece venire meno al proponimento di rimanere zitella. Tra i suoi ospiti del '65 era un poveraccio di precettato che di tanto in [...]

[...] condanne senza che ci fosse mai un delitto. Il primo momento fu perchè era senza domicilio e non aveva mezzi di sussistenza, il secondo perchè [...]

[...] poteva venire visitato dalla squadra volante due o tre volte per notte. Questo povero precettato di Andrea Cardellini, di temperamento dolce, si era [...]

[...] . Passavano via e gli auguravano la buona sera o il buon giorno, magari con l'aggiunta dello state bene, Andrea. L'azienda, a poco a poco, se l'era fatta [...]

[...] che si era messo a pulirli, scintillavano come cristalli e il rame della cucina ricordava la vigilia di Natale, quando le donne preparano tutto che [...]

[...] a correre dietro al sogno di diventar padre. Egli era stato troppo sventurato negli anni più belli della vita per rinunciare alla consolazione di [...]

[...] sentirsi una mano figliale sulla guancia nelle giornate della vecchiaia. Un bimbo avrebbe ribadito e santificato la loro unione. Ma Cardellini era [...]

[...] fiori che hai sul braccio te li sei fatti nel camerotto con noi, te ne ricordi? La moglie che gli era vicina a far su delle somme, diede una strappata [...]

[...] alla giacca di Andrea per impedirgli di rispondere. In una locanda c'era da aspettarsi di tutto. Erano dei mascalzoni ubbriachi coi quali [...]

[...] abbastanza fastidio senza ricordarglieli. — Precettato! Peppina si alzò in piedi e con un gesto additò loro la porta. Era una vera porcheria [...]

[...] d'insultare un uomo che attendeva ai fatti suoi. Se non se ne andavano con le buone, sarebbe andata a chiamare la questura, che era lì fuori a due passi [...]

[...] violenza da rompergli le ossa. Poi, all'altro che si era curvato per avventarglisi allo stomaco con qualcosa di puntuto, menò una randellata che gli [...]

[...] poteva spaccare il braccio in due. Intanto Peppina era nel cortilone che gridava: soccorso! aiuto! ammazzano mio marito! La lotta fra i tre si [...]

[...] era impegnata in un modo bestiale. Colui, che gli era saltato sul collo, gli era di nuovo con le mani alla camicia per strangolarlo e con la bocca [...]

[...] era abbuiato e i nuvoloni per la volta andavano addensandosi dove le stelle erano più luminose. L'aria si era rinfrescata e i blocchi del Casone [...]

[...] la pizzicatura della mandola che straziava il cuore delle ragazze. Quando arrivavano loro nei cortili dei quartieri popolari, era una festa. I [...]

[...] che era proprio un peccato che un artista come lui non avesse le gambe come gli altri. Nelle settimane in cui avevano fatto il giro degli [...]

[...] soldato. La minutaglia, che non era nel grembiale delle donne, si acconciava nello strame delle mangiatoie, e le donne piene di spadine si accosciavano [...]

[...] sulle gambe, dove la paglia distesa come strame era più soffice. Gaetanino, al centro coi suoi compagni, con dei modacci e delle facce che facevano [...]

[...] avevano comperato lungo la strada. La loro società era primitiva. L'uno si fidava dell'altro e ciasceduno aveva diritto di mettere la mano nella [...]

[...] vestiva con un certo scicche. La caratteristica era che tra loro non c'erano donne. Di sottane non volevano saperne. Dove ci sono, dicevano, mettono la [...]

[...] zizzania e si finisce per prendersi a coltellate. Tutto il Terraggio ne era un esempio. Non vi si trovava una famiglia che non finisse la [...]

[...] di una femmina. Anche quando era tormentato dalla sciatica sul materasso che nessuno voltava mai, rifiutò l'entrata alla vecchierella vicina che [...]

[...] s'era mai visto uno scandalo di tre uomini che dormivano nella stessa stanza da parecchi anni, senza mai farsi vedere con una donna [...]

[...] funghi, stasera! Alfredo si sforzava e rideva delle loro risate senza divenire allegro. Strambo intuiva che il suo male era un male [...]

[...] che le donne che rovinano gli uomini. Te li prendono, te li gualciscono e te li buttano via come dei limoni spremuti. Lui era vecchio e queste [...]

[...] cose le sapeva. E chi sa che donna! Forse era una donna che non valeva due centesimi. Una donna che poteva abbracciare l'ultimo degli sfaccendati o [...]

[...] l'ultimo dei paltonieri! Le donne, puah! Era così. Dopo il pranzo ridiveniva pensoso, e di notte, alla chetichella, mentre gli altri russavano [...]

[...] un delitto compiuto. Più di una volta egli era stato lì lì per sfondare la porta con una spallata per convincersi se lo scricchiolio del letto [...]

[...] non era che nella sua testa incendiata. Era stufo di penare. Voleva vedere, sapere, finirla col dubbio che lo divorava con degli spasimi dolorosi [...]

[...] gli fece trasudare la fronte come in un bagno russo. Era caduto in ginocchio, col cuore trapassato da uno spillo e si era alzato sfinito. In [...]

[...] diceva che il suo era un brutto sogno. Che aveva lui di comune con l'Annunciata? L'Annunciata era libera, padrona di sè. Non gli aveva mai dato altro [...]

[...] permesso che di salutarla come vicina. Tuttavia Alfredo non sapeva darsi pace. L'ultima notte era d'inverno. Fioccava da due giorni senza [...]

[...] interruzione. La struttura dei blocchi del Casone era naufragata sotto un enorme peso di neve. I solchi delle pedate venivano riempiti prima che [...]

[...] l'inquilino raggiungesse la scala. Alfredo rincasava tardi. Era stato a stordirsi in parecchie osterie dove aveva degli amici. Fumava, senza sentire che [...]

[...] il pilastro più volte col cappello e risvegliando il vecchio Siliprandi che si era scelto per domicilio lo spazio a fianco della scala dal giorno [...]

[...] ginocchio, senza voltarsi verso l'uscio che racchiudeva la donna che aveva finito per fargli paura. Non voleva più pensarci. Era stato un quarto [...]

[...] d'ora in cui aveva perduto la testa dietro una felicità impossibile. Ora era guarito. Aveva giurato a sè stesso di passarle d'accanto come si passa [...]

[...] d'accanto alle sconosciute. Era una donna che non valeva i denari degli abiti. Fingeva di essere di nessuno ed era un vaso comune. Faceva la [...]

[...] padre, affondava nell'impronta del genitore. Era una specie di incesto che gli rivoltava l'animo. Si sarebbe dato dei pugni per punirsi di essere [...]

[...] . Adalgisa era ritornata dalla campagna più donna, affusolata in una lunga veste di foulard, stretta in vita, fasciata da una larga striscia [...]

[...] quattro bottoni e dava dei buffetti ai bimbi nelle braccia delle amiche che era un amore. A letto Alfredo si voltava e si rivoltava sempre più [...]

[...] contento della sua risoluzione. Almeno poteva addormentarsi col cuore tranquillo. Aveva passato delle notti da far pietà ai sassi. Pazienza, era finita e [...]

[...] corpo, carne contro carne, con la mano che gli remigava per lo stomaco e l'alito che gli andava per la guancia come una fiammata. Il letto era [...]

[...] diventato di brace. Dovette alzarsi. Di fuori la neve veniva giù a precipizio. Tutto era scomparso. Non esistevano più che giganteschi blocchi [...]

[...] bianchi, con la base sommersa nella superficie bianca. Alfredo, istupidito dall'insonnia, si era rimesso alla stessa ringhiera come un sonnambulo [...]

[...] esasperavano fino alla collera. Ciò che stava facendo era semplicemente umano. L'amava, l'amava, l'amava! Il sangue gli andava al cervello come [...]

[...] pensieri che sovraneggiavano i tremiti, con la schiena addossata all'uscio e coi piedi puntati alla ringhiera, si diceva che il suo strazio era [...]

[...] essere sorpreso. Ella era là che dormiva. Gli pareva di sentirne la respirazione. Avrebbe voluto irrompere come una furia per stordirsi e darsi [...]

[...] febbricitanti che palpeggiavano le coltri, uscì dagli ardori che lo bruciavano con il balbettamento della febbre fredda. Il letto era vuoto, le [...]

[...] lenzuola erano di ghiaccio, la donna era a gozzovigliare in un altro letto. — Bagascia! Adalgisa era tornata dalla campagna sul Terraggio più [...]

[...] piace tanto agli uomini. Che cosa doveva rispondere? Si era annoiata, ecco tutto. Abituata a levarsi con l'aurora, non sapeva poltrire nel letto [...]

[...] nella testolina qualche frase italiana. Guai se le scappava una parola del Casone! Era capace di tenerle il muso fino a pranzo e di punirla andando [...]

[...] ginocchia. Era una specie di riverenza che ella faceva da quando era nata. Ma Edoardo la maltrattava e la chiamava una pinzocchera o una [...]

[...] santocchiona, come se fosse stato un delitto avere un po' di religione! La vita agiata le era diventata, a poco a poco, un supplizio. Se invitava [...]

[...] insudiciavano e si rideva. Tutti i giorni la Clemente beveva nei bicchierini degli uomini senza essere invitata. Le si rispondeva che era dello [...]

[...] scicche! Ciascuna civettava alla presenza degli amanti e nessuno si lamentava. Era dell'altro scicche! La Gilda, la grassona che perdeva carne [...]

[...] dappertutto, la grassona che si vantava d'essere fatta per la gente coronata, era una sboccacciona che faceva vomito. Sissignore, era dell'altro scicche [...]

[...] accorgeva non appena ella era assente. I minuti gli sembravano ore. Girava per le stanze, guardava l'orologio e diceva di tanto in tanto alla donna [...]

[...] , del senza cuore, del brontolone. Era una crudeltà tormentare una povera ragazza in quel modo. Non era poi mica una di quelle, non era. Anche lui [...]

[...] cameriera. Se non era venuta, interrogava, si suggestionava, si disperava. — Credete che le sia venuto qualche cosa? — Stamane, quand'è uscita [...]

[...] , se lei era abituata a piantarselo sui capelli alla birichina? — Pensa che hai vent'anni più di lei e che alla sua età tu eri uno scapestrato [...]

[...] l'abito, le stava d'intorno con una interrogazione dopo l'altra e le diceva le ansie che provava quando non le era vicina. — Domani, se sei buona, ti [...]

[...] malessere. Si sentiva infelice. Era una donna insensibile. Andava alla finestra, accendeva la sigaretta e enumerava mentalmente le sue disgrazie [...]

[...] fino a quando si convinceva che la separazione era necessaria. Non andavano d'accordo. Il temperamento dell'uno non era fatto per il temperamento [...]

[...] bottega sapeva che Edoardo Zanchi era appaiato alla figlia di un'ortolana! Adalgisa perdette la pazienza. Con la bocca piena di panna montata diede [...]

[...] fuori in un pianto dirotto. Poi si levò in piedi indemoniata. Con la faccia smarrita, smaniava e diceva che era stufa della vitaccia da schiava [...]

[...] . Stufa, stufa, stufa! Presa della furia, gettava le bottiglie da una parte e i piatti dall'altra, gridando che la era finita, finita, finita! Non [...]

[...] era mica una prostituta, non era. Si toglieva gli anelli e li scaraventava in faccia all'uomo che la perseguitava e la invecchiava dalla mattina [...]

[...] tappeti, ma c'era un piatto di buona ciera e quello che vi si mangiava, si mangiava di gusto. Stracciandosi le gale del collo in mezzo ai barbagli [...]

[...] della luce lunare che entravano dalla finestra, coi capelli disciolti e con le guance rosse dalla collera sembrava ancora più bella. Era un [...]

[...] pezzo che aveva in animo di romperla. Se si era fermata, era stato per compassione. Adesso sapeva con chi aveva da fare. E nella indignazione [...]

[...] rispettasse. Vile, vile, vile! Era andato a sollevarla quand'essa stava benissimo e per ringraziamento la martirizzava e le avvelenava [...]

[...] e dicendogli di guardarsi bene dal parlarle nelle vie. Per lui era diventata un'estranea. — Lasciatemi passare. Edoardo, col dorso all'uscio [...]

[...] d'uscita, voleva trattenerla. Era troppo tardi. Domani, avrebbe potuto andarsene con le cose sue senza dare scandalo. — Fatemi largo, o guai a voi [...]

[...] andò fuori dei gangheri perchè la Marianna si metteva in bocca le lasagne con le dita per assaggiare se la minestra era cotta! Marianna, che [...]

[...] l'aveva accolta a braccia aperte col bacione affettuoso senza punto domandarle dove era stata e che cosa aveva fatto in tutto il tempo, si doleva di [...]

[...] accorgeva che la figlia aveva subito dei cambiamenti, quantunque al banco le era divenuta una perla che aumentava la clientela maschile di giorno in [...]

[...] clienti nuovi era il Bentoni, il maggiordomo generale della casa col biscione nello stemma, che faceva la fortuna dell'ortolana che lo serviva. Vi [...]

[...] dalla feccia d'uva. Le diceva, con una mezz'oncia calda, che era una bella ragazza, la guardava intensamente sorseggiando, saltava in carrozza, e [...]

[...] cinque. Prima di scomparire dal corso si voltava a gettarle un bacio che qualche volta gli veniva ricambiato. Il Bentoni era un tutt'assieme [...]

[...] simpatico. Non aveva ancora quarant'anni, era grassotto senza la deformazione del ventre, portava su due spalle giovani una testa affollata di ricci e [...]

[...] rovesciavano gli occhi e gli si alteravano i lineamenti. Il suo costume mattutino era semplice. Indossava una giacca di velluto di seta finissimo [...]

[...] larghi bottoni d'oro dal biscione aggrovigliato al centro che gli davano un grande scicche. Era uscito dall'utero del servidorame. Suo padre era [...]

[...] stato cocchiere e sua madre cameriera dei signori dei quali egli era maggiordomo. La cronaca diceva che il Bentoni era figlio di Massimo, il [...]

[...] maggiore dei fratelli padroni. E la gente di servizio non poteva non essere tra i maldicenti. Perchè in casa, per quante ne facesse, era sempre lui [...]

[...] i padroni non fiatarono. La loro preoccupazione era che gli fosse capitata qualche disgrazia. Licenziava le persone, ne assumeva delle altre [...]

[...] come un figlio. Morto Massimo, due anni sono, la sua autorità era piuttosto cresciuta che diminuita. Luciano lo trattava famigliarmente come [...]

[...] l'altro. Era sempre lui, Bentoni, che fissava i mensili, che li aumentava, che metteva il visto ai conti prima di passarli all'amministrazione, che [...]

[...] l'affollamento dei salici nell'angolo a destra del giardino, non era uscito dal sogno che dopo che Bentoni ne aveva approvato le spese e i progetti [...]

[...] . Era un chiosco di mogano rossiccio con una fronte di vetrate lungo il porticato a colonne di bronzo istoriate, dinanzi alla quale correvano [...]

[...] rassomigliavano a Massimo erano il fondo religioso e l'avversione profonda per il matrimonio. Non era un chiesaiuolo che sginocchiasse su per i [...]

[...] gente che assiste all'incendio senza dar mano alle pompe idrauliche per spegnerlo. Nè eletti nè elettori era la teoria anarchica che aspettava [...]

[...] sociale nelle mani dei partiti che lo combattono, era da insensati e da spergiuri. Perciò, Bentoni, nei giorni elettorali, diveniva l'uomo più [...]

[...] repubblicano, non ne volle più sapere. Egli si era convinto che il suo partito si era condannato a morte da sè stesso e che tutti i suoi sforzi e [...]

[...] gli sforzi dei suoi pochi amici non sarebbero mai riusciti a prolungargli la vita di un giorno. Non era un transfuga. Rimaneva cattolico per [...]

[...] aveva stomacato. Era un legame ch'egli aveva creduto santo fino al giorno in cui venne a smagarlo la tragedia domestica del padrone. Tra il conte [...]

[...] , teneramente abbracciati da una vera passione coniugale. La gente era piena di rispetto per due esseri che si idolatravano e che ribadivano [...]

[...] di baci sulla bocca di un altro. Si ricordava come se fosse adesso. Era una sera di Natale. Il pranzo era passato come un trionfo. Il ceppo aveva [...]

[...] un'allegria. Nessuno si era accorto che tra il conte e la contessa era nato da un anno un odio che non si scioglieva in una tempesta, soltanto [...]

[...] tradizione di conservare il casato mondo dai peccati plebei non era mai stata interrotta. C'era voluto una Elena a contaminarla. Una donna uscita da una [...]

[...] gli si era appoggiato al braccio, asciugandosi la fronte madida di sudore freddo. Gli disse che a mezzanotte bisognava che tutto il personale di [...]

[...] assistere con gli occhi e le orecchie al dramma. — Tu imparerai molte cose stanotte! Bentoni era al suo posto agitato come se stesse per commettere un [...]

[...] irrompere come una moglie che si rivolta contro gli schiaffi del marito. Ma i suoi adulterii le stavano sulle spalle come pesi di piombo. Essa era [...]

[...] vinta. In ginocchio, con le mani giunte, supplicava il conte di imporle quel qualunque castigo che gli sarebbe piaciuto. Era giusto che espiasse la [...]

[...] singhiozzava, il conte Vittone era divenuto calmo. — Non vi torcerò un capello. Deploro di essermi sporcate le mani. Voi mi avete obbligato a [...]

[...] parola di rincrescimento per le persone a tavola e saltava in un altro argomento senza scolorire. A pranzo non mancava che di rado. Ma era quasi [...]

[...] sempre il conte che rimaneva assente. Il conte che prima rifiutava gli inviti, ora era sempre in casa altrui o nei restaurants, come un giovanotto [...]

[...] maggiordomo per convincerlo che era meglio annegarsi che prendere moglie. La contessa è morta smagrata, cogli occhi gualciti da una lettura [...]

[...] . Solo qualche scettico si meravigliava che la contessa avesse potuto diventare cronica dall'oggi al domani. Il conte non fu dolente. Per lui era [...]

[...] degli altri. Bentoni incominciava a lasciarsi impallidire la donna che gli aveva fatto su Massimo, nei momenti in cui gli ripeteva che non era che [...]

[...] veicoli carichi di sportsmen e di sportswomen che si rincorrevano lungo lo stradone e sollevavano turbini di polvere che indorava nel sole. Era [...]

[...] una risposta che gli era andata alla nuca come una versatura di piacere ardente. In quel momento avrebbe voluto ribaltare e perire con lei sotto [...]

[...] circondavano le bellezze dell'high-life, illustrate dai gioielli e illuminate da una profusione di diamanti. La stella della tribuna massima era la [...]

[...] fosforescenza che obbligava a chiudere gli occhi. La favorita dell'aristocrazia era Lara, montata dal fantino in maglia nera, con croce rossa sul petto. Il [...]

[...] fantino era Lanterre, il vincitore invincibile dei primi premi. Lungo, assecchito, con una testa rotonda come un piccolo globo e il naso [...]

[...] schiacciato alla radice, coi buchi larghi delle nari volti in su come due cavità minacciose. Lara era un nobile animale di razza inglese, arrivata terza [...]

[...] più che due contro uno. Gli altri cavalli erano sconosciuti, tranne Lord Endel, il morello chiazzato di bianco alle culatte, che era stato a un [...]

[...] pelo di giungere primo, alla corsa inaugurale. Lo squillo di mettersi in fila era stato dato. Lionello, col fantino in costume giallo e babbucce [...]

[...] guadagnare terreno. Lungo lo steccato era una siepe nera che seguiva la corsa con l'ansia di chi vede qualcuno che cammina sull'orlo del [...]

[...] signore sedute gli incidenti della corsa. Il secondo giro era incominciato. Lara aveva lasciato prendere il suo posto a Lady Flower, ma nessuno vi [...]

[...] dava importanza. Era il gioco del fantino per suscitare della commozione. Due siepi erano state saltate e Lara aveva ripreso il posto, lasciandosi [...]

[...] questa convinzione, si erano avviati, adagio adagio, verso i book-makers per riscuotere. Adalgisa s'era immusonita per la testardaggine del Bentoni [...]

[...] che non aveva voluto puntare su Lara. A un tratto l'attenzione fu per un'altra. Emma si era rimessa in cammino con una velocità fulminea [...]

[...] e le mance del ferragosto. L'esistenza in un lavorerio, chiuso sotto una vetrata, non gli era mai andata. I suoi polmoni avevano bisogno d'aria [...]

[...] come le sue gambe di moto. Con Piccinelli per padrone, le giornate gli parevano lunghe come la fame. Era un orario che non gli lasciava tempo di [...]

[...] che rientrava. Quello dell'orario era il chiodo che egli ribadiva a martellate tutte le volte che si trovava al circolo coi compagni. — Va bene [...]

[...] aveva nella memoria come un locale malsano, con una luce scialba che accecava in dieci anni e dell'aria che sentiva di chiuso anche se si era [...]

[...] tappezzieri si guastavano i polmoni e morivano lentamente, sputacchiando nero come gli spazzacamini. Adesso lui non c'era più e gl'importava fino a un [...]

[...] certo punto di quei luoghi dove s'era abbrutito per tanti anni. Ma non gli piaceva affatto l'abitudine di scappellottare la garzoneria. Ai suoi [...]

[...] qualche volta un lacrimone negli occhi. Il garzone che andava in giro con lui da sei anni non aveva ricevuto che uno sberlotto che si era meritato [...]

[...] tirarsi dietro un morto di fame. Chi lavora deve mangiare. E una lira al giorno non era mica troppo per un bulo che voltava via mezza libbra di pane [...]

[...] in quattro boccate. Col suo adagio che con la pazienza e la paglia maturano le nespole, si era fatto una clientela che abbracciava una zona di [...]

[...] nel solco come un fiore di neve spruzzato di sangue. Ma la parte più importante del suo lavoro era di renderli soffici senza sciupare la lana [...]

[...] alle proprie faccende con giubilo. E lui era riuscito a dare materassi che non ritenevano l'impronta dei corpi che dopo mesi e mesi. Un'altra virtù che [...]

[...] influiva a tenergli incatenate le famiglie era che nessuna donna aveva mai potuto rimproverargli una manata di lana. Era una cosa che non gli [...]

[...] passava neppur per la mente. Il padre gli aveva insegnato di buon'ora che la farina del diavolo finiva per andare in crusca e che il più furbo era il [...]

[...] galantuomo. Il galantuomo non corre i pericoli del ladro e ha del lavoro fin sopra i capelli da un capo all'altro dell'anno. Non era ancora uscito [...]

[...] che i suoi di casa andassero a bubbolare di freddo e a mendicare sul lastrico il boccone della vita. Sua madre, che ne aveva cinquantotto, non era [...]

[...] , un bambolone a tredici anni e mezzo grosso come una donna, era la sola che portava a casa due lire la settimana, guadagnate come piccinina alla [...]

[...] sapere se le piaceva fare la guantaia, ma non riusciva che a cavarle dei dubbi. Era una ragazza che non aveva volontà propria. — Ti piace? Pareva [...]

[...] della scuola facevano colazione di fuori sul portone in faccia al giardino pubblico, essa si era provata a fare dei punti in un guanto sotto la [...]

[...] Candida. Capiva anche lui che non era un mestiere per una ragazza che mangiava tanto pane. Le guantaie erano ragazze mingherline, colla faccia patita e [...]

[...] anno, fino a che era divenuta un corpo malfatto e sfiancato che doveva mettersi in bocca dei crostini di pane per sedare la tosse canaglia che [...]

[...] avrebbe avuto bisogno di lavarsi i polmoni, imbrattati della polvere della pelle dei guanti di fabbrica, con un po' d'aria di mare. Ma il mare era [...]

[...] all'Altaverde, la penultima delle sorelle che non contava che dieci anni. Era esile, affusolata, con una capigliatura ricca, del colore dell'ambra, che [...]

[...] la ravvolgeva tutta come in un mantello, quando non era legata col nastro dalla nuca alla punta. La guardava e si diceva che non l'avrebbe [...]

[...] mandata a intisichire in mezzo ai guanti. E cercava, tra una boccata di fumo e l'altra, un mestiere meno assassino. Quello di pulitora era peggio di [...]

[...] della vecchiaia. Nei lavoreri degli orefici c'era poi una responsabilità troppo grande. Le ragazze uscivano dalla fosforescenza dei diamanti e [...]

[...] l'acido nitrico delle pulitrici e impregnano i polmoni come la polvere omicida delle guantaie. Era un mestiere così crudele ch'egli poteva scegliere [...]

[...] una di quelle coloritrici di fiori in mezzo a un piazzale di donne. Non c'era che da guardare agli occhi. La cianina irrita gli occhi e ne [...]

[...] lupo dall'uscio. E finchè c'era lui, alle sue sorelle non sarebbe mancato il pane. Consolato dalla sua energia, se la prendeva tra le gambe e le [...]

[...] cui non si deperiva e non si perdeva così facilmente l'anima per salvare il corpo. Pur troppo, bisognava pensare anche a questo. Annunciata era [...]

[...] si sapeva bene, si poteva metter su scuola con poche centinaia di lire. Era detto, era stabilito che Altaverde sarebbe divenuta sarta. Nelle [...]

[...] accese, come se fosse giunto trafelato da un lungo viaggio a piedi. Era il soggetto che lo aveva commosso, che lo aveva fatto palpitare, che lo [...]

[...] quanto egli era lontano dall'intelligenza del ragazzo della gente agiata. Avrebbe voluto che gli scrittori si fossero sempre ricordati che c'era al [...]

[...] cuore che lo facevano temere per la sua religione. In dati momenti gli pareva che stava per perdere la fede che aveva in Dio. Non era possibile [...]

[...] . Perchè Dio era la consolazione degli afflitti e la speranza dei poveri. Senza Dio la società si sarebbe sfasciata e gli uomini si divorerebbero [...]

[...] più di una volta la fronte di sudore. Gli doleva che ci fossero stati dodici uomini capaci di mandare in galera una fanciulla che si era lasciata [...]

[...] non lo faceva arrossire se scappucciava parlando. Tra gli oratori che andavano sovente sulla piattaforma della sala c'era un lavorante piccino [...]

[...] , vestito da sgarbato, col nodo della cravatta verso la spalla, col bavero in piedi e coi capelli che parevano una rivoluzione. La sua voce era fioca [...]

[...] come di una persona che ha poco fiato da buttar via. Il povero cristo era tormentato da un'angina cronica che si era buscata in fabbrica a lavorare [...]

[...] i fiammiferi. In fabbrica guadagnava appena abbastanza per stare in piedi con la moglie e tre figli. Era un mestiere che poteva imparare un [...]

[...] condizione di tante poverette con una semplicità evangelica. Facevano male a prendere il posto dei loro amici, dove la mercede dei sessi non era uguale [...]

[...] degli altri pitocchi che avrebbero finito per morire d'inedia. Non si andava in fabbrica per pochi centesimi al giorno se non si era proprio [...]

[...] frustati dal bisogno. E, dicendolo, faceva fare al braccio un taglio che traduceva un po' della sua disperazione. Lui, del resto, non era lì a [...]

[...] biasimare nè quelle che prendevano, nè quelli che lasciavano. Il suo compito era più semplice. Lui non diceva che quattro parole alla buona, tra amici [...]

[...] , per cercare di far nascere nell'operaio il sentimento della rigenerazione che non gli sembrava ancora germogliato. Ed era il sentimento che [...]

[...] ricacciavano, col pensiero, tra i suoi figli perduti tra i figli degli altri senza poterli distinguere. Era il rimorso che le risorgeva e la [...]

[...] viscere senza voltarsi indietro. Trovava solo qualche scusa pensando al dolore. Forse era stato il dolore atroce che l'aveva resa insensibile e [...]

[...] della famiglia. — Candida, va giù a vedere se Annunciata è uscita. Annunciata evitava di andare a trovarli di sera, specialmente se c'era in casa [...]

[...] Giuliano, perchè era un giovanotto che le metteva soggezione. Se c'era in casa e lei andava di sopra, lui rimaneva lì ad ascoltarla per [...]

[...] le castagne arrosto, gli veniva voglia di prenderla per un braccio e metterla alla porta. Non era in casa sua che si mangiava il frutto della [...]

[...] . Era uno scandalo che andava di blocco in blocco a ingrossare il pettegolezzo del ballatoio. Si sapeva che Annunciata era audace e che sfidava il [...]

[...] ginocchio, egli aveva trovato il suo uscio spalancato e le sue stanze vuote. Egli era andato a cercarla per il letto con il cuore tremante senza trovarvi [...]

[...] peregrinazioni notturne, senza che l'Annunciata si degnasse mai di considerarlo vivo. Anzi, se c'era qualcuno che le faceva schifo, era lui. La gente giovane [...]

[...] che andava intorno col cappello in mano non era il suo ideale. Essa voleva che le persone si guadagnassero la vita con del lavoro utile. Il [...]

[...] di generazione in generazione. E l'Annunciata li aveva messi tutti sotto i piedi come della roba vecchia. In lei l'amor libero non era stato che un [...]

[...] ritornava a ragionare sulla diceria che correva per il Casone. Non era possibile che una donna con tanta esuberanza d'affetti potesse dimenticare i [...]

[...] cuore non c'era dubbio. Bastava vederla entrare per convincersene. Si precipitava dovunque era Attuccia, se la prendeva tra le braccia e se la [...]

[...] faceva era per pura soddisfazione di cuore. Le piacevano le ragazze e, se loro non avevano qualcosa in contrario, avrebbe continuato a voler loro [...]

[...] . Era una delle ragioni per cui gli uomini preferivano, spesso, un piatto all'osteria. Lo stufato, a metterlo in tavola come un boccone da far [...]

[...] rivivere i morti, era uno studio. Lui non l'aveva mica fatto come si doveva, perchè gliene era mancato il tempo. Ma non poteva essere cattivo. Aveva [...]

[...] , una povera donna che tirava innanzi rendendo qualche servizio alle vicine. La minestra era eccellente. Era di riso e fagioloni con le verze [...]

[...] , buon'anima, pensava che la minestra era la biada dell'uomo. E guai se la si mangiava senza pane. Aveva il coraggio di darle un'orecchiata. Giuliano non [...]

[...] negava la bontà della minestra, ma lui aveva letto in un libro che era più nutriente la carne. C'era un popolo, del quale non ricordava il [...]

[...] paese, che non conosceva la minestra e che era divenuto, per questo fatto, il più forte del mondo. I cinesi, che si nutrivano di riso, erano soldati [...]

[...] di straccio. La carne rinforza, il riso indebolisce. Lui non era bevitore, perchè un bicchiere di vino gli andava subito alla testa. Ma gli [...]

[...] piaceva vedere gli altri a bere. Annunciata beveva. Era il suo mestiere che lo esigeva. Senza qualche bicchiere di vino non avrebbe potuto resistere [...]

[...] pacchiona. Mangiava forte perchè era forte. A ventott'anni non sapeva ancora che cosa fosse l'impedimento di stomaco. Mentre Giorgio, con tutti i suoi [...]

[...] denari, era sempre nelle mani del medico per farsi mandare giù quello che non poteva digerire. Lei aveva finito per credere chi il male dei [...]

[...] signori era nella mancanza di moto e nell'abbondanza. Avevano di tutto, provavano di tutto, e non facevano due passi a piedi. Al loro posto sarebbe già [...]

[...] ingollava ogni giorno. Era il salsamentario di porta Magenta, Osnati, il quale, un tempo, pareva un bonzone di salute. Ritiratosi dal negozio per [...]

[...] . Giuliano versava da bere e la pregava di tacere, che non era serata da cattivi auguri. In casa tutti stavano bene e Annunciata stava benissimo [...]

[...] parte, ci fu per il camino il diavolo. Il vento andava su e giù e urlava come se fosse stato indemoniato. Zaccaria era morto. Annunciata vuotò il [...]

[...] avuto ripugnanza per il legame a vita, si sarebbe maritata tante volte dalla paura. Il fatto che stava per raccontare era vero, come era vero che [...]

[...] c'era la Madonna di Caravaggio che faceva tanti miracoli. Era capitato a lei, che non sapeva cosa fosse la bugia. Alla vigilia di Natale ella [...]

[...] Giuliano dondolando la testa, le macchine, creda, avranno la biancheria. I vecchi ci raccontano che il vapore era odiato dai vetturali e dai paesani [...]

[...] narrava era vero come era vero che c'era la beata Vergine. Se n'erano andate tutte e stava pensando di andarsene a letto senza muoversi mai dalla [...]

[...] in aria. Se ne ricordava come di una cosa avvenuta ieri sera. Scappò verso l'uscio spaventata. Nel Cortilone c'era ancora il viavai degli inquilini [...]

[...] che si davano le buone feste. Riavutasi, guardò indietro. La lampada era ancora sul tavolo che buttava in terra un asciugamano di luce bianca [...]

[...] l'armadio con un randello in mano per precauzione. Nessuno! Non c'era che il disastro. Le tazzine erano precipitate sui piatti e tutti assieme si erano [...]

[...] rovesciati sulla zuppiera, sulle ampolline e sulle chicchere andate in frantumi. Chi era stato? In casa non c'era persona. Saltò sulla sedia per [...]

[...] vedere se qualche peso fosse caduto sulla testa dell'armadio. Nulla. Chi era stato? I piatti non potevano rompersi da soli. C'era stata una mano [...]

[...] che aveva fatto sussultare l'armadio? La mano di chi, se la casa era vuota? Di sua madre che l'avvertiva di qualche sventura? Non lo sapeva. Forse [...]

[...] era lo spirito del suo bimbo che aveva strisciato sull'armadio per salutarla. All'indomani, proprio nel giorno di Natale, l'infermiera [...]

[...] dell'ospizio di maternità andava a portarle la notizia che il suo Andreino di tre anni era morto del male del gruppo. — Crediate o non crediate, questo è [...]

[...] vero come è vero che c'è la Madonna santissima. Era lo spirito del mio angioletto che strepitava in alto per dire addio alla mamma prima di [...]

[...] dell'abitazione degli Altieri era occupato da altre sette famiglie, uscio contro uscio, l'una più pitocca dell'altra. Quella del barbiere aveva dei [...]

[...] . Sua moglie, di patimento in patimento, non era ormai che una carcassa che mangiava irregolarmente e trovava a stento qualche servizio di cucina e [...]

[...] qualche soldo. Il figlio era la sua tribolazione. O era in prigione, come quello della 74 del blocco B, o lo si cercava. Più di una volta si [...]

[...] cavalletti di legno. Quando non era in prigione e lo correggeva per il suo bene, le si rivoltava come una iena molestata durante il pasto e la [...]

[...] rispondeva tirando una correggia con la bocca e minacciandola col piede in alto. — Questo è per voi, se mi seccate! La figlia non era un modello di [...]

[...] era lo straccivendolo, dal cui uscio scappava una puzza che dava le vertigini. Vivacchiava raccogliendo tutti i rifiuti. Si alzava quando il [...]

[...] Casone era ancora addormentato, e usciva col suo sacco oleoso e il suo chiodo a uncino per non ritornare che a sera fatta. Raccoglieva brandelli d'abiti [...]

[...] ch'egli raccattava per la strada e che sua figlia, la Tencia, cerniva e separava per la vendita. D'estate, col caldo, si era come in mezzo [...]

[...] miseria non era per loro ragione di discordia. Accettavano le cose senza lamentarsi, mangiavano quello che avevano e pagavano l'affitto puntualmente [...]

[...] per la previdenza che avevano di mettere da parte trenta centesimi al giorno. Il naufragio era rappresentato dall'Agata Maddaloni, la donna più [...]

[...] feconda del cortilone. In otto anni aveva avuto undici figli, compreso un settimino e un doppio parto di gemelli. Era tarchiata, con dei fianchi [...]

[...] tutti gli anni che non voleva più figli. Si sgravava a mezzanotte, dopo che aveva sgobbato tutto il giorno, e alla mattina, alle sei, era in piedi [...]

[...] marmocchi non avrebbero potuto stare col culone in letto tanto tempo. La Maddaloni era forte, con una testa piena di capelli neri spettinati e un [...]

[...] che gli insanguinavano la bocca. La piccineria, spaventata, le andava intorno piangendo e chiamandola. Ma quando era infuriata, Agata non sentiva [...]

[...] . Le loro parole la irritavano e le facevano alzare il braccio che li metteva in fuga. Il suo uomo era il suo uomo, e quando il suo uomo commetteva [...]

[...] piatti alla gente di cucina, la mandò a spasso con le belle maniere, dandole a intendere che era una buona donna, ma che non faceva più per la sua [...]

[...] aveva bussato a tutti gli usci. Ma era così stracciato che faceva paura. Lo si vedeva e lo si mandava via con dei no! secchi secchi. Disperato e [...]

[...] un braciere di carbone. Ma il carbone costava del denaro. Una sera in cui il padre non era rientrato e i ragazzi piangevano l'uno addosso [...]

[...] a prendere il pane. Da vendere non c'era più nulla. Non dormivano più che su un mucchio di cenci e non si coprivano più che con le loro vesti [...]

[...] figli di coricarsi senza cena. Il quarto uscio era occupato da una famiglia di decaduti. Il padre era stato furiere nell'esercito e si era ammogliato [...]

[...] riallacciarono l'amicizia. Lui era a spasso, pieno della speranza che il primo impiego ministeriale vacante sarebbe stato suo. Lei era figlia della [...]

[...] francese. — Creda, sapeva dire, che le iniziali disegnate in questo modo sarebbero très-belles. Suo padre, che era il guardaportone, e sua madre [...]

[...] , che era la portinaia, non avevano bisogno dei suoi guadagni. Il padre grosso e grasso non aveva vizii, all'infuori di bere una mezza bottiglia [...]

[...] se non che non poteva star molto a arrivare. E quando arrivava le maligne notavano che era tutta agitata, che aveva la faccia accesa, che aveva [...]

[...] prime rose del primo abbraccio. A ventisette anni, con un romanzetto volgare che le aveva dato il disgusto della vita, la sua bellezza si era [...]

[...] faccia, pur restando fine come quella di una madonna colorita, aveva perduto della freschezza, e alla mattina era obbligata a strapparsi i capelli [...]

[...] portarla via dalla portineria che non poteva più soffrire. Era stufa di sentirsi chiamare figlia della portinaia. I suoi sentimenti aristocratici [...]

[...] della nomina ministeriale. Il solo dubbio era sulla destinazione. Forse sarebbe toccato loro di andare in qualche parte d'Italia antipatica. Ma o [...]

[...] sempre sotto gli occhi dei ministri. Aspettarono parecchi anni. I genitori di Silvia erano morti lasciandole quel poco che avevano. La famiglia era [...]

[...] e senza trasporti nei figli. Non erano belli e non era diffusa sulla loro faccia la gagliardia militare del padre, ma erano buoni, docili [...]

[...] , contenti come la madre di tutto ciò che si dava loro. Arturo era stato il più maltrattato dalla natura. Aveva l'aspetto di un uccello di rapina, con un [...]

[...] naso rosso come quello di un beone, una bocca smisuratamente larga e una voce che segava i nervi. Il padre era qualche volta obbligato a dirgli [...]

[...] a dieci anni era gracile, aveva degli occhietti che parevano infossati e una fronte bassa bassa, come se appena nato gli avessero messo sulla [...]

[...] era in lei promessa alcuna di diventare una donna seducente. Aveva gli occhi che guardavano l'uno a destra e l'altro a sinistra, dei capelli [...]

[...] rossicci pesanti e ruvidi e pareva che lo stomaco le avesse inghiottito il collo, tanto la testa era vicina alle spalle. La ragazza aveva fatto le [...]

[...] vivere bene erano state perdute a una a una. Era difficile che al loro desco domenicale si vedessero un po' di carne e un bicchiere di vino. La [...]

[...] stanza che veniva dopo la loro era occupata da una curiosa famiglia venuta da Cremona, la quale stava discendendo, a oncia a oncia, nel sottosuolo [...]

[...] delle famiglie che mancano di tutto. Non erano dei decaduti come Achille Vaselloni, ma a Cremona avevano vissuto agiatamente. Il padre era un cuor [...]

[...] d'oro e un simpaticone anche adesso che aveva dei baffotti brizzolati e la maggioranza dei capelli bianchi. Nella città del Torrazzo era [...]

[...] della campanuccia che il masciader era di passaggio. D'inverno Alessandrino s'imbacuccava in un grande tabarro di panno nero che gli batteva sulle [...]

[...] tra la gente di campagna, con la sua bella faccia bianca e rossa di salute, come un amico aspettato. Dopo un buon raccolto non c'era donna che non [...]

[...] tempo per niente. Le giornate diventavano bige anche col sole rutilante, se il raccolto era andato a male. Se la tempesta aveva rovesciato il [...]

[...] maturavano e vedersi sfrondare i gelsi che dovevano mantenere i bachi fino al bosco, era una crudeltà che non capiva neppure Alessandrino, che adorava [...]

[...] girovago andava alla malora. Era una verità così lampante che non ammetteva discussione. Con una buona vendemmia e un ricolto abbondante lui [...]

[...] impressionatissimo. La gente, che una volta gli andava incontro coi denari in mano, ora lo fuggiva per non sentirsi domandare i quattrini. Gli era toccato di [...]

[...] campagna che non era più campagna. Cremona diventava peggio. Le nuove generazioni avevano vergogna di comperare ai quattro venti, come avevano fatto [...]

[...] andava da lui era per farlo impazzire. Un temperino a due lame, che una volta pagavano due lire con dei grazie, ora lo trovavano caro a ottanta [...]

[...] di bloccargli la via all'esistenza alterò il suo carattere di bonario e gli mise in capo l'idea che a Cremona, dove era nato e ove aveva fatto [...]

[...] il crepacuore e per dimenticare che a Cremona c'era tanta gente perversa, e leggeva su tutte le facce la delizia della gente che indovinava che [...]

[...] città che gli aveva voltato le spalle. Non aveva che cinquantadue anni ed era un uomo industrioso che aveva sempre saputo come tenere in piedi la [...]

[...] famiglia. A Milano c'era posto per tutti coloro che avevano voglia di lavorare. E un bel giorno mise tutto all'asta, pagò a tutti fin l'ultimo [...]

[...] centesimo, perchè non voleva che si dicesse che Alessandrino, il pancione, era un mal paga, e con la moglie e i due figli prese il treno per la [...]

[...] su casa con un po' di mobiglia che si era portato nella stanza del Cortilone per spendere poco, trovò che la lotta per la vita non era meno aspra [...]

[...] mese e una tazzina di minestra al giorno. L'avvocato Tarquini era un democraticone che affiggeva il suo amore per il popolo anche sui muri. Diceva [...]

[...] di vivere per i grandi ideali che dovevano redimere il genere umano e di sognare un governo di galantuomini. In casa però era taccagno. Era una [...]

[...] . Il posto per la ragazza sarebbe venuto fuori. Non si poteva fare tutto in una volta. Era un pezzo di giovanotta, forte come una quercia, che [...]

[...] letto dell'Ospedale maggiore, ove era andato a cercare il rifacimento dello stomaco sgretolato che non digeriva più neppure il pane bianco. A casa [...]

[...] languido che riscaldavano la sua esistenza angustiata. Pensava che non era nato per la vita cittadina. Abituato al moto, a respirare a pieni polmoni in [...]

[...] limargli lo stomaco e a smagrarlo con dei digiuni interminabili. Allora era una pena. Vedeva voltare sulla tagliola il culo di polenta fumante e [...]

[...] con le nocche delle dita. Ordinava loro qualche pozione con del bismuto, convinto che per tutta quella gente non c'era più niente da fare. Diceva [...]

[...] che andavano da lui quando era troppo tardi o quando, a volerli aiutare, bisognava ordinar loro di cambiare aria e di nutrirsi con dei brodi [...]

[...] perduto il senso del gusto. Ora era in letto macerato dalle astinenze, senza forza di alzare il braccio per tenere in mano una scodella [...]

[...] . Incadaveriva a vista d'occhi e lo si vedeva con dei brividi. La testa gli si era come rimpicciolita e schiacciata alle pareti e i pochi capelli bianchi [...]

[...] e lunghi, sparpagliati sul cuscino sporco, gli davano un'aria spettrale. La faccia non era più che un teschio coperto di pelle assecchita e [...]

[...] poteva sprofondare il pugno e la fossetta della gola era adimata con le ridondanze di pelle dell'uomo in fin di vita. Le braccia, che tirava fuori per [...]

[...] al polso. Sulle mani senza vita risaltava la rete delle vene come se fossero state spellate e scarnate dal chirurgo. La magrezza del corpo era [...]

[...] , egli era morente. Rantolava della mattina e non apriva gli occhi che quando le sofferenze lo obbligavano a tentare di sollevarsi dal lenzuolo con [...]

[...] degli "Oh Signore, fatemi morire". Il pranzo era finito e Giuliano era uscito con Candida, Altaverde e Annunciata a fare una passeggiata fino al [...]

[...] faccione d'uomo contento, era un prete patriotta che aveva patito sotto gli austriaci la noia di essere malvisto per le sue aspirazioni di volere [...]

[...] a chiamare a tutte le ore, di giorno e di notte, quando era a pranzo e quando era in letto, senza irritarlo mai. Sabato aveva dovuto farsi in [...]

[...] quattro. Gli era toccato di correre al Casone del Terraggio tre volte. A dare un'occhiata a una sua penitente, a portare il santissimo sacramento [...]

[...] nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Verso le due il malato era più di là che di qua. La madre avrebbe voluto che i figli [...]

[...] altri, come chiamava i suoi genitori. Diceva che il suo mestiere di giornalaio era matto. Dopo una giornata di cinque lire, attraversava una [...]

[...] , era in campagna coi suoi signori e non c'era neanche modo di farle sapere che suo padre poteva morire da un momento all'altro. Essa scriveva tutti [...]

[...] trangugiare il Signore, senza farlo toccare i denti. L'ostia, che si era appiccicata alla lingua, si sciolse in una poltiglia bianchiccia e a poco a poco [...]

[...] convulsioni che durarono un attimo, emise dei gemiti cavernosi che gelarono il sangue nelle vene degli astanti. Non era morto, ma la fine non era lontana [...]

[...] . — L'aiuto nostro nel nome del Signore. La gente che era con lui rispose: — Che ha fatto il cielo e la terra. — Il Signore sia con voi. — E [...]

[...] ultime oscillazioni. Egli era stato benedetto, le donne avevano biascicato molte orazioni, e il prete, come rapito dall'estasi mistica, diceva [...]

[...] , spalancando le labbra e ritraendo ingordamente la lingua fin sotto il velopendolo e rimanendo così senza vita. In un attimo egli era diventato [...]

[...] era contratta, tenendogli aperta la bocca come un abisso spaventevole. Il prete gli raccolse le mani e gli mise il crocefisso sul letto. La moglie [...]

[...] piangeva come una disperata. La famiglia che riassumeva tutto ciò che vi era di tragico e di deforme nel Casone era quella dell'indoratore [...]

[...] Pietro Cristaboni, un satiro che arrivava all'orlo del tavolo se si rizzava sulla punta dei piedi. Rachitico nell'utero, era venuto al mondo un [...]

[...] . Era di una forza straordinaria. Con delle braccia lunghe e sproporzionate al corpo sapeva levare pesi enormi e contorcere, nei momenti bestiali [...]

[...] nerissimi, le cui punte attorcigliava con orgoglio, correva dietro a un'orlatrice di scarpe che rivaleggiava con lui in bruttezza. Era bassotta [...]

[...] , con la fronte dalla pelle gualcita, con le palpebre scerpellate e rossastre, e con una configurazione facciale scimmiesca. Era la cagna del Cortilone [...]

[...] giovanotti delle fabbriche, che la sdraiavano sull'erba o la schiacciavano contro gli alberi, non suscitando in lei che le risate convulsive. Era [...]

[...] assalti maschili. L'indignazione era tutta per gli sporcaccioni che non avevano schifo di mettere le mani in un corpo marcioso come quello di [...]

[...] che le cascavano giù dai fianchi che non aveva, a piedi nudi, col seno incipiente, ridendo a tutti, tranne che a Pietro, che odiava perchè era [...]

[...] pugno di ferro che spaccava i tavoli e frantumava le scranne. Non mancava che una goccia di vino per far traboccare la sua violenza. Quando era [...]

[...] sè il disastro della sua furia. Il momento era venuto. Era una sera di maggio con l'aria tepida e col cielo che pareva un'immensa cupola chiara [...]

[...] riflettente l'azzurro annacquato sulla popolazione della strada. Si distingueva una persona dalle altre assai meglio che di giorno. Pietro si era [...]

[...] . Vittoria era sul bastione, in mezzo a una frotta di giovani operai che passavano dalla luce nelle ombre del fogliame degli alberi, che la cingevano alla [...]

[...] alzò come una smemorata, col corpo indolenzito dalle strette del gobbo, che le si era attorcigliato alla vita come un serpente. Il malefiziato in [...]

[...] matrimonio per produrre dei bimbi deformi come il padre e scrofolosi come la madre o orribili come i genitori. Ma la cosa era un fatto compiuto [...]

[...] il falso incorreva in colpa mortale e nella pena della scomunica. Il chiacchierio della folla femminile fu sul canonico impedimento. Non c'era [...]

[...] bisogno di denunciarlo. Chiunque sapeva che erano due sgorbi umani che facevano vomitare a guardarli. Pietro poi era un gobbo pericoloso che si [...]

[...] sarebbe dovuto incatenare in un manicomio. Era stato veduto dai vicini della sua ringhiera sbattere la madre violentemente sulla parete e tutti [...]

[...] sapevano che era lui che l'aveva fatta crepare a botte e a spaventi. Una volta il bilanciere Antonio gliela strappò di mano tutta sanguinolenta. E per [...]

[...] migliorata lungo gli anni che con degli stracci. Anche se si era abituati ai cenci, chi dava una capatina nella loro stanza si sentiva umiliato di [...]

[...] , negli angoli e sotto il tavolo. Il letto era sempre sfatto e le lenzuola stracciate non si distinguevano dal colore della coperta. Le pareti erano [...]

[...] anno, senza che la moglie sentisse il bisogno di romperle con un colpo di scopa. L'ammattonato era molle di cacherie, di sputacchi neri del [...]

[...] corpi, dal loro tavolo e dal loro focolare. Il primo frutto della loro unione fu un piccino che fece meravigliare il vicinato. Era grassottello, con [...]

[...] alcuna meraviglia sulle ringhiere e sulle scale popolate di inquilini. Nel Casone si era abituati a dire che i ragazzi più belli uscivano dalle [...]

[...] coppie più mostruose. Ma questa opinione per i figli dei Cristaboni non durò molto. La gente incominciava a vedere che era di loro come di quelle mele [...]

[...] che hanno la pelle fresca e sana. I primi due invece di svilupparsi e crescere, si immiserivano, il primo rimanendo come era nato, il secondo [...]

[...] delle escrescenze lungo i tagli che commovevano le vicine fin nell'imo delle viscere. Il padre si era riversato tutto in Franceschino, un monello [...]

[...] rachitico in fasce che lacerava i capezzoli della madre che gli dava il latte. A cinque anni era un demonio che percoteva i fratelli e le sorelle e [...]

[...] , come se avesse voluto schiacciarvela, dandole calci nel ventre ogni qualvolta gridava per farlo sapere ai vicini. Annunciata era salita tutta [...]

[...] allegra. Pareva una sposa appena uscita dalle mani della sarta e dell'orefice. Era vestita di seta, con uno spillone d'oro dove il seno ascende [...]

[...] . Non ne ho il menomo dubbio. Lo ha visto coi suoi occhi, e coi proprii occhi non si mentisce. Trentasei ore dopo era già bello e seppellito, come [...]

[...] . Proprio così, ha detto così il medico che ne era anche lui tutto spaventato. Non ci voleva che un padrone senza cervello per dare alloggio a creature [...]

[...] calda sui tetti e il vicinato era già tutto in piedi, cogli usci spalancati, con l'allegria che andava di ringhiera in ringhiera, cogli augurii [...]

[...] con le scottature all'orlo delle orecchie e con i salassi che lo avevano dissanguato, era sul gradino della casa, in manica di camicia, fregandosi [...]

[...] aveva dato l'anno scorso un ambo di quindici lire. Era seduto come un pitocco, che faceva compassione. Gli amici che lo avevano conosciuto in [...]

[...] tempi migliori, lo compiangevano e gli regalavano un soldo, quando lo avevano. Egli era in terra, ancora gelato della notte, col suo giubbone che [...]

[...] scarpe sfondate che riassumevano il padrone. — Prendete, Siliprandi, che vi farà bene. Non aveva voglia di mangiare. Era stracco, intirizzito, sporco [...]

[...] si era ingrassata. Andava su dalle scale ansimando. Era un'ortolana che aveva assunto un non so che di signorile. Indossava un abito di bristol [...]

[...] , hanno dei denari e sfogano i loro capricci. Lei, uomo, farebbe lo stesso. Annunciata non le piaceva affatto. Le era cordialmente antipatica. Ma [...]

[...] pioggie, aveva l'abitudine ogni anno di pagare il cicchetto di Natale agli amici che lavoravano nello stesso spazio. Il suo cicchettaio era il [...]

[...] cappellone nero fresco ancora dell'anno scorso, era già stato in Duomo a sentire le tre messe con la moglie e i figli e aveva già bevuto il rum caldo [...]

[...] con loro in santa Margherita. Paolino, il chiavaiuolo, era in piedi dalle cinque, e aveva già fatto il giro di parecchie botteghe. Lorenzo, il [...]

[...] barbiere, diceva loro che un bicchierino di grappa non faceva male. Lui, magari, ne aveva già vuotati parecchi, perchè era forte e ci s'era accostumato [...]

[...] sino da quando era stato tirolese coi tedeschi. Certo che bisognava stare attenti e farsi dare di quella della bottiglia senza etichetta, che i [...]

[...] pacificava assicurandolo che tutti i mestieri avevano qualche guaio. Il suo, che non s'imparava che cogli anni, era dei più prepotenti. Un signore o [...]

[...] mestieri, e chi lavora diventa servitore del pubblico, che fa i comodi suoi. Non c'era da dire. Faceva così anche lui. Se aveva bisogno di avere [...]

[...] . — Speriamo di vederci l'anno venturo allo stesso posto. — Speriamo. Nella bottega del Battista era una nuvolaglia violacea che nascondeva quasi [...]

[...] loro uomini del rum caldo o dell'acqua di capiler bollente. Giovanni era già disfatto. La zoccolata che la figlia gli aveva menato alla testa non lo [...]

[...] aveva corretto. Egli era imbriaco come la giustizia. E cercava nelle saccocce della moneta che non trovava per berne un'altra mezza zaina che [...]

[...] Battista non voleva dargli. Bere lecito e onesto era permesso a tutti. Ma non di ubbriacarsi in casa sua. La gente sparlava anche troppo, senza andare [...]

[...] dell'ubbriaco. Libertà per tutti. Ciascheduno doveva avere la libertà di spendere i proprii denari come si sentiva. Si era in un luogo pubblico e il padrone [...]

[...] per i suoi denti. Non si era mai visto un padrone che insultava gli avventori che andavano a dargli del denaro. Era troppo grasso, quello sì [...]

[...] . Loro ci venivano perchè la grappa era buona. Di questa non si poteva dire niente. Ma era un tocco di vergogna che un povero uomo venisse trattato [...]

[...] , i buli che volevano farlo bere ancora. Ci voleva un po' di giustizia, ci voleva. Era un uomo che aveva già della bestia e loro volevano [...]

[...] voluto prendere le difese dell'ubbriaco per dire che non era il modo di trattare la gente che alzava il gomito in una giornata come quella. Ma la [...]

[...] maggioranza era con Martino che dava addosso all'eterno ubbriacone della scala C, che disonorava il Casone e maltrattava la famiglia con delle [...]

[...] , non era cieco. Un po' di progresso c'era stato. Una volta per i suoi avventori bastavano sei salviette e piccole come asciugamani. Ora ce ne [...]

[...] contentano della salvietta comune. Sicuro che egli non era stupido da buttarle nella cesta della biancheria sporca. Ciò che non era buono per [...]

[...] . Il Cortilone si era andato popolando di donne che portavano lo scaldino di terra sotto il grembiale. Dove il sole era largo si erano agglomerate [...]

[...] . L'hai preso? Erano due? Grassi? Mettili sotto i piedi, i maledetti che mi volevano mangiare viva! Lucia ne aveva troppi. Orsola era stufa di [...]

[...] trasudava di liquori. Era un'indecenza che ci fossero al mondo dei malcreati come lui. Il calzolaio si lasciava battere, continuando a ridere e a [...]

[...] donne contro un uomo che non poteva stare in piedi! Vergogna! Se avevano del coraggio potevano farsi innanzi, che la Pina era pronta a mandar [...]

[...] sbaiaffona che credeva di essere Sansone. Non aveva paura la Teresa. Non era la prima volta che rompeva gli occhi a delle facce di peto come la [...]

[...] sua. Arrovesciandosi le maniche per il gomito, mostrava a tutti la muscolatura delle braccia pelose come quelle di un uomo e diceva che era pronta [...]

[...] spettatori e le spettatrici, che si erano assiepati intorno alle barruffone, incominciarono a stringersi nelle spalle. La Pina si era impadronita di una [...]

[...] le aveva insultate tutte, si buscava quello che si meritava. Era giusto che le si desse una lezione. Un'altra volta imparerebbe a avere la lingua [...]

[...] meno lunga. Il proverbio parlava chiaro. La lingua senza ossa, fa rompere le ossa. Teresa era riuscita a piantare le unghie nella veste della [...]

[...] . La Pina era finita. Divenne bianca come una morta e cadde in terra svenuta con un grido che chiamò fuori il resto del vicinato sulle ringhiere [...]

[...] . — Hanno ammazzata la Pina! — Un po' d'aceto per l'amor di Dio! — E un po' d'acqua, disse l'Antonietta, che si era accosciata e tirata la testa [...]

[...] . — Alla Pina, prima! E la si offriva alla Pina, la quale si era riavuta e aveva stretta la mano all'avversaria. Perchè anch'essa, una volta che [...]

[...] si era sfogata, non nutriva rancori. Non aveva fatto che il suo dovere. Come moglie doveva difendere il marito, anche se era un beone con le [...]

[...] mani bucate come il suo. Carico di lucilina era un altro uomo. Diventava un porcone col fiato che bruciava chi gli stava vicino. Fuori, aveva il [...]

[...] brutto vezzo di provocare la gente che non gli faceva niente e in casa menava le mani e diceva parole da svergognare una donnaccia della strada. Era [...]

[...] era, correva per le vie trafelato, scrivendo i numeri sulle strisce di carta, assordando la gente con l'estrazione, e accentando e prolungando [...]

[...] parecchi metri di distanza, come quello del 38 che niuno puliva per paura di trovarsi a tu per tu col diavolo. Era una tana di pochi passi, nella [...]

[...] spacco il didietro con un calcio! Gina stava per uscire. Era sull'uscio che faceva le ultime confidenze, con la punta viperina della invidiosa [...]

[...] , si poteva andare a torno nudi. Non c'era una persona per la strada e le botteghe rimanevano tutte chiuse, ad eccezione di quelle dei fornai che [...]

[...] schiudevano un'anta sola per poche ore della mattina. Lei non aveva i capelli grigi. Ma da otto o dieci anni, il Natale non era più il Natale [...]

[...] fatto cambiare la guarnizione perchè l'altra era gualcita e smunta. Le faceva gola una capote rosa che vedeva da tanto tempo e che le doveva stare [...]

[...] a pennello. Il suo era un capriccio. E in giornata sono poche quelle che possono appagarselo. S'intende, lei non era mica di quelle che si [...]

[...] lasciano comperare le cose dagli uomini, come certe sue conoscenze. Non sapeva se si era spiegata. E tossiva con gli occhietti rivolti verso il fondo [...]

[...] . Carolina, con la sua camicetta di flanella stampata, col davanti a pieghettine e il suo giro di velluto oliva scuro intorno al collo, non era [...]

[...] bolero, come quello che aveva veduto indosso domenica all'Annunciata, la lavandaia del fosso che stava per diventare la loro padrona di casa. Era [...]

[...] che guadagnava. Gina faceva dei gesti per dirle ch'essa raccontava una storia che aveva tanto di barba. Non era da oggi che si sapeva che le [...]

[...] completamente la punta degli stivaletti di vernice. Non avevano che da guardare di sotto. La Luigia del cortile era stata giovine come le altre e [...]

[...] non era meno conosciuta dell'Annunciata, e tuttavia si metteva i grembiali fino all'ultimo rimasuglio, non aveva ancora smesso di portare le [...]

[...] di sciatica che poche settimane. Adesso la povera diavola era all'ospedale e domenica sarebbe andata a trovarla appunto perchè era una donna che [...]

[...] meritava. Se voleva andare con loro? Diavolo! Non c'era neanche da parlarne. Con tutto il piacere. Sarebbe stata una consolazione per quella [...]

[...] , che le aveva regalato Bentoni appena si era svegliata. — Magnifico! esclamò la Gina. Deve costare un occhio della testa, deve! Andavano in su e [...]

[...] con degli oh! di meraviglia e delle risatine a fior di labbro. Notavano tutte ch'essa si era fatta più donna dal giorno che l'avevano riveduta al [...]

[...] Cortilone. Non era possibile altrimenti con la vita che faceva. Era una vita di godimenti e di piaceri dalla mattina alla sera. Non aveva nulla [...]

[...] da fare. Non aveva che da aprire bocca per avere tutto quel diavolo che desiderava. Bentoni era una pasta d'uomo che l'avrebbe indorata se avesse [...]

[...] dell'Edoardo puntiglioso che non viveva che di etichetta e per l'etichetta. Bentoni non era meno educato di lui, perchè era stato a scuola coi [...]

[...] lui che con l'altro, pieno delle futilità rigide della classe dei pivelli aristocratici del suo tempo. Il solo guaio era che il secondo amante [...]

[...] casa della mamma piangeva sovente di non avere il padre e la biasimava, dicendole che era una brutta cosa di mettere al mondo dei figli senza i [...]

[...] erano? Che cosa mancava loro? E voltava l'argomento dicendo che oggi avrebbe pranzato con la mamma. Era Bentoni che ve l'aveva mandata a bella [...]

[...] posta perchè non voleva storie. Natale era una giornata che bisognava consacrare in famiglia. Si faceva tardi e quella donna non si faceva viva [...]

[...] , ricco di pieghe, era di stoffa grigia che le andava fino ai tacchi bassi delle scarpe inglesi. Nelle orecchie aveva due stellette d'oro chiuse a [...]

[...] gente, perchè era andata a dire alle ragazze ch'ella era l'amante del Guercio dell'estrazione del lotto. Se non l'era stata, si era data a degli [...]

[...] uomini più schifosi di lui. Non c'era donna del Casone che non sapesse che aveva indossato, per più di un anno, la veste di cotone azzurra delle [...]

[...] pericolanti della casa di Nazaret di Porta Magenta. Come non c'era persona che ignorasse ch'essa aveva lasciato un po' delle sue viscere [...]

[...] banca. Non era ancora venuto il giorno di fargliela scontare. Ma non era lontano. Guai a lei se si fosse permessa una sola smorfia. Avrebbe fatto uno [...]

[...] scandalo. Non voleva morire col peso della sua mano sulla guancia. In allora era troppo giovane. Ah, se avesse avuto in quel giorno la forza che [...]

[...] aveva adesso! Le era toccato piangere dalla rabbia. Basta, Dio non paga sempre al sabato. Ci sono altri giorni della settimana. Si sentiva [...]

[...] ancora bruciare la pelle della faccia. Forse non avrebbe dovuto avere paura. Ma glielo aveva dato in un momento in cui era come stordita. Si trovò [...]

[...] schiaffeggiata più dalla sorpresa che dalle dita. La madre avrebbe voluto vendicarla prendendola per i capelli. Ma ella non aveva voluto perchè era [...]

[...] buona di farsi fuori le sue ragioni, a suo tempo, senza gli altri. Carolina la calmava dicendole che bisognava dimenticare. Oramai era una cosa [...]

[...] vecchia che nessuno ricordava. Gigia era dello stesso parere. Certo che lei non avrebbe potuto star quieta colle cinque dita di quella donna [...]

[...] sulla faccia. Ma oggi era Natale e la pace doveva regnare in tutte le famiglie. Annunciata usciva dal blocco con quell'indolenza sensuale che attira [...]

[...] passava accanto a loro salutando dall'altra parte Giuseppe, il tintore del blocco A, che si era tolto il cappello per augurarle le buone feste [...]

[...] . — Buone feste, Giuseppe! Si era fermata a pochi passi da loro, togliendosi dal taschino l'orologio d'oro per guardare le ore; rispondendo ai saluti [...]

[...] spingevano a correrle con le mani alla gola e farle pagare, con la strangolatura, l'insulto di averla battuta in mezzo a tutti. Era il sedimento della [...]

[...] l'uscita. La salutava con una scappellata e le additava il cuscino che l'aspettava. Non era ancora seduta che le giungeva all'orecchio la parola [...]

[...] , dicendo che la cosa che cercava l'aveva in saccoccia. Giorgio non si accorse di nulla. Adalgisa era rimasta lì, cogli occhi istupiditi che [...]

[...] una parola per difenderla. Ah sì, era stata una stupida anche questa volta, e, nel suo pensiero, avrebbe voluto che si fosse ricominciata la [...]

[...] correre verso l'uscita, senza badare se sprofondava i piedini nei guazzi, e a gridare: — Sì, prostituta! prostituta! La pivelleria, che si era [...]

[...] secco, si era volta verso l'Adalgisa che agitava il manicotto in aria come una furia e si svociava con la bocca piena di lacrime, scoppiando in [...]

[...] raccogliere, quando si voleva, per niente. Costei non aveva neppure la scusa della fame. Si era data agli uomini ricchi per cupidigia. Angiolino [...]

[...] , l'amante di Virginia, al quale spuntava la peluria bionda sotto il naso, era più sbracato e veemente. La prendeva su, idealmente, in una bracciata e [...]

[...] ! Era stata la ganza di un assassino e si era lasciata passare sul corpo un reggimento di uomini di tutte le razze. Nessuno sapeva di chi era [...]

[...] figlia quella troietta di Adalgisa. Poteva essere del galeotto o anche di tutti. Lui era ancora giovanissimo e non poteva dire molto per proprio [...]

[...] conto. Ma aveva sempre sentito dire che Marianna era stata una linguaccia spietata, che per vent'anni non aveva fatto altro che tagliare i panni a [...]

[...] tutte le donne ammaccate del Terraggio, senza che qualcuna sapesse mai renderle pan per focaccia. Adesso il frizzo di Marianna era spento perchè [...]

[...] era discesa sul gradino delle ruffiane consapevoli, delle madri ruffiane che sapevano mangiare alla tavola dell'amante della figlia senza [...]

[...] senza brontolare al sabato, dicendo anzi che era giusto che toccasse un po' anche a lui della sua disgrazia. Ascoltava le miserie che le donne gli [...]

[...] fare qualche cosa. Nessuno poteva dirgli bugie, perchè il proprietario del vecchio prestino di porta Magenta era come lo storico di tutta la [...]

[...] poveraglia che pullulava alla superficie di più di un miglio quadrato. Non era cartografo, ma col suo lapis sapeva benissimo topografare la sua area di [...]

[...] , in poche parole, gli sapeva distendere la condizione dell'ammalato sociale, dicendogli se era adatto o inadatto alla vita, se aveva l'osso nella [...]

[...] lui, il prestinaio, li metteva nella casella intitolata: povertà cronica. Perchè era una folla di bisognosi anche quando trovava lavoro e lavorava [...]

[...] incapaci di sgiogarsi dagli acciacchi della vita che li obbligavano a immiserire nella neghittosità inconsolata. Era difficile dire come vivevano i [...]

[...] primi e i secondi, perchè nessuno di loro era in grado di avere un libretto. Un giorno mangiavano delle libbre di pane, calcandosi un boccone sopra [...]

[...] , degli avanzi che gli altri buttavano via, di qualche tazzina di brodo o di minestra che distribuiva qualche istituzione caritatevole. Era una [...]

[...] vendevano gli ultimi indumenti vendibili per dargli un acconto da dedurre dal loro debito, e aggiungeva che spesso era obbligato di andare dall'altra [...]

[...] conosceva la sua popolazione e che sapeva da che scrupoli era dominata quando non poteva pagare le settimane d'arretrato, andava difilato a casa [...]

[...] narrazioni e per convincersi una volta di più che Taschini era un sant'uomo anche quando si sapeva che non sentiva che la messa alla cacciatora [...]

[...] regalava anche all'avventizia che non si faceva viva se non nell'ora che c'era qualche cosa da prendere. Era una giornata in cui si stava male solo a [...]

[...] sapere che c'era qualche donna che pativa la fame. Così il fornaio lo dava specialmente alla sgraziata che comperava mezza libbra di pane in un [...]

[...] ermeticamente le ultime botteghe dei padroni che si tappavano in casa per impedire ai seccatori di andare a disturbarli. Il tabaccaio, che era sempre [...]

[...] sotto un fuoco ardente era ancora più intenso. Andavano su per le nari i vapori dell'oca che rosolava ammantata di grasso e cosparsa di rosmarino [...]

[...] . Mezz'ora dopo non c'era più un'anima. La gente era tutta in casa, seduta alla mensa affollata di piatti, di pomi, di dolci e di panettone, di [...]

[...] pezzi grossi, col susurro lieto che andava fin nel mezzo del cortilone solcato di esclamazioni gioconde. Non si era ancora all'immersione del panettone [...]

[...] , vuotando allegramente dei bicchieri senza pensare che lui, Saliprandi, che aveva veduto giorni migliori, era fuori che balbettava al freddo, con le mani [...]

[...] testa. — Venite giù a berne un bicchiere, che ho qui degli amici. Lorenzo era un cuor d'oro che godeva la vita. Tanti ne guadagnava e tanti ne [...]

[...] vacca al fuoco tutti i giorni, perchè lui era di opinione che senza carne il tronco di carne non poteva stare in piedi. Dava in casa quello che [...]

[...] , doveva far parte di qualche associazione di malfattori che la scialavano coi biglietti falsi. Così, quando pagava o cambiava, si era sempre in [...]

[...] arciricca, perchè dopo avere restituito al socio la quota d'entrata, era riuscita a avere un fondo, fatto su con gli avanzi delle subaste, che andava [...]

[...] intenerire da chi batteva insistentemente all'uscio sociale per essere ammesso, era quello di mandare attorno ai banditori uno sciame di individui, come [...]

[...] commedia e impediva alla gente di comperare e riscattare la roba a prezzi onesti. Era della camorra bella e buona a danno della povera gente. Una donna [...]

[...] , il figlio della 74 della sesta ringhiera, blocco B, era stato tirato in casa di Angelino, il figlio della Pina, con altri giovanotti del Casone [...]

[...] . Angelino voleva bene a Baldino prima perchè aveva sculacciato con lui per il cortilone, poi perchè era cresciuto, si può dire, insieme. Anche dopo [...]

[...] . Ma di chi era la colpa? Sempre della società ch'egli odiava di un odio inestinguibile. Se qualcuno avesse pensato a lui e gli avesse dato un [...]

[...] 74 si lasciava pregare, senza trovar modo di incominciare a metter fuori un po' della sua autobiografia. Era una vitaccia la sua che preferiva [...]

[...] naso. Era sparuto, spettinato, con dei peli bionditi che gli andavano su fino alla ingrossatura degli zigomi, e delle mani dalla pelle crepata con [...]

[...] tra una cinquantina di detenuti riuniti sotto il porticato del Cellulare ed era andata al tribunale a assicurare i giudici che lui era proprio [...]

[...] le informazioni sull'interno e sulle abitudini della casa, era stato per tre anni scrivano dell'avvocato che stavamo per derubare. Il nostro capo [...]

[...] era un uomo coraggioso, che non indietreggiava dinanzi il pericolo e che aveva già portata la catena a parecchi magli nel bagno penale di [...]

[...] dovevo essere io perchè ero più snello, più agile e più pieghevole. Il mio corpo, che era stato nelle mani dei saltimbanchi due o tre anni, si [...]

[...] fossero state di gomma elastica. Aspettammo il momento propizio, cioè quando la via era deserta e abbandonata dal questurino, e poi, in un [...]

[...] serva. Era la prima volta e il mio cuore batteva in modo da togliermi il fiato. In mezzo al silenzio mi pareva ch esso facesse un rumore così [...]

[...] , l'uno dietro l'altro, passammo nello studio ove era la cassa forte. Nessuno diceva una parola. Ciascheduno aveva in saccoccia il suo lanternino [...]

[...] e il capo dava gli ordini con dei semplici segni che tutti capivamo. Il male era che la parete destra dello studio lo divideva dalla stanza della [...]

[...] serva, la quale avrebbe potuto svegliarsi al minimo rumore. Ci mettemmo al lavoro. Il capo si era tolto gli ordigni del mestiere di sotto al [...]

[...] separate sibilando e strepitando in un modo orribile. Chiusi la lucerna e mi sentii pallido come un morto. La donna si era precipitata dal letto e ne [...]

[...] capo mi mise in mano sette biglietti da mille nuovi fiammanti con degli elogi che mi andarono al cuore. Dabbasso si chiamava Angiolino. Era [...]

[...] l'asino a qualche ragazza. — Vieni con noi? Baldino, gli rincresceva. Egli era stracciato da far paura e aveva quella maledetta sorveglianza che lo [...]

[...] della sua famiglia. Al largo invece la vita era più irregolare e più straziata. Se non andava a casa della mamma, faceva della fame, e se si metteva [...]

[...] fosse dato a un mestiere, sarebbe riuscito all'onore del mondo, nessuno lo tribolerebbe e lei non avrebbe vergogna di confessare che suo figlio era [...]

[...] avrebbe cambiato professione col più abile degli operai a cinque lire e mezza al giorno. La sua era una professione ladra e piena di pericoli. Ma [...]

[...] una volta o l'altra, se il colpo andava bene, c'era modo di uscire dalla miseria negra per del tempo e anche per sempre. Era chiaro, che se non [...]

[...] autori. Certo che non bisognava evitare di servirsi dell'arma da taglio o da fuoco dove il pericolo era maggiore a lasciare in vita qualche [...]

[...] , il quale gli aveva suggerite tutte queste idee, era riuscito, in pochi anni, coi furti, a farsi una posizione invidiabile e a sposare una contessa [...]

[...] , una vera contessa che si era innamorata di lui nella notte in cui calava dal camino e sbucava nella sua stanza da letto per derubarla. I suoi [...]

[...] ladro, raccoglieva dal portagioie i gioielli della signorina. Non s'aspettava una simile avventura perchè lui di donne non aveva bisogno, ma era [...]

[...] fede in un avvenire, s'era lasciato prostrare, affondando, di giorno in giorno, in un abisso sociale dal quale non sarebbe uscito che morto. La [...]

[...] notti, magari due volte. La riabilitazione era dunque un sogno. La nebbia infittiva. La si vedeva fumosa sui tetti che metteva l'umido addosso e [...]

[...] andava e si veniva e si sostava con le mani sotto le ascelle o il grembiale, per dirsi che o bene o male anche quest'anno il Natale era passato. La [...]

[...] esperienza che non si facevano complimenti. Se voleva farsi arrestare, poteva andare difilato alla questura che non era che a pochi passi. Giurava con [...]

[...] la mano sul seno che era diventato il suo dolore di testa. In prigione bisognava portargli il soccorso e in casa faceva disperare. Bisognava [...]

[...] tenergli dietro come se fosse stato un ragazzo e sgolarsi per farlo ubbidire. Adesso era grande e poteva fare quello che voleva. Ma in casa sua [...]

[...] avere mangiato un boccone, amavano fare due passi. Era una canaglieria obbligare un povero diavolo a stare immurato in casa quando gli altri [...]

[...] avrebbe potuto tenerla in casa. Pasqualino, che andava via a ventate, a seconda che il vino lo buttava a destra o a sinistra, era d'accordo con la [...]

[...] vicina scomparsa per le scale, che non c'era barba di Giove che potesse mandarlo a dormire se non avesse avuto sonno. Lui, ora, andava di sopra [...]

[...] avrebbe rotto il muso e sarebbe ritornato dabbasso. Era buono, ma non bisognava toccarlo, perchè allora diventava un leone. I chiarori dei lumi [...]

[...] dietro le finestre gettavano qua e là dei bagliori foschi e rendevano il nebbione, nel quale era avvoltolata la gente che si sparpagliava, più [...]

[...] visibile. Fumacchiava come sospeso sur un immenso letamaio ed era attraversato da una fitta di spruzzi che andavano a umettare il selciato e a rendere [...]

[...] ha fatto peso un po' di risotto! Era una cosa che poteva capitare a chiunque. Vergogna! Il cortile incominciava a girargli intorno e il [...]

[...] tutte le ringhiere, mandandolo in bestia e obbligandolo a sbracciarsi contro la nebbia che era diventata grigia e densa da ridurre i bagliori alle [...]

[...] finestre simili a lucignoli lontani che stanno per spegnersi. Era un'ingiustizia che si togliesse l'onore a un povero diavolo cui aveva fatto male un [...]

[...] voluti vederli per dir loro quello che stava bene! — Gajnna! Era il grido che lo stordiva come una mazzolata tra coppa e collo. Naufragato nel [...]

[...] , disorientandosi dove la nebbia era più opaca, vociando senza essere sentito e cadendo in una pozza che lo mandava disteso sui sassi come un morto. Pietro [...]

[...] animalesco. I pomelli degli zigomi gli si erano pezzati del rosso del mattone e il naso, che aveva della rana incollata sulla faccia, era coperto dalla [...]

[...] il Natale in famiglia e si era saziato, tra un rutto e l'altro, di riso in cagnone e aveva bevuto un fiasco di vino coi piedi sul focolare [...]

[...] stravecchio e corrotto, gli davano fastidio, li spazzava via con una pedata senza badare alle strida che commovevano i vicini del corridoio. La madre era [...]

[...] divenuta verde e allampanata. Non era più che un'ombra coperta di due once di stracci. Se difendeva Gigina e Antonino, dicendogli di lasciarli stare [...]

[...] masserizie e con la sua famiglia che aveva intisichita a pugni sullo stomaco e a calci nel ventre, ma Pietro Cristaboni si era impuntito di non [...]

[...] andarsene, dicendo a sè stesso che nessuno poteva metterlo in piazza quando pagava l'affitto. Sapeva da che parte gli era stato giocato il tiro e [...]

[...] ripeteva di cambiargli il nome se non avrebbe rotto il didietro a quella troia di Annunciata che aveva fatto fuoco per farlo scacciare. Era una spudorata [...]

[...] fossero. Era lì da parecchi anni e non si era mai accorto di loro. I vicini stavano zitti, contenti di sapere che lunedì gli sarebbe andato in casa [...]

[...] del manigoldo. Era ora di finirla con uno scalzacane di quella fatta. In galera o al manicomio ce n'erano dei più buoni. La sua donna non aveva [...]

[...] che la colpa di avere messo al mondo degli infelici con un galeotto. Ma loro non potevano, per compassione, morire di crepacuore. Era una cosa da [...]

[...] avevano potuto passarlo in santa pace. Non era ancora spuntata l'alba che la stanza risuonava delle grida dei ragazzi che il padre rincorreva e [...]

[...] di vino, vomitava le ingiurie più sanguinose contro i vicini, sfogandosi sulla moglie che non aveva più nulla di vivo che gli occhi. Era come [...]

[...] , strappare i capelli a manate, piantare il calcagno nel sedere senza mai dire una parola. Ci si era abituata e lo lasciava fare senza versare una [...]

[...] la sua ambascia con una ondata di tenerezza. Ma il troppo era troppo. Il padre, che aveva acciuffato il Richetto per i capelli e lo aveva [...]

[...] , quel tocco di carne di collo. Urlava, chiamandolo assassino! e dicendo che era ora che lo si conoscesse per quello che era. Un infame come lui [...]

[...] non c'era sulla madre terra. Si faceva tutto quello che si poteva, si viveva a pane secco per lasciargli i buoni bocconi, e lui si tappava in [...]

[...] aperto. Era una famiglia che bisognava lasciare nel suo brodo. Il Luzzera, che aveva passato il Natale in casa del Vaselloni, non era di questo [...]

[...] avviso. Traccagnotto, di una forza erculea, prendeva gusto a trovare dei buli che aspettavano la mano che li piegasse in due. Lui poi, che era [...]

[...] schiena, raccomandava alla donna di non darsi del male, che c'era lui a difenderla se mai ci fosse stato qualche mascalzone che avesse osato [...]

[...] ringhiera, faccione da forca! Vittoria, che doveva poi rimanere sola, gli metteva la mano sulla schiena come una preghiera, dicendogli che ormai era [...]

[...] quieto. Era sempre così quando beveva troppo. Dio le aveva dato una croce pesante da portare, e fin che si trattava di lei, poteva portarla con [...]

[...] con trasporto, ninnandolo sulle braccia come una balia. Tutto era finito. Luzzera stava per svoltare l'uscio facendo gli occhietti alla donna come [...]

[...] Beata Vergine dipinta sulla muraglia del largo tra lo svolto delle due scale. Il cielo era nero e sottosopra, con le nubi, che in un dato luogo si [...]

[...] . Era domenica, con un cielo di piombo. Gigia giungeva all'ospedale con un codazzo d'amiche. Ciascuna di loro, aspettando intorno all'alto [...]

[...] paracarro vicino al lampione, parlava di Luigia con una profusione di ammirativi. Nessuna donna del Cortilone era mai stata laboriosa come la [...]

[...] che non tenevano più da nessuna parte o degli stracci che non si erano disciolti nell'acqua per miracolo. La sua onestà era proverbiale. In tanti [...]

[...] anni non s'era mai sentito fare del chiasso al suo uscio per farsi restituire delle mutande o delle lenzuola che certe lavandaie, come la [...]

[...] fare della pornografia plastica. La prima era una diavola che andava su come una pertica, con una testa affollata di capelli neri e crespi sur [...]

[...] un collo lungo e sottile, con gli occhi sbarrati e fissi della folle, e con una voce da soprana. La seconda era un donnone con la gola bronzata e [...]

[...] era affusolata e alta come un palo, con un collo da giraffa, senza spalle, senza fianchi e col busto e le gambe che parevano di legno. La quarta [...]

[...] quattro amiche era spiaciuto, ma non le avevano serbato rancore. Dopo alcune settimane di matrimonio andavano ogni lunedì a strascinarla via dal [...]

[...] un minuto per una lacrima di mistrà o una marena annegata nello spirito. Il mistrà era più forte di lei. Si lasciava sedurre e si ostinava dopo a [...]

[...] che aspettava l'apertura dei cancelli ingrossava. All'entrata c'era il portiere pancione, con le ganasce lardose e lucide, che non si lasciava [...]

[...] . Lui si attorcigliava i baffoni e non dava ascolto a nessuno dei piangioni che non vedevano che cadaveri. Un ammalato per loro era bello e morto [...]

[...] . La sua consegna era una consegna di ferro, che gli aveva insegnato che la pietà è un lusso e che la fretta non sta di casa all'ospedale. Si [...]

[...] era incominciata da sabato. Aveva fatto più di diciotto chilometri a piedi, zoccolando per la mota dello stradone per arrivare in tempo a vederlo [...]

[...] . Era una carità che non doveva negarle, perchè Iddio lo avrebbe ricompensato. Marco pareva di sasso. Erano le solite storie che gli entravano [...]

[...] da una parte e gli uscivano dall'altra. Con le mani per la giubba dai bottoni inargentati, parlava d'uguaglianza. Era una bella pretesa che [...]

[...] accettavano all'ospedale senza domandare loro un centesimo, si mettevano nelle lenzuola fresche di bucato che era un piacere, si davano loro i medici più [...]

[...] la maggioranza era rappresentata dalle carcasse, dagli uomini tutta pelle, dalle donne senza carne indosso, dai morti di fame. Si andava [...]

[...] nulla. Quello che a lui importava era che i testatori avevano lasciate le loro sostanze all'ospedale dei milanesi. Con l'ammissione dei contadini [...]

[...] non si faceva tempo a scaricare un cadavere nella stanza mortuaria, che ci era già là una folla che aspettava di prendere il suo posto. Prima di [...]

[...] portiere egli era stato becchino. In allora c'erano dei momenti di tregua. Ora non si sapeva più il giorno in cui la sala di osservazione aveva un [...]

[...] altro per la testa che stare là con le orecchie in piedi. Il sistema andava sempre peggiorando. In tant'anni da che lui era portiere, i letti si [...]

[...] ! Chiunque andava da loro con la guancia in mano era ammesso. Alcune volte ammettevano della gente che lui avrebbe scaricata nella fossa comune senza [...]

[...] sciupare dell'altro denaro. Erano dei veri pitocchi che vi andavano a spidocchiarsi e a rifocillarsi lo stomaco. E l'ospedale non era mica un [...]

[...] queste scene quotidiane, che si ripetevano di ora in ora, di giorno e di notte. Il brougham 298 vi aveva condotto una suicida che si era sparato due [...]

[...] di rinascere altrove. Pareva dissanguata. Era biancastra e livida, con le labbra stinte e il seno sbottonato e strisciato di sangue nerastro e [...]

[...] ambulanti, a pochi passi dai paracarri esterni, c'era una moltitudine che si decomponeva e si rifaceva più larga di minuto in minuto. Uomini e donne non [...]

[...] credere che ci potesse essere un uomo alla porta dell'ospedale con il suo cuore di piombo. Lui era grasso e faceva bene a ridere della povera gente [...]

[...] . Una volta c'era più misericordia. Non tagliavano giù la povera gente a fette come ora. Si aveva un po' più di rispetto per il corpo umano. E si [...]

[...] ferri. Alla sua povera Teresa, che forse era morta, avevano asportata una mammella intiera perchè faceva un po' di materia. Un tempo era un male [...]

[...] che si guariva con delle pappine di linosa. Ah, il bel giovamento che le aveva fatto l'operazione! La settimana scorsa era più morta che viva [...]

[...] . Tossiva come una disperata e tirava su del catarro che pareva marcia. La roba purulenta del petto le era andata fino in fondo allo stomaco. La [...]

[...] perchè era sano. Era meglio parlare d'altro. Perchè a pensarci sopra si drizzavano i capelli sulla testa. Bastava semplicemente ricordarsi dei vecchi [...]

[...] capire che i ferri erano i ferri. Ora, che santa Lucia conservi a tutti la vista, era meglio morire che farseli curare. Ci andavano dentro coi [...]

[...] cataratta che non le faceva il menomo male. Ci vedeva un po' meno, ecco tutto. E ora? I ferri erano i ferri. E ora lei non era più lei. La sua vista [...]

[...] si era andata indebolendo e i suoi occhi erano diventati due fontanelle che piangevano dalla mattina alla sera. Gigia sentiva e approvava. Aveva [...]

[...] anch'ella un sacro orrore per le operazioni chirurgiche. Una mattina le era venuto il cattivo pensiero di andare all'ambulanza medica a farsi [...]

[...] curare lo stomaco che digeriva male da un po' di tempo e le dava coliche che la piegavano di notte in due. Il medico era un piccolotto con una gran [...]

[...] sugli scorticamenti degli ospedali. Era un vero macello. Per suo conto avrebbe preferito morire due volte piuttosto che mettervi piede. Non c'era [...]

[...] condotto non aveva dato importanza alla ferita e credeva di averla tappata con un po' di cerotto. Ma la ferita era di quelle che si coprono con sotto [...]

[...] che i poveri cristi servivano per le esperienze con le quali si dovevano poi guarire i signori. Era ingiusto che ci fosse un mondo cane che [...]

[...] lasciava scannare i pitocchi per tenere in vita i ricchi. Marco rideva e dava a tutti della bestia. Se c'era qualcuno che era curato proprio bene, era [...]

[...] l'ammalato dell'ospedale. Se si tagliava, era perchè bisognava tagliare. — Bestioni! È un peccato che non abbia io il coltello in mano [...]

[...] catena d'argento che lo faceva passare per un lattaio. C'era venuto un quarto d'ora troppo presto. Gli si diceva che era un peccato che non [...]

[...] . Lui lasciava dire, buttando in aria il fumo, mettendo semplicemente, tra un elogio e l'altro, una spallata o una smorfia. Non gli era mai [...]

[...] piaciuto il mestiere della mamma. Era un mestieraccio che riempiva la casa di camicie fetide e di stracci che l'acqua finiva di consumare e di [...]

[...] nei secchioni dalla mattina alla sera e le ginocchia sempre nel bagnato, non era possibile star sani neanche con una salute di ferro. Lui [...]

[...] Lione. La moltitudine era divenuta silenziosa e era tutta rivolta verso Marco, il quale stava all'entrata con le code della marsina di panno [...]

[...] fila la tela in casa e l'imbianca per i campi che coltiva. Il resto era poveraglia cittadina. Tube lavate, cotte dalla pioggia, abbrustolite dal [...]

[...] i suoi avvertimenti non avevano corretto alcuno. Era una folla indisciplinabile che si rinnovava da una settimana all'altra e che faceva [...]

[...] due barre in croce, i visitatori sarebbero obbligati a passare a due per volta, uno a destra e uno a sinistra. Ma l'amministrazione era cieca [...]

[...] disastro. La sua coscienza era tranquilla. E finiva dicendo, come al solito: così va il mondo, bimba mia. Gigia si ostinava a dire che la Luigia [...]

[...] doveva essere al pianterreno, perchè la Ventura del cortilone, che era stata a trovarla la domenica scorsa, le aveva detto che si trovava al [...]

[...] gli occhi. Zaccaria invece era sicuro che doveva essere al 70, nella sala chirurgica Bianca Maria Sforza, al primo piano, ove mettevano tutte le [...]

[...] degli assalti di tosse perchè non era abituata a girellare per le sale degli ospedali. Molti uomini e molte donne entravano come in casa propria e [...]

[...] il 77 doveva essere quasi in fondo. Gigia era dolente che Adalgisa avesse mancato di parola. Le aveva detto che sarebbero passati dai gradini del [...]

[...] Duomo alle dieci precise e alle dieci precise, anzi un po' prima, c'eran passate. Era una buona ragazza, non si poteva dir niente, ma aveva paura [...]

[...] . Pareva che lo facesse a posta. Un accidente poteva capitare a tutti. Ma tutte le volte, tutte le volte che c'era in giro il pubblico era una [...]

[...] che spaventavano la sala. Anch'essa era disturbata dallo stesso bisogno. Era una giovanottona con le trecce disfatte del colore della canape per [...]

[...] rotonde e seminude che andavano per la coperta a manifestare la tortura del ventre. Non c'era nessuno al suo letto e l'infermiera non aveva fretta [...]

[...] stento le palpebre quando la si schiaffeggiava per risvegliarla. Era un mestiere per il quale ci voleva molto cuore e uno stomaco di bronzo [...]

[...] . Senza quest'ultimo si sarebbe tirata su l'anima. Certi bisogni venivano quando venivano, e non si poteva discutere. Il guaio era che si doveva [...]

[...] tagliarle tutta la medicatura antisettica di dietro. Con tanta gente attorno non c'era che tirare le cortine. — Vengo! Vengo! Non si sta quiete un [...]

[...] in visita. L'Adalgisa era sicura che le amiche non avrebbero mancato di parola perchè la Gigia non era mica una cervellina. Non si ricordava [...]

[...] del numero, no. Il figlio di Zaccaria le aveva detto il 17 o il 37. Era più facile che fosse al secondo che al primo. La sala era grande, ma non [...]

[...] doveva essere difficile trovare la Luigia. Ella e la mamma non le avevano mai parlato perchè, come si sapeva, era una donna asciutta, che salutava e [...]

[...] non salutava. La sua faccia era però di quelle che vedute una volta non si dimenticano più, specialmente per i suoi capelli radi e sabbiosi e [...]

[...] . — Grazie tante. Adalgisa, guardando, si era fermata ai piedi della 45 e non ne sarebbe venuta via se Bentoni non fosse ritornato indietro a [...]

[...] doverli lasciare soli sulla terra. Il letto di Luigia era affollato. C'erano la Scavalcatetti, la Bislunga, la Senzanaso, la Morettona, la Ginevra, la [...]

[...] superiora aveva avvertito la Bislunga che non era ancora fuori di pericolo e bisognava avere dei riguardi. Ieri aveva avuto una febbre da cavallo e [...]

[...] , aveva deposto il cartoccio nel cassetto del tavolino da notte, e era rimasto alla sponda in un atteggiamento di persona addolorata. Luigia girava [...]

[...] presenti era che Luigia moriva. Nessuno sapeva capire la tabella della sua malattia, ma tutti leggevano nello sfacelo della sua faccia la data [...]

[...] della sua morte. Era stravolta, emaciata, piena di rughe grosse sulla fronte, con due linee scendenti dalla borsetta degli occhi alla bocca che la [...]

[...] bassa voce che era stata operata al nervo ischiatico, nella stessa ora di Luigia. Dal giorno che le avevano messe in letto col cloroformio che [...]

[...] infermiere era toccato pulirle più di una volta la tela incerata gialla che distendono sotto il mento delle operate. Una notte aveva avuto degli [...]

[...] essere buono, ma nel letto dell'ospedale faceva venir in mente il prete con l'olio santo. In tutto questo tempo non era stato possibile farle [...]

[...] nella schiena. Era un'altra prova palmare che non bisognava lasciarsi mettere i ferri addosso. I ferri ammazzano i disgraziati come le bestie. Tutte [...]

[...] . La sua padrona della Ripa di porta Ticinese, prima di andarvi, aveva fatto di tutto e si era persino fatta mettere in un forno ardente. Se ne [...]

[...] ricordava perchè era stata là lei a aiutarla, a resistere fino allo svenimento. Il corpo le gocciolava come un gran pezzo d'arrosto allo spiedo e i [...]

[...] giorni di Cassano era diventata quasi più bella. Bentoni approvava e aggiungeva che vi andavano anche i signori primarii e i signori medici degli [...]

[...] ospedali, se volevano guarire. Non c'era uno solo tra loro che non avesse avuto un amico o un'amica a Cassano. Era una cura facile e poco [...]

[...] , morivano via come le mosche. Non c'erano più vecchi. Era molto se si riusciva a toccare i quarant'anni, l'età in cui si dovrebbe incominciare a far [...]

[...] tutti d'accordo che il caso della mamma di Zaccaria fosse dei più disperati. Dirimpetto a lei c'era una donna lunga con le spalle larghe e la testa [...]

[...] ! Un grido acuto distrasse tutti. Era venuto da un letto dall'altra parte della crociera, dove erano le operate di ieri e di ieri l'altro. La sala [...]

[...] era tutta cogli occhi dietro le inservienti e le suore che andavano a corsa verso un letto in fondo. Che c'era? Che cosa avveniva? Nulla. Si [...]

[...] tiravano le tendine e il letto scompariva lasciando il pubblico col punto interrogativo nel cervello. La 76 aveva indovinato. Era andata [...]

[...] . All'ospedale non si tirano le tendine che per sottrarre alla vista della gente o delle ammalate la defunta. La 35 era tra la vita e la morte fino da ieri [...]

[...] era stata veduta a mangiare un pantrito che riversò sulle lenzuola mezz'ora dopo. Rimase assopita per delle ore e poi incominciò a delirare e a [...]

[...] battere i denti come una febbricitante. È un brutto segno, quando si battono i denti! Ieri sera suo marito era là vicino che si struggeva con dei [...]

[...] dalla rete sottile delle voglie smodate con degli scotimenti bruschi e furiosi che lo rinsensavano. Era il suo vecchio male di donnaiuolo che lo [...]

[...] riprendeva. Negli ultimi mesi era stato bene. Non ci pensava più alle femmine. Aveva potuto sfollare per la folla delle gonnelle come in mezzo a [...]

[...] , si mise a correre verso l'uscita senza voltarsi indietro. — Zaccaria! Nessuno aveva capito il dramma che si era svolto tra lui e la 56 [...]

[...] . — Zaccaria! Suor Cecilia era considerata, attraverso l'anno, da un'ammalata all'altra, un angelo. Aveva nella voce e negli occhi una bontà infinita [...]

[...] viso bianco come il lino che glielo incorniciava. Il suo pensiero era tutto votato a consolare gli infelici. Talvolta passava da un letto all'altro [...]

[...] come una sognatrice letificata dal bene fatto. Non era mai in riposo. Discendeva prima che l'alba si snebbiasse, andava al letto delle aggravate a [...]

[...] voce alta e andava subito dopo in giro coi medici in visita. Era lei che suggeriva la dieta al primario. Non appena credeva l'ammalata fuori di [...]

[...] sorelle. E di questo parere era un po' anche Marianna. Ma Bentoni dissipava ogni dubbio, assicurandole che il digiuno, quando si aveva la febbre, era [...]

[...] legge. Guai a chi si lasciava imbarazzare lo stomaco. Era quello che diceva nell'offelleria all'Adalgisa che avrebbe voluto portarle qui una [...]

[...] quale aveva mangiato, di nascosto, il pane della sua vicina nella sera dell'operazione. Adalgisa si era messa a parlare sottovoce, in fretta [...]

[...] birbonata che le aveva fatto la maladonna del Cortilone era una azione indegna che si era legata al mignolo per fargliela pagare, avesse dovuto [...]

[...] morire. Ah, sì! aveva trovato carne per i suoi denti, quel vaso rotto dove ciascuno aveva fatto quello che aveva valuto! La donna di tutti si era [...]

[...] . Non si sarebbe lasciata sorprendere, come il Natale, in mezzo al Cortilone, quando pensava a tutt'altro che a farla fuori a pugni. Ella non era [...]

[...] , la Morettona e le altre che la conoscevano bene fino da quando andava al fosso a piedi nudi e si sdraiava col primo che le capitava. Era una [...]

[...] donnaccia che bisognava lasciare nei suoi vizii. Il posto adesso era stato preso dalla mamma di quell'Altieri materassaio che fingeva di avere un [...]

[...] . L'altro giorno le era venuto voglia di dirne quattro a quella smortona di sua madre che fa la madonna e parla come una devota alla Maria [...]

[...] perchè si era intenerita vedendo un'ammalata che baciava e ribaciava una bimba che le avevano messa fra le braccia e che baciandola piangeva in un [...]

[...] modo da far piangere. Lei era una ragazza di cuore che le si inumidivano gli occhi ogni volta che andava a teatro. Le infermiere ribattevano le [...]

[...] mani e loro potevano andare perchè già la campana era suonata. La Luigia non aveva bisogno che del riposo, come aveva detto la suora. Le avrebbe fatto [...]

[...] rete. Era una ragazza vistosa che aveva messo in vetrina per rubare le famiglie che serviva la Marianna. Ma non ci sarebbe riuscita, perchè in [...]

[...] dato il dispiacere di abbandonare la vecchia ortolana. La Gigia non comperava molto, perchè era in casa sola. Ma non avrebbe mai comperato un [...]

[...] quattrino. Ah no, perdio! E avrebbe fatto di tutto per impedire anche alle altre di andarvi. Non le era mai piaciuto quel pappataci del materassaio [...]

[...] neanche a fare quattro passi. Era lì nella stessa casa, ma nessuno sapeva dove andava quando usciva alla sera. Andava a donne? Era voce comune che [...]

[...] spendeva il suo tempo nelle case di malaffare. Certo nessuno sapeva niente di preciso e non era cosa che la riguardava. Ma il proverbio non falla [...]

[...] : Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. E tutti approvavano. — Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! L'otto di settembre 1874 era stata una [...]

[...] , dicendo apertamente che erano contenti che fosse venuto il rendimento dei conti per quell'uomo che era stato la tribolazione di tutti. Gli inquilini [...]

[...] aveva disseminato dovunque la desolazione. La gioia era così generale che coloro, i quali sapevano leggere, leggevano l'avviso a alta voce [...]

[...] interessa gli inquilini del Casone. GIORGIO INTROZZI. Non c'era uno che non gongolasse di gioia di vedere in terra un sacripante che aveva esercitato [...]

[...] far fede della sua bontà d'animo. Il povero Siliprandi era ancora nel sottoscala come un documento. Bisognava essere di sasso per metter fuori [...]

[...] grosso quattro dita. Il pittore del numero 30, al terzo piano del blocco C, era stato spinto alla morte dal Fioravanti che lo tormentava quando il [...]

[...] , messo sulla strada. La Giovanna, lì presente, che era di sopra con lei nel giorno in cui gli avevano posto il crocefisso sul letto, poteva dire se [...]

[...] un'intelligenza malvagia, capiva che il suo regno era finito. Udiva alle spalle le mormorazioni della gente che lo considerava il nemico dei [...]

[...] d'olio nei lumini per le scale, la scopata all'anno per il Casone e un po' di fiato a chi era caduto in qualche miseria. Siliprandi era troppo [...]

[...] accasciato per diventare terribile. Egli era in terra, nel sottoscala, coi piedi nelle scarpe, che non tenevano più da nessuna parte, fuori [...]

[...] alzarsi a fare il rodomonte. Ma, spossato com'era e senza voce, diceva che ora poteva morire contento perchè Iddio lo aveva esaudito. Era stato [...]

[...] cuore che piangeva per i patimenti degli altri, e buttandosi su Giuliano, lo smortone che aveva fatto il morto fino all'ultimo. Lui era cristiano [...]

[...] e si trovava soddisfatto a fare del bene, ma qualche volta doveva convenire che si era obbligati a pentirsene. Ai tempi in cui il materassaio [...]

[...] il colpo e gli faceva nascere il rimorso di averla risparmiata. Era la mano dell'Annunciata che lo ringraziava di non averla agguantata per il [...]

[...] lei c'era la prostituzione aperta, cancrenosa, purulenta che si faceva sentire e vedere dappertutto. Dopo di lei si era insinuata la gonnella [...]

[...] modesta, che nascondeva tutto e ingannava tutti. Non era più il vizio sbrigliato nei colori chiassosi. Era il calcolo, era la riflessione, era il [...]

[...] ingratitudine. La sua vendetta era nel domani. Domani non avrebbero trovato più il Fioravanti che gridava, perchè con gli straccioni bisognava gridare se [...]

[...] proprio interesse. Il suo difetto era quello di essersi lasciato aprire da tutti come un armadio. Diceva le cose che aveva di dentro senza paura [...]

[...] avanzare di un punto. Non era per vantarsi se diceva ch'egli era ormai il più vecchio del Casone. Vi era entrato assai prima che Pasquale Introzzi [...]

[...] non si era avanzati di un passo. — Mondo! diss'egli battendo sulla spalla di Martino. Avevate ragione di dire che dove manca ogni idea di pulizia [...]

[...] e di decenza non vi può essere progresso. Guardate intorno, Martino, e vedrete quante facce mi vorrebbero divorare vivo. Era così il giorno in [...]

[...] cui io presi il posto di Piantanida. Dall'oggi all'indomani tutto il Casone gli aveva voltato il dorso. — Mondo! Martino non era sciocco da lasciarsi [...]

[...] commuovere dalla manata di un villanaccio che non gli era mai andato ai versi. Adesso che lo vedevano tutti come il fumo negli occhi andava a [...]

[...] voluto far capire a Fioravanti che la sua voce, che usciva malamente da un naso ingorgato alla radice, lo infastidiva. Tra loro non c'era mai stata [...]

[...] settimane. Non aveva commesso uno sproposito perchè c'era stato lì qualcuno che lo aveva trattenuto, ma c'era mancato poco. Ripensandoci, si [...]

[...] riscaldava e era obbligato a smettere e andare altrove per paura di dirgli una villania. — Martino, vado dal Battista. — Aspetta che vengo anch'io [...]

[...] atroci del Fioravanti. Giuliano Altieri era uscito da un pezzo, perchè dal giorno in cui era divenuto intimo di Filippo Buondelmonti, la [...]

[...] sua vita s'era fatta febbrile in una ordinata distribuzione delle ore di lavoro. Alla mattina si alzava alle quattro con la mamma che gli preparava [...]

[...] quarti. Dopo una lavorata che lo rendeva felice, accendeva la pipa e salutava le sorelle con dei baci. Alle sette egli era già col graticcio in [...]

[...] ispalla che andava via col suo garzone verso la casa ove era aspettato, rimuginando ciò che aveva imparato. Filippo Buondelmonti, un bravo giovine di [...]

[...] vent'anni che aveva studiato a Bologna e che aveva letto molti libri senza laurearsi, si era innamorato della semplicità e della bontà di Giuliano [...]

[...] mano, per andare alla conoscenza dei vocaboli che gli occorrevano per capire ciò che leggeva, non era il migliore. Il suo sistema era troppo lungo [...]

[...] parole che parevano opache. Era necessario essere più modesti, più metodici, più rigorosi. Coloro che si davano alla pazza gioia di volere abbracciare [...]

[...] della lingua. Correva perchè era in ritardo. Egli aveva promesso alla signora Annunciata Introzzi di trovarsi nella corte della sua palazzina in [...]

[...] via Goito, alle sette precise. Uscendo dal Casone s'era incontrato con don Paolo, al quale sottopose un'oscurità lingustica che il dizionario [...]

[...] cappella o a cappellina. — Grazie, don Paolo. — Di che, figliuolo mio? La signora Annunciata Introzzi era nervosa. Aveva paura di passare [...]

[...] fianchi o sulla schiena, subiva l'impressione che nella lana vi fossero miriadi di punte d'ago. Giorgio, che di solito dormiva come un ghiro, s'era [...]

[...] all'uno e all'altra, solo perchè non le piaceva disturbare la gente che riposava. Non potendo dormire aveva finito per alzarsi. Alle cinque era già [...]

[...] in cucina che si faceva il caffe, pensierosa. Macinava e le venivano in mente i racconti di coloro che patiscono l'insonnia. Era un male da [...]

[...] una notte. Sana com'ella era sempre stata, non trovava altra causa che nei materassi. Coi tempi cambiati non si poteva più fidarsi di nessuno [...]

[...] col letto non volevano scherzi. Si sapeva che c'erano imbroglioni che mettevano nelle federe la lana frusta sulla quale era magari morto qualcuno [...]

[...] . Era ansiosa di sapere l'opinione di Giuliano. Anche lui le aveva detto una sera che non c'era molto da fidarsi dei tappezzieri che hanno bottega [...]

[...] che la portano a casa. Da che era nato il vapore c'era troppo smania di arricchire. Il materassaio che andava in giro era forse l'unica persona [...]

[...] rimasta onesta. Certo di Giuliano non si poteva dire che bene. Era un giovine serio, pieno di educazione, che si levava sempre il cappello quando [...]

[...] andarle a cercare. Ma la scampanellata la mise di buon umore. Era lui. Le relazioni tra Giuliano e Annunciata non erano mai andate oltre [...]

[...] delle forze perdute. L'amore che perde il suo carattere di funzione normale diventa parossismo. È la sbornia dei sensi. Il disaccordo tra loro era [...]

[...] così ella sarebbe morta cento volte. Cento volte le era capitato di trovarsi senza i denari per il sapone del fosso. E pure era lì ancora [...]

[...] , ma dimenando la testa si diceva mentalmente che la forza di Annunciata era la forza dell'incosciente che si mette in balia dei venti. Chi non [...]

[...] lottare, cessa di vivere. Il volere è potere, era una fiaba dei filosofi. Tutto il Casone era là a dimostrare l'inutilità dello sforzo personale [...]

[...] col pensiero di Buondelmonti, lavorando e rilavorando l'idea fissa del proprio padre, che era quella di radunare i lavoratori di uno stesso mestiere [...]

[...] . Il segreto era nel calamaio. Bisognava saper mettere il nero sul bianco. Spiegare agli altri quello che si sentiva, quello che si voleva, quello [...]

[...] il contatto dei lettori. Le idee della società futura devono avere un profluvio di lettori. E correndo verso l'Annunciata il graticcio gli era [...]

[...] aveva trovato. La cura per la malattia sociale che incancreniva il corpo era quella. Era l'associazione, l'associazione delle associazioni, la [...]

[...] confederazione delle associazioni. Era la solidarietà del popolo minuto, il debole protetto dal forte. Non c'era altro. Lì dentro era la fine della [...]

[...] tribolazione, la fine dei patimenti, la fine delle ingiustizie. Lì dentro erano il necessario e il superfluo. Ah sì, era tempo di dare un po' di [...]

[...] sogno. Si trovò sorpreso, disorientato. — Che bestia! Quando si è in ritardo capitano tutte. L'87 era una palazzina fatta fabbricare da Giorgio [...]

[...] principi. Pareva la residenza di un musicista che avesse avuto bisogno di una pace immensa. L'entrata era di ferro. Si premeva il bottoncino e le [...]

[...] catenaccio con garbo, senza ascoltare che cosa volessero. Egli era un originale che non poteva soffrire i poveri. Li considerava della melma che [...]

[...] staccata dall'edificio signorile. I cristalli fiammeggiavano, il pavimento di marmo faceva sdrucciolare chi non era abituato a camminare sul levigato e [...]

[...] dappertutto, dabbasso, in cucina, nel salotto, a pianterreno, nelle stanze di sopra si sentiva che si era in casa di un uomo che aveva per [...]

[...] stesso dagli inferiori. La scala sociale non l'aveva fatta lui. Se era andato più in alto di qualcuno, la colpa non era mica sua. Quando le donne di [...]

[...] casa mettevano in dubbio la sua importanza, chiudeva loro la bocca dicendo ch'egli era l'occhio della casa. Era lui che doveva saper tutto, veder [...]

[...] tutto, tener calcolo di tutto. La responsabilità di ogni cosa era sulle sue spalle. Prima del matrimonio vedeva l'entrata di Annunciata come il [...]

[...] nuziale accettò il fatto compiuto. Non c'era alcuno più devoto di lui. La riveriva coll'inchino corretto e aveva abituato la servitù a chiamarla donna [...]

[...] orecchie non volevano partecipare alla maldicenza. Coloro che avevano qualcosa da dire potevano andarsene. La porta era libera. Giuliano era [...]

[...] era in giardino aveva gusto di vederlo andare verso la padrona col cappello in mano e con la curva del gentiluomo. E se l'udiva parlare di lei [...]

[...] illustrativo. Fisicamente Gustavo era proprio il custode della casa di lusso. Faceva piacere a vederlo coi capelli spartiti con precisione da una leggiera [...]

[...] sua faccia era quella dell'uomo contento. Una faccia piena, carnosa, lucida, colorita alle sporgenze, senza baffi, con gli occhioni bonarii, con le [...]

[...] puncino coi fiocchi. — Grazie. Annunciata era nel suo gabinetto di toeletta con la cameriera che le sfaceva i papillons della notte. — Fallo entrare [...]

[...] loro letto aveva la zanzariera. Era una molestia che la teneva con gli occhi aperti. Il suo dubbio era tutto nella lana. Da che mondo è mondo ella [...]

[...] posta per far denari sulla pelle degli altri. Non era un anno che aveva udito, con le sue orecchie, che marito e moglie erano morti di una malattia [...]

[...] ripurgata, rimane pericolosa. Giorgio si era già alzato e lui poteva andare nella loro stanza senza riguardi a prendere i materassi e i cuscini [...]

[...] grande lastra che li rifletteva tutti e due al naturale, gli disse: — Vada, dunque! Giuliano era troppo occupato per badare alla donna. Ma [...]

[...] era avvenuto? Non se lo sapeva spiegare. Egli era in piedi, con gli occhi perduti sulla immagine riflessa, con un vago desiderio che gli andava fino [...]

[...] col carretto o con la corba della propria produzione non uscivano più che in carrozza. Il tugurio era diventato un palazzo signorile. Dalla [...]

[...] vitaccia del padrone in lite col marengo era venuta fuori una ricchezza sfondata. Come si spiegava la sproporzione tra chi aveva lavorato e chi aveva [...]

[...] fatto lavorare? In un modo semplice. Il capitale aveva fatto da sè. Non si era associato, non aveva diviso, aveva imperato. Sotto la sua dominazione di [...]

[...] ferro, il valore delle braccia era rimasto al puro costo del vitto. Come rimediarvi? E le bacchette che fremevano sul graticcio traducevano la [...]

[...] letizia del suo pensiero d'avere finalmente trovato il bandolo della matassa ingarbugliata tra lavoro e capitale. Il rimedio era nella cooperazione [...]

[...] . Non c'era difficoltà. Lui stesso avrebbe potuto organizzarla con la sola adesione degli interessati. E la sua mente si perdeva nei particolari. In [...]

[...] si obbligava a pagare una lira la settimana, per tre anni. Era un sagrificio enorme, lo sapeva. Ma bisognava farlo se si voleva abbandonare [...]

[...] dato le vertigini a tante generazioni per tanti secoli! Non c'era fretta. Non ci voleva tanto a precipitare la cooperazione dove l'avevano [...]

[...] società era il lavoro di tanti secoli. Non la si poteva capovolgere in un giorno. Non si poteva fare che un passo alla volta. Era doloroso, ma [...]

[...] era così. L'importante, per loro, era di comperare tutto a contanti e tutto di prima mano. Il legname alla segheria, le stoffe alla fabbrica, la [...]

[...] . Dio lo abbia in gloria. Era un accidentaccio che avrebbe fatto denari sui pidocchi. Alla servitù misurava i bocconi di pane, figurati poi il [...]

[...] una signora che mi ha fatto fare di tutto. Non mi piace dir male dei morti. Ma, a nominarla come viva, era una porca, una porcona. Ricca come era [...]

[...] , non aveva vergogna di farmi alzare di notte a tutte le ore per andare in cerca del suo uomo, il quale era sempre l'uomo del momento. Perchè [...]

[...] che era a letto con un'altra. Quando aveva dei capricci, si contentava anche degli avanzi. Se rincasavo senza il maschio che si era ficcata nella [...]

[...] testa, era capace di darmi degli schiaffi. Nei momenti di furore non era più una signora. Era una donna tormentata dallo spasimo. Mi veniva [...]

[...] si era rimesso al lavoro. Continuava a parlare tra sè e a dire che, dopo tutto, non aveva torto neppure il materassaio. Certe cose non si potevano [...]

[...] era morta. Ma avrebbe voluto vedere Giuliano in casa del marchese Stangoni, padre di Elena, quando c'era lui a diciotto anni. Tutta la casa era [...]

[...] un vaccaio. Donna Elena, della quale era stato il confidente e il portalettere, non era che una volgare adultera. La madre aveva i vizii più [...]

[...] raffinati. La donna dei suoi trasporti era una paesanotta di ventidue anni, in casa a fare i mestieri di grosso. La marchesa, sdraiata nuda sul [...]

[...] tappeto, come il giorno che era nata, si faceva insultare come la più svergognata delle donne della strada. Nessuno, vedendola, poteva supporre ch'ella [...]

[...] discendesse negli abissi della intemperanza carnale. Perchè c'era in lei il chic della matrona. Rideva senza affettazione, senza mai rivelare [...]

[...] lire al giorno. Ah, se volesse parlare Frustavino! Il mondo, a un certo momento, sarebbe obbligato a tapparsi le orecchie. Una sera che era brillo [...]

[...] , e che era appena tornato da Parigi, ove andava sovente col padrone, gliene raccontò una che era più ridicola che sconcia. Il padrone andava a [...]

[...] Parigi a scaricarsi della impurità una volta al mese. Partiva il ventisette ed era di ritorno al trentuno a al primo. Non vi si fermava che una [...]

[...] notte o due. A Parigi alloggiavano in casa di una di quelle alte mezzane che vivono benone sulla depravazione dei gusti. Era la sola cosa che [...]

[...] dice loro delle donne. Frustavino non era così facile, non credeva una parola di quello che diceva la ruffiana. Le ragazze che aveva veduto gli [...]

[...] avevano sempre fatto l'impressione che non fossero delle intruse ai mercati notturni. Sulla verginità delle ragazze era inutile insistere [...]

[...] . L'importante era tutto nella storia di Frustavino. — Sai, gli disse Frustavino prendendolo sotto il braccio, che non mi meraviglierei se il nostro padrone [...]

[...] ammazzasse. La vecchia mi trattenne dicendomi ch'ella vi era abituata. Da un pezzo i vecchi si eccitano in quel modo. Ritornai alla toppa un po [...]

[...] disgraziato sul braciere. — Ma perchè faceva tutte quelle smanie? — Puoi bene immaginartelo! — Era egli solo? — Era con lui.... — Basta. — E non [...]

[...] . Avrebbe valuto tenerlo a colazione, ma c'era Giorgio che stava poco bene. Quel suo stomaco di carta dava da fare a tutti come non si poteva [...]

[...] immaginare. Era l'oppressione della casa. Perchè l'inappetenza lo rendeva malinconico e taciturno. Ah, se avesse potuto dargli un po' del suo appetito [...]

[...] essa parlava di paure, ma lei non poteva a meno di esserne impensierita. Se era permesso fare un paragone con un suo vecchio orologio che non sapeva [...]

[...] più dove era andato a finire, doveva confessare che il povero Giorgio stava più male di quello che si sospettava. L'orologio che aveva fatto [...]

[...] aggiustare centinaia di volte, le era venuto a costare più che nuovo. Aveva un bel dirle l'orologiaio che si trattava di un remontoir che valeva il [...]

[...] appenderlo... Oh che orologio! Lo stomaco di Giorgio era sempre nelle mani dei dottori, ma come l'orologio... Era una pena. Ah, se avesse potuto [...]

[...] una donna infelice, come una giovine naufragata in uno stomaco disfatto. Nei materassi c'era la polvere, c'era la materia liscosa della [...]

[...] speculazione, ma la sua inquietudine era altrove. Le mancava l'esplosione degli affetti che infutura l'esistenza in un'altra esistenza. Non aveva la vita [...]

[...] , le mancava la vita, voleva la vita! E con la passione che gli si era scatenata con tanta furia, avrebbe voluto dirle ch'egli aveva capito, intuito [...]

[...] che uno stomaco per le medicine. Annunciata gl'interruppe il dramma, pregandolo di salutarle la mamma e le ragazze. Il trambusto era [...]

[...] incominciato a mezzanotte, in mezzo a una caldura soffocante. Antonio, che non aveva potuto dormire dalla paura di rimanere addormentato, era in giro con [...]

[...] la lucerna a svegliare coloro che dovevano andare con lui a Caravaggio. La stazione era lontana e il treno non aspettava nessuno. — Su, che è [...]

[...] il 127 del blocco C e che aveva detto a tutti che sarebbe stato in piedi prima degli altri, era ancora in letto che dormiva della quarta. — Su [...]

[...] , lasciava bussare e ribussare senza rispondere. — Presto, in piedi se non volete perdere il treno! All'uscio di Carmela gli era toccato di servirsi del [...]

[...] occhi. — Carmela? Fatevi coraggio e saltate giù dal letto! Carmela? È mezz'ora che vi chiamo! Santina, la figlia del fabbro del 61, blocco B, era [...]

[...] aveva lasciato chiudere le palpebre. Ella era in ginocchio che pregava la Madonna che doveva guarirla con la eloquenza del suo cuore [...]

[...] la comitiva al santuario era Leopoldo Gioberti, il facchino 335 di piazza Mercanti, il quale occupava, da due anni, il 27 e il 28 del blocco A [...]

[...] conservato le proporzioni dell'Ercole, ma non era più lo spaccamonti che faceva tremare tutti con un dito, come quando andava sul palcoscenico dei [...]

[...] della tomba, tanto era diventata giallastra. Vi si vedeva diffusa la luce dell'altro mondo, la quale dava a tutta la sua figura un'aria di [...]

[...] il povero Gioberti! Prima della malattia s'impipava della religione. La sua religione era il denaro. Con del denaro in saccoccia non aveva paura [...]

[...] neanche del diavolo. Ma dopo che la tisi polmonare lo saccheggiava di giorno in giorno e la moglie era riuscita a fargli credere che Dio lo [...]

[...] guarire e senza perdere la fede. Era stato a quello di Locarno, di Varallo, di Como, di Somasca, di Gravedona e di Nobiallo e ora andava a quello [...]

[...] non era mica un impostore. — Entra come ci sono entrato io, gli disse, e rimarrai a bocca aperta. Vedrai tutte le pareti coperte di quadri [...]

[...] Giacobbe e ha respinto Esaù, senza che alcuno potesse tacciarlo d'ingiustizia. Giacobbe era tutto del Signore. Se volete essere tra gli eletti [...]

[...] disilludeva alcuno, perchè diceva che la fede era capace di guarire gli inguaribili. Un uomo o una donna ammalati di nervi potevano benissimo tornare a [...]

[...] casa sani. Era noto a tutti che una scossa fortissima o una agitazione eccessiva poteva rimettere in azione i muscoli carichi di pinguedine o [...]

[...] rimasti oziosi. Aveva letto nei giornali di un signore stato digiuno trentadue giorni senza una ragione al mondo. Si era alzato all'indomani [...]

[...] una maschera che avrebbe fatto ridere in un altro momento. Il marito di Agata Maddaloni vi andava per guarire dalla doppia ernia che s'era fatto [...]

[...] spingendo sulle travi una gigantesca botte di cantina. Il cinto che gli aveva dato l'Ospedale maggiore era grosso, ruvido, malfatto, col ferro che [...]

[...] con rassegnazione che l'Ospedale era nelle mani dei ladri. I benefattori continuavano a lasciare le loro fortune per gli ammalati poveri e i poveri [...]

[...] ... — Aspettate! Era venuta la volta delle vicine che correvano dabbasso per non lasciarli partire senza dar loro qualche cosa da far benedire. La [...]

[...] blocco, intisichita a cucire i guanti, avrebbe voluto andare cogli altri a Caravaggio. Ma non ne aveva più le forze. Era divenuta diafana e ogni [...]

[...] con sè stesso, ma Gioberti l'assicurava che era proprio inutile una volta che vi andava l'epilettico. — Ci sono già tante cose da portare e io ho [...]

[...] bisogno che Antonio abbia le mani libere, ho bisogno. Guardate le donne che discendono a frotte! Giuseppa non era ammalata, ma voleva premunirsi [...]

[...] , blocco A, era divenuto piccino piccino e quasi trasparente. Gli anni gli avevano fatto perdere il lavoro senza dargli il diritto all'esistenza, e [...]

[...] calore nei piedi. I suoi piedi irrigidivano e gelavano anche d'estate. Era una malattia che lo cruciava e che voleva guarire con le calze benedette [...]

[...] badare all'orrore che aveva suscitato la sua presenza, s'era messa a sbocconcellarne una per soffocare le insurrezioni a colpi secchi del suo [...]

[...] dell'ambulanza. Scarmigliata, con la faccia che aveva perduto le caratteristiche del sesso tanto s'era sconciata, rimaneva lì come una statua, sorda [...]

[...] alle imprecazioni sussurrate dalla folla che non la voleva. C'era e ci rimaneva. Era un suo diritto, il diritto degli ammalati, il diritto di [...]

[...] poteva avere della pietà per le vittime del gobbo che accoppava i suoi a pugni. Ma ora si era divenuti insensibili per una donna che correva [...]

[...] dietro a quello sgorbio umano non appena minacciava di abbandonarla. La gente si era abituata a dire che l'una valeva l'altro. E forse forse non si [...]

[...] aveva torto. Basta dei Cristaboni! L'antipatia poi degli inquilini del blocco A era diventato odio. Odio nero, odio giallo, odio senza fine. Si [...]

[...] vociferava che era grazie a quella famiglia di ulcere e di sputi sanguigni che il male terribile s'era infiltrato nelle abitazioni. Bastava dare [...]

[...] Cristaboni. La Tencia dello straccivendolo dello stesso budello, che prima andava via diritta come un asparago e si sviluppava come un tronco, era [...]

[...] desolazione dovunque erano passati. Erano il colera, erano la peste, erano la scrofola che torturava e uccideva. E se non gridavano: via! via! era [...]

[...] perchè c'era ancora in loro il sentimento cristiano. — Buona donna, le disse Gioberti con la voce che sentiva dell'amarezza, voi non siete più del [...]

[...] venuta con l'idea di andarvi e ci sarebbe andata. Se la strada era libera, ci poteva stare anche lei. — Avete capito, Vittoria? — No, non ho capito [...]

[...] che tossiva come un ospedale. Bastava suo padre. E andò a chiamarlo dal Battista, ove era andato a cicchettare. Pietro e Franceschino giunsero [...]

[...] faceva loro salire alle labbra: — Boie! — Cagna! Franceschino non era rimasto con le mani in saccoccia. E intanto che lui tirava senza misericordia [...]

[...] , s'era messo col suo testone di fronte a Gioberti, sputacchiandogli in faccia uno scaracchio. — Prendi, vigliacco! gli disse senza scostarsi [...]

[...] e giù per il suolo, come un calcasassi. Ma Cristaboni diventava pericoloso appunto quando era alla mercè del nemico. Perchè in allora le sue mani [...]

[...] distanza dal luogo della lotta. Ma era troppo tardi. Il suo collo era come in un cerchio di metallo che si stringeva e gli faceva venire gli [...]

[...] occhi alla superficie. — Vigliacco! urlò Cristaboni. Il vicinato era in piedi e discendeva a frotte coi pugni chiusi, coi bastoni in aria, con le [...]

[...] scaraventò in volto il pezzo di lingua. — Vigliacco! Giuliano si era abbandonato al lavoro della penna con l'ardore dell'apostolo. Prendeva il [...]

[...] inchiudevano problemi i quali parevano insolubili, come quelli che pullulavano intorno il cadavere di Siliprandi. Costui era stato trovato coperto di una [...]

[...] tormento momentaneo. Marat non era un avvenirista. Egli studiava il pauperismo nelle cantine, dove si nascondeva a scrivere l'Amico del Popolo, e laggiù [...]

[...] lavoro è la soluzione di ogni problema. Credilo, la paura della miseria è la caratteristica della tua classe. Marat era della tua classe. Egli non [...]

[...] abbia dato del cacone una volta per le sue idee antioperaie. In allora era un conservatore implacabile. Per lui, noialtri, eravamo tutti della [...]

[...] madre buona che si era consacrata al bene dei figli come poche donne. A casa faceva le mutande che le dava un'altra vicina che lavorava per una [...]

[...] sull'altra con una violenza che annunciava la catastrofe. I suoi di casa seppero otto giorni dopo che il povero figliuolo era morto all'ospedale [...]

[...] . Romeo divenne taciturno. La madre, che non poteva vivere senza la sua affezione, era obbligata a sgridarlo per farlo smettere di piangere. — Farai [...]

[...] constatare gli insuccessi. Buondelmonti dava loro la relazione di quel che era avvenuto e se ne andavano salutandoci. E noi ci rimettevamo al lavoro [...]

[...] senza paura e senza pensare che avremmo potuto rimanere tra le vittime. La spensieratezza era la nostra poesia. Annunciata ha illustrato la donna [...]

[...] vomito o qualche movimento che potesse lasciar credere a una colica. Era instancabile. L'abbiamo veduta in ginocchio, con le maniche rimboccate a [...]

[...] spaventassero gli ammalati e perchè diceva che la paura era il morbo nero del colera sporadico. — Signor Buondelmonti, mi protegga. Non è vero ch'ella mi [...]

[...] oppiate. Era la prima a entrare dove c'erano dei cadaveri. Il giallo degli occhi e il paonazzo delle labbra dei morti non la facevano tornare [...]

[...] svenivano a parlare dell'epidemia entrata nel Casone, e in poco meno di due ore era già nel cataletto, con la faccia stravolta dalle contorsioni [...]

[...] che lo avevano torturato. Non si scherzava. Si poteva avere del coraggio, ma gli inquilini morivano via come le mosche in un freddo autunno. Era [...]

[...] morto anche Antonio, l'epilettico ritornato da Caravaggio con la grazia. Dalla guarigione era divenuto affabile e verboso, lieto tutte le volte [...]

[...] per impedirmi di pronunciare la parola della mia emancipazione. Ma era troppo tardi. La mia fede era infranta. Forse barcollava anche quella di [...]

[...] Annunciata. Essa aveva veduto che il Dio che avevamo chiamato tante volte in aiuto era rimasto sordo, implacabilmente sordo. Buona Annunciata, tu [...]

[...] per la disinfezione. Non volli, mi opposi. Nel mio pensiero era mia, nel mio pensiero avevo diritto di bloccarle la via che conduceva alla morte [...]

[...] corpo, vinto, s'era abbandonato dolcemente sul mio e non ci slacciammo che quando sentimmo il passo pesante di Buondelmonti. — E non te ne [...]

[...] stato detto, è un miracolo di tutti gli anni e te lo racconto. Mia madre era in chiesa e io ero di fuori che davo una occhiata alla struttura del [...]

[...] paesanotta che tenevano in piedi per le ascelle. Dietro loro era una coda di uomini e di donne malvestiti e mal pettinati che salmodiavano. La [...]

[...] ragazzotta, la quale di tanto in tanto tentava di fermarsi, poteva avere diciotto o diciannove anni. Era tutta assieme un tronco vigoroso di donna [...]

[...] enormi, dai fianchi enormi, dalle braccia enormi. Il suo viso era il ritratto della salute. Pienotto, rotondo, colorito. I suoi occhioni lucenti si [...]

[...] , si alzò tumultuosamente, pigiandosi gli uni sugli altri per avvicinarsi alla disgraziata in lotta col demonio. Da tutte le parti l'attenzione era [...]

[...] , di trentadue anni, la quale stava falciando l'erba in un campo incolto chiamato Mazzolengo, l'invasata era riuscita a sciogliersi le mani dai [...]

[...] rotonda di ferro a scacchi delle elemosine, la parola che tutti aspettavano: miracolo! miracolo! miracolo! Il miracolo era compiuto. La donnona si [...]

[...] forza malefica se n'era andata. Essa era vinta, prostrata. Riavuti i sensi, si sentì impudica. Con le braccia nude si coperse il seno nudo e scoppiò [...]

[...] epilettici. Era la follia in azione. Ho veduto un giovanotto spalluto, con una volta cranica a punta e le arcate dentali che si scoprivano come una [...]

[...] canzone era monotona e stucchevole come la campagna a pianura che mi circondava. I carrettoni delle donne superavano quelli degli uomini. Le giovani [...]

[...] avevano nelle trecce un chilogrammo d'argento in tante spadine diffuse come un mezzo cerchio di sole. La caratteristica di alcune maritate era la [...]

[...] il futuro. Erano donne tra i trenta e i quaranta, brutte, lercie, con gli occhi e la bocca della megera. La loro sfacciataggine era tale che mi [...]

[...] andavano a interrogarle. Ti adocchiavano malandato di salute? Ti dicevano che nel passato la tua vita era stata tribolata, molto tribolata, ma [...]

[...] che adesso si vedeva che qualcuno si era commosso delle tue sventure, che qualcuno vegliava su te. — Non passerà molto, o buona donna, che sarete [...]

[...] guarita e fortunata. È in viaggio qualche cosa per voi che vi porterà fortuna. Abbiate fiducia, sperate. La mia indovina era una bionda che [...]

[...] assieme. — Ditemi qualcosa dei miei genitori. — Avete in tasca qualche cosa di loro? Le diedi una lettera dicendole che era di mio padre e il mio [...]

[...] ! non abbandonatela... — So il resto. — Comparve la Madonna in persona. Era una signora alta, avvenente, dall'aspetto venerando, dal portamento [...]

[...] del mondo aveva eccitato lo sdegno del cielo, ma che mercè sua l'ira divina era stata placata. I continui prodigi dell'acqua santa attirarono le [...]

[...] farneticare dietro queste fole che alimentano la pazzia! — Perchè la folla è al di fuori del mondo che progredisce. Essa è oggi quello che era [...]

[...] fondo. Al centro del banco era il custode sacerdote o un sagrestano in cotta che non faceva tempo a registrare. Egli era alle prese con una [...]

[...] sinistra, a poca distanza dal custode sacerdote, era il frate occupato con la gente che voleva accendere candele e lampade nel Santuario. Anche lui [...]

[...] un'ombra più fitta di quella in cui era sommersa quella del prete, pareva una maschera arcigna. Non rideva mai, non s'increspava mai, non s'illuminava [...]

[...] mai. L'impazienza e le interrogazioni del pubblico lo lasciavano indisturbato. A coloro che volevano sapere se era meglio accendere una candela o [...]

[...] anni, aveva ripreso la funzione di muoversi, che una bimba era rimasta illesa dalle gambe di un cavallo infuriato che le era passato sopra, che un [...]

[...] assetati di grazia divina. Una povera signora, che mi era vicina e che non poteva star in piedi senza essere sorretta dal figlio e dalla figlia [...]

[...] tutti assieme si prova una emozione che non si può esprimere. Il mio pensiero era disfatto. Tu volevi la prova, mi dicevo, ed ecco la prova [...]

[...] . Migliaia e migliaia di persone erano là pronte a giurare che la grazia della guarigione si era compiuta sotto i loro occhi. Mi lasciai trascinare, vi [...]

[...] schifosi da buttar via. Era tra loro una gara. Ciascuno si vuotava le tasche, si toglieva gli ornamenti, si cavava quello che poteva, incluse le [...]

[...] altri, risospinti e trattenuti a stento dai due segrestani in alto, al principio della scala. La seconda grazia... Che cosa vuoi che ti dica? Era una [...]

[...] donna che aveva le gambe gonfie. Non poteva andare che con due bastoni. Era inginocchiata, con la bocca che baciava la B. V. — O Vergine Maria [...]

[...] ancora il coro di ringraziamento: Sancta Virgo virginum, ora pro nobis. Giorgio era in piedi senza una goccia di sangue. Il suo viso dilavato [...]

[...] era così forte che si sentiva soffocare. Con le parole crudeli che gli tumultuavano ancora per il cervello, credeva di essere vittima di un [...]

[...] sogno, di un triste sogno, di un sogno che avrebbe voluto distruggergli la ricca messe di gioia. Non era possibile che Annunciata fosse vile e [...]

[...] volgare come l'ultima delle femmine. Con lui poi che non aveva pensato che a lei. Che non le aveva domandato nulla. Che se l'era presa così, come era [...]

[...] meravigli. Voialtri uomini cadete sempre dalle nuvole. Ma i fatti sono più forti della meraviglia. Non cercare altrove. Quello che è avvenuto era [...]

[...] gramaglie e la lasciavi nella casa caniugale come una donna senza la missione della donna. Era una sciagurata che moriva, che portava tutto nel [...]

[...] sepolcro: nome, affetti, memorie! Oh come era brutta la donna sterile che mi dipingevi, Giorgio! Te ne ricordi? E io frenavo i miei desideri [...]

[...] infine, tu, povero Giorgio, non ne avevi colpa. Io era incalzata ed ho dovuto sciogliere da sola il problema dell'impotenza. La sovrana voluttà [...]

De Roberto Federico
I Vicerè
11 1894 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 1612 occorrenze

[...] prima ancora che egli avesse il tempo di voltarsi, un legnetto sul quale pareva fosse nevicato, dalla tanta polvere, e il cui cavallo era tutto [...]

[...] bambino ancora in collo, era rimasto intontito, non comprendendo; ma sua moglie, la moglie di Baldassarre, la lavandaia, una quantità d'altri [...]

[...] , era malata; però, così a un tratto?... Ma una vociata, dall'alto dello scalone, interruppe subitamente il cicaleccio: - Pasquale!... Pasquale [...]

[...] sudato e ansimante e ad attaccarne un altro, tutta la servitù s'era raccolta nel cortile, commentava la notizia, la comunicava agli scritturali [...]

[...] presto al capezzale della madre morta! Ed era bianco in viso come un foglio di carta, volgeva sguardi impazienti ai cocchieri non ancora pronti [...]

[...] quella confusione, non sapeva che fare: chiudere il portone per la morte della padrona era una cosa, in verità, che andava con i suoi piedi; ma [...]

[...] lassù.... E il dubbio cominciava a divenire per alcuni certezza: doveva esserci un malinteso, 9 la principessa era soltanto in agonia, quando [...]

[...] della stalla e delle scuderie... Dite che chiudano le botteghe. Chiudete tutto! - Non c'era fretta! - mormorò don Gaspare. E come, spinto da Giuseppe [...]

[...] ?...» Giuseppe si stringeva nelle spalle, avendo perso del tutto la testa; ma domande e risposte s'incrociavano confusamente tra la folla: «Era in campagna [...]

[...] crocchio di curiosi radunati dinanzi al portone di servizio, rimasto ancora aperto, guardavano dentro alla corte dove c'era un confuso [...]

[...] capo; Chiara abbracciava Lucrezia piangendo; il marchese salutava mestamente i lavapiatti; ma la più commossa era donna Graziella: - Non mi par [...]

[...] perfino che la morta era sorella della sua propria madre. Si profferiva alla principessa; le diceva, traendola in disparte: - Hai bisogno di nulla [...]

[...] Padre don Blasco non era nel convento. - Va' dalla Sigaraia... a quest'ora sarà da lei.... Corri, digli che è morta sua cognata.... 14 Don [...]

[...] . - Giacomo manderà certo a dire qualcosa.... 15 L'arrivo di un'altra carrozza fece infatti supporre che venisse qualcuno dal Belvedere. Era [...]

[...] rispettosamente la volontà della morta, s'interrompeva, chinava il capo; la cugina era inquieta per la mancanza di notizie dal Belvedere [...]

[...] ? - Come credi.... se credi... fa' tu.... E la cugina andò in cerca del monaco. Non si trovava, era scomparso. Baldassarre, incaricato di [...]

[...] gesto di rassegnazione dolente. E il monaco, scorto il marchese che era tornato con la moglie dalla badia, l'andò ad afferrare per un braccio e [...]

[...] tratto tratto si ficcava in tasca una manata di dolci. Per la duchessa Radalì che era andata via, non potendo lasciare a lungo il marito solo [...]

[...] Marco: udendo che ancora non era sceso dal Belvedere, alcuni andavano via per tornare più tardi; altri si mettevano a passeggiare su e giù [...]

[...] la quale non tollerava di star pigiata tra la gente, di toccar cose maneggiate da altri: fortunatamente cugina era lì ad aiutarla. E alcuni [...]

[...] padrona, sarebbe lei la padrona qui dentro.» Non era stato permesso dalla principessa vecchia quel matrimonio; e il padrone aveva obbedito alla madre [...]

[...] , sposando donna Margherita Grazzeri; però, bisognava dire la verità, la cugina s'era diportata benissimo: maritata col cavaliere Carvano, era [...]

[...] ; e il contino, quantunque chiamato e richiamato dalla madre che sentiva vicina la propria fine, non s'era mosso da Firenze!... All'arrivo di Frà [...]

[...] discorso era a quel punto, quando un lontano rumore di carrozza con le sonagliere fece tacer tutti. Giuseppe, guardato dallo sportello, spalancò il [...]

[...] nuova commozione: sospiri, singhiozzi, mute strette di mano. Il principe era sempre pallido e parlava a stento, con gesti larghi di sconforto [...]

[...] ella erasi confessata due giorni innanzi, che il vicario Ragusa era arrivato in tempo a darle l'assoluzione; mentre il principe da canto suo [...]

[...] s'era rispettosamente inchinato al passaggio relativo alla sua persona, abbassò il foglio; il principe disse guardando in giro gli astanti: - Le [...]

[...] soprabito, esclamò: - Sempre pulcinellate?... Fin all'ultimo?... Per far ridere la gente?... E il signor Marco era appena salito al primo piano [...]

[...] la messa funebre di suo figlio; saputo che Mascione aveva ottenuto una lettera di Spedalotti, era corso a sollecitare la raccomandazione più [...]

[...] Giovedì Santo tanta gente traeva a visitarvi il sepolcro. Tutta la notte era venuto dalla chiesa un frastuono di martelli, d'ascie e di seghe, e le [...]

[...] , dal turbine umano che per il troppo angusto passaggio s'ingolfava nella chiesa. Essa era buia, pei veli delle finestre, pei manti neri che [...]

[...] palazzo e gli fecero girare gli appartamenti per l'ultima volta, come usano.... Il cataletto era portato a spalla, senza stanghe.... e tutta la [...]

[...] il centro della chiesa per leggere le iscrizioni attaccate intorno agli altari, ma la folla era adesso compatta come un muro. Don Cono Canalà, dato [...]

[...] un'occhiata all'apparato, aveva tentato tre o quattro volte, per conto suo, d'avvicinarsi a qualcuno degli epitaffii, ma non era riuscito a [...]

[...] copiando... Ma la chiesa era talmente gremita che potevano appena fare due passi ogni quarto d'ora; e tutt'intorno la gente che non riusciva ad [...]

[...] Francalanza c'era come una fiera, per le tante carrozze aspettanti, pel tanto popolo fremente d'impazienza. Dal portone socchiuso vedevasi un'altra folla [...]

[...] a posta da Caltanissetta per l'accompagnamento della padrona: quest'ultimo accessorio finiva di sbalordire tutti quanti: ancora non s'era visto [...]

[...] si mettevano tra i piedi, ingiungendo: «Largo!... largo!...» mentre una buona metà dell'accompagnamento s'era avviata. Il mortorio sonato da tutte [...]

[...] era vuota; ma la ressa, sulle scale, cresceva, nessuno poteva andare nè avanti 31 nè indietro , solo il cannone avrebbe potuto far luogo [...]

[...] diametralmente opposte: alcuni sostenevano che tutto sarebbe andato al contino; ma, quantunque la defunta odiasse il primogenito, era proprio possibile che [...]

[...] : difficoltà precipua dello stile epigrafico.... L'obolo.... centuplicato.... non so se mi appongo.... Adesso l'altar maggiore era tutto una fiamma [...]

[...] gente entrava a furia, la ressa era terribile. I fiati, l'odor di moccolaia, il caldo della giornata facevano della piccola chiesa una bolgia [...]

[...] tre giorni addietro era stato lavapiatti di casa Francalanza, ma fin da quando la principessa era andata in campagna, il principe non l'aveva [...]

[...] rammento piangere come un bambino... come un disperato.... quando la morta lo lasciò per Felice Cùrcuma.... dopo quello che c'era stato fra loro [...]

[...] indietro. Giunto sulla porta della chiesa, colpendogli l'aria fresca la fronte, si calcò il cappello sulla testa che non era ancor fuori. 35 [...]

[...] pagherà! Era furente, dopo che il signor Marco aveva preferito la messa di Mascione a quella di suo figlio; ma si consolava sparlando della casata [...]

[...] : non c'era l'eguale per la stitichezza nel pagare; e Titta Caruso, il bollettinaio del teatro, ne sapeva qualcosa, costretto com'era ogni anno a [...]

[...] far cento volte le scale del palazzo prima di vedersi pagato l'appalto del palchetto: oggi non c'era il principe, domani non c'era la principessa [...]

[...] principio, implorava il Requiem. «È finito?.... Se Dio vuole!» E un rimescolamento generale: chi era rimasto lontano dal catafalco e dalle iscrizioni [...]

[...] bambino stava bene e a donna Mena se la sua figliuola s'era maritata! .... Su, nelle anticamere, il principe e Lucrezia vennero incontro al fratello ed [...]

[...] contro i rivoluzionari e i quarantottisti che minacciavano d'alzar la coda. Non era bastata loro la famosa lezione spiegata da Satrino? Volevano il [...]

[...] fratello duca che s'era fitto in capo di fare il liberalone, lui, il secondogenito del principe di Francalanza! Il marchese di Villardita approvava [...]

[...] raccontava alla baronessa Cùrcuma un suo sogno, la madre che le era apparsa con tre numeri in mano: 6, 39 e 70, sui quali avea giocato dodici tarì [...]

[...] testamento? - Non si sa nulla. Tra i discorsi di politica, di moda, di viaggi, quella domanda curiosa era sussurrata qua e là, otteneva sempre la [...]

[...] Russia: - E allora, che sugo ci sarebbe stato? - esclamò. - Così fanno tutti coloro che ragionano, eh?... Ma in questa casa la logica era un'altra [...]

[...] impartiva l'assoluzione! Alcuni sorridevano a quelle sparate, e le supposizioni avevano libero corso. Il presidente era sicuro, checchè si dicesse in [...]

[...] vederla, potevano avergli un poco nociuto; ma la preferenza dimostrata dalla principessa a quel figliuolo era stata troppo grande perchè in un [...]

[...] torto a nessuno. «E gli altri figli? Ferdinando? Le donne?...» La curiosità, benchè contenuta ed espressa sotto voce, era generale. Il confessore [...]

[...] Dio! Tutti accorsero. Era pallida e fredda, con gli occhi rovesciati e le labbra dischiuse. Suo marito, accorso anche lui con donna Isabella, disse [...]

[...] riconobbero: quand'era partito per Palermo aveva un bel collare di barba alla borbonica, adesso invece s'era lasciato crescere il pizzo che dava [...]

[...] tenessero pronti. Intanto la notizia dell'arrivo del duca s'era subito diffusa per la città, e le prime visite gli furono annunziate che egli non [...]

[...] s'era neppur riposato del viaggio. Venivano a cercarlo 47 una quantità di persone che non si sapeva chi fossero: donna Ferdinanda, a udire i [...]

[...] c'era paura di niente! Del resto, più che sulle baionette, il governo faceva assegnamento sull'influenza morale dei ben pensanti.... L'elogio era [...]

[...] ? - incalzò la zitellona. - Voi non sapete che la volpe, quando non potè arrivano all'uva, disse che era acerba? Lucrezia, impallidita, teneva gli occhi [...]

[...] chiuso dal 1813 - annunziò don Eugenio col tono di chi dà una notizia grave. Lucrezia era rimasta a capo chino, guardando per terra. Quando la zia potè [...]

[...] disporre ogni cosa nella Galleria dei ritratti per la lettura del testamento. Il principe era stato un poco esitante sulla scelta del luogo dove [...]

[...] , perchè era vasta come due saloni messi in fila, e arredata di divani e sgabelli e 50 mensole e tripodi dorati, e finalmente più degna, per le [...]

[...] dicendo: «Qui comando io!...» Torno torno, in alto e in basso, quanto la parete era lunga, quant'eran larghi i vani tra finestra e finestra nella [...]

[...] figliuoli. Ala oramai la curiosità di tutti era divenuta impaziente e quasi nervosa: i lavapiatti sopraggiungendo per aiutare il principe al [...]

[...] presenza era inutile; il principe ripetè che voleva tutti. Il giudice col notaio Rubino arrivò nello stesso tempo che il marchese con 51 la [...]

[...] , come caduto dalle nuvole, fu uno scandalo: mentre perfino la servitù era già vestita di nero, egli portava ancora l'abito di colore, e a don [...]

[...] considerarsi, anzi era effettivamente distrutta ed alla vigilia di venire smembrata tra i molteplici suoi creditori. Spinta pertanto dall'affetto [...]

[...] l'atteggiamento da sfinge; soltanto era un poco pallido; Raimondo pareva non accorgersi dei sorrisi di congratulazione che gli rivolgevano; donna Ferdinanda [...]

[...] che era stato a seguire il volo delle mosche, si voltò finalmente verso il lettore, «la piena ed assoluta proprietà del latifondo denominato le [...]

[...] compensare con moneta.» Il signor Marco era diventato rosso come un pomodoro: o per le lusinghiere parole, o perchè non gli toccava altro che parole [...]

[...] Raimondo, consolandosi con tutti: - Non c'era veramente bisogno della lettura!... Si 59 sapeva bene che la felice memoria non avrebbe.... Un [...]

[...] , e si diresse verso la marchesa. Questa era con tutte le altre signore che facevano cerchio a donna Ferdinanda: la zitellona non esprimeva il [...]

[...] . - Rubàti del vostro! Spogliàti! Ridotti in camicia! - diceva frattanto don Blasco alla nipote Chiara che era riuscito ad acchiappare. - Per favorire [...]

[...] scrollate di capo Monsignor Vescovo, il quale, vedendo che il Priore don Lodovico rifiutava di rinfrescarsi a motivo che era vigilia, dichiarava al [...]

[...] irosi o severi di don Blasco, della cugina, del principe. Tutte le volte che Baldassarre s'era diretto a lei per servirla, qualcuno aveva fatto [...]

[...] , che l'eredità andasse spartita in un modo piuttosto che in un altro, importava meno d'un fico secco; ma fin da quando egli era entrato al convento [...]

[...] , non avendo più affari proprii, la sua costante occupazione era stata di ficcare il naso in quelli degli altri. Ragazzo, egli aveva visto i bei [...]

[...] Nicola, forse meglio che in casa Francalanza. Il convento, immenso, sontuoso, era agguagliato ai palazzi 63 reali; a segno che c'eran le [...]

[...] ella fece e che non fece. Il barone Risà di Niscemi, padre della sposa, era venuto a Catania dall'interno dell'isola per dar marito alle due [...]

[...] dei Vicerè. Tanto il barone che la ragazza riconobbero che questo era giusto; però, dando il padre quattrocentomila onze, cioè quasi tutto a [...]

[...] ; il suo carattere, già forte, s'era inasprito nella lunga attesa del matrimonio, e dalla grande ricchezza, dalla potenza quasi feudale esercitata [...]

[...] di principessa. La sua nobiltà era della quinta bussola, non 65 solo incapace di stare a paragone con quella sublime degli Uzeda, ma neppur [...]

[...] adesso era ridotto a vivere dell'elemosina della nuora, non il fratello che aveva lasciato portare i calzoni alla moglie, mentre egli portava invece [...]

[...] conveniva a costei quando, morti i due principi padre e figlio nello stesso anno, la principessa restò sola, e molto più libera di prima, che era [...]

[...] , nevvero? Lì, invece, era odiato! Chi era il preferito? Il terzogenito! Da secoli e secoli, il titolo di conte di Lumera era appartenuto, con [...]

[...] tutti gli altri, al capo della casa: adesso, per puro capriccio, per una pazzia furiosa, toccava a quel Raimondo che era stato educato come un [...]

[...] «porco!» E il secondogenito, a cui neppure il re avrebbe potuto togliere il suo titolo vitalizio di duca d'Oragua, era invece chiuso a San Nicola [...]

[...] !... La storia di don Lodovico rassomigliava molto a quella di don Blasco, con questa differenza, tuttavia: 66 che mentre don Blasco era cadetto [...]

[...] qualche zio i quattrini occorrenti a portar con decoro quel titolo. Poichè era inteso che un altro Uzeda, in questa generazione, doveva entrare a San [...]

[...] terribile severità della madre alla quale egli era impaziente di sfuggire lo fece rinunziare, spaventato, ad ogni tentativo di aperta ribellione [...]

[...] . Padre don Lodovico s'accorse del giuoco di cui era stato vittima troppo tardi, quando vide che le miserie lamentate dalla madre erano mentite [...]

[...] , e che il posto a cui lo avevano costretto a rinunziare toccava al fratello Raimondo. Ma non era più tempo di tornare indietro: lo scapolare e la [...]

[...] di quelli provati dallo zio, quanto meno egli era capace, per il 68 lungo abito della finzione e della mortificazione, di sfogarsi a parole [...]

[...] altro, ai gradi supremi. Ai Benedettini, infatti, c'era un regno da conquistare: l'Abate era una potenza, aveva non so quanti titoli feudali, un [...]

[...] pervenire a quel posto nel più breve tempo possibile; compreso qual era la via da tenere, non se ne discostò d'una linea: nessuno potè mai [...]

[...] osservanza della Regola, con la fama di dottrina in brev'ora acquistata. Così era stato eletto decano a ventisette anni; ma, portato in palma di mano [...]

[...] l'appagamento di quell'ambizione, tanto che non prima di quarant'anni era stato decano; veder dunque a quel posto il nipote «col guscio ancora [...]

[...] uno degli Uzeda, i cui antenati erano stati tanto benemeriti del convento, dovesse occupare la carica vacante, era fuori contestazione; ma don [...]

[...] opposta alla violenta aggressione dello zio. Era troppo sicuro del fatto suo: l'elezione di don Blasco, il quale aveva seminato figliuoli in tutto il [...]

[...] quartiere e manteneva tre o quattro ganze, fra cui la famosa Sigaraia, ed era tanto ignorante e prepotente, giudicavasi da tutti impossibile [...]

[...] : sul nipote aveva il solo vantaggio dell'età, ma questo non era tale da compensare tutti i suoi enormi difetti. A maggioranza strabocchevole fu [...]

[...] incoraggiamenti dallo zio monaco; ma don Blasco era fatto così, che quando qualcuno gli dava ragione egli mutava opinione per dargli torto. Il fidanzamento [...]

[...] era stato perciò tutt'una guerra violenta fra cognato e cognata, tra zio e nipote ed anche tra madre e figlia, giacchè la principessa ne aveva [...]

[...] molto ben radicata nel suo cervello, ammetteva veramente qualche eccezione — ella stessa, per esempio — ma verso la prole era la sola che la [...]

[...] ; ma l'odiato era l'erede del titolo, il futuro capo della casa; e il preferito, nonostante il sacrificio di Lodovico, un semplice cadetto: per [...]

[...] non avrebbe dovuto aver nulla. Degli altri due, Lodovico era stato quasi soppresso per dar posto a Raimondo, mentre Ferdinando aveva potuto [...]

[...] quasi di sprezzo, lavorando a impedire che «rubassero» i fratelli. Angiolina, la maggiore, era stata condannata alla vita claustrale fin dalla [...]

[...] nascita, per una colpa imperdonabile commessa nel venire al inondo. Dopo un anno di matrimonio, donna Teresa era vicina a partorire: aspettava un [...]

[...] , naturalmente!» E che s'era visto, infatti? S'era visto che fin a quando la madre l'aveva tenuta in un pugno di ferro, questa figliuola 72 aveva sempre [...]

[...] di sposare la ragazza per niente, s'era persuasa a maritarla, ella aveva detto di no, di no, di no: cose veramente dell'altro mondo!... Il [...]

[...] innamorarsi del faccione lungo di mia nipote!» Chiara, infatti, non era una bellezza, e la madre, dapprima per dissuaderla dal matrimonio, poi [...]

[...] impressione come tutti gli Uzeda, Chiara non aveva voluto sentirne di quel promesso, per l' unica e sola ragione che era un poco pingue; ma, una volta [...]

[...] preso quel partito, la cocciutaggine, ereditaria negli Uzeda molto più che l'impressionabilità, era stata la più potente ragione della resistenza [...]

[...] botte; e inutilmente fratelli, gli zii, il Padre confessore le avevano spiegato che se era un po' grasso, il marchese aveva un cuor d'oro, e che la [...]

[...] sposava senza dote pel bene che le voleva, e 73 che in casa di lui sarebbe stata da regina perchè era solo e straricco, e che se lasciavisi [...]

[...] mutato: dinanzi all'altare, con due campieri a fianco, due facce brigantesche scavate apposta dalla madre per incuterle spavento, era svenuta, e [...]

[...] dolore era quello di non avere un figliuolo da lui, dopo tre anni di matrimonio, dopo avere annunziato quattro o cinque volte, per troppa fretta, la [...]

[...] tutto le era nata, dopo i quattro maschi, una terza figlia, quindi ella aveva ragionato o «sragionato» a giudizio di don Blasco, così: delle tre [...]

[...] , ma di prestarsi anche ad una piccola commedia. Se fermo proposito della madre era che la fortuna della casa non fosse intaccata dalle femmine [...]

[...] , accusando ricevuta dell'intero capitale di quattromila onze, delle quali non aveva visto neppure tre denari! Ora don Blasco, il quale s'era già messo [...]

[...] imperdonabile, essi avevano commesso non facendo valere i loro diritti all'eredità paterna. Infatti, secondo il Benedettino, la casa Uzeda non era [...]

[...] interamente distrutta quando c'era entrata donna Teresa; e ad ogni modo, siccome le rendite delle proprietà erano state riscosse anche nei [...]

[...] ascritte all'attivo del principe Consalvo VII. Costui, da quell'imbecille che era sempre stato, aveva potuto coronare la sua corta e stupida vita [...]

[...] imbecilli del padre, dovevano chiedere i conti, fino all'ultimo tornese. Il monaco era per questo andato assiduamente dietro ai nipoti, fuorchè a [...]

[...] Raimondo, al quale non rivolgeva la parola da anni ed anni per la ragione che era stato il beniamino della madre, incitandoli a farsi valere; ma [...]

[...] colei; ma quel marchese che le era soltanto genero, che non doveva quindi temerla, che era stato giuntato una prima volta nell'affare dei capitoli [...]

[...] , col tempo, egli s'era acchetato, aspettando la morte della cognata per riscendere in campo. Crepata costei, finalmente, e aperto quel bestiale [...]

[...] , dando loro in realtà «quattro grani!» Chiara, specialmente, era spogliata «come in un bosco» giacchè il testamento non diceva parola del legato [...]

[...] ragazza avrebbe sposato il marchese di Villardita. Nell'atto era intervenuta donna Teresa per garantire l'assegno, a condizione che la somma si [...]

[...] trovasse realmente nel patrimonio del canonico, il quale prometteva di lasciare ogni cosa a lei. Invece, due anni avanti il canonico era morto [...]

[...] , dividendo la roba tra una sua perpetua e la principessa, e costei s'era allora rifiutata di riconoscere il patto stabilito; nè il marchese, per rispetto [...]

[...] , per disinteresse, aveva pensato di chiederne l'esecuzione. Don Blasco, adesso, poichè neppure nel testamento la cognata s'era rammentata di [...]

[...] discussione era impossibile, esprimeva alla moglie il desiderio di non dar l'esempio di una lite in famiglia, d'aspettare quel che avrebbero fatto [...]

[...] rispetto alla volontà di nostra madre... — Tua madre era una bestia — gridava il monaco — più di te !... Qual è stata la volontà di tua madre? Quella [...]

[...] mano, intento a lavorar da stipettaio o da giardiniere, in manica di camicia, come un operaio o un contadino. Da bambino era stato così, Ferdinando [...]

[...] , poichè non gli toccava il regalo del più povero balocco. Era cresciuto quasi da sè, ingegnandosi a procacciarsi quel che gli bisognava, a cavarsi [...]

[...] decoratore, perchè una delle sue prime occupazioni era stata quella d'ingrandire ed abbellire la vecchia casa del fattore. Egli era felice facendo [...]

[...] specie di cuccetta da marinaio, costruiva da sè tavole e seggiole, e la casa pareva un arsenale dalla tanta roba che 80 v'era sparsa; seghe [...]

[...] , tanto era stracciato e unto e goffo nei panni vecchi di anni ed anni. Ma la principessa, deridendolo, lo lasciava fare, e segnava una dopo [...]

[...] dove prendere; il suo continuo timore era perciò che la madre, stanca di non vedersi pagata, gli togliesse di mano il podere; e infatti la principessa [...]

[...] bastasse, c'era il condono degli arretrati che sommavano ormai a mille e cinquecento onze; talchè, al colmo della soddisfazione, egli si credette [...]

[...] pareva non avesse fretta di conoscere quel che c'era in casa, non parlava d'affari a nessuno dei fratelli e delle sorelle, neppure al coerede [...]

[...] intronava le orecchie di Ferdinando d'invettive contro il fratello. Era uno «scandalo, una mancanza di rispetto alla morta calda ancora,» la condotta [...]

[...] di quello scapestrato che badava unicamente a spassarsi, che non era venuto a «chiuder gli occhi alla madre,» neppure per amor dei quattrini che [...]

[...] due mesi, era ancora in servizio? Appunto perchè, appena morta la padrona antica, s'era buttato «vigliaccamente» ai piedi del padrone nuovo, gli [...]

[...] si ridusse a porre l'assedio intorno a Lucrezia. L'aveva serbata per l'ultima, giacchè se nutriva un'antipatia istintiva contro tutti i nipoti, era [...]

[...] già destinata ai due maschi, Lucrezia era cresciuta come «una marmotta,» diceva il Benedettino: tarda, taciturna, selvatica, come Ferdinando, e [...]

[...] questo ella dimostrava assiduamente, quotidianamente a Lucrezia che il matrimonio non era fatto per lei; prima di tutto per la cattiva salute - e [...]

[...] , quasi tutto questo non bastasse, era anche brutta — e qui diceva la verità. Quando la vedeva allo specchio, o le rare volte che la ragazza [...]

[...] vero?» L'argomento più persuasivo era nondimeno quello della povertà: la roba apparteneva «ai maschi;» quando i fattori le portavano sacchi di [...]

[...] ammoniva: «Di che parlate dinanzi alle ragazze?» e a quattr'occhi le diceva che pensare al matrimonio era peccato mortale, da confessarsene: e il [...]

[...] , devi restare in casa per forza: chi ti vorrà sposare senza denari?» Quanto a Chiara, era stata un'altra cosa: si era trovato uno che la prendeva [...]

[...] di tanto in tanto: «Se anche tu sarai conio tua sorella, poi ti compenserò altrimenti.» Così era cresciuta Lucrezia: costantemente mortificata [...]

[...] che correva da questa parte. La servitù, in casa Francalanza, era pagata poco e avvezza a tremare dinanzi alla padrona; nondimeno raramente [...]

[...] qualcuno andava via se non era congedato, perchè tutti trovavano il mezzo di rifarsi moralmente e materialmente del cattivo trattamento. Il mezzo [...]

[...] questo v'erano altrettanti partiti, nel cortile, quante, teste presumevano, su nel palazzo, di fare a modo proprio. Donna Vanna era dunque del [...]

[...] diede la coscienza dei suoi diritti e delle sue qualità. Non era vero che ella fosse povera: la principessa poteva disporre solamente della metà [...]

[...] dovevano restar scapoli. L'abolizione del fedecommesso li aveva rallegrati, poichè in casa loro non c'era: istituito il maiorasco, avevano tentato [...]

[...] di ottenerlo, senza riuscirvi. Nondimeno tutto era andato egualmente al primogenito: don Paolo, il padre di Benedetto, era ricchissimo, mentre [...]

[...] all'opposizione dei parenti s'era impennata, come ogni Uzeda dinanzi alla contraddizione, ed aveva giurato a donna Vanna che avrebbe sposato Giulente a [...]

[...] qualunque costo; udendo adesso il monaco parlarle dei suoi diritti, dimostrarle che ella era più ricca di quanto credeva, istigarla a far valere la [...]

[...] chinava il capo agli argomenti che don Blasco le ripeteva; ma sul punto d'impegnarsi a dire il fatto suo a Giacomo, la paura l'arretrava. Era [...]

[...] lite!....» Egli era 89 veramente un buon giovane, studioso, un po' esaltato, infiammato dalle dottrine liberali dello zio, bruciante d'amore [...]

[...] , oh?... Parlare a Giacomo, prendere le parti di quei nipoti centro quell'altro, era veramente impossibile a don Blasco. Egli si sarebbe così [...]

[...] questo era ciò che egli voleva. Così per esempio il principe, solo fra tutta la «mala razza» (come il Benedettino chiamava i suoi nei momenti [...]

[...] d'esasperazione, cioè quasi sempre) gli era stato dinanzi obbediente e sommesso, gli aveva dato ragione nella lotta contro la principessa; ora don [...]

[...] s'era messo con lui non già per affezione o per rispetto, ma per semplice tornaconto. Il principe Giacomo, infatti, aveva avuto le sue ragioni per [...]

[...] aveva desiderato e quanto più le costava, donna Teresa glie ne aveva voluto tanto meno. Alla nascita di Lodovico era rimasta ancora indifferente e [...]

[...] principessa aveva riposto tutto il suo affetto, un affetto cieco, esclusivo, irragionevole, sopra Raimondo. E la protezione della madre era molto più [...]

[...] , Raimondo era colmato di regali, otteneva ragione su tutti, faceva legge dei proprii capricci. Così cominciarono le risse tra i due fratelli, e [...]

[...] brandelli quando l'altro pareva un figurino. Se Raimondo esprimeva un'opinione, subito era secondato, o per lo meno non deriso; Giacomo non potè [...]

[...] disporre di nulla. Uno dei suoi più lunghi desiderii era stato quello di far atto di padrone, in casa, riadattando a modo suo il palazzo: la madre [...]

[...] quattro o cinque diversi pezzi di fabbrica messi insieme, poichè ognuno degli antenati s'era sbizzarrito a chiuder qui finestre per forare più là [...]

[...] cornicione. Dentro, il disordine era maggiore: porte murate, scale che non portavano a nessuna parte, stanze divise in due da tramezzi, muri buttati a [...]

[...] . Il più grande rimescolamento era stato quello operato da suo padre, il principe Giacomo XIII, quando costui non sapeva come buttar via i [...]

[...] quattrini; e quella «testa di zucca» di donna Teresa, invece di pensare all'economia, non s'era divertita a sciuparne degli altri in altre bislacche [...]

[...] in bestia specialmente per questo; che il figliuolo sempre contrariato, era tutto sua madre: autoritario, cupido, duro, almanacchista come lei [...]

[...] fisicamente: Raimondo era più che bello, Giacomo quasi brutto. Nella Galleria dei ritratti si potevano riscontrare i due tipi. Tra i progenitori più [...]

[...] lontani c'era quella mescolanza di forza e di grazia che formava la bellezza del contino; a poco a poco, col passare dei secoli, i lineamenti [...]

[...] Blasco, o un'estrema magrezza come quella di don Eugenio, deturpava i personaggi. Fra le donne 92 l'alterazione era più manifesta: Chiara e [...]

[...] continente, con certi suoi criterii particolari, uno dei quali era che la sposa non dovesse aver madre. Cercò parecchi anni e nessuna la contentò [...]

[...] , cugina del Cassinese. Tuttavia, parendo troppo a lei stessa che Raimondo prendesse moglie prima di Giacomo, il quale a venticinque anni era ancora [...]

[...] sorella della madre, e s'era messo in testa di sposarla, quantunque la dote di lei fosse infinitamente più scarsa di quella della Grazzeri; ma la [...]

[...] principessa, un poco appunto per questa considerazione della maggiore ricchezza, un poco perchè non era mai andata d'accordo con la sorella, anzi [...]

[...] Grazzeri. Giacomo non era più ragazzo, da obbedire alla madre per paura di castighi o di busse; ella aveva però un'arma più potente in mano, essendo [...]

[...] imminente di quest'ultimo confermavano la minaccia, facevano sospettare che ella l'avrebbe compiuta. Il principe che fino a quel punto non era riuscito [...]

[...] ad altro fuorchè ad evitar contatti e vicinanze, con la manìa della nettezza e l'incubo dei contagi. Era del resto una creatura mite, senza volontà [...]

[...] cugina; Raimondo invece non voleva nessuna, era deciso di non ammogliarsi. Le moine e le preferenze usategli dalla madre avevano destato in lui [...]

[...] appetiti insaziabili di piaceri e di libertà; ma la protezione della principessa pesava quasi quanto la sua avversione, tanto ella era dispotica in [...]

[...] madre gli dava in un anno. Solo a lui, anche, era stato consentito di arrivare sino a Firenze, ma quella rapida corsa, mettendo in corpo al [...]

[...] fra tutti poteva dirle in faccia: «Non voglio!» Il matrimonio era la catena al collo, la schiavitù, la rinunzia alla vita che egli sognava: a [...]

[...] nipote che s'era ficcato in testa di sposare la cugina Graziella, la figlia d'un'altra Risà! e sulla cognata che gli dava invece «per forza» una [...]

[...] , era la scelta della sposa. Fra tanti partiti che le erano offerti, quale aveva preferito sua cognata? Quello proposto da Padre Dilenna, nemico [...]

[...] don Blasco era borbonico sfegatato e padre Dilenna, al Quarantotto, aveva fatto galloria con gli altri liberali per la cacciata di Ferdinando II [...]

[...] , anzi la sua propria cugina, era veramente un po' troppo forte. Quel che don Blasco fece e disse, a palazzo; le seggiole che rovesciò, i pugni che [...]

[...] quel che le era piaciuto; e che lo stesso suo marito non s'era mai arrischiato di dirle una parola più forte d'un'altra. «Sapete dunque che c'è [...]

[...] tentazione. Non era parsa mai donna, nè di corpo nè d'anima. Quando, bambina, le sue compagne parlavano di vesti e di svaghi, ella enumerava i [...]

[...] . Con 99 quella miseria, donna Ferdinanda s'era proposta d'arrivare alla ricchezza. Tutti i suoi pensieri d'ogni giorno e d'ogni notte furono [...]

[...] , cioè li raddoppiava, li triplicava, tanto genio degli affari aveva naturalmente, tanto era accorta, e dura, inesorabile quando si trattava di [...]

[...] , più cavillosa d'un patrocinatore, se le toccava ricorrere alla giustizia. Tanto era avara, anche; giacchè non spendeva per sè più dei due tarì al [...]

[...] principessa, i sarcasmi coi quali punzecchiava l'avarizia della cognata; giacchè la propria era naturalmente legittima ed ammirabile. Quanto a [...]

[...] asprezze della cognata e del fratello. Le conveniva, pel momento, tacere, giacchè era e voleva continuare ad esser ospite della principessa, finchè i [...]

[...] : nell'aver saputo cogliere la magnifica occasione. Era noto a tutti che possedeva un capitaletto, nessuno immaginava che in dieci anni avesse [...]

[...] s'era proposto di moltiplicare e che moltiplicava infatti, pazientemente, prudentemente, senza la spilorceria e le durezze di lei, era il suo [...]

[...] Calasaro, il cui figliuolo, complicato nella rivoluzione, era stato costretto a prendere le vie dell'esilio. Il padre, spogliatosi ed esaurito [...]

[...] : «Mille e cent'onze: ho una parola sola!» Così ella ebbe la casa. Era piccola, naturalmente, per quel prezzo: due botteghe 102 fiancheggianti [...]

[...] Ferdinanda: era posta ai Crociferi, che era il vecchio quartiere della nobiltà cittadina, ed essa stessa era una casa nobile, appartenendo da tempo [...]

[...] Uzeda erano, gloriosi della magnifica origine della loro schiatta; donna, Ferdinanda ne era ammalata. Quando ella parlava di «don Ramon de Uzeda y [...]

[...] famoso Mugnòs, «Teatro genologico di Sicilia,» dove il capitolo «della famiglia de Vzeda» era il più lungo, occupando non meno di trenta grandi pagine [...]

[...] fantastica; quella enfatica e bolsa prosa siculo-spagnuola secentista era la sua lettura prediletta, l'unico pascolo della sua 103 imaginazione; il [...]

[...] Cielo delle glorie militari peruenne.» Questo stile era d'una suprema eleganza, d'una straordinaria magnificenza per donna Ferdinanda, la quale [...]

[...] Calasaro, era andata via dal palazzo Francalanza e aveva messo casa, continuando a squartar lo zero ma pagandosi il lusso della carrozza. I legni [...]

[...] ; mentre prima, stando insieme coi parenti, era rimasta indifferente ai loro affari, voleva ora, lontana, ficcare anche lei il naso in tutte le [...]

[...] si parlarono mai più. Il più strano era che, non parlandosi mai, evitandosi come la peste, essi soli, in quella casa, vedevano le cose a un [...]

[...] era diventata una vipera. Non solamente quella bestia della cognata proteggeva il terzogenito in 105 odio all'erede del titolo, non solamente [...]

[...] cavaliere don Eugenio, al tempo di quelle lotte, non era in Sicilia. Destinato sulle prime ad entrare anche lui ai Benedettini come il fratello don Blasco [...]

[...] , s'era salvato adducendo la propria inclinazione al mestiere delle armi. Fu la prima menzogna che disse, per evitare il convento: non poteva [...]

[...] sentirsi chiamato ad un mestiere quasi sconosciuto in Sicilia, dove, come non c'era coscrizione e tra i popolani correva il motto: «piuttosto porco [...]

[...] compagnia delle Reali Guardie del Corpo, certo di salir subito ai primi gradi. Dopo dieci anni era appena sotto-brigadiere. Infatuato come tutti gli [...]

[...] resto egli stesso, riconosciuto di non aver raggiunto lo scopo, quantunque ai parenti scrivesse che il magro successo era da attribuire [...]

[...] la principessa non volle saperne di riammetterlo in casa — e cominciò a far commercio d'antichità. Giacomo era ammogliato da due anni, ed aveva [...]

[...] già l'aspettato primogenito; Raimondo stava a Firenze con la moglie, dove era loro nata una bambina. Neppure il duca Gaspare s'era trovato in casa [...]

[...] quell'approvazione, e più per il motivo che glie la dettava, i fulmini di donna Ferdinanda e di don Blasco. Questa ragione era d'indole tutta politica. Il [...]

[...] , colpito da una condanna capitale, s'era rifugiato a Malta, e senza specialissime protezioni e solenni impegni di non cominciar da capo [...]

[...] farsi valere nel mondo più grande di quella dei fratelli, giacchè la sua dotazione svegliava ma non appagava i suoi appetiti. Finchè era durato il [...]

[...] due acque. Al primo scoppio della rivoluzione, la paura fu più forte: dichiarando ai suoi nuovi amici che il moto era impreparato, inopportuno [...]

[...] ; il 7 Satriano entrò in città dopo un sanguinoso combattimento. Tutti gli Uzeda erano scappati alla 109 Piana, il duca s'era barricato alla [...]

[...] Pietra dell'Ovo perchè era opinione generale che i Napoletani si sarebbero pre- sentati dalla parte opposta, cioè dalla via di Messina. Invece, essi [...]

[...] liberali andò infamato col nome di Libro nero, protetto ancora più dal suo proprio nome, perchè era impossibile che un Uzeda avesse potuto dite sul [...]

[...] dell'Ovo. L'affare della firma era conosciuto da pochi, dai capi; la storia della Pietra dell'Ovo si diffuse tra i gregarii e corse in mezzo al popolo [...]

[...] Satriano; che all'entrata del conquistatore in città, egli s'era messo al suo fianco. Don Lorenzo Giulente, rimastogli amico, ebbe un bel difenderlo [...]

[...] animi amareggiati dal disinganno, chiedevano un capro espiatorio; e come Mieroslawski, il polacco comandante della piazza, era stato accusato di [...]

[...] dei conti, egli non aveva preso nè gradi, nè stipendi, nè appalti dalla rivoluzione: era stato a vedere, aspettandone la riuscita; mentre tanti [...]

[...] Palermo. Lì, il partito d'azione, vinto egualmente, era tuttavia meno depresso: le speranze non eran morte o cominciavano a risorgere. Passata la [...]

[...] , con più prudenza, al giuoco di prima, arrivò tuttavia a Catania la voce che egli era nei comitati agitatori e in corrispondenza cogli emigrati, e [...]

[...] comitati locali, comprendendo finalmente che quella era la buona via; che uno come lui, senza fede e senza coraggio, non poteva far valere altri [...]

[...] era borbonica d'istinto, ma non s'occupava di politica, avendo altro da fare; poi, come le era piaciuto che la sposa non potesse vantare una [...]

[...] buone disposizioni. Tornato in patria, adesso, per la morte della cognata, egli era accolto quasi in trionfo, la gente traeva a lui in processione [...]

[...] . Non solo nessuno parlava più dei fatti vecchi di sei anni; non solo egli era considerato come una delle speranze del partito; ma il lungo [...]

[...] dall'Intendente e le restituiva, e non aveva scrupolo di mostrarsi in compagnia dei più ferventi borbonici; ma questo non gli era posto più a debito [...]

[...] duca, un po' Raimondo, un po' lo stesso principe; quel giorno erano fuori tutti e tre, più Lucrezia e Matilde. E il ragazzo era la disperazione di [...]

[...] della casa, non se ne fosse ancora sbarazzato. Veramente, fin da quando la principessa era caduta inferma, l'amministratore aveva mutato tattica [...]

[...] Francalanza, era divenuto più importante di prima. Giacomo dava punti alla madre quanto a diffidenza e a vigilanza: teneva tutte le provviste sotto [...]

[...] gli ospiti, era considerevole e il trattamento più lauto: mangiavano adesso quattro piatti; mentre ai tempi della madre se ne facevano tre per [...]

[...] era diventato ricco della dote della moglie, la principessa, facendosi dare dal figlio la sua parte di spesa, aveva continuato a ordinare a modo [...]

[...] suo, e il principe, fedele al proposito di mostrarsele obbediente, era rimasto zitto. Così pure 115 egli non aveva potuto eseguire nel palazzo [...]

[...] , tanto era dolce di comando e largo di mano. — Signore davvero, di modi e di pensieri.... Non come l'amico.... — L'amico è volpe vecchia [...]

[...] arriva.... Il principino comprese che lo mandavano via. A sei anni, era curioso più di don Blasco. I maneggi dello zio monaco, il continuo [...]

[...] soltanto per amore dei figli, si stringeva al petto e baciava furiosamente il suo Consalvo anche se questi non era troppo netto, e con tanto [...]

[...] domandò se il duca era rincasato, e udendo che no, diede ordine che dessero in tavola appena arrivato lo zio. Poi se ne andò a chiudersi nel [...]

[...] , quando carpiva l'occasione, faceva man bassa in camera della zia. Salito dunque lassù, a quell'ora che era sicuro di non essere sorpreso, il [...]

[...] continuò a guardarsi intorno, a cercare febbrilmente sotto il letto, sotto l'armadio, nella specchiera. Questa era una piccola tavola ricoperta di [...]

[...] tela ricamata: sollevatone un lembo, apparve la cassetta. Lì dentro, in mezzo a vecchi pettini, a scatolette vuote di pasta di mandorle, c'era [...]

[...] .... Raimondo non era ancora rientrato quando tutta la famiglia, con l'assistenza di don Mariano, prese posto a tavola. Lucrezia aveva gli occhi ancora [...]

[...] Matilde, egli smetteva a tavola la ciera accigliata, per corteggiar lo zio. Non era la prima volta che il desinare cominciava senza Raimondo, e al [...]

[...] toccavano a suo marito. Forse era questa la sua grande colpa: l'amore che portava a Raimondo!... Lo amava fin da quando lo aveva visto, da prima [...]

[...] realtà aveva superato le sue stesse imaginazioni; tanto era fine, lo sposo suo, e leggiadro, ed elegante, e splendido; ed ella che non aveva [...]

[...] conosciuto da vicino altri uomini, che s'era nutrita unicamente di sogni, di poesia, di fantasia alta e pura, gli aveva dato tutta l'anima, per [...]

[...] che dividevano quella famiglia, il giorno che vi era entrata come in un'altra famiglia sua propria: tanto più grande era stato il suo stupore, il [...]

[...] nessuno quanto lei stessa lo metteva tanto alto; ma non le aveva giovato sentirsi e farsi umile dinanzi a lui e ad essi: l'astio non s'era placato [...]

[...] .... La madre di Raimondo, per idolatria del figlio, era gelosa di lei: riuscita ad ammogliarlo, ad assicurargli la dote, aveva umiliato la nuora [...]

[...] principessa che l'aveva voluta in quella casa o in odio a Raimondo che la madre proteggeva. Così ella s'era vista bersaglio di quei parenti ai [...]

[...] quali era venuta con animo confidente e cuore affezionato; e lo scoprire che il loro astio era tanto acre contro di lei quanto contro Raimondo [...]

[...] a vivere a Firenze; nè la contraria volontà della madre gli era d'ostacolo; alla moglie che per non discostarsi troppo dai suoi glie la rammentava [...]

[...] avere maggior peso per lei del desiderio del marito? E quel desiderio non era forse 123 legittimo; il suo Raimondo non era chiamato a figurare [...]

[...] modi un po' bruschi, l'insofferenza della contraddizione, tutti i piccoli difetti di un figliuolo troppo vezzeggiato, si mostrava qual era anche [...]

[...] a Firenze, ma quest'ultima risoluzione di Raimondo era stata causa della più viva opposizione del barone che voleva vicina la figlia e, giudicando [...]

[...] consiglio era stupido, perchè i viaggi appunto costano un occhio del capo; e lasciando in asso il suocero aveva dichiarato alla moglie, con brutte [...]

[...] , ella aveva dovuto ricorrere all'espediente di cui s'era avvalsa tante volte, bambina: dirgli che il disegno di vivere un pezzo in Toscana era [...]

[...] , in una città dove, non che un parente, non aveva da principio neppure una conoscenza, ella era rimasta lun-ghissime ore, tanti e tanti giorni [...]

[...] , ad aspettarlo invano. Lì aveva pianto le sue prime lacrime, quando s'era vista trascurata; lì s'era nascosta per piangere, giacchè egli o la [...]

[...] , che non faceva poi nulla di male, che i gusti delle persone sono naturalmente diversi, ella aveva represso il proprio dolore, si era persuasa del [...]

[...] bel cielo, non parlava unicamente di pace e d'amore?... Ahimè! Più presto che non credesse, ella s'era accorta del proprio inganno. Già da [...]

[...] era proposto? Ingenuamente, il barone non aveva detto che Raimondo era andato in Toscana per far piacere a Matilde?... Ella aveva così apprestato [...]

[...] per tutto saluto disse: «Ancora a tavola?» e non parve neppure accorgersi di Matilde.... Che era mai, pensava ella, la ostentata trascuranza di [...]

[...] costoro, a paragone della guerra mossale, anni addietro, dalla principessa? Non era bastato farsi da parte, non esprimer mai volontà, nè desiderii [...]

[...] sgarbi fatti alla sua creatura, la principessa s'era messa a perseguitare con speciale accanimento la nipotina. Raimondo pareva non accorgersi di [...]

[...] nulla, l'abbandonava più a lungo che a Firenze, non credendo di lasciarla sola poichè ella restava «in famiglia;» e il tormento di quella vita era [...]

[...] essere Raimondo; tutti lo compresero, rispondendo che non s'era ancor visto, che forse era rimasto a desinare da qualche amico. - Avrebbe potuto [...]

[...] avvertire.... - osservò il principe. E quantunque quell'osservazione fatta con tono severo, senza riguardo per lei che era sua moglie, ferisse [...]

[...] Matilde, un'altra voce ora le diceva: «È vero! Ha ragione!...» Ella stessa, tornata a Firenze, in quell'asilo che le era parso di pace e di felicità, non [...]

[...] , s'era sentita struggere d'ambascia e di paura, non sapendo che cosa gli fosse accaduto, temendo sempre, con l'inferma imaginazione, pericoli e [...]

[...] consolarla, ella doveva perfino nascondere le proprie torture al padre, scrivergli che era contenta e felice, perchè egli non venisse a chieder [...]

[...] conto a Raimondo di quella condotta, perchè tra quei due uomini non scoppiasse la guerra!... E ancora una volta ella s'era messa a sperare nel [...]

[...] partire; ma vedendolo, sordo alla voce della morente, sordo alle stesse ragioni dell'interesse, restare a Firenze, l'angoscia di lei s'era [...]

[...] fremito; ella era madre un'altra volta - fredda, cattiva madre, se non tripudiava a quella scoperta; ma come avrebbe potuto gioirne, quando il [...]

[...] ciarlare tutta la città con la sua vita sbrigliata, ella domandava tra sè, con lungo sconforto: «Quando, dove avrò pace?...» 129 Il desinare era [...]

[...] buon appetito. Ù Alla domanda del duca, rispose che gli amici lo avevano trattenuto, che non s'era accorto dell'ora tarda. - Del resto, qui desinate [...]

[...] coerede ed ai legatarii? Non era forse quella la prima volta che egli teneva a qualcuno della famiglia un discorso di quel genere? 130 - Ora [...]

[...] perchè era mio dovere informarla, secondariamente perchè Vostra Eccellenza ne tenga parola a Raimondo. Se questi debiti hanno da pagarsi, e pur [...]

[...] , degli esempii che hanno dato, della diffidenza e del gesuitismo eretti a sistema.... Era veramente concitato, parlava violentemente, aveva [...]

[...] lungo e in largo, non udiva neppure quel che dicevano intorno a lui. Era arrivata la cugina Graziella, la quale cicalava con la principessa, con [...]

[...] Teresa aveva trionfato di lei e del giovane. Invece che principessa, s'era chiamata semplicemente la signora Carvano; ma quantunque il cugino [...]

[...] dopo la morte di donna Teresa, specialmente, donna Graziella era quasi diventata una persona della famiglia; tutti i giorni e tutte le sere a [...]

[...] , le dava del freddo voi; ma era perfino incapace di provare gelosia o qualunque altro sentimento per lei come per ogni persona, tanto la naturale [...]

[...] figli. Quel pomeriggio appunto, dopo tavola, la balia era venuta a dirle che la bambina tossicchiava un poco; cosa da nulla, certo; ma ella se [...]

[...] polveri e di decotti alla figlioccia, assicurando però che il male non era grave, sgridando nondimeno la balia che aveva dovuto lasciare il balcone [...]

[...] , tutta riconfortata, dimenticata a un tratto la tristezza d'un'ora innanzi, lo seguiva con lo sguardo ridente. Era così fatta che una parola, un [...]

[...] , ripeteva le declinazioni al cavaliere don Eugenio, il quale s'era costituito suo maestro, tra gli applausi dei lavapiatti ad ogni risposta [...]

[...] Fernanda era scoppiata in una risata che non finiva più, che si risolveva in spruzzi di saliva tutt'in giro. Il cavaliere rimase a bocca aperta [...]

[...] stati il forte dell'antica nobiltà. - Il forte? - esclamava la zitellona. - Ma fino ai miei tempi era vergogna imparare a leggere e scrivere [...]

[...] ! Studiava chi doveva farsi prete! Nostra madre non sapeva fare la propria firma.... 137 - Era forse una bella cosa? - obbiettò don Eugenio. - Non [...]

[...] il principino. - Potevano passarci quando non era l'ora della passeggiata del principe, - rispose donna Ferdinanda. - Se usciva lui, tutti si [...]

[...] signori, a quei tempi.... non come ora, che dànno ragione agli scalzacani!... La botta era tirata al duca che rientrava in quel momento nella Sala [...]

[...] l'armeggio dello zio monaco, non stava fermo un momento, chiedeva continuamente che ora fosse. Voleva andar fuori? Aspettava qualcuno? Ella era [...]

[...] . L'entrata di quest'ultima mise sottosopra la società; il principe che ordinariamente non era molto galante con le signore, le andò incontro fino [...]

[...] della parata della regina, di cui quel giorno era il natalizio; Fersa del colera, della quarantena di dieci giorni decretata allora allora contro [...]

[...] : - Questa è l'impresa di Crimea! Il regalo dei fratelli piemontesi, capite?... Il duca, quasi non comprendesse che l'allusione era diretta a lui [...]

[...] , ripigliava il discorso della guerra interrotto a tavola, diceva che Cavour l'aveva sbagliata. La 139 via era un'altra: raccogliersi [...]

[...] colera, scrollava il capo: - Se a Napoli hanno ordinato di spargerlo un'altra volta.... Come credeva alla jettatura, era incrollabile [...]

[...] malinconie! - diceva frattanto Raimondo a donn'Isabella, a fianco della quale s'era seduto. - Andrete alla serata di gala? - Sì, conte; abbiamo [...]

[...] che, in qualità di Gentiluomo di Camera, era stato invitato nei palchi dell'Intendente. Ma egli aveva da concludere un affare, quella sera: la [...]

[...] entrò nella sala. Era così turbato in viso e si capiva così chiaramente che portava una cattiva notizia, che ognuno tacque. - Non sapete [...]

[...] s'era mutato, ma al contrario di Giacomo, in peggio; era diventato nervoso, irascibile, verboso e di buon umore solo quando donna Isabella veniva a [...]

[...] , l'intrinsichezza delle due famiglie si strinse ancora più in quei giorni. Fersa, che era stato sempre lieto e superbo di venire al palazzo [...]

[...] chiamare gelosia il sentimento che le ispirava: se Raimondo, galante con tutte, stava attorno a costei che tutti gli uomini accerchiavano, non era già [...]

[...] , non potè accertarsene coi propri occhi? Donna Mara Fersa era una donna un po' all'antica, senza ombra d'istruzione, poco fine d'educazione anche [...]

[...] Palermo e vista l'Isabella Pinto, orfana di padre e di madre, l'aveva chiesta su due piedi, innamoratissimo, allo zio materno dal quale era [...]

[...] figlio era cotto dell'Isabella, e questa pareva più cotta di lui, aveva finalmente consentito. Così la nuora palermitana, elegante, istruita e [...]

[...] , pareva scontenta di lei, vergognosa della sua ignoranza e della sua semplicità. Era una cosa tanto sottile, che Matilde quasi incolpavasi di [...]

[...] antipatico alla contessa. Per altro, questa era sicura di non dover sopportare troppo a lungo la compagnia di lei. La necessità di sistemar gl'interessi [...]

[...] , inquieta per la lontananza del padre e della bambina, ella gli aveva domandato le sue intenzioni; ma suo marito non s'era ancora deciso. L'anno [...]

[...] in tempo d'epidemia; per questo ella era quasi sicura che sarebbero presto passati nel continente, prendendo con loro la bambina per via [...]

[...] di non potersi mettere in viaggio adesso che il male era scoppiato, anche per riguardo della gravidanza di lei. Frattanto il barone le scriveva da [...]

[...] colera era alle porte di Catania, e ingiunse alla figlia di non perder tempo e anche di lasciar solo Raimondo se questi rifiutavasi di accompagnarla [...]

[...] al Belvedere; il duca aveva continuato a rifiutare, adducendo gli affari che lo chiamavano alla capitale, la maggior sicurezza che c'era lì [...]

[...] principe venne a dire che il primo caso s'era manifestato in città, che le strade si chiudevano, che bisognava subito partire pel Belvedere - dove [...]

[...] anche i Fersa sarebbero venuti.... La villa Francalanza, al Belvedere, era tuttavia nello stato in cui trovavasi tre mesi addietro, al momento [...]

[...] , donna Ferdinanda, il cavaliere don Eugenio, Raimondo e sua moglie. Ferdinando non aveva voluto sentirne di lasciar le Ghiande: c'era rimasto pel [...]

[...] 147 Priore don Lodovico erano già scappati, con tutti i monaci di San Nicola, a Nicolosi. La villa degli Uzeda era tanto grande da capire un [...]

[...] colore; la distribuzione interna pareva l'opera d'un pazzo, tante volte era stata mutata. Altrettanto avevano fatto dell'annesso podere. Un tempo [...]

[...] , sotto il principe Giacomo XIII, questo era quasi tutto un giardino veramente signorile; amante dei fiori, il principe aveva sostenuto per essi una [...]

[...] . Era d'eccellente umore e trattava benissimo i suoi ospiti; faceva una corte devota alla zia Ferdinanda, usava molte cortesie al fratello ed alle [...]

[...] di lui era Lucrezia, poichè i Giulente, che in città non avevano casa propria, possedevano una delle più graziose ville del Belvedere, e venuto [...]

[...] . Contentone era anche il marchese, e Chiara non capiva nella pelle, poichè i sintomi della gravidanza si confermavano; marito e moglie s'angustiavano [...]

[...] ospiti ci stava a suo costo. Ma il più contento di tutti era il principino; mattina e sera nella vigna, nel giardinetto, a zappare, a trasportar terra [...]

[...] Eugenio lo contristava adesso peggio che in città con le sue lezioni. Il ragazzo, quando stava attento, comprendeva tutto, però il difficile era [...]

[...] voleva andare nè all'uno nè all'altro posto, e la minaccia era tale che egli si decideva a fare asteggiature e a recitare le declinazioni; in [...]

[...] Pompei, per discoprire il sepolto paesuccio ed arricchirsi con le monete e gli oggetti che avrebbe sicuramente rinvenuti. Il secreto era necessario [...]

[...] tutta la sera, mentre gli altri chiacchieravano o giocavano. A poco a poco una società numerosa s'era venuta raccogliendo in casa del principe [...]

[...] Bosco etneo: la cugina Graziella, che era alla Zaffarana, mandava biglietti o ambasciate coi carrettieri quasi tutti i giorni, per sapere come [...]

[...] , dalla Tardaria, non scriveva, perchè il duca, nel trambusto dell'improvvisa scappata, era diventato furioso. La pazzia, nel ramo dei Radalì, era [...]

[...] che se ne intendevano, parlando di mutui, d'ipoteche, di crediti da poter accordare, di fallimenti da temere; e mentre 154 era stato capace [...]

[...] : solo il pensiero che le aveva adoperate per amor di quell'altra era il suo cruccio. Che non amasse la figlia, che fosse ingiusto verso il suocero e [...]

[...] determinato, o aveva continuamente mutato d'oggetto, poichè egli faceva la corte a quante donne vedeva; ella stessa poi s'era fino ad un certo [...]

[...] donne che si pagano.... Che vergognoso dolore era stato il suo, nel vedersi ridotta al punto di doversene rallegrare! Eppure, ella invidiava ora le [...]

[...] certo pudore nelle sue tresche; s'era quasi studiato, a momenti, di farselo perdonare, tornando ad ora ad ora buono con lei; adesso sfrenavasi fino [...]

[...] arroventate dal sole, in mezzo a nugoli di polvere calda e soffocante! Ella era nella stessa carrozza con Chiara, Lucrezia e il marchese, e la vista delle [...]

[...] cure che questi prodigava alla moglie faceva più acuto il suo dolore. Raimondo non s'era voluto metter con lei, l'aveva lasciata sola in quella [...]

[...] tenero nome d'amica e l'abbracciava e la baciava mentre le portava via il marito? Egli stesso non era falso altrettanto? Quante menzogne! Aveva anche [...]

[...] rammentava più come e quando fosse entrata alla villa.... Lì, era cominciata per lei una vita di trepidazione continua. Ad ogni istante aveva [...]

[...] creduto di vedersi comparire dinanzi la Fersa: tutte le volte che Raimondo era andato fuori, aveva pensato: «Adesso è con lei...» e il non vederla, il [...]

[...] di divertirsi al Belvedere! Non le era accaduto sempre così, che tutto quanto aveva fatto contro voglia, per obbedire agli altri, le era poi stato [...]

[...] addebitato, da tutti, conio capriccio colpevole? Non era ella una di quelle creature disgraziate che non riuscivano a nulla di bene, destinate [...]

[...] travagliava alla fine anche il suo corpo. Era da un pezzo buttata sul letto, con gli occhi e la mente fissi nelle tristi visioni del passato, nelle [...]

[...] paurose previsioni dell'avvenire, quando fu picchiato all'uscio. - Cognata?.. - era la voce del principe. - Che fate? Perchè non venite giù? C'è [...]

[...] molta gente, stasera.... si giuoca.... Ella levossi, acconciò con mano tremante i capelli 157 scomposti, e discese. Quell'altra era finalmente [...]

[...] rapidamente nel salone zeppo: non c'era. Però, aveva appena preso posto accanto alle cognate, che la udì nominare: qualcuno diceva: - .... la casina [...]

[...] . - Ma i Fersa dove se ne sono andati? Era proprio Raimondo che faceva questa domanda? Non sapeva dunque dov'era colei? - Nella campagna di Leonforte [...]

[...] , serpeggiava qua e là senza forza. Alla villa Francalanza continuava la vita allegra; tutte le sere conversazione e giuoco. Raimondo era adesso il più [...]

[...] sorelle, non era meglio togliersi al più presto quel peso di su le spalle?» Avrebbero fatto un poco d'economia per raccogliere le sedici mila onze [...]

[...] due, per la divisione. E a nessuno di quei ragionamenti del fratello, Raimondo trovava nulla da obbiettare: «Va bene, va bene,» era la sua [...]

[...] meritava la sua sciocchezza: bestia, bestione, tre volte bestionaccio!... Il monaco era talmente fuori della grazia di Dio, che quando Roccasciano [...]

[...] al corruccio del Signore per le nequizie dei tempi. Tutti lagnavansi dell'ostinata siccità, perchè in tre mesi di torrida estate non era caduta [...]

[...] diversi, incapaci di stare insieme, come cani e gatti. Però tutti riconoscevano che la colpa era di don Blasco: don Lodovico, con la sua natura [...]

[...] , la scissura era dispiacevole: gli amici di casa, i frequentatori del convento ne parlavano con dolore. Non ne parlava affatto Frà Carmelo, il [...]

[...] spiegava al nipotino la storia. Quando Consalvo era stanco di molestare le persone e le bestie, se ne veniva infatti dalla zitellona e le diceva [...]

[...] cometa voleva dire chiarezza di fama e di gloria; il capriolo rappresentava gli sproni del cavaliere. Lo stemma piccolo in mezzo al grande era [...]

[...] condotta dell'imbelle antenato, per la zitellona, era altrettanto lodevole quanto quella degli altri che avevano attaccato lite con tutti per niente [...]

[...] - ma, egli, più fino di loro, che fece? Offrì al re un dono di 30 mila scudi, e così restò al suo posto; per poco, però. Era naturale che non lo [...]

[...] oltrepassassero la rendita di onze 200 castigliane, nè somme di denaro superiori a 2 mila fiorini di Firenze; era loro egualmente proibito di [...]

[...] santa in cielo: la Beata Ximena. Era vissuta tre secoli e mezzo addietro; maritata dal padre, per forza, al conte Guagliardetto, terribile [...]

[...] stemmi, quelli dei Radalì, dei Torriani, il ragazzo domandava alla zia perchè non c'era quello della zia Palmi, la zitellona rispondeva, secco [...]

[...] centinaio e che qualche caso sparso inquietasse le campagne. Ci fu una nuova scappata di gente; la vigilanza al Belvedere era continua perchè non [...]

[...] posti di guardia. Un giorno, saputosi che a Màscali c'era gente ammalata di colera, i carri e le carrozze provenienti di lì non furon lasciati [...]

[...] ?... Donna Clorinda era la vedova del notaio Limarra famosa per l'allegria dimostrata in gioventù ed ora, nella maturità prossima al disfacimento, per la [...]

[...] nobili, era stata, più di dieci anni addietro, la prima conquista di Raimondo; lasciata la madre, egli aveva poi ruzzato con la figliuola, ma [...]

[...] di servizio le rivelavano gli antichi amori del marito. Poteva ella credere alla nuova tresca con la figlia dell'antica amante? Non era questo [...]

[...] cessò dopo un'ora, Raimondo non tornava ancora.... Non gli altri maligni, ma egli stesso era bugiardo e incestuoso: poteva più dubitarne? Quella [...]

[...] ?...» Ed era vero: la sua gelosia era tanto più umiliata, quanto più ella riconosceva di non piacere a suo marito, ora specialmente che la [...]

[...] : tutto era inutile! egli la sfuggiva, la tradiva, per chi?... E l'aveva costretta ad abbandonare la sua bambina, e l'aveva esposta ai rimproveri [...]

[...] , nonostante le assicurazioni di lei. Guarito dell'infreddatura, egli non ebbe più nulla; però non era ancora del tutto ristabilito che pretese andar fuori [...]

[...] con cui la trattava non fosse stata una nuova prova che egli aveva qualcosa da farsi perdonare.... Ebbene, che le importava, se era per questo [...]

[...] . Il Priore gli stava alla destra, il principe alla sinistra: Consalvo era andato ad affacciarsi all'inferriata, guardava giù nel chiostro [...]

[...] terrazza al piano superiore come l'altro; anch'esso era coltivato: tutt'un boschetto d'aranci e di cedri dal fogliame scuro che i frutti d'oro [...]

[...] divertirai, con tanti compagni... Consalvo chinava il capo, lasciava che dicessero. La curiosità del primo momento gli era passata, sentiva adesso [...]

[...] metterlo lì dentro. E Frà Carmelo era stupito della sua franchezza: tutti gli altri ragazzi, il primo giorno, avevano gli occhi rossi, dicevano [...]

[...] contro l'ignoranza e la mala educazione del pronipote, il monaco era montato in bestia quando il principe aveva deciso di metterlo a San Nicola. Ce lo [...]

[...] pagarli, e questo era il solo e vero motivo della deliberazione: risparmiare i baiocchi; perchè ai Benedettini non solamente non si pagava nulla, ma le [...]

[...] cappella. Finito di pregare tornavano tutti nelle loro camere, facevano una colazione frugale perchè il pranzo era a mezzogiorno, e ripassavano le [...]

[...] corale, le domeniche. A terza, dopo le lezioni, c'era la messa, che scendevano ad ascoltare in chiesa: la più grande di Sicilia, tutta marmo e [...]

[...] abitudini del convento ed era il più diavolo di tutti, spesso arrampicavasi su quel muro, tentava scavalcarlo e andarsene nella sciara; ma allora il [...]

[...] per le preghiere della sera. Frà Carmelo teneva loro compagnia, badava che non mancassero di nulla, e quando non c'era da fare, li svagava [...]

[...] Santo 179 Chiodo; la rivoluzione del Quarantotto, quando San Nicola era servito di quartier generale a Mieroslawski; la venuta del re Ferdinando [...]

[...] Errico, avevano eretto il primo convento di San Leo. San Leo era uno dei tanti crateri spenti del Mongibello, tutto coperto di boschi e sei mesi [...]

[...] meno a disagio, cominciarono ad andare anche parte dei monaci sani. A San Leo, intanto, oltre il freddo c'era un altro spavento, quando la [...]

[...] : la neve, 180 se non per sei mesi, vi cadeva copiosa in inverno, e il freddo era ancora troppo pizzicante; tanto che gli ammalati bisognò [...]

[...] portarne a compimento una metà, i lavori durarono fino al 1735. La ricchezza dei Padri era pervenuta al sommo: settantamila onze l'anno, e certi [...]

[...] fossero parte della sua famiglia. 181 Conosceva i feudi, le tenute e i poderi meglio di tutti i Cellerarii di campagna, ciascuno dei quali era [...]

[...] raccolto, tutti ricorrevano a lui. Il principino era adesso la sua più grande affezione: egli se lo teneva vicino più che poteva, gli regalava [...]

[...] dolci e balocchi, lo vantava all'Abate, al Maestro dei novizii, agli zii ed a tutti. Il ragazzo, veramente, era troppo vivace, faceva il prepotente [...]

[...] rappresentanti delle prime famiglie non solo della Val di Noto, ma di tutta la Sicilia, perchè in tutta la Sicilia c'era solo un altro convento di Cassinesi [...]

[...] , a Palermo, e così inferiore in grandezza, ricchezza ed importanza, che mandavano li da Catania i monaci stravaganti, per punizione. L'Abate era [...]

[...] un gran signore napoletano, il secondogenito del duca di Cosenzano; da Monte Cassino era venuto anche il Padre Borgia, romano, di quella famiglia [...]

[...] era andata in fumo; essi portavano da quel momento il lutto della speranza perduta. C'era invece una bambina di sei anni che guardava il monachino [...]

[...] ; sulla grattugia, due sguatteri, agguantata ciascuno mezza ruota di formaggio, stavano un'ora a spiallarvela; il ceppo era un tronco di quercia [...]

[...] , doveva segarne due dita, perchè si riduceva inservibile, dal tanto trituzzare. In città, la cucina dei Benedettini era passata in proverbio [...]

[...] di pane; «se hanno poi da cenare, il Cellerario serbi la terza parte di detta libbra per darla loro a cena;» ma questa era una dello tante [...]

[...] antichità — come le chiamava Frà Carmelo — della Regola. Potevano forse le Loro Paternità mangiare pane duro? E la sera il pane era della seconda [...]

[...] , della tenuta di San Basile, era capace di risuscitare i morti. Padre Currera, segnatamente, una delle più valenti forchette, si levava di tavola ogni [...]

[...] cui camera era piena di ventagli e d'ombrellini che le signore gli davano ad accomodare, cominciava il giro delle sue visite; Padre Galvagno se [...]

[...] tempo, anzi, per colpa di Padre Agatino Renda, giocatore indiavolato, c'era stato un giuoco d'inferno: in una sola sera Raimondo Uzeda aveva perduto [...]

[...] cinquecent'onze, e più d'un padre di famiglia s'era rovinato; tanto che i superiori dell'Ordine, dopo aver chiuso un occhio su molte marachelle [...]

[...] , avevano dovuto finalmente prendere qualche provvedimento. Era appunto allora venuto da Monte Cassino, in qualità di Abate, Padre Francesco [...]

[...] Cosenzano, e per un po' di tempo, con l'autorità della fresca nomina, aiutato dai buoni monaci, che non ne mancavano, quel buon vecchietto era riuscito [...]

[...] Lucia non era nè indigente nè nobile decaduta e che non vantava altro titolo, per godersi la casa, fuorchè l'amicizia scandalosa di don Blasco [...]

[...] tutti gli scandali, se prima era stato lo spavento del Capitolo, da quel giorno divenne un diavolo scatenato. Per amor della pace, il povero [...]

[...] liti, non diede tregua al suo «nemico.» Giusto, l'Abate, ammirato dei severi costumi e della scienza di don Lodovico, s'era messo a proteggerlo [...]

[...] Lodovico, modello del genere, tenendosi da parte, navigando sott'acqua, era riuscito ad agguantare il Priorato. Parecchi sostenevano anzi che [...]

[...] , in fin dei conti, egli era il solo meritevole d'aspirare alla dignità abaziale; ma allora suo zio, per evitare che quel «gianfottere» si ponesse [...]

[...] quella trentina di cristiani non c'era mai un momento di pace e d'accordo. Se la quistione delle persone divideva il convento in un certo modo [...]

[...] alle mani, a proposito della fine della guerra di Crimea, del Congresso di Parigi, della parte che vi sosteneva il Piemonte. Don Blasco era [...]

[...] sarebbe scoppiato a furia di gonfiarsi come una vescica. Era più terribile ancora contro il sistema costituzionale di cui i liberali avevano l'uzzolo [...]

[...] : esclamava che il miglior atto compiuto da Ferdinando II era stato il 15 maggio, quando aveva fatto prendere a baionettate «i buffoni e i ruffiani [...]

[...] , assunto al trono di Sicilia, era venuto nell'isola, in gran pompa, traversandola da un capo all'altro, il passaggio del nuovo re era stato seguito [...]

[...] da una mal'annata come da un pezzo non si rammentava l'eguale; e nelle popolazioni spaventate ed ammiserite era rimasto in proverbio quel detto [...]

[...] loro non hanno di che mangiare, e qui disprezzano il ben di Dio e lasagne che gli piovono in bocca bell'e condite! Questo non era vero del tutto [...]

[...] principino seguiva egualmente le opinioni degli zii don Blasco e donna Ferdinanda: amico e compagno di giuoco del cugino, era suo avversario in [...]

[...] Licodìa, in mezzo alla malaria. Frà Carmelo, per questo, non s'occupava mai di politica, e quando gli domandavano se era liberale o borbonico [...]

[...] , faceva il segno della santa croce: — Vi scongiuro per parte di Dio! So molto di queste cose! Queste sono opere del Nemico! Per lui non c'era altro [...]

[...] quotidiane; ma spesso ne recitavano una sola all'intenzione di tutti quanti: il ristoro dei morti era lo stesso, e i vivi non stavano a perder tempo [...]

[...] freschetto, essi avevano ordinato, molti anni addietro, la costruzione di un altro Coro, chiamato Coro di notte, in mezzo al convento; ed anzi era [...]

[...] rappresentanti la Sacra Famiglia e gli Apostoli, era veramente irriconoscibile. Il giovedì, a terza, tutto il monastero scese in chiesa, pel Pontificale [...]

[...] , con l'Abate alla testa, a cui i novizii portavano il bacolo, la mitra e l'anello e i caudatarii reggevano lo strascico. L'apparato era quello [...]

[...] 195 lavatura; la prima era stata già fatta in sagrestia affinchè Sua Paternità per lavar quei piedi non s'insudiciasse le mani. Un mormorìo venne [...]

[...] largo tra la folla dirigendosi verso una signora. Era donna Isabella Fersa. Come tutte le altre dame, per la tristezza della Passione, vestiva di [...]

[...] nero; ma il suo abito era così ricco, tanto guarnito di gale e di merletti, da parere un abito da ballo. Arrivata tardi, non trovava un buon posto [...]

[...] moglie. La contessa Matilde, che usciva quel giorno la prima volta dopo l'infermità, era tutta bianca in viso, e l'abito di lana nera contribuiva [...]

[...] , lasciati i paramenti di festa, mettevano quelli del corrotto. Nella penombra, i ceri risplendevano con fiamma più viva, e il santo Sepolcro era [...]

[...] chierichetto, contessa.... Matilde fece col capo un gesto ambiguo. L'organo intonava il Miserere, e il canto doloroso era pieno di sospiri profondi [...]

[...] quelli del vento invernale. Pareva che il mondo dovesse finire, che non vi fosse speranza più per nessuno; Gesù era morto, 196 era morto il [...]

[...] parenti dei monaci e dei novizii era offerto un lauto rinfresco: giravano i vassoi con le tazze di cioccolatte fumante, con le gramolate e i dolci e [...]

[...] l'organo accompagnava il canto lugubre delle Tre Ore d'agonia, il silenzio era profondo; solo Raimondo, seduto accanto a donna Isabella, le diceva [...]

[...] deponeva per terra, sopra uno dei gradini dell'altare, dove un cuscino di velluto, tutto trapunto d'oro, era preparato apposta. I 197 monaci se [...]

[...] medicamenti, i vasetti di pomata, tutta la farmacia prescritta dal dottore per la povera malatuccia. Era erpete quell'infermità, dicevano; cattivo [...]

[...] espelleva il principio morboso. Ella s'era votata alla Madonna delle Grazie, le aveva promesso di vestire il suo abito fino alla guarigione di [...]

[...] crucciato, a dichiarare che non poteva restare a lungo lontano da casa sua per gli affari della divisione. Ed ella s'era appena sgravata, stava [...]

[...] , ma era la prima volta che l'abbandonava, giusto nel momento che la compagnia e l'assistenza di lui le erano più necessarie. La nuova tristezza non [...]

[...] la creatura che ella aveva portata in grembo mentre il suo cuore agonizzava, era venuta al mondo cosi debole e stremata e cagionevole che [...]

[...] paterna e il capezzale della bambina: durante quell'anno Raimondo era andato e venuto, partito e ritornato parecchie volte, ed ella aveva a poco [...]

[...] l'altra figlia Carlotta; perciò Teresina, non potendo restar sola, venne col babbo. Non era parso vero a Matilde di vedere Raimondo premuroso [...]

[...] ai Benedettini giusto per star tranquillo in casa, e invece gli disordinavano tutto, gli toccava udire strilli peggio di prima... Egli era più [...]

[...] , benchè riconoscesse che avevano ragione, soffriva di questa disparità di trattamento. Teresina sua, a sei anni, era vana come una donnina: si [...]

[...] occhi; si chiudeva in camera con Teresina, la scongiurava di star buona, si studiava di trattenerla quanto più a lungo era possibile perchè non [...]

[...] , comprendendo che egli non l'aveva dimenticata, che era di nuovo sedotto dalla sua eleganza, dalla languidezza dei suoi atteggiamenti, dai gesti [...]

[...] pareva un continuo, enorme sacrilegio. E a San Nicola, per le cerimonie della Passione, era venuta con abiti di gala, come ad un allegro spettacolo [...]

[...] gente un'assiduità che già dava argomento a mormorazioni?... Il giorno di Pasqua, piangendo di dolore e di tenerezza, ella s'era confessata con [...]

[...] alla carrozza dei Fersa: alla Marina, quando c'era musica, scendeva, lasciando le redini al cocchiere, per mettersi al loro sportello e [...]

[...] coincidenza tutta fortuita, quando essi venivano a far visita alla principessa. Il tema del suo discorso era continuamente Firenze, la vita delle [...]

[...] chiedeva continuamente a Giacomo somministrazioni in denaro, e questi non gli faceva ripetere le richieste, dimostrando tuttavia che era ormai tempo [...]

[...] , era aver denari; alle volte, richiedendone con troppa frequenza, il principe gli diceva: «Veramente, i fattori non hanno ancora pagato; abbiamo [...]

[...] «quella bestia di mia cognata era una testa di cavolo, sì, ma non al punto di lasciar debiti da una parte e di serbar quattrini 203 [...]

[...] orecchio da mercante — come non si trattasse dei loro proprii interessi! — il monaco quasi quasi era stato sul punto di dimenticare l'antica avversione [...]

[...] chiusi tutt'e due gli occhi quando ne soffriva lei stessa, non intendeva chiuderne neppure uno se era in giuoco suo figlio. L'amicizia degli Uzeda [...]

[...] quella di lei, in chiesa, al teatro ed al passeggio, forse usava a Firenze ed era una cosa elegante, di quelle che ella, educata al vecchio modo [...]

[...] , aveva fatto capire al figlio ed alla nuora che, trattando da buoni amici gli Uzeda, non c'era poi 205 bisogno che si spartissero il sonno [...]

[...] . Ella predicava ai Turchi: Mario Fersa era più che mai infatuato del principe e del conte, donna Isabella sempre insieme con la principessa, con [...]

[...] che la nuora doveva intendere alla prima, donna Mara s'era mostrata, incapace di nascondere quel che aveva in corpo, inusitatamente acre ed [...]

[...] , s'era mantenuta sulle generali, dicendo che quella vita in comune era pericolosa, che in casa Uzeda, oltre ai tanti uomini che vi bazzicavano, si [...]

[...] il giorno e 206 tutte le sere a chiacchierare o a giocare al Casino o nella barcaccia del Comunale. Egli era più che mai orgoglioso [...]

[...] visita in casa Fersa, e dopo aver visto donna Isabella dietro le vetrate, s'udì rispondere dalla cameriera che non c'era nessuno. Lì per lì, egli [...]

[...] indotto a non spingere troppo avanti le cose. Al Belvedere, pel colera, dove donna Isabella 207 doveva venire e non era poi venuta, egli s'era quasi [...]

[...] rallegrato del mancato ritrovo, divertendosi con l'Agatina Galano, quasi interamente dimenticando la lontana. Rivedutala, la tentazione era [...]

[...] risorta, e allora i piagnistei di sua moglie l'avevano resa più forte; poi l'opposizione di donna Mara aveva messo nuova esca al fuoco. Era così [...]

[...] fatto, che gli ostacoli lo eccitavano, lo rendevano smanioso e restìo come un puledro che sente il morso. Tuttavia s'era contenuto ancora, pensando [...]

[...] potuto, avrebbe fatto un eccesso come quell'avo che s'era buttato coi cavalli addosso al capitan di giustizia. Adesso, non tanto i tempi quanto le [...]

[...] principe, il quale la diede al cocchiere di donna Isabella, che gli era compare. Donna Isabella risposo immediatamente, per la stessa via [...]

[...] , querelandosi della «schiavitù» in cui era tenuta, della sospettosa «cattiveria» esercitata su lei, ringraziandolo frattanto dei suoi «delicati [...]

[...] la suscettibilità di «certe persone». Era lo stesso che dirgli: «Fate di tutto per trionfare della loro opposizione....» I due cocchieri compari [...]

[...] per tutto. Del resto, l'avvicinava ancora alla carrozza e le faceva visita al teatro, le rare volte che non c'era la suocera; perchè, sordo agli [...]

[...] ammonimenti materni, dolente degli ingiusti sospetti, il marito era con lui come prima, anzi gli faceva maggiori dimostrazioni di amicizia, quasi [...]

[...] duchessa Radalì, dai Grazzeri, più spesso dalla cugina Graziella che era divenuta grande amica di donna Isabella. Tutti poi cospiravano per non [...]

[...] pace. Ella sapeva che, a contrariarlo, Raimondo s'incaponiva peggio nei suoi capricci; che, se v'era un mezzo di ridurlo, questo consisteva nel [...]

[...] scongiurava di non farla soffrire se era vero che egli non pensava a quella donna.... — Maledetto paese! — esclamava con voce concitata suo marito. — Chi [...]

[...] dicevano sul muso, senza tardi riguardi; cantavano ai sordi però, chè il cavaliere era sicuro questa volta d'aver afferrato la fortuna pel ciuffo. Il [...]

[...] marchese e Chiara, venendo tutti i giorni a palazzo, era preciso come se non ci fossero; perchè, mentre la gente parlava d'una cosa e d'un'altra [...]

[...] padrone delle Ghiande, vi s'era sbizzarrito a modo suo; a poco a poco però il podere era caduto in rovina, ed egli se n'era accorto. Tutte le [...]

[...] , s'era messo a sperimentar la verità, schiantando gli aranci alti e rigogliosi per ripiantarli capovolti: ad uno ad uno tutti gli alberi erano [...]

[...] un fattore per lasciargli in balìa il podere, e s'era messo a fabbricare ruote ed ingranaggi. Perchè mai l'acqua nelle pompe aspiranti non andava [...]

[...] mai più su di cinque canne? Per la pressione atmosferica. Non c'era mezzo di controbilanciarla? Ed aveva costrutto un suo trabiccolo dove, per [...]

[...] , se era occupata a far segnali a Benedetto Giulente, non scendeva giù in sala. L'amoreggiamento continuava più forte di prima; in ogni sua lettera [...]

[...] quanto a Raimondo, egli era più che mai intento alla bella vita e ad inseguire donna Isabella in terra, in cielo e in ogni luogo. Pasqualino Riso [...]

[...] sulle lettere che scriveva al padre, per nascondergli il proprio dolore, per dargli a intendere che era felice... Ai primi di settembre [...]

[...] brillò nella sua lunga tristezza: all'invito del barone Raimondo rispose ordinando che preparassero le valigie. Era niente quel consenso; non [...]

[...] , nell'angustia a cui era ridotta, l'idea di andar via dalla casa degli Uzeda, di tornar da suo padre, per 213 consenso e in compagnia di Raimondo, le [...]

[...] darla a Raimondo, una cassetta piena di monete d'oro e d'oggetti preziosi: appena spirata la madre, Giacomo s'era presentato per ritirare il [...]

[...] deposito; e poichè ella aveva fatto qualche difficoltà, era tornato col signor Marco, al quale non aveva potuto rifiutarlo... Marito e moglie restarono [...]

[...] Paola non aveva più reso fecondo il loro matrimonio e che la prima gravidanza era andata in fumo, perchè essi lasciavano consumare il sacrilegio [...]

[...] moglie nè il marito osavano lagnarsi direttamente col fratello e cognato, tanto 215 era forte l'istinto del rispetto verso il capo della casa [...]

[...] : ella si chiudeva in camera con la sorella, o la tirava in un angolo, per dirle tutte le ragioni dello zio monaco, aggiungendo che lei, Lucrezia, era [...]

[...] , saputo questo, consultatasi con la cameriera, la quale disse che era tempo di farsi sentire se il principe si portava male anche col «signorino,» aprì [...]

[...] principessa, il Domenicano era rimasto, con stupore di tutti, confessore del principe come ai tempi della madre. Giacomo non solamente s'accostava [...]

[...] Cassinese; e presa un giorno a parte Lucrezia, le cominciò un lungo discorso per dirle che dichiararsi malcontenta del testamento materno era un [...]

[...] salica, portando ad esempio quel che era avvenuto nella generazione precedente. Donna Ferdinanda aveva forse avuto beni stabili? Adesso, sì, ne [...]

[...] possedeva; ma perchè, dotata di quello spirito di accorta prudenza che era tradizionale nella famiglia, aveva moltiplicato il capitale lasciatole [...]

[...] , con vocazione «esemplare», aveva rinunziato agli adescamenti del mondo per professarsi. La primogenita s'era chiusa a San Placido, nè il duca e [...]

[...] fortuna! Nella presente generazione, la regola aveva avuto due eccezioni: il conte che aveva sposato donna Matilde, Chiara che era diventata [...]

[...] di Raimondo il matrimonio era necessario, quindi gli aveva dato moglie, senza badare a sacrifizii. Per Chiara, una propizia occasione erasi [...]

[...] pensare all'avvenire di lei; ma, se questa era stata una grande disgrazia, non voleva dire che l'avvenire di lei non stesse a cuore al fratello [...]

[...] maggiore. Era strano parlare a una ragazza di certe cose, ma la necessità lo stringeva. Certo il desiderio della santa memoria, desiderio [...]

[...] ragionatissimo, fondato sopra argomenti positivi e non sopra capricci, era che ella restasse in casa; ma poniamo che un giorno ella avrebbe creduto pel [...]

[...] vituperando i Giulente, s'era col tempo assicurata sulle loro pretese; quella bestia del duca non essendo più lì a secondarle, ella credeva che [...]

[...] proprio dispiacere per quel partito; allora sua moglie s'era schierata con la zia contro la sorella, dandole della stravagante, accusandola di pazzia [...]

[...] , ballò tutta la sera con lei; il lunedì ricominciò, al veglione 220 del Comunale. E Matilde, lasciata sola dal padre che era andato a [...]

[...] quotidiano, con un malumore di tutti i momenti, finchè non era riuscito a scappare. Ma ingiustizie, mala grazia, ella gli avrebbe perdonate ogni torto [...]

[...] la coda!... La cugina tornava a invocare l'autorità del cugino, il principe a lagnarsi della mancanza d'accordo che ci era in quella famiglia [...]

[...] poter mettere le mani in pasta, ricominciò quel discorso con la principessa. - Dici davvero?... — esclamò donna Margherita, la quale non si era [...]

[...] lei stessa. Non era la moglie? Chi più di lei poteva aver diritto di parlare a Raimondo e interesse a distoglierlo da quella tresca?... Riuscita una [...]

[...] occhi; poi s'era sentita agghiacciare e impallidire; a un tratto portò le mani al viso e ruppe in singhiozzi. — Signore!... Cugina!... Che [...]

[...] venuta? Ella protestò che non accadeva nulla, che s'era sentita poco bene, che appunto per questo non aveva potuto andar da lui. L'imminenza d'una [...]

[...] suo padre era capace, ella viveva con l'animo sospeso, dimenticava i suoi dolori per evitare uno scoppio, tanto più che il barone pareva non aver [...]

[...] creduto alle sue proteste, mostrava un viso aggrondato in quella casa che prima era stato superbo d'abitare. Adesso stava molto 225 fuori [...]

[...] , invidiosi, maleducati?... — Nessuno lo teneva, mai s'era scagliato con tanta violenza contro i proprii concittadini; gestendo vivacemente, quasi gli [...]

[...] , consentendo, gettandogli le braccia al collo dalla gratitudine, poichè comprendeva che gli s'era frenato per amore di lei, per risparmiarle il [...]

[...] dolore d'una triste scena. Ma il barone era appena partito, che Raimondo le disse: — Sai che è curioso, tuo padre? Crede forse che tutti debbano [...]

[...] pubblici, della guerra di Lombardia, della malattia di Ferdinando II. Il barone pareva un altro, in compagnia del duca; l'intimità che s'era stretta [...]

[...] dividerli: — Andiamo, finitela! È questo il modo?... Da un pezzo le discussioni finivano così, con le grida, gl'insulti e le minacce. Don Blasco era [...]

[...] monaco a spese di San Nicola. Quella era la visita pubblica che don Blasco faceva all'amica, perchè poi ce n'era una seconda, quando Garino [...]

[...] frequentar troppo don Lorenzo Giulente, il quale era un liberale arrabbiato — naturalmente, non essendo signore! — e per mezzo del console inglese [...]

[...] Fitalia non avrebbe potuto permettere che si molestasse il duca d'Oragua, finchè, beninteso, egli non si arrischiava troppo; ma questo era certo [...]

[...] che lo creò!... E andando via dalla sigaraia ripeteva quei discorsi in pubblico, nella farmacia di Timpa, che era il quartier generale dei fedeli [...]

[...] della ragazza per Giulente, s'era riavvicinato al principe, il 232 quale gli aveva fatto la corte, trattandolo con le molle d'oro, per [...]

[...] propiziarselo. Ferdinando, intento a mettere insieme un museo di storia naturale alle Ghiande, non s'era neppure informato di quel che avveniva; così [...]

[...] ritardare il pagamento fino all'altr'anno. La seconda scadenza era arrivata, e Giacomo non pagava ancora, scusandosi con le inquietudini [...]

[...] accorgersi che il più animale di tutti era lui stesso! Quell'altra sciagurata di Lucrezia, poi, viveva nelle nuvole, più stravagante di prima, e [...]

[...] impallidiva quando nominavasi Giulente, lo sbarbatello petulante che anche lui discorreva di costituzione e di libertà! Finalmente c'era la [...]

[...] la quale s'era posto Francesco II fosse sbagliata: l'alleanza bisognava farla col Piemonte, non con l'Austria, e concedere la costituzione, non [...]

[...] palazzo, vedendo che il fratello scrollava 234 il capo, udendogli sentenziare che l'ultima parola non era detta. — Che ultima e che prima! Il [...]

[...] partiti s'era attizzata; il principino, a cui don Blasco dava l'imbeccata, prendeva anche lui l'aria di un trionfatore, dileggiava Giovannino Radalì [...]

[...] , capo dei rivoluzionarii, dandogli del «barone senza baronia» e del «figlio del pazzo.» Il duca Radalì, infatti, era morto in un accesso di delirio [...]

[...] furioso; la duchessa vedova aveva quindi stabilito che Giovannino, come secondogenito, pronunziasse i voti. E questo era un altro argomento col [...]

[...] ulteriori, s'era tracciata per terra una riga di marmo che nessuno poteva varcare. Finita la festa di Sant'Agata, a San Nicola novizii e [...]

[...] Fratelli prepararono quella del Santo Chiodo, per cui ogni anno c'era grande aspettativa. 236 Il Re Martino, che la portava sempre al collo, aveva [...]

[...] regalato quella reliquia ai monaci, nel 1393: era uno dei chiodi con un pezzetto del legno della croce sulla quale avevano suppliziato Gesù. Il [...]

[...] in tutto il quartiere la gente era ospite dei Benedettini. Tutta la città s'era riversata lassù: le signore con gli abiti estivi che portavano [...]

[...] , stavano dalla parte opposta degli Uzeda; don Mario era in campagna. Adesso appena si salutavano, per l'occhio del mondo; a donna Isabella era stato [...]

[...] , sbalorditiva, incredibile, corse di bocca in bocca per la città: donna Mara Fersa aveva cacciato di casa la nuora!... «Era vero?... Non era [...]

[...] non era finito niente, e che la bomba era scoppiata giusto quella notte per l'assenza di don Mario. Donna Mara, dopo avere accompagnato i parenti [...]

[...] fatto; ma dal balcone che dava sui tetti della scuderia, egli era scappato in un lampo. Senza bisogno di nominarlo, tutti comprendevano che egli [...]

[...] era il conte.... Bisognava vedere, aggiungevasi, donna Isabella, pallida come una morta, quando la suocera, con voce strozzata, le aveva gridato [...]

[...] , con la cameriera che le teneva il sacco, all'albergo dove si trovava quel suo zio provvidenzialmente piovuto da Palermo. «E se non c'era? Dove [...]

[...] che faceva! come un bambino!... Ne avea voluto del bene alla moglie! E allo stesso conte! Questo era stato lo sbaglio! Sua madre, no: l'amicizia [...]

[...] degli Uzeda non le aveva dato alla testa; fin dal principio s'era accorta della piega che prendevano le cose. Se non fosse stata lei, il pasticcio [...]

[...] cocchiere gli apriva, doveva salir sul tetto delle scuderie, scavalcare la balconata e di lì entrare in camera dell'amica.... Era stato un vero miracolo [...]

[...] arrestarlo; ma conosciuto che era il conte Uzeda, l'avevano lasciato andare.... Gl'increduli, i curiosi, fecero capo alla polizia, ma lì furono [...]

[...] consueto. Possibile che sfidasse fino a questo punto l'opinione pubblica? O non era piuttosto da sospettare della stima che si narrava?... Già [...]

[...] correvano le versioni favorevoli a donna Isabella. Era levata, a mezzanotte? Non aveva sonno! La finestra aperta? Per il gran caldo. Il cappello [...]

[...] per terra? Un vecchio cappello del cocchiere, il quale s'era divertito, nel pomeriggio, a buttarlo per aria!... Se tutte queste cose non s'erano [...]

[...] ! Chi parlava del conte? Che c'entrava il conte? Chi l'aveva visto? Era a casa sua, si era raccolto subito dopo la processione del Santo Chiodo [...]

[...] , alla Fersa? Ma s'era allontanato subito, visto che prendevano in mala parte un'amicizia innocente! Aveva dunque ragione di non voler stare in [...]

[...] aveva fatto una vitaccia? Ammogliato, non aveva fatto tanto soffrire la povera moglie? In quella circostanza, per buona sorte, ella era in casa di [...]

[...] . Donna Isabella, da canto suo, era partita per Palermo con lo zio. Chi ardiva ancora affermare che ci fosse stato niente di male fra loro? Quella [...]

[...] ad andarsene al Belvedere; Fersa con la madre era già a Leonforte. Durante la villeggiatura quei fatti furono il tema di ogni discorso. A [...]

[...] , forte del fatto che Raimondo, da Milazzo, era partito definitivamente per Firenze, dove tornava a domiciliarsi con la 240 famiglia. Don Blasco [...]

[...] borboniche, di gente invisa ai liberali; lo stesso castello non era giudicato altrettanto sicuro. Pei novizii, quantunque alcuni di essi fossero stati [...]

[...] portati via dai parenti inquieti, era una festa: tante facce nuove, un incessante andirivieni, la continua aspettativa di non si sapeva che cosa. I [...]

[...] rivoluzionarii, non avevano detto niente, capito nondimeno che c'era qualcosa per aria, aveva deliberato di scoprir paese. Una circostanza straordinaria [...]

[...] lo aiutò. Il tabacco piantato insieme col cugino era maturo; le foglie, strappate, poste da qualche 243 giorno al sole, cominciavano già ad [...]

[...] letto, con Frà Carmelo che lo vegliava. La luce era fioca, non si capiva se fosse l'alba oppure il tramonto; nè una voce nè un rumor di passi nel [...]

[...] , alla nausea, alla denunzia. Era dunque passata tutta una notte?... E Giovannino? — Anche lui!... Adesso sta meglio.... Il Maestro ha frugato [...]

[...] spaventata s'era venuta a rifugiare nel convento. Solo il campanile era rimasto aperto ai rivoltosi, i quali continuavano a sonare a stormo mentre [...]

[...] paura, era venuto a rifugiarsi, insieme coi borbonici più sospettati, al Noviziato, come in un cantone più sicuro, dove, per via dei bambini [...]

[...] , nessuno sarebbe entrato; nondimeno diceva ira di Dio di quel vigliacco di suo fratello che era rimasto dentro col pretesto dei portoni chiusi, ma [...]

[...] e me ne vado; se no, avrete pazienza voi altri: resterò io.» M pare che diceva bene! Che bisogno c'era d'attaccarlo?... Le sorti della Sicilia [...]

[...] ; gente arrivata dalla Botte 246 dell'Acqua, cercando rifugio, diceva che la mischia più forte era impegnata ai Quattro cantoni, ma che del [...]

[...] adesso tutto era cheto e che gli amici lo aspettavano. Così 247 traversarono insieme le vie deserte peggio che in tempo di peste, con tutte le [...]

[...] urgente era l'ordinamento d'una qualunque forza pubblica, d'una milizia civica che prestasse servizio finchè si sarebbe formata la Guardia nazionale [...]

[...] intorno. Mancava lavoro, poichè la città era tuttavia un deserto: egli non lasciò andare a mani vuote nessuno di quelli che gli si rivolsero per [...]

[...] : oramai non si metteva fuori una bandiera senza «Oracqua» — come pronunziavano i più; — nelle dimostrazioni, il grido: «Viva Oracqua!» era altrettanto [...]

[...] delle grida; il monaco non era però alla fine delle prove. I forusciti, i briganti che s'arrolavano per seguire l'anticristo dove furono alloggiati [...]

[...] fine alle ciglia, voleva fare qualche difficoltà; ma il Priore don Lodovico lo persuase che non era il caso di opporsi. Il 27 luglio la Guardia [...]

[...] definitivamente con la famiglia in città, giacchè non c'era pericolo di sorta, e quell'ostinata lontananza, quelle dimostrazioni di paura potevano esser [...]

[...] sportello quando i posti di guardia facevano sostare la vettura, parendole di riconoscere Giulente in ogni soldato. Ma Benedetto non era più in [...]

[...] l'opposizione del padre e della madre, s'era ingaggiato garibaldino, 251 nel reggimento delle Guide, ed era partito pel continente. Arrivando in [...]

[...] era diventata una versiera, dopo la caduta del governo legittimo, e ne invocava il ritorno e andava fino a promettere una lampada a Santa Barbara [...]

[...] godeva la fiducia dell'Abate borbonico di tre cotte, e intanto era portato in palma di mano dai rivoluzionarii.... Che importava al principino di [...]

[...] Catania per farsi benedettino. Era tutto il contrario del cugino Benedetto, questo Luigi: non solo avversava la rivoluzione; ma aveva, col [...]

[...] la costituzione meglio ancora; ma rinunziare ai loro privilegi, fare d'ogni erba un fascio, questo era un po' troppo!... La quistione [...]

[...] un nuovo disegno: farsi nominare professore all'Università. Non v'erano stati parecchi suoi avi pubblici lettori? L'impiego era decoroso e [...]

[...] ; era impossibile che, in cuor suo, il figlio del principe di Francalanza, uno di quegli Uzeda che dovevano tutto alle legittime dinastie [...]

[...] Vanna la quale le prometteva che 254 avrebbe cercato di aver notizie della famiglia di lui. Il Governatore però s'era già rivolto ai comandanti [...]

[...] al Municipio. Il volontario Giulente era ferito d'arma bianca alla coscia destra e si trovava nell'ospedale di Caserta; il suo stato era [...]

[...] cascato un grano di miglio, poi levò la sinistra. La sua fama d'oratore era già stabilita: tacquero a quel gesto. — Cittadini! — cominciò, con voce [...]

[...] il principe di Francalanza!...» mentre, dentro, don Eugenio dimostrava, con la storia alla mano, che la Sicilia era una nazione e l'Italia un'altra [...]

[...] agli eroismi di questi rifiuti di galera? o dei bardassa sguaiati e ciarloni? La botta era tirata a Giulente; Lucrezia s'alzò e andò via sbattendo [...]

[...] Lucrezia! Contenta lei!... È quel che dico anch'io!... Da quei due non c'era da cavar nient'altro, fuori del mondo com'erano per via della nascita [...]

[...] dei vantaggi della sua popolarità, non aveva potuto permettere che tutti gli scalzacani dai quali era circondato entrassero nel nobile quartiere [...]

[...] lustrastivali, se così gli era a grado. Mentre i delegati giravano dunque dalla parte delle stalle, donna Graziella saliva pomposamente il sontuoso [...]

[...] scalone ed era introdotta presso la principessa. Il principe, in compagnia della moglie, gridava qualche cosa, quando, all'apparir della cugina, tacque [...]

[...] capo, come per dire che era così, proprio così. La zitellona si mordicchiava le labbra sottili, torcendo il grifo, fiutando l'aria con le narici [...]

[...] aveva accompagnate con gli occhi, quando si voltò vide che il principe era scomparso da un'altra parte. Allora, rimasta sola con la principessa [...]

[...] sapere che cosa avevano a desinare e domandò notizie di Teresina, che giusto quel giorno era a San Placido, dalla zia Crocifissa. Poi si alzò per [...]

[...] accettare. Sul nome di lui si sarebbero messi d' accordo; in caso di rifiuto, i voti si sarebbero sperperati sopra tre o quattro persone; e poichè era [...]

[...] di Benedetto sulle imminenti elezioni, nel quale era detto: «Due soltanto i criterii ai quali possono ispirarsi i votanti: l'intemerato [...]

[...] del bene pubblico, debbono concentrarsi sul nome dell'illustre Patrizio!» La gran maggioranza del collegio era per lui e nel coro degli adepti le [...]

[...] voto, ma trascinava con sè i votanti. Se qualcuno tentava addurre argomenti contro quella candidatura, era subito ridotto al silenzio. Gil Uzeda [...]

[...] roba era divenuta più rara, ma adesso ricominciava a circolare e conteneva, oltre che funesti pronostici sull'avvenire della rivoluzione [...]

[...] duca non c'era — dicendo cose enormi contro il fratello, insultandolo, infamandolo, rovesciandogli addosso epiteti di novissimo conio, a petto [...]

[...] sarebbe stato.... (mettere al mondo solo dei bastardi, era l'idea espressa dalle turpi parole) piuttosto che generare questo nipotame sozzo e [...]

[...] Lucrezia, tesseva l'elogio del giovane, asseriva che era un partito da non lasciarsi sfuggire perchè i Giulente avevano quel solo figliuolo al quale [...]

[...] all'altro mondo; e quando pure vivesse.... Egli insisteva spesso su questo tono, ripeteva che sua sorella era libera di prendersi Giulente, ma le parole [...]

[...] cercartela?... — Perchè?... Perchè?... Vostra Eccellenza non sa nulla, era a Palermo in quel tempo!... — E allora gli confidò i dispiaceri che la [...]

[...] . Già Padre Camillo aveva tenuto un simile discorso alla ragazza. Aveva cominciato a dirle che quell'unione era avversata da tutti, in famiglia, non [...]

[...] perchè presumevano che restasse zitella — quantunque!... benchè!... — ma per la ragione che non era un partito conveniente. La considerazione [...]

[...] implicava. Giulente era forse un buon giovane — non voleva infamarlo, senza conoscerlo — ma professava dottrine pericolose, parteggiava pei [...]

[...] , una nipote della beata Ximena, una figlia del principe di Francalanza, avrebbe sposato costui? Come era possibile che s'intendessero? L'amore [...]

[...] , l'accordo poteva regnare tra loro? E poi, lasciamo star questo, ma Giulente, benchè facoltoso, l'avrebbe mantenuta con quel lusso al quale era stata [...]

[...] materiali dell'esistenza, da sperare di poter convertire il giovane. Opera meritoria, zelo encomiabile; ma la quistione principale, unica, era che [...]

[...] quistioni d'interesse, Lucrezia si dichiarò pronta. Il principe, che aveva avuto molte conferenze col signor Marco ed era stato molti giorni chiuso [...]

[...] , dimostrandone con gran lusso di documenti e di cifre la giustezza; dimostrando altresì che la parte del padre non era mai esistita fuorchè nella fantasia [...]

[...] fosse stata in bisogno, certo egli l'avrebbe raccolta in casa per l'affetto che le portava, ricordandosi che era dello stesso sangue. Ma ella aveva [...]

[...] la sua roba: non era dunque giusto nè ella stessa poteva accettare che per cinque anni, il fratello l'avesse mantenuta. Rifatto il conto, gli [...]

[...] non avevano le stesse ragioni per chinare il capo ai patti del principe, ma il momento era propizio per tentar d'indurre anche questi altri ad [...]

[...] 272 una transazione, giacchè non vivevano se non dell'attesa del figlio, e la gioia di cui l'imminenza dell'avvenimento li colmava era tale [...]

[...] . La cameriera le aveva detto ed ella stessa s'era accorta che Giacomo la strozzava; 273 ma, per vincerla contro i parenti, sarebbe passata [...]

[...] della magra eredità, la più magra di tutte le porzioni; ma nella sua testa le parti s'invertivano: il torto era di Ferdinando che non s'interessava [...]

[...] .... Se t'accordi tu, non ho ragione di accordarmi anch'io? Bisognava dirlo subito! Sei contenta così?... Il giorno dell'elezione era vicino; i due [...]

[...] era sul punto di partorire. Quando Giacomo e Margherita arrivarono in casa di lei, trovarono Federico che faceva come un pazzo, dall'ansietà [...]

[...] , Margherita.... Ah!... Poveretto.... è sulle spine.... Il suo desiderio di tanti anni, il suo voto più ardente, era dunque sul punto d'esser [...]

[...] mostro senza sesso aveva un occhio solo, tre specie di zampe, ed era ancor vivo. — Gesù! Gesù! Gesù! Chiara, per fortuna, aveva perduto i sensi [...]

[...] appena liberata, la principessa che s'era aggirata per la camera senza toccar nulla, incapace di dare aiuto alla partoriente, voltava adesso il capo [...]

[...] dissuaderla da quel proposito: giacchè era morta! perchè angustiarsi a quella vista? bisognava che ella s'avesse riguardo; l'importante adesso era [...]

[...] ; disse al marito: — Era tuo figlio!... E ordinò che non lo portassero via, pel momento. Arrivavano frattanto gli altri parenti, don Eugenio, donna [...]

[...] di grasso diguazzante nello spirito; a un tratto disse a don Lodovico: — Zio, non pare la capra del Museo? Al Museo dei Benedettini c'era infatti [...]

[...] un altro aborto animalesco, un otricciuolo con le zampe, una vescica sconciamente membrificata; ma il parto di Chiara era più orribile. Don [...]

[...] ; per fargli cosa grata, prese con sè il figliuolo, quantunque fosse l'ora che il ragazzo doveva tornare al convento. La famiglia era appena [...]

[...] SECONDA I. Quando in città si seppe che il conte Raimondo era piovuto da Firenze in casa Uzeda, ospite inatteso, solo, senza bagagli, con un sacco [...]

[...] , dopo la rivoluzione. Questo solo fatto non bastava a spiegar tante cose? Era dubbio soltanto se l'amica avesse raggiunto il contino di sua [...]

[...] propria iniziativa o d'accordo con lui. Dicevano alcuni che ella era andata nel continente per divertirsi, senza pensare più all'Uzeda; ma perchè [...]

[...] anni di separazione? Vivendo la suocera, non era possibile; don Mario poteva anche commettere la debolezza di perdonare, tanto più che 282 [...]

[...] col primo: l'unico errore le sarebbe stato così più facilmente rimesso.... Ma per Raimondo la cosa era diversa. C'erano i figli di mezzo, due [...]

[...] Raimondo non fosse venuto per affari, come certuni volevano dare a intendere, era certo e sicuro agli occhi della servitù: se fosse venuto per [...]

[...] ciera, lui che era sempre di buon umore, lontano dalla moglie! Gli affari, se mai, li aveva col principe suo fratello, e invece se ne andava [...]

[...] tutti i giorni dalla zia donna Ferdinanda, quella che era servita di coperchio, nei primi tempi dell'amicizia con la Fersa. E donna Ferdinanda [...]

[...] diceva chiaro a tutti la sua opinione; allo stato delle cose, attesa l'incompatibilità dei caratteri tra marito e moglie, non c'era da far altro che [...]

[...] voleva lei e non la dote, poichè a quel patto s'era ottenuto il consenso del principe. Tuttavia questo consenso era così freddo che pareva [...]

[...] cruccio era per la mancata istituzione del maggiorasco. Pertanto custodivano gelosamente i diplomi e i ritratti di tutti i dottori, giudici e [...]

[...] a una certa distanza. In queste condizioni il matrimonio di Benedetto con la sorella del principe di Francalanza era una fortuna, e come tale [...]

[...] che cosa pensava circa il legato della Badia. Giulente, quantunque credesse il contrario, gli rispose che il caso era dubbio, che la nullità di [...]

[...] , che la «dizione» era sbagliata, nè tacque se non quando Raimondo esclamò, seccato: — Ma zio, lo vada a dire ai canonisti! Se questa è [...]

[...] dovrei studiare le ragioni del sacramento magno.... — Sacramento?... — fece Lucrezia che era già nelle nuvole. — È esposto alla Cattedrale. Tutti [...]

[...] notizia era vera, si stringeva nelle spalle: «So molto, io! Avanzate nulla dal duca, che l'aspettate?...» Ma la notizia era vera: la ripetevano [...]

[...] una dimostrazione. Egli giunse par via di mare e non era solo: il barone Palmi, nominato senatore dopo la rivoluzione, lo accompagnava. Questi [...]

[...] , invece che a palazzo, come le altre volte, scese all'albergo. La cosa 289 parve molto grave. Voleva dunque dire che tutto era rotto fra il [...]

[...] morto! Ma il governo era egualmente ben disposto verso la Sicilia: presto avrebbe messo mano a ferrovie, a porti, a grandi opere pubbliche. Per [...]

[...] vegliare al mantenimento delle promesse, in quei giorni egli non avrebbe dovuto lasciare la capitale; ma era dovuto venire in fretta e in furia per [...]

[...] bruscamente. — Se non ha da dirmi altro, buona notte. Il domani, verso mezzogiorno, quando s'aspettava il barone, che la carrozza di casa era andata [...]

[...] a prendere, piovve donna Ferdinanda. Erano più di sei mesi che non saliva più le scale del palazzo, dal giorno che c'era entrato Giulente. Fin [...]

[...] , quasi fosse divenuta di marmo, e Giacomo si difendeva gettando la colpa sullo zio duca, sul Babbeo e sulla stessa sorella, la zitellona era [...]

[...] ; la distruzione del testamento, in presenza della servitù, era la pena della loro ribellione.... Il principe, sulle prime, era stato zitto, per [...]

[...] era andato egli stesso a trovarla, a prendersi addosso, umile e muto, la pioggia di improperii rovesciata dalla zitellona. E a poco a poco, pel [...]

[...] bisogno di sentirsi far la corte, per non poter rinunziare a ingerirsi nelle faccende dei nipoti, ella s'era venuta placando, ma senza andar da loro [...]

[...] : la casa dei maggiori era profanata, contaminata dalla presenza di quel pezzente, di quel bandito, di quell'assassino che chiamavasi Benedetto [...]

[...] Giulente, avvocato, AVVOCATO! Neppur l'arrivo di Raimondo l'aveva rimossa dal suo proposito; del resto il nipote era venuto da lei assiduamente a [...]

[...] Isabella contro le accuse di cui l'udiva fare oggetto: anche lei era stata sacrificata con quell'ignobile Farsa, farsa tutta da ridere: niente di più [...]

[...] s'era fatto vivo; l'avvenimento stava per compiersi ad insaputa di lei! Allora, il tempo di far attaccare, e subito a palazzo.... Quando ella entrò [...]

[...] l'Onorevole. 294 Raimondo aveva finito intanto di parlare con la zia. e ricominciava a passeggiare su e giù: era verde in viso e si [...]

[...] morsicchiava i baffi, torcendo le labbra, con le mani in tasca. Donna Ferdinanda adesso sedeva accanto alla marchesa, la quale era al settimo cielo per [...]

[...] ripassò di là e poco dopo comparve insieme col senatore. Questi era 295 pallidissimo, si vedeva sotto le sue guance il movimento delle mascelle [...]

[...] nervosamente contratte. — Raimondo, — esclamò il deputato disinvolto e conciliante; — c'è qui tuo suocero.... Il conte s'era fermato. Senza cavar le [...]

[...] dal giorno del fidanzamento di Lucrezia; come donna Ferdinanda, ne aveva scagliata la colpa sul principe, ed era rimasto talmente sordo ad ogni [...]

[...] giustificazione, che quest'ultimo s'era finalmente seccato d'insistere, non avendo da sperare eredità come dall'altra. Allora, vistosi solo, senza [...]

[...] estranei, il monaco s'era visto perso. Le brighe del convento l'occupavano fino a un certo punto; le grida e le bestemmie contro i liberali [...]

[...] , sbuffante e smaniante, più di una volta era stato sul punto d'andarsene dal principe; ma, giunto a mezza via, s'era pentito, non aveva voluto dare [...]

[...] genero, non era stato più alle mosse. Il principe gli andò incontro a baciargli la mano. Lucrezia e Giulente, seduti accanto, erano i più vicini [...]

[...] , industriale e commerciale del paese. «Questo era il programma di Cavour. Che testa! Ragionava della Sicilia come se ci fosse nato; sapeva il [...]

[...] prosperità pubblica e privata sarebbe stata raggiunta. Egli la faceva quasi toccar con mano, e le persone venute per sapere che ne era delle loro [...]

[...] anni di lontananza, tra i parenti del marito, essi medesimi, alla prima, non la riconobbero. Se era stata sempre pallida e magra, adesso era [...]

[...] sofferto, ella vi entrava con un senso di sollievo e quasi di fiducia. La tempesta recente era stata così forte e dura, che ella pensava anzi con [...]

[...] , ma costantemente, fino a contenderle la stessa speranza d'un qualunque ritorno alla pace. Come le si era chiuso il cuore ai primi disinganni, nel [...]

[...] ? Quante volte egli non era parso rinsavito, ed aveva poi fatto peggio? Due anni addietro, prima che scoppiasse lo scandalo in casa di Fersa, ella [...]

[...] non aveva creduto che tutto fosse finito per lei? Alla notizia che quella donna era stata scacciata dalla suocera, ella aveva compreso la commedia [...]

[...] della rottura rappresentata da lei e da Raimondo, e preveduto con lucidità straordinaria quel che poi era accaduto.... Nondimeno, in partenza pel [...]

[...] continente l'aveva illusa ancora una volta; la lontananza, il tempo, gli svaghi mondani dei quali era sempre avido, non avrebbero distrutto nel [...]

[...] !» Ella non sapeva ancora fino a qual punto fosse sincero.... Il capriccio di Raimondo per donna Isabella, in verità, s'era sedato appena [...]

[...] , poichè egli aspirava alla vita allegra e varia, libera, principalmente. Ma, per la notizia del dramma domestico di cui era stato l'eroe, egli [...]

[...] come in una altra casa sua propria?... E il giorno che s'era sfogata non contro di lui, ma contro quell'altra, Raimondo le aveva ingiunto di tacere [...]

[...] , con la voce grossa, con gli sguardi cattivi, alzando la mano.... Quella triste scena era avvenuta la vigilia del giorno che suo padre, diretto [...]

[...] impedire che quei due si scagliassero l'uno contro l'altro. Così ella s'era consunta, soffrendo in silenzio, inghiottendo amaro sopra amaro [...]

[...] , invocando dal Signore tanta forza da poter continuare a fingere, a illudersi, a credere che nessun serio pericolo la minacciava. Ma era già troppo [...]

[...] : poichè Matilde glie ne parlava male, voleva dire che era invece la prima delle donne. Quest'idea si conficcava tanto più saldamente nella sua [...]

[...] , senza veder le sue figlie; ed al teatro prendeva posto nel palco dell'amica, dal principio alla fine dello spettacolo; ed al passeggio, se era con [...]

[...] piantarsi allo sportello di quella di donna Isabella. 305 A Livorno, in principio dell'estate, lo scandalo era cresciuto talmente, che alcuni [...]

[...] sanguinava da tanto tempo, fu in quei giorni straziata da un altro dolore: Lauretta, che era sempre cagionevole, appena lasciato Firenze cadde [...]

[...] . Rammentava soltanto che, riavuta dallo stordimento, Stefana, la sua cameriera, le aveva detto che il padrone era andato via, con lo stesso abito [...]

[...] di società col quale era rientrato, portandosi un sacco da notte, dove aveva buttato pochi effetti alla lesta; rammentava d'essersi sentita [...]

[...] fosse tornato lì; d'aver saputo il giorno seguente che, cercato rifugio in un albergo della stessa Livorno, egli s'era imbarcato per la Sicilia [...]

[...] importa?... Saresti capace di volergli bene ancora?...» Sì, era vero. Ella non piangeva per l'avvenire delle sue bambine, non si sdegnava al [...]

[...] grande, ma una sua lettera, almeno, di pentimento, o l'intromissione di qualcuno dei suoi.... La bambina s'era rimessa; ai piedi della Madonna ella [...]

[...] Raimondo dopo averla accompagnata a Milazzo, e glie lo ricondusse. Non v'era stato, tra lei e suo marito, neppure una parola relativa al passato [...]

[...] s'era a poco a poco, di giorno in giorno, dileguato; adesso, rassegnata alle tristezze della realtà, ella non chiedeva che la quiete. Purchè [...]

[...] Raimondo volesse bene alle sue creature, purchè non le abbandonasse un'altra volta, ella era disposta a sopportare ogni cosa.... In casa del [...]

[...] bambina dimostrasse una vivacità quasi irrequieta, mentre la cuginetta era più tranquilla ed obbediente. Ma quanta parte non aveva in questo [...]

[...] spalancati; ma la principessa che aveva gli ordini del marito, pel quale la bambina era una specie di muta ambasciatrice incaricata di sedare il [...]

[...] l'apparente vivacità, anche Teresa sua era buona e dolce. Lauretta non era più tranquilla e ubbidiente della stessa cugina? E pensando ai suoi cari [...]

[...] angioletti, ella affrettava col desiderio il matrimonio di Lucrezia, poichè subito dopo li avrebbe raggiunti. Tutto era pronto. Nella casa degli [...]

[...] principe, i capitoli matrimoniali; Benedetto, per ingraziarsi il cognato, l'aveva lasciato fare, s'era contentato di cinquemila onze, pel momento [...]

[...] zitellona, egli era riuscito a farsi badare ogni giorno più da quei due, continuando a chinare il capo come un burattino a tutto ciò che dicevano [...]

[...] attorno come un'anima in pena, non conoscendo nessuno, da tanti anni che faceva la vita del Robinson. Era venuto per far da testimonio alla sorella [...]

[...] , s'era lasciata cadere sopra uno sgabello. Tutti la circondarono, ma ella li rassicurava con un sorriso: sorrideva perfino Monsignore, sapendola [...]

[...] : — Vostra Eccellenza non se ne inquieti. Il credito di Vostra Eccellenza era privilegiato. Li faremo stare a dovere, non dubiti! Il domani, donna [...]

[...] talvolta dalla sorella Chiara, che non era ancora partorita, avendo sbagliato i conti d'un mese; ma più spesso a palazzo, dove aveva giurato di non [...]

[...] l'aveva aperto; c'era un passivo, dove figuravano le spese della festa di nozze: un totale di centoventicinque onze. Notati gli spumoni, i dolci [...]

[...] buffa la grettezza spinta a tal segno; ma Lucrezia era furibonda contro il fratello, in modo straordinario: — Che trovi da ridere? È una [...]

[...] principe non era obbligato a spendere del proprio, ella non intendeva ragione, spiattellava il resto, ciò che prima aveva negato a sè stessa: — Non [...]

[...] era obbligato? E il frutto della mia dote che s'è pappato per sei anni? lesinandomi il pane? senza ch'io fossi padrona di comperarmi uno spillo [...]

[...] don Blasco, al quale serviva biscotti e rosolio.... Il monaco, non vedendo più Lucrezia a palazzo, saputo della rottura tra fratello e sorella, era [...]

[...] apparso come una malombra dinanzi alla nipote. E Lucrezia, che aveva gettato fuoco e fiamme, s'era subito alzata per baciargli la mano: «Come [...]

[...] , il monaco s'era fatto raccontare tutto l'accaduto. Agli sfoghi di lei contro Giacomo e la cugina, egli pareva ingrassare nel seggiolone; ma non [...]

[...] spuntava costei. Benedetto non era più padrone in casa propria, giacchè nulla sfuggiva alla doppia critica della zitellona e del monaco; ma egli [...]

[...] propria. Ma ciò che faceva sua moglie era per lui sempre ben fatto, ed ella, che aveva preso al suo servizio Vanna, dalla quale era informata di [...]

[...] coscienza, s'era a poco a poco lasciato vincere dall'onore che la zitellona gli faceva, mettendolo a parte d'un secreto di famiglia, sollecitando i [...]

[...] finivano di rassicurarlo. Lo scioglimento d'un matrimonio era impresa difficilissima; ma donna Ferdinanda voleva scioglierne due: quello della [...]

[...] tenere se qualcuno di questi motivi fosse realmente esistito? Non era una pura accademia, una specie di lezione di diritto canonico, come quella [...]

[...] suo arrivo in casa Uzeda; a poco a poco ella s'era lasciata vincere dalla speranza, vedendo che Raimondo non parlava più di tornare in Toscana [...]

[...] male se durasse dodici, quanto l'asina che sei! Infatti, era cominciato l'undecimo mese, secondo il primo calcolo. E una sera che ella non ne [...]

[...] poco, ed era spacciata!... III. A San Nicola, dopo la sistemazione del governo italiano, si faceva la stessa vita di prima, come al tempo [...]

[...] dei Napoletani; anzi era questo uno degli argomenti sfoderati dai liberali contro i sorci, durante le discussioni politiche che s'impegnavano [...]

[...] prove buttando ogni cosa nella propria camera dopo che essi l'avevano rifatta.... La smania di fumare non gli era neppure passata. Attribuendo alla [...]

[...] . La predica di Natale toccava quell'anno '61 a Consalvo Uzeda: l'aveva scritta il Padre bibliotecario, che era letterato, perchè invece che [...]

[...] un'occhiata, lo abbassò, recitando a memoria: «Reverendi Padri e Fratelli dilettissimi, era una notte del più rigido verno, allorquando in una [...]

[...] abbracci, dai baci; la principessa aveva le lacrime agli occhi, donna Ferdinanda anche lei era commossa; ma, quantunque muta, l'ammirazione del [...]

[...] deputato, al quale la sola idea della folla serrava la gola e annebbiava la vista, non era la meno profonda. «Che presenza di spirito! Che franchezza [...]

[...] contento, con tutto questo, era Frà Carmelo: gli pareva d'essere l'autore di quel trionfo, d'aver diritto ad una parte degli applausi, delle [...]

[...] ci stava per ricevere l'educazione conveniente alla sua nascita; poi sarebbe andato a casa sua a fare il principe di Francalanza! E questo era il [...]

[...] Pasqualino era partito 324 per Firenze al servizio dello zio Raimondo; ma egli voleva spassarsi subito, sottrarsi alla tutela dei monaci [...]

[...] Vanna, Salvatore, che era entrato in casa Uzeda come mozzo di stalla, e passava tutto il santo giorno a cassetta, scarrozzando per la città [...]

[...] . - Nulla, - rispondeva, un po' rosso in viso. Era stato ad ascoltare i discorsi di Salvatore, che gli narrava le gesta di tanti Padri Benedettini [...]

[...] non capisse. Era così quel ragazzo, alle volte furioso come un diavolo, alle volte inerte come uno scemo. Voleva anche lui andar via dal convento [...]

[...] futura libertà di Consalvo. Finita l'agitazione politica, era venuta meno una gran causa di risse al Noviziato e tra i Padri; ma questi [...]

[...] passar molto che il governo degli usurpatori avrebbe messo le mani sui beni della Chiesa. Don Blasco s'era nettata la bocca contro i liberali, i [...]

[...] previsione di quell'avvenimento. A San Nicola s'era sempre spesa allegramente tutta la rendita del convento, nella certezza che la cuccagna sarebbe [...]

[...] durata fino alla fine dei secoli; ma col mondo sottosopra, col pericolo che il governo abolisse davvero le corporazioni religiose, non era più [...]

[...] persecuzioni dell'infernale Ottantanove.» Egli era sincero nel suo livore contro il nuovo ordine di cose, che da principio aveva appoggiato per [...]

[...] qualche cosa di più da destinare alle opere buone....» Così l'Abate s'era pronunziato pel risparmio, d'accordo col Capitolo; ma i monaci non [...]

[...] convento; però non voleva rinunziare allo scialo cui era avvezzo, e poi lo stesso fatto che questo partito era capitanato 327 dall'Abate e [...]

[...] per giunta!...» In fondo, all'idea della spartizione dei quattrini, di possedere finalmente qualcosa di suo, era per le economie, pure [...]

[...] combattendole. Del resto a San Nicola la spesa era grande non tanto per il valore delle cose acquistate, quanto pel modo regale di sperperare i quattrini [...]

[...] lungo del consueto, c'era da riporre, ogni anno, una somma che avrebbe fatto la ricchezza di parecchie famiglie. Ma le case regalate ai protetti dei [...]

[...] , compiti vent'anni ed espressa la ferma decisione di pronunziare i voti, era passato al noviziato formale. C'era stato bisogno di una votazione [...]

[...] , dalle persone che potevano esercitare qualche influenza sull'animo loro; così qualcuno s'era piegato, altri aveva dato una promessa in aria, e [...]

[...] insomma nonostante le grida e i complotti, Giulente era stato ammesso, ma per pochi voti. La notizia aveva fatto chiasso: i nobili improvvisati, di [...]

[...] Lodovico, gli esponeva le nuove ragioni che dovevano indurre i monaci a dire di sì. Dopo un primo voto favorevole era mai possibile darne uno contrario [...]

[...] , se durante tutto quel tempo il giovanotto era stato il vivente esempio del rispetto, dell'umiltà, dello zelo religioso? Del resto, se quel che [...]

[...] si temeva sarebbe realmente successo, se il governo avrebbe soppresso i conventi, che fastidio poteva dare il nuovo monaco agli antichi? Era [...]

[...] sotto il naso di Sua Paternità. Il complotto era stato preparato sottomano da un pezzo. Alla prima votazione una metà dei votanti s'eran [...]

[...] prossima o lontana fine della cuccagna, nè dell'esempio da dare nell'interesse della religione; c'era innanzi tutto il principio di tener alto [...]

[...] , «il bestiame da non confondere,» come diceva don Blasco; se il giovane era orfano e povero, gli si sarebbe dato da dormire e da mangiare, come a [...]

[...] principio! Era una bella lezione data all'Abate!... Il giovanotto, dal dispiacere, dalla vergogna, restò un mese senza farsi vedere. Quando [...]

[...] riapparve, pallido e con gli occhi rossi, non si seppe che cosa farne. Se i Padri non l'avevano voluto, non era più possibile rimandarlo tra i [...]

[...] proprio dolore all'Abate per questa persecuzione. Egli s'era guardato bene dal far la propaganda della quale Sua Paternità l'aveva pregato [...]

[...] , prima di tutto perchè il suo proposito di neutralità glie lo vietava, poi perchè neppur lui voleva Giulente al convento. Nondimeno era stato il solo [...]

[...] frateria fu messa a rumore da un avvenimento straordinario, come al tempo della rivoluzione. Garibaldi era già in Sicilia a far gente, non si [...]

[...] orecchie a un saracino. E la sua più viva speranza, la fede che lo sorreggeva, era quest'ultima: che i due partiti si sterminassero [...]

[...] letto. Don Blasco, verde come l'aglio, non potendo più gridare all'arrivo dei Garibaldini, s'era tappato una seconda volta al Noviziato. Quasi [...]

[...] !... Eccellenza!... Era Frà Carmelo che gli veniva dietro. All'orecchio, e con aria di mistero, quando l'ebbe raggiunto: - Suo zio don Blasco, - gli disse [...]

[...] , a poco a poco, s'era venuto placando, e aveva detto le ultime parole quasi col tono di voce di ogni altro cristiano; ma appena Benedetto osservò [...]

[...] ostinatamente cucita, e se non era Vanna che sopravveniva, Benedetto non sarebbe riuscito a saper niente. - La padrona non vuol restare in città, - dichiarò [...]

[...] ? 336 Era successo questo: che la moglie di Orazio, il cocchiere del principe, aveva fatto una visita all'antica padroncina, per annunziarle [...]

[...] cenci, e stasera me ne vado...» Allora, se la moglie del cocchiere andava via, lei, la sorella del principe, era da meno della moglie del [...]

[...] cocchiere?... Quest'idea non era sorta improvvisamente nella sua testa. Lottando per sposare Giulente, ella aveva giurato di non aver più che fare con [...]

[...] : voleva andarsene al Belvedere, se perfino la moglie del cocchiere c'era andata.... Giulente stava ancora cercando di persuaderla, quando arrivò [...]

[...] la posta; in mezzo ai giornali c'era finalmente una lettera del duca. Il duca diceva di non aver più ricevuto sue lettere, in quei momenti di [...]

[...] subito far le valigie; ma disgraziatamente era impedito da molte e gravi faccende, «tutte d'interesse del collegio e del paese» Del resto, se [...]

[...] voleva trovarsi fra i proprii concittadini, ciò era per avvertirli di non lasciarsi trascinare da Garibaldi. «Lo dice dunque a te che puoi farlo [...]

[...] . Il duca scriveva, escandescenze a parte, come don Blasco parlava; il monaco borbonico era, in fondo, d'accordo col deputato liberale; e sua moglie [...]

[...] . Nell'imbarazzo da cui era vinto, l'argomento suggerito da don Blasco gli parve il più opportuno. «Nessuno poteva mettere in dubbio, disse, la sua devozione [...]

[...] piuttosto dimostrargli, col dovuto rispetto, il pericolo a cui era esposta la città. Delle due l'una: o agiva d'accordo col Governo, e allora non [...]

[...] guerra civile ad una città popolosa e fiorente. E questo era proprio il caso, poichè il Governo aveva deciso di opporglisi....» Quel discorso [...]

[...] che le persone influenti e la stessa Guardia nazionale non riuscivano a sedare. Il movimento era adesso contro i signori, contro i ricchi; Giulente [...]

[...] rivoluzione!... La rivoluzione!... Bruciano il Casino dei Nobili.... Infatti la dimostrazione era diventata sommossa, le fiamme consumavano il circolo [...]

[...] Raimondo era in Toscana. Seppe qualche giorno dopo di che si trattava, quando arrivarono, insieme, il conte e donna Isabella Fersa, e scesero [...]

[...] finissima, anelli alle dita, scarpe verniciate, chè se non era la faccia sbarbata, ognuno lo avrebbe preso per un cavaliere. E nelle portinerie [...]

[...] lungo con la moglie, egli l'aveva previsto da un pezzo, e tutti avevano potuto accorgersene l'anno innanzi, quando il signor don Raimondo era [...]

[...] restava in casa! E il conte: santa pazienza!... Ma questo sarebbe stato niente: finchè era sua moglie quella che lo metteva con le spalle al muro [...]

[...] contino; ma suo padre? Chi era suo padre? Un estraneo, villano rivestito per giunta, e rompiscatole anche! Diciamo le cose come sono: prima di [...]

[...] tutto gli mancava l'educazione: uno che aveva imparato alle figlie a dargli del tu! Istigato poi dalla contessa, era diventato una bestia, salvo [...]

[...] gli impedivano d'accompagnare la moglie in teatro, il barone villano ardì perfino minacciarlo col bastone! Santo Dio d'amore, era un po' troppo [...]

[...] padrone glie le avrebbe lasciate.... quantunque.... quantunque.... Perchè il più curioso, signori miei, era questo: che la contessa, mentre faceva [...]

[...] uomini, tanti scapoli, un certo conte Rossi, gli altri, il padrone di casa....» E la storia di Pasqualino passava di bocca in bocca, era ripetuta dai [...]

[...] , egli s'era maggiormente incaponito. Lontano da Matilde e da donna Isabella aveva goduto l'illusione di quella libertà che gli stava a cuore sopra [...]

[...] ogni cosa; costretto a rinunziarvi, s'era promesso di 343 riguadagnarla a qualunque costo, e la sua facile sottomissione ai consigli del [...]

[...] Pasqualino non mentisse del tutto. L'ideale del suo padrone era di liberarsi della moglie e dell'amica ad un tempo; ma il conto era fatto senza l'oste [...]

[...] , lo gelavano, e più lo avrebbero gelato se le avesse credute espressione di un sentimento sincero: come il gran torto di sua moglie era il bene [...]

[...] sogno era di vivere con lei, per lei. Dopo, aveva tentato di dare addietro; ma donna Isabella, perdutasi per lui, senza famiglia, senza protezione [...]

[...] , le era bastato addebitare la freddezza di lui all'opposizione dei parenti, alla volontà della moglie. Ognuna di queste allusioni era un colpo di [...]

[...] sprone nei fianchi del giovane; impegnato a dimostrarle che era libero di fare ciò che voleva egli faceva ciò che non voleva.... E il martirio [...]

[...] della contessa Matilde era ricominciato, più atroce di prima, accresciuto dal nuovo disinganno, dall'impossibilità di ricorrere al padre, non già [...]

[...] via e di romperla per sempre.... «E chi vi trattiene? Andatevene pure!» Era appiattato nella stalla, Pasqualino, lì a costo, e se udiva i [...]

[...] padroni non poteva vederli; ma a quella risposta del contino, al breve silenzio da cui era stata seguita, aveva sentito un certo senso di freddo in [...]

[...] agguantato il genero; ma, senza il cocchiere gettatosi in mezzo, era bastato a Raimondo dire una sola parola: «Facchino!...» perchè tutt'a un tratto [...]

[...] come una statua era perchè subitamente riconosceva d'esser nel torto. La parentela con gli Uzeda non gli era parsa una fortuna? L'orgoglio [...]

[...] istintivo sentimento della propria inferiorità dinanzi al genero non lo aveva impacciato ogni volta che, aperti gli occhi, s'era proposto di [...]

[...] genero, prima di voltargli le spalle. Perchè infatti la scena non era finita in quel punto, aveva avuto una piccola coda che Pasqualino narrava [...]

[...] le valigie e la condusse seco in Sicilia. Dovette costringerla, perchè infatti donna Isabella non era ben sicura dell'opportunità di quel [...]

[...] eccitare maggiormente Raimondo, non le restando per trarlo a sè che fare assegnamento su queste eccitazioni, ella era venuta. Gli Uzeda, a ogni modo [...]

[...] , sarebbero stati per lei. Appena arrivata, infatti, donna Ferdinanda che non ostante le mal sedate inquietudini pubbliche era in città per una [...]

[...] parola, ma molto espressiva: «Finalmente!...» C'erano in città anche Benedetto e Lucrezia che s'era poi fatto coraggio: Raimondo andò a trovarli il [...]

[...] male nell'andare a trovare il proprio fratello: era forse obbligato a sapere che «accompagnava» una signora? E andarono all'albergo, dove [...]

[...] Isabella comparve, la quale strinse la mano a Giulente e baciò Lucrezia. Nè presentazioni, nè spiegazioni, nè nulla. Benedetto, sulle prime, era [...]

[...] dar loro ragione, è finita! Raimondo non disse nulla, aspettando di veder Giacomo che era al Belvedere ed al quale nella mattina aveva spedito [...]

[...] suggerì di andare personalmente da Giacomo, egli entrò in una sorda agitazione: era disposto a far tutto fuorchè a pregare quel birbante che, dopo [...]

[...] della madre, s'era sentito odiato. Poi il pensiero delle dimostrazioni ostili che si preparavano a lui ed all'amica sua lo arrovellava, gli metteva [...]

[...] falso, che in cuor suo malediceva l'ora e il punto in cui aveva posto mente a quella donna della quale era già stufo, per la quale aveva sofferto [...]

[...] dalla sua, andò a cercare dello zio Eugenio. Il povero cavaliere era molto giù, il commercio dei vecchi cocci non rendeva più niente; e Vittorio [...]

[...] , s'era ridotto in due camerette più piccole, più fuori mano. Sempre in busca di quattrini, aveva fondato adesso l'Academia dei quattro Poeti, di [...]

[...] cui era presidente, segretario, economo e tutto, e nominava a destra e a manca socii promotori, fondatori, protettori, effettivi, benemeriti [...]

[...] Benedettini villeggiavano, a mendicar l'appoggio del fratello e dello zio monaci. Don Blasco era a giorno di tutto, e dimenticato a un tratto [...]

[...] dacchè non venivo più qui.... E Lodovico? Frà Carmelo, costernato, venne a dire che Sua Paternità il Priore era in conferenza con l'Abate e che non [...]

[...] via. Il domani mattina, all'albergo, egli non s'era ancora levato che il cameriere venne ad annunziargli: - C'è lo zio di Vostra Eccellenza. E don [...]

[...] ? Questa è logica, mi pare! Il suo consiglio era di chieder subito i conti a Giacomo, di togliergli la procura e di iniziare la divisione: a quelle [...]

[...] dire al 353 conte che il signor Principe voleva restituirgli la procura e dargli i conti, una volta che era tornato in patria. Raimondo [...]

[...] era tutta una cosa con la cognata della mano manca, fece una pensata: - Giacchè non potete stare sempre all'albergo, e ora è il tempo della [...]

[...] buon effetto. Tutti approvarono la proposta. Nè Raimondo era ancora andato a trovar quel fratello, nè Ferdinando sapeva che Raimondo era tornato [...]

[...] l'esistenza dell'altro. Lucrezia, incaricatasi delle trattative, andò alle Ghiande. Non vedendo il Babbeo da molti mesi, rimase. Egli era dimagrato come [...]

[...] che aveva lasciato la Palmi, che era con la Fersa. Ferdinando stette ad ascoltarla guardando a destra ed a sinistra, quasi avesse smarrito qualcosa [...]

[...] ogni attrattiva, senza di che non avrebbe consentito a prendere altra gente in casa. Il fattore era adesso il vero padrone delle Ghiande, vi [...]

[...] .... Potete prepararmi il cataletto....» La cosa era andata a questo modo: che il libraio, dal quale aveva comperate le opere d'agricoltura, di meccanica [...]

[...] l'acquisto dandogli a intendere che c'era dentro il for fiore della dottrina. Egli la pagò salata, e si mise a leggere tutto. Allora la sua mente [...]

[...] cronico, un'espansione della milza, una bronchite lenta; l'erpete gli serpeggiava nel sangue, il sistema glandolare gli s'era ingorgato. Come [...]

[...] sanguinolento. Ferdinando si mise a mangiare come Cristo all'ultima cena: non aveva 356 fiducia nel risultato, era sicuro che quella roba avrebbe [...]

[...] Raimondo! Che cura ha della casa! Quel che ha fatto per me non si può ridire! Se non era lei, a quest'ora sarei morto e sepolto! Un giorno [...]

[...] . Chiedere ed ottenere il doppio annullamento 357 di matrimonio era, per gli Uzeda, una cosa semplicissima: chi poteva negare ai Vicerè ciò che essi [...]

[...] questo era il pungolo di Raimondo. Quanto maggiori difficoltà aveva incontrato nella via per la quale s'era 358 messo, tanto più s'era [...]

[...] modo imprevisto da tutti e da lui tesso. Egli non pensava più che la sua passione era stata quella della libertà, che donna Isabella, come moglie [...]

[...] biasimo, voleva trionfare degli avversarii, sbaragliarli con un colpo di cui si sarebbe parlato un pezzo.... Dicevano che l'impresa era disperata, che [...]

[...] il doppio scioglimento non si sarebbe mai ottenuto, che donna Isabella era condannata a restare in una falsa posizione, bandita dalla società [...]

[...] tempo, mentre il fratello minore era stato in Toscana, o era andato e tornato di qua e di là, col capo all'amica, l'eredità era rimasta indivisa, e [...]

[...] l'intento? Dicevano che donna Isabella chiedesse lo scioglimento del matrimonio perchè non era stato consumato! Ma a chi volevano darla a bere [...]

[...] dicevano certi altri, che donna Isabella era stata forzata a sposar Fersa, senza volerlo? Questa doveva essere fatica particolare dei Giulente [...]

[...] guerre e liti, questo avvocato delle cause perse!...» Ma ella prevedeva un fiasco colossale. Già, cominciamo che il tribunale civile non era [...]

[...] molto da faticare, perchè il motivo della nullità del matrimonio di donna Isabella era chiaro e lampante. Lasciamo stare che Fersa non era [...]

[...] detto: «Meglio morta che sposar Fersa!» Come Pasqualino, tutta la servitù, la minuta clientela della famiglia era, nonostante l'opposizione del [...]

[...] adducendo infinite testimonianze contrarie: da Palermo sarebbero venuti tutti i servi di casa Pinto, proti a giurar sul Vangelo che l'orfanella era [...]

[...] del matrimonio di sua figlia, testimoniando d'averla forzata a prendersi il conte Uzeda. Per amore della verità, spiegava che Giulente s'era [...]

[...] dapprima rifiutato, parendogli una cosa troppo 361 enorme, proponendo, se mai, di affidare questa missione al duca che era intimo del senatore. Ma [...]

[...] senza padre!...» Ma la lettera, piena d'espressioni riguardose, di complimenti, di scuse, era partita: e Giulente aspettava ancora la risposta [...]

[...] oramai, comprendendo che non c'era più alcun riparo, avrebbe anche contentata l'ultima pretesa del marito! Il barone, invece, faceva certi [...]

[...] giuramenti tremendi per dire che mai, mai, lui vivente, suo genero sarebbe riuscito a rompere il matrimonio:sapeva bene che era spezzato di fatto, ma [...]

[...] . Per questo, Ferdinando il quale era intimo del canonico Ravesa, pezzo grosso della Curia e proprietario d'una vigna attigua alle Ghiande, gli [...]

[...] principe che la contrastava. Il pezzo più grosso da guadagnare era però monsignor Vescovo; il quale adesso non faceva nulla senza l'approvazione [...]

[...] del Priore don Lodovico. Questi, persuaso che l'abolizione delle comunità religiose era quistione di tempo, disinteressatosi di S. Nicola, s'era [...]

[...] tempo, com'era già stato il braccio destro dell'Abate, era diventato il braccio destro del capo della diocesi: la prudenza dei suoi consigli [...]

[...] personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e [...]

[...] non gli era valso nulla; s'era umiliato anche dinanzi a Lodovico, quando era andato a Nicolosi, e il fratello non s'era lasciato vedere. Adesso [...]

[...] bisognava gettarsi ai piedi di cotesto gesuita, chiedergli perdono del posto sottrattogli, implorarne col perdono la protezione e l'appoggio. Era [...]

[...] una domenica donna Isabella che era scesa in città per far certe compere, tornò alle Ghiande con gli occhi rossi. - Che hai? - le domandò Raimondo [...]

[...] cugina s'era voltata dall'altra parte, Lucia e Agatina Grazzeri non avevano risposto al suo saluto, fingendo di non vederla.... Il giorno dopo [...]

[...] ' pallido: «Ti prego d'aiutarmi...» Invocava il suo appoggio per uscire dalla falsa situazione in cui si trovava. Era urgente legittimarla per una [...]

[...] potente e nuova ragione che nessuno ancora sapeva, che confidava a lui prima che ad ogni altro: donna Isabella era incinta.... Con gli occhi [...]

[...] spogliato, pel quale era stato bandito dalla famiglia e dal mondo. - Tu puoi aiutarmi, mettere una buona parola.... - continuava Raimondo, - far [...]

[...] della mia.... E questa era la dimostrazione a cui voleva arrivare attraverso tante parole. L'affare di Raimondo, tutto quel pasticcio di [...]

[...] matrimonii da sciogliere e da ristringere non gli piaceva: il biasimo sordo del gran pubblico gli era noto e lo metteva in guardia contro l'errore di [...]

[...] , restando sempre più a lungo. Un pomeriggio Ferdinando era buttato sul letto 366 a dormire, quando l'abbaiare dei cani lo destò di rapente; il [...]

[...] gli occhi. Giacomo da lui? Adesso che c'era Raimondo? E se si fossero incontrati?.... - Vengo subito.... trattienilo tu....ma non dir nulla [...]

[...] due guance. - Come stai, Margherita? Ero impaziente di restituirti la tua cara visita di ieri.... Margherita era già stata da lei! E il principe [...]

[...] iscritto, del bene che aveva fatto al paese ed ai concittadini: grazie a lui, la prima ferrovia a cui s'era messo mano in Sicilia era quella da [...]

[...] Catania a Messina, e il porto aveva numerosi approdi di piroscafi e la città era stata dotata di numerose scuole, d'una ispezione forestale, d'un [...]

[...] , dolorava le intemperanze di Garibaldi, biasimava l'agitazione contro la Convenzione di settembre, affermava che la lega dei buoni era necessaria [...]

[...] , compatimento, biasimo. Ma oramai la situazione di Raimondo e di donna Isabella era legittima, e tutti i parenti, dopo l'esempio del principe, li [...]

[...] trattavano come marito e moglie. In meno di sei mesi, la Corte vescovile, riconosciuto che il matrimonio era stato contratto per forza e con la [...]

[...] paura, aveva liberato la Fersa. Per quello di Raimondo con la Palmi c'era stato un poco più da fare. Da principio, aspettavano che il barone si [...]

[...] . La signora donna Matilde - giustizia innanzi tutto! - nonostante le sue stravaganze era ragionevole in fondo, e sapendosi del resto malata [...]

[...] , comprendendo che un po' prima un po' dopo, il conte sarebbe rimasto libero, s'era persuasa a pregare il padre di consentire allo scioglimento del [...]

[...] aveva costretto a prendersi quella moglie! Sapevano tutti che donna era stata la principessa, con quanta prepotenza s'era imposta ai figli. Non aveva [...]

[...] Eugenio era venuto innanzi al magistrato per testimoniare che la principessa sua cognata aveva fatto accompagnare il figliuolo alla parrocchia da due [...]

[...] Ferdinando non era più di questo mondo e i suoi discendenti avevano ricevuto il benservito) fosse capace di un'azione di questa specie! Quasi che [...]

[...] delle minaccie, e che non s'era mai dato il caso d'un annullamento di matrimonio per costrizione della volontà dello sposo. Non s'era ancor dato, e [...]

[...] ! Le male lingue rincaravao che il barone aveva lasciato correre per amore della figlia, la quale era in fin di vita; ma Pasqualino, 371 com'è [...]

[...] barone? Forse che a sentire sciolto il matrimonio, la signora Matilde sarebbe guarita dalla contentezza? Era morta, invece - salut'a noi [...]

[...] ! - qualche mese dopo il matrimonio del conte e di donna Isabella! Dunque il barone era rimasto zitto perchè sapeva che il genero diceva la verità [...]

[...] , specialmente, s'era messa a difenderli con maggior calore dello stesso Pasqualino, dimostrando che la passione è «cieca,» che gli uomini «sono fatti [...]

[...] , ringraziato Ferdinando dell'ospitalità che gli aveva accordata, Raimondo s'era preso in affitto un quartiere nel palazzo Roccasciano e v'era andato a [...]

[...] tutti e tutto, faceva ancora, suo malgrado, ciò che ella voleva. Fermo proposito di lui era d'andar via al più 372 presto, non già per le [...]

[...] gli aveva portato, l'irreparabile sciagura che quella morte era per lei. Soltanto la vista dei suoi «cari cugini,» i conforti della «famiglia [...]

[...] «riceveva». Quest'uso di ricevere in un giorno determinato era una gran novità della quale si discorreva molto. Donna Isabella, che non s'appagava del [...]

[...] , un'importanza straordinaria, tale che le più restie brigavano finalmente l'onore di esservi ammesse. Così, dopo appena tre anni che era venuta [...]

[...] stornava a furia di sommessione, secondando sempre e comunque l'umore del marito. Adesso, l'incosciente rancore di cui Raimondo era animato contro di [...]

[...] gli Uzeda. E la materia era inesauribile. Chiara per esempio, che aveva fatto la scrupolosa quand'essi non erano uniti legittimamente, adesso [...]

[...] più essere toccata dal marito, e di che si lagnava, quella pazza? Forse della condizione in cui era ridotta? del male che la minacciava [...]

[...] sordamente? Nossignore: il suo gran dolore era di non poter servire a Federico! E comprendendo che questi, il quale non aveva niente di fradicio, anzi era [...]

[...] violenza che la 375 principessa madre aveva dovuto farle. «E gli altri? e le altre?...» Infatti, dove metter Lucrezia? La pazzia di costei era [...]

[...] andata tutt'al rovescio: dopo aver fatto cose dell'altro mondo per sposare Giulente, adesso, a poco a poco, era arrivata quasi a disprezzarlo, gli dava [...]

[...] donne, e per non metter più piede nel podere che gli era stato tanto a cuore, lasciava che il suo fattore gli rubasse gli occhi. «È pazzo?... Son [...]

[...] grande era serbato al principe. Costui non aveva fatto un danno soltanto morale al fratello, gli aveva anche fatto pagar salato il suo appoggio. Nei [...]

[...] momenti in cui era impegnato a spuntarla contro tutti, a trionfare degli immensi ostacoli di cui era irta l'impresa dello scioglimento dei [...]

[...] matrimonii, Raimondo non aveva neppur calcolato quel che gli costava la pace col fratello maggiore; era tanto, allora, il suo impegno, che egli avrebbe [...]

[...] della procura aveva dimostrato d'esser rimasto creditore di parecchie migliaia d'onze, per gl'interessi accumulati degli anticipi: così s'era preso [...]

[...] i due fondi di Burgio e Burgitello. Ma la magagna più grossa era stata operata nella divisione, perchè egli aveva messo secondo gli conveniva i [...]

[...] clausola del testamento materno che gli era un bruscolo negli occhi.... Passata pertanto la foga della lotta, Raimondo era animato da un sordo astio [...]

[...] contro di lui; ma donna Isabella, parlandogli male del fratello, non rammentava già queste cose, comprendendo che l'argomento era a due tagli e si [...]

[...] detto: «Quando sarò stanco, lascerò a te il collegio;» e questa era la secreta brama di Benedetto: esser deputato, mettersi nella grande politica [...]

[...] gli era costato: per sussidiare i perseguitati, per comperar fucili e cartucce, per offrire rinfreschi alla Guardia nazionale, aveva fatto qualche [...]

[...] comperato una villa al Belvedere, per stare a casa propria durante la villeggiatura, e gli era rimasta tuttavia una sommetta della quale non sapeva che [...]

[...] fare. Era troppo esigua per comprare una proprietà; darla a mutuo non voleva; che cosa bisognava farne? «Acquistane rendita 378 pubblica [...]

[...] : - Impiego sicuro, signori miei!... Quando la rendita napoletana era al cento e dieci!... Un altro poco e scenderà al cinque, la cartaccia sporca [...]

[...] che si sapesse la ragione della sua gran fretta di tornare a casa. La ragione era questa: che Rosa Schirano, la nuova cameriera da lei presa a [...]

[...] Federico, un bel pezzo di ragazza della Piana, bianca e rossa al pari d'una mela era incinta per opera del marchese; e invece di cacciarla via ella [...]

[...] non capiva in sè dal contento. Questa era anzi la secreta speranza che aveva indotta a metter tante fresche ragazze a fianco del marito: poichè [...]

[...] voleva un figlio di lui e non era buona di farlo, s'accontentava di qello di un'altra, le pareva naturalissimo circondare di cure quest'altra che [...]

[...] Federico aveva fecondata; quasi la invidiava.... Ella stessa le aveva strappato la confessione dell'errore, e la ragazza impaurita e tremante era [...]

[...] proprie camere col ventre sempre più gonfio; ma giù nel cortile, nelle stanze che la moglie del cocchiere era stata costretta a cederle, la visitava [...]

[...] buttarla in mezzo a una strada....» Ma il più bello era che il marchese si seccava e si vergognava anche un poco di quella paternità clandestina. Col [...]

[...] intricata della cugina che già le lingue di vipera ci trovavano a ridire? Forse perchè s'era parlato di matrimonio, tanti anni addietro? Ma il [...]

[...] diavolaccio del cavalier Carvano non era tipo da metter paura! Non vedevano del resto la principessa? Era la più interessata di tutti a sapere [...]

[...] la verità; e se quelle ciarle maligne avessero avuto fondamento, se ne sarebbe rimasta così tranquilla?... La principessa era più tranquilla che [...]

[...] principessa era felice di tener per aria le mani bianche e lucide, preservandole da ogni contatto, adoperandole soltanto per abbracciare i suoi figli [...]

[...] ; alla Madonna delle Grazie c'era tutta una parete piena di voti: gambe, testa, braccia, mammelle di cera sulle quali erano dipinte orribili piaghe [...]

[...] . Tutte le volte che era venuto a palazzo, il ragazzo l'aveva rammentata al principe; ma questi rispondeva invariabilmente: «Più tardi.... in [...]

[...] era stata presa perchè un giorno la signorina, entrata inavvertitamente nella Sala Rossa, aveva trovato il principe e la madrina in troppo intimo [...]

[...] uno di questi collage. Il signor duca conosceva che quello dell'Annunziata, a Firenze, era il più a chic di tutti, perchè infatti costava più caro [...]

[...] principessina ricevesse l'educazione conveniente!... Egli non diceva che donna Ferdinanda, alla notizia della decisione presa a sua insaputa, s'era [...]

[...] palazzo.... Per Baldassarre, il principe era Dio, e tutto ciò che il padrone faceva era ben fatto. Rispettava anche gli altri parenti e perciò le [...]

[...] non dovevano a nessun costo arrivare al padrone; se questi domandava perchè il tale o tal altro guattero era stato congedato, egli trovava un buon [...]

[...] pretesto, oppure diceva che era stato il signor Marco. Stimava pertanto l'amministratore, che era come lui geloso del buon nome della casa e [...]

[...] grandi case palermitane lo avevano chiamato per associarlo in grandi e nuove speculazioni dove c'era da arricchire in poco tempo; ma le male lingue [...]

[...] , che non tacciono mai, volevano dare a intendere che egli era scappato perchè, mangiatisi i quattrini degli zolfi presi a credenza, contro [...]

[...] una mano alla principessa, che le era gratissima di tante attenzioni; venivano anche gli altri parenti, non più inviperiti come un tempo [...]

[...] dicembre 1865, Baldassarre corse ad una chiamata del padrone il quale era nel proprio scrittoio in compagnia del notaro. - Accompagna il notaro dal [...]

[...] avevano dato a intendere che non ci sarebbe stato più colera, perchè Vittorio non era nemico dei popoli come Ferdinando; e adesso, invece, si [...]

[...] tornava da capo! Allora, perchè s'era fatta la rivoluzione? Per veder circolare pezzi di carta sporca, invece delle belle monete d'oro e d'argento che [...]

[...] Sicilia era stata sempre esente, per antico privilegio, dal tributo militare? Eran dunque questi tutti i vantaggi ricavati dall'Italia una?... E i più [...]

[...] scontenti, i più furiosi, esclamavano «Bene han fatto i Palermitani, a prendere i fucili!...» Ma la rivolta di Palermo era stata vinta, anzi la [...]

[...] colera era la pena dei tempi peccaminosi: gli scomunicati non avevano fatto la guerra al Papa? La Chiesa non era perseguitata? E adesso, per [...]

[...] colmar lo staio, c'era la legge che spogliava i conventi! «La fine del mondo! L'anno calamitoso! Chi avrebbe creduto una cosa simile! Tanti poveri [...]

[...] belle. Era tempo che finisse la cuccagna! L'unica cosa fatta bene dal governo!...» Però, tanti santi Padri, che ce n'erano, costretti a vivere con [...]

[...] di polvere dalla città al Belvedere. Nella prima c'era il principe di Francalanza, donna Ferdinanda e la cugina Graziella, invitata alla villa [...]

[...] la tonaca benedettina perchè suo padre s'era deciso a riprenderlo in casa proprio all'ultimo momento, quando i monaci s'eran dispersi e don [...]

[...] solo la cameriera nell'angolo opposto. Il contatto d'una spalla l'avrebbe fatta cadere in convulsione, perciò s'era dichiarata contentissima [...]

[...] che il principe accompagnasse la cugina. L'altra carrozza era invece stipata: c'erano il marchese e Chiara, Rosa col bambino e finalmente don [...]

[...] ; l'avversione non cedeva neppure dinanzi al pericolo del colera, gli faceva preferire la compagnia del bastardello. Il Priore, invece, era rimasto [...]

[...] fuggire; il suo posto, diceva, era al capezzale degli infermi, accanto a Monsignore. Le maggiori insistenze gli 395 erano venute dal principe [...]

[...] in mezzo al pericolo qualcuno dei suoi. Che cosa si sarebbe detto? Che egli pensava solamente a sè stesso?... Ma, come non era riuscito a rimuovere [...]

[...] alle Ghiande. Lucrezia era già partita nella mattina pel Belvedere col marito, il suocero e la suocera. Quanto allo zio duca, era a Firenze, vicino [...]

[...] alla nipote Teresina, e poichè lì il colera non infieriva e non metteva tanto spavento quanto in Sicilia, così egli era e voleva che sua moglie [...]

[...] villeggiatura, tanto più che l'allarme destato dalle prime notizie della pestilenza si dimostrò presto ingiustificato: in città c'era appena qualche [...]

[...] gloriava. Se la principessa, o donna Ferdinanda o qualche altro parente non faceva buon viso al piccolino, ella mostravasi offesa, ed era capace di [...]

[...] , era adesso tutt'una cosa con lo zio Blasco, il quale, stando con lei, la approvava implicitamente. 397 Il monaco, alla notizia della legge [...]

[...] mondo! era parso veramente uno scatenato diavolone dell'inferno. Le male parole di nuovo conio, le imprecazioni, le bestemmie eruttate contro il [...]

[...] violento gli era mai uscito di bocca. Ma quasi la mostruosità compitasi fosse troppo grande, troppo stordente, si ridusse tosto ad un silenzio grave ed [...]

[...] sulla paglia. Da San Nicola era venuto via con due casse, delle quali non lasciava mai le chiavi; e il principe, in città, le aveva covate con gli [...]

[...] destro di guardar dentro alle casse era stato inutile, giacchè il monaco si sprangava in camera, ogni qualvolta aveva da frugarvi. Adesso, al [...]

[...] matto. Non era matta Chiara che trattava la cameriera come una sorella e il bastardo di lei come un figlio suo proprio? Non era matta Lucrezia che [...]

[...] servizio gli parlavano di di lei. Questo era però l'unico sentimento che egli manifestava; del resto, stava in casa il meno possibile, montava a [...]

[...] l'unica via di salvezza, egli s'era divertito a tormentare il Fratello predicendogli lo sbando dei monaci, la chiusura del convento; ma l'altro [...]

[...] potenze cattoliche? la rivoluzione di tutta la cristianità?... E nulla era riuscito a scuotere la sua sicurezza, nè le notizie dei giornali, nè i [...]

[...] principe, con le braccia levate: - Me n'hanno cacciato!... Me n'hanno cacciato!... In qualche mese era dimagrato della metà, sul viso giallo e [...]

[...] . - Dunque era vero?... Ma che non s'ha da far nulla?... Voialtri che siete ascoltati?... Lascerete che questi scellerati rubino San Nicola, San [...]

[...] .... - Bel terno!... - fece il principino; e come Baldassarre venne a dirgli che il calesse era attaccato, si alzò, esclamando sotto il naso del [...]

[...] Eccellenze e mi piglio ogni cosa?... Si può fare una legge così?... - E raccontò, confusamente, quel che era avvenuto all'atto dello spogliamento [...]

[...] ?... Monsignor Vescovo?... Perchè non scrivono a Roma?... Ha da finir così?... Don Blasco, al quale il giorno prima era arrivata la rendita, tonò [...]

[...] elettori che i suoi proprii. I suffragi dovevano quindi andare a lui, come al naturale, al legittimo rappresentante del paese; era assurdo [...]

[...] precipuamente all'istituzione della Banca Meridionale di Credito non era certo il più piccolo; e don Lorenzo Giulente, nel suo gabinetto di direttore [...]

[...] cavaliere, sissignori: senza cavallo....» La vera, la prima origine della durezza con la quale ella lo trattava da un pezzo era la persuasione [...]

[...] , egli non ha bisogno della croce! È già cavaliere di natura.... Ma il più bello era che donna Ferdinanda, adesso, non le dava più retta, anzi [...]

[...] il suo peculio era cresciuto, tanto più cupida ella era divenuta: adesso dava i denari al trenta, al quaranta per cento, gridando poi al ladro se [...]

[...] Giulente cominciavano a entrare nelle sue grazie. Tornato dalla villeggiatura, s'era preso in affitto un quartierino verso la Trinità, per esser [...]

[...] religiose era il gran fatto dei tempi moderni; egli ne enumerava e dimostrava gli immensi vantaggi. Prima d'ogni cosa, i latifondi tolti alla manomorta [...]

[...] privata.» Era come un'altra «legge agraria,» egli citava i Romani, Servio Tullio; e la gente che non capiva, batteva egualmente le mani, in attesa [...]

[...] cavarlo dal fuoco eterno! Ma voialtri? Guai a tutti! Fuoco dall'aria sui vostri capi! Arse l'anime!... Donna Ferdinanda, da canto suo, era [...]

[...] carrozza, tanta tremarella aveva in corpo. La cugina Graziella era ancora una volta coi cugini: la sua presenza adesso diveniva tanto più necessaria [...]

[...] » del duca. Ma improvvisamente un brutto giorno la costernazione crebbe fuor di misura: la pestilenza era scoppiata al Belvedere; la serva di [...]

[...] , biancheria, tutte le cose 410 d'uso giornaliero. Nella notte tornò il maestro di casa per avvertire che l'alloggio era trovato, e il domani [...]

[...] all'alba tutti scapparono dal Belvedere dove il colera già divampava. La casa, alla Viagrande, s'era trovata grazie alle relazioni ed ai quattrini del [...]

[...] principe di Francalanza: nondimeno, era una catapecchia consistente in tre cameracce e due stanzini a pian terreno, povera abitazione d'un [...]

[...] trecento morti il giorno e non c'era più consorzio civile, nessuna autorità, nè deputati, nè consiglieri, nè niente, ma diffondevasi per la prima [...]

[...] volta con violenza straordinaria nel Bosco scampato a tutte le altre invasioni coleriche: era al Belvedere, a San Gregorio, a Gravina, alla Punta [...]

[...] , c'era appena di che dissetarsi. Il principe, alla Viagrande, pagava una lira ogni brocca d'acqua; 411 e la principessa pareva diventata un pozzo [...]

[...] che il duca, atterrito, pensava di scapparsene più lontano; ma la paura di lui era fuor di luogo: quei dolori, quelle disposizioni al vomito, la [...]

[...] momento all'altro alla Viagrande, anzi qualche allarme c'era già stato. - Andiamo via !... - insisteva; - andiamo più lontano, al Milo, a Cassone [...]

[...] sonno, tormentata dalla nausea e dal vomito; s'era levata a stento, pallida e disfatta così, che Chiara disse: - No, lasciala.... verrà quando [...]

[...] avrai trovato la casa.... Le stesse cameriere dissero che non era prudente esporla al disagio della ricerca, che meglio le conveniva partire quando [...]

[...] trovarla.... Donna Ferdinanda era anche lei di questa opinione; ma Consalvo, stretto alla mamma, le diceva, piano: - No, non andare per ora.... è [...]

[...] notizia di loro. A un'ora di notte arrivò un espresso mandato dal duca dal Milo, il quale avvertiva d'aver trovato lassù uno stambugio dove c'era [...]

[...] Graziella, celebrato tre mesi dopo la cessazione dell'epidemia, solo i parenti e pochissimi intimi furono invitati: il vedovo era ancora in gramaglie [...]

[...] e il chiasso d'una festa sarebbe stato inopportuno. Del resto il principe stesso spiegava che quel matrimonio era di semplice convenienza: tanto [...]

[...] conveniente e provvida. I preparativi della cerimonia nuziale furono molto modesti perchè non i soli sposi erano in lutto: non c'era quasi famiglia, dopo [...]

[...] Mascalucia; la principessa di Roccasciano era rimasta vedova, alla duchessa Radalì era morto uno zio, il cavaliere Giovanni Artuso; ma questa disgrazia [...]

[...] non era stata causa di grande dolore, poichè il cavaliere, ricchissimo e senza figli, aveva lasciato in casa Radalì tutta la sua sostanza [...]

[...] donna Graziella avrebbe fatto da madre ai figli del principe, era frattanto fuori di dubbio. Baldassarre aveva riferito ai suoi dipendenti, e [...]

[...] mamma, e che pianto! che convulsioni! basta dire che la direttrice del collegio s'era messe le mani in capo, non sapendo come fare. Povera [...]

[...] , tanto era svegliata e studiosa. Ma finalmente, quando la madrina le mandò una ciocca di capelli della sant'anima, e il suo libro di preghiere, e il [...]

[...] «grande disgrazia», ed era la più adatta, nella sua qualità di parente, a compiere la delicata missione di seconda madre. La cugina, da suo canto [...]

[...] veniva più a palazzo, adesso che non c'era più nessuna signora che la ricevesse; ma il principe andava da lei e voleva che il figliuolo le facesse [...]

[...] comperava carrozzini e cavalli inglesi; ma Consalvo era freddo anche col padre, lo evitava, stava settimane intere lontano, in campagna, a [...]

[...] principessina? Era possibile che anche lei si voltasse contro il padre e la madrigna? Una figliuola savia, obbediente, educata alla Santissima [...]

[...] madrigna con gl'invitati andarono al municipio, egli non era ancora arrivato. Non arrivò neppur la sera, quando gli sposi tornarono dalla chiesa: uno [...]

[...] : «Ma Consalvo? Perchè non lo mandate a chiamare?...» nonostante le avessero spiegato parecchie volte che il giovanotto era in campagna, alla [...]

[...] Piana. Il principe, un poco pallido, diceva che doveva esser capitata qualche disgrazia alla comitiva; infatti nessuno del compagni di Consalvo era [...]

[...] capovolta, al Biviere? La carrozza ribaltata? Un fucile, Dio liberi, scoppiato?... Donna Ferdinanda era invece tranquillissima, sapeva bene che il suo [...]

[...] unicamente perchè, da giovane, s'era messo in capo di sposarla. La madre non aveva voluto, ed egli s'era piegato, allora, alla ferrea volontà di lei [...]

[...] finito di accomodarli, egli s'era messo con l'antica innamorata, e ora, dopo tanti anni, non più giovane, con due figli grandi e grossi sulle [...]

[...] spalle, il suo primo pensiero, appena libero, era quello di sposarla, vedova, invecchiata, imbruttita, pur di prendere la rivincita, par di disfare [...]

[...] doveva restare in casa non s'era sposata?... «Strambi!... Cocciuti!... Pazzi!...» Così scambiavansi le stesse accuse; ma stavolta tutti erano stati [...]

[...] riconosciuto, alla Curia, che il dotto e santo Cassinese doveva andare avanti in altro modo. Gli era stato offerto un vescovato, a sua scelta; ma egli [...]

[...] che mirava più alto, aveva chiesto di andare a Propaganda. E giusto in quei giorni, con la nomina di vescovo in partibus, era stato chiamato [...]

[...] ? A Roma egli era preceduto da una fama così chiara, da raccomandazioni tanto efficaci, che in poco tempo era sicuro di raggiungere, con la [...]

[...] s'era più curato nè di lui nè degli altri. Ma l'appetito vien mangiando, dice il proverbio, e don Blasco non si contentava di quelle poche migliaia [...]

[...] ; e vedendo che Giacomo gli dava erba trastulla e nonostante le promesse iniziava la causa per conto proprio, era stato l'anima della lega ordita [...]

[...] s'era fatto pagare da Raimondo e da Lucrezia per dar loro il suo appoggio, aveva dovuto chiuder la bocca allo zio perchè questi, che non aveva [...]

[...] mai avuto peli sulla lingua, s'era messo a cantare che la faccenda della morte della principessa non era tanto liscia, e che aver costretto la [...]

[...] «povera Margherita» a scappare a Cassone mentre stava così male ed aveva anzi i primi sintomi del colera, era stato un voler sbarazzarsi di lei, dopo [...]

[...] averle dettato un testamento nel quale s'era fatto lasciare ogni cosa, e niente ai figli; e che la freddezza di Consalvo non era poi senza [...]

[...] contro il fisco rapace. Ma sfogava contro tutti gli altri, incagnato, una furia. L'agente delle tasse, specialmente, un certo Stravuso, era il [...]

[...] , che portava al cielo le nuove leggi, gli consigliava di non lagnarsi: anche dedotto il 20 per cento, il resto era tanto di guadagnato. L'importante [...]

[...] in tutto questo, per il legislatore, era che tante proprietà e tante rendite fossero sottratte ai monaci, e destinate ad impinguare la fortuna [...]

[...] svincolati, egli era rimasto aggiudicatario del Carrubo e di Fontana Rossa, due feudi della Badia di San Giuliano, dei quali a giorni sarebbe entrato [...]

[...] Chiesa anche quelli? 421 - Eccellenza no, - rispose il principe. - La Chiesa ne era semplice amministratrice, secondo intenzione dei [...]

[...] , esercitando così per la prima volta l'ufficio di padrona di casa. Don Blasco non si facea pregar molto: adesso che a San Nicola c'era tanto di [...]

[...] firme giacchè anch'egli s'era messo a dar quattrini in piazza. Di tanto in tanto s'avvicinava anche al crocchio d'uomini in mezzo al quale il [...]

[...] duca, finito di discorrere col nipote, parlava delle pubbliche faccende. La quistione che impensieriva pel momento il deputato era quella del [...]

[...] al paese; ma egli dichiarava che non la volontà ma la forza gli faceva difetto. Era già deputato, consigliere comunale e provinciale, membro [...]

[...] d'inchiesta. Ad ogni nuova nomina, egli protestava che era troppo, che non aveva tempo di grattarsi il capo, che bisognava dar luogo ad altri, ma dopo [...]

[...] gridavano contro questo accentramento di tanti ufficii in una stessa persona; e giusto il duca s'era fatto forte di tale ragione per rifiutare la [...]

[...] zio e il proprio rifiuto. Lucrezia si voltò a guardarlo in faccia e gli disse sul muso: - Sempre bestia sarai? Le era parso che quel titolo di [...]

[...] pantofole; si mostrava così al cameriere ed al cuoco, era capace di ricevere anche qualche visita; e se Benedetto, presente, esclamava, giungendo [...]

[...] sindaco era suo nipote; in fatto, era egli stesso. Non si rimoveva una seggiola, al municipio, senza la sua approvazione; ma specialmente nella [...]

[...] autorità, di farsi pagare gli atti che era in dovere di compiere; e ciò senza scrupoli, come una cosa naturalissima, come avevano fatto i Vicerè [...]

[...] rappresentare una parte in politica, e il Parlamento era la meta per la quale sopportava adesso il municipio. Il giorno in cui il duca si sarebbe ritirato [...]

[...] dormiva. Lasciata la camera che aveva occupata al ritorno dal convento, s'era accomodato un quartierino al primo piano, dalla parte del secondo [...]

[...] compagni, un Club che era la risurrezione più elegante e più ricca dell'antica istituzione: quantunque solo i nobili autentici fossero ammessi [...]

[...] ricchi di lui: un motivo di cruccio contro suo padre era appunto l'avarizia di costui che si lasciava prender la mano dai nuovi arricchiti. Il [...]

[...] , c'era gente che spendeva un occhio del capo a metter su case ed equipaggi col gusto moderno. Ma agli occhi del principe, la vecchiaia dei mobili e [...]

[...] delle livree era come un altro titolo di nobiltà; e se tutti tenevano adesso il guardaportone mentre vent'anni addietro c'era in città 429 [...]

[...] al giuoco, le notizie di questi avvenimenti facevano le spese delle conversazioni; la sua antipatia per la madrigna gli era ascritta [...]

[...] combinato una compagnia che era, la notte, il terrore di mezza città. Armati di stocchi, di revolver o anche di semplici coltelli, portavano a spasso [...]

[...] , o lo pagava a legnate; e mentre profondeva i quattrini con le donne, era capace di portar via a certe povere diavole, per spasso, i pochi soldi [...]

[...] risa della comitiva. Egli ne era l'anima, il capo riconosciuto e obbedito. Giovannino Radalì veniva spesso con lui; ma quantunque ora fosse libero [...]

[...] il prestigio di quei nomi era tale che pochi osavano lagnarsi; la più parte si stimavano onorati di competere con quei signori, li ammiravano [...]

[...] , parlavano di loro col massimo rispetto. In carnevale, la mascherata favorita dei monelli, dei facchini, era quella del Barone: sui calzoni a [...]

[...] tardi, per ingraziarsi meglio donna Ferdinanda, Consalvo le dava ragione se l'udiva gridare contro il fedifrago; e in questo era sincero, perchè [...]

[...] sua smania di criticar tutto e tutti, in famiglia, era finita: quando capitava tra i parenti, discorreva un poco del più e del meno e andava via [...]

[...] presto. Per non star solo, in casa, s'era messo dentro la Sigaraia, suo marito e le sue figlie; talchè era servito di tutto punto, non aveva più [...]

[...] bisogno di nulla. E, da un certo tempo, era diventato addirittura irreperibile. «Che cosa fa lo zio?... Che cosa fa don Blasco?...» ma nessuno [...]

[...] : - Garino? Questo è lo zio don Blasco che l'ha comprato!... Infatti di lì a poco la verità si seppe; Garino era il prestanome di don Blasco; questi [...]

[...] aveva messo fuori i quattrini ed era già entrato in possesso del latifondo... 434 Un monaco, un monaco benedettino, uno che aveva fatto voto di [...]

[...] .... Datemi da lavare!... È una cosa da nulla.... La ferita era invece profonda: cominciava dal dorso della mano, girava sotto la giuntura del pollice e [...]

[...] modista, assicurandole anche la clientela di tutte le sue parenti ed amiche. Tutto era stato inutile. Allora, vedendo che con le buone non otteneva [...]

[...] , quasi fossero al buio; solo quella brutta notte, mentre il principino usciva dal Caffè di Sicilia in compagnia di Giovannino Radalì, s'era sentito [...]

[...] che non era nel suo carattere. - Bene gli sta! Queste sono le conseguenze della sua vitaccia! E voi altri che non lo chiudete a chiave! Che vi [...]

[...] . La questione era che i suoi avversarii tentavano con accanimento un nuovo assalto alla sua riputazione e che l'imbroglio di Consalvo dava loro [...]

[...] sempre lontano, col pretesto degli affari pubblici, anche se la Camera era chiusa a catenaccio e il ministero disperso di qua e di là; pei fatti [...]

[...] del Sessantadue nessuno lo aveva strappato da Torino; in patria era venuto solo per essere rieletto; l'ultima volta neppur s'era data questa pena [...]

[...] , secondo gl'imbeccavano! E avesse una volta, una sola volta aperto la bocca! Si scusava col dire che il pubblico lo sgominava; 439 ma la verità era [...]

[...] zio aveva avuto la direzione della Banca, così Giulente nipote era stato fatto sindaco!... Tutte quelle accuse dei suoi nemici giravano per il [...]

[...] deputato si estendeva un poco su lui. Gli davano dell'ipocrita perchè pretendeva conservare le antiche amicizie mentre era diventato settario [...]

[...] dei guadagni del deputato aveva la virtù d'infiammare i suoi nemici. Delle cariche pubbliche s'era servito per accomodar le sue cose; i denari [...]

[...] , mentre Casa Uzeda era stata sempre covo di borbonici e di reazionarii, mentre egli stesso, al Quarantotto, aveva goduto col cannocchiale, come al [...]

[...] esser fucilato - e i gonzi s'eran lasciati prendere dalla famosa abolizione del pane di lusso, durata quindici giorni! - ma la cupidigia era stata [...]

[...] era tutta di Ferdinando II; bisognava mandar via i Borboni, far l'Italia una, perchè di botto tutti nuotassero nell'oro. Adesso, dopo dieci anni [...]

[...] propaganda dei suoi antichi amici rivoluzionarii. Il gran torto del duca era quello di sostenere la causa dell'ordine, della moderazione, della [...]

[...] giovinotto era esposto: egli non provava le tenerezze di donna Ferdinanda o l'interesse degli altri parenti per l'erede del principato; nè che [...]

[...] che la ragazza era andata liberamente alla villa Uzeda; e si trovarono poi due contadini che dissero di avercela veduta altre volte, e parecchi [...]

[...] responsabilità, pure, per evitar altre noie, era pronto a sborsare tre mila lire per la bottega di modista. Ora un bel giorno, mentre s'aspettava da un [...]

[...] momento all'altro la notizia che l'imbroglio, un po' con le minaccie, un po' con le promesse, era accomodato e che il giovinotto non correva più [...]

[...] pomodoro, spiegazzando un foglio di carta: - A te!... Che significa questa lettera? Era per un debito di seimila lire che il principino aveva [...]

[...] ferita e macchiava la fasciatura, a poco a poco s'era svegliato in lui ed era cresciuto e s'era fatto irresistibile lo stesso senso di ribrezzo che era [...]

[...] l'imperioso bisogno che era in lui di comandare, di veder tutti piegare dinanzi alla propria volontà di capo della casa, di padrone, di arbitro assoluto [...]

[...] del destino della famiglia; egli che aveva martoriato tutti i suoi, fatto di loro ciò che gli era piaciuto, s'era piegato a lasciar la briglia [...]

[...] , l'indulgenza, l'affezione, s'era arrovellato 444 sordamente, covando l'antipatia e l'avversione contro il figlio, ricambiando l'odio che si [...]

[...] sentiva portato; adesso finalmente scoppiava. Finchè s'era trattato della mala vita del giovane, della sua freddezza verso la madrigna, egli era [...]

[...] sua borsa. Il principe aveva lottato tutta la vita, fin dall'età della ragione, per accumulare nelle proprie mani quanto più denaro gli era [...]

[...] stato possibile, per toglierlo alla madre, ai fratelli, alle sorelle, alla moglie; meglio che tutti gli altri Uzeda, egli era il rappresentante degli [...]

[...] quattrini; e adesso che era riuscito nel proprio intento, che vedeva arrivato il tempo di godere serenamente il frutto delle lunghe e pazienti fatiche [...]

[...] , secondo l'amore di Federico. Quanto a don Blasco, che da un pezzo era diventato invisibile, un bel giorno, venuto a palazzo, cominciò a [...]

[...] era l'origine prima della mala creanza del principino. Donna Ferdinanda riseppe il discorso tenuto dal monaco nello stesso tempo che il suo [...]

[...] hanno nessun obbligo; ma lui? che se non l'avessero fatto monaco sarebbe morto di fame? che s'è ingrassato a spese della comunità?... - O non era [...]

[...] andati in mano estranei. - Questo era il vero modo di riparare all'abolizione, e non le vociate inutili e ridicole. Ricomprati i beni da tutti i [...]

[...] e clericali ricevevano certi fogliacci dove la fine della rivoluzione era data come certa ed imminente: gli articoli letti ad alta voce [...]

[...] più piede dallo speziale. Il pomeriggio, passando dinanzi alla bottega, affrettava il passo, guardando dritto dinanzi a sè, e se c'era gente [...]

[...] sue fabbriche, la riuscita di tutte le sue speculazioni. Una di queste, però, era venuta corta al Cassinese. Il Cavaliere era attaccato, da [...]

[...] soluzioni di continuità. Don Blasco, facendo costrurre un bel muro sodo e alto, irto di rovi e di cocci di bottiglie, s'era appropriato qua e là [...]

[...] . Ora la cosa, venuta in chiaro all'Intendenza di Finanza, gli aveva fatto piovere in casa certa carta bollata, per cui il monaco s'era messo a [...]

[...] d'usurpazione? Se la proprietà di San Nicola arrivava fino alle vigne? Vogliono insegnare a me qual era la proprietà del convento, cotesti ladri che hanno [...]

[...] dice una parola a suo fratello il deputato? Don Blasco non rispose. Era già stato dal duca. Da anni ed anni non rivolgeva più la parola al fratello [...]

[...] abbiamo?» e il monaco entrò subito in argomento. - Sai che ho comprato il Cavaliere da San Nicola? Non c'era più la linea del confine, e feci alzare [...]

[...] aveva mosso tanta guerra, fece: - E...? - Non si potrebbe parlare a qualcuno? Non era precisamente quel che s'aspettava; ma il duca, in fondo, era [...]

[...] fondo? - E i danari? - I danari si trovano! Egli li prendeva dalle Banche delle quali era amministratore: con essi speculava sui fondi pubblici [...]

[...] dei liberali, il professore che era lì dentro a 452 discutere calorosamente, lo chiamò. Parlavano delle soppresse corporazioni religiose, e il [...]

[...] professore non voleva credere che le rendite di San Nicola toccassero certi anni il milione di lire. - Sissignore, - confermò don Blasco. - Era [...]

[...] buona sorte s'era finalmente «seduta sopra altre basi.» Da quel giorno don Blasco prese l'abitudine di frequentare la nova farmacia. Vi [...]

[...] bazzicavano i liberali più arrabbiati i quali gridavano contro il governo, come quegli altri retrogradi, ma per una ragione diversa: perchè era un governo [...]

[...] Spagna era considerata dalla Francia come 453 un casus belli. «Il nostro dovere....» Ma, mentre spiegava il dovere dell'Italia, venne un servitore [...]

[...] di casa Uzeda. Il principe mandava a chieder notizie dello zio e nello stesso tempo l'avvertiva che Ferdinando stava molto male, e che era bene [...]

[...] secreto, un'intima sofferenza; ma, come s'era creduto affetto da tutti i mali quando stava benissimo, così adesso che qualcosa si disfaceva nel [...]

[...] voleva nessuno, che s'era rimesso interamente. Ma adesso tutti comprendevano che il caso era grave. Lucrezia, la compagna della sua fanciullezza [...]

[...] condizione dell'ammalato era molto più grave che non credessero. A trentanove anni egli se ne moriva: il sangue vecchio e impoverito dei Vicerè si [...]

[...] ! Un'altra volta dirai loro che non ci sono. Ma la sua roba era già andata. Dapprima per le speculazioni stravaganti che avevano rovinato la terra [...]

[...] lontano, s'era messo a fare qualche debituccio. Senza stupirsene, senza indagarne 455 la ragione, si vedeva attorno gente che gli offriva [...]

[...] qual tasso prendeva quei quattrini, credendosi ancora padrone della roba, era persuaso che i parenti gli stessero attorno aspettando la sua [...]

[...] morte; appena li vedeva apparire, pertanto, voltava loro le spalle, tranne che al nipote Consalvo. Il debito di questi era stato finalmente pagato, e [...]

[...] edificò tutti, la principessa Graziella persuase di perdonare il figliastro. Era mai possibile che la firma del principino di Mirabella fosse [...]

[...] Consalvo non facesse assegnamento in avvenire sulla debolezza paterna. Tra padre e figlio l'avversione era cresciuta frattanto di giorno in giorno [...]

[...] s'appassionava moltissimo alla guerra minacciata, era quello anzi l'unico tema che avesse la virtù di sciogliergli la lingua. Don Blasco, venuto finalmente [...]

[...] deputato ripresero a sbertarlo con maggior lena. Quella bestia con la prosopopea d'un Cavour redivivo non era neppur buono di capire le cose più [...]

[...] giorno e notte, ed espresso senza esitazioni il proprio pensiero: era venuto il momento d'agire! Se il governo si lasciava scappare quest'occasione [...]

[...] voleva e a chi non voleva udirle, sostenevano il pericolante credito del duca. Benedetto Giulente era rimasto, udendole; poichè, prevedendo che lo [...]

[...] zio avrebbe seguito fino all'ultimo la politica dei temporeggiatori, s'era messo con quelli. Rimase ancora peggio, quando il duca venne a trovarlo [...]

[...] duca era col popolo, pronto a partire per Firenze se i governanti non volevano udire la voce del paese, procuravano all'Onorevole una nuova aura di [...]

[...] fortuna che oramai era avviata. In poco più di tre anni era già segretario a Propaganda ed arcivescovo di Nicea; Pio Nono aveva molta stima di lui. Al [...]

[...] spargendo che egli era tornato in Sicilia non per amore del Babbeo al quale non aveva mai pensato, ma per evitare di trovarsi a Roma in quei [...]

[...] d'avanzarsi nello Stato romano. L'attesa delle notizie era febbrile; il duca, domiciliato alla Prefettura, apriva i telegrammi del prefetto e andava poi a [...]

[...] perdonar loro, perchè non sanno quel che si fanno... Lucrezia pareva una vipera contro il marito, e nessuno parlava del duca, la cui condotta era una [...]

[...] le farmacie: - Io l'ho sempre detto. Pio Nono, - non gli dava più del Santo Padre, - doveva pensarci a tempo e a 460 luogo, quando era [...]

[...] ... Egli non disse che Ferdinando era impazzito del tutto. La sorda diffidenza destatasi in lui contro i fratelli, il secreto sospetto che non gli [...]

[...] era stata irriconoscibile la Palmi. In quei cinque anni che erano stati fuori, a Palermo, a Milano, a Parigi, come il capriccio del marito aveva [...]

[...] costei del voi, lessero in viso a donna Isabella le sofferenze espiatorie. Ella era mutata oltre che nelle fattezze anche nei modi: parlava [...]

[...] verso di lei: quel voi era già molto eloquente, ma egli affettava di non rivolgerle la parola, di non udire quel che ella diceva: quando andò a [...]

[...] aveva una gran fretta di andare al Gabinetto per sapere che c'era di nuovo. Le ultime notizie dicevano che le truppe italiane erano dinanzi a Roma [...]

[...] ; e se la curiosità generale era vivamente eccitata, don Blasco smaniava addirittura. Nondimeno, a quell'annunzio di morte, stava per rispondere che [...]

[...] s'era domiciliato dal primo del mese. Giunto dinanzi al portone, il monaco gli disse d'aspettarlo; e con le mani raccolte sulla schiena, egli si [...]

[...] vario vocìo si levò: - Ancora!... Avanti!... Abbasso!... Morte!... Chi è?... Che c'è?... Da un vicolo, era sbucato un frate; alla vista della [...]

[...] . E il professore, alla vista della tonaca, se era un energumeno, inferocì come un torello al rosso: - Morte ai corvi!... Giù i tricorni: viva il [...]

[...] copie, provò ai concittadini del cavaliere don Eugenio che egli era ancora tra i vivi. Nessuna notizia di lui arrivava da più anni; sulle prime [...]

[...] aveva finito di distribuire il manifesto dell'Araldo Sicolo, che arrivò l'autore in persona. Mancava da tanti anni, ed era naturalmente [...]

[...] , la sordidezza della camicia e dell'abito a coda, troppo lungo e troppo largo, con un panciotto che era stato bianco e l'untume del cappello che [...]

[...] dinanzi al portone di palazzo, vide con stupore 470 che era chiuso, col solo sportello aperto. Datosi a conoscere come zio del padrone al [...]

[...] portinaio che lo squadrava da capo a piedi, sentì rispondersi che non c'era nessuno: nè il principe, nè la principessa, nè Consalvo: partiti tutti: il [...]

[...] : - Eccellenza?... Vostra Eccellenza qui? Era Pasqualino Riso, il cocchiere. Anche lui era andato giù, non sfoggiava gli abiti eleganti, gli anelli e [...]

[...] padre. Dai tanti dispiaceri, il signor principe era caduto ammalato. Quanto a don Consalvo, non si poteva dire che s'affliggesse così da farne una [...]

[...] malattia, ma neanche lui doveva ingrassare a furia di dissapori e di diverbii; il meglio perciò era che se ne stesse un pezzo lontano... Così [...]

[...] rispettarla, la rispetta...» La ragione vera del dissenso era pertanto un'altra: che il signor principe non voleva metter fuori quattrini, e il principino [...]

[...] bisogno di tante cose; doveva, per necessità, far tante spese!... Il padrone non capiva questo, lui che, giovane, era vissuto da monaco. «Ma [...]

[...] tutti dal fratello don Blasco. Il monaco pareva sul punto di scoppiare: il pancione gli s'era imbottito di lardo e la testa ingrossata; il [...]

[...] disposizioni, nominava un mondo di persone colle quali era come «fratello,» ne narrava i casi con tanto interesse come se fossero occorsi a lui [...]

[...] confuso. E poichè donna Ferdinanda continuava a fargli domande, per sapere se Tunisi era una bella città, quanto tempo c'era stato e via [...]

[...] nobiltà autentica era tutta scritta nei libri antichi!... E il 476 cavaliere tentava almeno di dimostrare la bontà della speculazione: ma la [...]

[...] inutile. Andato a ripetere il tentativo dalla nipote Chiara, don Eugenio non potè neppure vederla: la cameriera gli disse che il marchese era fuori [...]

[...] ; quello che voleva il signor marchese era legge per lei.... Nè il padrone ne abusava: d'amore e d'accordo in tutto e per tutto.... Adesso? Adesso [...]

[...] battere alla porta dei Giulente. Arrivò da loro sull'annottare, dopo una giornata di corse. Benedetto non c'era e Lucrezia non si riconosceva tanto [...]

[...] s'era trasformata ed imbruttita. Il corpo era diventato un sacco di carne, dove non si distinguevano più nè seno, nè vita, nè fianchi; il viso [...]

[...] , dalla continua acrimonia che la animava, dall'inguaribile scontento della propria condizione, era divenuto duro, arcigno, inaspettatamente [...]

[...] !... Imperturbabile, don Eugenio ricominciò il giorno seguente. Dai Radalì-Uzeda trovò il duca Michele e il barone Giovannino; la duchessa era fuori di casa [...]

[...] . Michele, a venticinque anni, perdeva i capelLi e pareva vecchio del doppio; Giovannino era invece più grazioso di prima, fine, elegante. Udita [...]

[...] una brocca per terra. - Ho dovuto venir qui perchè al Grand Hôtel era tutto pieno. Come si sta male in questa città! A Palermo avevo un [...]

[...] mescolatasi nel corso dei secoli con gli elementi isolani, mezzo greci, mezzo saracini, era venuta a poco a poco perdendo di purezza e di nobiltà [...]

[...] vecchia tessitrice? Ma come, nella generazione precedente, s'era vista l'eccezione del conte Raimondo, così adesso anche Teresa pareva fosse [...]

[...] , naturalmente, erano venute a trovarla prima di tutte le zie, e Lucrezia s'era quasi attaccata alle gonne della nipote, l'accompagnava 482 per ogni [...]

[...] , adesso, era un signore: oltre la casa e i due poderi, aveva messo di bei quattrini da canto; il principe gli faceva la corte per questo. Il Cassinese [...]

[...] lasciarono vedere, e la principessa spiegò alla ragazza che donna Lucia era «governante» dello zio. Del resto, queste precauzioni erano inutili per [...]

[...] ordinare la sua cameretta o a badare alle sue cosucce. Non era soltanto bella da far strabiliare, ma piena d'ingegno, istruita da dar punti a tanti [...]

[...] , afferrandosi sempre a quel che c'era di più disgraziato, ed imbronciandosi se non lodavano la sua scelta. Invece la principessa lasciava che la figliastra [...]

[...] dinanzi a tutti, anche in conversazione; vegliava su lei come una vera mamma. Era gelosa e scrupolosissima; non permetteva che oltre i libri di [...]

[...] principessa doveva tenerlo in riga: il cavaliere don Eugenio. Appena saputo l'arrivo del fratello e del nipote, era corso da loro, per ricominciare il [...]

[...] meritarlo, ossequente ed umile dinanzi a quell'imbroglione che sputava sentenze, e come s'era arricchito? a spese delle casse pubbliche, manipolando [...]

[...] giorni erano tornati per lui; dopo l'atteggiamento preso nella quistione romana aveva rimesso il tallo; l'elezione del novembre Settanta era stata [...]

[...] ?...» Don Eugenio allora s'era rivolto al principe. Questi aveva negato sulle prime, come meglio aveva potuto, ma in fin dei conti gli riusciva [...]

[...] la mancanza di quattrini; perciò s'era lasciata strappar la promessa d'un'anticipazione d'un par di migliaia di lire, aspettando a sborsarle che [...]

[...] .... La moglie di Cocò ne ha fatta un'altra delle sue.... Il figlio di Jajà è scappato con una ballerina....» Cocò era il principe di Alì, Sasà [...]

[...] persona «come fratello....» Tutte le volte che descriveva il suo appartamento il numero delle stanze cresceva: adesso era arrivato a quindici, e non [...]

[...] . «So Eccellenza sta bene e s'addiverte.... Oggi abbiamo stato al Buà di Bologna, che ci era grande passeggio di carrozze e cavalli e signori e [...]

[...] », 487 e appena saputo il nipote nella capitale francese, gli aveva rammentato di mantener subito la promessa. Padre Gerbini che a Parigi era [...]

[...] cappellano della Maddalena e andava in casa di tutta la nobiltà legittimista, ed era ammesso, insieme con gli intimi, presso l'ex-re, aveva chiesto [...]

[...] sovrano, la premura con la quale s'era informato di tutta la famiglia e il dono che gli aveva fatto, prima di congedarlo, dopo un lungo colloquio [...]

[...] : il proprio ritratto con dedica autografa. «Sua Maestà la Regina» era sofferente, e perciò non aveva potuto riceverlo anche lei; ma il «Re» gli [...]

[...] seconda udienza, ma questa volta la lettera del maestro di casa al padrone conteneva un particolare del quale non era parola in quella di Consalvo alla [...]

[...] Parigi, il giovanotto tornò finalmente in Italia, e restato un poco a Torino ed a Milano passò a Roma, 488 che era l'ultima tappa del suo [...]

[...] nipote, ma poi non disse se la visita era stata fatta; anzi un giorno, inaspettatamente, annunziò per telegrafo l'imminente ritorno. Aspettato alla [...]

[...] stazione da donna Ferdinanda e da Teresa - perchè il principe era rimasto ed aveva ordinato alla moglie di rimanere a palazzo, - Consalvo fece una [...]

[...] , portamantelli e cappelliere di cui era piena la carrozza e un carrozzino da nolo. Il principe, con aria tra dignitosa ed affabile, si fece trovare [...]

[...] Baldassarre che, all'estero, sconoscendo le lingue, s'era spesso smarrito, aveva attaccato lite con gente alla quale diceva male parole siciliane; e [...]

[...] !... Nè era da dire che quella bestia stesse muto per poca voglia di parlare; giacchè, in presenza di estranei, non la finiva più di narrare le sue [...]

[...] avventure di viaggio, le grandi cose che aveva visto, le novità di cui in Sicilia non v'era neppur sentore. Con Benedetto Giulente [...]

[...] quelle cose? Per far sapere che era stato fuori via?... Ma nossignore; non solo teneva discorsi diversi dagli usati, mutava anche sistema di vita [...]

[...] ?... - infatti la scrivania era piena di carte e di libri aperti. E quando finalmente veniva a tavola, il principe gonfiava, gonfiava, gonfiava [...]

[...] tutti i giovani, o presto o tardi, hanno pure da mettere. E il viaggio, infatti, era stato l'origine della conversione del principino, la sua [...]

[...] , quantunque non potesse sbizzarrirsi a modo suo, era nondimeno un pezzo grosso, il pezzo più grosso del sue paese, dove tutta la gente, in alto [...]

[...] gli badava. E se neppur egli avesse visto nessuno, meno male: ma le lettere di presentazione di cui era provvisto lo avevano messo in rapporto, a [...]

[...] nome di principino di Mirabella aveva perduto la sua virtù, era diventato quello di un signore come ce n'erano a migliaia. Il lusso vero, e non [...]

[...] quello mediocre di suo padre, il gusto fastoso, lo sfarzo elegante di cui non c'era idea in quell'angolo di Sicilia, fuori delle grandi vie del [...]

[...] mondo, dov'egli era vissuto, lo costringeva a riconoscere la propria inferiorità. Al club di Catania erano quasi in famiglia ed egli troneggiava; a [...]

[...] consentito a lasciarlo andar via per sempre? La cosa era dubbia, ma il certo era che, articolo quattrini, ne avrebbe assegnati il meno possibile; e con [...]

[...] . Grande laggiù, e anche da per tutto, per uno che non avesse voglie smodate, il patrimonio del principe di Francalanza era per Consalvo poco più che [...]

[...] la mediocrità, a Roma. La morte del padre era dunque inutile; egli doveva cercare un altro mezzo. E lì, alla capitale, quando vi passò di ritorno [...]

[...] , un po' allegro, prese a braccio Consalvo il quale fremè a quel contatto; ma il deputato, con un sorriso che voleva esser discreto ed era beato [...]

[...] seconda visita, poichè gli conveniva mutare non solo le abitudini ma anche le idee. Fin a quel momento era stato borbonico nell'anima e clericale per [...]

[...] difficoltà. Era degli Uzeda liberali o dei retrivi? Più d'uno assicurò che era borbonico come la zia Ferdinanda; che anzi, a Parigi, era andato a [...]

[...] far visita a Francesco II. Ma Giulente si portò garante dei liberi sensi del nipote: all'ex-re aveva fatto, era vero, una visita, ma costretto dai [...]

[...] parenti; una visita di pura forma, del resto, che non lo impegnava a niente. Fino a quel momento era stato un ragazzo irresponsabile delle idee [...]

[...] che correva questa voce, protestò con tutte le sue forze che era una menzogna sfacciata, della quale non capiva l'origine. Ma, preso a quattr'occhi [...]

[...] ella nelle sue buone grazie, per vendicarsi della principessa. - Ah, mala razza!... Ah, gesuiti!... Ed a me diceva che non era vero!... La vecchia [...]

[...] nell'armadio, la lacerò in mille pezzi dinanzi alla nipote. - Neanche un soldo! Così! Anche Chiara, poichè suo marito s'era venuto a poco a poco [...]

[...] intorno ai trattati di commercio. Nella sala, angusta, la gente era stipata e le seggiole si toccavano. Per evitare contatti, Consalvo aveva tirato [...]

[...] così filato, era così abile ed opportuno, solleticava tanto l'amor proprio dei precedenti oratori, riusciva così inaspettato sulla bocca d'un [...]

[...] che se il suo ardimento poteva giudicarsi grande, egli sapeva che non meno grande era l'indulgenza del suo uditorio. Qualificò come «modello del [...]

[...] egli esprimeva «con peritanza di discepolo ma saldezza di apostolo.» Egli era per la libertà; per la libertà «che è la più grande conquista dei [...]

[...] tutti credevano improvvisato, con tanta disinvoltura era detto; ma un vero trionfo successe all'argomentazione finale: la necessaria corrispondenza [...]

[...] perchè a don Blasco era venuto un accidente. Il monaco, floscio come un otre sgonfiato, rantolava. La vigilia aveva fatto una solenne scorpacciata e [...]

[...] cioncato largamente: spogliato e messo a letto da donna Lucia, s'era addormito di botto; ma nel mezzo della notte un sordo tonfo aveva fatto [...]

[...] accorrere tutti quanti, allora s'era visto il Cassinese disteso quant'era lungo in terra, senza più sentimento. La Sigaraia, le figliuole, la serva [...]

[...] non la finivano di raccontar la disgrazia; ma Garino, che lasciata l'ambasciata al principe e chiamato un dottore, era tornato di corsa a casa [...]

[...] , aveva la ciera rannuvolata e non diceva niente. Mentre il medico dichiarava di non poter far nulla, perchè il colpo era fulminante, e le donne [...]

[...] pensavano ad alto, divorati dalla curiosità, dalla cupidigia dei quattrini del monaco. Dopo la vecchia principessa, don Blasco era il primo Uzeda [...]

[...] danaroso che se ne andava; Ferdinando non era contato: aveva poca roba e quella poca era stata carpita dal principe. Il Cassinese, invece, tra i [...]

[...] due poderi, la casa e i risparmii lasciava quasi trecento mila lire, e tutti speravano d'averne qualcosa. Se non c'era testamento i due fratelli [...]

[...] , perchè chiamassero suo figlio. Ma il principino dapprima aveva risposto che era a letto, poi che dovevano dargli il tempo di vestirsi, poi che [...]

[...] catastrofe; Garino affacciossi sull'uscio, annunziando: - Il Signore l'ha chiamato con sè! Tutti entrarono nella camera del morto. Era immobile [...]

[...] beccheria; e c'era per terra e sui mobili una confusione straordinaria: panni disseminati qua e là, catinelle piene d'acqua, caraffe di 504 aceto [...]

[...] parlava e gli diceva che la sua fine era prossima... - E perchè non ne avete detto nulla? - domandò allora donna Ferdinanda. - Eccellenza [...]

[...] successione; ma Lucrezia era implacabile, per la rivincita da prendere su Graziella che l'aveva trattata male e anche un po' perchè sperava [...]

[...] la zia. A poco a poco tutto l'amor suo pel marito s'era rivolto al bastardo; e poichè Federico era sempre vergognoso della paternità clandestina [...]

[...] 507 e non voleva riconoscerla, l'odio antico per il marito che le avevano imposto s'era venuto ridestando in lei. La sua testa di Uzeda [...]

[...] ed eseguito il colpo, che al tempo in cui esercitava l'onorato mestiere di spia s'era provato ad imitare le scritture dei galantuomini, per [...]

[...] rovinarli dinanzi alla polizia. Ma il più bello che era? Che un ladro aveva rubato altro; giacchè Garino, il quale doveva farsi lasciare dodici tarì al [...]

[...] giorno soltanto, aveva calcato la mano, mentre c'era, portando il legato a 200 onze l'anno! Nè il principe poteva fiatare, perchè altrimenti si [...]

[...] sarebbe dato la zappa sui piedi!... Garino e la Sigaraia giuravano e spergiuravano che era tutta un'infamia inventata dalla parentela, la quale [...]

[...] cane i gatti? L'erede naturale era il principe, il capo della casa! Quanto ad essi, niente di più naturale che la sant'anima si fosse disobbligato [...]

[...] si strinse nelle spalle, ricevendola. Per lui, niente era più doloroso delle liti in famiglia; e a tutte le persone che incontrava esprimeva il [...]

[...] prepotenti e le pazze!... In casa, però, egli era divenuto 508 più irascibile di prima. Contegnoso dinanzi alle persone, sfogava dinanzi alla [...]

[...] quantità, con la stessa mania di sfoggiare e di far le cose in grande che, prima, quando l'eleganza degli abiti era il suo unico pensiero, gli [...]

[...] faceva comperare i bastoni a dozzine e le cravatte a casse. Era umanamente impossibile, non che studiare, ma neppur leggere tutta quella carta [...]

[...] impormi le sue idee... E se spendo qualche cosa a libri, domando altro?... Ogni domenica c'era un'altra lite per la messa. Consalvo si seccava di [...]

[...] liti. E adesso l'urto era più tra figlio e padre che tra figliastro e madrigna; Consalvo si piegava piuttosto ad una buona parola della principessa [...]

[...] nervosi e vere malattie, un dubbio era sorto nella testa di quest'ultimo: suo figlio era forse jettatore? E il dubbio adesso facevasi strada, quantunque [...]

[...] si guastava lo stomaco? Perchè, durante la lunga assenza di Consalvo, egli era stato benissimo? In un altro ordine d'idee, quella conversione [...]

[...] politica che aveva acceso il furore di donna Ferdinanda o coonestata l'impugnazione del testamento, non era un'altra prova di malefico influsso [...]

[...] !...» Pertanto egli era adesso contento di non averlo più vicino; se lo incontrava per le scale, o traversando le stanze, rispondeva con un cenno del [...]

[...] capo al suo saluto e tirava via; se c'era una necessità qualunque di stargli da presso, in salone, quando venivano visite, gli parlava il meno [...]

[...] possibile, scappava appena poteva. L'unico mezzo di rimetter la pace in famiglia era che il giovane prendesse moglie e andasse a far casa da sè [...]

[...] discutevano i partiti possibili. Per Consalvo c'era l'imbarazzo della scelta: il barone Currera, il barone Requense, il marchese Corvitini, i Cùrcuma [...]

[...] , tanti altri avevano figliuole straricche in età d'andare a marito; per Teresa la cosa era più difficile. Giovani a un tempo ricchi e nobili tanto [...]

[...] fratello maggiore, ma tra loro due c'erano differenze che andavano considerate. Michele non era di fisico molto vantaggioso, a ventisei anni [...]

[...] aveva pochi capelli, una corporatura troppo pingue; ma era il primogenito, possedeva tutti i titoli della casa; il secondo, che godeva solo di [...]

[...] quello non trasmissibile di barone, era tra i giovani più graziosi ed eleganti. Quantunque andassero poco dagli Uzeda dacchè c'era una ragazza da [...]

[...] Consalvo, il quale, benchè s'occupasse solo di studii positivi, pure comprava anche la roba amena per far vedere che era a giorno di tutto; e allora [...]

[...] stessa ragione che, in collegio, aveva rifiutato di leggere i libri che qualche sua compagna era riuscita a procurarsi, e non aveva dato ascolto ai [...]

[...] asteneva, rigorosamente. Come quando era bambina, l'idea delle lodi e del premio da ottenere, l'ambizione di vedersi additata come esempio alle altre [...]

[...] volta esclamò: «Opino che al concerto bellico convenga appararle onde eseguirle in pubblico!» Il concerto bellico era la musica militare, che godeva [...]

[...] figlia» e la repulsione per la pubblicità, non sapeva risolversi; il principe, poichè non ne andavan quattrini di mezzo, era del tutto indifferente [...]

[...] lavapiatti: era un giovane così bello che pareva San Michele Arcangelo: bruno di capelli, biondo di baffi, roseo di carnagione. La principessa [...]

[...] reggimento: il concerto era veramente uno dei migliori, e la composizione di Teresa parve un vero pezzo d'opera, con certi cantabili affidati ad un [...]

[...] ardenti, or tristi, or soavi, or disperate, ineffabili sempre, che gonfiavano il suo cuore di gioia o lo serravano dall'angoscia, era noto al mondo [...]

[...] . Ella non si tradiva: mentre l'anima sua era più turbata, al pensiero dell'amore, nell'attesa dell'amore, dinanzi agli uomini, ai giovani belli [...]

[...] lui le composizioni della principessina. Questo assessore degli spettacoli era Giuliano Biancavilla, figliuolo di don Antonio e della Bivona, un [...]

[...] occorrenti col maestro, che era sulla sessantina. Ma quando il diavolo ha da ficcarci la coda! Donna Graziella, con tutte le sue precauzioni, non potè [...]

[...] era per lui certo; che in padroncina non si sarebbe neppure accorta dell'esistenza di Biancavilla. Invece, alla lunga, gli sguardi del giovane [...]

[...] dimostrargli il pericolo. Ma il principe era in istretto colloquio col padrone di casa; e a un tratto quel petulante si ripresentò per chiedere alla [...]

[...] consentito a quel matrimonio; ma il giovane, che era ben cotto, insisteva giorno e notte presso la madre e il padre perchè facessero la domanda: tanto [...]

[...] niente, «perchè il principe voleva prima accasare Consalvo.» Non era un pretesto. Il principe aveva iniziato pratiche coi Cùrcuma ed era andato in [...]

[...] casa loro per combinare il matrimonio della baronessina col figlio. Il partito era stato accettato a occhi chiusi, e l'assiduità di Consalvo ai [...]

[...] al dolore dei suoi. Il duca, per incarico del principe che aveva paura di parlare direttamente col figliuolo, annunziò a Consalvo che era tempo [...]

[...] di prender moglie e che tutta la famiglia era d'accordo per dargli la baronessina. - Benissimo, Eccellenza, - rispose il giovane. - C'è però una [...]

[...] , tocca a me manifestare la mia volontà. Io non la voglio. Quando il duca riferì al principe questa risposta, Giacomo era già fuori della grazia [...]

[...] di Dio, per aver saputo che il perito incaricato dal tribunale di esaminare il testamento del fu don Blasco, s'era pronunziato contro 519 [...]

[...] di quelle ciarpe con le quali andava bagordando quando ancora non s'era fitto in capo di divenire letterato! Sposi chi gli piace e vada al [...]

[...] perchè la facesse finire. Che cosa poteva offrire alla Vergine, per ottenere tanta grazia? L'amor suo per Giuliano?... No, era troppo, era la [...]

[...] vedevano bene quel partito; ma la speranza era in lei viva ancora: un giorno o l'altro il padre e la madrigna avrebbero potuto ricredersi [...]

[...] guardò intorno, era sola. Un andirivieni di servi, per la 521 casa: chiamavano un dottore, applicavano vesciche di ghiaccio alla fronte del [...]

[...] sotto le sue ginocchia. Era ancora in ginocchio, quando fu sorpresa dalla principessa che la chiamava al capezzale del padre. - Figlia mia! Figlia [...]

[...] notizia che era partito: - Era il meglio che potesse fare. Tu forse lo guardavi con simpatia: non te ne incolpo, siamo tutte state ragazze e so [...]

[...] sublime. Cavava da quello studio il mediocre profitto che era solo possibile: acquistava una infarinatura di tutto, ammagazzinava cognizioni disparate [...]

[...] famiglia del principe s'accrebbe naturalmente, poichè la stampa di quelle «porcherie» era stata possibile per l'anticipazione fatta dal principe a [...]

[...] riga lo zio. Avviata la stampa dell'opera, il cavaliere piovve un giorno da Palermo: era più sordido di prima, aveva l'aria più affamata che mai [...]

[...] esemplari dell'opera. Il principe aveva capito che l'impresa di quella pubblicazione non era poi l'affare sballato che tutti credevano. I fascicoli [...]

[...] poco alla lettura, coi loro vecchi tipi, con la loro carta secca, gialla e polverosa; mentre l'edizione di don Eugenio era veramente bella, e i [...]

[...] avevano comandato i suoi maggiori, egli era disposto a concedere tutto. Non aveva neppure scrupolo di sostenere a parole il contrario di quel [...]

[...] che pensava, se era necessario nascondere il proprio pensiero ed esprimerne un altro. Le parole «repubblica» e «rivoluzione» gli facevano passare [...]

[...] della fede altrui. Monarchia o repubblica, religione o ateismo, tutto era per lui quistione di tornaconto materiale o morale, immediato o avvenire [...]

[...] , nel mondo, aveva visto che ciascuno tirava a fare il proprio comodo sopra ogni cosa. Non v'era dunque nient'altro fuorchè l'interesse individuale [...]

[...] ; per soddisfare il suo proprio egli era disposto a giovarsi di tutto. Del resto, il sentimento ereditario della propria superiorità non gli [...]

[...] famiglie; il duca d'Oragua s'era arricchito a spese del pubblico, il principe Giacomo spogliando i proprii parenti; le donne avevano fatto [...]

[...] fratello non poteva più venire a palazzo, ella stessa andava a trovarlo, in compagnia della principessa, per la quale Consalvo era tornato [...]

[...] non ne soffriva, o ne soffriva come d'una cura dolorosa, necessaria al riacquisto della salute. Quanto al principe, era come se egli non avesse più [...]

[...] non leggeva più, non sedeva più al pianoforte, col triste pensiero sempre nella mente. L'esilio del fratello era grave al suo cuore; ma perchè [...]

[...] aveva egli suscitato l'ira 528 del padre? Come aveva osato incolparlo?... Se pure egli avesse avuto ragione? se era vero?... Ed ella si [...]

[...] dall'orazione. Era colpa dimorare in quei pensieri, continuar quell'indagine: ella unicamente doveva al padre rispetto, obbedienza ed amore. E [...]

[...] , ma per giudicarlo troppo modesto. - Non hai un abito più grazioso da mettere oggi? Era una domenica d'estate, e come di consueto, la [...]

[...] cugino. Ella aveva dimenticato Biancavilla, ma c'era un vuoto nel suo cuore: il pensiero di Giovannino lo colmava. Dopo una lunga mortificazione [...]

[...] suoi ispiratori. Tra le due famiglie l'intimità si venne stringendo sempre più; c'era un continuo scambio di regali, la voce del matrimonio di [...]

[...] trionfava: il partito che egli aveva destinato alla padroncina era quello che i padroni preferivano! E con un piacere immenso, con una gioia [...]

[...] e delicate che ella educava amorosamente. Amante della buona tavola, il primogenito era sempre un po' intorpidito dal cibo e dalle libazioni; se [...]

[...] alla principessina era l'udir parlare del fratello in quella casa dove non si poteva più nominarlo: farne le lodi, vantarne l'intelligenza, la [...]

[...] serietà della conversione, era il miglior mezzo per guadagnarsi il cuore della sorella. E Giovannino, rammentando i tempi del Noviziato e le [...]

[...] dell'indipendenza e dell'unità, aver pagato un tributo di sangue, era il massimo titolo per aspirare alle pubbliche cariche. Ora Consalvo non solo era bambino [...]

[...] aprirgli gli occhi non valse l'esito delle elezioni amministrative. Egli stesso era tra i candidati, avendo finito il suo quinquennio, e Consalvo si [...]

[...] capitale inglese.» Mentre c'era, aggiunse che il Municipio avrebbe dovuto pensare anche ad ordinare un corpo di pompieri. «Nei miei viaggi, non [...]

[...] l'aria di far la lezione; quasi tutti ammirarono la facilità della sua parola e giudicarono che il principino di Mirabella era davvero un giovane [...]

[...] non parlava, come non aveva mai parlato, ma si sapeva che avrebbe votato a favore; Giulente, in cuor suo, era contrario, ma per far la corte [...]

[...] discorso schiacciava l'uditorio; ma egli s'era già guadagnato il cuore della folla, e la sua erudizione non poteva se non farlo ammirare di più [...]

[...] Teresa, le diede la notizia della nomina del fratello. Ella non potè gustarla, perchè il principe era di un umor nero da far spavento. Nella mattina [...]

[...] false le ultime volontà del Cassinese, buon'anima sua. Quel disastro, coincidendo con l'assunzione di Consalvo all'assessorato, era parso al principe [...]

[...] una nuova presa del potere jettattorio di «Saluta noi» e tutto il giorno egli aveva fatto come un pazzo. Ora, perchè non si dicesse che egli era [...]

[...] . Era dover suo fare così; non già che le parole tenere, gli sguardi innamorati del cugino le dispiacessero. L'altro fratello, meno riguardoso [...]

[...] , senza dirle nulla di gentile, era capace di metterle le mani addosso, di brancicarla, di abbracciarla, voltando poi la cosa in ischerzo, facendo [...]

[...] vero peccato. Al balcone, dove c'era ressa di signore, ella potè appena sporgere il capo per veder la processione; Giovannino le si pose accanto [...]

[...] , fingendo anch'egli di guardare. - Arriva... Eccola... Accendono i fuochi... Saliva dalla via un rumore come d'alveare, tanta era la folla, e il [...]

[...] sentì prendersi, premersi, stringersi forte la destra: era Giovannino, inginocchiato al suo fianco. Ella non ebbe cuore di svincolarsi da quella [...]

[...] siete insorditi? Era il cavaliere don Eugenio, arrivato allora allora. Egli pareva più morto di fame di quando era partito. L'abito, tutto [...]

[...] principe, alla vista dello zio, se era già, scuro, si fece buio pesto. Dopo la sentenza contraria, ci mancava quest'altro affamato! Ed appunto don [...]

[...] quell'anno 1876, dopo sedici anni, il partito di destra era finalmente capitombolato con grande stupore del moderatume paesano e gioia infinita dei [...]

[...] tutta la classe dirigente del paese era contro la strombazzata novità. Sciolta la Camera, un certo avvocato Molara ardì presentarsi contro il duca [...]

[...] programma per proprio conto, la scrisse. Essa enumerava i titoli della Destra alla gratitudine dell'Italia, la cui unificazione era tutta opera di quel [...]

[...] Italia, dell'imminenza delle riforme liberali. Pertanto, senza prender parte all'agitazione elettorale, dichiarò, che la Destra era morta e sepolta [...]

[...] pretendeva i quattrini anticipati, l'accusava di sciocchezza, soprammercato, a motivo del sequestro che s'era lasciato porre dallo stampatore. Il [...]

[...] vuote. Allora, non sapendo più a qual santo votarsi, si rivolse a Giovannino Radalì. Col fiuto d'un bracco affamato, s'era accorto [...]

[...] dell'amoretto fra i due cugini, specialmente dai discorsi di Baldassarre. Il maestro di casa era più che mai contento e soddisfatto della piega che [...]

[...] prendevano le cose. L'intimità cresciuta tra le due famiglie era indizio che il principe approvava il matrimonio - giacchè Sua Eccellenza non faceva nulla [...]

[...] Consalvo Uzeda. In un anno che il principino era stato assessore, non s'eran forse visti in città continui miglioramenti, quanti non avevan saputo [...]

[...] era tutta opera sua?... «Largo ai giovani! Largo ai giovani istruiti come il principino di Mirabella!» 543 Egli adesso non studiava più [...]

[...] , giudicando sufficiente la sua preparazione, accorgendosi del resto che nella scienza principale, quella di gettar polvere agli occhi, era già [...]

[...] egli aveva messo il più grande impegno nel reggimentare, nel vestire di divisa i corpi municipali dei quali era capo e che passava poi in [...]

[...] resto pazientemente, come tutte le altre, era stata quella di non aver più un drappello di camerieri, di sguatteri, di cocchieri e di famigli che [...]

[...] s'inchinassero sul suo passaggio; adesso teneva sotto i suoi ordini un piccolo esercito. Il suo tormento era tuttavia il contatto con la gente e [...]

[...] supremo magistrato, se era forte in città, al municipio era fortissimo. Tuttavia, egli si schermiva, adducendo l'età immatura, la mancanza di [...]

[...] dichiarava che il peso era troppo forte per le sue spalle. Continuava a nicchiare, sapendo che c'era una corrente contraria, gl'immancabili brontoloni [...]

[...] , scappò di casa come disperato. Il principe, invece, che negli ultimi tempi era tornato a star male, guarì come per incanto, e manifestò il proprio [...]

[...] dire: «Aspetta e vedrai!» Teresa non le domandava nulla, ma comprendeva che il giorno della sua felicità era vicino. Baldassarre gongolava [...]

[...] , annunziava il matrimonio senza tante reticenze: la cosa era sicura oramai: il principe non andava tutti i giorni in casa della duchessa, per [...]

[...] , facevano raddoppiare il suo pianto.... Parlare? A chi, ed a che scopo? Se in quella casa non non c'era confidenza, se tutti stavano in guerra [...]

[...] sincero, d'una protezione gelosa era più necessario! La mamma sua non l'avrebbe lasciata sola, piangente, come la lasciava la madrigna, con queste [...]

[...] in due staffe, come 550 sempre, pencolava un po' di qua, un po' di là, ma in cuor suo era favorevole al partito voluto dal principe, come [...]

[...] più degno della casata. E del resto, se anche la duchessa non voleva dar moglie al secondogenito? La duchessa, infatti, s'era poste le mani in capo [...]

[...] aver tanto aspettato a dargli moglie perchè nessuna, a suo giudizio, lo meritava; ora che gli aveva trovato la cugina Teresa, che era alla vigilia [...]

[...] duca. I due fratelli si volevano bene, erano andati sempre d'accordo; se dunque Giovannino pareva voler mettere bastoni tra le ruote, la colpa era di [...]

[...] lei che non lo aveva avvertito del matrimonio disegnato. La colpa era anche di Michele. Indifferente a tutto, incapace di riscaldarsi per niente [...]

[...] . Trattava la cugina con la confidenza giustificata dalla parentela, scherzava con lei come scherzava con tutti, un po' grossolanamente; era [...]

[...] Baldassarre, il quale rimase, vedendo che il fidanzato non era più il suo favorito, ma l'altro fratello. Come? Il principe voleva dare quell'altro alla [...]

[...] padroncina? Se la signorina non lo voleva! Se egli stesso, Baldassarre, 551 aveva annunziato a tutti che il promesso era il barone Giovannino [...]

[...] di quel che 552 le conveniva erano i suoi parenti; che ella poteva ingannarsi, come s'era ingannata, per esempio, sua zia Lucrezia. Aveva [...]

[...] differenza da rendere l'uno degno di lei e l'altro no; ma c'era una grave ragione che li consigliava a darle il maggiore, una ragione che [...]

[...] notare un'altra cosa, più grave ancora: la soverchia irrequietezza dello spirito.... Non sai che suo padre era già pazzo quand'egli nacque?... Dio [...]

[...] le si affollavano nella mente. Che esempio era quello della zia Lucrezia, se costei aveva mutato sentimento, senza ragione, per stravaganza [...]

[...] , avrebbe dovuto ribellarsi ella stessa.... Ma questo era peccato! Il confessore glie lo diceva, raccomandandole la prudenza, l'obbedienza [...]

[...] , l'abnegazione, tutte le virtù cristiane, di cui in famiglia ella aveva luminosi esempii: Suor Crocifissa, che da bambina era a San Placido, che aveva [...]

[...] rinunziato con vocazione esemplare al tristo mondo per darsi allo Sposo celeste, e adesso, giusto premio delle sue virtù cristiane, era Badessa del [...]

[...] la principessa la conduceva ogni domenica per ordine del marito. La Badessa, col viso color della cera tra i veli bianchi, era rimbambita del [...]

[...] nell'anima: quello di spingere al peccato un'altr'anima; giacchè - ella non lo sapeva, ma era cosi - il minore dei Radalì minacciava di ribellarsi [...]

[...] apertamente a sua madre.... Era falso; Giovannino non faceva nulla di tutto questo; aveva perduto soltanto la sua gaiezza, all'annunzio del [...]

[...] avveniva. Don Giovannino aveva sì o no fatto la corte alla cugina? La signorina aveva sì o no mostrato di gradirla? Il duca Michele era sì o no [...]

[...] casata - e dalla duchessa, che non per nulla era un poco Uzeda anche lei!... Il centenario della Beata Ximena fu celebrato con pompa [...]

[...] era serbata pel terzo giorno, quando, dopo il Pontificale, il popolo sarebbe stato ammesso a contemplare il corpo della santa. Già, per cura [...]

[...] del Padre Guardiano, coadiuvato dal 555 Padre Camillo e da Monsignor Vicario, era venuto in luce un opuscolo intitolato: Nel terzo centenario [...]

[...] Teresa che s'era confessata e aspettava di comunicarsi il giorno della gran festa, meditava il suo. La leggenda della santa, che ella aveva [...]

[...] udito ripetere, a brani, in diverso modo, era in quel libricino narrata per filo e per segno. «Ximena, della illustre prosapia degli Uzeda,» così [...]

[...] li spegneva tra spasimi crudeli.» La sua vita era un'orgia; «egli faceva oltraggio alle donne, gozzovigliava da mane a sera, bestemmiava Dio e i [...]

[...] Imagine.» Partito un bel giorno il conte pei suoi possedimenti di Spagna, e restata sola in Sicilia la sposa, tutto s'era a un tratto mutato nel [...]

[...] porta del castello, un miserabile chiese della signora. Era costui un vecchio, lacero, scalzo, sul cui viso stavano impresse le stimmate del vizio [...]

[...] fame, non reggevasi in piedi, e un fanciulletto avrebbelo avuto alla propria mercè. Chi era quel vecchio?» Era il conte di Motta-Reale. «Dissipate [...]

[...] fuoco di gratitudine 558 sciogliergli il cuore impetrato... Ma l'ora sua era suonata, e il Signore avea stabilito di donargli non l'effimera [...]

[...] parole: «Santa, Signore! Santa!». Teresa aveva gli occhi bagnati di pianto, dalla commozione; ma il libretto non era finito. L'ultimo capitolo [...]

[...] lei e i suoi miracoli. «Non era per anco spirata, che stormi d'augelletti scesero sul tetto della sua casa, posaronsi sul davanzale del suo [...]

[...] a sposare un mostro, come avevano costretto, nei tempi, la santa? Michele non era un mostro, era un buon giovane; e i parenti non la [...]

[...] s'era accostata all'altare per la comunione, aveva ricevuto l'ostia, mentre le spire dell'incenso e il profumo dei grandi mazzi di fiori [...]

[...] alla santa, a cui ella era stata paragonata! Ma un infinito terrore la stringeva, da lungo tempo, da tanti anni, all'idea di dover vedere la morta [...]

[...] , parlerò io stessa con le zie. - La sua voce era grave, il suo sguardo velato. - Sei una santa! - esclamò donna Graziella. - Tua madre certo t'ispira [...]

[...] venga all'accordo. 561 Tre mesi dopo, la duchessa venne a presentare il duca in casa della fidanzata. Già Consalvo era arrivato a palazzo [...]

[...] il duca.» Era piena di debiti, con la sarta, con la modista, il gioielliere: imbrogliava sempre più l'amministrazione del marito, ma la sua parte [...]

[...] madre gli aveva spiegato che Teresa era innamorata di lui, e che i bronci di Giovannino derivavano dall'idea che questi s'era fitto in capo di [...]

[...] sposar la cugina, mentre nè la ragazza, nè 562 la famiglia, nè lei stessa che era sua madre e doveva contare bene per qualche cosa [...]

[...] , acconsentissero. Quindi se n'era andato ad Augusta; lì si sarebbe persuaso del proprio torto. Pertanto la duchessa era trionfante: l'opera a cui aveva [...]

[...] contrastato, non le avrebbe dato certamente altre inquietudini. Quanto alla principessa, sfolgorava dalla soddisfazione: il matrimonio di Teresina era [...]

[...] figliuolo e le tracce della recente malattia. La transazione per l'eredità di don Blasco era stata discreta: la casa a donna Ferdinanda, la rendita al [...]

[...] grosso e bel boccone - a lui. Così la pace era generale, e solamente donna Ferdinanda guardava in cagnesco Consalvo per l'apostasia della quale s'era [...]

[...] dicesse che ella era una figliuola modello, aveva rinunziato all'amore di Giovannino, sposava quel citrullo del duca! - Sei contenta? - non potè [...]

[...] aveva persuaso a crederlo immancabile; quando il principe si era opposto, egli aveva fatto assegnamento sulla volontà dei giovani. Invece, il [...]

[...] , - disse il maestro di casa, - io me ne vado. - Dove? - domandò il principe, credendo d'avergli dato qualche commissione della quale s'era dimenticato [...]

[...] , appena insediato al municipio, era stato quello relativo alla costruzione di un'«aula» per le riunioni consiliari. All'antica saletta fu sostituito [...]

[...] parlare più di tre volte sopra uno stesso soggetto; al segretario era rigorosamente vietato d'interloquire, neppure per rispondere alle domande dei [...]

[...] , quando la faccenda era più seria, minacciando di andarsene. Allora tutti si chetavano. E di quel che riusciva bene egli aveva tutto il merito; di [...]

[...] lo insuperbiva, la sua forza quasi lo stupiva; ma ormai non era sicuro di poter arrivare dove avrebbe voluto? «Sarà deputato, lo manderemo a [...]

[...] dapprima incapaci di comprenderne nulla. Anche la stampa era più ardita, se non più libera, e trattava con pochi riguardi gli antichi [...]

[...] sempre ed erano soltanto d'altra natura. Avevano largito il diritto del voto e questo era parso una rivoluzione; ma quanti godevano di cotesto [...]

[...] tremare il cuore; e il desiderio intimo, sincero, ardente dell'animo suo era che vi fosse un numero di carabinieri doppio di quello dei cittadini; ma [...]

[...] d'uomini liberi possono volontariamente riconoscersi e vantarsi sudditi di un uomo come loro? Io non ho nessun padrone!» E in questo era sincero [...]

[...] , era stanco, non gli restava più nulla da fare. In meno di venti anni aveva messo insieme una fortuna di due milioni, le cure della quale [...]

[...] Settantasei, s'era legato ancora più stretto, non gli conveniva neppure mover guerra troppo aperta a quella Sinistra da cui aspettava la seggiola a [...]

[...] , contro questa società era sorta una Progressista, alla quale s'era fatto ascrivere Consalvo. «Zio e nipote l'un contro l'altro armato? Il ragazzo [...]

[...] che si ribella al vecchio?» dicevano in piazza; ma le eterne male lingue soffiavano che la cosa era fatta d'amore e d'accordo, che il duca era ben [...]

[...] staremmo meno peggio!» Non avrebbe fatto nessuna difficoltà a concedere alla zia Ferdinanda che il governo borbonico era il solo amabile; ma poichè [...]

[...] lo udiva annunziare dal nuovo maestro di casa - poichè Baldassarre, cocciuto come un vero Uzeda, era proprio andato via - ficcava la sinistra in [...]

[...] primissimi tempi, quando la memoria di Giovannino non era interamente morta nel suo cuore, e più grande le era parsa la superiorità di lui sull'altro [...]

[...] , e nel farsi bella spendeva forse maggiori cure di prima. Adesso era libera di leggere i libri che più le piacevano; e quando non aveva nulla da [...]

[...] duca anche a nome della madre e della moglie, arrivò la vigilia della cerimonia. Pareva un altr'uomo: s'era fatto più forte, il sole lo 572 [...]

[...] egli dichiarò che c'era molto da fare in campagna, e andò via promettendo ad ogni modo di tornar presto a rivedere il figlioccio. Molti degli [...]

[...] certe scarpe che ridevano dalle crepe, un cappello unto e una mazza col pomo d'argento. Era il cavaliere don Eugenio. La stampa del Nuovo Araldo [...]

[...] , ossivero Supplimento, gli aveva procurato un altro momento di benessere. Aveva scialato, possedeva qualche soldo: ma lo scandalo era enorme: egli [...]

[...] verdura in campo d'argento. Così l'impresa aveva fruttato di gran bei quattrini; 573 ma, come l'altra volta, buona parte s'era perduta per via [...]

[...] suo paese per venderle e mangiarci su. Faceva il conto senza il principe. Sistemato l'affare della lite, questi s'era pentito dell'accordo, e si [...]

[...] faceva onore alla famiglia, non tanto per quel che si diceva sul conto di lui quanto per la condizione in cui era caduto. Il 576 nuovo maestro [...]

[...] non dover fare assegnamento sopra altre elemosine. Procurargli un posto era il meglio che si potesse fare e ciò che egli stesso desiderava; quindi [...]

[...] - È una bestia, non sa far nulla. Volete che lo zio del sindaco serva da usciere o da accalappiacani? Era chiaro che al municipio non c'era da far [...]

[...] : ma egli aveva preso l'abitudine di questuare, il mestiere era dolce e comodo, il passaggio del denaro dalla tasca altrui alla propria gli [...]

[...] marito, andò a trovarlo nello stambugio dove s'era ridotto, gli si gettò ai piedi: - Zio, noi le daremo tutto quel che vorrà, purchè non faccia [...]

[...] era un'idea fissa; la malattia che tornava a tormentarlo finiva di scombuiare la sua debole testa d'Uzeda. Lacero come un vero accattone, con la [...]

[...] soldo, per favore!... per questa volta sola!... E per procacciarselo dava spettacolo della sua pazzia. Certuni gli domandavano chi era, se non era il [...]

[...] ., etc., Gentiluomo di Camera (con esercizio) di Sua Maestà, quello era re! - e si cavava il cappello - Ferdinando II; medagliato da Sua Altezza il [...]

[...] cerimonia del battesimo, questa volta, fu modesta, un po' perchè era nato un cadetto, il baroncino, un po' per un'altra ragione dispiacevole [...]

[...] , fu necessità chiamare un chirurgo. Il dottore confermò che era una cosa da nulla, ma disse che senza una piccola incisione non sarebbe guarita [...]

[...] . Il principe all'annunzio dell'operazione impallidì, rifiutando di sottoporvisi; ma giusto dopo il parto di Teresa quel tumoretto era cresciuto [...]

[...] , una bella contadina bianca, rossa e prosperosa, per via della quale rifiutava di stare a lungo a Catania. La duchessa madre ne era contentissima [...]

[...] , egli aveva il viso più cotto, la barba più ispida, la pelle delle mani più dura. Su quella faccia da arabo del deserto il bianco degli occhi era [...]

[...] campagna, a vivere con una contadina, in mezzo a contadini?... Non era però lei stessa, la causa di quella trasformazione? Ma subito, quasi a [...]

[...] , ma un'ora dopo l'incontro non pensò più a lui. Giovannino era suo cognato; più nulla restava così dei sogni antichi. Si doleva di questo? No [...]

[...] perduto prima ancora che ella avesse potuto raggiungerlo. Era peccato leggere quei libri, seguire quelle visioni? Il confessore, i preti che la [...]

[...] circondavano dicevano, sì, che erano pericolosi; ma non riconoscevano forse nelle stesso tempo che il pericolo, per lei, era molto più lontano, giacchè [...]

[...] c'era da vegliare ai lavori della terra: la vendemmia, le seminagioni, i raccolti?... Un'altra cosa di cui si provvedeva, venendo in città, era [...]

[...] ne andava a Melilli, sui colli Iblei, dove l'aria era balsamica; ma, 583 ad ogni buon fine, per sè come pei lavoratori, era bene che il [...]

[...] , l'umor tetro che lo rodeva dopo l'operazione chirurgica. Chiuso, cupo, cruccioso, con più bisogno di prima di prendersela con qualcuno, egli era [...]

[...] lungo, pertanto; poi si segnò e sorse in piedi. La suocera era già alzata; la balia, l'umile contadina che reggeva in braccio il frutto delle sue [...]

[...] : - Teresa.... mamma.... Era il duca, irriconoscibile, con la camicia disfatta dal sudore, pallido come un morto. Volto al cocchiere; mentre esse [...]

[...] morte del padre, un'improvvisa minaccia per l'altro suo figlio. Assicurata che nessuno dei suoi era in pericolo, ella non attribuì molta gravità [...]

[...] il figlio rider loro, rassicurarli.... Perchè dunque non rassicuravano lei stessa? Non sapevano che anche lei era inquieta?... Come si rimproverava [...]

[...] , adesso, il crudele egoismo che l'aveva quasi fatta gioire, udendo che il pericolo era pel cognato! Non le era quasi fratello? Non l'amava ella [...]

[...] , parenti, amici: ed ella non poteva darne. Il marchese Federico, scotendo il capo, riferì d'aver sentito dire che l'imprudente giovanotto era [...]

[...] , questa rispose che non le pareva il caso, che era meglio aspettare. Nel pomeriggio, restò di nuovo sola. I tristi pensieri tornarono ad [...]

[...] campanello la fece trasalire: forse era il dispaccio. Era invece un usciere municipale mandato da Consalvo, il quale voleva sapere le novità.... Ella [...]

[...] schiuse una finestra, avendo bisogno d'aria. Tornando in camera sua, cadde sopra una seggiola, col viso nascosto tra le mani. Era morto. Michele [...]

[...] piedi. Se qualcuno l'avesse udita?.... Le creature dormivano; ella era sola. E i dolorosi, i malvagi pensieri tornarono ad assalirla. Non era stata [...]

[...] , inesorabile, tutti quelli che avevano impedito d'esser felice a lui ed a lei stessa. Perchè ella non era stata felice, no, mai! E le davan lode per [...]

[...] ! Pazzi e maligni: aveva ragione Consalvo. Egli aveva ben fatto, che s'era ribellato. La sciocchezza era stata tutta sua, nell'obbedir cecamente. Colpa [...]

[...] una settimana. Suo fratello era entrato in convalescenza, ma quel giorno dell'arrivo lo avevano trovato boccheggiante: in un accesso di delirio [...]

[...] , dimagrito, con la barba ispida sul viso giallo, quasi non lo riconobbe. La pace era tornata adesso nell'anima di lei. Aveva un istante disperato del [...]

[...] la gente che aveva intorno laggiù. La parola era rara sulle sue labbra; lo sguardo stanco, fisso, a momenti parea cieco. Dopo un mese, i dottori [...]

[...] altro maschietto. In novembre, il freddo non permettendo più di stare in mezzo ai boschi, la duchessa e il convalescente tornarono: Giovannino era [...]

[...] adesso guarito del tutto, i colori della salute gli fiorivano in viso; la mente però era debole ancora. La sua leggera sordità lo rendeva inquieto [...]

[...] , quando le sue occupazioni sindacali lo lasciavano libero. Egli era adesso all'apogeo della popolarità: non si sentiva parlare d'altro che della [...]

[...] : 590 certo, era un segno di forza; ma alla lunga non avrebbe potuto nuocergli? Teresa, specialmente, credeva che la forza vera fosse più [...]

[...] modesta, più riguardosa, più timida; il cognato consentiva nei suoi giudizi; però scagionava Consalvo, attribuiva quel che v'era di meno bello in [...]

[...] non praticava più, e questo era per lei un grande dolore; ma avrebbe piuttosto preferito una franca negazione ai sotterfugi ch'egli poneva in [...]

[...] , ella non poteva condannare, per esempio, la soppressione delle fraterie, udendo narrare adesso che era maritata - gli scandali dei Benedettini. E [...]

[...] che hai fatto tu stessa! Erano soli. Ella chinò il capo. - Volevi sposar Giovannino, ed hai preso Michele che non volevi: è vero, sì o no? Ed era [...]

[...] .... Ella continuò a tacere. Era la prima volta che il fratello le parlava di quelle cose intime. Ma, quasi per correggere ciò che vi potea esser [...]

[...] , prima ancora che ne avesse considerata la significazione, una vampa le salì al viso. Voleva rispondergli, dirgli che lo scherzo era [...]

[...] del fratello... Quando si trovò sola provò a ragionare. Che aveva voluto dire Consalvo? Era possibile che egli sospettasse? E se anche avesse [...]

[...] accolto un sospetto di quel genere, sarebbe venuto ad esprimerlo dinanzi a lei?... No, era uno scherzo, un'allusione sconsiderata ma innocente a [...]

[...] quel che c'era stato un tempo.... Ma perchè non aveva ella risposto subito, dichiarando che quelle parole erano fuori di luogo? Perchè era rimasta [...]

[...] ?... Aveva taciuto perchè era stata colta in fallo?... Qual fallo?... Suo cognato, dunque, era inquieto lontano da lei e non ragionava, per causa di lei [...]

[...] ? E allora per qual virtù, quando le stava dinanzi, era sorridente e sereno?... Ed ella che cosa aveva fatto perchè questo fosse possibile? Lo [...]

[...] aveva curato, gli aveva dimostrato il bene fraterno che gli voleva, s'era valsa dell'ascendente che esercitava su lui per guarirlo.... E poi [...]

[...] ? Nient'altro!... .Nient'altro!... Il Signore le era testimonio!... Nulla, come un fratello!... Perchè dunque le parole del fratello suo?... Forse perchè [...]

[...] c'era stato qualcosa fra loro, un tempo, tanto tempo prima? Perchè Giovannino non le era fratello di sangue?... E un dubbio atroce le passò per [...]

[...] mai, se ella era innocente non solo di atti ma anche di pensieri, Consalvo aveva potuto pensare al male o solamente rammentare il passato, che [...]

[...] ella lo ritrovava in casa del padre, delle zie, da per tutto dove andava.... No, non s'era accorta ancora che la loro intimità fosse giunta a tal [...]

[...] rischiararsi: sì, non le era fratello, era un estraneo, un uomo che ella aveva amato altra volta.... Bisognava dunque che egli andasse via, che se ne [...]

[...] più terribile di tutte: che ciò era impossibile, perchè ella lo amava. All'idea di non vederlo più, al pensiero di rompere quella cara e dolce [...]

[...] riconobbe che non lo amava soltanto per la compagnia spirituale, ma tutto, anima e corpo, come prima, come sempre.... Suo marito s'era fatto più [...]

[...] egli soffriva, era stata buona a sedare lo spirito inquieto? Perchè si amavano!... S'amavano, voleva dire che erano infami! Tanto più degni [...]

[...] s'era stretta. Michele, la suocera, cominciavano 595 a notare anch'essi il mutato amore di lei e non sapevano a che attribuirlo, o lo mettevano [...]

[...] terrore si risolse, come una febbre. Che potevano scoprire? Quali atti, quali parole, quali sguardi d'intelligenza? Era mai accaduto nulla fra [...]

[...] loro, un giorno, un'ora, un minuto, che li avesse costretti ad arrossire? Dov'era la colpa, fuorchè nel pensiero? Ed era ella proprio sicura che [...]

[...] ! quante miserie!» Che valevano al padre le ricchezze, l'impero ai quali aveva tanto tenuto? Non avrebbe dato tutto per la salute?... Ed egli era [...]

[...] condannato! Quell'operazione era quasi inutile: l'ascesso sarebbe riapparso altrove... E contro quella povera vita ròsa dal male, un giorno, un [...]

[...] s'era ribellata... Perchè?... Come era stato possibile?... Se egli aveva torti, adesso li pagava, con un supplizio atroce. E se aveva torti, toccava [...]

[...] giudicarlo; ma perchè dunque le tornavano a mente tutte le accuse che aveva udito ripetere contro di lui: che era stato duro, falso, violento [...]

[...] affrettata la morte della moglie, della madre di lei?... Erano vere queste cose? era egli così tristo?... Se l'invidia, la malignità lo avevano [...]

[...] calunniato, quanto più tristo era il mondo? Che tristo e orribile mondo, quello dove l'odio tra padre e figlio poteva allignare!... Egli non voleva [...]

[...] veder Consalvo; il sacrifizio di lei era stato dunque inutile! Sarebbe morto senza vederlo, bestemmiando e piangendo. «Cho mondo di tristezza [...]

[...] , fanciulla, s'era sentita opprimere, come ad un sicuro rifugio, a un porto riparato dalle tempeste.... Beata, sì, la zia monaca che passava i [...]

[...] adesso che la verità era lì, in quel silenzio, in quella solitudine, in quella rinunzia. «Vi entrerei ora?» chiedeva a sè stessa; e rispondeva: «Ora [...]

[...] , all'istante!» Che era la vita se non 599 l'aspettazione della morte? Perchè avrebbe provato repugnanza per la solitudine, la rinunzia, il [...]

[...] , quelle parole buone accrescevano la tempesta del pianto, perchè quella soave pietà le rivelava la propria miseria. No, ella non era forte; era [...]

[...] Era la salvezza, ella pensava che era la salvezza, mentre la duchessa e Michele esclamavano: - Un'altra volta? Per prendere una recidiva? In [...]

[...] questa stagione?... Di qui non ti lasceremo partire! Ella pensava che era la salvezza; e come Michele, le domandò: - È vero che non può partire? - È [...]

[...] s'accorse subito della pazzia, perchè era rivolta contro di lei. La evitava, non le rivolgeva la parola. Quando gli presentavano i bambini li [...]

[...] Giacomo era agli estremi; il sangue avvelenato incancreniva a poco a poco tutto il suo corpo. La mattina prima, con grande stupore di tutti, egli [...]

[...] necessità di assicurare la discendenza. Nella mente superstiziosa, indebolita ancor più dal male, il matrimonio del figlio era d'altronde [...]

[...] parlato della propria morte! Aveva dettato le 604 ultime volontà! Aveva provveduto ai funerali! Egli era jettatore di sè stesso! Non gli restava più [...]

[...] che morire! Nessuno gli cavò più una parola: immobile, tetro, serrò gli occhi, aspettando. Il notaro era già corso dal duca: - Il principino [...]

[...] tredicesima legislatura era stata chiusa, i comizii convocati per il 26 maggio. Deciso a ritirarsi se lo avessero nominato senatore, egli [...]

[...] ; ma il principe aveva dato ordine di non lasciar entrare anima viva. Andò allora in cerca di Consalvo. Questi era al municipio, dove presiedeva [...]

[...] . 605 Era dunque vero? Quell'Uzeda non somigliava a tutti gli altri? Quando gli altri litigavano, s'azzuffavano, passavano sopra a tutti gli [...]

[...] scrupoli e a tutte le leggi pur di far quattrini, quello lì restava indifferente, sorrideva udendo che era diseredato? - Ma tu non pensi a ciò che perdi [...]

[...] , nondimeno, lo aveva trattato come il prediletto?... La cosa era solo possibile in quella casa di matti. Pazzo il padre e pazzo il figlio! Ma i [...]

[...] costernazione. La casa Francalanza finita! Le ricchezze alla femmina! Il palazzo alla moglie! Era venuta dunque la fine del mondo?... E una sola [...]

[...] persona durava fatica a nascondere la propria gioia: la duchessa Radalì madre. La fortuna che si riuniva nelle mani del suo primogenito era dunque [...]

[...] immensa! Il duchino non avrebbe potuto contare le proprie ricchezze! Se 606 Giovannino non si sarebbe maritato - e lei c'era per questo! - la [...]

[...] vedeva nulla, era persuasa che Michele esagerasse; la soddisfazione le si leggeva negli occhi, si manifestava ad ogni atto, ad ogni parola. E Teresa la [...]

[...] : bisognava, per accontentarlo, che egli stesso avviasse un discorso. Più spesso, la sua porta era chiusa: nessuno poteva penetrare fino a lui. E [...]

[...] una notte un servo corse in casa Radalì: il principe era agli estremi. La notizia fu comunicata al barone 607 Giovanni, perchè avvertisse il [...]

[...] . - Giovannino! - gridò a un tratto il duca. Egli entrò. Era distesa sul letto, con le braccia nude, il seno nudo, i capelli d'oro diffusi sul guanciale, le [...]

[...] labbra dischiuse, gli occhi rovesciati. - Aiutami a sollevarla... Era rigida come una morta. Egli la sollevò per le ascelle. Come se le mani gli [...]

[...] scottassero, si mise a scuoterle. Tremava. Tremavano tutti, perchè la notte era glaciale. - Riprende i sensi, - annunziò la duchessa. Allora [...]

[...] ; Michele disse al fratello: - Tu va a letto.... fa freddo..... tornerò appena potrò. In casa del principe c'era tutta la parentela. Consalvo [...]

[...] stava nella Sala Gialla con gli zii; al capezzale del morente c'era solo la principessa e lo zio duca. Teresa andò a mettersi accanto alla madrigna [...]

[...] terribile che un giorno avrebbe potuto rodere, distruggere il suo proprio corpo in quel momento pieno di vita. Era il sangue impoverito della vecchia [...]

[...] di un popolano?... «Niente!...» Il sangue povero e corrotto della vecchia razza lo faceva quel che era: Consalvo Uzeda, principino di Mirabella oggi [...]

[...] avevano potuto perdere la ragione: non egli era minacciato... Ed in quel momento, sotto l'influenza di quei pensieri, di quel senso di paura, si [...]

[...] era un sintomo inquietante, la prova che anch'egli poteva un giorno smarrirsi, come quegli altri? Anche resistendo alle imposizioni del padre [...]

[...] affilato del padre, quello sguardo cieco, quel rantolo affannoso!... Il giovane piegava i ginocchi, intuiva cose che aveva negate. Egli che s'era fatto [...]

[...] moglie. Nella Sala Rossa, la duchessa ripeteva che era meglio fosse morto, quel poveretto; non era vivere, il suo. Il duca col maestro di casa e [...]

[...] Consalvo, gli stringeva la mano, mormorando: «Coraggio!...» Egli stava per rispondere qualcosa, quando udì una voce: - Eccellenza... 610 Era [...]

[...] in quel punto d'esser desto e al sicuro.... Alla pazzia, al suicidio del cugino non era estranea Teresa: egli non sapeva in qual misura, ma era [...]

[...] che una nuova era s'apriva per lui. La fermezza di cui aveva dato prova, la prontezza con cui aveva visto quel che doveva fare lo rassicuravano [...]

[...] giustizia non era l'ultimo motivo della sua compiacenza; egli diceva al pretore: - Il mio povero cugino era solo in casa... Aveva la passione delle [...]

[...] armi.... Credette che questo revolver fosse scarico... Invece, guardi, c'era una sola cartuccia dimenticata... VIII. Le due duchesse [...]

[...] morte era stata permessa affinchè ella scorgesse il proprio errore e misurasse la colpa commessa disamando, trascurando, disprezzando quel poveretto [...]

[...] . Ella aveva quasi calcolato sulla morte di lui, perchè l'altro ne godesse! Non s'era neppur ravveduta alla prima minaccia, quando lo sventurato [...]

[...] era stato sull'orlo della 612 fossa! Così, dinanzi al cadavere sanguinoso, una mano l'aveva atterrata: ricuperati i sensi, le sue lacrime non [...]

[...] occhi al padre ed era quindi sotto il peso d'un dolore più grande. Solamente Consalvo non riusciva a comprendere come la nuova sciagura che [...]

[...] cadaveri del padre e del cognato!... Veramente, c'era da impazzire!» Donna Ferdinanda, Lucrezia e la marchesa, calmissime, s'alternavano al capezzale [...]

[...] neppure che tu.... l'erede del nome.... il solo del nostro nome, ne esca.... Egli provò una commozione indefinibile: era il piacere di trionfare [...]

[...] Michele aveva rimesso piede nella casa macchiata dal sangue del fratello; ma, pei preparativi della partenza, era necessario che una delle donne vi si [...]

[...] recasse. E poichè la prova era più dura alla madre, Teresa andò lei accompagnata dal marito. Salì le scale appoggiata al suo braccio; ma [...]

[...] definitivamente al palazzo paterno. Lasciato alla principessa il quartiere di mezzogiorno, egli s'era riservato quello di gala, ma pei 617 soli [...]

[...] dell'amministrazione. Consalvo non sapeva nulla dello stato della casa, mentre la principessa ne era a giorno; quindi, se l'amministratore chiedeva ordini [...]

[...] due duchesse erano interamente rimesse in salute: la suocera pareva ancora più vecchia e Teresa era incinta. Tutti gli articoli del contratto [...]

[...] tenute di Gibilfemi e il podere dell'Oleastro, che valevano il doppio. Consalvo, durante le trattative, era andato quasi tutti i giorni dalla sorella [...]

[...] salute di Giovannino, della cui pazzia e del cui suicidio ella era stata in parte cagione? Sapeva ella che il giovane s'era ucciso, e non era già [...]

[...] morto d'accidente?... La sua fede ostinata, resistente ai disinganni, era sincera o non più tosto una forma della mania ereditaria tra i suoi [...]

[...] ? Consalvo inclinava a quest'ultima ipotesi, anche perchè egli non aveva fede alcuna; ma non un atto, non una parola rivolavano quel che c'era nel cuore [...]

[...] piace di chiamarle così, le mie superstizioni. Ti chiedo troppo? Egli chinò il capo, prima di tutto perchè il ragionamento era giusto, e poi anche [...]

[...] elettorale era all'ordine del giorno; dopo averla votata, la Camera si sarebbe sciolta. Ed egli s'accorgeva adesso che la propria elezione non era così [...]

[...] sicura come gli era sembrata il primo giorno, a Roma, durante la sua conversazione con l'onorevole Mazzarini e poi nei principii della [...]

[...] ne volevano migliaia. E se egli era sicuro della città, non sapeva che assegnamento fare sulle sezioni rurali. 619 Già il vecchio duca [...]

[...] Destra e di Cavour, era sicuro che i nuovi elettori avrebbero dato il gambetto al governo della Riparazione, restaurando il principio moderato. E [...]

[...] bilancio s'era chiuso con un deficit considerevole, che egli aveva potuto dissimulare a furia d'artificii; ma la situazione non era più sostenibile [...]

[...] dell'appalto non aveva fatto buona prova. Egli dichiarò, nelle private conversazioni, che il ritorno alla riscossione diretta era per lui uno sbaglio e che [...]

[...] via alle insistenze. Disse che da un pezzo, in tante questioni, in cento piccoli affari quotidiani, s'era accorto che non c'era più fra loro il [...]

[...] buon accordo d'un tempo. Ora egli non poteva nè rinunziare alle proprie idee, nè imporle agli altri: il meglio era quindi andarsene. - Potevate [...]

[...] , negli ultimi tempi aveva ben capito che il nipote nutriva anche lui l'ambizione d'esser deputato; ma era sicuro che non si sarebbe presentato [...]

[...] . Allora Giulente corse da Consalvo. Era in uno stato d'esasperazione violenta; dinanzi al vecchio non aveva osato infrangere l'antico rispetto, ma [...]

[...] , destavasi a un tratto in lui la coscienza della situazione secondaria in cui era stato tenuto, del mal garbo con cui lo avevano trattato. «La [...]

[...] , incoraggiare le loro pazzie, approvare le loro birbonate? «Buffone! buffone! Sono sempre stato buffone!... » Arrivò a casa senza sapere da che parte c'era [...]

[...] dall'uscio rimasto aperto, per vedere che faceva la signora. Questa era immobile, dietro la finestra, con la guancia gonfia ed infocata. Dopo un'ora [...]

[...] alla camera del marito. Benedetto era buttato sul letto, coi panni sbottonati, 626 la testa ancora in fiamme. Vedendo entrare la moglie, non [...]

[...] poltrona. Era pentito dell'atto brutale, ma non esprimeva il pentimento. Ruminava continuamente il suo rancore, considerava i partiti che gli si [...]

[...] suo marito; aveva capito che Benedetto non poteva essere deputato. Nel primo momento era rinata in lei l'avversione pel nipote, per quegli Uzeda [...]

[...] che parevano avessero giurato di schiacciarla e pretendevano accaparrare tutto per loro. Ma non sapeva ancora con chi prendersela. Era proprio [...]

[...] colpa di Consalvo, o non piuttosto di quella bestia di Benedetto? Ciò che avevano detto gli assessori era vero? Il duca non avrebbe riparato?... Nè [...]

[...] era questa: smantellata la rocca affaristico-conservatrice che per vent'anni aveva sostenuto il duca d'Oragua, sbaragliata l'Associazioue [...]

[...] vantaggioso era dunque tra i progressisti e i radicali. Consalvo di Francalanza lo prese immediatamente. La sua ascrizione al partito di Sinistra [...]

[...] teoria era quella del progresso, «del progresso che mai non s'arresta....» ma, se vedeva pender dalle pareti i ritratti di Garibaldi e di Mazzini [...]

[...] necessità di andare «coi calzari di piombo.» Quasi sempre egli trovava qualcuno che gli faceva da guida; ma talvolta non c'era nessuno che potesse [...]

[...] dove prima era l'accordo. Una dozzina di società lo elessero, seduta stante, presidente onorario; egli ringraziò per «l'insigne onore di cui [...]

[...] , cioè all'accordo con gli altri candidati. Per tre seggi, c'era una dozzina d'aspiranti; ma tolte le pretensioni 630 ridicole, come quella di [...]

[...] ; Giardona e Marcenò, radicali. Consalvo si mise in relazione col primo di questi due, che era il più temperato, per un'azione comune. Dal radicalismo [...]

[...] annacquato di costui al liberalismo avanzato suo proprio c'era tanta distanza da non potersi intendere? Nondimeno, i fautori di Giardona vollero [...]

[...] e il Vazza per formare la triade. Egli voleva mettersi con quest'ultimo, perchè era il più forte; ma Giardona minacciò di mandare tutto a monte [...]

[...] , perchè il Vazza, proclamandosi ambiguamente «liberale,» era il più moderato di tutti e ben visto perfino dalla Curia. Invece, l'alleanza con Lisi [...]

[...] , che s'avvicinava più alle 631 loro idee, era la sola naturale. Egli riconobbe questa convenienza. Fu stabilito l'accordo, ma ciascuno si mise [...]

[...] all'opera per proprio conto. La legge della riforma era ancora dinanzi al Senato che già ogni sera riunivasi gente in casa del principe [...]

[...] : nobili parenti, impiegati comunali, maestri elementari, avvocati, sensali, appaltatori: un veglione. Il quartiere di gala era aperto al pubblico; egli [...]

[...] ridicolo di quella pubblicazione, la goffaggine degli elogi di cui era piena non gli davano ombra, sicuro com'era che per un elettore che ne avrebbe [...]

[...] veramente sanguinare, era quella che cominciavano a lanciare: «Elettori, il candidato che noi vi presentiamo 632 non ha feudi nè blasoni, non oro da [...]

[...] comprarla.» Era una menzogna, giacchè egli non spendeva altri quattrini se non quelli della stampa, della posta, delle carrozze; ma poteva trovar [...]

[...] credito più delle altre, ed egli voleva esser eletto per l'attitudine alla vita pubblica di cui aveva dato prova, per la coltura che s'era affannato [...]

[...] egli esprimeva con la facezia era la verità. «Principe di Francalanza:» queste parole erano il passaporto, il talismano che operava il miracolo di [...]

[...] loro fasto e della loro potenza. Per lui, il buon popolo che si lasciava taglieggiare dai Vicerè era stato pervertito da false dottrine, da [...]

[...] sciocche lusinghe: egli era sicuro che prendendo a quattr'occhi uno di quelli che più vociavano: «libertà ed eguaglianza» e dicendogli: «Se foste al mio [...]

[...] posto, gridereste così?» il repubblicano sarebbe rimasto in un bell'impiccio. La quistione, dicevano alcuni, era che questi posti eminenti [...]

[...] mente infiammata dall'ansietà della riuscita. Sarebbe riuscito? A momenti ne aveva l'intima e salda certezza; il governo era per lui: Mazzarini [...]

[...] , plebiscitaria. L'accordo col Giardona gli 634 giovava certamente, ma quello col Lisi era stato forse un errore. La situazione di Vazza era invece [...]

[...] causa, lavoravano per lui, sott'acqua, ma con efficacia grandissima. Era stato un vero sbaglio rinunziare a quest'alleanza e preferir Lisi; per [...]

[...] mi stancherò di ripeterlo! Casa Sansone con tutti i filistei! Era la zia Lucrezia. Egli si fermò ad ascoltare. - Vostra Eccellenza mi perdoni [...]

[...] nostri?...» Ma non era venuto per questo. - Delle elezioni, dunque, non parlate? - No. Sono quistioni che io non capisco; e poi, la Chiesa non [...]

[...] volta. Che gl'importava di quelle sciocchezze? L'importante era sapere se bisognava assolutamente rinunziare all'intromissione di lei. - Ah, va [...]

[...] quest'altro, dove l'hai pescato? Chi è?... - Uno dei Padri più colti della Compagnia di Gesù!.... «Tempo perduto! Tempo perduto!...» Non c'era da [...]

[...] portamento, ingrassava, era irriconoscibile. La pazzia soggiogava anche lei, prendeva la forma religiosa, diventava misticismo isterico! Tutti ad un modo [...]

[...] ... dovere... - balbettò Baldassarre. Uscito dalla casa del principe, il maggiordomo s'era buttato alla politica, aveva abbracciato la fede democratica [...]

[...] si guardava intorno ed ascoltava con la gravità dell'antico maestro di casa, era più serio e decorativo di tanti altri; un sindaco di provincia [...]

[...] asso tutte le opere non finite, ridurre tutte le spese; e la sollevazione era generale contro di lui per l'odiosità delle imposte, la gretteria [...]

[...] 642 dell'amministrazione, dove c'era un baratro peggio che al municipio.... Gli altri candidati, però, non si davano vinti, i più [...]

[...] attribuite all'odio di parte, al rancore di chi sentiva mancarsi il terreno sotto i piedi. Il nome di Francalanza era su tutte le bocche, nessuno [...]

[...] , più di cinquecento membri, otto segretarii, ventiquattro vice-segretarii. Era una novità, questa dei discorsi-programmi. Le elezioni non si [...]

[...] principe di Francalanza discorrere in piazza come un cavadenti: lo spettacolo era veramente straordinario. Gli altri candidati tenevano i loro [...]

[...] discorsi nei teatri, ma per quello di Consalvo v'era tanta aspettazione, piovevano tante richieste di posti, arrivavano tante rappresentanze dalla [...]

[...] provincia, che nessun teatro parve sufficiente. La palestra ginnastica, che era il secondo chiostro del convento di San Nicola, grande quanto una [...]

[...] piazza, aveva, coi suoi archi, le colonne e le terrazze, una cert'aria di anfiteatro; era l'ambiente più vasto, più nobile, più adatto alla [...]

[...] collegio della gioventù era irriconoscibile. Scomparsi i corridoi che s'allungavano a perdita d'occhio, chiusi da muri e da cancelli, convertiti in [...]

[...] - rammentava! - aveva quindici anni, era impaziente di prendere il posto che lo aspettava in società. Se gli avessero detto, allora, che egli [...]

[...] democratico contro il quale protestava la sua educazione ed il suo stesso sangue. Lì, a San Nicola, forse era più che a casa propria, egli era [...]

[...] stato imbevuto di superbia signorile, era stato avvezzo a considerarsi d'una pasta diversa dalla comune.... Dove era la sua camera? Egli la cercava, al [...]

[...] dei primi baroni: bei tempi! Adesso ci vengono i figli dei ciabattini!» Il prestigio della nobiltà e della ricchezza era dunque veramente [...]

[...] martellate che veniva dalla palestra gli rammentava la necessità di nascondere i proprii sentimenti, di rappresentar 645 la parte che s'era [...]

[...] assunta. Lì, fra quelle mura, egli s'era messo col partito dei sorci ai quali Frà Cola voleva tagliar la coda: se qualcuno gli avrebbe fatto una colpa [...]

[...] di quel remotissimo passato?... Bah! Chi si rammentava delle monellate d'un ragazzo! Giovannino era morto, non poteva tornar dall'altro mondo a [...]

[...] era grandioso. Due mila seggiole erano disposte in bell'ordine nell'arena, e restava tuttavia spazio libero per gli spettatori in piedi. Il lato [...]

[...] ordinava l'aristocratico cerimoniale dei funerali della vecchia principessa. Ma allora egli era servo stipendiato, e adesso libero cittadino che [...]

[...] costo, diceva, alzando le mani: «Signori miei, un po' di pazienza; c'è tempo... ci vuole un'ora...» Era possibile lasciar entrare la ciurmaglia prima [...]

[...] , lasciò aprire la terrazza e l'arena. In un attimo l'onda umana vi si rovesciò. Era ancora la folla anonima, il popolo minuto; ma a poco per volta [...]

[...] essersi sgolato un'ora; tanto che dovè correre egli stesso a chiamarle: «Che fate qui? Non è il vostro posto! Venite dentro!...» Egli non era più [...]

[...] inno di Garibaldi!...» Ora la palestra offriva uno spettacolo veramente straordinario: l'arena era un mare di teste, serrate le file 647 delle [...]

[...] che non avevano trovato posto giù. Ma l'aspetto più sontuoso era quello dei portici: tutta la migliore società vi s'era riunita, le dame nelle [...]

[...] il cui fragore cresceva, rimbombava nei corridoi, faceva tremare i vetri, destava tutte le sopite eco del monastero. Dalla palestra la folla s'era [...]

[...] era alle porte della nostra città; i Padri Benedettini si disponevano ad ospitarlo.... non potendo subissarlo coi suoi diavoli rossi.... (Si ride [...]

[...] arrivare, deve supplire l'iniziativa individuale; quindi Trade-unions, probiviri, cooperative, libertà di sciopero. Era così sciolta la quistione [...]

[...] .» L'unità germanica doveva soddisfare gl'Italiani, ma forse il panslavismo era un fenomeno con scevro di pericoli. «Io credo che s'apponesse il [...]

[...] .... Discentrare accentrando, accentrare discentrando....» Quanto alla marina mercantile, il sistema dei premii non era scevro d'inconvenienti. Poi [...]

[...] ministro!...» sogghignavano alcuni; l'uditorio era schiacciato dal peso di quell'erudizione, di quelle nomenclature monotone; la luce troppo chiara, il [...]

[...] dette dall'oratore. Questi parlava da un'ora e mezza, era tutto in sudore, la sua voce s'arrochiva, il braccio destro infranto dal continuo gestire [...]

[...] uscì rauca e fioca dalla strozza; non ne poteva più, ma era alla perorazione. - Queste ed altre riforme io vagheggio, non credo tuttavia di dover [...]

[...] primo. Il suo comitato oramai era tutta la città, tutto il collegio, elettori e non elettori. I cartelloni con la scritta: Votate pel Principe di [...]

[...] essere il primo!... La sera della vigilia c'era al palazzo un vero pandemonio: tutti domandavano: «Il principe?... Dov'è il principe?...» ma la gente [...]

[...] di casa rispondeva che egli era presso lo zio duca, il quale stava poco bene. Nondimeno il lavoro progrediva alacremente, come se egli ci fosse [...]

[...] !....» Il principe, affermavano, s'era messo d'accordo, nelle ultime ore della sera innanzi, con Vazza; alcuni precisavano: «L'abbiamo visto noi [...]

[...] gli ultimi telegrammi e gli ultimi messi con le cifre definitive, non vi fu più dubbio: egli era il primo con 6043 voti; veniva dopo Vazza con 5989 [...]

[...] migliaia di voti, con 2000, con 1000 appena. Giulente non ne aveva più di 700! Era notte alta, ma il palazzo Francalanza, illuminato a giorno [...]

[...] , risplendeva, da tutte le finestre. Una folla sterminata traeva a congratularsi col «primo eletto del popolo»; per le scale era un brusìo incessante [...]

[...] il potere restasse in famiglia, pure non sapeva difendersi da un senso d'invidia gelosa pel nuovo astro che sorgeva, mentre egli non solo era [...]

[...] Teresa non c'era. Il portinaio gli disse che la duchessa nuora era uscita con la carrozza di campagna, insieme con Monsignor Vicario. Egli salì [...]

[...] curiosamente quel signore sconosciuto. Ditele che il principe suo nipote vorrebbe vederla. La vecchia era capace di non riceverlo; egli aspettava la [...]

[...] risposta con una certa ansietà. Donna Ferdinanda, udendo che c'era di là Consalvo, rispose alla cameriera, con voce arrochita dal raffreddore [...]

[...] Ferdinanda aveva sentito rimescolarsi il vecchio sangue degli Uzeda, dallo sdegno, dall'ira; ma adesso era ammalata, l'egoismo della vecchiaia e [...]

[...] , nonostante le apostasie e i vituperii, egli era tuttavia il principe di Francalanza, il capo della casa, il suo protetto d'una volta.... «Lascialo [...]

[...] . - Io, col rispetto dovuto, non ne credo niente. È forse peccato? Lo stesso San Tommaso volle vedere e toccare, prima di credere.... ed era santo [...]

[...] !... Razza degenere! La botta era diretta anche a lui. Consalvo tacque un poco, a capo chino, ma con un sorriso di beffa sulle labbra, poichè la vecchia [...]

[...] muoveva, pensò che forse s'era assopita e che egli parlava al muro. S'alzò, quindi, per vedere: donna Ferdinanda aveva gli occhi spalancati. Egli [...]

Praga Marco
La biondina
27 1910 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 487 occorrenze

[...] di macchine; sulla terza, di contro al finestrone, era una sfilata di mensole chiare di larice, con tutte le fiale ed i vasi bianchi ed azzurri [...]

[...] pile, e fornelli. Un terzo della stanza era occupato da due lunghe tavole da disegno poggianti sui cavalletti altissimi: sulle tavole, cosparse [...]

[...] di compassi e di regoli, spioveva una gran luce dall'ampia vetrata. Tutto, là dentro, era semplice, rigido, severo, ordinato; tutto, fuorchè il breve [...]

[...] spazio racchiuso dall'angolo a destra del finestrone, dove era un divano; e due poltroncine di tela russa con un'alta bordatura di azzurro [...]

[...] non ricco ma civettuolo, introdottosi quasi furtivo in quel tempio severo del lavoro, era Adelina che l'aveva voluto, che l'aveva imposto a suo marito [...]

[...] . Aveva comperato essa il divano e le poltroncine, e il tappeto, e un giorno era capitata là con tutta quella roba recata da un operaio della [...]

[...] , e s'era rimesso al lavoro. Allora, Adelina, quel giorno, s'era accoccolata sul divano, ed era rimasta più a lungo. Ah! così! Adesso, quando [...]

[...] . Giacomo, innamorato di sua moglie lo era stato sempre: ma non era nel suo carattere di dirlo e di dimostrarlo troppo: poi, gli mancava anche il tempo [...]

[...] . E Adelina, nei primi tre anni di matrimonio, s'era acconciata facilmente a questa vita. Tutto il giorno era libera: l'officina lontana, fuori [...]

[...] 24 anni, di trovare di meglio, non si crucciava di questa gran libertà che suo marito era obbligato a concederle: anzi, forse, ne gioiva e se ne [...]

[...] valeva. Ma da un anno, un gran cambiamento s'era fatto in lei. Quasi ogni giorno, essa veniva a trovarlo in istudio. Saliva in tram in piazza del [...]

[...] quale ad alte lettere nere, era scritto: «Società internazionale dei tramway a vapore». Era una società inglese che aveva costrutto ed esercitava [...]

[...] esperimenti nuovi. Era questa la fissazione di quell'uomo tenace e di genio: farsi una fama e una fortuna. Giacomo era il minore di sette fratelli. Era [...]

[...] ». Chi s'era dato al commercio, chi all'ingegneria: il maggiore, innamorato del mare, aveva percorsi gli studi navali, ed era ufficiale, adesso, nella [...]

[...] accettata, pensando che anche qui avrebbe potuto lavorare e studiare. Quando avrebbe risolto il problema del quale si era invaghito, sarebbe tornato in [...]

[...] Inghilterra per trarne profitto. Questo impiego che gli si offriva in Italia era la modesta, sicura, tranquilla agiatezza che gli permetterebbe [...]

[...] di compiere i suoi studi. Ed era venuto. Bel giovane di ventotto anni, alto, biondo, forte; colto; affabile e cortese nella riservatezza della sua [...]

[...] razza; aveva subito ispirato delle vivissime simpatie. Gli era capitata la fortuna, sin dai primordi del suo soggiorno a Milano, di trovar l'amicizia [...]

[...] amministrazione della «Società dei tram dell'Alta Italia». Il buon vecchio lavoratore, che, nato poverissimo, s'era fatto una fortuna colle sue [...]

[...] : la moglie, una vecchietta miserina di persona e d'intelletto, intontita nell'agiatezza che le era nata d'attorno a poco a poco, durante vent'anni [...]

[...] maschi erano a capo degli affari e dirigevano la fabbrica: il marito della figlia maggiore, anche lui, già commesso nell'azienda, era adesso il [...]

[...] accettare. Era stato curioso l'ingresso in quell'ampia sala da pranzo nella quale tutta la famiglia, avvertita, era già raccolta. La vecchietta non sapeva [...]

[...] d'inchini; ma il suo faccino grinzoso, circondato da una cuffietta viola, era tutto un sorriso impacciato ma gioviale e bonario che aveva incoraggiato [...]

[...] se l'era fatto sedere vicino, e dall'altro lato gli aveva posto Clara, la minore delle figliole, la più vivace e la più istrutta, che, allegra [...]

[...] , s'era convinto di essere capitato tra gente buona ed onesta. Dinanzi a lui stavano sedute le mamme, la figlia maggiore di Galli e le due nuore: e [...]

[...] settimana. Lo scopo di quelle festicciole era di trovar marito alle due figliuole ancor nubili, Clara e Virginia. Non ne faceva un mistero [...]

[...] : — L'inglese ti guarda. — Sì, ma non si decide! — aveva replicata Adelina, ridendo. Perchè Giacomo non si era indotto a ballare, neppure con lei, e le aveva [...]

[...] detto appena poche parole, una sera, dopo essersi fatto presentare da Clara, perchè le si era trovato vicino, al buffet. — Fallo decidere tu [...]

[...] questa innovazione della «poule des dames», a tutta prima, era dispiaciuta: non l'avrebbe voluta in casa sua: a' suoi tempi non si usava; e gli [...]

[...] aveva finito per essere lui, ogni sera, l'organizzatore del ballo. A una cert'ora, se ancora non si era fatto, girava di crocchio in crocchio, o si [...]

[...] se veniva a delle conclusioni, erano sbagliate certamente. Adelina, quella sera, aveva attesa la «poule des dames». E, subito, era corsa dinanzi a [...]

[...] , s'era indugiata vicino a Giacomo, a lungo, nel vano della finestra, dov'egli, ritto, cogli occhi fissi su di lei, rispondendo poche parole, a tono [...]

[...] basso, come era suo costume, si era lasciato trascinare, suo malgrado, a dirle delle cose gentili, con voce un poco commossa, — Ma io la trattengo [...]

[...] , in quell'indugiarsi presso di lui, l'espressione inconscia e schietta di una simpatia che, forse, era il rispecchio della sua simpatia vivissima [...]

[...] per la fanciulla bionda. Allora, quella sera, aveva deciso di parlarne al suo vecchio amico. Il matrimonio s'era concluso contro il consiglio del Galli [...]

[...] . Il buon vecchio s'era mostrato contrariato in volto dalle parole di Giacomo. Però questi, a tutta prima, non ci aveva fatto caso. In quella [...]

[...] moglie. E poi, anche la buona gente può essere gente noiosa e chissà che non lo sia anch'io senza volerlo. — Qui si era fermato in attesa di un [...]

[...] felici. — Ed io ve lo auguro con tutto il cuore, mio caro Burton. Due mesi dopo, Adelina era la moglie di Giacomo. I suoi capelli biondi, i suoi occhi [...]

[...] sua nuova vita. E dopo la prima notte di matrimonio, una notte calda d'amore, cui Adelina col solo entusiasmo dei sensi si era abbandonata, James [...]

[...] apparecchiata. 10 La moglie era allegra, chiacchierina, affettuosa: la tavola linda, ben curata, bene ordinata. Ecco la sua felicità, quella che aveva [...]

[...] elegante e, talvolta, nei particolari, persino ricca la casa, e sè stessa. Quattromila lire era quanto Giacomo poteva darle per provvedere a tutto [...]

[...] . Eppure, essa vestiva con buon gusto: nella casa c'era, ad ogni tratto, un mobile, un oggettino, un ninnolo nuovo e grazioso; la tavola era sempre [...]

[...] sapeva comperar bene: e poi, era maestra nell'arte di rinnovare un abito vecchio in modo che si sarebbe giurato fosse un abito nuovo. Nella sua [...]

[...] guardaroba c'era sempre una diecina di cappellini. Ebbene, tutti assieme, non valevano cento lire. Lo diceva lei: bisognava pur crederlo poichè non cercava [...]

[...] mai un quattrino, e non c'era mai un conto da pagare. La sera, raramente Giacomo usciva di casa. Si alzava troppo presto il mattino: non poteva [...]

[...] , egli si era convinto una volta di più, che le apparenze ingannano: tante e tante volte, riescono delle ottime e saggie mogli, le fanciulle che [...]

[...] escono da famiglie illibate, si sbrigliano non appena ànno marito e diventano donne corrotte e senza senso morale. Egli era andato contro un pregiudizio [...]

[...] era tenente colonnello. Avrà.... non so se sette od otto- mila lire all'anno. Perchè mi fai questa domanda? — Non è una domanda indiscreta. — Eh! no [...]

[...] quel poco che era necessario a causa della carica che occupava, e non più. — Senti — aveva concluso lei — mi convinco ogni giorno più che al mondo ci [...]

[...] . — E qui una allegra risata. — Figúrati: un vecchio.... avrà sessant'anni! Ed era amico intimo dello zio.... Che c'è di più naturale che la zia [...]

[...] , e non se ne addoloravano, nè lui, nè Adelina. Certamente, essi non potevano, a questo proposito, nutrir dei rimorsi. Era, anzi questa una delle [...]

[...] , o, meglio, di piacerle, il che era più pratico e più rassicurante per un marito della sua natura. I loro amplessi erano lunghi e d'ogni notte: e [...]

[...] in officina. E s'era creata 12 quel cantuccio grazioso, con un divano e due poltroncine, per rimanere una mezz'ora tranquilla, mollemente [...]

[...] lavorare.... Così, s'era conservata una sola amica buona, sincera, affezionata: la Bianca. Era una sua compagna di scuola; aveva qualche anno più di lei [...]

[...] ; era stata molto disgraziata nel suo matrimonio; aveva dovuto dividersi presto dal marito, un poco di buono. L'aveva presentata a Giacomo dicendogli [...]

[...] : — Devi considerarla come una mia sorella; ci vogliamo tanto bene. — Adelina, ogni giorno passava delle ore con lei, e James era lieto di questa [...]

[...] . — Spesso l'invitava a pranzo — era sola, essa — e la sera l'accompagnava a casa e rimaneva qualche ora con lei. Oramai, da un anno, non trattava [...]

[...] quasi più altre donne che Bianca e la zia, e non andava in altre case che nelle loro. Ed era nata una così affettuosa intimità tra Bianca ed Adelina [...]

[...] che, vari mesi addietro, questa non avea potuto rifiutarsi di accompagnare l'amica a Napoli dove era stata obbligata a recarsi per assistere una [...]

[...] trovare, arrivando laggiù, una morta. Adelina aveva chiesto a Giacomo il permesso di partire: e questi l'aveva accordato, non senza rammarico. Ed era [...]

[...] rimasta assente due mesi, poichè tanto si era prolungata la grave malattia della sorella di Bianca. Tuttavia James, non ebbe a rammaricarsi di tale [...]

[...] assenza. Da allora s'era operato il mutamento nelle abitudini di Adelina; da allora essa aveva lasciate quasi tutte le sue conoscenze, e aveva [...]

[...] , l'arcimilionario banchiere, del quale suo fratello, da Londra, gli aveva annunciata la visita. Suo fratello minore, John, era procuratore della filiale [...]

[...] , si era interessato a quei discorsi. L'esperimentata serietà e bravura in affari di John gli erano di garanzia e lo avevano favorevolmente prevenuto [...]

[...] James. Quel giorno, dunque, egli attendeva il banchiere. Era arrivato due giorni prima e lo aveva preavvisato, con un biglietto molto cortese, della [...]

[...] . Dalla campagna che circondava l'officina e il suo studio, entravano pel finestrone gli effluvi caldi di primavera. Il cielo era terso. Sotto le [...]

[...] grondaie era un cinguettare allegro di rondini ritornate il giorno innanzi come annunziatrici della lieta novella. Tutto sorrideva dinanzi a lui. Ed [...]

[...] ingresso nella casa di lui. Non s'era ingannato augurandosi fortuna dalla cordialità, dalla affettuosità che aveva trovate nelle prime persone incontrate [...]

[...] qui. In quella casa egli aveva conosciuto poco appresso la fanciulla bionda che lo aveva innamorato, che era divenuta la compagna buona e cara [...]

[...] donna, per dedicare a lei, a lei sola ormai, la ricchezza e la gloria. Per questo, forse, era riuscito; per questo, certo, era riuscito più presto [...]

[...] , come era arrivato in Italia. E la conquista era fatta, e l'annuncio festoso da darsi era pronto. A chi darla? Al mondo, alla folla, nella volgarità [...]

[...] di un articolo da gazzetta?... Alla mamma con un dispaccio? Sì, alla mamma sì. Ma era lontana.... non avrebbe viste le sue lagrime di gioia, non [...]

[...] , soltanto, in cui si fosse trattato di piangere; allora avrebbe preferita sua madre. Egli era ben certo che, quella sera, non sarebbe uscito a passeggio [...]

[...] significava nulla per lui, non era certamente un passo innanzi verso la certezza assoluta, materiale, che ancor non aveva, e che non lui, ma le sue [...]

[...] alle proprie forze. Non ragionava più, oramai; quel colloquio era un augurio. Dal suo arrivo in Italia, avea proceduto così, sorretto dagli augurî [...]

[...] trovati nelle persone e negli avvenimenti, augurî che non avevano fallato mai. Non fallirebbe neppur questo, lo sentiva. Giacomo era adesso il [...]

[...] diritto di riceverla poichè era stata la sua buona fata ispiratrice? Perchè? No, no, quel giorno, rincasando, direbbe tutto a sua moglie. Le ore [...]

[...] sempre l'economia? — Allora lui le avrebbe rivelato il gran segreto. — Siamo ricchi! Siamo.... quasi ricchi! — Ah! non era questa una della ragioni che [...]

[...] gli rendevano tanto più cara la sua vittoria? Poter accontentare Adelina in questo che era forse l'unico suo difettuccio, così naturale, così [...]

[...] miracoli di pazienza? Nulla. Era all'officina, tutto il santo giorno, lui. — Non sei venuta, oggi, perchè? — Mah! mi sono fatta una veste. Guarda! — E [...]

[...] che bellezza era quella veste! E con che semplicità lo diceva, senza, darsi importanza, come fossero le cose più naturali del mondo, quel [...]

[...] sagrificio e quella bravura. 15 Era dunque finita, adesso! Povera e cara Adelina, avrebbe fatto a meno, d'ora innanzi, di almanaccare su un abito frusto [...]

[...] . — Il signor James Burton? — Il barone Dumenville? — rispose Giacomo in francese, come in francese era stata fatta la domanda. Il banchiere afferrò [...]

[...] poltroncine ch'erano nell'angolo, al lato opposto alla porta, egli osservò il suo visitatore. Era un giovanotto sui trentacinque anni, elegantissimo [...]

[...] nella sua carrozza. Il viso non era nè bello nè brutto, ma aveva alcunchè di distinto e spirava una grande giovialità. Portava la lente all'occhio [...]

[...] tutt'altro che così. C'era nel barone un'aria di squisita distinzione e di purissima eleganza; c'era anche qualcosa, nella sua persona, nel modo di [...]

[...] era noto che egli parlava perfettamente l'inglese. La cordialità del saluto, della stretta di mano, dell'intonazione con cui aveva pronunciate le [...]

[...] quando si era posto al lavoro sino al momento che gli avevano annunziato l'arrivo del banchiere, la sua mente non aveva fatto che fantasticare; e in [...]

[...] quella così intensa attività di pensiero e di sogni che gli aveva perfino impedito di sentire gli stimoli dell'appetito, egli era giunto alla più [...]

[...] Dumenville era biondo piuttosto che bruno, perchè portava dei guanti bianchi anzichè dei guanti neri, perchè.... l'aveva salutato in francese e non [...]

[...] quale stava il banchiere, e vi si era seduto, volgendo le spalle alla porticina dello studio. Il francese pareva essersi accorto dell'imbarazzo in cui [...]

[...] credesse necessario di metterlo a suo agio. E Giacomo si preoccupava del momento in cui avrebbe dovuto prendere la parola, e rispondergli. Era una [...]

[...] sentì mancare. Si appoggiò colle due mani ad una delle grandi tavole da disegno, sorreggendosi a stento. Dumenville era uscito sulla soglia, e [...]

[...] guardava per ogni lato, con occhio avido, scrutatore. Cercava la donna; se l'avesse scorta l'avrebbe seguita, raggiunta. Ma la donna era sparita. Fece [...]

[...] l'antipatia per quell'uomo accresceva, domandò: — Ma.... chi era? — La mia biondina! — ripetè il banchiere. Poi, fatuo, sedendo: — Mia.... pardon.! Una [...]

[...] fuggì. Voi avete visto come è fuggita. Per quanto io mi sia precipitato alla porta, era già sparita.... — Poi, dopo una piccola pausa, con un [...]

[...] di credere, ad ogni modo, che l'esclamazione e la confessione mi sono sfuggite. Ma fu tale e tanto il mio stupore! La combinazione era così [...]

[...] bisogno d'insistere. Era un fatuo quel barone, non avrebbe cercato di meglio che di raccontare. Quando fu in corte, si sentì di nuovo venir meno [...]

[...] stava per succedere? Cercava invano di raccogliere le idee, di concretare un pensiero, una supposizione buona o cattiva. Era un turbinìo, nel cervello [...]

[...] , che gli dava la febbre. Adelina. La mia biondina. Null'altro. Adelina. Ma era lei, proprio? Sì, ne aveva riconosciuta la voce. Ed era fuggita [...]

[...] . Eppure!... Possibile?... non si era ingannato? Che bestia! Presto fatto a saperlo. Si fregò gli occhi colle dita, lungamente, come per abituarli [...]

[...] risposto: — non so, — sarebbe stato peggio. Bisognava dunque saper tutto. Si diresse con passo franco allo studio, ed entrò. La calma era tornata [...]

[...] . Sentiva che ne avrebbe abbastanza per ascoltare, qualunque cosa udisse, senza tradirsi. Perchè bisognava udire. Bisognava. Era assolutamente [...]

[...] leggiero tono di canzonatura perfino. Poichè si trattava di sapere tutta la verità. Per sapere bisognava essere calmo? Lo era. Bisognava ridere? Avrebbe [...]

[...] è mia moglie! Ma la tensione dei nervi e dello spirito era stata troppo lunga. E cadde a terra, svenuto. Il giorno appresso scendeva dall'omnibus [...]

[...] . Così, James Burton iniziava la sua inchiesta e preparava la sua vendetta. 22 II. Lo svenimento era durato a lungo. Dumenville non aveva osato [...]

[...] , delirando, il terribile segreto che si erano reciprocamente svelato senza volerlo. Lo stupore, doloroso stupore, era stato grande anche pel barone [...]

[...] rimettersi, per ripensare a quanto era avvenuto di terribile e di strano, per considerare la propria bizzarra situazione in quel momento, e per decidere [...]

[...] dubbio sulla identità della biondina, capì bene che era impossibile ormai. Pensò un momento se non fosse il caso, perfino, di umiliarsi sino ad [...]

[...] affermare recisamente che quanto aveva raccontato era un ammasso di frottole, tutta una farsa inventata da un chiacchierone senza spirito. Ma previde che [...]

[...] Burton non avrebbe creduto.... E, francamente, la cosa gli ripugnava troppo.... D'altronde, non era stata, forse, una fortuna, quanto era avvenuto [...]

[...] ? Non si risolveva alla fin fine in un bene per Burton? Egli era stato sino allora la vittima incosciente di un obbrobrio ignominioso: e il caso gli [...]

[...] aveva aperti gli occhi. Provvedesse dunque al proprio onore.... Sì, era un bene, certamente. Ma Dumenville avrebbe voluto che altri, tuttavia, si [...]

[...] prendere il primo treno di Francia. Perchè in più bizzarra e fastidiosa situazione non si era forse mai trovato un uomo. Egli si vedeva dinanzi un [...]

[...] .... 23 James s'era alzato di scatto, e l'aveva interrotto, porgendogli la mano e dicendogli con voce ferma: — Grazie!... Non ne avete nessun [...]

[...] — in un attimo — si era prefisso. Ma bisognava togliere di mezzo il barone. E, fissandolo in volto, avea ripreso a dire: — Voi vorrete sapere [...]

[...] soltanto che mi diate la vostra parola d'onore di partire come era nei vostri disegni, e di dimenticare per un paio di giorni tutto quanto è accaduto [...]

[...] da quel luogo nel quale gli era capitata la più strana avventura della sua vita. — Grazie. Voi certamente andate all'Hôtel. Io mi reco a Porta [...]

[...] casa sua. Il suo piano era fatto e stabilito, senza incertezze, e lo avrebbe compiuto senza titubanze. Fingere di partire, partire anzi, ma [...]

[...] stata capace di rispondergli: — Tutto che cosa? — Perdio! era capace di ben altro, sua moglie! Quei quattro anni trascorsi: che poema di finzioni! Come [...]

[...] si era comportata bene ai suoi occhi, come lo aveva ingannato, lui, che non era uno scemo! Sino a jeri, avrebbe dubitato di sè stesso, non di lei [...]

[...] . Era dunque maestra nell'arte di dissimulare! Ma perdio! ma perdio! Il modello delle mogli era la cliente di una mezzana! E se egli avesse invocata [...]

[...] taciuto, dato anche che avesse saputo qualcosa e avesse potuto parlare. Ma era possibilissimo che ogni cosa fosse combinata e preparata così bene [...]

[...] che neppure la Bianchi sapesse chi era la sua cliente. Si dànno queste cose, a Parigi, a Londra, a Milano. Lo aveva detto Dumenville, e se ne [...]

[...] intendeva, lui! Ma era fuggita, precipitosamente fuggita, vedendo Dumenville: ecco una prova!... Una prova? No! Adelina faceva una delle solite visitine [...]

[...] a suo marito. Entrata nello studio, vi aveva scorto un forestiero, uno sconosciuto.... Avrebbe disturbato.... Pardon! Ed era scappata via. Non era [...]

[...] fuggita; era scappata via. No, no, non così. Bisognava farla venir là, in quella casetta, nella viuzza giù di mano chiamata, noleggiata da un [...]

[...] quali circostanze era precipitata così, sino a diventare una di quelle che si pagano? Perchè la era diventata: aveva sposato una vergine, lui. Il [...]

[...] cavalluccio sfiancato della vettura da piazza trotterellava adagino. E il tragitto era lungo. Ad un tratto, un dubbio doloroso assalse Giacomo: che la [...]

[...] supposto e temuto che il banchiere a sua volta avesse riconosciuta lei. Poi, c'era il suo ritratto in istudio che Dumenville avrebbe potuto osservare [...]

[...] .... Insomma, Adelina poteva supporre che fosse avvenuto quello che era realmente avvenuto. E allora? Si credeva scoperta? Aveva avuta la convinzione [...]

[...] o la paura che tutto l'edificio delle sue menzogne fosse già crollato, che la verità fosse già conosciuta da suo marito? Si era già messa in salvo [...]

[...] .... Un'altra difficile prova stava dunque per subire, più difficile di quanto non avesse pensato a tutta prima, quando gli era balenato alla mente il suo [...]

[...] improvvisa e forzata partenza, la sera stessa, con Dumenville, per affari, pei loro affari. La difficoltà era soltanto nel trovar modo di darlo bene [...]

[...] vivaci colori, in una foggia nuova tanto elegante. Nello sceglierla, egli non si era preoccupato della qualità della stoffa, o della bontà della [...]

[...] morta che viva. Erano passate due ore terribili per lei. Il.... forastiero di ieri, là nello studio di suo marito! Perchè? Che era dunque accaduto [...]

[...] ? Era là perchè aveva saputo chi fosse Niniche? No, certamente. Infamia così bassa in un uomo le pareva impossibile. Una combinazione, dunque [...]

[...] ? Forse era un azionista dalla Società dei Tramway? No. Sapeva che gli azionisti erano tutti o inglesi o italiani. Chi dunque?... 26 Cercava, adesso, di [...]

[...] laggiù alla palazzina, s'era parlato molto di lei.... Cioè, il forastiero aveva tentato di parlare di lei, di strapparle delle confidenze, e di indurla [...]

[...] a partire per un viaggetto di piacere: ma aveva parlato pochissimo di sè stesso: quel tanto che gli era sembrato utile a ispirare fiducia; e le [...]

[...] aveva, sopratutto, parlato delle sue ricchezze e della sua generosità colle donne: perchè supponeva, ed era giusto supponesse, che queste due qualità [...]

[...] gli aveva ispirato, e l'aveva pregata di chiamarlo per nome: «Oscar, Oscar, chiamami Oscar». Questo lo eccitava, quel fatuo. Le era rimasto ben [...]

[...] allo specchio. Che faccia aveva? Stravolta? No.. Ma l'agitazione era dentro, terribile, e più terribile ancora l'incertezza. Il suo partito era [...]

[...] . Negare, negare! Ma che la faccia non rivelasse la preoccupazione e la paura, nel primo incontro con Giacomo. Era quello il momento scabroso da [...]

[...] superare. Poi, poi, udita la denunzia, allora non avrebbe più paura. Era sicurissima di sè, delle sue forze. Soltanto il primo incontro la spaventava [...]

[...] . Capiva che quello era l'istante terribile: l'istante di silenzio da parte sua, mentre parlerebbe lui. Dal momento che aprisse bocca, lei, per [...]

[...] rispondere, non temerebbe più. Allora sarebbe naturale l'arrossirle del volto, e il tremito nella voce, e il sussultare di tutta la persona. Ma chi era [...]

[...] , chi era, costui? Perchè si trovava presso suo marito? Per combinazione? Un convegno d'affari? Sì, era possibile. Queste combinazioni si danno nella [...]

[...] vita. Ebbene: l'aveva riconosciuta? Forse no. Anzi.... no, certamente. Aveva messa la testa, appena, dentro la porta, un attimo, ed era fuggita. Ed [...]

[...] era fuggita così lesta scantonando subito, nascondendosi poi dentro l'ándito della casa vicina. Ma no, era impossibile che l'avesse riconosciuta [...]

[...] , Che sciocca! che sciocca! Perchè si martoriava, adesso?... Però, però.... forse era stato un errore di fuggire così. Era stata una confessione [...]

[...] il francese? E dato che l'avesse riconosciuta, era possibile che avesse rivelata l'avventura del dì innanzi?... Come, perchè, l'avrebbe rivelata? La [...]

[...] Bianchi non gli aveva detto, non glie l'aveva confermato lei stessa, che Niniche non era una donna qualunque? Che il mistero di cui il convegno [...]

[...] veniva circondato non era una frottola, non era una lustra per strappar più quattrini al cliente, bensì una vera e sacrosanta necessità?... Sì; ma [...]

[...] l'aveva creduto?... Era un uomo 27 vissuto, quel francese, era un parigino!... Non aveva buttato ogni cosa in burletta, quel blagueur, quel fatuo [...]

[...] , quello scettico conquistatore di donne a suon di marenghi? Ebbene, sia pure: ma vedendola entrare là dentro, non gli era passato per la testa che [...]

[...] dovuto sembrare stranamente bizzarra a quell'uomo. Di passaggio a Milano, per due giorni (n'era ben certa, la Bianchi non l'aveva ingannata mai!), s'era [...]

[...] incontrato due volte nella stessa donna e in condizioni così diverse. La sua sorpresa doveva essere stata enorme. Era riuscito a dominarla? Aveva [...]

[...] , dall'immaginare chi era l'uomo col quale parlava, non si era lasciato trascinare a delle confidenze per averne altre in cambio, d'interessanti?... Oh! come [...]

[...] aveva mai avuto un adoratore più entusiasta di.... Oscar! E oggi, oggi, gli era capitata ancora dinanzi, la sua Niniche. Che aveva fatto, che aveva [...]

[...] detto, vedendola?... Non si era precipitato fuori, non le era corso appresso.... Ah! che sollievo! questo, questo era l'indizio più rassicurante: non [...]

[...] le era corso appresso.... Era la prova evidente che non l'aveva riconosciuta! Dio fosse ringraziato! Era salva!... Alle sei, il suono del [...]

[...] da Giacomo, saputo da lui chi era la bionda visitatrice di poc'anzi, veniva di nascosto, di sfuggita, per rivederla, per tornare all'assalto con [...]

[...] un'arma in mano, adesso, terribile?... Eppure, fosse lui! Sì, fosse lui; saprebbe che era avvenuto, se aveva rivelato.... E purchè Giacomo non lo [...]

[...] seguisse subito, il francese le direbbe che era successo.... e lei prometterebbe tutto, salvo a non mantener nulla.... E quando giungesse suo marito [...]

[...] : — Un abito, signora! — Un abito? Allora Adelina si avvicinò ancor più e guardò nella scatola. Un cartoncino bianco era posato sulla veste. Lo [...]

[...] prese, febbrilmente, e lo lesse. Era una carta da visita di suo marito, e v'era scritto a lapis: «Alla mia cara Adelina, per annunciarle la nostra [...]

[...] fortuna». Adelina spalancò gli occhi, in faccia alla serva, interrogando. — È un regalo che le fa il signore. Sì, era un regalo. Dunque? dunque non era [...]

[...] accaduto, nulla? non aveva saputo nulla? La sua mente non riusciva ancora a concretare nettamente un pensiero: era ancora, nella sua testa, un [...]

[...] turbinio di idee confuse. Un regalo? Perchè? Era la sua festa, oggi? Un anniversario? No. Perchè un regalo? Ah! «La nostra fortuna». Che fortuna? Tolse [...]

[...] a lavarsi. Da quando era uscito dalla sua fabbrica, con passo franco, calmo, deciso, non aveva più avuto un momento di titubanza, nè di paura [...]

[...] cominciò la sua toletta: era del tempo guadagnato, e ciò gli permetteva di parlare a sbalzi, senza guardare Adelina. Così, mentre s'insaponava le [...]

[...] sistema provato stamane: tutto va a perfezione. Adelina tacque. Non era quella che le premeva di più, la scoperta scientifica di suo marito: ma un'altra [...]

[...] mio brevetto.... Mezzo milione, almeno; ed io il direttore generale.... — Mezzo milione?! — chiese Adelina. Lo stupore era troppo forte. Le faceva [...]

[...] ò detto: se tu fossi entrata, ti avrai presentata al barone. Una simpaticissima persona. Egli era intento a parlare quando tu sei venuta. Udì, come [...]

[...] me, il tuo piccolo grido di sorpresa; alzò, gli occhi; ma tu eri già sparita. Senza averti veduta, capì che una donna si era affacciata alla porta [...]

[...] una bella figura! Egli si sarà chiesto che borghesuccia scipita ò sposato quaggiù.... 30 Ah!... Adelina diede un grande respiro. Era salva, per [...]

[...] . — Provo il mio abito nuovo! — Che pazzia! Adesso? — Adesso sì, e ti accompagno alla stazione. Le era sfuggita nella gioia. Giacomo sussultò [...]

[...] . Alla stazione? Dimenticava che ci doveva essere Dumenville? Oppure.... Dio! Dio! sua moglie era innocente? C'era errore? — No, piccina: tu devi [...]

[...] pranzare.... Poi io debbo, anche, recarmi dal Galli per avvertirlo che parto.... E attese la risposta. Insisterebbe? No; Adelina, che s'era morse le [...]

[...] , lo provo ugualmente. Era, in sottana, senza busto, bellissima. La camicia fine di tela, a fiorellini azzurri, scollata, cadente sulle spalle [...]

[...] diede un giro di chiave. Poi, di sorpresa, buttò le braccia al collo di suo marito, cercando colla bocca la sua bocca. Era l'ultima prova da subire [...]

[...] quel momento era sparito ogni pericolo per Giacomo. Aveva terminato di vestirsi, di furia. Di furia aveva fatto il baule, come vien viene, aiutato da [...]

[...] nella quale recitava così bene la sua parte. Perdio! non avrebbe creduto di sapersi dominare così. Che forza di volontà, era in lui, che sangue [...]

[...] , era salito in vettura, e s'era fatto portare dal Galli. Il Galli pranzava. Lo fece chiamare in anticamera. — Oh! che buon vento? A quest'ora [...]

[...] corsa? E l'aveva spinto fuori, augurandogli ancora che la disgrazia fosse evitata. Alle 7.45 Giacomo era giunto alla stazione e aveva preso un [...]

[...] un'intiera bottiglia di piccolo bordeaux. In camera era venuta, dapprima, una cameriera, poi un cameriere. A questi aveva chiesto: — Siete César, voi [...]

[...] ? — Nossignore. — César non c'è? — Sissignore. — Mandatemelo. E César era venuto. — Il signor marchese mi chiama? — Siete César? — Il signor [...]

[...] il più corretto e rispettoso dei servitori alla presenza del suo padrone. Decisamente, questa era una parte come un'altra del suo servizio di primo [...]

[...] ancora una volta ed uscì. Giacomo fu lieto del modo come si era condotto. Oltre la calma, riscontrava in sè stesso un fare da gran signore che lo [...]

[...] dell'acqua la busta sul rovescio: attese un minuto, che la gomma si liquefacesse, e aprì. Sul cartoncino era scritto: «Inglese — marchese — parte [...]

[...] contrattare, volgarmente, sfrontatamente; che era un uomo ridicolo, lui, e un uomo offeso, mortalmente offeso; tutto ciò non lo preoccupava più. Come un [...]

[...] invasato, non pensava più che al suo disegno feroce; e aveva una sola preoccupazione attuarlo. Non l'offesa, ma l'attesa, gli dava la febbre. Era [...]

[...] c'era in vendita, qua o là, qualche oggetto gustoso: — Ma, intendiamoci, per quello che vale! Niente favoritismi, signor Sinigallia! — Ed era una [...]

[...] risatina e una stretta di mano. L'onestà in persona quel signor Faustino! La signora Zaira invece, era sempre in casa. Faceva la sarta. Per dir meglio [...]

[...] fama e di una gran fiducia, tra le clienti vecchie e nuove, e le giovani sartine che si raccomandavano a lei per averne lavoro. Così, era un [...]

[...] andirivieni di ragazze, tutto il giorno, in casa sua. Poi, adesso, s'era acquistato un altro merito: guariva la sciatica meglio della famosa donna di [...]

[...] parte si cominci. Così, anche per questa ragione, era ogni giorno e tutto il giorno un va e vieni di gente dalla Bianchi. Gente d'ogni età e [...]

[...] ! E non solo guariva la sciatica, ma anche degli altri piccoli malanni. Era una medichessa, insomma, che non si dava importanza, che lavorava più [...]

[...] immaginarselo, perchè ci venivano. — E su questo, a dir la verità, era meglio chiudere un occhio, — osservava la portinaia: — ma, dopo tutto [...]

[...] non era una megera delle solite, non era una di quelle imbroglione che speculano sulla credulità dei gonzi: faceva il gioco delle carte. Ma, ohe [...]

[...] adesso, è perchè era destino di morire. Anche se cadete per le scale, anche se vi casca una tegola sul capo. Era destinato così. Dunque, questo [...]

[...] , signorone con tanto di pelliccia, perchè il mal d'amore è comune ai poveri ed ai ricchi. Infatti, non era difficile veder ferme dinanzi al numero 53 di [...]

[...] quieta ed ammodo, la Bianchi esercitava le sue molteplici industrie; ed era tenuta in considerazione dai vicini — gente borghese di vita e d'intelletto [...]

[...] la fanciulla al principio di carriera, caduta da poco, e per la quale non c'era bisogno del mistero. «Perchè è la varietà che occorre in tutti i [...]

[...] fruttar molti quattrini, se capitava un cliente mandato da César che avesse nessuna pratica della città e molti luigi in scarsella. In questi casi, era [...]

[...] persino alla cartella n. 3! Naturalmente però, dove metteva il maggior entusiasmo e adoperava tutta la sua arte sopraffina, era nel trattare il genere [...]

[...] città! Era riuscita, lei, laddove altre colleghe avevano tentato invano; laddove, agendo direttamente, certi spasimanti incapricciati non sarebbero [...]

[...] riusciti mai. «Già — era il suo assioma — a 'sto mondo è tutta quistione di denaro. Venisse Rothschild domani da me, e mi dicesse: «Credito aperto [...]

[...] , trepidante. La gran prova, la prova decisiva stava per compiersi. La biondina era dunque, era proprio sua moglie? Ne dubitava? Sì, adesso sì. Un [...]

[...] s'era separato da Dumenville, non aveva agito più che guidato da un'idea fissa, da una convinzione assoluta, e da un desiderio acuto di vendicarsi [...]

[...] , così, come aveva immaginato in un attimo, ferocemente. La sua mente non s'era arrestata a pensare, a indagare, a vagliare. Ma adesso ripensava a tutto [...]

[...] quanto era accaduto. Era vero? Era possibile? Era possibile, in nome d'Iddio, quello che aveva udito? Che sua moglie fosse scesa così basso? Ma [...]

[...] perchè? Ma perchè? Ma per quali strane ragioni? Ma per quali incomprensibili avvenimenti della sua vita, Adelina era diventata una cortigiana volgare [...]

[...] , una di quelle, che si comperano a prezzo fisso, una di quelle che si posseggono il giorno stesso che se ne fa la conoscenza? Ma non era assurdo [...]

[...] , tutto ciò? Ma non c'era uno sbaglio di mezzo, provocato forse da una rassomiglianza strana, bizzarra, per quanto assoluta? A tutto questo non [...]

[...] suo affetto si era ingigantito, dì per dì; come era nata, ora per ora, nel suo cuore, la riconoscenza per questa donna buona ch'era il sorriso dolce [...]

[...] cure, tutta affetto, tutta tenerezza.... tutta onestà, era dunque una creatura abbietta che la mezzana vendeva ai principi e ai duchi di passaggio [...]

[...] ? Ma era possibile, questo? E da quando? Che mutamento era avvenuto, nella sua casa, dal dì delle nozze? Nessuno. Che avvenimento, nella loro vita [...]

[...] ?... Perchè i bisogni non s'erano accresciuti col volgere degli anni, e le rendita erano state le stesse, sempre. Non era dunque assurdo, tutto ciò? E non [...]

[...] era stata una colpa, in lui, un delitto, di credere, ciecamente così, a quel fanfarone di Dumenville? Non avrebbe dovuto pigliarlo alla gola, e [...]

[...] dubbio e il primo scoramento, non avrebbe dovuto correre da Adelina, e dirle, francamente, 37 quanto era avvenuto: e chiederle perdono d'aver [...]

[...] dubitato? Come dubitava ancora? Tutta la vita di sua moglie non era stata un crescendo d'attaccamento per lui? Un crescendo, sì. Da un anno [...]

[...] l'esistenza di lei era divenuta ancor più calma, ancor più metodica, ancor più regolata. Quante volte, la sera, non usciva di casa, da un anno, e [...]

[...] sua moglie, ora per ora.... Possibile che la Bianchi fosse incaricata di procurarle.... dei guadagni?... Ma no! ma no! ma non era possibile questo [...]

[...] ! Era assurdo! Giacomo s'era fermato, a mezza scala, reggendosi a stento, colle mani abbrancate alla ringhiera. Che azione da galera stava per [...]

[...] , nascondendo a tutti il lurido disegno che aveva concepito, e nell'attuazione del quale, per fortuna, era ancora in tempo a ritrarsi? Perchè? E ieri [...]

[...] ? Iersera; quando era rincasato, col suo piccolo dono per lei? Non l'aveva trovata, non le era parso di trovarla così calma, così serena come avrebbe [...]

[...] dovuto essere se tutto quanto aveva udito da Dumenville fosse stato il frutto di un errore o di una menzogna? È vero: c'era stato un momento in [...]

[...] cui, istintivamente, per trarla d'impaccio, un impaccio che non gli era sfuggito, aveva dovuto dirle — Dumenville non ti à veduta. — E in quel [...]

[...] ricchezza conquistata, non erano tali fatti, tali avvenimenti da giustificare ben altra e più profonda emozione? Ebbene, sì: l'ambizione non era forse [...]

[...] l'unico difettuccio che aveva sempre riconosciuto in Adelina? Era dunque una cosa strana di vederla ridere, saltarellare, entusiasmarsi dinanzi a un [...]

[...] abito nuovo? Non era una bambina, tutta sentimento, capace di commuoversi sino alle lagrime nei preparativi per una festicciuola qualunque, o al [...]

[...] le aveva mai regalato uno spillo, che era sempre stato il marito, soltanto il marito, per quanto onesto e buono e affettuoso, lui, ieri, nientemeno [...]

[...] , le recava in dono una veste da 300 lire, e l'annunzio della ricchezza! Ah! per Iddio! c'era di che sconvolgere quella mente e quel cuore da [...]

[...] , così spontanea, irrefrenata! Allora, in due passi, fu alla porta su cui era scritto «Bianchi». Si abbrancò colle due mani al cordone del campanello [...]

[...] , in quel momento, gli fece un effetto strano. E gli ricordò che era quegli il ministro di un culto non suo, il culto di sua moglie, che essa [...]

[...] professava con tanto ardore, con tanta pietà. Era questa l'unica piccineria di sentimenti che aveva dovuto perdonarle: gli scrupoli che, ogni tanto, la [...]

[...] una buona famiglia che à tremila lire all'anno da spendere e della quale non fanno parte nè una fanciulla moderna nè una giovane sposa. Tutto era [...]

[...] , appoggiata alla parete, tra le due finestre, era piena di conchiglie, di piccole scatoline in cartapesta di quelle in cui si offrono dalla povera gente e [...]

[...] dalla bassa borghesia i confetti di sposa; c'era anche una piccola gondola nera di stagno, e un duomo di Milano in legno a traforo: c'era persino una [...]

[...] nuovo visitatore parlasse, la sua nazionalità e lo scopo della sua visita. Vedendo Burton, s'era subito detta: «Questo è un inglese e viene pour le [...]

[...] subito per la borghese abitatrice di quella casa borghese. Ai visitatori più ingenui poteva anche sembrare l'onesta padrona di quella casa onesta. Era [...]

[...] marcatissimo forastiero, come già aveva fatto col cameriere della locanda. Allora ci era riuscito senza sforzo, nella gran calma che gli aveva [...]

[...] venirgli dinanzi agli occhi non ci avesse travato il ritratto di Adelina — (perchè era ben deciso a veder tutto, fosse pure ricorrendo alla violenza!) — o [...]

[...] renderebbe il suo schiavo devoto, riconoscente, felice, fino alla morte. La Bianchi, letto il bigliettino, era uscita e rientrava adesso recando [...]

[...] . Allora capì che abbisognava un ultimo sforzo di volontà. Poichè era arrivato fin là, poichè non era più in tempo a ritrarsi, tanto valeva andar fino in [...]

[...] pareva un sogno. Non era possibile. Non era vero! No, non era vero! — Avanti, avanti! coraggio! — L'agitazione da cui si sentiva invaso, non era [...]

[...] paura, più, non era 40 dubbio: era soltanto la smania di toccare con mano, quanto più presto possibile, ciò che egli vedeva già come certo. Bisognava [...]

[...] .... a Roma e a Napoli.... Fu il mio viaggio di nozze. Ecco un'idea che gli era venuta, chiacchierando, e che gli era sembrata buona. — Ah! il signore [...]

[...] ritrosìa di una quasi verginità, «non osate e non chiedete troppo a Lucilla»; qualcuna, era chiamata, soltanto, una «buona figliola»: ma che poema di [...]

[...] garanzie e di promesse in quella semplice frase: «è una buona figliola!» Giacomo osservava, e ascoltava, un poco stupito suo malgrado. Tutto ciò era [...]

[...] scorso. Non era che un paggio, nel ballo. Ma che paggio! Un vecchio abbonato mi diceva: «Gambe come quelle, non ne ò vedute mai, in quarant'anni [...]

[...] ancora la forza di dominarsi. Non era l'inchiesta soltanto che voleva compiere, ma la vendetta feroce. Avrebbe potuto affrettare quella, ma [...]

[...] compromettendo, ma rendendo forse impossibile questa. No, quel ritratto non c'era là dentro, non ci poteva essere: era assurdo che ci fosse: ma pure.... se ci [...]

[...] : perchè uno è inutile che glie lo mostri. Il nodo del cordoncino era tanto stretto che non riusciva a scioglierlo. E intanto chiacchierava; quei [...]

[...] la ripose nella scátola: — Questa, come le dicevo, è inutile che glie la mostri. Era prima donna al Carcano, or fa qualche mese, ma adesso è andata [...]

[...] ?... — chiese la vecchia. — Carina! — disse Burton, con voce ferma, indifferente. Era Adelina. Nessun dubbio. C'era persino, a togliere qualunque timore di [...]

[...] una curiosa rassomiglianza, il piccolo neo sulla guancia sinistra, vicino all'orecchio. Ed era, inoltre, la stessa fotografia ch'egli aveva in [...]

[...] colle quali aveva agito dal giorno innanzi, fisso nella idea della vendetta, e che aveva perdute da mezz'ora soltanto, dal momento cioè in cui era [...]

[...] giunto in via Speronari. In quell'istante, che aveva segnato il vero principio dell'attuazione del suo feroce disegno, se n'era spaventato, era [...]

[...] pacatezza quanto era avvenuto, quanto gli avevano raccontato, e quanto, aveva creduto. Ed era nata la lotta; e, dalla lotta, l'agitazione e l'orgasmo [...]

[...] , l'incertezza cessava. La Biondina era l'Adelina. E l'animo di Giacomo ritornava nelle condizioni di mezz'ora prima: quando, convinto della colpa di lei, era [...]

[...] quello scopo! Ebbene? Non lo sapeva di già? La cosa non gli era già nota da ventiquattr'ore? Che impressione poteva ritrarre dalla constatazione [...]

[...] Bianchi, per tentar di sapere qualcosa di più; come sarebbe guardingo e prudente per ottenere quanto più presto, oggi stesso se era possibile, il [...]

[...] ritratto, adesso, pregustando la gioia del vendicarsi, un unico e solo sentimento egli provava: quello della curiosità. Come mai sua moglie era [...]

[...] precipitata così in basso? Questa domanda se l'era già fatta, poc'anzi. Ma se l'era fatta per potersi rispondere: No, non è precipitata così; non è [...]

[...] possibile. Se l'era fatta per giustificare i dubbi e le paure che lo avevano colto, ad un tratto, mentre stava per bussare alla porta della Bianchi. 44 [...]

[...] doloroso, o terribile, che l'aveva trascinata in quel fango. Un avvenimento a lui sconosciuto, che lo riguardava anche lui — forse — nel quale era [...]

[...] stato attore senza accorgersene, del quale era stato vittima — forse — senza avvedersene. Oppure questa degradazione era la conseguenza ultima e [...]

[...] inevitabile e fatale, di un passato che egli, sposando Adelina, non aveva indagato e non si era curato o non gli sarebbe stato possibile di conoscere [...]

[...] guardarlo. Una nuova e curiosa sorpresa gli era riserbata. Quell'ultima fotografia che la Bianchi gli aveva offerta, era quella della Bianca Caradelli [...]

[...] intimità? Oppure.... cominciava, era cominciata da lì? La Caradelli? Una santa donna! Una creatura angelica! Quanto bene glie ne avevano detto tutti [...]

[...] Caradelli, che era ricevuta in tante case ammodo, intima di famiglie note e di moralità irreprensibile?! Gli pareva di sognare, ma insieme credeva di [...]

[...] ! lei, lei senza dubbio, aveva trascinata Adelina in quella abbiezione. Certo! La Bianca non era la santa donna che tutti credevano. Era [...]

[...] un'avventuriera volgare. Chissà chi era, di dove veniva, che cosa aveva fatto. Aveva raccontato d'essersi sposata all'estero; di aver avuto per marito un uomo [...]

[...] indegno, dal quale aveva dovuto separarsi. Ed era tornata a Milano ingannando tutti, sorprendendo la buona fede dei vecchi amici. Ed era stata [...]

[...] , di aver trascinata in quel fango una creatura buona ed onesta come Adelina. Infame! Infame!... Oh! non era — forse — contro di essa soltanto che [...]

[...] dovrebbe sfogar le sue ire? Non era soltanto di lei che dovrebbe vendicarsi? Adelina non sarebbe — invece — che una vittima? Una vittima dalla propria [...]

[...] gli veniva a suggerire. Pensò di interrogare la Bianchi. Erano amiche, queste due? Certo essa lo saprebbe. L'una, senza dubbio, era stata [...]

[...] l'introduttrice dell'altra presso di lei. E quale era, stata per prima, fra le due, sua cliente? Quanta luce farebbero a' suoi occhi le risposte a tali [...]

[...] particolari, una curiosità che era ben sicuro di poter soddisfare col tempo, e in un tempo brevissimo, egli chiese: — Dunque? Lei m'à parlato della [...]

[...] marchesa — mi pare — (gli era rimasta nelle orecchie come l'eco confusa e indistinta delle parole della Bianchi) e della moglie del pazzo. Ma di queste [...]

[...] , così strana per lui: «I bisogni delle donne sono tanti!» Era dunque nascosto in questa frase, susurrata dalla Bianchi senza darvi importanza, il [...]

[...] concedeva? Non aveva contate le vesti e i cappellini che portava? Che vi era di straordinario in tutto ciò? Non aveva sempre speso — Adelina [...]

[...] — quanto era giusto e possibile ch'ella spendesse, date le rendite di cui poteva disporre?... No, no, ci dovea essere dell'altro. Ci dovea essere [...]

[...] . Aveva un amante povero, forse?! E lo manteneva lei?!... Sì, questo s'era visto molte volte.... Un amante?! Ma se lui, Giacomo, si era sentito [...]

[...] amato, sempre, intensamente! No, no! Un mistero, un mistero era là dentro: un mistero terribile.... nel quale, forse, si nascondeva una scusa — una [...]

[...] scusa no — una giustificazione per Adelina.... — Allora,? — chiese la Bianchi per toglierlo dalla meditazione in cui era ripiombato. Giacomo si scosse [...]

[...] ? Burton non insistette. Ciò che gli premeva era di riuscir nel suo intento. — Allora, domani. — Domani. Ella vada, alle due, a questo indirizzo [...]

[...] buttò sulla tavola. Lo pungeva il desiderio di tentare, se era possibile, di spendere meno: tanto per sapere a che prezzo minimo si comperavano i [...]

[...] locanda, scoppiò in un pianto dirotto, angosciosamente disperato. 47 III. Il treno diretto era partito il mattino da Parigi e correva velocissimo [...]

[...] giorni prima, aveva annientata la sua fibra, in lotta da cinque anni col destino terribile, feroce. La sua bellezza di matrona giovine e forte s'era [...]

[...] treno correva velocissimo: pure il viaggio era lungo, e le ore parevano eterne. Bianca si alzò e tolse dalla reticella una piccola sacca nera. Si [...]

[...] , ricevute regolarmente a periodi quasi sempre uguali e brevissimi durante quei cinque anni in cui era rimasta lontana dall'amica intima d'infanzia [...]

[...] rammentava la sua giovinezza serena: rappresentavano — esse — tutto ciò che di più onesto — o di meno disonesto — c'era stato nei suoi rapporti e [...]

[...] sua esistenza non era poi tanto indegna di accoppiarsi e di unirsi a quella di lei? Mercoledì, 3 maggio 1884. Cara Bianca adorata, Sei partita da [...]

[...] dappertutto dove vai, con chiunque parli, più vedi, più osservi, tutto è finzione. La direttrice era una santa donna: e tu sai come me che se la [...]

[...] mamme. E chi non si era accorto che veniva a vedere l'Enrichetta proprio nell'istessa mezz'ora che veniva il papà della Sangalli? — Uscite di [...]

[...] due mesi passati sui monti! Lo credo che le mie lettere erano diventate uggiose! Anzitutto, girottolando sempre, mi era reso impossibile di aver [...]

[...] in giù, sempre negli alberghetti meno frequentati, dove non c'era una faccia di persona ammodo, dove non c'era un cane con cui scambiar due parole [...]

[...] Adelina. Oh! la verità, la verità orribile non l'aveva detta, e le era parso — allora — che non l'avrebbe detta mai! Il treno s'era fermato [...]

[...] . Bianca ripiegò le lettere lette fin, qui, e le ripose. E mentre, sotto l'ampia tettoia della stazione di Lione, era un frastuono di voci e di rumori, e [...]

[...] , forse, sono veramente angosciata; e sento di aver perduta, stamane, in un attimo, tutta la gaiezza spensierata che era del mio carattere. Tu mi [...]

[...] che, richiamata la mia attenzione dalla concitazione del dialogo, io mi avvicinai alla porta, e stetti in ascolto. E non me ne pento. Era bene, anzi [...]

[...] , era giusto che io sapessi quello che ora so. Non ti riferirò parola per parola, quanto ò udito. Non lo saprei neppure, nell'orgasmo e nella [...]

[...] eccitazione in cui ancora adesso mi trovo. Nè ti potrebbe importare. Ti dirò solo quello che più preme. La discussione era cominciata sull'argomento [...]

[...] curiamoci della gente e facciamo i nostri comodi! La discussione era press'a poco a questo punto, e durava già da un pezzo e si era di già raggiunto un [...]

[...] aspirazioni di benessere e di lusso che, lui vivo, e facendo dei debiti, le era stato possibile di soddisfare, la zia aveva accettata l'interessata [...]

[...] Ermelinda e l'Orlandi! Io che, nella mia piccola cattiveria di fanciulla lo chiamavo zio!... Oh! benedetta quella cattiveria: c'era in essa, ancora [...]

[...] , dell'ingenuità! Me ne accorgo adesso. Come era ingenua quella mia furberia da fanciulla disinvolta e vissuta! Quante cose ò imparate, oggi, in [...]

[...] risoluzione energica, anzi l'ò già presa. Era quella di fuggire. Per andar dove, non so. A far la cameriera, in qualche casa: non potrei far altro.... a [...]

[...] giorno, scrivendoti, ti giuro che ero sincera. Non era uno sfogo a freddo, non era un'esaltazione di progetto. Del resto, ne sei convinta, poichè mi [...]

[...] modo tu l'ài affrettata: e te ne ringrazio. Ma ti giuro che fui sincera. Che era quell'indignazione? Che era quel disgusto? Un resto di candore, o [...]

[...] , che le era costata di più: perchè nel dare quella falsa notizia, forzatavi dalla necessità di rivelare poi la gravidanza e la maternità — ne aveva [...]

[...] così scipito, di così provinciale, di così.... onesto (là, la parola mi è cascata — era nella penna, non ce ne ò colpa io!) da farti rimescolar il [...]

[...] primo amore, à saputo che Adelina era fidanzata, à pensato che chi la sposava era o un meschinuccio impiegatuccio borghesuccio a mille e due che si [...]

[...] occhi da una parte, zia Ermelinda li apriva dall'altra. James era stato uno dei tanti dei quali essa mi aveva detto: Che buon partito sarebbe! Ed io [...]

[...] molto volgare, lo so: ma io avevo una buona scusa: per me, il cercarmi marito era un caso di coscienza, mentre tutte queste manovre sono, starei per [...]

[...] , a dire: — Non farti illusioni però! Se lo aspetti, lo aspetterai per un pezzo! Io, zitta. Ma l'approccio era difficile. Lui non ballava, lui non si [...]

[...] passo supremo, si era informato appuntino. E non si era spaventato della mia povertà. Come vedi, è uno di quegli atti che caratterizzano un uomo [...]

[...] ritardare di una settimana per attendere certe carte dall'Inghilterra: poi, la nostra casetta in via Principe Umberto non era ancor pronta: anzi [...]

[...] che era la nipotina. E quanto a me, te lo confesso in gran segreto, ò tentato anche di incoraggiarlo qualche volta: non fosse che per entrare un po [...]

[...] trovato che — forse — valeva la piena di essere nata e di vivere. Nella strada era il formicolìo della gente affrettata e il rotolar delle carrozze e [...]

[...] dei carri che vanno e vengono dalla stazione. Più al largo, verso piazza Cavour, era tutta una passata e un raggrupparsi a crocchi, un incrociarsi e [...]

[...] un salutarsi di bimbi e di balie diretti ai giardini pubblici. E mi sentivo lieta, nella lietezza che mi circondava, che era nell'aria del [...]

[...] via straordinaria, perchè era il primo giorno della nostra vita in comune. Poi è tornato all'officina. È rincasato alle sei: abbiamo pranzato e [...]

[...] non mi riesce. Il mio antico stile si è esaurito, forse, nel dispaccio di ieri. Era l'ultimo messaggio di Adelina Olivieri.... quantunque non lo fossi [...]

[...] paesaggio che attraversava. Non pensava più ai casi suoi, adesso. Pensava ad Adelina. Tutto quanto avea letto sin qui e che le era sembrato quasi nuovo [...]

[...] — perduto come s'era, oramai, nei laberinti della memoria — lo riannodava a quanto Adelina le aveva scritto di poi, e che, più recente e più [...]

[...] importante, le era ancor fisso in mente. Riannodava, e trovava tutto logico, conseguente, fatalmente giusto. Nelle lettere della fanciulla, nelle [...]

[...] , d'ogni bassezza. Come tutto era logico! E lei, Bianca, al primo fallo rivelato, se n'era stupita e addolorata! Come mai? E ricordava la propria [...]

[...] meno buona di quella che era prima di leggerli, più istrutta del mondo e della vita, più esperimentata dei vizi e delle virtù del nostro secolo [...]

[...] pensato e deciso che non c'era proprio una ragione al mondo di guastarsi il sangue e di rovinarsi l'esistenza: ti basti il dire che dal mio [...]

[...] diventata veramente una dama piena di distinzione, e rivela una intellettualità non comune. (Chi lo avrebbe detto? Era una smorfiosa, in collegio!). Si è [...]

[...] rientrando nel salotto dove lui era già, seduto sulla sua solita poltroncina, in quella sua posa abituale, piena di abbandono e di corretta [...]

[...] era atrofizzato nel petto, senza la possibilità di amare e neppure di voler bene — (anche te, unico essere caro, mi fosti tolto!); — perchè ò [...]

[...] qualcosa di buono, di intimamente buono mi si presenta; oggi che provo e constato che il cuore non era morto; oggi che trovo uno scopo alla vita; oggi [...]

[...] una ragione di non concederci questa felicità, che era nel destino, se non abbiamo fatto nulla per procurarcela, e che nessun sacrifizio ci impone per [...]

[...] di labbro, fissandomi. E io non osavo più di guardarlo. Sul tavolino accanto era un libro: il suo romanzo. Lo avevo preso fra le mani, e lo tenevo [...]

[...] facesse, quando arriverà, domani. Perchè Totò è collega in banca del Guglielmi; e quando à saputo che c'era qui la moglie dell'amico, le si è [...]

[...] Ermelinda che era meglio andassi a salutare James e a chiedergli il permesso di prolungare la mia assenza. James fu commosso da questo mio pensiero gentile [...]

[...] divertito ancora meno di me. Era sulle spine. Tra due fuochi, pensa! Scrivimi a Milano, fermo in posta, come sempre. 6 gennaio 1889. Bianca [...]

[...] ; non è uno scandalo che voglio». — E, dopo un momento, gli susurra: — Era dunque vero. Avete un'amante. Poi, dopo un'altra piccola pausa [...]

[...] quella donna verso la quale, nella sua onestà, aveva — egli dice — assunti obblighi e doveri sacrosanti per tutta la vita, a cui era venuto meno non [...]

[...] felicità che era un insulto a quella donna. Io mi ero sacrificata, come lei: io avevo arrischiato ciò che aveva arrischiato lei: tutte e due avevamo [...]

[...] calpestata la nostra onestà, per lo stesso uomo. Ma essa c'era prima di me. Io lo sapevo: egli me ne aveva avvertita. — «Dovrò farvi del male!» — E [...]

[...] novità è che ò dovuto accorgermi e convincermi che Totò è innamorato di me. Ò pensato per un momento se dovevo indignarmene: ma ò concluso che era [...]

[...] no, sinceramente del pari. E non ci tengo, oramai, a' trovarmi delle scuse o delle attenuanti, te l'ò detto.... ADELINA Era questa l'ultima [...]

[...] lettera. Poi c'era un dispaccio, quello che aveva indotta Bianca Caradelli a lasciare Parigi: Parigi-Milano, 12 aprile (89) ore 10,50 ant. Bianca [...]

[...] . — Adel. 85 Questo dispaccio di Adelina era provocato da una lunghissima lettera, strana ed inattesa, di Bianca. In essa, la Caradelli raccontava e [...]

[...] rivelava tutta la sua vita, dal giorno che — fanciulla — aveva lasciato Milano e si era fissata a Parigi, condottavi dalla madre. La rivelava in [...]

[...] condotta a Parigi con la scusa di rivedere un vecchio zio sconosciuto a Bianca. Poi, la verità, a poco a poco, si era fatta strada, attraverso una serie [...]

[...] di casi dolorosi. La fanciulla aveva appreso, con stupore e con raccapriccio insieme, che sua madre non era, una donna onesta, come essa aveva [...]

[...] creduto, e come credevano le poche persone — Adelina e la zia, tra le altre — che frequentavano la sua casa. Era invece, da molti anni, dall'epoca della [...]

[...] mondo. Ma, dopo pochi mesi di inutili ed affannosi tentativi, si era dato per vinto, ed ucciso. La madre di Bianca era rimasta così, senza niun [...]

[...] appoggio, colla miseria bussante all'uscio di casa, nella grande città sconosciuta. E come essa era ancora una donna forte e piacente, la miseria aveva [...]

[...] potuto essere scacciata dalla soglia coll'oro che qualche decadente dell'amore aveva offerto a quella beltà sul declino. La casa di lei era [...]

[...] , fiorente e procace, s'era trovata un giorno, suo malgrado, ma senza opporre resistenza, vittima dell'ambiente, novella Fernanda alla quale mancò la [...]

[...] potrebbe essere il padre fra i tanti. Il giorno che quella bambina era nata, Bianca aveva pianto d'angoscia e di tenerezza. Aveva sentito di amare [...]

[...] , per la prima volta in vita sua, sinceramente. E questo primo amore potente e sincero era sua figlia. Le aveva dato il nome di Ester, il nome della [...]

[...] di collegio. E questo qualcosa, che la riattaccava al passato, era appunto il ricordo di quel legame — nel quale c'era un piccolo segreto di cui [...]

[...] burrasca della sua vita. Quel legame non si era rotto mai completamente, a causa della corrispondenza che — talvolta nolente e disgustandosene [...]

[...] corrispondenza curiosa, trascinata per cinque anni, era stata sempre per lei un tormento insieme e un sollievo. Quasi ogni giorno, una lettera di Adelina [...]

[...] era venuta a rammentarle il passato: ed ogni giorno, imprecava a quelle lettere che le riaprivano nel cuore una acerba ferita; ma le benediceva poi [...]

[...] portata di mano, per attaccarvisi e ritornare con essa alla riva, quando potesse o volesse ritornarvi. Era, ogni giorno, la sua angoscia di [...]

[...] rispondere a quelle lettere, ingannando la cara amica d'infanzia, parlandole di una mamma che era moralmente morta anche prima di scendere nella tomba, di [...]

[...] un marito cha non era esistito mai; sincera soltanto quando la intratteneva del suo grande amore per la propria bambina. Ma era, anche, ogni giorno [...]

[...] alla moda ammorbidiva le sue carni. Quella corrispondenza le sembrava una disinfezione. E Bianca si era addolorata e impensierita e commossa dal [...]

[...] d'onestà che i casi della vita non avevano distrutto, e che protestava — adesso — in nome altrui, poichè non era più possibile protestare in [...]

[...] trascorsi dei momenti buoni e dei cattivi. Era stata molto in alto e, talvolta, molto in basso. Aveva provata la voluttà di possedere quattro [...]

[...] era risvegliata in Bianca, e non aveva più cure e baci e sorrisi che per la bambinetta inferma si trovò poco a poco la casa vuota. Non era l'amore [...]

[...] la riconduceva nella grande città dove la sciagurata trasfigurazione dell'essere suo s'era compiuta, dove, ormai, e in nessun altro luogo che là [...]

[...] , avrebbe dovuto e potuto — senza arrossire — ricominciare la facile lotta per l'esistenza. Perchè Bianca non era nata a quella vita. Trascinatavi suo [...]

[...] malgrado, non era di quelle che l'accettano senza ribellioni e senza rimpianti, e che il giorno del primo mercato elevano una immane barriera tra [...]

[...] professione, non era riuscita mai a proporsi uno scopo, una meta da raggiungere: la ricchezza. Non aveva ammassato mai, per quante occasioni le si [...]

[...] miserie, il denaro che si era trovata a possedere quasi suo malgrado, quasi senza avvedersene. Voleva vivere giorno per giorno, bene o male, a [...]

[...] seconda della fortuna o del caso. E vivrebbe, poichè questo era il suo destino, così, di codesta vita: ma senza cavarne alcun frutto che le potesse [...]

[...] riacquistarsi il rispetto della folla. L'idea di arricchire non le era mai passata per la testa: o, se le era passata, ne aveva provato orrore: quell'oro [...]

[...] una camera appartata del suo alloggio, e si abbandonava alla voluttà di essere soltanto una mamma. Quella camera era il suo sacrario. Nessuno mai [...]

[...] ci aveva messo piede: neppure il profumo, neppur l'eco della corruzione erano giunti sin là. Là, c'era la bimba, c'era la sua vita. E la ninnava, e [...]

[...] beatitudine dell'oggi: e dedicava tanto più affetto a quella piccola che le pareva tanto più sua, poichè non era di nessun altri che sua. Ma la [...]

[...] bimba era morta. — Oh! non mi vuoi più bene, non mi vuoi più bene: non ài più affetto, non ài più amicizia per me. Non mi ami più, ecco! — ripeteva [...]

[...] ancora, più di me, donna onesta». Ed ora che Bianca era qui, essa, nell'affannosa ricerca di tutto ciò che valesse a stordirla, a procurare una nuova [...]

[...] confessione senza provare che della compassione per lei. Questi sentimenti non muterebbero per l'avvenire: ne era sicura! Non si pentirebbe mai di [...]

[...] . Allora Adelina l'aveva indotta a prendersi una casa a Milano e ad ammobiliarla. Era necessaria una casa, acciocchè essa potesse ripresentare [...]

[...] l'amica alle vecchie conoscenze. E Bianca fu creduta, da tutti, separata dal marito. Essa si era lasciata convincere così, a mentire, per affetto verso [...]

[...] Adelina e per intima compiacenza di rivivere la vita che aveva sognata fanciulla. Era un godimento dello spirito, una soddisfazione del cuore che [...]

[...] . Qui, no. Qui, dove era cresciuta, dove aveva vissuto da ragazza, dove la stimavano e la credevano onesta e sventurata, no, non avrebbe mai [...]

[...] conoscenze erano finite. Allora si vergognava, e aveva paura di ciò che faceva: aveva essa il diritto d'ingannare così la buona fede altrui? Non era [...]

[...] circondata, essa che, donna, non aveva 89 conosciuto ancora che fosse il rispetto per la donna. Si era sempre sentita chiamare la petite Blanche [...]

[...] . Allora, dopo aver pianto di vergogna e di paura, piangeva di tenerezza, riconoscendosi buona, convincendosi che nessuna colpa era in lei, e che sarebbe [...]

[...] intima e dolce, dopo una confessione di sè stessa a sè stessa, che finiva, ed era così giusto finisse, in una assoluzione, Bianca andava formando [...]

[...] . Era il «Corriere di Napoli ». Un piccolo brano era segnato a lapis, rosso. Quel brano diceva: «Eugenio Giovenzani è tra noi. Questo nome non [...]

[...] ? Poichè lo scrittore lombardo era scomparso dal mondo dell'arte e dagli aristocratici salotti che lo avevano eletto a loro beniamino. «Per un anno e [...]

[...] mezzo più nulla s'era saputo di lui. Neppur gli amici più intimi sapevano quale angolo nascosto egli avesse scelto — chissà per quale recondito scopo [...]

[...] . Scoprirà. Potrebbe vendicarsi. — Prima di tutto non mi ama. Mi à presa perchè il prendermi era la cosa più facile di questo mondo. Ma gli preme [...]

[...] , quell'insoffribile scemo di Centomonti. — E Giovenzani? — Ah! quello non è un amante. È l'amore. Bianca comprese che non era possibile far ragionare quella [...]

[...] quell'ultimo bacio Adelina uscì trasformata. Il suo cuore era morto con Eugenio: Eugenio se l'era recato nella tomba con lui. Quando portarono via [...]

[...] provato tutte le gioie e tutti gli spasimi che anima umana può sopportare quaggiù. E l'anima s'era atrofizzata in quella lotta disperata dell'ultima [...]

[...] ora, e il cuore si era avvizzito per sempre. Non avrebbe amato più. Oh! come lo sentiva! Oh! come ne era sicura! Non era stato un giuramento vano [...]

[...] , ispirato dalla pietà, quello fatto ad Eugenio. Era un convincimento saldo e profondo. Egli, di lassù, non dovrebbe 91 ringraziarla di mantenere il [...]

[...] cromatiche. E pensava al passato. Il passato le pareva un sogno. Era lei, Adelina, che aveva amato, odiato, tradito? Come aveva fatto tutto quello che aveva [...]

[...] fatto? E Centomonti? Si era data a lui? Come? Perchè? Che era avvenuto? Possibile che il dispetto, la noia, una sovraeccitazione morbosa [...]

[...] ricordo di quell'amore non era stato il suo angelo tutelare? Oh! se, allora, Eugenio le avesse scritto! Poichè non era il corpo di lui, soltanto, che [...]

[...] il rispetto di sè stessa. E non era la propria degradazione che ora la stupiva e l'addolorava. Ma il tradimento di quell'amore che — adesso che era [...]

[...] irrequietezze, tutte le agitazioni, tutti gli appetiti malsani! Che gran calma, in tutto l'essere! Se l'era portata via da quel cimitero, da quella tomba [...]

[...] cosparsa di fiori. Le era penetrata nell'anima, durante tutto quel tempo che era rimasta là, inginocchiata, sino all'ora della partenza, sino a che [...]

[...] Bianca era venuta a prenderla, colle valigie nella carrozzella, per condurla alla stazione. Le era penetrata nell'anima: ne avrebbe per tutta la [...]

[...] di un avvenire tranquillo, senza scosse, senza nulla di impreveduto. Eugenio era morto, morto d'amore. E, d'amore, era morta Dély. Erano laggiù, nel [...]

[...] brandelli ch'era la situazione economica di lei. Era ben tempo di diventarne la mezzana. Essa si trovò là ad attenderla, con un fascio di cambiali [...]

[...] . E corse da Bianca. Ma Bianca non potè aiutarla che in minima parte. Il peculio, ultimo frutto della vergogna a cui si era tolta, e in cui si [...]

[...] vedeva ripiombare suo malgrado, era quasi tutto svanito. — No, no, ài ragione. Non puoi darmi più nulla. Ti debbo già tanto, e non so quando potrò [...]

[...] prevedeva questo guaio; quale membro della Commissione di sconto di una Banca cittadina, le era passata per le mani una cambiale colla sua firma. — E [...]

[...] degradazioni, era preferibile questa ch'era solo ed unicamente del corpo, per quanto abbietta, per quanto la equiparasse alle ultime femmine da trivio [...]

[...] palazzina era — ormai — divenuto un fatto normale, una necessità della sua vita, come l'uscir presto il mattino per dirigere la fantesca nella [...]

[...] affogarlo, nella pace che si era imposta, una pace artificiosa, come tutto era stato artificioso in lei, anche l'amore, e le pazzie 93 che in nome [...]

[...] dell'amore aveva commesse. E pensava che quei convegni alla palazzina non erano tradimenti; che quel darsi al primo venuto non era un adulterio; e che [...]

[...] per lei, tra le due degradazioni si doveva scegliere quella che le concedeva di conservare almeno l'apparenza dell'onestà. E il suo ritratto era [...]

[...] quelli che passano. 94 IV. James Burton, che aveva passata la notte insonne, e soltanto verso l'alba si era assopito vinto dalla stanchezza, fu [...]

[...] risvegliato di soprassalto da un bussare all'uscio della stanza. Scese dal letto — non s'era neanche spogliato — e corse ad aprire. Entrò César. — Che [...]

[...] marchese britannico s'era proprio pigliata una cotta per questa Biondina, e, ciò che era anche più curioso, dopo averne soltanto ammirato il ritratto. Ma [...]

[...] molto pratica e sensata: e se diceva così gli è che era ben sicura di poterlo dire. E mi permisi di ripeterlo al signor marchese per dargli una [...]

[...] tratto, e, colpito da una súbita idea, si era concentrato in sè stesso, senza ascoltar più la loquacia del cameriere. E chiese: — Posso recarmi io [...]

[...] cuor suo che la mediazione non sarebbe perduta come aveva temuto; e se ne rallegrava. James aveva capito che la colpa di quanto accadeva era tutta [...]

[...] sua. Non aveva egli — senza riflettere alle conseguenze — detto a sua moglie: «Siamo ricchi»? Non le aveva inventato che un lucroso affare era stato [...]

[...] desiderio di compiere la sua vendetta così come le era balenata dinanzi agli occhi, d'improvviso, dopo la rivelazione di Oscar. Si recò dalla [...]

[...] alla vecchia la rescissione del contratto, la restituzione del denaro, la rinuncia al lucro, era il miglior mezzo di indurla ad adoperare ogni suo [...]

[...] foss'altro, la necessità assoluta per lei, di recarsi al convegno. Supponesse qualunque cosa: che il solo Dumenville avesse scoperto chi era: o che [...]

[...] , adesso, che Oscar era Dumenville, avrebbe compresa l'utilità di incontrarsi con lui, non fosse che per chiedergli la complicità del segreto; a prezzo [...]

[...] vecchietta aprì la porta di essa e fece cenno a James di entrare e di attendere. James si guardò d'attorno. Era una camera abbastanza grande, bassa di [...]

[...] faccia alla porta per la quale James era entrato, v'era un'altra porticina, aperta; per essa si entrava in un piccolo gabinetto di toilette, nel [...]

[...] quale nulla mancava di ciò che può servire alla toilette di una donna. Tutto l'arredo 97 era semplice, ma pulito, e vi si vedeva una certa quale [...]

[...] a fior di labbro da qualche contadina nascosta tra la verzura. Una gran pace era là dentro. James, un poco affranto e spossato dalle fatiche di [...]

[...] letto era così soffice e le molle tanto flessibili, che egli ne ebbe un sobbalzo; e si trovò ritto in piedi, quasi spaurito, indignandosi [...]

[...] istintivamente di aver posate la membra, fosse pure per un attimo solo, là dove si era compiuto il mercato di sua moglie. E rimase, cogli occhi fissi [...]

[...] sicuro. Quelle due righe, se la Bianchi le aveva recapitate, dovevano trascinarla suo malgrado alla palazzina. Ma che bestia, che cretino era stato [...]

[...] della propria sventura? Non aveva fatto anche troppo, non si era dominato anche troppo? La sua anima, il suo cuore, la sua mente, non avevano dato — in [...]

[...] camminatore notturno nella campagna deserta e sterminata: si era sforzato di cantare per scacciare la paura. E poi, in quel colloquio con sua moglie, aveva [...]

[...] — in quei brevi istanti che avrebbe passati accanto a lei — se non a dimenticare tutto quanto era avvenuto e stava per accadere, a renderne il ricordo [...]

[...] , tornerebbe la calma. Oh! sì, saprebbe dominarsi. Gli premeva troppo di udire da lei stessa, tutta la storia della sua sciagurata degradazione; era [...]

[...] troppo curioso di conoscere per quali casi terribili e strani essa era giunta sin là. E osservava quella stanza tranquilla, pulita, quasi elegante [...]

[...] rivelare quel numero? Uno o cento, non era lo stesso? E seguitava a guardarsi d'attorno, ad osservare ogni angolo della stanza, ogni mobile, ogni [...]

[...] poteva dirsi un uomo, tradito, lui? Da chi? Dov'era questo rivale? Chi era l'amante di sua moglie? E poteva dirsi un amante? Il viso di James cambiò [...]

[...] , meno grave di quanto gli era parsa, a tutta prima? Volere o volare, una delle circostanze che rendono più dolorosa, più... seccante, la scoperta [...]

[...] caso era il suo! Egli, domani, oggi stesso, potrebbe ripresentarsi in pubblico, senza paura di sorprendere un sorriso di scherno, di far cessare [...]

[...] — colla sua presenza, — un pettegolezzo sul conto suo e di sua moglie. Se nessuno ne sapeva nulla!... Nessuno, sì. La Caradelli era una complice che [...]

[...] chi fosse veramente Adelina: non era possibile che essa si fosse data così in balìa d'una mezzana! E poi, e poi, la Bianchi! Era un essere che si [...]

[...] poteva trascurare: non entrava a far parte del mondo, che osserva, che giudica, che ride. Era dunque un uomo tradito, lui? Restavano a conoscersi [...]

[...] le ragioni e le cause per le quali Adelina era giunta a quella degradazione; più o meno bizzarre, più o meno dolorose, più o meno.... scusabili [...]

[...] compromessa? Come marito, sì, senza dubbio, era stato offeso, orribilmente offeso. Ma come maschio? Il suo amor proprio non doveva, anzi, trovar ragione [...]

[...] di lusinghe, in questa forma di adulterio che sua moglie aveva scelto? Sua moglie si era concessa per lucro: un'infamia senza nome: ma non si era [...]

[...] sogni crollava! Suo marito era lì: suo marito le aveva dato convegno, sapendo di darlo a lei, per vendicarsi certamente, per ucciderla, forse. Ma non [...]

[...] lo scherno, anche soltanto la mancanza di rispetto della folla che odiava. Come, come, suo marito aveva saputo, ed era lì, adesso? Oscar aveva [...]

[...] qui, ora, come si sentirebbe la forza, lei donna, di sbranarlo! Il mattino, quando le era giunto l'invito della Bianchi, se n'era indignata, per un [...]

[...] , per la Francia: forse non la riconoscerebbe in seguito: la riconoscesse, negherebbe: o, alla peggio, saprebbe comperare il suo silenzio!... Ed era [...]

[...] » — aveva risposto Adelina. Allora, quando le era giunto il biglietto della mezzana, fissantele il convegno, si era indignata. La ripiombava, quel [...]

[...] verrebbe: che non poteva: che era occupata: che le darebbe delle spiegazioni soddisfacenti fra qualche giorno. 100 Allora era giunto un secondo [...]

[...] trattava di rimediare? Non era dunque partito con James? O era ritornato, con un pretesto, per vederla, per parlarle, per mettersi d'accordo con [...]

[...] lei? E allora, poichè sapeva chi era, perchè non era venuto egli stesso, in casa sua? Non aveva osato, forse? Non era sicuro, forse, di averla [...]

[...] riconosciuta? La sua comparsa, all'officina, nello studio di James, era stata d'un attimo!... Oppure, Oscar nulla sapeva, ed era questo un mezzuccio a [...]

[...] cui ricorreva per rivederla, egli che si era così entusiasmato di lei, che aveva tanto pregato, tanto supplicato per ottenere un nuovo colloquio [...]

[...] ? Adelina era rimasta così, col biglietto tra mani, pensosa, indecisa. Che fare? Recarsi al convegno? Non recarvisi? Si era raccolta in sè stessa [...]

[...] , aveva chiusi gli occhi, come per ascoltare una ispirazione, come per leggersi dentro, ciò che il cuore le dettava di fare. Ma poichè era Oscar che [...]

[...] scriveva, senza dubbio.... Poichè le scriveva così.... Perchè non andarci?... Non era utile, necessario, di vederlo, di udire che era avvenuto?... Ecco [...]

[...] la curiosità, l'ansia di sapere, che la riconquistavano. Si era trovata, allora, nello stato d'animo istesso di quel tempo trascorso tra la sua [...]

[...] di sapere.... Se Oscar l'aveva riconosciuta, ebbene, era la buona occasione questa, di rivederlo, di parlargli, di commuoverlo, di impietosirlo, di [...]

[...] scoprirsi, udrebbe, da lui, che era successo da due giorni, conoscerebbe questa incognita che la martoriava, adesso, dopo quel biglietto, più ancora [...]

[...] di prima, che non le lascerebbe più pace, che la spingerebbe a tradirsi, forse, al primo incontro con suo marito. Si era abbigliata [...]

[...] , macchinalmente, come spinta da una forza superiore, senza sapere bene che facesse, perchè lo facesse, se era la salvezza o la rovina, a cui andava incontro [...]

[...] . Qualcosa di fatale la spingeva a quel convegno: era l'ultima carta che restava a giuocarsi: su quella carta era puntata la vita. Ora! piangeva di [...]

[...] rabbia e di dispetto. Cretina! era caduta nel tranello. Come mai il tranello le era stato teso, come si era potuto tenderglielo così bene, non [...]

[...] sapeva, non tentava indagare. Ma ci era caduta. Aveva tutto perduto, sull'ultima carta. Tutto, sì! Oh! non fosse venuta! E Oscar l'avesse pur [...]

[...] , orgogliosamente, gridando all'infamia, alla menzogna, al tradimento. Ora no. Era qui. Era qui, nella palazzina, dinanzi a suo marito. Non si poteva tentare [...]

[...] una difesa. Non si poteva inventar nulla, invocare più nulla a propria scusa. Era finita, per sempre, senza remissione! James era rimasto in piedi [...]

[...] dagli occhi, e li volse verso di lui; quasi interrogando. Nel suo sguardo più che una preghiera, c'era dell'ira per quell'umiliazione, impostale così [...]

[...] umiliarsi a tal punto. Implorare? Invocare? Che cosa? Non aveva nulla da implorare. La vita? Era inutile ormai. Il perdono? Sentiva che non aveva [...]

[...] nessun perdono da chiedere: ciò che era avvenuto era stata opera del destino. La sua stima? Non glie l'avrebbe riconcessa più. Era un marito, che le [...]

[...] , fissando James con uno sguardo pieno d'odio e di rabbia repressa. Dio! Ora l'odiava quest'uomo che era stato così cieco, che aveva aperti gli occhi [...]

[...] , commovendosi mano mano, di una commozione che era spossatezza, esaurimento graduale delle sue forze, Adelina riprese: — E un giorno mi trovai rovinata [...]

[...] : un fascio di cambiali era tra le mani di una donna che avevo creduta sempre, inesperta com'ero, la mia benefattrice, la mia buona consigliera, e [...]

[...] che, invece, aveva minata la mia vita, mi aveva circondata colle sue reti infami, per sorprendermi e dichiararsi per quella che era, allora soltanto [...]

[...] troncava la voce. James rimaneva impassibile, in attesa. Adelina, adesso, si stupiva di quel silenzio. 103 Era forse la salvezza? La sua audacia [...]

[...] premevi! Volevo rispettarti! E ò scelto il ludibrio che fosse il peggiore, per me e il minore per te! Era così facile di avere un amante: ma ti avrebbe [...]

[...] per un'ora, e non c'era neppur bisogno di fingere l'amore con essi! Così, mi acconciavo ad arrossire io, perchè non dovessi arrossire tu.... E ci sono [...]

[...] aveva trascinata Adelina in quella perdizione. Tutto ciò non muterebbe aspetto alla cosa. Sua moglie era una femmina da trivio; lo era divenuta per [...]

[...] terra, vicinissimo al letto. Burton buttò l'arma, e attese un momento. Poi scosse quel corpo col piede. Era immobile. Allora uscì, è andò a [...]

Verga Giovanni
I Malavoglia
1 1881 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, edizione critica a cura di F. Cecco - Interlinea edizioni 587 occorrenze

[...] parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li [...]

[...] dito piccolo. – E la famigliuola di padron ’Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava [...]

[...] le feste e le quarant’ore; poi suo figlio Bastiano, Bastianazzo, perchè era grande e grosso quanto il San Cristoforo che c’era dipinto sotto [...]

[...] padre non gli avesse detto «sòffiati il naso» tanto che s’era tolta in moglie la Longa quando gli avevano detto «pìgliatela». Poi veniva la Longa [...]

[...] , quando lo scappellotto era stato troppo forte; Luca, «che aveva più giudizio del grande» ripeteva il nonno; Mena (Filomena) soprannominata «Sant’Agata [...]

[...] sapeva lunga, non avesse predicato che era un codino marcio, un reazionario di quelli che proteggono i Borboni, e che cospirava pel ritorno di [...]

[...] ». Nel dicembre del 1863, ’Ntoni, il maggiore dei nipoti, era stato chiamato per la leva di mare. Padron ’Ntoni allora era corso dai pezzi grossi del [...]

[...] paese, che son quelli che possono aiutarci. Ma don Giammaria, il vicario, gli avea risposto che gli stava bene, e questo era il frutto di quella [...]

[...] , avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora [...]

[...] tornarono ad Aci Trezza zitti zitti e a capo chino. Bastianazzo, che si era sbrigato in fretta dal disarmare la Provvidenza, per andare ad aspettarli [...]

[...] di cuore che si aveva prima. – Addio ’Ntoni! – Addio mamma! – Addio! ricordati! ricordati! – Lì presso, sull’argine della via, c’era la Sara di [...]

[...] comare Tudda, a mietere l’erba pel vitello; ma comare Venera la Zuppidda andava soffiando che c’era venuta per salutare ’Ntoni di padron ’Ntoni [...]

[...] colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finchè il treno non si mosse. Alla Longa, l’era parso rubato a lei quel saluto; e [...]

[...] molto tempo dopo, ogni volta che incontrava la Sara di comare Tudda, nella piazza o al lavatoio, le voltava le spalle. Poi il treno era partito [...]

[...] telaio – uno! due! tre! – pensava a quel bum bum della macchina che le aveva portato via il figliuolo, e le era rimasto sul cuore, in quel gran [...]

[...] le donne, in quelle parti là, scopavano le strade colle gonnelle di seta, e che sul molo c’era il teatro di Pulcinella, e si vendevano delle [...]

[...] pizze, a due centesimi, di quelle che mangiano i signori, e senza soldi non ci si poteva stare, e non era come a Trezza, dove se non si andava [...]

[...] queste braccia, direi che don Giammaria gli ha messo in bocca dello zucchero invece di sale. La Mangiacarrubbe, quando al lavatoio c’era anche Sara di [...]

[...] avesse perso i gattini. Padron ’Ntoni andava di nascosto a farsi leggere la lettera dallo speziale, e poi da don Giammaria, che era del partito [...]

[...] contrario, affine di sentire le due campane, e quando si persuadeva che era scritto proprio così, ripeteva con Bastianazzo, e con la moglie di lui: – Non [...]

[...] ! Intanto l’annata era scarsa e il pesce bisognava darlo per l’anima dei morti, ora che i cristiani avevano imparato a mangiar carne anche il venerdì [...]

[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]

[...] prima domenica di settembre, che era stata la festa della Madonna, con gran concorso di tutti i paesi vicini; e c’era anche compare Agostino [...]

[...] c’era del pane per l’inverno, e gli orecchini per Mena, e Bastiano avrebbe potuto andare e venire in una settimana da Riposto, con Menico della Locca [...]

[...] . Bastiano intanto smoccolava la candela senza dir nulla. Così fu risoluto il negozio dei lupini, e il viaggio della Provvidenza, che era la più [...]

[...] vecchia delle barche del villaggio, ma aveva il nome di buon augurio. Maruzza se ne sentiva sempre il cuore nero, ma non apriva bocca, perchè non era [...]

[...] ossesso per metterli d’accordo, giurando e spergiurando che un caso simile non gli era capitato da che era vivo; e cacciava le mani nel mucchio dei [...]

[...] il sabato verso sera, e doveva esser suonata l’avemaria, sebbene la campana non si fosse udita, perchè mastro Cirino il sagrestano era andato a [...]

[...] , e la stella della sera era già bella e lucente, che pareva una lanterna appesa all’antenna della Provvidenza. Maruzza colla bambina in collo se ne [...]

[...] tutta nera di nubi. Menico della Locca, il quale era nella Provvidenza con Bastianazzo, gridava qualche cosa che il mare si mangiò. – Dice che i [...]

[...] era andato a sedersi sugli scalini della chiesa, accanto a padron Fortunato Cipolla, e al fratello di Menico della Locca che stavano a prendere il [...]

[...] Iddio! e a lui lo zio Crocifisso gli dava retta, perchè egli era il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollivano più di duecento onze [...]

[...] quale a lui gli era zio davvero, perchè era fratello della Locca, si sentiva gonfiare in petto una gran tenerezza pel parentado. – Noi siamo [...]

[...] capitava; ma così di cuore, e senza malizia, che non c’era verso di pigliarsela in criminale. – Massaro Filippo è passato due volte dinanzi all’osteria [...]

[...] soldi e il vino che non ti ha dato. Allora si misero a quistionare, perchè padron ’Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso alla fin fine era cristiano [...]

[...] ’Ntoni. Piedipapera non poteva soffrire quello sputasentenze di padron Cipolla, il quale perchè era ricco si credeva di saper tutto lui, e di dar a bere [...]

[...] non andare a letto a mo’ dei bruti, come compare Cipolla, o compare Malavoglia. L’estate poi non c’era neppur bisogno della candela, giacchè si [...]

[...] ; egli almeno non era arrabbiato come loro, e per questo, dicevano in paese, possedeva le più belle chiuse di Trezza, – dove era venuto senza [...]

[...] lupo alle pecore». Padron cipolla continuava a dir di sì col capo, tanto più che fra lui e padron ’Ntoni c’era stata qualche parola di maritar [...]

[...] Sant’Agata diceva che l’olio della candela non lo perdeva, comare Maruzza. La Longa, com’era tornata a casa, aveva acceso il lume, e s’era messa [...]

[...] cugina Anna dall’uscio dirimpetto. La cugina Anna aveva ragione da vendere; perchè quel bietolone di suo figlio Rocco si era lasciato irretire [...]

[...] strada c’era conversazione, si affacciò anch’essa sull’uscio, col grembiule gonfio delle fave che stava sgusciando, e se la pigliava coi topi che [...]

[...] piena, da che gli era morto il gatto, una bestia che valeva tant’oro, ed era morto di una pedata di compare Tino. – I gatti grigi sono i migliori, per [...]

[...] s’era ficcati i ladri in casa. Al giorno d’oggi i mariuoli ne inventano di ogni specie per fare i loro tiri; e a Trezza si vedevano delle facce che [...]

[...] padre le aveva lasciato sulle spalle, quando l’aveva piantata per andare a cercar fortuna ad Alessandria d’Egitto! – Nunziata era come la cugina [...]

[...] Anna, quando l’era morto il marito, e le aveva lasciato quella nidiata di figliuoli, che Rocco, il più grandicello, non le arrivava alle ginocchia [...]

[...] . Poi alla cugina Anna le era toccato di tirar su quel fannullone per vederselo rubare dalla Mangiacarrubbe. In mezzo a quel chiacchierio saltò su la [...]

[...] frullasse sui sassi. Ella diceva sempre la verità come il santo evangelio, questo era il suo vizio, e perciò la gente che non amava sentirsela cantare [...]

[...] quella sua Barbara che non aveva potuto maritare, tanto era superba e sgarbata, e con tutto ciò voleva dargli il figlio di Vittorio Emanuele [...]

[...] volontà di Dio! concluse la cugina Anna. Quando è morto mio marito, Rocco non era più alto di questa conocchia e le sue sorelline erano tutte [...]

[...] . – L’ho vista che andava sulla sciara a fare due fasci di ginestre, e c’era pure vostro figlio Alessi che l’accompagnava, rispose la cugina Anna. I [...]

[...] un uscio all’altro. Persino la finestra di compare Alfio Mosca, quello del carro dell’asino, era aperta, e ne usciva un gran fumo di ginestre. La [...]

[...] Mena aveva lasciato il telaio e s’era affacciata al ballatoio anch’essa. – Oh! Sant’Agata! esclamarono le vicine; e tutte le facevano festa [...]

[...] , mentre i suoi fratellini le andavano dietro per la stanzuccia, che pareva una chioccia coi suoi pulcini. Alessi s’era scaricato del suo fascio, e [...]

[...] ; e la Nunziata poi si sentiva il cuore gonfio dal disprezzo che gettavano su di compare Alfio, pel solo motivo che era povero, e non aveva [...]

[...] denari a palate, chè la Zuppidda, un giorno che il vecchio era malato, aveva vista una cassa grande così sotto il letto. La Longa si sentiva sullo [...]

[...] sghignazzava alle loro spalle a voce alta, cercando d’imitare la risata di don Silvestro che faceva andare in bestia la gente. Ma lo speziale era [...]

[...] zitto, perchè si era affacciata sua moglie alla finestra; e lo zio Crocifisso, quando fu abbastanza lontano da non temere che l’udisse don [...]

[...] che rubava l’olio, di don Silvestro che chiudeva un occhio, e del sindaco «Giufà», che si lasciava menare per il naso. Mastro Cirino, ora che era [...]

[...] tornava a ripetere che egli era un galantuomo, e non voleva entrarci. – Padron Cipolla, un altro sciocco, un pallone di vento colui! che si [...]

[...] sentenze: – Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io! – No; le acciughe sentono il [...]

[...] ragazzaccio allora se ne andò strillando e dandosi dei pugni nella testa, che tutti lo pigliavano per minchione perchè era figlio della Locca. E padron [...]

[...] udendo suonare un’ora di notte era rientrata in casa lesta lesta, per stendere la tovaglia sul deschetto; le comari a poco a poco si erano diradate, e [...]

[...] non ci fosse più nessuno. – Oh siete ancora là, compare Alfio! rispose Mena, la quale era rimasta sul ballatoio ad aspettare il nonno. – Sì, sono [...]

[...] quale è tanto grande che se uno potesse camminare e camminare sempre, giorno e notte, non arriverebbe mai, e c’era pure della gente che andava pel [...]

[...] mondo a quell’ora, e non sapeva nulla di compar Alfio, nè della Provvidenza che era in mare, nè della festa dei Morti; – così pensava Mena sul [...]

[...] sempre canta» conchiuse padron ’Ntoni. 43 III Dopo la mezzanotte il vento s’era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i [...]

[...] Sant’Alfio, e il giorno era apparso nero peggio dell’anima di Giuda. Insomma una brutta domenica di settembre, di quel settembre traditore che vi lascia [...]

[...] cogli occhi la povera gente che vi era dentro. Maruzza la Longa non diceva nulla, com’era giusto, ma non poteva star ferma un momento, e andava [...]

[...] Pizzuto, o sotto la tettoia del beccaio, a veder piovere, col naso in aria. Sulla riva c’era soltanto padron ’Ntoni, per quel carico di lupini [...]

[...] bettola di suor Mariangela la Santuzza c’era folla: quell’ubbriacone di Rocco Spatu, il quale vociava e sputava per dieci; compare Tino Piedipapera [...]

[...] calafato, e allora compare Cinghialenta si metteva a gridare e bestemmiare, per far vedere che era uomo di fegato e carrettiere. Lo zio Santoro [...]

[...] , poveretto, era cieco, e non faceva peccato se non andava a messa; così non perdevano tempo all’osteria, e dall’uscio poteva tener d’occhio il banco [...]

[...] in chiesa, colle scarpe verniciate, e quelli altri colla pancia grossa. Quello della pancia grossa era Brasi, il figlio di padron Cipolla, il quale [...]

[...] era il cucco delle mamme e delle ragazze, perchè possedeva vigne ed oliveti. – Va a vedere se la paranza è bene ammarrata; gli disse suo padre [...]

[...] Provvidenza che era in mare, e della Longa che rimaneva con cinque figliuoli. – Al giorno d’oggi, disse padron Cipolla, stringendosi nelle spalle [...]

[...] gli stipiti erano allegri della fiamma del focolare, tanto che lo zio Santoro, messo lì fuori colla mano stesa e il mento sui ginocchi, s’era [...]

[...] , che era lì fuori colle mani in tasca perchè non ci aveva un soldo, disse anche lui: – Lo zio Crocifisso è andato a cercare padron ’Ntoni con [...]

[...] rimase a bocca aperta. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figliuoletti era andata ad aspettare sulla sciara, d’onde si scopriva un bel pezzo [...]

[...] ballatoio della sua casa c’era un gruppo di vicine che l’aspettavano, e cicalavano a voce bassa fra di loro. Come la videro da lontano, comare [...]

[...] disperato e corse a rintanarsi in casa. – Che disgrazia! dicevano sulla via. E la barca era carica! Più di quarant’onze di lupini! IV Il [...]

[...] peggio era che i lupini li avevano presi a credenza, e lo zio Crocifisso non si contentava di «buone parole e mele fradicie», per questo lo chiamavano [...]

[...] pensa». Egli era un buon diavolaccio, e viveva imprestando agli amici, non faceva altro mestiere, che per questo stava in piazza tutto il giorno [...]

[...] l’amico, la roba e l’ingegno» a patto di averli restituiti la domenica, d’argento e con le colonne, che ci era un carlino dippiù, com’era giusto, perchè [...]

[...] denaro anticipato, e un rotolo di pane a testa, e mezzo quartuccio di vino, e non voleva altro, chè era cristiano e di quel che faceva in questo mondo [...]

[...] avrebbe dovuto dar conto a Dio. Insomma era la provvidenza per quelli che erano in angustie, e aveva anche inventato cento modi di render servigio [...]

[...] la camicia; ma poi voleva esser pagato, senza tanti cristi; ed era inutile stargli a contare ragioni, perchè era sordo, e per di più era scarso di [...]

[...] suoi nemici gli ridevano sotto il naso, a motivo di quei lupini che se l’era mangiati il diavolo; e gli toccava anche recitare il deprofundis per [...]

[...] chiesetta scintillavano, e il mare era liscio e lucente, talchè non pareva più quello che gli aveva rubato il marito alla Longa; perciò i confratelli [...]

[...] avevano fretta di spicciarsi, e di andarsene ognuno pei propri affari, ora che il tempo s’era rimesso al buono. Stavolta i Malavoglia erano là [...]

[...] truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! chè quello era un credito sacrosanto [...]

[...] galera! La legge c’era anche a Trezza! Intanto don Giammaria buttava in fretta quattro colpi d’aspersorio sul cataletto, e mastro Cirino [...]

[...] fiori di carta; e la bambina, vedendo la luminaria, e udendo suonar l’organo, si mise a galloriare. La casa del nespolo era piena di gente; e il [...]

[...] era venuto con una gallina per mano. – Prendete queste qua, gnà Mena, diceva, che avrei voluto trovarmici io al posto di vostro padre, vi giuro [...]

[...] come fontane. Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c’era un aumento di due tarì per barile, questo poteva interessargli a padron ’Ntoni, se [...]

[...] successione di compar Bastianazzo, e ci ficcò così una barzelletta che aveva raccolta dal suo avvocato, e gli era piaciuta tanto, quando gliel’avevano [...]

[...] del paradiso. «A chi vuol bene Dio manda pene». Egli era un bravo uomo, di quelli che badano ai fatti loro, e non a dir male di questo e di quello [...]

[...] davvero era la Santuzza, di vino e di tante altre porcherie, con tutto l’abitino color pulce che aveva indosso, e la medaglia di Figlia di Maria [...]

[...] portava le notizie da un luogo all’altro; questo succedeva perchè dentro il filo ci era un certo succo come nel tralcio della vite, e allo stesso [...]

[...] ; quando è ben coltivato dà la minestra per tutto l’anno. La casa dei Malavoglia era sempre stata una delle prime a Trezza; ma adesso colla morte di [...]

[...] Bastianazzo, e ’Ntoni soldato, e Mena da maritare, e tutti quei mangiapane pei piedi, era una casa che faceva acqua da tutte le parti. Infine [...]

[...] è tutt’oro quello che luccica, andava dicendo; e mostrava ad ognuno il pezzo da cinque lire nuovo. Ei sapeva che sulla casa c’era un censo di [...]

[...] era venuto anche lui, per politica, e stava zitto, in un cantuccio, a veder quello che dicevano, colla bocca aperta e il naso in aria, che sembrava [...]

[...] ancora la Provvidenza, là verso il capo dei Mulini, dove il mare era liscio e turchino, e seminato di barche, che sembravano tanti gabbiani al sole, e [...]

[...] sentire la Locca che si era appollaiata sul ballatoio, dietro l’uscio, e strillava dalla mattina, con quella voce fessa di pazza, e pretendeva che [...]

[...] cugina Anna, poveretta, aveva lasciato la sua tela e le sue ragazze per venire a dare una mano a comare Maruzza, la quale era come se fosse malata, e [...]

[...] ! cominciò a lamentarsi. Non gliene importava del sangue suo? perchè infine ella era sangue suo, come la chiusa, che era stata sempre della famiglia [...]

[...] bestia! e voleva pagar cinque lire per fargli rompere le ossa ad Alfio Mosca. Ma lui non lo faceva perchè era un cristiano col timore di Dio, e al [...]

[...] giorno d’oggi chi è galantuomo è gabbato, chè la buona fede sta di casa in via dei minchioni, dove si vende la corda per impiccarsi, la prova era che [...]

[...] gironzava sempre da quelle parti, perchè le avevano detto che il suo Menico era andato nella barca dei Malavoglia, e credeva che dovesse [...]

[...] ; sapeva soltanto che il sangue suo era nelle mani di Dio. E i ragazzi dei Malavoglia non osavano giocare sul ballatoio quando egli passava davanti alla [...]

[...] di loro; – e lo zio Santoro, col rosario in mano e gli occhi spenti, gli diceva di sì, che non dubitasse, che era lì per questo, e non passava [...]

[...] nemmeno alla Vespa, e se ci aveva qualcheduna per la testa, era piuttosto comare Mena di padron ’Ntoni, che la vedeva ogni giorno nel cortile o sul [...]

[...] partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l’oste, un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo [...]

[...] carrettiere davvero, come compare Cinghialenta. La ragazza era tutta intenta a quello che diceva compare Alfio, e intanto l’ulivo grigio stormiva come se [...]

[...] gli scogli, e la schiena in aria. In un momento era corso sulla riva tutto il paese, uomini e donne, e padron ’Ntoni, mischiato nella folla, guardava [...]

[...] di nessuno, e il poveretto si sentiva quel calcio nello stomaco. – Bella provvidenza che avete! gli diceva don Franco, il quale era venuto in maniche [...]

[...] Fortunato Cipolla; e compare Mangiacarrubbe, il quale era pratico del mestiere, disse pure che la barca aveva dovuto sommergersi tutt’a un tratto, e [...]

[...] senza che chi c’era dentro avesse avuto tempo di dire «Cristo aiutami!» perchè il mare aveva scopato vele, antenne, remi e ogni cosa; e non aveva [...]

[...] lasciato un cavicchio di legno che tenesse fermo. – Questo era il posto del babbo, dove c’è la forcola nuova, diceva Luca il quale s’era arrampicato [...]

[...] non si era mossa di casa, e non voleva più vedere la Provvidenza finchè ci aveva gli occhi aperti. – La pancia è buona, e se ne può ancora fare [...]

[...] grossi per tener su le barche, e il ramaiuolo pel catrame, e una catasta di coste e di fasciame appoggiate al muro. Alessi era sempre accapigliato [...]

[...] minacciava piagnucolando: – Ora che viene mio fratello ’Ntoni da soldato!... Infatti ’Ntoni s’era fatto mandare le carte, e aveva ottenuto il suo [...]

[...] dalla leva. Ma ’Ntoni non voleva starci più nemmeno sei giorni, ora che gli era morto il padre; Luca avrebbe fatto come lui, che s’era pianta la [...]

[...] amici, mentre tornavano dalla stazione; in un momento la casa e il cortile si riempirono di gente, come quando era morto Bastianazzo, tempo [...]

[...] addietro, che nessuno ci pensava più. A certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi, quasi fosse stato ieri – tanto che la Locca era sempre lì [...]

[...] sentiva. VI ’Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicchè tutti stavano a [...]

[...] guardarlo dove passava; gli amici gli facevano codazzo, e le ragazze si affacciavano dalle finestre; ma la sola che non si vedesse era Sara di comare [...]

[...] Tudda. – Se n’è andata ad Ognina con suo marito, gli disse la Santuzza. Ha sposato Menico Trinca, il quale era vedovo con sei figliuoli, ma è ricco [...]

[...] come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacchè a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio [...]

[...] , s’era persa la Provvidenza! Comare Venera, la quale era alla stazione, quando era partito ’Ntoni di padron ’Ntoni, per vedere se Sara di comare [...]

[...] . Ma era passato del tempo anche per cotesto, e si suol dire «lontan dagli occhi, lontano dal cuore». ’Ntoni ora portava il berretto sull’orecchio [...]

[...] vedeva che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l’aveva preso [...]

[...] perchè non c’era altri. – A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno all’amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe tirandosi [...]

[...] avrebbe preferito starsene ancora un po’ sotto le coperte; allorchè uscì fuori nel cortile sbadigliando, il tre bastoni era ancora alto verso l’Ognina [...]

[...] era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon’anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare [...]

[...] pace, disse che era ora di far colazione. In quel momento spuntava il sole, e un sorso di vino si beveva volontieri, pel fresco che s’era messo [...]

[...] ’Ntoni. – Ahi! borbottava intanto lo zio Cola. Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: – Me lo dai un mozzicone di sigaro [...]

[...] marinaro muore in mare; rispose ’Ntoni. Barabba gli passò il suo fiasco, e dopo si misero a brontolare sottovoce dello zio Cola, il quale era un cane per [...]

[...] attrezzi, chè era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo [...]

[...] chiacchiere, e preferiva andarsene a girandolare attorno all’osteria, dove c’era tanta gente che non faceva nulla, e anche lo zio Santoro, il quale era [...]

[...] sotto il caldarotto della pece, quando c’era compare ’Ntoni. – Voi siete sempre in faccende, comare Barbara, le diceva ’Ntoni, e siete il braccio [...]

[...] spese le fate voi. Quella buona donna di comare Grazia s’era affacciata apposta in camicia per dire a suo marito: – Cosa è venuto a confabulare con [...]

[...] quei poveretti, mormorava comare Grazia colle mani sulla pancia. Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche e d’arance, e la [...]

[...] sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa, e cantavano la litania che era una festa per ogni dove. I bambini giocavano ai [...]

[...] mastro Turi l’aveva rattoppata allora allora, e al poveraccio gli tremava la voce come quando gli era morto il figlio Bastianazzo. – Io non so niente [...]

[...] . Portategli quelle due galline là, e qualche cosa vi saprà dire. Don Silvestro disse che non c’era tempo da perdere, e li mandò da un bravo [...]

[...] avvocato, il dottor Scipioni, il quale stava di casa in via degli Ammalati, di faccia allo stallatico dello zio Crispino, ed era giovane, ma quanto a [...]

[...] bello poi era che andavano tutti in processione, l’un dietro l’altro, e da principio ci si accompagnava anche la Longa colla bimba in collo, per [...]

[...] ; non c’è da far niente; – e siccome padron ’Ntoni tornava a dire che era venuto l’usciere, – L’usciere lasciatelo venire anche una volta al giorno [...]

[...] avevano, ruminando e gesticolando le chiacchiere dell’avvocato per tutta la strada. Maruzza che stavolta non era andata, come li vide arrivare colla [...]

[...] ha detto di non pagare? ’Ntoni si grattò il capo, e il nonno soggiunse: – È vero, i lupini ce li ha dati, e bisogna pagarli. Non c’era che dire [...]

[...] . Adesso che l’avvocato non era più là, bisognava pagarli. Padron ’Ntoni scrollando il capo borbottava: – Questo poi no! questo non l’hanno mai fatto [...]

[...] i Malavoglia. Lo zio Crocifisso si piglierà la casa, e la barca, e tutto, ma questo poi no! Il povero vecchio era confuso; ma la nuora piangeva in [...]

[...] non era affar suo. – Io sono come il muro basso, che ognuno ci si appoggia e fa il comodo suo, perchè non so parlare come un avvocato, e non so dire [...]

[...] , che s’era levate di bocca per darle allo zio Crocifisso. Sua moglie Grazia, poveretta, spalancava gli occhi, perchè non sapeva di dove li avesse [...]

[...] ’Ntoni accompagnando il fratello col berretto sull’orecchio, talchè pareva fosse lui che partisse, gli diceva che non era nulla, e anche lui aveva fatto [...]

[...] il soldato. Quel giorno pioveva, e la strada era tutta una pozzanghera. – Non voglio che mi accompagniate – ripeteva Luca alla mamma; – già la [...]

[...] stradicciuola ch’era tutta una pozzanghera, e il ragazzo siccome era giudizioso quanto il nonno, si rimboccò i calzoni sul ballatoio, sebbene non [...]

[...] dà giorni lunghi, la tira su un’altra volta la casa del nespolo. Ma Dio non gliene diede giorni lunghi, appunto perchè era fatto di quella pasta [...]

[...] ; – e quanto giunse più tardi la notizia che era morto, alla Longa le rimase quella spina che l’aveva lasciato partire colla pioggia, e non l’aveva [...]

[...] si fece quando misero di nuovo in mare la Provvidenza, mentre c’era tutto il paese, e Barbara Zuppidda s’era affacciata colla scopa per spazzar [...]

[...] che mettiamo in mare la Provvidenza. Appena mastro Turi disse che la barca era in ordine, padron ’Ntoni venne a pigliarsela coi suoi ragazzi, e [...]

[...] sembrava di bambagia, talchè persino la Longa si era riconciliata colla Provvidenza, da quando era tornata senza suo marito, e aveva fatto la pace [...]

[...] per la paura, ora che era venuto l’usciere. – Viva San Francesco! gridava ognuno come vedeva passare la Provvidenza, e il figlio della Locca [...]

[...] gridava più forte degli altri, per la speranza che adesso padron ’Ntoni prendesse a giornata anche lui. Mena si era affacciata sul ballatoio, e piangeva [...]

[...] sentenziando che era un cavallo senza gambe; lui lo sapeva dove erano le magagne, nascoste sotto la pece nuova. – Una Provvidenza rattoppata [...]

[...] Piedipapera; e la Provvidenza torna da compare Turi. Intanto la Provvidenza era scivolata in mare come un’anitra, col becco in aria, e ci [...]

[...] vogliono vederci bene anche al sole, che era un bel sole d’inverno, e i campi erano verdi, il mare lucente, e il cielo turchino che non finiva mai [...]

[...] rinnova come la Provvidenza, che era bastata un po’ di pece e di colore, e quattro pezzi di legno, per farla tornare nuova come prima, e chi [...]

[...] , e c’era il suo paracqua d’incerata in un cantuccio e le sue scarpe quasi nuove sotto il letto. Mena, mentre imbozzimava l’ordito, aveva il cuore [...]

[...] il muro, c’era appeso su dei piuoli dell’altro ordito ad imbiancare, coi sassi al piede. – Tutta questa roba fa denari, ripeteva padron ’Ntoni; e [...]

[...] ballatoio, e si mise a predicare che era un’altra bricconata di don Silvestro, il quale voleva rovinare il paese, perchè non l’avevano voluto per marito [...]

[...] mezza paga, per quel suo fratello Menico che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche chiuso la bottega, perchè nessuno andava più a farsi [...]

[...] spalle. Lo zio Crocifisso, il quale era di quelli che badano ai fatti propri, e quando gli cavavano sangue colle tasse si masticava la sua bile dentro [...]

[...] recitare paternostri e avemarie per digerire la collera contro quelli che strillavano, ed era gente che voleva mettere a sacco e a fuoco il paese, e [...]

[...] Sant’Agata, ed avrebbe voluto annichilire la Sant’Agata con tutti i Malavoglia; perciò andava dicendo che non era vero che Piedipapera avesse [...]

[...] zio Crocifisso, il quale poteva schiacciarli come formiche, tanto era ricco, ed ella aveva avuto torto a dirgli di no, pei begli occhi di uno il [...]

[...] Filippo l’ortolano, stava tappato in casa, con tanto di catenaccio, e non metteva fuori nemmeno il naso; per questo Brasi Cipolla si era buscato un [...]

[...] Baco da seta stava fra l’incudine e il martello. Adesso poi che era venuta la burrasca, e tutti lo lasciavano a strigliare quella mala bestia della [...]

[...] vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa. Don Silvestro, invece era più fermo; continuava ad andare [...]

[...] speziale, il quale gli piantava la barba in faccia, e gli diceva che era tempo di finirla, e buttar tutto a gambe in aria, e far casa nuova [...]

[...] pensare anche a rinnovare il Consiglio; padron ’Ntoni non ce lo volevano, perchè egli aveva la testa stramba, ed era stato causa della morte di [...]

[...] stomaco da dire. – Andate a fidarvi di quel che vuol fare uno che ha paura della moglie! pensava fra di sè don Silvestro. – Padron ’Ntoni era di [...]

[...] noi è quello del debito. Anche compare Mosca era di quelli che badavano ai fatti propri, e se ne andava tranquillamente, insieme al suo carro, in [...]

[...] l’aveva detto io ch’è tutta roba di don Silvestro! sclamava la Zuppidda, a quale era sempre lì, a soffiare nel fuoco, colla conocchia in mano. È roba [...]

[...] tutta la storia della finta compera di Piedipapera; ma lui era «cristiano» con uno stomaco fondo come un pozzo, e metteva tutto là dentro. Egli [...]

[...] sapeva il fatto suo, e come Betta l’accoglieva colla bocca spalancata peggio di un cane arrabbiato, e mastro Croce Callà s’era lasciato scappare il [...]

[...] del municipio, dove c’era prima il posto della Guardia Nazionale, e si mise tranquillamente a temperare le penne, davanti alla tavola d’abete, per [...]

[...] comunale, il quale era incaricato del buon ordine, e per questo ci aveva il berretto col rosso quando non faceva il sagrestano: – Fatemi tacere quella [...]

[...] segretario voleva un po’ di tempo per prender lume; in questo mentre era suonato mezzogiorno e le comari se n’erano andate leste leste. Le poche che [...]

[...] ! voleva fargli vedere che era stato soldato, a Piedipapera! Lo incontrò giusto che veniva dalla sciara, vicino alla casa dei Zuppiddi, con quel suo [...]

[...] piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano [...]

[...] , qui? – Son venuto a rompervi le corna, se aggiungete altro. – Alle grida la gente si era affacciata sugli usci, e si era radunata una gran folla [...]

[...] mia non sono padrona di fare quello che mi pare e piace. Mia figlia la do a chi vogl’io. La ragazza, tutta rossa, s’era rifugiata in casa, col [...]

[...] , giacchè Pasqua era lì vicina, e dei denari del debito, a gran stento, ne avevano raccolto appena una metà. – Vedi quel che vuol dire bazzicare dove ci [...]

[...] davanti la chiesa, quando non c’era gente. Padron Fortunato non voleva far torto alla sua parola, se la ragazza aveva la dote, tanto più che suo [...]

[...] figlio Brasi gli dava sempre dei grattacapi, a correre dietro le ragazze che non avevano nulla, come un baccalà che era. – «L’uomo per la parola, e [...]

[...] era sempre a confabulare con compare Fortunato, e in casa parlava spesso dei Cipolla, ci aveva sempre la stessa cosa davanti agli occhi, come [...]

[...] Sant’Agata – brontolava la Vespa, la quale era a tutte l’ore dai Piedipapera, col pretesto di farsi prestare dei ferri da calza, o per venire a [...]

[...] era scappato dalla Provvidenza, col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande pei cefali; e le diceva: – Se il nonno non vuole, come faremo [...]

[...] , rispondeva lei, e sua madre era lì dietro ad ascoltare, ci giuocherei tutt’e due questi occhi! Bella la parte che rappresenta quella strega! Ora [...]

[...] grassi, come s’usa alla fiera, quando i compratori sono scarsi. Fra quelli che cercavano di prendersi la Barbara c’era stato Vanni Pizzuto, allorchè [...]

[...] pancia, senza far nulla, quando non era dietro il banco della Santuzza, e faceva l’occhietto alle belle ragazze, per ingannare il tempo. La Barbara da [...]

[...] ragazzaccio di Malavoglia. Don Silvestro ebbe la premura di andare a raccontare ogni cosa a ’Ntoni, e che don Michele il brigadiere, era un uomo il quale [...]

[...] pagherebbe qualche cosa a Piedipapera se glielo levasse davanti, quel cetriolo di ’Ntoni. – Tanto che il figlio della Locca, il quale era sempre a [...]

[...] buono venne a proposito, che una sera Rocco Spatu non si era fatto vivo, Piedipapera era venuto due o tre volte, ad ora tarda, a chieder di lui [...]

[...] stivali e la pistola sulla pancia! Piedipapera stava nella bottega di Pizzuto a bere il bicchierino, prima dell’alba, che c’era ancora il [...]

[...] gonfii e gli stivali polverosi, e voleva pagargli per forza il bicchierino. Ma don Michele era già stato all’osteria, dove la Santuzza gli diceva [...]

[...] fossa anche degli altri? – E il mio dovere dove lo lasciate? Se li coglievo colla pasta in mano stanotte c’era un bel guadagno per noi, sangue di un [...]

[...] cane! – Se vogliono farvi credere che egli era massaro Filippo, che tentava di far entrare il suo vino di contrabbando, non ci credete, per [...]

[...] : – Bevetelo un bicchierino, don Michele, che vi farà bene allo stomaco, col sonno che avete perso. Don Michele era di cattivo umore e sbuffava [...]

[...] po’ di lievito, per caso. – Ho incontrato or ora compare Mosca; disse allora lui per far quattro chiacchiere. – Era senza il carro, e scommetto [...]

[...] , per quell’affare che sapete. Campana di legno era proprio ben disposto per parlare di quell’affare che non finiva più, «e le cose lunghe diventano [...]

[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]

[...] accordare dilazione. La Pasqua infatti era vicina. Le colline erano tornate a vestirsi di verde, e i fichidindia erano di nuovo in fiore. Le [...]

[...] nespolo sembrava avesse un’aria di festa; il cortile era spazzato, gli arnesi in bell’ordine lungo il muricciuolo e appesi ai piuoli, l’orto tutto [...]

[...] del corredo per le mani. Era passato del tempo, e il tempo si porta via le cose brutte come le cose buone. Adesso comare Maruzza era tutta in [...]

[...] , come se nessuno ne sapesse niente, mentre nella cucina c’era preparato il vino e i ceci abbrustoliti, e i ragazzi e le donne avevano i vestiti [...]

[...] tutta la sua roba. Mena si fece bianca e smise di tessere. Nella casa di compar Alfio c’era il lume, e ogni cosa sottosopra. Egli venne a picchiare [...]

[...] mano, e guardava intorno, dalla parte dove non era comare Mena. – Ora quando tornate? domandò la Longa. – Chi lo sa quando tornerò? Io vado dove mi [...]

[...] devono fare così. Era una bella sera di primavera, col chiaro di luna per le strade e nel cortile, la gente davanti agli usci, e le ragazze che [...]

[...] . Ella disse di sì col capo, e Nunziata intanto era corsa a schiumare la pentola che riversava, da quella brava massaia che era. – Così son contento [...]

[...] Bicocca se vi è la malaria? Alfio si mise a ridere, anche questa volta a malincuore, come quando era andato a dirle addio. – O bella! perchè ci [...]

[...] . Però era contento che padron Cipolla non ne sapesse nulla, e il matrimonio della nipote non andasse in fumo. La sera dell’Ascensione, mentre i [...]

[...] ragazzi saltavano attorno ai falò, le comari si erano riunite di nuovo dinanzi al ballatoio dei Malavoglia, ed era venuta anche comare Venera la [...]

[...] Zuppidda a sentir quello che si diceva, e a dir la sua. Oramai come padron ’Ntoni maritava la nipote, e la Provvidenza s’era rimessa in gambe, tutti [...]

[...] Barbara perciò aveva mandato in regalo alla Mena il vaso del basilico, tutto ornato di garofani, e con un bel nastro rosso, che era l’invito di farsi [...]

[...] comari; e tutti le facevano festa a Sant’Agata, persino sua madre s’era levata il fazzoletto nero, perchè dove ci sono sposi è di malaugurio [...]

[...] ragazzi infilavano le ghirlande per l’Ascensione, ed ella stessa era salita sulla scala per aiutare sua madre ad appendere le ghirlande all’uscio [...]

[...] e alle finestre. Mentre tutte le porte eran fiorite, soltanto quella di compar Alfio, nera e sgangherata, stava sempre chiusa, e non c’era più [...]

[...] sarebbe mancato nulla, e intanto ella era sempre in faccende a tagliare e cucire. Padron ’Ntoni voleva vedere anche lui, quando tornava a casa la sera [...]

[...] , perchè Brasi Cipolla era orfano della madre, e i Malavoglia avevano invitato apposta la Piedipapera per ingraziarsi suo marito; e avevano anche [...]

[...] diventare parente dei Malavoglia, e la sua figliuola s’era fatta comare di basilico con la Mena, tanto che aveva fatto cucire alla Barbara in fretta e [...]

[...] lasciar correre. Comare Venera, tutta pettinata, e colle mani intrise di farina, che s’era messa apposta ad impastare il pane, per far vedere che [...]

[...] mandato a comare Mena; e ’Ntoni il quale era venuto a prenderle, lo rimandarono mogio mogio, che il giubbone nuovo gli cascava di dosso. Madre e [...]

[...] figlia poi stavano a guardare dal cortile, mentre infornavano il pane, la babilonia che c’era in casa dei Malavoglia, tanto che le voci e le risate [...]

[...] si udivano fin là, per farle arrabbiare maggiormente. La casa del nespolo era piena di gente, come quando era morto compare Bastianazzo; e Mena [...]

[...] stava preparando le carte, giacchè a mandare l’usciere c’era tempo, aveva detto lo zio Crocifisso; persino padron Cipolla si lasciò andare a dir [...]

[...] gli altri. Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a [...]

[...] anche questa volta! brontolò Brasi, il quale dacchè gli era accaduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo. Piedipapera s’era messo a [...]

[...] nemmeno Rocco Spatu, oggi tutta l’allegria è qui, e pare di essere dalla Santuzza. – Qui è meglio assai! osservò il figlio della Locca, il quale era [...]

[...] strillando per la piazza, e si strappava i capelli, quasi le avessero portata la malanuova; e davanti alla bottega di Pizzuto c’era folla come [...]

[...] dal barbiere a farsi dare un bicchierino d’erbabianca. Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare, e si erano annegati dei [...]

[...] era anche lui sul Re d’Italia, osservò don Silvestro, il quale si era accostato per sentire. – Ora vado a dirlo a mia moglie! saltò su mastro Turi [...]

[...] sapeva nulla, poveraccia! e rideva ed era in festa coi parenti e gli amici. Il soldato non finiva di chiacchierare con quelli che volevano [...]

[...] dovere, per la madonna! questo cappello qui lo si può portare sull’orecchio! Il giovanotto aveva gli occhi lustri, ma diceva che non era nulla, ed era [...]

[...] momento, e non l’abbiamo visto più, in mezzo al fumo, un fumo come se ci fossero state venti fornaci di mattone, lo sapete? – A Catania c’era un [...]

[...] . Padron Cipolla era accorso anche lui a vedere cos’era quella folla. – Voi ci credete? sogghignò egli alfine. Son chiacchiere per chiappare il soldo del [...]

[...] qualcheduno; lo zio Crocifisso che non era mamma alzò le spalle. – Ve lo dico io in due parole com’è; raccontava intanto l’altro soldato. È come [...]

[...] far quattro pugni! Tutti gli altri stavano ad ascoltare con tanto d’occhi aperti. L’altro giovanotto poi raccontò pure in qual modo era saltata [...]

[...] c’entrava più, se n’era lavate le mani. Ora era affare di Piedipapera; ma gli dispiaceva, in coscienza. Il giorno dopo cominciò a correre la voce [...]

[...] che nel mare verso Trieste ci era stato un combattimento tra i bastimenti nostri e quelli dei nemici, che nessuno sapeva nemmeno chi fossero, ed [...]

[...] era morta molta gente; chi raccontava la cosa in un modo e chi in un altro, a pezzi e bocconi, masticando le parole. Le vicine venivano colle mani [...]

[...] della via, quasi aspettasse più presto del solito il suocero e i ragazzi dal mare. Le vicine le domandavano pure se Luca avesse scritto, o era [...]

[...] non dirsi. – In mezzo a tutte le storie che correvano pel villaggio, ed erano venuti a raccontargliele, le era rimasto in mente di uno di quei [...]

[...] però, nessuno parlava più di quello che era successo; ma come la Longa non vedeva spuntare la lettera, non aveva testa nè di lavorare nè di stare [...]

[...] in casa; era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse cercando quel che voleva sapere. – Avete visto una gatta quando ha [...]

[...] Zuppidda era sempre con tanto di muso, e borbottava che ora tutta la famiglia rimaneva sulle braccia di ’Ntoni! Questa volta una ragazza ci penserà prima [...]

[...] affare dei lupini. Andava a finire che Piedipapera stavolta voleva essere pagato, santo diavolone! San Giovanni era arrivato, e i Malavoglia tornavano [...]

[...] a parlare di dare degli acconti, perchè non avevano tutti i denari, e speravano di raggranellare la somma alla raccolta delle ulive. Lui se l’era [...]

[...] coi Malavoglia, perchè la Zuppidda era andata a togliere la roba di comare Grazia dalla sponda del lavatoio, e ci aveva messa la sua: di quelle [...]

[...] regalo di padron ’Ntoni per lasciarsi comprare, e questo provava che razza di stitici essi fossero; se ci era da fidarsi quando promettevano che [...]

[...] non erano tornati più, che ancora c’era lì il letto di Luca, e il chiodo dove Bastianazzo appendeva il giubbone. Ma infine bisognava sgomberare con [...]

[...] nespolo oramai era di Piedipapera, e loro dovevano sgomberarla; ma almeno nessuno li vedeva colla roba in collo. Quando il vecchio staccava un [...]

[...] si alzò tosto ed uscì nel cortile, all’aria aperta. Ma anche lì c’era della paglia sparsa per ogni dove, dei cocci di stoviglie, delle nasse [...]

[...] era andato coi calzoni rimboccati, mentre pioveva, e non l’aveva visto più sotto il paracqua d’incerata. Anche la finestra di compare Alfio Mosca [...]

[...] era chiusa, e la vite pendeva dal muro del cortile che ognuno passando ci dava una strappata. Ciascuno aveva qualche cosa da guardare in quella [...]

[...] chiodi e un bel pezzo di legno. Lo zio Crocifisso era venuto a dare un’occhiata insieme a Piedipapera, e parlavano a voce alta nelle stanze [...]

[...] non poteva soffrire di andare così per la casa, col braccio di Piedipapera al collo. Ora lo zio Crocifisso ci era venuto col falegname e col [...]

[...] tutt’altra. Lo zio Crocifisso andava scopando coi piedi la paglia e i cocci, e raccolse anche da terra un pezzo di cappello che era stato di [...]

[...] , ormai vizze, erano tuttora appese all’uscio e le finestre, come ce le avevano messe a Pasqua delle Rose. La Vespa era venuta a vedere anche lei [...]

[...] , colla calzetta al collo, e frugava per ogni dove, ora che era roba di suo zio. – «Il sangue non è acqua» – andava dicendo forte, perchè udisse anche [...]

[...] ! rispondeva comare Grazia, e le avevano perfino spartito i capelli! Mena però era tranquilla, e s’era rimessa la spadina d’argento nelle trecce da sè [...]

[...] trama. La madre era la sola che le aveva letto in cuore, e che ci avesse lasciata cascare una buona parola in quell’angustia. – Almeno se ci fosse [...]

[...] voltate le spalle ai Malavoglia. Ma la cugina Anna era sempre in faccende, con tutto quello che aveva da fare per tirare innanzi con le sue figliuole [...]

[...] re nè regno. Cosa te ne importa? – La sola che si vedesse di tanto in tanto era la Nunziata, col piccino in collo, e tutti gli altri dietro; ma [...]

[...] mi volete bene come ai vostri! e si metteva a piangere nel grembiule quando non c’era la mamma. – Sacramento! esclamava ’Ntoni, vorrei tornare a [...]

[...] vero cetriolo che era. – Allora, diceva la Zuppidda «’Ntrua, ’ntrua! ciascuno a casa sua!». E suo marito le ripeteva: – Te l’avevo detto che a me i [...]

[...] pettinatura che le aveva fatto! per leccare le ciabatte a compare Tino, a motivo di quei quattro soldi della casa; che poi la casa se l’era presa egualmente [...]

[...] il naso in sù, che la Barbara non era quella che ci voleva per suo figlio ’Ntoni, perchè era avvezza come una signorina, e non sapeva quel che ci [...]

[...] non ci andò più, e la gnà Venera disse che era meglio, così non venivano in casa a far le spie, che temevano sempre volessero rubarsi quel tesoro [...]

[...] prima. ’Ntoni poi, stregato dagli occhi della Barbara, era tornato quatto quatto a piantarsi sotto la finestra, per metter pace, che la gnà Venera [...]

[...] , correndo lesta lesta, e dimenando i fianchi con bel garbo – chè Zuppidda la chiamavano perchè il nonno di suo padre s’era rotta la gamba in uno scontro [...]

[...] ci mise una pietra su quel che era stato, e se ne tornò a remare come un galeotto, che già quella era una vera galera, dal lunedì al sabato, ed [...]

[...] egli era stanco di rompersi l’anima per niente, perchè quando non si ha nulla è inutile arrabbattarsi da mattina a sera, e non trovate un cane che [...]

[...] malato, come quando era seccato del servizio militare, e il nonno poi non stava a cercare il pelo nell’uovo come il dottore della fregata. – Che hai [...]

[...] era fatto in tutta la settimana; oppure stava delle ore intere seduto sugli scalini della chiesa, col mento in mano, a veder passare la gente [...]

[...] , almanaccando su quei mestieri in cui non ci era nulla da fare. La domenica almeno si godeva quelle cose che si hanno senza quattrini, il sole, lo star [...]

[...] era cattivo, e voleva inghiottirseli in un boccone, loro, la Provvidenza e ogni cosa, quel ragazzo aveva il cuore più grande del mare. Il sangue [...]

[...] quando i sugheri scomparivano ad uno ad uno, nel mare largo che era verde come l’erba, e le casucce di Trezza sembravano una macchia bianca [...]

[...] , tanto erano lontane, e intorno a loro non c’era che acqua, si metteva a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza, che poi alla sera la Longa e [...]

[...] tempo non dura tutto il tempo», osservò il vecchio. Ma quando era mal tempo, o che soffiava il maestrale, e i sugheri ballavano sull’acqua tutto [...]

[...] il giorno, come se ci fosse chi suonava il violino, o il mare era bianco al pari del latte, o crespo che sembrava che bollisse, e la pioggia si [...]

[...] , allora era un altro par di maniche, e ’Ntoni non aveva voglia di cantare, col cappuccio sul naso, e gli toccava vuotare dall’acqua la Provvidenza che [...]

[...] diceva ’Ntoni. Non era meglio restarci in letto un altro par d’ore? – «Acqua di cielo, e sardelle alle reti!» rispondeva il vecchio. ’Ntoni si dava [...]

[...] mostrava ai suoi ragazzi il bel fuoco che fiammeggiava nella cucina della Longa, in fondo al cortiletto della straduccia del Nero, che c’era il [...]

[...] processione, lei, la Lia, ed anche la Nunziata, con tutti i suoi pulcini dietro; allora era una festa, nè si badava più al freddo, o alla pioggia, e [...]

[...] tutti la pelle, per amor del guadagno, come Bastianazzo, mentre erano all’altezza dell’Agnone, verso sera, e il cielo era tanto fosco che non si [...]

[...] peggio della testa di una fraschetta, e il mare ha la faccia come quella di Piedipapera quando vuol farvi qualche brutto tiro. Il mare era del color [...]

[...] . Tutt’a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza [...]

[...] , luccicavano come avessero gli occhi e volessero mangiarsela; e nessuno osava dire più una parola, in mezzo al mare che muggiva fin dove c’era acqua [...]

[...] monte, sopra Trezza, e arrivò un’ondata che non si era vista da dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un sacco di [...]

[...] noci, e la buttò in aria. – Giù la vela! giù la vela! gridò padron ’Ntoni. Taglia! taglia subito! ’Ntoni, col coltello fra i denti, s’era abbrancato [...]

[...] ! Alessi s’era aggrappato al timone, e all’udire quelle parole del nonno cominciò a strillare – Mamma! mamma mia! – Taci! gli gridò il fratello [...]

[...] tratto la vela cadde tutta di un pezzo, tanto era tesa, e ’Ntoni la raccolse in un lampo e l’ammainò stretta. – Il mestiere lo sai come tuo padre [...]

[...] dicono il rosario per noi. E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt’a un tratto nera come la pece [...]

[...] coltello. – Taglia, taglia, presto. In questo momento s’udì uno schianto; la Provvidenza, che prima si era curvata su di un fianco, si rilevò come una [...]

[...] rilinghe della vela, la quale era caduta coll’antenna sulla barca e copriva ogni cosa. Ad un tratto un colpo di vento la strappò netta e se la [...]

[...] rizzarono in capo, come fossero vivi, ai due fratelli. La notte era così nera che non si vedeva da un capo all’altro della Provvidenza, tanto che Alessi [...]

[...] non piangeva più dal terrore. Il nonno era disteso in fondo alla barca, colla testa rotta. ’Ntoni finalmente lo trovò tastoni e gli parve che [...]

[...] quella occasione si mette un sasso su ogni quistione, ed era venuta anche la Locca, la quale andava sempre dove c’era folla, quando sentiva del [...]

[...] . – Lasciatemi entrare! gridava la Nunziata picchiando coi pugni sull’uscio, che era accorsa mezzo svestita. Lasciatemi vedere cos’è successo da comare [...]

[...] Maruzza! – Allora era inutile mandarci per la scala, che dopo non ci lasciano entrare in casa per vedere cos’è! strepitava il figlio della Locca [...]

[...] quella notte non restava nemmeno la semenza. Il meglio era fare come quelli che non fanno nulla, e si guadagnano la loro giornata egualmente, come [...]

[...] don Michele, a mo’ d’esempio, il quale era grasso e grosso meglio di un canonico, e andava sempre vestito di panno, e si mangiava mezzo paese, e [...]

[...] era di casa, e padron Fortunato, e chi d’altri potè entrare, a furia di gomitate. – La faccia non mi piace niente affatto! sentenziava padron Cipolla [...]

[...] ! aggiungeva comare Grazia. Per due o tre giorni padron ’Ntoni fu più di là che di qua. La febbre era venuta, come aveva detto lo speziale, ma era [...]

[...] che la Lia si rompeva le mascelle dallo sbadigliare, pel gran sonno. Nella casa c’era un silenzio di malaugurio, sicchè i carri passando per la [...]

[...] tutti i suoi ad uno ad uno, cogli occhi spenti, e domandava cosa aveva detto il medico. ’Ntoni era accanto al capezzale e piangeva come un ragazzo [...]

[...] chiamatemi il prete, che voglio confessarmi. Don Giammaria venne quando il sole era già alto, e tutte le vicine, come udirono il campanello per la [...]

[...] , e andava sempre dove sentiva il Signore – come una cornacchia! – diceva lo speziale. Don Ciccio arrivò che c’era ancora il vicario coll’olio santo [...]

[...] , tanto che voleva voltare la briglia dell’asinello e tornarsene indietro. – Chi vi ha detto che c’era bisogno del prete? Chi è andato a chiamare [...]

[...] ! largo! chè aspettano l’acqua da comare Maruzza. E i miei ragazzi se si mettono a giocare mi lasciano la roba in mezzo alla strada. Lia s’era [...]

[...] difendere don Michele andava dicendo che se l’era meritata, la medaglia e la pensione, per questo si era buttato all’acqua sino a mezza gamba, con [...]

[...] tutti gli stivaloni, per salvare la vita ai Malavoglia, vi par poco? tre persone! ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui, tanto che [...]

[...] dodici tarì? – O anime sante del purgatorio! esclamò baciando il rosario lo zio Santoro, il quale era stato ad ascoltare tutto intento, cogli [...]

[...] occhi spenti; ma egli era inquieto, e muoveva le labbra di qua e di là, come fa delle orecchie un cane da caccia che sente la pedata. – Sono amici [...]

[...] : siete compare Cinghialenta. E siccome era sempre là, a dir delle barzellette con questo e con quello, sapeva ciò che accadeva in tutto il paese [...]

[...] , finchè c’era stato bisogno, era corso di qua e di là senza fiato, e s’era strappati i capelli anche lui. Adesso che il nonno stava meglio [...]

[...] , e stava ad ascoltare con tanto d’occhi. Era divenuta curiosa anche lei, e stava tutta orecchi quando ne parlavano, e al fratellino della Nunziata [...]

[...] , o ad Alessi, allorchè venivano pel vino, regalava delle mele e delle mandorle verdi, per sapere chi s’era visto nella strada del Nero. Don [...]

[...] Michele giurava e spergiurava che non era vero, e spesso la sera, quando l’osteria era già chiusa, si udiva un casa del diavolo dietro la porta [...]

[...] . Ma era tempo perso. – Non vedete che voga al largo e non si fa più vedere? esclamava la Santuzza. – Questo è segno che la cosa è vera com’è vero [...]

[...] appuntava i piedi in terra come un mulo, e diceva di no. E chi era là presente, a godersi la scena, osservava che massaro Filippo faceva una bella [...]

[...] pulita meglio dei suoi bicchieri. Ma quella volta donna Rosolina, che era gelosa di suo fratello il vicario, e si confessava spesso anche lei per [...]

[...] lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava a furia di domande, sicchè infine il poveretto dovette dire che c’era il sigillo della [...]

[...] di nessuno, e sua figlia non l’avrebbe data a uno che si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro, ed era nel peccato mortale colla Santuzza [...]

[...] leggeva le corna quando la Signora non era alla finestra, e non poteva udire quello che si diceva nella spezieria; ma donna Rosolina diede una buona [...]

[...] lavata di capo a suo fratello, appena venne a sapere che si era messo in quel pasticcio, perchè quelli della sciabola bisogna tenerseli amici [...]

[...] donna Rosolina; così non l’acchiappereste voi l’inimicizia. Però in aria misteriosa andava ripetendo che era una cosa sotto sigillo di confessione [...]

[...] , a tutte le comari e i vicini che venivano a ronzarle attorno per sapere come s’era venuto a scoprire quell’imbroglio. Piedipapera, dacchè aveva [...]

[...] dicevano. Dicevano che se don Silvestro si era messo in testa di far cascare la Barbara coi suoi piedi, ci sarebbe caduta, tal briccone matricolato [...]

[...] egli era! Però gli facevano di berretto, e gli amici gli accennavano col capo, sogghignando, quando andava a chiacchierare nella spezieria. – Siete [...]

[...] cugina Anna che torna dal lavatoio. Poi se ne stava a vedere l’ombra delle case che si allungava; e quando non c’era più il sole sulla porta lo [...]

[...] sino a quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con don Giammaria. Però il confessore le [...]

[...] , perchè si morirebbe di crepacuore. Le erano morti il figlio e il marito; l’avevano scacciata dalla casa; ma adesso era contenta che fosse [...]

[...] riescita a pagare il medico e lo speziale, e non doveva più niente a nessuno. A poco a poco il nonno era arrivato a dire: – Datemi da fare qualche cosa [...]

[...] mastro Turi, a vedere la Provvidenza, e stava lì a godersi il sole. Infine era tornato a imbarcarsi coi ragazzi. – Tale e quale come i gatti! diceva [...]

[...] girondolare davanti la casa del nespolo, a guardare in alto, colle mani dietro la schiena. La porta era chiusa, i passeri cinguettavano sul tetto, e la vite [...]

[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]

[...] , dimenticandosi che era sordo. Quella strega ha il diavolo che la pizzica sotto la gonnella! E dire che tengono la medaglia della Madonna sul petto! Bisognerà [...]

[...] mandare perfino le guardie e don Michele a mettere sotto custodia la Vespa; la quale, infine, era sua nipote, e doveva pensarci lui; e don [...]

[...] Michele era pagato per questo, per guardare gli interessi dei galantuomini. La gente si divertiva a veder padron Cipolla correre di qua e di là anche [...]

[...] non fosse buona nemmeno la figlia di Vittorio Emanuele, chè aveva piantato la Malavoglia senza dire: vi saluto! Mena però non s’era messo il [...]

[...] grattarsi il capo. Verso l’avemaria sulla riva c’era una fiera addirittura, e grida e schiamazzi d’ogni genere. Nel cortile dei Malavoglia il lume stava [...]

[...] Nunziata, perchè c’era da guadagnare per tutti, e lungo il muro si vedevano quattro file di barilotti già belli e preparati, coi sassi di sopra [...]

[...] conosceva quei denari soldo per soldo, quelli delle arancie e delle ova, quelli che aveva portati Alessi dalla ferrovia, quelli che Mena s’era [...]

[...] donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni; e davanti a ogni porta c’era una fila di barilotti, che un cristiano si ricreava il naso a passare per [...]

[...] ragionamento che avevano fatto a quattr’occhi, sebbene don Silvestro non avesse aperto bocca, è vero, ma era stato zitto ad ascoltare. Si sapeva poi [...]

[...] che era in rotta colla Betta di mastro Croce, perchè il sindaco voleva farlo lei, e suo padre s’era lasciato mettere la gonnella al collo, talchè [...]

[...] predicava che senza uomini nuovi non si faceva nulla, ed era inutile andare a cercare i pezzi grossi, come padron Cipolla, il quale vi diceva che per [...]

[...] pensava ad altro che alle sue chiuse e alle sue vigne, e solo ci aveva prestato orecchio quando s’era parlato di levare il dazio sul mosto. – Gente [...]

[...] vicario, ora che aveva il disopra, e la moglie di don Franco era là, che ei poteva tirare le sassate dietro il muro, si divertiva a fare arrabbiare lo [...]

[...] di maccheroni, nel pollaio dov’era nascosto, perchè quel bietolone non mangiava da ventiquattr’ore, ed era tutto pieno di pollini! E ’Ntoni [...]

[...] conchiudere nulla, che ognuno restava della sua opinione, e questa volta inoltre c’era lì presente la Signora, talchè don Franco non poteva [...]

[...] alle ragazze, e avevano dei fazzoletti di seta in ogni tasca del giubbone; sicchè il paese era in rivoluzione per loro. ’Ntoni, quando la sera [...]

[...] ! Carne da lavoro! E si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia, e voleva andarsene a far fortuna, come gli altri; tanto che sua madre [...]

[...] , ragazzo mio! Qualcosa che non c’era prima. «Chi va coi zoppi, all’anno zoppica». – C’è che sono un povero diavolo! ecco cosa c’è! – Bè! che [...]

[...] dire davanti a tua madre. – Mia madre... Era meglio che non mi avesse partorito, mia madre! – Sì, accennava padron ’Ntoni, sì! meglio che non t’avesse [...]

[...] . – Va, va a starci tu in città. Per me io voglio morire dove son nato; – e pensando alla casa dove era nato, e che non era più sua si lasciò cadere [...]

[...] ! Quando la buon’anima di tuo nonno mi lasciò la Provvidenza e cinque bocche da sfamare, io era più giovane di te, e non aveva paura; ed ho fatto il mio [...]

[...] , e quando non sapevi ancora abbottonarti le brache, che allora non ti era venuta in mente la tentazione di muovere le gambe, e andartene pel mondo [...]

[...] di tuo padre e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a casa stanca che non ne posso più; e prima non era così. No, figlio mio, non [...]

[...] partenza, chè la madre lo covava cogli occhi, quando lo vedeva un po’ triste, seduto sulla soglia dell’uscio; e la povera donna era davvero così pallida [...]

[...] cuore, che glielo strappavano a pezzetti, ora l’uno e ora l’altro. A Catania c’era il colèra, sicchè ognuno che potesse scappava di qua e di là, pei [...]

[...] villaggi e le campagne vicine. Allora a Trezza e ad Ognina, era venuta la provvidenza, con tutti quei forestieri che spendevano. Ma i rigattieri [...]

[...] ci pensò dopo, che uno sconosciuto, il quale pareva stanco anche lui, poveraccio, c’era stato seduto pochi momenti prima, e aveva lasciato sui sassi [...]

[...] come un voto della Madonna, e colle occhiaie nere; talchè la Mena che era sola in casa, si mise a piangere al solo vederla, e la Lia corse a [...]

[...] dalle imposte, si mise le mani nei capelli. Maruzza era già coricata, con certi occhi, che visti così nel buio, a quell’ora, sembravano vuoti come se [...]

[...] lettuccio, e non sapevano che fare, e davano della testa nelle pareti. Allora la Longa vedendo che non c’era più speranza, volle che le mettessero sul [...]

[...] già non si sentiva più, ’Ntoni! A te che sei il maggiore raccomando questi orfanelli! – E sentendola parlar così, mentre era ancor viva, tutti gli [...]

[...] tonaca di San Francesco, – da vero frate egoista che era! – predicava lo speziale. Lui invece, se gli avessero portato la ricetta del medico per [...]

[...] qualche medicina, avrebbe aperto la spezieria anche di notte, che non aveva paura del colèra; e diceva pure che era una minchioneria il credere che [...]

[...] pallida e ancora sbalorditi. Le comari da lontano domandavano come fosse accaduta la disgrazia; chè comare Maruzza c’era capitata una delle prime [...]

[...] occhi lustri, e correvano a chiudersi in casa. Nel paese era un gran squallore, e per le strade non si vedevano nemmeno le galline; persino [...]

[...] tarì al mese che gli davano di bidello comunale, e temeva che gli facessero la festa come tirapiedi del Governo. Adesso don Michele era padrone [...]

[...] della strada, dacchè Pizzuto, don Silvestro, e tutti gli altri erano andati a rintanarsi come conigli, e non c’era che lui a passeggiare davanti [...]

[...] di là giorno e notte, era la Locca, coi capelli bianchi e arruffati, che si metteva a sedere davanti alla casa del nespolo, o aspettava le barche [...]

[...] , e li vedeva assottigliare a soldo a soldo. Ma ei non pensava ad altro se non che Maruzza era morta fuori della sua casa, e cotesto non gli poteva [...]

[...] tanto stento ne restarono appena la metà, tornò a dire che così non poteva durare, a quella vita di fare e disfare; che era meglio di tentare un colpo [...]

[...] solo per levarsi dai guai tutti in una volta, e che là, dove era morta sua madre in mezzo a tutta quella porca miseria, non voleva più starci [...]

[...] lontano lontano, a tante cose passate, che il cuore ne era tutto gonfio. – Dalla casa del nespolo non posso passarci più – diceva quando stava a [...]

[...] , e il suo tabarro foderato di pelle, chè oramai lui era vecchio, e non gli serviva più. I ragazzi vedendo il fratello maggiore affaccendarsi nei [...]

[...] se ne è andato mio padre, – disse infine la Nunziata la quale era andata a dirgli addio anche lei, e stava sull’uscio. Nessuno allora parlò più. Le [...]

[...] potuto vedere e parlare. Ma ripeteva quello che le era rimasto più fitto nella mente, quando ’Ntoni aveva detto un’altra volta di volere andarsene [...]

[...] dietro Alessi facendosi coraggio, come il fratello era già lontano; e allora la Lia cominciò a strillare. – Così se n’è andato mio padre, disse [...]

[...] infine la Nunziata, la quale era rimasta sulla porta. ’Ntoni si voltò prima di scantonare dalla strada del Nero, cogli occhi lagrimosi anche lui [...]

[...] dire: – Così se ne è andato mio padre. XII Padron ’Ntoni, ora che non gli era rimasto altri che Alessi pel governo della barca, doveva prendere [...]

[...] a giornata qualcheduno, o compare Nunzio, che era carico di figliuoli, e aveva la moglie malata, o il figlio della Locca, il quale veniva a [...]

[...] tanti che erano morti e gli avevano truffati i denari, talchè aveva preso il colèra anche lui, ma non era morto, aggiungeva il figlio della Locca, e [...]

[...] ; avrebbe voluto farsi in quattro per guadagnarsi la sua giornata; era il pesce che non voleva farsi prendere. E quando tornavano mogi mogi, sbattendo i [...]

[...] un pezzo, col cuore stretto, si decise a parlare colla Mena di quel che doveva farsi oramai. Ella era giudiziosa come sua madre, e non c’era altri [...]

[...] in casa per parlarne, di tanti che c’erano prima! Il meglio era vendere la Provvidenza, che non rendeva nulla, e si mangiava le giornate di [...]

[...] compare Nunzio e del figlio della Locca; se no quei soldi della casa se ne sarebbero andati tutti a poco a poco. La Provvidenza era vecchia e aveva [...]

[...] la Provvidenza era buona da mettere sotto la pentola, e così parlando lo tirava sulla riva; là si vedevano le toppe, sotto la impeciatura nuova [...]

[...] , era come certe donnaccie che sapeva lui, colle rughe sotto il corsetto; e tornava a darci dei calci nella pancia, col piede zoppo. Del resto il [...]

[...] comprarla? Padron Cipolla non voleva di quei vecchiumi. Quello era affare dello zio Crocifisso. Ma in quel momento lo zio Crocifisso aveva altro per [...]

[...] Silvestro era riusci- to a tirarli un’altra volta, lui, massaro Filippo e qualche altro pesce grosso, per discorrere degli affari del Comune, che [...]

[...] era entrata in ballo anche la Mangiacarrubbe, la quale s’era messo in testa di pigliarselo lei, Brasi Cipolla, giacchè era di chi se lo pigliava [...]

[...] ; lei almeno era una bella ragazza con tanto di spalle, e non vecchia e spelata come la Vespa. Ma la Vespa aveva la sua chiusa, e la [...]

[...] Cipolla, ora che suo padre se l’era rimorchiato di nuovo in casa pel colèra, e non andava a nascondersi più nella sciara, o per la chiusa, o dallo [...]

[...] era sempre là intorno, a gironzare colle braccia penzoloni, il naso in aria e la bocca aperta, come Giufà. La Mangiacarrubbe dal suo canto stava [...]

[...] – andava dicendo la Zuppidda, e quel bietolone di Brasi prendeva tutto per oro contante, ed era imbestialito, che non aveva paura nemmeno di suo padre [...]

[...] collane. – Mena invece non ci metteva neppure il naso alla finestra, perchè non ci stava bene, adesso che le era morta la mamma, e aveva il [...]

[...] andare anche al lavatoio, e alla fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a giornata; sicchè non era più come Sant’Agata, quando nessuno [...]

[...] la vedeva, e stava sempre al telaio. Adesso aveva poco tempo da stare al telaio. Don Michele, dal giorno che la Zuppidda s’era messa a predicare [...]

[...] . La sera gli uomini tornando dal mare, trovavano ogni cosa preparata; la pentola che bolliva, e la tovaglia sul desco; oramai quel desco era troppo [...]

[...] cominciava a farsi uomo anche lui, ed era un buon figliuolo della pasta dei Malavoglia. Quando poi avrebbero maritato le ragazze e ricomperata la casa, se [...]

[...] , affacciandosi sull’uscio, è segno che il giorno dopo farà bel tempo e potrà andare al lavatoio. – La cugina Anna era nello stesso caso, perchè la sua [...]

[...] chiusa e la sua vigna erano il lavatoio, e la sua festa era quando aveva della roba per le mani, tanto più ora che suo figlio Rocco faceva festa [...]

[...] delle donnicciuole a piagnucolare; e solo chi non gli bastava l’animo di lasciare la sua donnicciuola, era quella bestia del figlio della Locca, che [...]

[...] tratto, si venne a sapere che era tornato ’Ntoni di padron ’Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava di farsi vedere senza [...]

[...] scarpe. Se fosse stato vero che torna- va ricco, i danari non avrebbe avuto dove metterli, tanto era lacero e pezzen- te. Ma il nonno e i fratelli gli [...]

[...] conosceva più la Lia, tanto s’era fatta grande, e gli dicevano: – Ora non ci lascerai più, non è vero? Il nonno si soffiava il naso anche lui, e [...]

[...] che bisognava dare un calcio al mondo come era fatto adesso, e rifarlo da capo. Anche lui, colla sua barbona, che predicava di cominciar da capo [...]

[...] , era di quelli che avevano acchiappato la fortuna, e la teneva negli scarabattoli, e si godeva il ben di Dio stando sulla porta della bottega, a [...]

[...] altro egli se l’era riempita di giudizio, la pancia, e andava a raccontare quello che aveva imparato sulla piazza, nella bottega di Pizzuto, ed [...]

[...] anche all’osteria della Santuzza. Ora non vi andava più di nascosto all’osteria della Santuzza, che s’era fatto grande, e il nonno non gli avrebbe [...]

[...] la barca, che non si lavorava più? o si mangiava pasta e carne tutti i giorni? Mentre laggiù, dov’era stato lui, c’era della gente che andava [...]

[...] una barba e l’altra, ed anche Piedipapera, che era il suo mestiere di chiacchierare con questo e con quello per cercare le senserie. E si [...]

[...] discorreva di ciò che succedeva in paese, di quello che donna Rosolina aveva raccontato a suo fratello, sotto il sigillo della confessione, quando era [...]

[...] di 30 onze, dicevano, con tanta gente che era morta di colèra, e gli erano rimasti i pegni. Ora Campana di legno, per non saper che fare di tutti [...]

[...] quegli anelli e di tutti quegli orecchini rimastigli in pegno, si maritava con la Vespa; la cosa era certa, che l’avevano visto persino andare a [...]

[...] il mondo non andava bene, e bisognava buttare in aria ogni cosa, e rifar da capo. Ma con quella gente lì, era proprio come pestar l’acqua nel [...]

[...] mortaio. Il solo che ne capisse qualche cosa era ’Ntoni, che aveva visto il mondo, e aveva aperto un po’ gli occhi come i gattini; da soldato gli [...]

[...] speziale, il quale era un buon diavolaccio con tutti, e non aveva pel capo i fumi di sua moglie, la quale lo sgridava – O tu perchè t’immischi [...]

[...] scranne; e spiegava loro parola per parola quello che diceva il giornale, mettendoci il dito, che il mondo avrebbe dovuto andare come era scritto là [...]

[...] dalla testa». Anch’io sarei come voi, se non avessi studiato, e non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane. Infatti dicevano che era un bel [...]

[...] mestiere quello che gli aveva insegnato suo padre allo speziale, di pestare nel mortaio, e di far denari coll’acqua sporca; mentre c’era gente [...]

[...] c’era mai stato nei Malavoglia, e gli venivano le lagrime agli occhi. La notte, quando si alzava e chiamava Alessi per andare al mare, lasciava [...]

[...] cui non aveva nulla da fare, e non finiva più. Oramai non era un ragazzo per passare il tempo ad andare per le ginestre nella sciara, cantando [...]

[...] te sarebbe meglio che non venisse la domenica; perchè il giorno dopo sei come se fossi malato. Ecco quello che era meglio per lui, che non venisse [...]

[...] sottovoce d’entrare dalla cucina che in casa c’era il nonno. – A me non me ne importa! rispondeva. Il giorno dopo si levava stravolto e di cattivo [...]

[...] prediche se le faceva da sè stesso, a voce bassa, ed era tutta colpa della sua disgrazia che l’aveva fatto nascere in quello stato. E andava a [...]

[...] Catania. Però ’Ntoni si seccava a leggere; prima di tutto perchè era una fatica, e quand’era soldato gli avevano insegnato a leggere per forza [...]

[...] ; ma adesso era libero di fare quello che gli pareva e piaceva, e aveva un po’ dimenticato come si cacciano insieme le parole nello scritto. Poi [...]

[...] gente siffatta era proprio pestar l’acqua nel mortaio, diceva. E Piedipapera, appena ’Ntoni voltava le spalle, soggiungeva sottovoce: – Se [...]

[...] i suoi passi, aveva gettato gli occhi su di Lia, la quale si era fatta una bella ragazza anche lei, e non aveva nessuno che le stesse a guardia [...]

[...] era vanerella peggio di suo fratello ’Ntoni, e le piaceva starsene sulla porta a far vedere il fazzoletto colle rose, che ognuno le diceva [...]

[...] amici della taverna invece era allegro e chiacchierone, e teneva d’occhio anche il banco, allorchè la Santuzza andava a confessarsi. Sicchè, tutti [...]

[...] , contro di lui, che viveva alle spalle di sua figlia, come un canonico; la Santuzza rispondeva che era la padrona, se voleva far vivere alle sue [...]

[...] voltandosi le spalle. Padron ’Ntoni era ridotto a non aprir bocca, per non litigare col nipote; e ’Ntoni poi, quand’era stanco della predica [...]

[...] una nuova da inventare. Una volta inventarono di fare la serenata allo zio Crocifisso, la notte in cui s’era maritato colla Vespa, e condussero [...]

[...] prese con quella canaglia della Santuzza, nella taverna della quale s’era macchinata tutta quella birbonata, per gelosia che lei se l’era trovato [...]

[...] aveva fatto la Vespa con quel vestito nuovo che costava denari. La Vespa era sempre a spendere e spandere, che se l’avessero lasciata fare [...]

[...] avrebbe vuotato il sacco in una settimana; e diceva che la padrona adesso era lei, tanto che tutti i giorni c’era il diavolo dallo zio Crocifisso. Sua [...]

[...] fazzoletto nuovo peggio di prima; perchè se avesse saputo quel che le doveva venire dal matrimonio, con quel bel marito che le era toccato, si [...]

[...] Maria! E lui strillava che era rovinato; che non era più padrone del fatto suo; che v’era tuttora il colèra in casa, e volevano farlo morire di [...]

[...] che Brasi Cipolla s’era lasciato rubare dalla Mangiacarrubbe, come un bietolone, e padron Fortunato li andava cercando per la sciara, e pel [...]

[...] mestiere lo faceva dove era grasso, e ci mangiava e beveva, che era un piacere a vederlo. Ora portava la testa alta, e se la rideva se il nonno gli [...]

[...] diceva qualche parola a bassa voce; adesso era il nonno che si faceva piccino, quasi il torto fosse suo. ’Ntoni diceva che se non lo volevano in casa [...]

[...] un po’ di riposo, finchè era giovane, e non abbaiava la notte come il nonno. Il sole c’era lì per tutti, e l’ombra degli ulivi per mettersi al [...]

[...] infine si aveva sonno, ci era lì la chiusa dove pascevano i montoni di compare Naso, per sdraiarsi a dormire il giorno, o la stalla di comare suor [...]

[...] Mariangela quand’era notte. – Che non ti vergogni di far questa vita? gli disse alfine il nonno, il quale era venuto apposta a cercarlo colla [...]

[...] avuto pel capo quelle cose che ci aveva ’Ntoni, e avevano sempre fatto senza lamentarsi quello che dovevano fare; e mulinava pure che era inutile [...]

[...] pensare alla dote di Mena, e di Lia, giacchè non ci sarebbero arrivati mai. La povera Mena pareva che lo sapesse anche lei, tanto era avvilita. Le [...]

[...] aveva anche lei, poveretta, quell’ubbriacone di Rocco, e oramai tutti lo sapevano; e la Nunziata era troppo piccola quando quel bel mobile di suo [...]

[...] , e non ne avevano più paura: anzi la Lia s’era lasciata andare a dire anche lei le barzellette, e ci rideva sopra; nè la Mena osava sgridarla, o [...]

[...] stare lì per comare Barbara, e non gli diceva nulla. Ma don Michele alla Lia le giurava che non era per la Barbara, e non ci aveva mai pensato [...]

[...] saper che fare. – Voi non l’avete voluto il fazzoletto di seta, comare Lia, diss’egli alla ragazza, la quale s’era fatta rossa come un papavero, ma [...]

[...] che c’era stata la caccia delle quaglie a due piedi. – Tu va a dormire, ripeteva Mena alla sorella. Tu sei troppo giovane, e certe cose non devi [...]

[...] della combriccola. – E non ti ha detto altro? – No, non mi ha detto altro. ’Ntoni allora giurava che non era vero niente, e non lo dicesse al nonno [...]

[...] Michele e dei suoi galloni, che era ben pagato per succhiare il sangue del povero. Bella cosa! Don Michele non aveva bisogno di cercare di aiutarsi in [...]

[...] colle bocce dei peperoni, per far vedere di che era capace; poichè non glielo avrebbero levato dalla testa colle tenaglie che don Michele, colla [...]

[...] sua pancia, ora che si era levato dal peccato mortale colla Santuzza, non cercasse una donna di casa e di giudizio, come intendeva lei; perciò lo [...]

[...] un soldo se te lo doveva, quando era segnato col carbone sul muro. Ora che non c’è più lui, non viene nemmeno massaro Filippo. L’altra volta è [...]

[...] occhi anche lei, giacchè tutto quello che le diceva suo padre era il santo evangelio, e non trattava più ’Ntoni come prima. Se c’era un rimasuglio [...]

[...] spaccar legna, brontolando, o a soffiare nel fuoco, per fare meno fatica. Ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane, peggio di quello che [...]

[...] don Michele era tornato a girandolare davanti l’osteria, che l’aspettava anche sulla piazza, quando andava a confessarsi, e lo zio Santoro gli [...]

[...] la strada. La Santuzza allora cominciò a fare il diavolo, e rispondergli che era venuto apposta per farle fare peccati, mentre aveva l’ostia in [...]

[...] truogolo in casa, e cercano il maiale. – Ma ’Ntoni giurava che non era vero, e a lui non gliene importava di queste cose; alle femmine non ci [...]

[...] prendersi in moglie la sorella di ’Ntoni Malavoglia. ’Ntoni, ora che era in miseria, non aveva più ritegno di mostrarsi insieme a Rocco Spatu e a [...]

[...] tornava a dire alla Mena: – Vostro fratello vi darà qualche dispiacere, comare Mena! Mena era ridotta ad andare a cercare il fratello sulla sciara [...]

[...] bel piangere e un bel pregare, egli tornava a dire che non aveva nulla da perdere, e dovevano pensarci gli altri più di lui; che era stanco di [...]

[...] , dacchè si era messa la Vespa addosso, e non andava nemmeno in chiesa, per stare lontano dalla moglie almeno il tempo della messa; così si dannava [...]

[...] tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: – Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. – E come massaro [...]

[...] Filippo era pure tornato all’osteria – Anche quell’altro! Che non sa starci senza don Michele? È segno che è innamorato di don Michele, piuttosto [...]

[...] sciara e parlandogli nell’orecchio. Egli tentennava sempre a dir di sì, come un minchione che era. Allora gli rinfacciavano: – Ti sta bene a morir di [...]

[...] , dicendo che era tossico di quello che avevano dato a Gesù sacramentato! – E battezzato per giunta, che la Santuzza ci aveva messa l’acqua, ed era una [...]

[...] dell’uscio colla scopa, tanto era affamato. Allora ’Ntoni cominciò a fare il diavolo, gridando e rompendo i bicchieri, che l’avevano messo fuori [...]

[...] infine Peppi Naso colla cinghia di cuoio che s’era levata dai calzoni, e dove arrivava levava il pelo. Don Michele si spolverò la montura, andò a [...]

[...] l’incontrava. XIV Quando ’Ntoni Malavoglia incontrò don Michele per dargli il resto fu un brutto affare, di notte, mentre diluviava, ed era scuro [...]

[...] potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei soldi in tasca e li faceva ballare nella mano. Don Michele era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu [...]

[...] quanti, lei e don Michele! Cinghialenta era il solo che stesse in sensi per tutti, e lo tirava pel giubbone, e gli diceva: – Lascia stare per stasera [...]

[...] bottega di Pizzuto. Arrivati dietro l’uscio, adesso che don Michele era ben lontano, ’Ntoni volle a forza che si fermassero per udire quello che diceva [...]

[...] ! saltò su ’Ntoni; e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di voi altri! Compare Pizzuto non voleva aprire a quell’ora, e rispondeva che era in [...]

[...] d’andarle a contare a don Michele! E Piedipapera s’è visto stasera? – Neanche sulla piazza; era lì nella spezieria a fare la repubblica collo [...]

[...] fosse passato per la strada del Nero, invece di scantonare per la viottola. Don Michele c’era stato davvero verso un’ora di notte, e aveva picchiato [...]

[...] all’uscio. – Chi è a quest’ora, disse Lia, la quale orlava di nascosto un fazzoletto di seta che don Michele infine era riescito a farle prendere [...]

[...] , appena principiò a rompere l’alba, la gente si affollava davanti alla bottega di Pizzuto, che c’era ancora il lumicino; e lì si faceva un gran [...]

[...] chiacchierare di quel che era successo, in quel diavolìo della notte. – Hanno sorpreso il contrabbando e i contrabbandieri; raccontava Pizzuto, – e don [...]

[...] . – Hanno ammazzato don Michele! – Ah! mamma mia! – gridò il vecchio cacciandosi le mani nei capelli; ed anche la Lia si era cacciate le mani nei capelli [...]

[...] grandicello, e raccomandata la sua casa alla vicina, ed era corsa da comare Mena, a piangere con lei, come una che non aveva ancora gli anni del [...]

[...] casa, nè di nulla! – diceva egli col viso pallido come quello di ’Ntoni, quando l’avevano condotto in città fra gli sbirri, e tutto il paese era [...]

[...] poteva vederla. Il nonno era andato a cercare l’avvocato, quello delle chiacchiere, che adesso, dopo aver visto passare anche don Michele, mentre [...]

[...] pareva che ’Ntoni dopo quel terremoto dovesse tornare a casa e starsene sempre con loro, come quando era ragazzo. Don Silvestro gli fece la carità [...]

[...] dobbiamo aiutare i nostri simili. L’avvocato, dopo che ebbe udito ogni cosa, e si fu raccapezzato per merito di don Silvestro, disse che era una [...]

[...] bella causa, da buscarsi sicuro la galera, se non c’era lui, e si fregava le mani. Padron ’Ntoni diventava molle come un minchione al sentir parlare di [...]

[...] galera; ma il dottor Scipione gli batteva sulla spalla, e gli diceva che non era dottore se non gliela faceva cavare con quattro o cinque anni di [...]

[...] , mentre dormivano. Ma don Silvestro si fregava le mani come l’avvocato, e diceva che lo sapeva lui perchè li avevano citati, ed era meglio per [...]

[...] arrivato davanti a quelle finestre colle inferriate, e i soldati col fucile che le guardavano, e guardavano tutti coloro che entravano, si era sentito [...]

[...] male allo stomaco, ed era rimasto ad aspettare lì davanti, seduto sul marciapiedi, in mezzo a quelli che vendevano castagne e fichidindia, e non [...]

[...] fresco come una rosa, fregandosi le mani; e gli diceva che suo nipote stava bene, anzi era ingrassato. Adesso al povero vecchio gli pareva che suo [...]

[...] comparire davanti alla giustizia, ed era pallido peggio di ’Ntoni Malavoglia che stava dietro la grata come una bestia feroce, coi carabinieri [...]

[...] quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ’Ntoni Malavoglia in un batter d’occhio. Tutto il paese era andato a [...]

[...] parola sulla carta. Don Michele era là, giallo anche lui, seduto sulla sedia, di faccia ai giudei che sbadigliavano e si facevano vento col [...]

[...] giustizia dove era stato ’Ntoni e dove aveva passata quella sera. – Guardate cosa vanno a domandare alla Santuzza, borbottava la Zuppidda. Son [...]

[...] : – Questa è la verità. Li ho visti io cogli occhi miei, e lo sa tutto il paese. Quella mattina nella casa dei Malavoglia c’era stata una tragedia, che [...]

[...] vecchio pensava sempre che adesso suo nipote era dei soldati. Intanto l’avvocato chiacchierava e chiacchierava che le parole andavano come la [...]

[...] carrucola di un pozzo. Diceva di no, che non era vero che ’Ntoni Malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate. Il presidente era andato a scavarle [...]

[...] fuori per cacciare nei guai un povero figliuolo, poichè questo era il suo mestiere. Ma infine come poteva dirlo il presidente? L’aveva visto lui [...]

[...] quel momento l’avvocato il quale diceva che ’Ntoni era un ubbriacone. Ad un tratto rizzò il capo. Questa era buona! questa che diceva l’avvocato [...]

[...] di coltellata che s’era presa nello stomaco: – chi dice che gliel’ha data ’Ntoni Malavoglia? predicava l’avvocato. chi lo può provare? e chi lo sa [...]

[...] se don Michele non se l’era data da sè la coltellata, apposta per mandare in galera ’Ntoni Malavoglia? Ebbene volevano saperlo? Il contrabbando [...]

[...] non ci entrava proprio per nulla! Fra don Michele e ’Ntoni di padron ’Ntoni c’era della ruggine vecchia per affar di donne. – E padron ’Ntoni [...]

[...] Santuzza con don Michele, il quale si mangiava le mani dalla gelosia, dopo che la Santuzza s’era incapriccita di ’Ntoni, e s’erano incontrati di [...]

[...] ! Allora padron ’Ntoni non udì più nulla, perchè le orecchie gli si misero a zufolare, e vide per la prima volta ’Ntoni, il quale s’era alzato [...]

[...] portarono il nonno sul carro, e Mena era corsa ad incontrarlo, che oramai non si vergognava più della gente, Lia uscì nel cortile e poscia nella [...]

[...] strada, e se ne andò davvero, e nessuno la vide più. XV La gente diceva che la Lia era andata a stare con don Michele; già i Malavoglia non [...]

[...] avevano più niente da perdere, e don Michele almeno le avrebbe dato il pane. Padron ’Ntoni adesso era diventato del tutto un uccellaccio di camposanto [...]

[...] , diceva che «la fame fa uscire il lupo dal bosco», e «cane affamato non teme bastone»; ma di lui non volevano saperne, ora che era ridotto in quello [...]

[...] in casa non c’era nessuno. Adesso la casa era grande come il mare, e ci si perdevano dentro. I denari se n’erano andati con ’Ntoni; Alessi era [...]

[...] altri del paese, dicevano che Alessi avrebbe fatto meglio a mandare il nonno all’Albergo dei poveri, ora che non era più buono a nulla; ma questa [...]

[...] era la sola cosa che facesse paura al poveraccio. Ogni volta che la Mena andava a metterlo al sole, conducendolo per mano, e ci stava per tutta [...]

[...] la giornata ad aspettare la morte, credeva che lo portassero all’Albergo, talmente era diventato un cucco, e balbettava: – La morte non viene mai [...]

[...] , sotto il mandorlo, nel momento in cui non ci era nessuno, e pareva dovesse dirle qualcosa di grosso; però muoveva le labbra senza parlare, e [...]

[...] , e per questo aveva acchiappato le febbri alla Bicocca, ed era stato per morire, tanto che aveva la faccia gialla e la pancia grossa come un otre [...]

[...] ; ma il mulo era grasso e col pelo lucente. – Vi rammentate quando sono partito per Bicocca? diceva lui, che stavate ancora nella casa del nespolo [...]

[...] tornato. Compar Alfio lo sapeva dov’era Lia; l’aveva vista coi suoi occhi, ed era stato come se avesse visto comare Mena quando stavano a [...]

[...] anche lui senza dire una parola accanto al desco dove non c’era nulla, e nessuno sedeva più a mangiare la sera. – Ora me ne vado, – ripeteva lui [...]

[...] aveva un po’ di denari anche lei, chè era una buona ragazza, e tutti la conoscevano in paese. Così anche i parenti dimenticano quelli che non ci sono [...]

[...] cosa, dopo che era andato in mano altrui. La Nunziata ci aveva la sua dote anche lei, dacchè i suoi fratellini cominciavano a buscarsi qualche [...]

[...] soldo, e non aveva voluto comprarsi nè oro nè roba bianca, perchè diceva che quelle cose son fatte per i ricchi, e la roba bianca non era bene di [...]

[...] farsela intanto che cresceva ancora. Era cresciuta infatti una ragazza alta e sottile come un manico di scopa, coi capelli neri, e gli occhi buoni [...]

[...] chiacchiere con lei. – I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano. – A Ognissanti mio [...]

[...] Malavoglia per quella casa del nespolo che nessuno la voleva, come se fosse scomunicata, e gli era rimasta sulla pancia; sicchè appena seppe che era [...]

[...] marito ed era padrona in casa, e non avrebbe cangiato lo zio Crocifisso con Vittorio Emanuele in carne ed ossa, neanche se l’avessero tirata pei [...]

[...] macellaio, dacchè gli era entrata in casa quell’altra vespa della Mangiacarrubbe. – Non possiamo più stare nemmeno in casa per non schiattare dalla [...]

[...] veniva a tastargli il polso, confermava che era meglio lo portassero all’ospedale, perchè lì dov’era si mangiava la carne sua e quella degli [...]

[...] all’Albergo. Alessi non voleva sentirne parlare di mandarlo all’Albergo, e diceva che finchè ci era del pane, ce n’era per tutti; e la Mena, dall’altra [...]

[...] avessero avuto la casa del nespolo si poteva allevarlo nel cortile, il maiale, giacchè quello era un guadagno sicuro con compare Naso. Nella casa del [...]

[...] nespolo c’era pure la stalla pel vitello, e la tettoia pel mangime, e ogni cosa; se ne andava ricordando a poco a poco, cercando qua e là cogli [...]

[...] che era proprio finita, e non ci era più bisogno di lui, che là in quel letto dove era, poteva starci anche degli anni, e Alessi o la Mena ed [...]

[...] poi! E la Santuzza baciava la medaglia che portava sul petto, per ringraziare la Madonna che l’aveva protetta dal pericolo dove era andata a [...]

[...] che muoia, – diceva. Almeno lei non gli faceva mancar nulla a suo padre, adesso che era invalido, e se lo teneva sull’uscio. – E vi aiuta anzi [...]

[...] dire queste cose quando c’era comare Venera la Zuppidda, la quale dopo che la leva si portava via i giovanotti del paese, aveva finito per [...]

[...] tonnina! La Zuppidda adesso predicava che il capo della casa era suo marito, ed egli era il padrone di maritare la Barbara con chi gli piaceva, e se [...]

[...] voleva darla a don Silvestro voleva dire che gliela aveva promessa, e aveva chinato il capo; e quando suo marito aveva chinato il capo, era peggio di [...]

[...] . Dacchè era stato al tribunale in mezzo a tutti quegli sbirri, don Franco era più arrabbiato di prima, e giurava che non ci sarebbe tornato più [...]

[...] bocca; e se due quistionavano nella piazza, correva a chiudere l’uscio acciò non lo chiamassero per testimonio. Don Giammaria era trionfante [...]

[...] della gente. Ei sapeva di chi parlava, che gli era venuta l’itterizia dalla collera, e donna Rosolina era dimagrita dalla bile, massime dopo che se [...]

[...] questo non c’era pericolo d’andare in prigione; e diceva che finchè ci sarebbero stati i preti era sempre la stessa cosa, e bisognava fare tavola rasa [...]

[...] cinguettavano fra di loro, e fino alla Nunziata cascavan le braccia, un giorno che Alessi non c’era, disse infine: – Chiamatemi compare Mosca, che [...]

[...] reggendolo per le ascelle, il giorno in cui Alessi era andato a Riposto, e avevano mandato via la Mena con un pretesto, che se no non l’avrebbero [...]

[...] , lungo la strada polverosa. – Ah Nunziata! chi l’avrebbe detto, quando stavamo a chiacchierare da un uscio all’altro, e c’era la luna, e i vicini [...]

[...] che chiocciavano, e la voce della Longa che aveva sempre da fare. Adesso tutto era cambiato, e quando uno se ne va dal paese, è meglio che non ci [...]

[...] torni più, perchè la strada stessa non sembrava più quella, dacchè non c’era più quel passeggio per la Mangiacarrubbe, e don Silvestro non si [...]

[...] faceva vedere nemmeno lui, aspettando che la Zuppidda cascasse coi suoi piedi, e lo zio Crocifisso s’era chiuso in casa a guardarsi la sua roba, o ad [...]

[...] si maritavano, Alfio Mosca avrebbe voluto prendersi comare Mena, che nessuno la voleva più, dacchè la casa dei Malavoglia s’era sfasciata, e compar [...]

[...] restate in mezzo alla strada. Mena si strinse nelle spalle, perchè era avvezza a fare la volontà di Dio, come la cugina Anna; e compare Alfio [...]

[...] cogli occhi finchè poteva vederlo, e poi guardava al muro dirimpetto e sospirava. Come aveva detto Alfio Mosca, Alessi s’era tolta in moglie la [...]

[...] ; – e così ella era salita nella soffitta della casa del nespolo, come le casseruole vecchie, e s’era messo il cuore in pace, aspettando i figliuoli [...]

[...] trovarono più. Rammentando tutte queste cose lasciavano il cucchiaio nella scodella, e pensavano e pensavano a tutto quello che era accaduto, che [...]

[...] stesso Alessi, che andò ad aprire, non riconobbe ’Ntoni il quale tornava colla sporta sotto il braccio, tanto era mutato, coperto di polvere, e [...]

[...] sporta e si alzò per andarsene. Alessi non osava dirgli nulla, tanto suo fratello era mutato. Ma al vedergli riprendere la sporta, si sentì balzare [...]

[...] andarsene. – Ve lo farò sapere dove sarò; disse infine, e come fu nel cortile, sotto il nespolo, che era scuro, disse anche: – E il nonno? Alessi non [...]

[...] tremante, quasi avesse freddo: – È morta anche lei? Alessi non rispose nemmeno; allora ’Ntoni che era sotto il nespolo, colla sporta in mano [...]

[...] d’andarsene voleva fare un giro per la casa, onde vedere se ogni cosa fosse al suo posto come prima; ma adesso, a lui che gli era bastato l’animo di [...]

[...] dicevano. Alessi che gli vide negli occhi il desiderio, lo fece entrare nella stalla, col pretesto del vitello che aveva comperato la Nunziata, ed era [...]

[...] grasso e lucente; e in un canto c’era pure la chioccia coi pulcini; poi lo condusse in cucina, dove avevano fatto il forno nuovo, e nella camera [...]

[...] : – Qui pure il nonno avrebbe voluto metterci il vitello; qui c’erano le chioccie, e qui dormivano le ragazze, quando c’era anche quell’altra [...]

[...] dormire nella loro casa. Gli altri stettero zitti, e per tutto il paese era un gran silenzio, soltanto si udiva sbattere ancora qualche porta che si [...]

[...] ! rispose ’Ntoni. Io devo andarmene. Là c’era il letto della mamma, che lei inzuppava tutto di lagrime quando volevo andarmene. Ti rammenti le belle [...]

[...] fermò ad ascoltare se chiudessero la porta della casa del nespolo, mentre il cane gli abbaiava dietro, e gli diceva col suo abbaiare che era solo in [...]

[...] , che si conoscevano tutte, e solo davanti alla bottega di Pizzuto c’era il lumicino, e Rocco Spatu colle mani nelle tasche che tossiva e [...]

[...] guardare il mare, che s’era fatto amaranto, tutto seminato di barche che avevano cominciato la loro giornata anche loro, riprese la sua sporta, e disse [...]

Chelli Gaetano Carlo
L'eredità Ferramonti
2 1884 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 448 occorrenze

[...] di Toto Setoli, un fornaio al Pellegrino, che lo aveva raccolto per carità. Poi il cascherino era passato garzone di banco; poi era andato ad [...]

[...] era pure toccato di veder Ferramonti lasciare la botteguccia dirimpetto, per occupar da padrone quella dov'era entrato cascherino. Era stato il colpo [...]

[...] castigo, se c'era una giustizia divina. Gregorio ci aveva riso su. Il trasloco lo metteva all'onore del mondo. Riapriva la bottega rinnovata [...]

[...] minacciato da Toto Setoli colpiva appunto da questa parte Gregorio. In realtà egli era un padre disgraziatissimo. Mario, il suo primogenito, sciupato [...]

[...] dalla madre, aveva sortito tutte le disposizioni possibili alla vita dello scavezzacollo. Vestiva da elegante; nuotava nei debiti; era un donnaiolo [...]

[...] sfrenato, capace di ogni porcheria. Era stato il primo ad uscir di casa, nel Sessantotto, a ventidue anni, dopo una scena ignobile. Padron [...]

[...] bottegaio, che spingono una famiglia ben provveduta a privarsi del necessario per accumulare. Fin da principio, quando Mario s'era imbrancato coi [...]

[...] rammentava un passato non confessabile. E non era bastato loro che la povera donna ne morisse di vergogna: dopo aver spinto essi stessi il padre a [...]

[...] cacciar via Mario come un cane, il loro odio s'era inasprito alla scoperta che il vecchio continuava a pagare i debiti del reietto. L'onore della [...]

[...] era messo per scherzo! Si contavano a migliaia gli scudi carpiti da lui. E Pippo risparmiavasi il pudore delle perifrasi: c'era dunque un patto [...]

[...] , ripromettendosi di fargliele pagar salate tutte in una volta. Era difficile prevedere in qual modo. Non cessava dall'amare il danaro e dall'accumularne [...]

[...] se stessa, era un'opinione arrischiata. Padron Gregorio, nei suoi momenti di penose espansioni, rivelava pure i crucci che gli aveva dato e che [...]

[...] . Poi, non si riusciva a capirla: era tirchia, gretta, interessata fino all'esagerazione, e aveva certe stravaganze cocciute di cervello guasto [...]

[...] ch'ella, nel proprio interesse, gli avrebbe dato almeno una soddisfazione. Le si era offerto un partito d'oro: un droghiere al Tritone, pieno [...]

[...] padre, s'era figurato che il traffico delle ferrarecce fosse preferibile a tutti: un pezzo di ferro è un pezzo di ferro, che ha il suo prezzo [...]

[...] con onore, l'accorgimento comune ai commercianti in genere, in cui egli si era agguerrito, dalla nascita, attendendo al forno di via del Pellegrino [...]

[...] ; ma era già troppo tardi per la parola impegnata e per le esigenze della sua vendetta contro il padre, che sarebbe mancata colla confessione di quel [...]

[...] , una rovina gli avrebbe offerto il mezzo di giustificare una risoluzione chiassosa. Aveva bisogno di parer rispettabile; s'era per questo rassegnato [...]

[...] Carelli, moglie e marito, colla parola insinuante e col sorriso adulatore di chi domanda un favore grande. Essi lo capivano, non era vero? Lui si [...]

[...] , sua moglie, era al caso di attendere al traffico. Che aiuto poteva Pippo aspettarsi da lei? Non la vedeva? Non si poteva più muovere dalla sua [...]

[...] tutti. Era la prima frase che Irene, la figlia dei Carelli, metteva nel colloquio, al quale aveva assistito in disparte, a cucire. — Dio mio, sì [...]

[...] della stessa casa, era il male di portarsi giù, qualche ora del giorno, i loro lavori donneschi, per una diecina di giorni. In capo a questo periodo [...]

[...] , la signora Rosa annuì risolutamente: sicuro, si poteva provare; Irene era abbastanza esperta. Lei, la signora Rosa, avrebbe trovato un posticino [...]

[...] era proprio bene imaginato, ed il signor Pippo se ne sarebbe trovato contento. Rimasero così. Pippo accettò disilluso, costrettovi dalle [...]

[...] dei suoi diciotto anni, era, per ciò che rifletteva la sua indole, un fiore delicato di modestia angelica, e per ciò che rifletteva la sua figura ed [...]

[...] , le procuravano ogni sorta di divertimenti onesti. Ma non c'era lingua velenosa di vipera che potesse dirla guastata da tali trattamenti. Non le [...]

[...] si erano mai conosciuti intrigucci o passioncelle di gioventù. Forse i possibili aspiranti alle sue preferenze, pensando che il matrimonio era il [...]

[...] negare la giustizia divina il dubitare sull'avvenire suo. Era un tipo di bruna; ma di bruna calma, senza linee capricciose, senza bagliori [...]

[...] lunghissime; ma che, in certi momenti d'oblio e di animazione, scintillavano di fierezza e di energia. Era una trasformazione rapida, che faceva presentire [...]

[...] cui sono indicati. Pareva nata e vissuta sempre nella bottega, e si sarebbe detto che ne avesse fatto il suo piccolo mondo. Ma ciò era il meno [...]

[...] . Era già accaduto più volte. Pippo ascoltava sbalordito. La maraviglia e l'ammirazione l'ammutolivano dinnanzi ad Irene, nelle penombre della [...]

[...] , fino al punto d'esserne intimidito. Era una cosa incredibile: Irene non lasciava il suo fare modesto e semplice, non aveva un atto che tradisse [...]

[...] assisteva muta, ansiosa, ad un'esplosione delle segrete amarezze di lui. Ah, sì? n'era curiosa? Ebbene, lo avrebbe visto, quanta roba c'era da buttar [...]

[...] altro. La difficoltà stava nel vedere se Irene avrebbe accettato lui proprio. Da questo lato egli era assalito da veri sgomenti d'uomo timido che [...]

[...] aspira a cose straordinarie. Per quanto modesta e buona, la giovinetta non era certo così malaccorta da ignorare che poteva pretendere una [...]

[...] schiacciava. Ma che! era una sciocchezza pensare soltanto a tal sogno! Invece Pippo continuò a pensarci tre o quattro giorni, interminabili. Alla fine [...]

[...] risolversi come il cuore e la ragione le avrebbero suggerito. Non era un linguaggio da buoni amici e da galantuomini?... Ebbene: domandavano il tempo [...]

[...] . Nonostante la coadiuvazione d'Irene, il traffico delle ferrarecce non prosperò quanto Pippo si era aspettato. Ci vollero dei mesi perchè i guadagni [...]

[...] una fortuna sùbita ed iperbolica coll'utilizzare la giovine donna. I disinganni della realtà lo irritavano e lo rendevano ingiusto. Ma dunque egli era [...]

[...] bottega, dirigendo lei di fatto il traffico, consigliando e guidando il marito nelle cose più minute ed in quelle più gravi. Poi era comparsa [...]

[...] si fece più vedere che un paio di volte per settimana, brevi momenti, all'impensata. Era come l'apparizione di un altro mondo, in mezzo ai metalli [...]

[...] l'allontanamento della giovine donna dalla bottega. Era troppo invanito di lei per soffrire di vederla al banco come una borghese qualunque. Non gli [...]

[...] importava rinunciare all'utile di un così prezioso aiuto. E d'altra parte, il rinunciarvi era forse un abile tratto di previdenza e di scaltrezza [...]

[...] . Se nella testa d'Irene frullavano dei progetti per l'avvenire, non conveniva ch'ella vi fosse distratta dalle cure del traffico. Egli si era [...]

[...] certo punto di vista, lo peggiorava. Infatti, s'egli era più spigliato, più corretto, se gli si affinavano i tratti, ed il suo linguaggio diventava [...]

[...] nei suoi sentimenti di dignità, di pudore e di morale. Era una cosa da ammattirne: la sua famiglia voleva assaggiare tutti gli scandali! A lui, Pippo [...]

[...] ferrarecce provava una sorda paura del nuovo avversario contro il quale avrebbe forse dovuto lottare un giorno o l'altro. Era la diffidente [...]

[...] Furlin. Il trafficante di ferrarecce ghignò, sollevato: infine, anche per questa volta, il diavolo non era così brutto come si dipingeva. Sta a vedere [...]

[...] . Suo marito doveva perdonarle, ma ella soffriva troppo di tutte quelle discordie di famiglia. E del resto, anche il caso ci si era messo di mezzo [...]

[...] un uomo di macigno? Il passato era il passato: ci si poteva mettere su un piastrone. Se i Furlin venivano, egli non avrebbe sbattuto loro la porta [...]

[...] sul viso. Due giorni dopo, la riconciliazione era un fatto compiuto. I Furlin si presentarono coll'aria di due sposi in visita, accolti da Irene [...]

[...] pensava che il cognato poteva esser benissimo una brava persona; ma che i suoi meriti non gli toglievano un'aria d'armeggione e d'intrigante. Era anche [...]

[...] scaltrezze. Si persuadeva sempre più che non era quello il tipo da rapire per amore una ragazza sul genere appunto di Teta. E lo colpiva il [...]

[...] il padrone. Le aveva dunque dato a bere qualche filtro, il furbo impiegato?... Nondimeno, Furlin era in buonissima vista, già segretario al [...]

[...] trovarci un sapore di romanticismo che rendeva Paolo Furlin interessante agli occhi di qualche alto funzionario dalle idee larghe ed ardite. Si era [...]

[...] , frattanto, con una cura minuziosa, ai modi, al linguaggio ed alle abitudini di cui non poteva ormai fare più a meno. Per conto proprio, egli era [...]

[...] familiarità d'un uomo avvezzo. Ed era un compagno prezioso nelle brigate; forse loquace più del bisogno, talvolta; ma inesauribile, pronto alla [...]

[...] diavolo, tacitamente. L'averlo per marito, era il solo torto che si rimproverasse ad Irene. Ne valeva molti. Ma se Pippo era cieco per se stesso, non [...]

[...] lo era per la sorella. Ne rideva a perdifiato, il bestione. Era dunque possibile ridursi così? Una serva non sarebbe stata più sottomessa, non [...]

[...] sangue nelle vene. Via! se Furlin si contentava soltanto di tenerla in conto di una scopa, era da fargliene un merito. Un altro al posto di lui, chi [...]

[...] sa come si sarebbe sbizzarrito! I Ferramonti presero a frequentare i martedì della signora Minelli, la moglie di un mediatore d'affari. Era [...]

[...] accorgersene ed a provocare una spiegazione; ma ci si venne alla fine, sotto le coltri, spenta la candela. Non c'era voluto meno per dar coraggio a Pippo [...]

[...] ?... — Non sapeva parlar che di Mario. Lui sempre, in tutte le salse, come se... — Tu non sai proprio nulla! — rise la giovine donna. — Era ben naturale [...]

[...] donna con un accento intraducibile. — Dovevo dirle il contrario, quando me lo ha domandato? Pippo allibì. Moglie e marito tacquero. Egli era [...]

[...] uscito dal salotto della Minelli, risoluto ad imporre alla moglie di non ripetere mai più che Mario era della loro stessa famiglia. Adesso invece [...]

[...] sorriso angelico. E dette delle spiegazioni al marito rimastole davanti a bocca aperta. In primo luogo era falso che Mario facesse torto alla famiglia [...]

[...] simpaticissimo. Lo desideravano e lo festeggiavano nelle migliori società. Ed era un'infame calunnia, che si facesse mantenere dalle amanti; lo era pure [...]

[...] , che vivesse all'azzardo. Nel ceto della gente d'affari aveva una posizione nota: era appunto mediatore d'affari molto accorto e molto attivo. Così [...]

[...] aver dato troppo la testa alla politica. Ora teneva Banco di cambio, prestiti, rappresentanze e collocamenti, al Corso. Era un galantuomo; ma un [...]

[...] , liberandolo da certe idee cattive di miscredente. Oh, era religiosissima, migliore assai di tante altre donne, alle quali non si avrebbe potuto rimproverare [...]

[...] nell'incontrarlo. Buon Dio! era pur necessario vedere come fosse fatto un uomo di cui si parlava tanto! Flaviana sorrideva alle velate allusioni che volevano [...]

[...] piena di sottintesi, come s'ella volesse serbare ad una parente stretta dell'amante le carezze manifeste che non poteva fare a lui. Frattanto Pippo era [...]

[...] lieve allusione. Rammentava com'ella era stata felice il giorno in cui s'era fatta la pace coi Furlin. Perchè non le procurava un altro momento [...]

[...] sarebbe stata perfetta. Gli toccò una sorpresa. Alle prime parole Teta lo interruppe con un'esclamazione di gioia. Si era deciso, infine! Ma sicuro [...]

[...] di aver torto. Ma adesso non v'era più un momento da perdere. Se ne sarebbe incaricato Paolo. — Paolo? — fece Pippo, fiutando un'altra novità. — Sì [...]

[...] mancanza di scaltrezza. Che importava ad ambedue, se Mario era il bastardo della famiglia e li aveva derubati in altri tempi? Adesso potevano sfruttarlo [...]

[...] , renderselo utile. Proprio era il momento di guardare le cose pel sottile!... Ambedue rammentarono nello stesso tempo di avere udito parlare tre o [...]

[...] quattro sere addietro, ai martedì della Minelli, di una prossima emissione di azioni: la comparsa di un nuovo Istituto bancario. Qualcuno s'era [...]

[...] mentre Teta veniva dai parenti, Paolo era andato a prender Mario. Si sarebbe aspettato ancora pochi minuti. Aspettarono invece più d'un'ora [...]

[...] contegno pel momento in cui suo fratello sarebbe comparso. Era un po' pallido. Non sapeva neppure attendere alle ciarle colle quali le due donne [...]

[...] ; la baciò sulle gote, e si volse al fratello che lo afferrava. Allora fu uno spettacolo scenico di tenerezza. Pippo era sincero; non poteva [...]

[...] di sciocchi ad aspettare tanto tempo. Certe cose fanno bene all'anima. Non è vero, Irene? Ella era in estasi. Restava a sedere sul sofà, muta, colle [...]

[...] ; dipingeva il viso fatto da Mario al sentire che si andava a casa di suo fratello. Del resto, era appunto bastato dirgli di venire. Oh, Mario si era mostrato [...]

[...] salotto di Irene un riflesso delle abitudini e dei gusti di via del Pellegrino. Aveva una curiosa famiglia. Ed il viso di Teta si era contratto per [...]

[...] avrebbe sostenuto la parte principale. In ogni modo, là, ella era la sola che avrebbe potuto dominare e volgere a proprio vantaggio le cupidigie che si [...]

[...] tratto verso di lei. E mentre il vino bevuto riscaldava i cervelli ed animava i discorsi, egli fantasticava stranamente. Irene era un'amabile donnina [...]

[...] , dopo tutto! il suo fascino era pieno di mistero. Dove intendeva dunque di arrivare? A mezzanotte stavano ancora insieme, un po' in cimberli. Mario [...]

[...] merito, e gli avevano dato la croce, un segretario la cui specialità era quella di temperare i lapis. Non faceva altro; visitava uno per uno, tutti i [...]

[...] giorni, i tavoli dei colleghi per lasciarvi i lapis temperati da lui, con certe punte più sottili di quelle degli aghi. Ma non era certo l'abilità [...]

[...] mostrare attitudine ed amor proprio. Che importava il merito? il miglior sistema era quello di farsi mandare innanzi a scapaccioni, a forza di [...]

[...] protezioni e d'intrighi. Lui se ne dichiarava stufo; era nella pelle di un impiegato per caso, e cercava tutte le strade per uscirne. Aspettava [...]

[...] stesso, tornando in casa della cognata, dove la famiglia s'era di nuovo riunita. Dette a Furlin, a voce alta, una buona notizia: — Sai? la tua parte [...]

[...] . Era semplicissima. Gli accordavano settantamila lire di titoli nell'emissione della Banca Italica di Credito Generale. Egli regalava diecimila [...]

[...] lire ad Irene e diecimila lire a Paolo. Serbava il resto per sè. Non era un bravo ragazzo? La sua figura giganteggiava in mezzo agli appetiti della [...]

[...] second'ordine, come Rinaldo Barbati, figuravano soltanto isolatamente, come eccezione. Il Consiglio di Amministrazione era una raccolta di [...]

[...] suoi affari e diventare il centro industriale e commerciale di una vasta regione. Insomma, il terreno era ben preparato. Importava saper cogliere il [...]

[...] giovine donna. Era la mattina del 23 maggio. I due cognati si trovavano soli per la prima volta. Irene accennò a Mario una sedia, vicino al tavolinetto [...]

[...] . Appunto. Era la parte di sua cognata. — Tanto! — esclamò lei, sorpresa: — come va? — Il guadagno è stato maggiore del previsto. Abbiamo buon fiuto, eh [...]

[...] tutto il suo viso. Lei non avrebbe imaginato tanta bontà d'anima, tanta generosità. Come avrebbe potuto dimostrare a Mario, che non era un'ingrata [...]

[...] un'altra condizione. Ma v'è una donna di cui ti burli, sicuramente, confessalo. È forse morta, Flaviana? Ella era trasfigurata, nel fremito della [...]

[...] crescente fascino che quella donna esercitava su di lui. Essa poteva dire tutto quello che voleva; era proprio quale Mario l'aveva imaginata, quale [...]

[...] ancora nel vedere il cognato riaccostarsele. Ed egli pure era tremante come lei. Non imponeva: supplicava colle mani giunte. Ma perchè voleva esser [...]

[...] impiegato contro voglia, per combinazione... Era il suo ritornello obbligato. Nondimeno si lasciò facilmente consolare fino alla pubblicazione [...]

[...] croce, che non si era mai dato il pensiero di sollecitare. Ma costretto a controgenio di vivere nella baraonda burocratica, non ne poteva più. Gli [...]

[...] saltava troppo agli occhi il marcio che v'era dentro; lo indignavano troppo le prepotenze, le ingiustizie e le miserie che si succedevano intorno a [...]

[...] segretario. Questo sfregio scandaloso ai regolamenti in vigore, era stato possibile, perchè Vaghi aveva spartito i favori di un'attrice del Quirino [...]

[...] qualche novità? Aveva forse l'ingenuità di credere che qualcuno s'illudesse che le cose potessero andare diversamente? Evvia! era la conseguenza del [...]

[...] presto o tardi, inevitabilmente. Oh, se ne sarebbero viste delle belle! Pippo ammiccava a sua volta. Chi poteva dubitarne? Che cosa c'era dunque di [...]

[...] comune di una catastrofe. Il trafficante di ferrarecce era clericale; clericale accanito, colle intransigenze del piccolo bottegaio e del romano [...]

[...] attaccato alle vecchie tradizioni di pompe e di spettacoli religiosi e di vita parassitaria della Roma cattolica. Per lui l'entrata degl'Italiani era [...]

[...] andava al sodo: per lui l'importante era aver la pancia piena, e l'animo tranquillo. Considerava il resto, miserabili sciocchezze indegne di un uomo [...]

[...] dell'uomo sicuro del fatto suo. Il prossimo ristabilimento del potere temporale era per lui un articolo di fede inconcusso. Ascoltava con una suprema [...]

[...] frammassoni ed i rivoluzionari d'ogni gradazione e d'ogni paese. Anzi, per un momento, il successo della serata s'era dichiarato per lui, di fronte [...]

[...] fine, rassicurò anche Furlin. Proruppe in una violenta apostrofe: Che! tutte stupidaggini! La reazione era morta per sempre, e la libertà aveva per [...]

[...] secolari di delitti, di sangue e di lagrime? Chi lo credeva era un imbecille ed un cieco. Al doppio fuoco degli avversari, Furlin infuriò [...]

[...] Papato era il Papato stesso. La breccia di Porta Pia avrebbe riportato la religione alla semplicità delle sue origini, e ne avrebbe quindi iniziato [...]

[...] . Che idea felice! si sarebbero lasciati i tre chiacchieroni alla loro politica! si sarebbe andati a fare un giro pel Corso! Era stabilito. — Che [...]

[...] nelle sue parole. Bisognava bene aspettarsi qualche cosa di simile. Era il castigo che la famiglia si meritava per l'abbandono in cui aveva lasciato [...]

[...] il suo capo. Ed ora il male non aveva forse più rimedio possibile. Padron Gregorio aveva troppo lungamente covato i suoi giusti rancori, ed era in [...]

[...] una espressione di disinteresse. Per conto suo, non dava un pensiero alla fortuna del suocero. Ciò che le stringeva il cuore era l'odio del padre [...]

[...] . No! il partito radicale non poteva più e non doveva più aspettare. Era colpa di un Governo che sconfessava le sue tradizioni. Perdio! non s'era [...]

[...] rispetto al padre, le parole di Flaviana acquistavano un'importanza eccezionale: Irene era realmente la loro sola speranza. Pippo ed i Furlin non [...]

[...] comprendevano perchè Mario, ad un tratto, si fosse chiuso in un riserbo d'uomo quasi indifferente. Non era però il momento di cercarne le cause. Tutti [...]

[...] , guardarono Irene senza comprenderla. Ma lei non li lasciò gran fatto in dubbio. Spiegava che il suo sogno, in primo luogo, era appunto di riconciliare [...]

[...] sguardo angelico d'Irene. D'altra parte si rifletteva che era assurdo e grottesco attribuire al vecchio Ferramonti idee da filantropo. E rimase soltanto [...]

[...] spiegazioni. Non era contento di lei. Da parte sua, egli aveva agito lealmente, mantenendo fino allo scrupolo gl'impegni presi. Perchè dunque ella gli aveva [...]

[...] aperti, e di tradurre il sogno in un linguaggio ardente. Ella era infelice. Non rammentava un giorno della propria esistenza, che segnasse una [...]

[...] cosa, che non sapeva definire: una febbre di tutta se stessa che l'avvertiva d'esser nata per la ricchezza e pel dominio. Invece era nata povera [...]

[...] , tra bottegai, fra gente che l'avrebbe creduta pazza da legare se avesse potuto conoscerla per quello che era realmente. Forse ciò appunto la [...]

[...] . Insomma, non sapea darsi pace di aver ceduto al cognato, come una creatura senza fierezza, senza sentimento di dovere, ubbriaca di vizio. Era [...]

[...] sue sortite romantiche. La verità era che, in cinque mesi, il loro amore era andato appena sei o sette volte più in là dei trastulli innocui e [...]

[...] sensazioni mai provate presso nessun'altra. Era specialmente la coscienza netta di un giogo diventato infrangibile. In effetti, Mario non sapea [...]

[...] del possesso di lei; il modo incompleto ond'ella gli si era data, dopo le prime volte. Pareva che tutto quel fuoco si fosse spento ad un tratto, ed [...]

[...] era una cosa da perderci la ragione com'ella continuava a condursi. Cadeva nelle braccia come un uccelletto cadrebbe nella bocca del serpente che [...]

[...] vittima, ne' suoi occhi smorti l'angoscia che secca le lagrime. Perdio! alla fine, lui, non aveva voluto niente per forza, e non c'era da mettere in [...]

[...] era disposto a vedervi anche un lampo di genio femminile. Ma non gli conveniva affatto l'aver scoperto dal contegno d'Irene ch'ella doveva aver [...]

[...] circostanze. Si era rammentata di una mezza parente, Lalla Frati, una donna che abitava appunto al Pellegrino, e che aveva la specialità di voler rimetter [...]

[...] pace fra le famiglie in discordia. Una specie d'intrigante con le migliori intenzioni del mondo. Era bastato parlarle una sola volta, per [...]

[...] Ferramonti era il capo riconosciuto ed accettato della brigata. Godeva la superiorità che gli derivava dai suoi quattrini, la più legittima e la più [...]

[...] nessun motivo, di prorogare le scadenze. Senza accorgersi di cadere in contradizione, ripeteva fino alla sazietà, che non era un usuraio, e che [...]

[...] amava le posizioni equivoche: i suoi amici dovevano essere i suoi amici, e null'altro. Insomma, egli si era formata la più tranquilla esistenza di [...]

[...] potesse arricchirne parenti lontani, affatto sconosciuti, la più logica conclusione era che il vecchio fornaio, malgrado le sue minacce, avrebbe [...]

[...] feste, dalla moglie! Era impossibile, ch'ella non gli ricamasse la testa. I quattrini per far la principessa dovevano uscire da qualche parte, non è [...]

[...] c'era da pensarci: lo scritturale e la ferrivecchi si badavano bene dall'arrivargli a tiro. Senza dubbio, dovevano essere stati avvertiti che una tale [...]

[...] amica, al corrente di ogni cosa, e matta al punto di toccare certi tasti, questo era l'incredibile. Ebbene: lui aveva una risposta sola! chi ci [...]

[...] volta per sempre. Il curiale era in buona fede; ma la moglie gli rise in faccia, invitandolo lui stesso ad impicciarsi nei propri affari. Ella [...]

[...] segreto che gli attribuiva. E finì col mostrarsi piena d'ansietà, incapace di tener la lingua a casa. Era proprio vero? Padron Gregorio aveva [...]

[...] risoluto sul serio un passo così grave? Chi era la donna scelta da lui? Se ne citavano almeno dieci. Insomma, spargevasi la voce che l'antico fornaio era [...]

[...] sul punto di riammogliarsi. Un pettegolezzo infame che lo fece andar sulle furie, e che si era accreditato in un modo incredibile. Trattavasi [...]

[...] . Ebbene, la sortita di Lalla Frati fu come la rottura di una diga. Ferramonti non era più padrone di mettere il naso fuori di casa, senza vedersi [...]

[...] sapeva più come regolarsi: non lo credevano, sia che negasse mandando la cosa in burletta, sia che ci si arrabbiasse fino a far delle scene. Era tentato [...]

[...] rabbia e di bile. Ma allora trovò nella signora Lalla Frati il conforto di un'amicizia discreta e consigliatrice. Era costretto a riconoscere in [...]

[...] che avvelenavano il suo povero amico. Peraltro essa voleva farlo convenire di avercene un pochino di colpa: non s'era mai visto un uomo della sua [...]

[...] Scozzi. Era la figlia di un erborista a Borgo Pio. Il ridicolo cresceva. Mimma Scozzi, bellissima, non s'era maritata ancora, per certe storie [...]

[...] compromettenti. Non aveva un soldo, e suo padre, il semplicista, era gobbo. Si diceva fissato il matrimonio a settembre, aggiungendosi che padron [...]

[...] gli andò in casa per invitarlo a far cessare i pettegolezzi. Dipendevano da lui. Aveva certo desiderato Mimma, ne aveva parlato e si era poi [...]

[...] padron Gregorio di riparare ad una tale indegnità? Oh, il gobbo poteva raccontare di averla passata bella! Ferramonti, imbestialito, se lo era cavato [...]

[...] signora Lalla. Provava il bisogno che quella donna lo ascoltasse, lo consigliasse. Ma lei pure non sapeva offrirgli che parole inconcludenti; era [...]

[...] quell'uomo, che non voleva esser preso in giro, confessò. Che serve? Irene, la moglie di Pippo, era presente, quando padron Gregorio entrava. Era [...]

[...] notizie del suocero, e di parlarne liberamente. Era un angelo di donna; un cuore pieno di sentimenti onesti; quello che si dice una buona creatura [...]

[...] sperato di rimetter la pace nella casa che l'aveva accolta, aveva fatto di questa speranza lo scopo della sua vita. Era riuscita con Pippo, Teta e [...]

[...] po' di bene. Ma quello che già aveva fatto, le dava il diritto di tenere alta la testa in ogni contingenza. Per esempio, non c'era lingua maledica [...]

[...] , per risparmiargli di andare a picco nel traffico delle ferrarecce, in cui quella testa quadra si era gettato ad occhi chiusi. L'aveva fatta, la bella [...]

[...] presa! Un disgraziato senza un baiocco, scacciato dal padre! In piazza s'era creduto matto Pippo, matta lei; s'era aspettato di vederli ambedue [...]

[...] Filippo Ferramonti valeva quattrini sonanti, e la bottega a Sant'Eustacchio era un capitale da levarcisi tanto di cappello. Ecco che cosa Irene era [...]

[...] fatti irrefragabili. Poi, era proprio un inferno, viver solo come un cane. Questa idea si figgeva ostinata nel fantasticare vagabondo del suo [...]

[...] ripararsi, fiutando la pioggia in un odore di terriccio, greve e diffuso. Ferramonti entrò nel portone di casa Frati ai primi goccioloni. Era più [...]

[...] . Aveva paura della tempesta. Ma altri lampi ed altri tuoni seguivansi; pareva che si rincorressero. La pioggia s'era sentita avvicinare con un [...]

[...] felice di potergli alla fine parlare. Buon Dio, egli sarebbe stato compiacente con lei, non era forse vero? Parlava con una di quelle voci commosse di [...]

[...] donna, che vanno dritte al cuore. Era soavemente bella; e fra lo strepito furibondo dell'uragano pareva un angelo sceso dal cielo apposta, per [...]

[...] aveva tratto dolcemente verso un canapè, lo aveva fatto sedere, e gli si era collocata vicino, guardandolo rapita. La tempesta avrebbe potuto [...]

[...] complesso: un viluppo strano di sentimenti paterni, e di sorde sensualità di vecchio. Egli non si era trovato certamente a trattare con delle duchesse [...]

[...] lentezza voluttuosa. La signora Lalla, da qualche tempo, era uscita dal salotto, senza che gli altri due avessero fatto mostra di accorgersene [...]

[...] , dal canto suo, cercava di secondarla, solleticato da quelle gaie carezze di giovine donna, che egli non aveva gustato ancora. Dentro di sè, era [...]

[...] un'angoscia che doveva lacerarle il cuore. Aveva fatto una passeggiata a piedi. Nell'uscir di casa, non aveva previsto la pioggia. Ed era là, col [...]

[...] gente che ha paura di compromettersi, non aveva senso comune. No, non era cosa degna d'un uomo serio. L'intero settembre passò senza cambiamenti [...]

[...] donna era diventata subito un bisogno della sua esistenza. Nella vecchiezza, egli subiva ciò che la gioventù, rosa dagli appetiti del danaro, gli [...]

[...] il disinteresse della nuora; ed al più leggero dubbio sulla sincerità dei suoi procedimenti, le avrebbe luminosamente provato che non era nè un [...]

[...] sostanza, bisognava bene che lo riconoscesse lei pure: suo suocero non aveva torto. Forse l'odio di lui poteva ritenersi eccessivo. Questo era il [...]

[...] fino al punto di considerare i suoi figli come morti e perduti per lui; ma che cosa era quel continuo attossicarsi per progetto la vita, con violenze [...]

[...] le quali non avrebbero cavato un ragno da un buco? Davvero, non c'era scusa possibile. Il passato è passato: quando non ci si può rimediare, è [...]

[...] vano pensarci su. Del resto, dipendeva dal sistema di vita che padron Gregorio aveva adottato, non c'era da dubitarne. Il suo rintanarsi in una [...]

[...] , senza perifrasi, l'idea di un matrimonio. Sicuro: era già più che sott'intesa in tutti quei giri di frase, che lasciavano il vecchio in prolungati [...]

[...] parte, egli non era decrepito. Si ammogliavano uomini in condizioni assai peggiori delle sue, e non se ne pentivano. Egli avrebbe potuto imbattersi [...]

[...] ! Vedrebbe di che cosa era capace, lei! Ed ella annunciò d'essere sulla pista. Castigava padron Gregorio delle sue ostentazioni d'incredulità [...]

[...] ! — esclamò Ferramonti, colpito dalla frase e dal modo ond'era stata pronunciata. Guardò a lungo, stranamente, la nuora. Era violentemente commosso, e [...]

[...] miracolosamente dal naufragio commerciale di lui. Era tuttavia piacente; assennata, religiosa, di fondo docilissimo. Insomma, quella che occorreva appunto a [...]

[...] un uomo così rispettabile. Ella non diceva di no. Sarebbe stato un matrimonio di convenienza, naturalmente; ma c'era posto, più tardi, anche per [...]

[...] lui lasciava capire che aveva progetti segreti. Voleva ch'ella lo aiutasse nella scelta della moglie. Essa era soltanto riuscita ad impedirgli [...]

[...] di resistenza, tentando dimostrare che tal progetto era un sogno. Ma rimasero soli. Pippo, loro alleato degli ultimi giorni, disertava ad un tratto [...]

[...] primo partito; la sua individualità era sparita, soppressa dalla volontà della giovine donna. Mario, dal canto suo, aveva altri motivi per secondare [...]

[...] la cognata. Ella era stata con lui più sincera: in un momento di espansione, lo aveva assicurato che il matrimonio del vecchio Ferramonti non [...]

[...] salotto di via Torre Argentina fremette il sospiro della vittoria. Irene annunziò che il suocero l'aveva autorizzata a cercare. Oh, egli era l'uomo [...]

[...] stupiti fra loro, quasi dubbiosi che le desse di volta il cervello. Ma non si veniva a capo di nulla. Era la settimana in cui padron Gregorio credeva [...]

[...] pensato a se stessa? se avesse dato a padron Gregorio un'altra nidiata di figli? Erano tanti i casi! Infine, Irene era stata davvero la provvidenza [...]

[...] . La pregavano di difenderli, di raccomandarli, di affrettare la generale riconciliazione. Insistevano sul concetto che già si era aspettato anche [...]

[...] sopraffarla un'amarezza infinita. Tacque, aspettando che Mario parlasse a sua volta. Egli era agitatissimo. Pronunciava delle frasi incoerenti, ridicole per [...]

[...] figura si era ricomposta ad una calma strana e terribile. Si allontanò due o tre passi, assorta nel suo pensiero intenso. Quando ritornò verso Mario [...]

[...] levargli d'addosso gli occhi spaventati ed ammaliati. Poi vide quel viso cereo sformarsi, esprimere qualche cosa, che non era più l'odio di poc'anzi [...]

[...] di lei. Era una crisi di pianto, una convulsione di singhiozzi, che fiaccava le sue membra gentili di giovine donna. Mario, commosso dalla pietà e [...]

[...] era però perchè l'amava, fino al punto di perderci la ragione. Davvero. Egli aveva riso, giuocato coll'amore; non lo aveva mai preso sul serio. Era [...]

[...] desinare. S'erano messi a tavola assai tardi, pei soliti impicci che non permettevano più a Rinaldo d'esser padrone del suo tempo. Era un dicembre [...]

[...] eccezionale, agitatissimo. Tre giorni innanzi, una domenica, Rinaldo aveva parlato ad un meeting al Politeama, ed era stato in procinto di farsi [...]

[...] può perdonarsi. Era fallita la Banca dell'Agro romano all'impensata, un mese prima delle sue previsioni, sul più bello del giuoco al rialzo sulle [...]

[...] azioni di quell'Istituto. Barbati, per ingordigia, aveva troppo indugiato a disfarsi di una partita di tali titoli, che gli era rimasta per [...]

[...] incartarci il salame. In compenso, le “Banca Italica” andavano alle stelle, ed egli era stato così bestia da non conservarne, nel suo cassetto, neppur [...]

[...] , e l'arredamento completo di un monastero in formazione. I maligni potevano sogghignare a piacere: non era agente d'affari in genere, lui? Del [...]

[...] che gli conduceva a teatro la moglie. Sicuro: Federico ci avrebbe troppo patito a non trovarsi all'alzar del sipario. Era già incredibile che si [...]

[...] affatto sulle sue convinzioni politiche. Questa è la mia massima! L'espressione del suo viso diceva assai più che le parole. Era riconoscente alla moglie [...]

[...] Flaviana aveva messo le mani addosso ad un giovanotto in ottimi rapporti col Vaticano, e coi caporioni dei partito nero. Ella era libera nelle sue scelte [...]

[...] , come era libera nell'esercizio delle sue pratiche religiose. Rinaldo non le aveva domandato nulla, superiore a tali miserie; ma lei doveva aver [...]

[...] rivolto le sue ricerche entro qualche chiesa, o nel parlatorio di qualche monastero. Federico Vettoni era un acquisto prezioso; attivissimo, sapeva [...]

[...] . Allora, perchè non salisse la senapa al naso a nessuno, e perchè le apparenze fossero salve, si era stabilito di non mettere in piazza il contratto [...]

[...] , col mostrarsi apertamente in buoni rapporti con Flaviana. Ella non era suo marito, e, in questioni di donne, i protettori del giovanotto non [...]

[...] guardavano eccessivamente pel sottile. Federico era noto per le sue buone fortune galanti; lo sapevano capace di mescolare ai mistici rapimenti di una [...]

[...] era lasciata distrarre dai suoi doveri di sposa del Signore pel birbante, e gli aveva permesso, non solamente di toglierle il soggolo, ma di farle [...]

[...] ancora a tavola, era colpa sua. La povera Flaviana aveva inghebbiato il cibo come un pollastro da ingrasso. Del resto, anche Federico era [...]

[...] religioso, un bicchiere di vino mesciutogli dal padrone di casa. Gli era passata l'ora senza che se ne avvedesse. S'era perduto ad ascoltare, al caffè, i [...]

[...] , dei quali s'era totalmente disfatto all'epoca dell'emissione. Barbati non si tenne. Aveva troppo alla gola l'abbandono di Mario alla vigilia di una [...]

[...] raccontare, sul conto di quella canaglia! L'aveva fiutata da vicino, lui! — Non s'era detto di non parlarne mai più? — interruppe Flaviana, ritornata [...]

[...] completa, sotto tutti gli aspetti. Essi pure avevano intuito l'abilità ed i segreti disegni d'Irene, e Flaviana, volontariamente, le si era profferta a [...]

[...] . Allora deposero le armi. Rinaldo avanzò bensì qualche timida obbiezione su quella vergognosa ritirata; ma Flaviana non lo ascoltò. Ella era, in [...]

[...] fondo, una pigra natura, rifuggente dal crearsi dei crucci nella esistenza. Non era neppure orgogliosa al punto di mentire a se stessa. Che serve [...]

[...] conclusioni avrebbero scosso un'indole di granito. Infatti ella vide che Mario pure era scosso, e, per un istante, il cuore di lei palpitò [...]

[...] segreto. In quanto a Pippo, si divertiva. Andava al caffè; aveva preso il gusto del teatro. Povero Pippo! era ben giusto che si divertisse un pochino [...]

[...] Ferramonti. Le relazioni adultere di Mario e d'Irene rendevansi manifeste, sfidando la pubblica opinione. Quello che rivoltava di più, era [...]

[...] . Dapprima gli era entrata in casa coll'aria di una parente alla buona, in visita di confidenza, affrettandosi ostentatamente a tornarsene via [...]

[...] , come timorosa di rendersi indiscreta. Poi, a poco a poco, le visite si erano prolungate. Non era più necessario che il vecchio Ferramonti fosse ad [...]

[...] ; e se padron Gregorio non c'era, lo aspettava, facendo il proprio comodo. Egli a sua volta usciva, rientrava, la lasciava, la ritrovava, come se [...]

[...] . Era una lenta presa di possesso, di cui tutte le mosse, calcolate e prudenti, diventavano una concatenazione di conseguenze logiche ed [...]

[...] serio. D'altra parte, che era quel continuo sgambettare tutta la giornata da Torre Argentina al Pellegrino, e dal Pellegrino a Torre Argentina? Non [...]

[...] c'era senso comune. Egli aveva ragione: Irene andava da lui la mattina, fra le nove e le dieci; restava fino al tocco, e tornava verso le tre, per [...]

[...] non si badasse a spese. Era il presente a sorpresa che il suocero volle fare alla nuora; e quella galanteria di camera, tappezzata pure a nuovo da [...]

[...] . Dunque lei ci si trovava bene, là dentro, eh? Ci si acquartierava, ci accomodava le cosucce sue! Manco male! egli era riescito una volta a [...]

[...] contentarla! Del resto egli era commosso dell'abnegazione della nuora. Bisogna proprio dire, che qualche volta ne scendono ancora degli angeli sulla terra [...]

[...] di un vecchio brontolone, si era completamente esiliata dal mondo che pur confessava tuttavia di amar tanto!... Che destino imbecille, quello [...]

[...] non resta che aspettare la visita del becchino! Era una sciocchezza inesplicabile: il pensiero di padron Gregorio volgeva spesso ad idee funebri [...]

[...] , con raccapricci nuovi ed acuti. Più di sovente erano brusche sorprese della sua sensibilità alterata, alle quali era estranea qualunque causa [...]

[...] , rivelavano quali fantasmi agitassero la sua imaginazione; cose davvero dell'altro mondo! Per fortuna, Irene era pronta a redarguirlo ed a scuoterlo. Non [...]

[...] di cui s'era avvelenato per tutta la vita; e gli pareva di sentirsi male quando non riusciva a cacciar via subito tali ricordi. Che differenza [...]

[...] ! ... E la squisitezza dei cibi era il meno. Il pranzo dissipava gli ultimi riserbi esistenti tra suocero e nuora; eccitava una piena e gioconda [...]

[...] insidiose associazioni d'idee; specialmente il pensiero fisso che Irene aveva un'altra casa dalla quale veniva ogni mattina, e dove era obbligata a [...]

[...] profondi sconforti. La difesa, una volta spontanea ed energica, diventava sempre più incerta, non dissimulava certe amare inflessioni di voce; era [...]

[...] interrotta da certi sospiri improvvisi. Infine, il segreto affanno che stringeva il cuore d'Irene, scoppiò. Buon Dio! il destino non era giusto con [...]

[...] ; s'imbestialiva, come per ricattarsi di aver qualche tempo vissuto da uomo per bene in mezzo a gente per bene. Era una disperazione! E i Furlin [...]

[...] fargli piacere. Lei sapeva quello che sapeva. Aspettava; era preparata a tutto; non si sarebbe maravigliata di nulla. Gli amici di Ferramonti si [...]

[...] Argentina, e di venirle incontro fino a Campo di Fiori, se non era ancora rientrata in casa. Non aveva altro mezzo per evitare di trovarsi sola, di [...]

[...] valse per riprendere coraggiosamente la difesa del cognato. Bisognava almeno rendere a Mario questa giustizia: che egli era pieno di gentilezza e di [...]

[...] . L'apparizione di Mario era un avvenimento. I chiacchiericci tacevano, affogati nella curiosità universale che si concentrava sul giovanotto; dei gruppi [...]

[...] solenne era il ripassare di Mario colla cognata. La coppia rifaceva la strada contorta ed angusta, nella luce rossastra dell'illuminazione, che [...]

[...] pensato, una volta, che la sporca condotta di Pippo l'obbligava a mostrare in qualche modo di non averci colpa col far vedere che non era mutata, lei [...]

[...] l'avrebbe accompagnata senza farsi molto pregare. Ebbene, non c'era bisogno d'altro. Padron Gregorio non lasciava scorgere tutto il suo pensiero: egli [...]

[...] . Era giovine, bella, portata per istinto ad amare certi piaceri e certi splendori della vita. Diceva di no per pura abnegazione, e l'antico fornaio [...]

[...] ubbidito a controgenio. Egli avrebbe potuto rivelarle il perchè vero delle proprie insistenze, e soggiungere che s'era in tempo ancora di non farne [...]

[...] dubitato. Era saltato in testa a lui stesso il capriccio di veder Irene riapparire nel mondo, in mezzo alle feste carnevalesche, ed egli stesso aveva [...]

[...] , egli amava la cognata con trasporti d'imaginazione e di sensualità crescenti. Era ben lontano il tempo in cui la giovine donna lo aveva esasperato [...]

[...] , neppure per un minuto, la sazietà! sempre la febbre, sempre il delirio, sempre un fascino strano, indicibile! Era l'eterna passione dell'amore [...]

[...] pure imaginato mai nulla di simile. Egli manteneva lealmente gl'impegni presi al principio della sua relazione: era rimasto l'agente d'affari [...]

[...] potuto farle guadagnare dieci volte di più che non gli fosse riuscito; ma, a questo proposito, ella era inflessibile nelle idee. Ella destinava [...]

[...] vista di tutti, evitando di parlarne anche incidentalmente. Il solo Mario sapeva ch'ella era in possesso di somme rilevanti ed infruttifere, e non [...]

[...] multicolori, quando è rappresentato da un pezzo di carta. Era, per Mario, la suprema caratteristica di valore e di forza nel temperamento femminile: egli [...]

[...] magazzino e coi fondi dei cassetti, volgeva al disastro; poi Pippo era diventato un pozzo di San Patrizio, coll'eterno bisogno di rifornirsi la [...]

[...] disporre. Altre volte i commessi andavano a casa da lei, invitati a farlo. Succedevano lunghi colloqui, ai quali Mario non era mai chiamato ad assistere [...]

[...] abbrutimento che aveva delle spaventose progressioni, doveva conservar netto l'intuito dell'utile che ritraeva dalla moglie. Era il marito più [...]

[...] Irene si sbizzarrisse la notte col cognato, dopo essersi sbizzarrita il giorno col suocero. Egli, poi, era orgoglioso di una tal donna. Andava [...]

[...] , quello che voleva dire. Se si pigliava qualche distrazione, era per mandar via i cattivi pensieri. Non avrebbe dimenticato mai quel che doveva a [...]

[...] trionfo; l'eccitamento supremo di mille indiscrete curiosità accerchiarono quella giovine donna così misteriosa, di cui s'era parlato già tanto [...]

[...] l'amava e quanto l'amava! Pel caso che lo avesse dimenticato, era sufficiente che lo guardasse. Ed in realtà le metteva dinnanzi una figura [...]

[...] aspettava. Vissero ventiquattr'ore nelle smanie dell'impazienza. Era la mattina del lunedì grasso. La sera dopo, avrebbero fatto un'apparizione alla [...]

[...] sarebbero andati al Politeama. Naturalmente, non c'era un minuto da perdere. Quella mattina, padron Gregorio vide la nuora soltanto verso il [...]

[...] , come di una vergine che sta per vestire il suo abito da sposa. Era insieme la paura ed il fascino: un domandarsi confuso se avrebbe avuto mai il [...]

[...] scarpette di raso, allora fu un'esplosione: era un prodigio! non s'era visto mai nulla di simile! E dire ch'ella a principio aveva voluto rifiutarsi [...]

[...] venire a darvi un'occhiata... Si volse di nuovo alla moglie. Ma vedendo ch'ella s'era gettata sulle spalle il mantello, gettò quasi un grido. — Che [...]

[...] laberinto di pericoli assurdi. L'adulterio l'aveva fatta schiava del marito e dell'amante, inutilmente. Ella vi si era abbandonata per viltà, volendo [...]

[...] sopprimere con tal mezzo un ostacolo dalla parte del cognato, senza pensare alle conseguenze peggiori cui era andata incontro. Avrebbe potuto farne a [...]

[...] meno: era stata una sciocca; l'opera sua mancava. Aveva, infatti, voluto impadronirsi delle sostanze del suocero, per essere un giorno ricca [...]

[...] quel momento avrebbe rinunciato anche alla fortuna del suocero, pur di cancellare il passato. Ma se ciò era impossibile, perchè lo sarebbe stato del [...]

[...] riuscirà più per lungo tempo evitare una scelta: essere o tutta per tuo padre, o tutta per te. Pippo era schiacciato. Aveva compreso che sua moglie [...]

[...] sogno. Adesso lei lo pregava con una tenerezza strana e penetrante di espressione. Egli vedeva l'abisso in cui era caduto, non era vero? Ebbene [...]

[...] pari di lui? Ma senza dubbio era stato l'accesso di una pazzia momentanea, che non si sarebbe rinnovata. Ella n'era persuasa; ma ne voleva la [...]

[...] . Terminarono così il colloquio, senza mettervi più una frase dura. Irene era sicura del fatto suo: la scossa data al marito sarebbe stata efficace. Se [...]

[...] mai, ella era pronta a rincarare la dose, quando il bisogno lo avesse voluto. Il suo fascino durava intero; aveva mezzi diversi per esercitarlo; e [...]

[...] lei era più che mai disposta ad usarli tutti. Insomma, ella iniziava l'opera di riparazione della quale aveva riconosciuta la necessità la notte del [...]

[...] martedì grasso. Nei tre giorni trascorsi non aveva pensato seriamente ad altro. Talvolta si era sentita sgomenta delle difficoltà formidabili da [...]

[...] ottenendo che la lasciasse sul pianerottolo delle scale. Poi Mario, per secondar sempre le preghiere di lei, non era più ricomparso in casa. Ella [...]

[...] gennaio Paolo, finalmente, aveva avuto la promozione e la croce. Tuttavia, nell'intimità di quella coppia esemplare, non era mancata qualche nube. Teta [...]

[...] . Egli era stato inquieto soltanto nel principio, ed i fatti successivi non erano stati che un continuo alimento alla fiducia che aveva nel risultato [...]

[...] necessario di essi. In dicembre, l'ostinarsi della coppia nel salotto d'Irene era dipeso da un'ultima concessione del marito alle paure della [...]

[...] fine le sue batterie e mostrava risolutamente l'idea di tirare a tutto? Ma se era quello che si desiderava! Supposta in lei la discrezione, ci [...]

[...] accordargli un favore sempre negatogli in circostanze diverse. Sissignore: poichè lei non gli dormiva in casa se non quando era o si diceva ammalato [...]

[...] nessuna di quelle leccornìe di cui egli s'era abituato a inghebbiarsi; resistergli in certe tenerezze di vecchio riscaldato, forse un po' troppo [...]

[...] col padre. A sentirla, la nuoruccia, il ravvedimento di Pippo era qualche cosa di prodigioso, uno spettacolo veramente edificante. Ed ella ne [...]

[...] cedevolezza bonaria da uomo che ha le migliori intenzioni; ed era orgoglioso come di una brillante vittoria, allo scorgere che riusciva in realtà a [...]

[...] , all'impensata. Ferramonti n'ebbe il sangue in subbuglio; ma dopo la prima impressione, riflettendo che l'incontro s'era già reso inevitabile da [...]

[...] gli uomini, ed egli, dal giorno della sua uscita dalla casa paterna, era diventato un altro uomo. Padron Gregorio non fu molto espansivo. Un lieve [...]

[...] rammentargli pettegolezzi antichi. Nondimeno era affabile. Sviò a tempo il discorso, facendolo cadere sopra argomenti neutri ed innocui. Non pronunciò [...]

[...] ; ma cinque o sei giorni appresso, improvvisamente, fu lo stesso padron Gregorio a domandarne. Che ne era diventato di lui? Perchè non si faceva più [...]

[...] da una nuova complicazione. Mario restava il suo peso più grave. Era per lei una lotta continua il moderare ed il deludere le esigenze della [...]

[...] usura del sacrificio, per un avvenire, non lontano, in cui sarebbero stati ambedue liberi. E Mario si era presentato al padre perchè la giovine [...]

[...] Pippo era l'ingordigia del danaro paterno; per Mario il desiderio del possesso pieno, pubblico, liberamente goduto, della giovine donna. Costei [...]

[...] , non era donna da ripugnare a qualunque mezzo necessario per ottenerla. Per disgrazia, il tempo che passava senza costrutto le facea smarrir la [...]

[...] ragione. Ella trovavasi ancora enormemente indietro. Gregorio Ferramonti era di quegli uomini che si possono raggirare per ogni verso, tranne per [...]

[...] quello del danaro. Dopo un interminabile aspettare, l'Irene era giunta appena a rendersi conto preciso della fortuna del suocero. Egli possedeva ancora [...]

[...] . Era l'osso che i suoi figli potevano ancora rodere con certezza, s'egli moriva prima di risolversi a fare con tale rimasuglio di sostanza il giuoco [...]

[...] rumorosa d'uomo commosso. Povera Irene! non se lo era aspettato davvero? Ebbene, era proprio così: quando il suo vecchio brontolone avesse tirato le [...]

[...] nuova e solenne. Ella non potè saper altro. Comprendeva di non dover chiedere maggiori spiegazioni. Frattanto era ammirabile di devozione [...]

[...] riconoscente e di tenerezza angelica. Mario s'era fatto rivedere. Compariva di tanto in tanto, non troppo spesso. La riconciliazione fra padre e figlio non [...]

[...] alta voce. Era una denuncia anonima; una rivelazione precisa ed abilissima di tutto ciò che la giovine donna aveva fatto, e di tutto ciò che voleva [...]

[...] fare. Il colpo partiva senza dubbio da qualcuno che aveva studiato attentamente Irene da vicino. Lei stessa non s'era reso conto ancora dei propri [...]

[...] sentimenti, come li vedeva smascherati brutalmente. Un sarcasmo atroce dominava nelle quattro pagine fitte del foglio. Ferramonti vi era [...]

[...] vero! Ma dimmi che non è vero! — esclamò padron Gregorio. Le si era fatto vicino; le aveva strappato le mani dalla faccia, tenendole intanagliate [...]

[...] . Allora, ella fu bene costretta ad ascoltarlo. Le era dinnanzi, dovunque lei si volgesse; la supplicava, le domandava perdono. Quella lettera [...]

[...] , che lo scritto aveva tutte le apparenze perfide di una verità sacrosanta? Invece, lui non ci credeva. Non c'era stato altro, nel suo cervello, che [...]

[...] , a Roma, i birbaccioni. Tirava innanzi eccitandosi, sorpreso che la nuora non interrompesse. Ella era ricaduta nei suoi cupi pensieri. Ad un tratto [...]

[...] effetto ella ne avrebbe chiesto il permesso al marito, ed ottenerlo, questa era la cosa impossibile. Irene temeva il cognato perchè lo sapeva [...]

[...] neppure a questa nuova impressione. Non c'era da escludere l'ipotesi che si trattasse pure di un semplice atto di vigliacca malvagità. Sono tanti i [...]

[...] casi! E per pagare a dovere chi avanzava, il precipitare le cose non era il sistema più conveniente. XVII. Ferramonti non istette più bene [...]

[...] . L'incidente avvenuto lasciava tracce profonde nei rapporti tra suocero e nuora. La confidenza assoluta e tranquilla dell'uno verso l'altra era scossa. Vi [...]

[...] era succeduta una crudele altalena di dubbi e di abbandoni, un oscillare continuo fra la voluttà voluta, acre, violenta del fascino esercitato [...]

[...] lieti piaceri della sua compagnia, era come se lo movesse soltanto una febbre dei sensi, una specie di spasimo che lo faceva delirare. Rivolgeva [...]

[...] creatura. Poteva porgergli, s'ella lo avesse voluto, una tazza di veleno: avrebbe visto con quanta delizia egli era capace d'inghiottirlo. Ella non [...]

[...] leggenda di cui la famiglia Ferramonti faceva le spese. Senza dubbio non era che un'infame calunnia l'attribuire un carattere osceno ai rapporti [...]

[...] dalla finestra aperta uno sprazzo di sole. La figura d'Irene era vivamente illuminata. Padron Gregorio la vide trasalire leggermente. — Perchè [...]

[...] dell'esperimento che il suocero tentava su lei. Sentiva che il suo contegno, nel giro di pochi giorni, decideva del suo avvenire. Ed era certa di tenere la [...]

[...] risa. Quanto era amena! Che peccato non potesse vedersi quanto era amena! Perchè, in sostanza, ella aveva invece bisogno di pensare appunto al [...]

[...] modo di impiegare il mezzo milione, secondo i suoi gusti. Non occorreva sgranar tanto gli occhi! era proprio così! Il vecchio ridiventò serio [...]

[...] sgrugnone sul muso a quanti birbaccioni osassero ancora dubitare dei tuoi sentimenti. Vorrei poterti dire quanto ho sofferto! La prova era necessaria! Se [...]

[...] dartela. La chiave è nel primo cassetto del comò. T'insegnerò come si fa per aprire. Hai capito? Irene chinò la testa senza rispondere. Il colpo era [...]

[...] bisogno alcuno? Ma insomma! era tempo di farla finita, altrimenti lui ci avrebbe preso cappello sul serio! Il vecchio rimase nell'ebbrezza dilettosa di [...]

[...] , accecato di lei fino al punto di non iscorgerne le cupe astrazioni male dissimulate. Peraltro, s'egli le avesse avvertite, Irene si era preparata una [...]

[...] giustificazione: non dovevano cercare ancora il nemico misterioso che li aveva fatti soffrire tanto con la lettera anonima? Non era naturale che [...]

[...] suocero, anzi premendole che non ne sapesse nulla, ella aveva già trovato. Ci si era messo di mezzo il caso: un incontro fortuito con Flaviana [...]

[...] Barbati. Le due donne s'erano scambiate appena uno sguardo; ma era stato sufficiente per avvertire Irene che i propri istinti non l'avevano ingannata [...]

[...] , che lo avevano infastidito dal principio della primavera, si facevano più frequenti. Il peggio era ch'egli si ostinava sempre a non voler sentir [...]

[...] pile di piatti, aspettava la festa che avrebbe fatto piazza pulita sui suoi ripiani. Ferramonti era andato a fare una lunga camminata ed a bere il [...]

[...] e del bere. Infatti, appena arrivati all'umido, certe scaloppine di vitella col marsala, Ferramonti era già diventato un altro uomo. Parlava alto [...]

[...] : era una vera viltà! Poi, coi fumi delle vivande, e col gorgoglio del sangue fattosi ardente nei corpi pasciuti, i due commensali avvertirono il caldo [...]

[...] sarebbe stato anche per quell'intruglio da tavole signorili. Corpo del diavolo! Non ci era voluto che Irene per mettergli la voglia di assaggiarne [...]

[...] ! Allora restava così stabilito. E adesso non c'era da far niente di meglio che vedere se il signor pasticcio manteneva le sue promesse. Ferramonti [...]

[...] il suocero: — Rosa, corri a cercare il medico. Voi altri allontanate la tavola, avvicinate il sofà. Subito! Ferramonti era caduto bocconi; poi [...]

[...] , coll'ultimo suo movimento, si era rigirato sopra un fianco. Si sarebbe detto già morto, senza un rantolo soffocato che gli sollevava il petto a [...]

[...] un'applicazione di sanguisughe e di ghiaccio alla testa. All'ora di accendere i lumi, il medico non si era ancora allontanato. Non aveva fatto alcuna [...]

[...] domanda sul modo come l'attacco apoplettico si era manifestato. Contentavasi di ascoltare i ragguagli spontanei ed interrotti d'Irene, quasi per [...]

[...] non lo conosceva affatto. Era capitato, per caso, alla cuoca, nella farmacia vicina. Era un uomo di appena quarant'anni, piccolo, calvo, miope [...]

[...] malessere. Si strinse nelle spalle. Non era precisamente perplesso; ma cercava forse una frase. Infine dovette averla trovata: — Bisogna avvertire i [...]

[...] forziere cedette, si aprì. Era stata l'impulsione di un movimento di collera, ch'ella non aveva saputo frenare, sul punto di dichiararsi vinta [...]

[...] proprietà legittima. L'idea di accomodarsi appunto così, era partita da Furlin. Pippo l'aveva seguita dopo qualche debole obbiezione, mentre rodevasi di [...]

[...] tornava via. Non restava mai più di quanto era strettamente necessario e voluto dalla convenienza. Irene e Teta curavano il moribondo. Peraltro, Teta [...]

[...] quelle di Teta. Quest'ultima era continuamente al letto del padre, di giorno e di notte; non pensava più a se stessa; dormiva sonni brevi, vestita [...]

[...] per propria colpa da una tendenza crescente verso la solitudine. Spesso mancava anche quando era desiderata. Restava nella propria camera per ore [...]

[...] egli era nelle mani del parroco, al quale la famiglia lo aveva abbandonato. Alle dieci gli amministrarono l'olio santo; poi la voce del prete [...]

[...] dominò alta e triste colle preghiere e cogli ammonimenti che il cattolicismo destina agli agonizzanti. La camera era già trasformata in una cappella [...]

[...] avrebbe fatto le cose alla grande. Buon Dio! erano tanto ambiziosi! Poi, non c'era fra loro anche un impiegato cavaliere? E nel momento di mettere [...]

[...] loro toccata. In mezzo alle mestizie ed alle tristezze ostentate, il legale Frati strappava l'anima col suo dolore chiassoso. Era comparso [...]

[...] il povero Ferramonti; era stato il suo ultimo, il suo più intimo amico! Fra un gemito e l'altro, costringendosi a calme subitanee, dopo essersi [...]

[...] anche pensare ai gravi interessi che richiameranno la nostra attenzione... Lo guardarono tutti vivamente. Furlin si era interrotto, e si accorgeva [...]

[...] donna di abbandonarsi così sola al suo dolore? Ma, in fondo, non era tranquillo neppur Mario. Negli ultimi giorni Irene aveva molto cambiato con [...]

[...] era degnata di rivolgergli nè una parola, nè uno sguardo. Lo aveva ringraziato delle sue difese, col fingere di non accorgersi neppure ch'egli fosse [...]

[...] presente. Per Dio! forse la morte del vecchio Gregorio non era destinata a rimanere l'avvenimento più tragico nella storia della famiglia [...]

[...] nelle occasioni funebri. Il suo dolore era certamente legittimo; era anzi un dovere, e dimostrava quanto egli fosse un buon figlio. Ma un uomo [...]

[...] parroco annunciò che tutto era finito; Paolo chiuse gli occhi al cadavere, e s'inginocchiarono tutti pregando, mentre il prete aspergeva. Irene e [...]

[...] stanza appartata, coll'intervento del legale Frati. Era per fissare il trasporto funebre ed il seppellimento. La funebre tristezza che impallidiva i [...]

[...] benissimo! — dichiarò Furlin. — Era inutile restare in mezzo a questa desolazione... Si rivolse a Mario, che non aveva aperto bocca: — E tu, non pensi di [...]

[...] . Aveva il pretesto di parlarle del trasporto funebre. Si erano fatte le cose decorosamente. Si era chiamata la compagnia delle Stimate, trenta frati [...]

[...] . Non ne poteva più, davvero; le pareva d'impazzire. Si coricava... Il domani Pippo, appena alzato, trovò un'altra sorpresa: Irene era già uscita per [...]

[...] , che non era sicura di rientrare in tempo, per andare insieme col marito alla riunione. Non importava ch'egli l'aspettasse: si sarebbero visti a casa [...]

[...] piazza i suoi crucci segreti. Lui non intendeva, per Cristo! che Irene riuscisse a derubare la famiglia. Che gliene importava s'era sua moglie, e [...]

[...] se questa circostanza poteva far credere agl'imbecilli ch'egli avrebbe goduto i frutti del ladrocinio? Prima di tutto era un uomo onesto e voleva [...]

[...] aveva chi sa quali idee per la testa. Non voleva i quattrini soltanto per esser lei la padrona e disporne a proprio talento; ma era certo che una [...]

[...] l'imbecille marito che si era lasciato accalappiare da una vipera di quella natura! Furlin, correttissimo, cercò di calmarlo: non era proprio [...]

[...] uomo di mondo, fredda e beffarda. Nondimeno il suo sguardo era cupo. Non aveva più riveduto Irene; non aveva cercato nemmeno di rivederla. Forse fu [...]

[...] appunti, dove la divisione era già minutamente tracciata. Si aveva la vigna: trentamila lire; la casa al Pellegrino: trentacinquemila; e la casa in [...]

[...] Trastevere: quindicimila. Quota parte di ciascuno: ventisettemila lire circa, non calcolate le frazioni di migliaia. Ma non c'era convenienza a [...]

[...] spezzare le proprietà, e fra le ventimilacinquecento lire di crediti lasciati da padron Gregorio, quindicimila erano di sicura riscossione. Era il [...]

[...] quel momento. Ella era già in lutto rigoroso: il suo viso mostravasi di un pallore marmoreo. Non andò a baciare la cognata; ma, con un saluto lieve [...]

[...] : — Non l'hai detto? Perchè? — A quale scopo? — diss'egli balbettando. — Nessuno te lo impediva; ma non era necessario... — Era necessario, invece [...]

[...] . Ella indovinava i sordi fremiti ond'erano agitati Pippo ed i Furlin. A sua volta lei pure tremava; ma non era scossa per ciò la risoluzione che l'aveva [...]

[...] aveva mirato a sopraffarli con un colpo di scena, il suo scopo era stato completamente raggiunto. Lasciava dietro di sè cresciuto il concetto della [...]

[...] di rendita. Ti basta? XX. D'improvviso le parti cambiarono. Pippo doveva aver fatto delle riflessioni da uomo pratico. Egli era in realtà in una [...]

[...] mezzo di un notaio, ed era stata registrata. I Furlin e Mario attaccarono l'atto come nullo ed illegale nella forma e come carpito artificiosamente [...]

[...] filiali pel suocero. Non era naturale che Gregorio Ferramonti si fosse mostrato riconoscente? Come dovevano piuttosto definirsi i tentativi di coloro [...]

[...] compromettente. La polizia era comparsa d'improvviso ai circoli della contessa Barlei, sorprendendovi una trentina fra uomini ben vestiti e [...]

[...] scuola e nella turba dei loro cagnotti, la marmaglia ben vestita che vive delle senserie dello strozzo. Era presente dovunque gli si offriva [...]

[...] molto accorto, o superlativamente ingenuo. Certo, era quasi impossibile trovare un'altra sorgente ai suoi mezzi: sapevasi che i nuovi affari da lui [...]

[...] durassero mascherate anche nelle ore ch'egli consacrava agli affari. Egli era puramente e semplicemente rovinato, e provava come una voluttà strana in [...]

[...] quella lotta formidabile, destinata a rendere più chiassosa la catastrofe verso la quale camminava velocemente. Ma era un fenomeno che non riusciva [...]

[...] un suo pari era ucciso da una donna che aveva posseduta, che poteva schiacciare ancora con una parola, e della quale subiva il disprezzo ed il [...]

[...] grottesco ricordo!... Per tal modo, anche Irene era salva. Nel meditare infatti una soluzione tragica, Mario aveva vagheggiato l'idea di una morte [...]

[...] violenta in comune, giacchè la giovine donna si ricusava ad una vita in comune. Adesso, non era più possibile pensarci: ella avrebbe vissuto tranquilla [...]

[...] qualunque nel mondo. Ma egli era indicibilmente stanco. Aveva invano tentato, come un rimedio, tutte le tempeste dell'esistenza. La piaga del suo cuore [...]

[...] ebbrezze di quella donna, per la quale tutta Roma galante perdeva la testa. Illusioni! Era stata una parentesi nella sua vita, di cui conservava uno [...]

[...] respirato più libero. L'idea di un suicidio, confusamente abbozzatasi nel suo spirito durante l'agonia del padre, si era maturata in quei giorni [...]

[...] straziargli il cuore, per farlo morire, oncia ad oncia, forsennato! No, non era possibile durarla più a lungo! Indugiava proprio, per dare alla gente [...]

[...] piacere di una passeggiata a piedi, occhieggiando le signore che incontrava e salutando qualche conoscente. Era passato dalla Rotonda. Nell'entrare [...]

[...] non resistere alle profferte del fratello, curioso di vedere dove in realtà sarebbero andate a parare. Dentro di sè rifletteva, che se Mario era [...]

[...] venuto per uno scopo, aveva dovuto certo prevedere anche il caso di vedersi respinto per agire in conseguenza. Allora il meglio era di non lo lasciar [...]

[...] aveva premeditato l'incontro col fratello, si era fermato sotto l'influenza di una forza misteriosa estranea al suo libero arbitrio, e sentiva che [...]

[...] dell'incontro: era stato Pippo a farsi accompagnare dal fratello, incontrandolo al Corso per caso, e dimenticando che sua moglie doveva stare dai parenti [...]

[...] il fratello, colpito anche dal tono singolare delle ultime parole; ma non gli riuscì quel giorno, come non gli era riuscito in altre simili occasioni [...]

[...] , impegnato in un litigio giudiziario contro sua moglie, così grave come era quello promosso appunto da Mario. Ma quest'ultimo se n'era preoccupato [...]

[...] appena per un istinto di momentanea curiosità. Ciò che importava a lui, era che i disegni reconditi di suo fratello agevolassero quelli della sua [...]

[...] quale scopo egli vivesse ancora, e cominciavano ad averlo in conto di vigliacco ributtante. Egli era tranquillo. Si burlava di tutti, col suo [...]

[...] . Che serve? Era fatto così, lui! E gli pareva d'essere anche troppo leale e galantuomo a proclamarlo a viso aperto. Nella sua vita di avventuriero [...]

[...] mantenendosi onesti, ed empiendosi la bocca di paroloni vuoti di senso! Il primo appuntamento in casa di Pippo era stato fissato per tre giorni [...]

[...] dopo la proposta e l'invito, ad un'ora di notte. Mario anticipò. Saliva le scale lentamente, con un sudor freddo sulla fronte, chiedendosi s'era [...]

[...] . Finalmente, con uno sforzo di volontà, riuscì a tirare il cordone del campanello. Ormai non gli era più possibile allontanarsi. — Avvisa Pippo che [...]

[...] . S'accomodi. Le labbra di Mario ebbero una contrazione nervosa. Era giunto mezz'ora prima dell'appuntamento, senza rendersene conto; e nondimeno egli aveva [...]

[...] era nel ricominciare. Abbiamo ricominciato e l'abitudine si rifarà presto. Volevi forse alludere al tuo viaggio? — Forse. — Me ne ha parlato Pippo [...]

[...] continuare! Non ne posso più, capisci? Pagherai salata la scena teatrale che hai avuto il capriccio di farmi. Sei un miserabile! Era livida [...]

[...] dètte un passo indietro. Quella figura livida ed inesorabile le faceva gelare il sangue nelle vene. Era per la giovine donna qualche cosa come [...]

[...] quell'uomo che, in sostanza, non era mai stato capace d'altro che di parole. Allora pensò appunto d'essersi lasciata cogliere più volte dalla paura [...]

[...] , dimenticando la padrona, spinta solo dall'idea di fare accorrer gente. Mario, sopra una poltroncina, era rimasto riverso sul dossale colla testa un po [...]

[...] camicia sul petto e gli abiti. I suoi occhi aperti restavano fisi sul punto dove egli aveva visto Irene per l'ultima volta. La morte era stata [...]

[...] sbarrati e colla bocca riarsa e semiaperta, era in un parossismo convulso. Come costrettavi da un fascino soprannaturale, senza vedere e senza udire [...]

[...] labbra. Ed intorno a lei era una febbre spasmodica di curiosità, la manìa sfrenata di apprendere i particolari della tragedia. La scongiuravano di [...]

[...] calmarsi, di farsi coraggio e di uscire; ma più ancora le chiedevano come fosse accaduto il fatto, s'ella vi era stata presente, perchè non aveva [...]

[...] potuto chiamare aiuto ed arrestare la mano del disgraziato. Dio santo! era un fatto incredibile! — Lasciatemi in pace! — gridò lei d'improvviso [...]

[...] Pippo si era rivoltato, rinfacciandole storie spaventose, che facevano di lei un mostro in gonnella. No, non si era mai visto nè sentito nulla di [...]

[...] tempi s'erano riassembrati a corteggiarla, le si scagliavano contro con maggiore veemenza. Era uno scoppio di reazione: il rancore di averle creduto [...]

[...] così falsa e perfida. Un'infernale leggenda salì, gonfiò, rimase. Irene non si era data soltanto al cognato; si era data al suocero, gli aveva [...]

[...] , premeditando la strage dell'intera famiglia Ferramonti. Chi lo sapeva, se Mario si era ammazzato da sè? C'era stato forse qualcuno presente al [...]

[...] Irene non fosse capace di tutto. N'ebbero la loro parte anche la polizia, i tribunali, il Governo: che ci stavano a fare per Dio? Quando s'era mai [...]

[...] naturali di Gregorio Ferramonti al godimento dei capitali mobili sui quali era stata sollevata contestazione. Irene interpose immediatamente appello [...]

[...] sentenza. Non era forse inutile? Dovevasi ricominciare da capo; si sarebbe ricominciato, e si sarebbe arrivati fino in fondo, a costo di rimetterci [...]

[...] l'ultimo centesimo. Per lei non era più neppur quistione di vincere: era quistione di lottare, di vendicarsi in ogni modo possibile, fin quanto le [...]

[...] volgare e perfida che le rimanevano. Gli uomini di legge che era obbligata a consultare si affaticavano invano a proporle il tentativo di una transazione [...]

[...] bisogno di agire. Che stupida era stata a fossilizzarsi nella solitudine, ed a temere che per lei non ci fossero più soddisfazioni possibili [...]

[...] trova libero, e che vorrebbe il mondo intero partecipe alla gioia della sua libertà. Durante un mese intero, la sua loquacità di bottegaio s'era [...]

[...] chiodi, per farlo interdire, e per spogliarlo, evidentemente! Bravi, per Dio! Ma non si figuravano chi era lui! Egli stava sull'avviso [...]

[...] che l'ostinarvisi lo avrebbe rovinato? Insomma, egli era libero, a condizione che non si facesse più rivedere, neppur da lontano. Egli piegò [...]

[...] , obbedì, preso dal terrore dell'abbandono assoluto, piangendo proprio come un bambino. Era ben disgraziato! non c'era al mondo un altro che meritasse [...]

[...] della sua esistenza. Nella magrezza cadaverica, che disegnava l'ossatura della sua costruzione grossolana, egli era diventato di un pallor terreo [...]

[...] scale, in casa dei padroni, giuntovi forse da molto tempo. Era rimasto là, dimenticando che occorreva suonare il campanello per farsi aprire. Entrò [...]

[...] lasciare il letto, apparvero le conseguenze della crisi attraversata. Egli era demente. Aveva perduta la memoria. Viveva del presente, incapace di [...]

[...] automa nelle funzioni di quella sua meccanica animalità, in cui era soppressa anche la resistenza passiva. Ma il curarlo in casa, ridotto così [...]

[...] aspettava appunto la sua morte, e si occupava a ricostruire la propria fortuna. Che importava se il nome di lei era stato trascinato nel fango di [...]

[...] , guardingo, vittorioso! Si era data alle pratiche religiose, come per dimostrare che nessuna fiducia le restava più, fuori della fiducia in Dio [...]

[...] Ferramonti, colla scusa di prender lei in moglie, era andato a rimpannucciarsi. Ma sì! proprio lei, era stata il demonio in gonnella!... quell'altro, il [...]

[...] forestiero scritturale, sceso a Roma colle scarpe che ridevano e coi gomiti al sicuro dalle soffocazioni, quello era il galantuomo! Se ritornava [...]

[...] al paese milionario, che cosa voleva dire? Lui i quattrini se li era sudati onestamente, coll'impiego. Non era vera nemmeno la storia del rapimento [...]

[...] di quella gioia di Teta; o se era vera, trattavasi di una passione d'amore pura, romantica, da raccogliersi in ottava rima. Che mondo, Dio santo [...]

[...] , che la gettavano in un accasciamento desolato. Un'ironia incosciente era nel suo sguardo fiso, nelle sue labbra agitate da un lieve fremito. Ella non [...]

[...] stasera ho il mezzo di distrarti: ti porto una notizia che desideravi. Il sopraggiunto si assise, senza aspettare l'invito della giovine donna. Era [...]

[...] . Era rimasto un istante senza parlare. — Allora, — sorrise lei, — si può sapere qual è questa notizia? — È che Barbati si è scosso, alla fine! Perdio [...]

[...] infatuato di lei, dalla commozione ond'egli fu preso al saperla libera. Era diventato orribilmente pallido; restava come istupidito. Ella lo aveva scelto [...]

[...] calmarne uno solo. Si era corazzata nella propria onestà di borghese, nelle proprie angosce di donna calunniata, nelle proprie diffidenze di [...]

[...] , mercante di campagna, faceva buoni affari, ed era già ricco. Era vedovo. — Fra tre mesi, non è vero? — balbettò Desiderio con uno sforzo, riuscendo [...]

[...] stesso momento, casa Furlin era immersa nel lutto. Moglie e marito parvero inconsolabili dell'ultima sventura, che troncava gl'indugi di una divisione [...]

Pratesi Mario
L'eredità
23 1889 - Provenienza testo: scansione Archive 343 occorrenze

[...] chiamare a disfida qualche Fiorentino: perchè quest'odio implacabile contro i Fiorentini e contro Firenze era anch'esso un'altra proprietà, un [...]

[...] d'oggi di questi non ne rinasce, diceva Stefano un sessant'anni fa, ma allora a vent'anni non si sapeva quello che fosse donna, e non c'era il mal [...]

[...] : la casa di que' fratelli, isolata nell'uzza cupa del bosco, pareva un antro di fiere selvagge, o era come certe repubbliche: chi teneva a levante e [...]

[...] - questo mondo quando già c'era venuto egli. E quel migliaretto di scudi che gli sarebbero bastati per comperarsi un podere, e finir di dipendere una [...]

[...] promettevano di rendere e non rendevano mai; e nonostante Giovanna, quella tenerona, non era mai buona a mandarli in pace, esponendosi ai fieri rabbuffi [...]

[...] che un'occasione per andar via, la quale gli venne offerta dal suo fratello Ferdinando. - 5 - Costui era il solo de' suoi fratelli con cui non [...]

[...] l'avesse rotta, perchè era rimasto sempre in città nelle anticamere oziose dei conti Pula, molto ben veduto da essi che da ultimo l'avevano [...]

[...] era cosa notoria che Ferdinando aveva fatto de' quattrinelli mercanteggiando all'ombra del palazzo dei conti Della Pula-Brancacci- Rocca-Ponsoni [...]

[...] mezzo il nero palagio: e non era più costretto ora a reprimere l'allegria baccante dei bevitori, nè il passeraio delle serve a cui, allungando [...]

[...] soave del quattrocento, scolpito in pietra, e inquadrato nella muraglia: fuorchè la domenica dopo pranzo era chiuso il finestrino, e la via [...]

[...] dal vento, e che guardavano il cimitero, eran tetre così incavate nella grossa muraglia grigia. - 9 - Tra il cimitero e la casa non era che [...]

[...] dinanzi alla scena, che qui era il cimitero di faccia: una scena fissa, con un severo portico intorno, le cui ali estreme erano rimaste interrotte per [...]

[...] privilegiato, la morte sembrava quasi andarvi cerimoniosa, facendo soltanto di quando in quando una discreta visita di dovere. Era molto se i neri [...]

[...] era mica un giorno! era dal secolo scorso, cioè cinquant'anni, che il vecchio Drea, il becchino, zappava quel cimitero fondato sopra un tranquillo [...]

[...] luogo Stefano era venuto con la moglie Giovanna e due figli, l'uno detto Domenico, ma tutti lo chiamavano Filusella per soprannome, e l'altro, che [...]

[...] era il minore, Amerigo. La vicinanza del camposanto portò subito Stefano ad ingerirsene, tanto più che Drea, il vecchio becchino, il primo ad [...]

[...] aprire la serie dei becchini del luogo, era ormai stanco di seppellire, e dopo cinquantadue anni di servizio, implorava d'essere giubbilato. Quando [...]

[...] cimitero; Stefano, incappato anche lui, era già corso a aspettarla nell'atrio. Dava una mano a levar di spalla ai fratelli il feretro, a deporlo [...]

[...] che meglio non avrebbe fatto altr'uomo di chiesa: ma non per nulla egli a Poggio Sole era stato priore nov'anni della compagnia degli Scalzi. Morto [...]

[...] sotterraneo a fare una fossa. Quella al ragazzo parve la cosa più terribile che mai potesse accadergli. Il mondo, da quanto ne aveva udito, era [...]

[...] streghe v'era miglior rimedio d'un mazzo di ginepro, e contro la malía che bollire i panni: di notte gnaulava un gatto rinchiuso o in amore [...]

[...] , Filusella lo sentiva tra 'l sonno, ed era il lupo mannaro che s'immergeva dentro le fonti, nè avrebbe smesso d'immergersi nelle fonti ed urlare [...]

[...] , finché non l'avesse sopraggiunto qualcuno all'improvviso, e bucato. De' rospi, delle lucertole, dei biacchi, dei pipistrelli era accanito [...]

[...] . - 15 - Quella mattina, non era ancora giorno e non si sentiva pel buio che cantare il gallo vicino, a cui rispondeva un altro gallo lontano, e [...]

[...] inoltrarsi tra i freddi simulacri del portico lungo e ventoso, e poi mettersi giù pel tetro scalone del sotterraneo muto. Era un ardimento di cui [...]

[...] ' di spazio ai loro piedi. Ed ecco gli parve udire e non udire un certo rumore come di cosa che brulicasse sotto una lapide, ma era un rumore così [...]

[...] nel buio, e che faceva luccicare a tratti da un pilastrone vicino un'epigrafe a lettere d'oro sul marmo nero. Filusella non ci vedeva più ed era [...]

[...] per tramortire; Stefano pure s'era fermato a una ventina di passi da san Calisto, che sempre immobile e maestoso levava la faccia al cielo e [...]

[...] altr'uomo stava per essere calato giù nell' abisso, su cui sorvola presto l'oblio e resta sempre il mistero. III. Filusella dunque s'era [...]

[...] , come un balocco, al petto un teschio, fantasia degna del lorenese Richier. Sull'uscio poi della stanza mortuaria era dipinto uno scheletro d'alta [...]

[...] falce. Tutto sommato dunque il luogo non era allegro, e Giovanna ne riceveva tali impressioni, - 21 - che poi la sera le s'affollavano intorno [...]

[...] convertite in strane paure, quando restava sola, perchè Stefano era con Amerigo in città, alla bettola del fratello, e Filusella a scuola da un [...]

[...] , si sperdeva sulle sue labbra a' primi - 22 - versetti. Peggio poi se sapeva che c'era un cadavere nella stanza mortuaria.... E se le [...]

[...] vicina, aveva cambiato abitudini, e s'era aggravato di pensieri e d'un malumore insolito. Mentre prima veniva in città assai di rado, forse due o tre [...]

[...] frutta; e per lui, novizio e irascibile, la piazza era un elemento pericoloso. Cominciò infatti, semplice e inesperto com’era, a sbagliare i modi [...]

[...] piazza magnifica lo fischiò, mentre i birri lo conducevano in palazzo a spinte e pedate. Questa non era giustizia, ma era però una scuola che [...]

[...] sveglio; e giacchè l'occasione c'era nel fratello Ferdinando, senza dubitare un momento, lo mise a bottega da lui. Per vero dire in tale risoluzione [...]

[...] ebbe un po' di parte anche la cupidigia, e anche una certa vanagloria che pure era nell'indole di quell'uomo. Egli, rispetto a quest'ultimo punto [...]

[...] , aveva ragionato così: — Il mi' fratello, di contadino che era, divenuto vinaio, s'è arricchito: e perchè non potrebbe fare altrettanto Amerigo [...]

[...] aveva visti nel portafoglio di suo fratello. Era così certo dunque d'avere avviato bene il figliuolo che di questa sua stessa cieca fiducia fu [...]

[...] ne uscivano i devoti tutti compunti, e le campane dall'alto del campanile assordavano l'aria scura, era una vera battaglia di grida, di pugni, di [...]

[...] quelli che fanno fremere e inorridire gli adulti, i quali smarrirono ogni memoria di ciò che erano essi da fanciulli o adolescenti: era un giovanetto [...]

[...] , come usavan nell'uno quando non c'era nessuno. E, per provare l'inaudita semplicità di sua moglie, raccontava questa che faceva sempre ridere per [...]

[...] pratica commerciale: bel giudizio che hanno le donne! diceva Stefano. In seguito si persuase anche più, se era possibile, d'aver fatto benissimo [...]

[...] che mai ora gli colavano dalle labbra le arguzie più volgari, tanto perchè s'accorgessero che non era più un pupillo, e che ormai le sapeva [...]

[...] esemplari che aveva sempre avuto sott'occhio. Suo padre, col quale ora non era più timido, restava incantato udendolo ripetere tutte le - 33 [...]

[...] deliziavano le brigate nella taverna. Egli dunque già sedeva pro tribunali, e sul conto di questo e di quello era in grado già di dar giudizi sì [...]

[...] in bottega era ben accetto ad ognuno: era svelto a servire, rendere i resti, rispondere barzellette, di quelle che più gustavano gli avventori [...]

[...] ne spasimarono: fu il loro bacio segreto, fu il loro ideale romantico di più giorni. Insomma, e di dentro e di fuori, egli era divenuto affatto [...]

[...] l'opposto di ciò che per ordinario suol essere un contadino. Nessuna luce di nessun sentimento buono era scesa sino al fondo di quella sua natura [...]

[...] , cioè quanto di meglio è nel carattere umano, era stato distrutto anche in lui, come in tanti, dalla immensa congerie dei vizi e delle sciocchezze [...]

[...] comuni. Eppure lo dicevano un bravo giovane! Un - 35 - giovane molto prudente lo diceva lo zio, e Stefano era ora così contento di questo [...]

[...] un beccamorti, e Amerigo invece un vinaio danaroso e civile. Se mai, ciò che crucciava Stefano era il non essere pienamente sicuro che tali [...]

[...] speranze si potessero realizzare, perchè Amerigo non era solo a correre questo palio della fortuna, ma con lui lo correva pure Gustavo, e col [...]

[...] medesimo intento dell'eredità e con più probabilità di vincerla. Gustavo era figlio della Beppa stiratora, bella moglie di Gasparino cuoco, nel quale e [...]

[...] il padre vero dal putativo; nè valeva che Stefano dicesse che Gustavo invece era tutto, ma tutto il ritratto di Gasparino. Questi due babbi poi [...]

[...] nascondere il frodo. Ma Amerigo, più simpatico e più sorriso dalle ragazze, era in quella taverna come Adone tra le Veneri e Bacco. Quanto alla Beppa [...]

[...] più nè limite, nè misura. Al vinaio questo gioco piaceva, perchè, come i pettegolezzi e gli amori delle serve, anche quello era un mezzo [...]

[...] che Amerigo non era più degno di passeggiare la sua bottega! " Non mi son mosso, perchè se mi muovo lo stronco! " disse allora Stefano [...]

[...] indignazione de' bevitori, i quali urlavano che Amerigo era dalla parte del torto - 39 - e non da quella della ragione. Gustavo potè finalmente [...]

[...] ripetere che non era più degno di passeggiare la sua bottega! Stefano la capì, e s'alzò minaccioso: Amerigo, che allora aveva diciannov'anni e [...]

[...] in silenzio: quel padre era terribile in quel momento. Da quella sera quella società tavernaria (non migliore d'altre società più distinte, nè [...]

[...] po' per il gusto di sentirsi in molti a dare addosso a uno solo. Il non aver saputo regger la celia era un'ingiuria al diritto - 40 - che hanno [...]

[...] le genti di celiare sempre, e di prendere a godere qualcuno: era enorme. Si vedeva anche da questo come basta un nulla a rivolgervi l'opinione [...]

[...] che cosa covasse in seno, e il rappresentare sempre, anche senza motivo, una triste e misera commediola, era per la Beppa il colmo di quella [...]

[...] ' regali a Zaira. " Questo non era provato, ma in bocca di tali accusatori basta la probabilità d'una cosa perchè essi addirittura la diano come certa [...]

[...] . Quando il vinaio udì che proprio il danno era fatto a lui e non a un altro, poer uomo! n'ebbe sì offeso il senso morale, che gli balenò [...]

[...] sapere che mai ci fosse di nuovo. Amerigo sostenne risolutamente in faccia al padre e allo zio che quella era un'infame calunnia della Beppa e di [...]

[...] terribile violenza, che quella era una calunnia, e ripeteva che il suo figliuolo era la perla dell'onestà e che non era capace di toccare neanche un [...]

[...] facevano assegnamento sulla sua eredità, ma lui era tomo di lasciare ogni cosa alla Madonna dello spedale!... Allora fu una generale e unanime [...]

[...] saetta. Per più giorni fu quiete nella taverna, ma il vinaio era pieno di sospetti: non sapeva se l'uno fosse ladro o l'altro calunniatore; e [...]

[...] s'era proposto con la Beppa di venirne in chiaro. Ma - 43 - per quanto gettassero l'esca, il pesce non abboccava. Il vinaio era quasi per render [...]

[...] rallegrò di trovare la gran taverna affatto vuota con la candela di sego accesa sul banco: Gustavo era sceso in cantina a infiascare il vino, e [...]

[...] canterellava: Tutti la notte dormono, lo zio infatti su di sopra era per andare a dormire come si capiva dal suo camminare e rumoreggiare e tonare [...]

[...] mia di zucchero.... - 44 - e corri in punta di piedi Amerigo al banco!... Era stata quel giorno la festa di san Crespino, e i calzolai avevano [...]

[...] erede! " e l'abbracciò intenerito. La Beppa, che in certe cose aveva buon cuore, era anche lei commossa fino alle lacrime. - 45 - Il giorno [...]

[...] rallegrasse di rivederlo. Dal padrone non aveva avuto mai una carezza, - 46 - ma calci e sassate per ricacciarlo nell'aia (chè quello era il suo posto [...]

[...] vispissimi e neri occhietti un balenío irrompente d'occhiate: scoteva il capo, mordevasi il labbro, batteva il tacco: tutto questo era come un prologo [...]

[...] muto a ciò che voleva dire. Giovanna e Carmelinda lo guardavano esterrefatte, e così Filusella che era tornato allora, con la pala in ispalla [...]

[...] fosse mancato sì stoltamente alle sue speranze guastandogli tutto un piano che gli pareva sì ben disposto, e l'ignominia di ladro che egli s'era [...]

[...] - attraverso a que' cupi pensieri, contrapponeva ad essi la sua ilarità schernitrice, il cachinno, la baldanza del suo trionfo, ed era uno spasimo per [...]

[...] quell'uomo rude e violento: era come sonare un cembalo agli orecchi d'un leone percosso.... Gli uscivano dall'ampio petto certi sospiri che parevano [...]

[...] oggetto prezioso, e piacendogli assai una Venere nuda in braccio a Marte che v'era sopra in bella ma consunta cesellatura, l'aveva comprata all'asta [...]

[...] per pochissimo: ma quella sera la capricciosa e venerea tabacchiera era saltata in tasca alla Beppa, la quale, come tutti i ladri accorti o [...]

[...] per ladro, e non si trovò padrone che lo volesse. Quanto alla città dunque non era più il caso di parlarne, non poteva più sperare di trovarci [...]

[...] suo e vantaggio della famiglia, le asprezze); suo padre non gli dava respiro finchè era presente al podere. Ora a potare gli ulivi, ora a zappar [...]

[...] a tavola con sè, alla mensa comune della famiglia, non - 51 - era più degno di comparire, e pranzava solo fuori di casa, sulla scala, come uno [...]

[...] scomunicato. Ogni serenità era sparita ormai da quella famiglia: tutti gli altri, muti intorno a Stefano fremebondo, erano simili a mansueti [...]

[...] anche lui i felici uccelli viaggianti, le creature più liete del mondo, che Leopardi invidiava. Ma a farlo apposta, c'era per que' luoghi un [...]

[...] il falco nel momento che aveva incontrato anche lui la sorte delle sue vittime, cioè, piombandovi sopra, s'era impigliato nello spago dell'arco, e [...]

[...] salvasse: nell'altro caso invece, cioè quando il danno non era fatto a lui ma al prossimo, allora il reo poteva anche sperare nella clemenza di Stefano [...]

[...] . A dire il vero, parlando delle altrui bricconate, egli non temperava mai questa sua dura giustizia con un po' di misericordia, era un Minosse [...]

[...] poi così - 55 - nere, anzi trovava sempre un motivo che le giustificasse a' suoi occhi. Stefano, quando non era cortigiano degli altri, era [...]

[...] cortigiano di sè. Molto s'era cambiato da poi ch'era topo più di città, si può dire, che di campagna. Nell'isolamento di Poggio Sole, tra ciò che [...]

[...] d'ogni relazione e d'ogni contrasto con gli uomini, come era stato più placido, così aveva avuto la coscienza più timorata e meno corriva. Ma ora non [...]

[...] badarci poco. Il guaio era però che le nubi s'erano solo un po' allontanate, non sciolte; e quindi bastava un nulla a ridestare in quell'uomo [...]

[...] avuto altri gravissimi alterchi anche col fratello, e se tra essi l'amicizia non s'era rotta, come avrebbe voluto la Beppa, si doveva soltanto [...]

[...] violenza per non dargli le man nel muso a Gustavo; e tornato a casa, allora era facilissimo farlo uscire in una di quelle sfuriate che riportavano [...]

[...] Zaira, ma la notte era sua. Quando a una cert'ora in casa dormivan tutti che neanche le cannonate, egli usciva; e non potendo passare dalla porta [...]

[...] , vetusta e maestosa come un monumento romano, sorgere sull'altra collina attigua alla collina del camposanto. Talora la notte era tempestosa e tutta un [...]

[...] , e correva a fiume: intorno era un'oscurità fitta, diluviante, senza il menomo bagliore nè prossimo nè lontano: e tutto taceva, perfino i cani, in [...]

[...] non che, rivoltando quelle grosse vangate di terra, gli tremavano i polsi e le gambe, e il peso qualche volta lo strapiombava: era uno sforzo [...]

[...] , vedendolo così deperire, raccomandava a Filusella d'aiutarlo, perché Amerigo a quelle fatiche non c'era avvezzo, nè le poteva durare: e Filusella [...]

[...] per tornarsene a lavorare diceva, ma invece era per correre di nuovo in città, dove lo richiamava una seduzione per lui irresistibile. Il medico [...]

[...] veemenza del sole estivo, senza esporsi di nuovo, e con effetti più gravi, a una ricaduta. Stefano si strinse nelle spalle, e stupì: quello era un [...]

[...] forma guerriera della lucernetta napoleonica, con la giacchetta lacera sulla spalla, era singolare, accanto al padre ciancioso, per la muta [...]

[...] al freddo del sotterraneo che metteva i brividi anche d'estate, quando il sole era alto! Ma ora Filusella vi scendeva sicurissimo: agricoltore e [...]

[...] all'aratro, e ove il solco in pendio era più scabro, affrettava con una placida voce e una lunga mazza, simile a un’asta antica, l'operosa lentezza [...]

[...] , come ne' paesaggi perugineschi. In quel podere v'erano tutti i doni del buon Dio: v'era grano, vino, olio, fagiolami, saggina, zucche, cocomeri [...]

[...] bicchiere o due di vinello, era tutto quello che passava il convento, ma a lui bastava. - 65 - Mentre la famiglia mangiava con un gagliardo [...]

[...] al paiuolo dove bollivano le rape per il maiale, o il pastone pei polli: Amerigo solo era inquieto: girellava e guardava aspettando che suo padre [...]

[...] al collo nero della madonna. Era questa un'immagine antichissima e miracolosa che molte volte, secondo l'urgenza campestre, fe' brillare il sole [...]

[...] scaletta lì fuor dell'uscio di casa, e si riposava divertendosi a fare dei bastoncelli col coltellino, sulla cui lama era inciso un cuore [...]

[...] inconsumabile tra le fiamme, e sotto era scritto — Non ti scordar di me — dono di Carmelinda da fidanzata; intanto Filusella barattava anche qualche parola [...]

[...] solino, ma bianchissima, col petto su cui Carmelinda - 67 - aveva ricamato qualche fiore o foglia d'ulivo; e s'era fatto la barba: sembrava [...]

[...] ' contadini giocavano alle bocce all'ombra d'una lunga sfilata d'alberi frondosi. Era della compagnia anche Ferdinando, il vinaio. Egli però non sempre [...]

[...] dava a quel lusso un carattere odioso di trivialità, di soverchieria e di menzogna: era un viso pingue e d'un colore di lardo vieto che [...]

[...] spaccio dei vini per mezzo del fiasco giocato con gli avventori: era dunque sempre un contendersi e giocar fiaschi in brigata, e il vinaio [...]

[...] . Non meno che bevitore era donnaiuolo: i suoi amici, per lusingarlo, dicevano che delle donne ne aveva una per uscio; ma ora, attempatotto anche [...]

[...] lui, soltanto la Beppa era padrona e arbitra del suo cuore. Un celione, che dominato dalla discorde trinità di Mercurio, Venere e Bacco, andava [...]

[...] a quarti di luna, aveva anche lui i suoi capricci, le sue ammirazioni, i suoi malumori: era facile entrargli in grazia, ma più facile ancora il [...]

[...] fare anche d'un imbecille un pasticcio serio. Con tanta saggezza in corpo era impossibile che non volesse anche lui esercitare la sua pressione [...]

[...] educativa su i minorenni: infatti era sempre a predicare e rimproverare. È pur questa una delle grandi sciagure a cui può andar soggetta la vita [...]

[...] anche in ciò Amerigo disubbidiva suo padre, il quale era sempre a raccomandare il rispetto e la deferenza allo zio, il più ricco, il più furbo de [...]

[...] ' Casamonti; il solo da cui potessero i suoi figliuoli aspettarsi un'eredità. Ma Amerigo, come ogni individuo corrotto, era indisciplinato [...]

[...] , petulante e simulatore: lui solo era riuscito a mutare quel domestico dispotismo in licenza, e ingannare suo padre, il - 70 - quale di quando in [...]

[...] uomini, come dice il Machiavelli, divengon savi, se Giovanna non gli avesse fermato il braccio adducendo che Amerigo non era in grado ancora di [...]

[...] un bel giorno non fosse venuto a precipitar la catastrofe. " Ma dimmi un poco, " egli disse al fratello una mattina che era venuto a vedere una [...]

[...] vacca ammalata, e dopo era salito in casa a riposarsi un momento, " a quell'Amerigo tu gli hai proprio lasciato la briglia sul collo eh? lo vedo [...]

[...] all'uscio per iscendere nella strada e avvertire Amerigo che era per tornare, ma Stefano la vide e la trattenne gridando: " No, ora non s'esce di casa [...]

[...] ! " — Dio mio! — ella pensava — che scena ora non seguirebbe tra padre e figliolo! e chi era quella Zaira? e chi gli dava i quattrini a Amerigo [...]

[...] sdegno e il suo dolore erano troppo fieri perchè potessero aprirsi a parole. Una tal condotta era ormai così apertamente, così sacrilegamente [...]

[...] casa, che i suoi genitori l'aspettavano a braccia aperte, e tutto gli avrebbero perdonato. Anche Stefano, trovandosi in piazza e per la città, era [...]

[...] aveva Abele, un altro fratello d'Adamo ed Eva, a quella scappata del silenzioso marito non potè tenersi dal ridere, sforzandosi di celarlo. Ella era [...]

[...] casa c'era una bocca inutile di meno! Ma Giovanna, che avrebbe voluto sfogare il proprio affanno almeno con Carmelinda, non indovinando che anche [...]

[...] . " " O che vuol fare? " " Il signore: era tutto vestito in coglia che nemmanco lo riconoscevo alla prima: con la zazzera tutta unta e liscia, e sopra [...]

[...] Stefano era ancora lì. E quando Stefano fu uscito, la voce fresca e gioviale di Carmelinda parve rallegrare come un raggio di sole tutta la casa [...]

[...] quello che accadeva in famiglia.... Oh.... finalmente era sola!... si mise la teglia in capo, e sulle spalle il suo scialletto di lana rosso e nero [...]

[...] v'entrò: era una via spopolata e non molto ariosa: andando più innanzi si trovava un ortaccio, che era stato un giardino signorile in antico, e [...]

[...] venivano dalle sue stanze voci chiassose d'uomini e donne. Nelle altre case invece, alte come torri e vecchissime, era un'oscurità di finestre e un [...]

[...] tratto. Il tristo palazzo aveva tutte le finestre grandi murate a mezzo, e l'altra parte era nascosta, come ne' monasteri, da persiane quadre e [...]

[...] - 83 - strilli e berci di donne inseguite, oppure cantilene rauche, indolenti, quasi richiami. Giovanna, appoggiata al muro dell'orto, era [...]

[...] strada a patire, gli dette ricovero volentieri, perchè era un bel giovane: gli occhi li aveva neri come due schizzi d'inchiostro, e aveva de' bei [...]

[...] capelli lucidi e morbidi come seta. Lei non era gelosa, ma lui era un crudele, uno sconoscente, perché gli piaceva di far come gli uccelletti [...]

[...] era fuori, ma se anche si fosse trovato in casa, per quanto l'avesse forzata l'amor materno, sentiva che in quel luogo, lei non poteva entrare [...]

[...] .... Amerigo era perso! e non poteva salvarlo! Dopo un po' d'incertezza e d'indugio, tra il desiderio e la paura d'incontrare Amerigo [...]

[...] aveva rubato! - 85 - e n'eran certi poi che la scatola proprio lui l'avesse rubata? e perchè dire che era d'oro la scatola, quando invece (Stefano [...]

[...] l'aveva vista tante volte) era una scatoluccia d'argento tutta consunta? Perchè farlo apparire anche peggio di quel che era quello sciaurato? o [...]

[...] che gusto ci avevano? o non era un agire, questo, da infami?... - La buona donna ignorava quanto faccia pro e quanto sia grato l'aggiungere qualche [...]

[...] nell'orto, era quella stessa Zaira, già regalata da lui coi danari presi dalla ciotola dello zio. L'aveva conosciuta da adolescente, quando lo [...]

[...] il suo rigoglio muliebre: Psiche pallida, dalle nerissime ciglia, era divenuta Giunone, ma una Giunone alla Rubens, con due braccia gladiatorie ed [...]

[...] , era poi sì florido da parer proprio che al marzo, ancora un po' frigido, fosse successo a un tratto il luglio infocato. Ma quando si dice il [...]

[...] portinaia, nè madama Margolfa, la proprietaria, si commovevano punto alle sue suppliche, a' suoi scongiuri. Era più facile impietosire la Sfinge che giace [...]

[...] solo fiore della sua giovane e rigogliosa bellezza, per la quale (ed era questo l'unico suo pensiero) ella era preferita alle sue compagne, e ne [...]

[...] raffinata in tutte le arti che operano meglio su i sensi; arti che aveva benissimo apprese alla scuola della sua padrona, la signora Olimpia Misei. Era [...]

[...] naturale e costante del fondo, ed era un'altera frivolezza nella cieca perversità. Ma in tutto il resto Zaira riusciva così bene ad assimilarsi la [...]

[...] minaccia dello sguardo bieco con una tremenda bestemmia, era ben raro che ad essa non seguisse in sala un timoroso silenzio. Certo, che a [...]

[...] vituperio, il quale veniva inoltre (e questa era la lusinga maggiore) come aggraziato dal fáscino femminile: quel fáscino che ogni donna [...]

[...] Zaira consisteva più di tutto in arti messalinesche, ma ormai egli era tale che nient'altro sarebbe stato più adatto al suo completo dissolvimento [...]

[...] . In lui a poco a poco s'era formata una nuova maniera di sentire, affatto diversa da quella de' suoi parenti contadini. La vita sobria e [...]

[...] rispettarle, amarle, ammirarle. - 94 - Era naturale dunque che Zaira col suo misero lusso, col quale si sforzava d'imitare la sua signora, i suoi [...]

[...] avvelenati dal furore d'una baccante, era naturale, dico, che fosse d'una gran magia e s'insinuasse come un tossico nelle vene di questo povero [...]

[...] villano rincivilito. Ciò dipendeva da questo che egli non solo era corrotto, ma anche giovanilmente ingenuo. Ingenuo, quanto alla sua inesperienza [...]

[...] valore effettivo, e corrotto poi tanto che, più la cosa era ammanierata, più era luccicante, o meno schiettamente semplice, o più sensualmente [...]

[...] s'addiceva a lui che non aveva perso ancora del tutto, quantunque snervato, l'impronta campagnola e maschia dei Casamonti! Ma era Zaira che lo voleva [...]

[...] villano! In Zaira poi egli era ben contento di ritrovare tutta la somma delle impressioni voluttuose e lubriche, che gli erano rimaste nei memori [...]

[...] , quando il sole le riscalda nel pieno del mezzodì; questo istinto era degenerato in Amerigo, così come egli era venuto su, in una sfrenata depravazione [...]

[...] . Stefano aveva detto che per lui Amerigo era morto, nè più lo riconosceva per suo - 98 - figliuolo: e batteva i pugni sopra la tavola con un fiero e [...]

[...] soggiungeva che tra lui e suo fratello ormai c'era il mare, senza che quel mare vi fosse nè ponte, nè bastimento per passarlo. Così padre e figliuolo [...]

[...] avrebbe tardato a risorgere onesto come per miracolo. Ma egli era troppo immerso in quella bufera che Dante paragonò allo scompiglio cieco degli [...]

[...] stornelli volanti, era troppo grossolano, troppo egoisticamente occupato di sè, e duro di cervice e di cuore - 100 - per accorgersi di ciò che non [...]

[...] quel campo, affatto fuori d'ogni possibile concorrenza, eppure c'era chi lo invidiava anche lui, c'era chi gli stava dietro agognando di [...]

[...] scavalcarlo, e rubargli il posto. Alcuni mesi prima era stato servo di quella casa in Via dell'Amore un certo Tognaccio, un figuro che dopo aver [...]

[...] servito, scontentando anche loro, a ladri e usurai, s'era venuto a offrire alla Margolfa, la quale naturalmente gli domandò che cosa sapesse fare. E [...]

[...] , come spauracchio e come piacevole passatempo, era proprio quello che ci voleva per casa sua, e lo prese al servizio. Codardissimo, sapeva in [...]

[...] pagliaccio, ma lui non ne volle sapere perchè diceva di voler vivere indipendente. Gli era rimasto sì bel ricordo della vita indipendente e [...]

[...] , compiacendosene moltissimo, che Amerigo era il tal dei tali, mandato via di bottega perchè ladro, gli fu detto, famoso, allora volle conoscerlo e farselo [...]

[...] amico. Amerigo, che era fuggito da ogni buon operaio come la peste, nè poteva praticare se non la marmaglia più vile, con la solita sventatezza [...]

[...] tomaio rattoppato. Insomma questo modo di vestire era così diverso da quello con cui veste un signore o può vestire un popolano, che dava subito [...]

[...] nell'occhio, e faceva pensare che colui dovesse essere qualcosa di molto equivoco e disgustoso. Tognaccio invece era in carattere. Con la [...]

[...] buffone e da manigoldo) guizzavano lampi a sghimbescio sulle persone che gli passavano accanto. Era molto facile chiacchierone, e non proferiva [...]

[...] potuto anche invitarlo a casa: ossia gli fece capire che quelle donne per mezzo suo gli avrebbero dovuto riaprire l'uscio: lui era pentito, moriva [...]

[...] poco in sinistro, e, dondolandosi, se n'andò: ma non s'era allontanato una trentina di passi, che - 105 - incominciò in un chiassuolo a fare il [...]

[...] Amerigo gli s'era fogato dietro: e corri e corri gli fu addosso a una cantonata, e aveva cominciato a zombarlo, quando Tognaccio, facendosi scudo del [...]

[...] , si fanno. VIII. Di lì a qualche giorno era la sera di Berlingaccio: era una di quelle sere dei primi di marzo, stellate, ventose, quando ti [...]

[...] piovano di sfera in isfera sotto i passi di Dio vagante per il mistero infinito. Quella sera era molto buia la vecchia città: alle cantonate (dalle [...]

[...] dall'altro, e declinanti giù per la scesa, lasciavano in mezzo degl'intervalli oscurissimi. Era tardi, perché tacevano perfino le spezierie [...]

[...] : anche la magnifica piazza, con la sua torre snella che toccava le stelle, era così silenziosa che quel silenzio, unito all'oscurità, pareva [...]

[...] dalle vetrate un po' d'immobile bagliore, e nulla di più lugubre in tanta solitudine e nerezza di case altissime e secolari. Era taluno di que [...]

[...] quattro paginette t'informava delle cose più importanti che fossero accadute nel mondo durante una settimana. Sapevi per esempio ciò che era [...]

[...] questo però era sempre coperto, bisogna dirlo, da una gran decenza, da un gran decoro civile. Infatti, quando s'aprì quella casa in Via dell'Amore [...]

[...] morì. Tutti, maschere e donne, corsero in sala baccaneggiando come furie in tripudio. In mezzo di sala era un rimescolio multicolore di cenci [...]

[...] discorde e assordante di berci, risa, di voci maschie e femminili. La Margolfa, come soleva nei momenti di collera estrema, s'era tolta di capo la [...]

[...] parevano stoppa gialla, e era salito anche lui con le maschere) cominciò a sonare all'arrabbiata una spinetta dai tasti di bossolo sconquassati. Oh [...]

[...] inseguite dai cani. Zaira s'era slacciato il rosso corsetto, distendendosi e stirandosi mollemente elastica su i guanciali: pareva una tigre dopo [...]

[...] poco era succeduto a tanto baccano il silenzio: quel tristo e solenne silenzio che segue al falso tripudio; o se qualche voce sorgeva di quando in [...]

[...] quando, era una bestemmia, un'oscenità, o un vanto di ciò a cui era potuta arrivare, in quei gran giorni, l'erotica potenza del parlatore. Quelle [...]

[...] orribilmente il collo e la bocca, e ingrossando il petto, c'era uno stiramento lungo lungo di braccia. La Margolfa, vedendo che ancora non se n'andavano [...]

[...] , era d'una cupezza sinistra e sgomenta, come upupa tolta da una cava buia ed esposta in pieno giorno ai dispetti e alle risa d'un branco di [...]

[...] gambe in croce la chitarra, e pizzicandola, cantò sopra un'aria sentimentale una canzonaccia. Egli era solo ad avere ancora la maschera al viso, e [...]

[...] s'era mai levato la maschera. " È una spia! " gridò uno, e tutti gli altri: " È una spia! è una spia! " " Se fossi una spia sarei il più birbante [...]

[...] porgeva sempre la groppa, e cercava, correndo all'indietro, di salvare almeno, se era possibile, la chitarra. " Tombola! tombola! tombola [...]

[...] indorare l'alto soffitto di quel malinconico camerone. Il clinico s'era fermato appunto allora al letto d'Amerigo con gli scolari che apprendevano [...]

[...] naso un boccettino d'essenza, e intinse la penna d'oca nel calamaio: d'oca perchè allora (la bellezza d'un sessant'anni fa) la penna di ferro era [...]

[...] riguardata come pericolosa alla docilità della mano, e quindi era proscritta dagli ufizi e più dalle scuole. Il cancelliere, uomo molto di società [...]

[...] in ginocchio, con la fronte appoggiata al saccone, singhiozzava. Oh come tutto era freddo a paragone del dolore di quella madre!... La sera ella [...]

[...] tempissimo allo spedale, quasi certa di sentire che il su' figliuolo era morto. Procedendo là per l'infermeria, tra quelle due lunghe file di letti [...]

[...] , aspettavasi con acutissima pena di veder vuoto il letto dove l'aveva lasciato la sera prima: invece egli c'era ancora, invece respirava ancora [...]

[...] , s'era un po' ritratta da lui, ma sol per concedergli una languida e breve vigilia, o per prolungargli il tormento ineffabile d'una disperata agonia [...]

[...] ormai per quel povero giovine era finita: e tutti: " Povero giovane! povero giovane! " ma però alla larga, perchè la tise s'attacca! Lo diceva [...]

[...] ravveduto, e questo era tutto merito suo; tutto merito delle sue esortazioni, e delle pratiche di pietà a cui avevalo abituato: onde se ne compiaceva [...]

[...] polizia, ma sentito il parere del medico, questi rispose che quel tisico non era in grado di sostenere nessuna pena disciplinare, perchè [...]

[...] , quantunque potesse reggersi in piedi, tuttavia il male era sì maturo che poco più gli restava da vivere in questo mondo: allo spedale, dopo lo scandalo [...]

[...] dato, non poteva restarci un'ora di più, la meglio dunque era di rimandarlo subito a casa sua. Furono dunque - 130 - resi al giovinastro i [...]

[...] animo fiacco, con la fatalità d'una legge quasi meccanica, verso parole e azioni colpevoli; quegli comprenderà che Amerigo, come era trascorso [...]

[...] , tossiva, ma era contentissimo, era felice: non accusava Zaira di non essersi più fatta viva con lui in que' tre mesi, perchè come avrebbe [...]

[...] ...." " Cercavo d'una mia parente, una certa Zaira. " " Oh Zaira! l'ho conosciuta, e gli ho fatto anche dei piaceri, a dirvela! era una buona ragazza [...]

[...] l'ultimo crollo la sua già crollata esistenza, lo prese quasi un senso patetico che nasceva non tanto dall'estrema fiacchezza a cui era ridotto, quanto [...]

[...] morbido biancore delle sue forme, per quelle stanze vuote, e perdere le grazie nella procacità, nè mai più viva gli era apparsa, più - 133 [...]

[...] - seducente, più amata, più desiata. Quell'ebbrezza continuava a nascondergli ancora la sua vergognosa follia, e la fossa a cui era vicino. Ormai [...]

[...] oppresso dal male, che s'aspettava da un momento all'altro di morire, e l'angoscia fisica era sì cruda da fargli sentire un po' meno quella [...]

[...] ' signori dello spedale a rimandargli il figliuolo in uno stato che miracolo se non era morto per via! " Eppure, " ei seguitava a dire, " de' panieri di [...]

[...] che quel figliuolo era pessimo, e lo voleva, tornato a casa, rimproverare aspramente. Ma appena lo rivide, colà seduto in una scranna presso il [...]

[...] paiuolo non traboccasse: nessun parlava. L'amico Tognaccio gliel'aveva ben calzato il coltello fino al polmone: la piaga esterna s'era richiusa, ma [...]

[...] poteva tossire e tossire, senza che lo sentisse nessuno. Era di luglio, e oltre il verde fruttuoso di tanti alberi di cui era piena la china [...]

[...] , spiegavano nella valle feconda i grani maturi la loro ricca biondezza lieta, ondulante, vasta. Era un mormorio di ruscelli allegri tra l'erbe [...]

[...] tutto: animava le fronde, i fiori, le acque, gli uccelli, gl'insetti, le lucertole, le farfalle.... E morire!... E il cielo era tutto un puro [...]

[...] giovane contadina che le piante nascondevano all'occhio: ma nulla era più giocondo e soave di quel canto: come vibrava argentino! come s'espandeva [...]

[...] mostrargliela mai era sua madre. Quella veramente buona e semplice donna gli prestava tutte le cure sempre tranquilla, come se di giorno in giorno [...]

[...] recitato, in quella rustica cameruccia, un De profundis al morto incoronato di fiori: " era tanto bello, e s'è strutto come una candela! " X [...]

[...] miseranda, all'immagine sofferente che l'era rimasta dell'infermo, in cui ella non vedeva ora un colpevole, ma solo un figliuolo infelice. Forse in ciò [...]

[...] col domandare a Giovanna perchè piangesse; ed era lo stesso che domandare all'abete perchè gema dalla ferita che v'aprì il boscaiuolo, o [...]

[...] e poi le richiuda quando il tempo s'inforca. Ma quello di Stefano era pure un modo anch'esso d'esprimere il proprio affetto, quasi la moglie [...]

[...] sospiro di qualche anima, come dicevano ch'era successo più volte; ora l'andarvi di notte o di giorno per lei era lo stesso: dopo che le ci avevano [...]

[...] tutti raccolti in cucina, e tutti inginocchiati: Carmelinda sola era in piedi, davanti al grande camino, con la padella, in cui faceva ballare i [...]

[...] chiamato perchè, diceva Stefano, " era pronto lui al suo servizio. " Quella sera abbaiava più spesso e più ostinato, vedendo, dall'aia oscura [...]

[...] carità d'un congiunto. E dopo il rosario era sciabà. Il vin nuovo, al lume della lucerna posata in mezzo, smagliava accesi rubini per i bicchieri [...]

[...] , gorgogliava e rosseggiava anche sulle labbra dei fanciulli. Lo lodavano tutti perchè era faccenda del babbo, nè egli avrebbe permesso che altri se [...]

[...] : Giovanna s'era fatta una vecchiarella pensierosa, anche Filusella imbiancava; Carmelinda aveva sempre i capelli nerissimi, ma il personale sformato [...]

[...] falciava, non era meno svelto di quand'aveva vent'anni ad alzar la coscia per appoggiarvi su la falce fienaia, che scintillava al sole come un gran [...]

[...] qualche insetto o mazzi di fiori campestri, e parevano amorini inseguenti l'immagine austera e cupa del Tempo. In quel podere non v'era parte che non [...]

[...] mostrasse la diligenza del suo cultore. La valletta ombrosa e umidiccia era tutta coperta di frutti e d'ortaggi, e terminava laggiù col verde del [...]

[...] incomincia a imbiancare: insomma non v'era luogo in quello spazio arioso dove non fosse tutto disposto ordinatamente e quasi con eleganza. Ciò [...]

[...] veduto) intorbidato il giudizio anche a suo padre. La passione delle fatiche campestri non gli era punto scemata a suo padre, ma gli era sorta [...]

[...] cittadino rispettato e felice. Il figliuolo invece era finito male, senza che perciò le speranze di Stefano avessero cessato di rivolgersi sempre [...]

[...] cupido che costituiva il fondo del carattere di Stefano, il cui sogno era di comprare quel podere che ormai poteva dirsi creazione delle sue mani [...]

[...] , Dio gli perdoni, che suo fratello ormai era pieno d'acciacchi, i quali facevano dubitare la sua morte vicina. " Quel povero Nando! " egli diceva [...]

[...] barbaro per le donne, ma poi feci sempre le cose con giudizio, e non ebbi mai il mal venereo. " Ed era pur troppo vero che il vinaio da un pezzo in [...]

[...] qua non era più lui. Rideva ancora con quel suo faccione paffuto e grinzoso di melacotta, ripetendo le sue solite barzellette, e avventandosi dietro [...]

[...] van facendo le mosche idropiche su pei vetri, quando le rianima un po' di sole. L'uomo in fondo era triste, e andando via a capo basso e [...]

[...] piselli più teneri e zuccherini, e cocomeri d'una grossezza che un uomo non li abbracciava. Quando arrivavano i cocomeri, era una vera - 149 - festa [...]

[...] che mantenevasi freschissima sotto l'arco, in un angolo del cortile, e la sera, con gli amici, era come mangiare un sorbetto. Ne facevano tutti una [...]

[...] buona strippata, canzonando Stefano sotto sotto se c'era, o apertamente se non era della comitiva. Poi que' celioni si tiravano le bucce nel [...]

[...] n'importa a me? " " Ma te l'ho detto tante volte che io lo - 151 - presi il mi' fratello, perchè nessuno era capace come lui e di tanta fatica [...]

[...] , ciò era solo per quel portafoglio spiato, agognato da essi come i cani agognano il pasto che poi si disputeranno a zannate Con aspri ringhi e [...]

[...] più che mai bieco e sinistro nella brutta figura di Gasparino, il marito di colei. Gasparino era tomo, sapendo di avere il morto in casa, di [...]

[...] resistere era per lui uno sforzo penoso, e un continuo arrabbiamento, ma questo alla Beppa non importava nulla. Se non che egli rimaneva fermo [...]

[...] quali, per quello che ne sentiva dire in bottega, avevano risanato tanti - 156 - paralitici, tanti ciechi e storpi e gottosi, era la sola che gli [...]

[...] che tutto compreso, cioè camera, vitto, bagno, imbiancatura, stiratura e lume, eran tre pioli al giorno:1 quanto al servizio, quello — era [...]

[...] rilasciato alla buona grazia, alla cortesia del bagnante, il quale poi era anche padrone di non dar nulla. — " Tre paoli! " gridarono quella sera gli [...]

[...] le spalle: era un continuo voltargliele e rivoltargliele, e, per parte del vinaio, un continuo andarle dietro e girarle attorno. Il vinaio alla [...]

[...] Gasparino, d'aver perduto i guadagni; gli rinfacciò le sue seduzioni, i pesi e i dolori d'una colpevole maternità, perchè Gustavo era sangue suo, e [...]

[...] sospetti che avevano riguardo alle sue disposizioni testamentarie, e al luogo o alle mani in cui avesse depositato il suo capitale. Era meglio dunque [...]

[...] levò un certo fiasco dall'armadino. " O voi non bevete? " disse la Beppa, a cui era venuto l'idea di farlo bere, per vedere se fosse riuscita [...]

[...] a un certo punto egli s'arrestò cupo: non volle più bere, nè ci fu verso di renderlo più espansivo: egli era divenuto di una cupezza tragica [...]

[...] all'occipite, e se un po' s'assopiva, era subito riscosso da indefinibili e orrendi spaventi. Nondimeno la mattina si volle alzare, e sceso in bottega [...]

[...] - 165 - che era, volle attendere ancora a qualche faccenda. Accese la lucerna (una di quelle lucerne etrusche d'ottone, sbandite ormai dal [...]

[...] con la lucerna, che nella fuga gli s'era spenta, e gridò esterrefatto, pallido, ansante: " È caduto! è caduto! su, presto, venite a darmi una [...]

[...] e dentro era un vario e caloroso vociare d'uomini e donne. " È morto Nando! — Come! o se l'ho visto un'ora fa sull'uscio di bottega! — Eppure è [...]

[...] morto d'un colpo, Dio ci guardi! — Oh, povero Nando! — Era un gran pezzo che quell'uomo trascicava i frasconi — Se avesse dato retta a me, e fosse [...]

[...] andato a Rapolano otto giorni prima, questo non succedeva. — Povero Nando, era un bonomo — Oh, bonissimo! — Era un usuraio! — Ma che è vero, dite [...]

[...] , e la Beppa usufruttuaria — Oh, la Beppa, ieri sera, andati via tutti, venne a trovarlo, ci stette fin dopo la mezzanotte: la vidi io — Era un uomo [...]

[...] , ma dicerto ha lasciato una bella somma — Era un egoista che non avrebbe fatto un piacere neppure a impiccarlo! — Con le donne era molto [...]

[...] sporta che le s'era rovesciato dietro le spalle, e i due nastri gialli davanti, ne' rapidi moti, nel battere disperatissimo delle mani, le [...]

[...] sfarfallavano qua e là, e lo scialletto nero e civettuolo l'era trascorso giù a mezza vita a festone. " Madonnina mia, madonnina mia, madonnina mia, che [...]

[...] gomito due o tre volte a Filusella, e gli occhi gli lampeggiarono di furore. La Beppa s'era così sbrigata che pareva non si fosse mossa punto di là [...]

[...] rovello che aveva represso tanti anni, ogni volta che s'era abbattuto in colei, ora se lo sentì tutto muggire dentro e forzar le dighe: le occhiate [...]

[...] tempesta umana era vicina a scoppiare. " Ma che cosa ci siete venuta a fare voi qui? " egli le domandò con calma. " Quello che ci siete venuto a [...]

[...] - 174 - tra la gente che circondava il cadavere un mormorio e poi un clamore sincero d'indignazione. Come!... il povero Nando era appena [...]

[...] spirato, era ancora caldo, giaceva immobile e corpulento sul tavolone, in mezzo al cordoglio de' suoi amici e de' suoi compagni: giaceva in quel [...]

[...] pugni. La Beppa batteva le mani in mezzo tragicamente, le intrecciava, alzava gli occhi al cielo, ed urlava: era un - 175 - finimondo, allorchè [...]

[...] , quello voleva parlare ed era sbatacchiato nel muro, quell'altro voleva difendersi e gli era messa al petto la bocca del pistolone, per cui [...]

[...] : quanto gli avrebbe giovato di più la prudenza! Poteva darsi, anzi era probabilissimo, che suo fratello avesse riposto il portafoglio su in casa [...]

[...] , come sempre suole accadere, egli si pentiva di questo che era un ultimo effetto naturale, non della causa che l'aveva prodotto; e se ne pentiva, al [...]

[...] solito, non per la cosa in sè come colpevole e trista, ma perchè essa era riuscita in suo danno: danno che avrebbe potuto evitare, egli pensava [...]

[...] portafoglio non era stato trovato in nessun luogo. La Beppa e Stefano, presi più che mai dal sospetto reciproco, si scambiarono allora un'occhiata [...]

[...] quelli d'un falco, quando a un'orrenda beccata dell'avversario erge il collo repentino per avventarsi. Alla Beppa invece era parso di dire una [...]

[...] e malconcio, col suo cappelluccio fangoso che gli era caduto ai piedi, guardava con fulmineo stupore la Beppa, Gustavo, il cancelliere, gli [...]

[...] danaro, che certo era una vera compiacenza, una dolce maraviglia l'udirli. Tutto il torto lo davano a Stefano, perchè la Beppa se ne stava lì [...]

[...] tanto meno poi in quel momento, se non era il primo Stefano a provocarla, incolpando lei ed il figliuolo d'aver rubato il portafoglio. Così diceva [...]

[...] la Beppa stessa, e così - 182 - confermavano i testimoni a una voce. Che poi un portafoglio ci fosse stato, di questo non c'era più alcuno [...]

[...] gran capitali: e chi diceva venti, e chi cinquanta, e chi ottanta, e chi centomila. Dov'erano andate tutte queste ricchezze?... chi era il [...]

[...] ladro?... questo era l'importante, questo era ciò che si voleva sapere. S'aspettavano dunque da un giorno all'altro che il ladro fosse scoperto [...]

[...] pura del poggio non calmò più, come soleva un tempo, gli spiriti di quell'uomo. Egli era sicurissimo che l'eredità del fratello gliel'avevano [...]

[...] ricevuto. Non mancavano intanto d'inviare al povero Nando, che era morto ab intestato, tali giaculatorie che certo non valevano ad accorciargli nè [...]

[...] a mitigargli le pene del purgatorio. Stefano s'era veduto crollare innanzi tutto l'edifizio della sua vita. Non era stato, è vero, che un [...]

[...] edifizio ideale, un miraggio lontano di felicità, un'illusione insomma, ma quanti pensieri non gli era costata, quante cure, per poi non raccogliere da [...]

[...] essa che tristezza e odio mortale! Senza possedere nessuna qualità straordinaria, egli era nondimeno tal uomo da elevare mediocremente la [...]

[...] fortuna della sua famiglia, quando per la sua condizione non si fosse trovato fuori d'ogni via d'arrivare a ciò, e la via da lui presa era cattiva e [...]

[...] condotto a realizzare il suo sogno, contadino e rozzo e inesperto di troppe cose come egli era, non potevano che traviarlo, e frullargli il tormento [...]

[...] la solerzia d'una formica. E ora, pensando che quanto aveva raccolto dalle incessanti fatiche e dagli aspri risparmi di tanti anni, era tutto [...]

[...] perdeva l'affezione anche alla terra, parendogli tutto inutile il sudore che vi aveva sparso ogni giorno. Tanto ormai era vecchio, si vedeva [...]

[...] invece, per la sua pessima condotta e per i suoi vizi, era morto giovane, era andato incontro al ferro d'un assassino! così era rimasto campo libero [...]

[...] il caso non ci metta sott'occhio la verità. Una sera seguiva quest'ordine o questo precipizio d'idee, tutti dormivano in casa (Giovanna era morta [...]

[...] da un pezzo), e lui era rimasto solo al camino che si spegneva silenzioso. Pareva incantato colà a sedere, quasi gli paresse fatica ad andare a [...]

[...] letto anche lui, sapendo che il letto da un pezzo in qua gli negava il sonno, gli era increscioso. Stava seduto in un vecchio seggiolone di cuoio [...]

[...] a fiorami, che non era fatto certamente per una cucina di contadini, ma per riempire gli spazi, con altri seggioloni compagni, d'una gran sala, o [...]

[...] trovare in così povera casa. Ma que' seggioloni erano sparsi un tempo per tutto il grande e rovinato palazzo dei conti Della Pula, e quello era rimasto [...]

[...] dimenticato giù al mezzanino del vinaio. Ora, di tutti i mobili del vinaio, Stefano quello solo se l'era portato a casa, e non l'aveva venduto [...]

[...] una tal quale finezza tutta toscana di tratti, e il labbro sottile; come era bieco talora e cupo il suo sguardo! come concentravasi in un pensiero [...]

[...] passione da cui era più tormentato! — L'hanno rubato loro! — E contandoli sulle dita, incominciò quella sera a numerare tutti i mobili che erano [...]

[...] aveva trovato il mezzo di ricordarsi che quel seggiolone antico dove sedeva, esso solo gli era sfuggito, perché, non dovendolo vendere, l'aveva [...]

[...] messo da una parte, e poi, sopraffatto da' suoi cupi pensieri, non s'era più ricordato di sottoporlo come gli altri a un accuratissimo esame [...]

[...] di tasca, sbranò la tela da un capo all'altro, strappò via un grosso batuffolo di crini di cui era imbottito il guanciale, vi cacciò dentro la [...]

[...] guardando come rimbecillito o trasecolato il seggiolone capovolto e squarciato, e il grosso portafoglio che stringeva nel pugno. Era quel medesimo [...]

[...] portafoglio che il - 193 - suo fratello tanti anni prima s'era tolto di tasca quel giorno che fecero insieme il contratto del podere! " Oh [...]

[...] all'uscio a guardar nel campo in cui rideva la luna: " era nel portafoglio; dev'essere il suo testamento. " Filusella, non leggeva troppo spedito [...]

[...] Firenze, e colà maritatasi a un ombrellaio: e di tutti era indicato dal testatore coscienzioso il domicilio e il mestiere. Quanto poi al proprio [...]

[...] fratello Stefano, con lui il testatore non credeva d'aver obbligo alcuno, perchè troppo bene s'era servito da sè nelle raccolte del podere.... " Oh [...]

[...] l'operato del babbo, e si rallegrava tutto pensando che quell'oro era anche suo: l'oro — il quale, come diceva quel tale abate ai discepoli [...]

[...] che Stefano, da qualche tempo, era divenuto un altr'uomo: la divina misericordia finalmente gli aveva ammollito il cuore, perchè era più [...]

[...] trattabile, più giusto nel peso, più rispettoso, anzi ora era rispettosissimo!... e non stava più tanto a leticare come prima per il soldo e il [...]

[...] - 201 - cambiamento era lei che l'aveva operato, perchè, a tempo della povera Giovanna, Stefano non era mai stato così pacifico e così umano: non [...]

[...] che Stefano era divenuto migliore nel modo che il mondo vuole che uno sia tale. E se oggi dall'onda della fortuna (una fortuna più trista che buona [...]

[...] ) era stato portato a un tratto vicino al pomo non suo ma che aveva tanto desiderato, come coglierlo questo pomo, come riuscire ad assaporarlo [...]

[...] , per quella gente che non usciva mai dal paese, era come dir nella China. E Adamo ogni dato tempo portava alla cassa di risparmio de' rotoletti [...]

[...] tanto poco praticabili che il rimedio era peggiore del male; e non una parola che mirasse piuttosto a calmare e non incitare di più gli spiriti di que [...]

[...] giovani, abbattendosi pure a passar di là, s'arrestarono e tesero gli orecchi a quel gemito che sonava nella notte buia così cupo, così sinistro! Era [...]

[...] silenzio che prima aveva accompagnato la lugubre operazione. XIV. Nel tempo in cui accadde questo racconto (tempo ormai già remoto) forse era anche [...]

[...] sua gioia per il trionfo, ella diceva, dell'innocenza. Quella povera donna infatti aveva detto la verità affermando che il portafoglio era stato [...]

[...] affidato dal vinaio a quel furfante di suo fratello; invece di crederle dunque, trascurarono una tale preziosa dichiarazione, e così era naturale [...]

[...] le deposizioni di alcuni, ai quali Stefano, ne' primordi della sua carriera piazzesca, aveva fatto sentire il valore delle sue mani, che egli era [...]

[...] Gustavo fosse stato il ladro del portafoglio era l'unica ombra che avesse - 217 - offuscato, per qualche anno, la sua onesta riputazione: ora la [...]

[...] verità, come sempre, dicevano, era venuta a galla, ma non prima che quel povero diavolo ne avesse molto sofferto nell'onore, nell'interesse e nella [...]

[...] dal fratello Ferdinando il portafoglio in fiduciosa custodia, con la cospicua somma che in detto era contenuta, in luogo di produrlo [...]

[...] balía di Stefano, il quale era già per farne orrendo e - 221 - ultimo scempio. E quale di noi, o signori, quale di quanti siamo qui raccolti [...]

[...] strapparlo dalla mano di quel crudele, dalla mano di quell'omicida, dalla mano di quel violento? Era questione di morte o di vita, o signori, e la vita di [...]

[...] nulla che valesse a giustificare suo padre. Dicendo che suo padre una sera il portafoglio l'aveva trovato nell'imbottitura del seggiolone, era [...]

[...] più prossimo, e questi era Filusella. Ma il tribunale non aveva ancora pronunziato questa sentenza a favore di Filusella, che ecco muovergli [...]

[...] traditrice speranza d'una vita più comoda aveva attratti in città, Fortunato, per esempio, raccattava la spazzatura, Girolamo era scaccino in una [...]

[...] chiesuccia miserabile, Innocenzo, smesso il ciccaiolo perchè le cicche, avendo Leopoldo rincarato i sigari, era come cercar le perle, coltivava [...]

[...] Della Pula, in Via del Carroccio, era devoluta al di lui nipote Domenico, detto il Filusella dei morti; - 226 - come mai lo stesso diritto non [...]

[...] non senza un pio sorrisetto, " a comprar roba di chiesa! " perché quel podere era appartenuto un tempo ai reverendi padri domenicani. E questo [...]

Zuccari Anna (Neera)
Un nido
5 1880 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 232 occorrenze

[...] ritiro. Come bella donna, bisogna dirlo, era agli sgoccioli; ma se la cronaca non mente, ella l'aveva fatta al tempo prima che il tempo, 8 la [...]

[...] facesse a lei, il che significa, ragazze , che se la Rosa Spiccorlai non aveva letto il Nuovo Testamento (giacchè leggere non era il suo forte [...]

[...] , misericordiosamente benigno, salvò con queste parole: Va e non peccar più! Ma la Rosa invece tornò a peccare, ecco la differenza. Era una donnona grande e [...]

[...] tutta segretezza vi paleserò che la Rosa aveva quarantaquattro anni e una treccia di stupendi capelli neri che le costava cinquanta lire. Come era [...]

[...] mercanti di grassi e di salami, si era ritirata dagli affari in condizioni poco buone. 10 Carlo Spiccorlai, il marito, ex-pizzicagnolo [...]

[...] , cavalli, orologi... — scuoteva la testa e non si poteva cavargli altro. Era scemo? Nemmen per sogno. Carlo Spiccorlai, col pieno possesso delle [...]

[...] sue facoltà mentali, amministrava la piccolissima sostanza che gli era rimasta, calcolando con esattezza da matematico il valore d'un centesimo [...]

[...] Era allora che le vicine dicevano: Ah! costei porta proprio i calzoni. Il vecchio non vedeva nulla, non si immischiava di nulla. Soltanto in [...]

[...] due o tre occasioni culminanti della loro vita coniugale, il vecchio si era rizzato sulla poltrona, e puntando l'indice formidabile aveva detto [...]

[...] degli angoli bui, più vi era intorno a lui di bruttezza e di schifo il vecchio gongolava. Dalla specola della sua finestretta vedeva le macchie [...]

[...] mezzo alla corte con un piglio tra l'impaziente e lo sdegnoso (era un novellino viziato delle eleganti portinaine), cacciò la mano nella borsetta [...]

[...] : — Spiccorlai! Sulla soprascritta c'era forse signore, ma non credette necessario ripetere quel titolo in mezzo a quella corte. — Non abita in questa [...]

[...] maledetta casa un tale Carlo Spiccorlai? Ohe! La domanda era rivolta alle grondaie gocciolanti e alle travi tarlate, ma parve l'udisse il vecchio [...]

[...] ? Incominciamo dall'ombra. Carlo Spiccorlai era il maggiore di un numero straordinario di fratelli; fra lui e l'ultimo nato — una femmina — correvano [...]

[...] trent' anni; sua sorella dunque aveva quasi quarant'anni. Era venuta ultima in una famiglia di tempre adamantine, di forti e bruschi voleri e [...]

[...] non era uomo da perdersi in tenerezze. Le additò un nero buco accanto alla cucina, le fece la sua parte al magro pasto comune e venne in tal [...]

[...] ricacciava sulla scacchiera, brontolando: Donne, cavalli, orologi! Tra le cognate era un altro affare. Fin dal giorno che Amarilli era comparsa [...]

[...] le maniche con un movimento che le era famigliare, mettere in mostra le sue grosse braccia solide e bianche, ridendo in viso sguaiatamente ad [...]

[...] Amarilli, poichè sapeva che la povera zitella, se si lagnava di qualche cosa al mondo, come di una vera ingiustizia, era appunto della sua [...]

[...] portentosa magrezza. Era molto facile a lei, donna e padrona, dare di ogni cosa il peggiore alla malcapitata parente — il pane raffermo, la minestra [...]

[...] cutrettola) non era per Amarilli certo che i giovinotti avrebbero inventate delle canzoni, come per lei, quando fanciulla ancora abitava in via [...]

[...] . Aveva attinte le sole consolazioni della sua mesta vita nei piaceri dello spirito; la sua mente era bella se poco leggiadro era il suo corpo, e [...]

[...] dietro, le magre costole del suo petto batteva un caldo cuore. Ma per la Rosa, Amarilli aveva tre difetti di prim'ordine: era donna, cognata e ne [...]

[...] anime elette, s'era nascosto sbigottito chi sa dove, ed appena ne traluceva un fioco bagliore quando — ben sola e ben chiusa nel lurido sottoscala [...]

[...] , il timbro: la depose, la riprese, era forse commosso anche lui, ma a capirlo bisognava essere bravi. Amarilli gettò un'occhiata inquieta verso [...]

[...] dondolandosi a un lungo filo argenteo. Amarilli pensava ch'esso era molto felice, perchè il filo incominciato sulle travi cadenti di quell'antro [...]

[...] era uscita? Nel tavolino non si vedevano cassette, il vecchio non s'era mosso e non poteva muoversi; alla magia Amarilli non ci credeva, ma da [...]

[...] salmo: — Donne, donne, donne! cavalli, orologi! Scrivi: venga la contessina! Un po' d'inchiostro in fondo al vecchio calamaio di legno c'era [...]

[...] di un centesimo sotto la cappa del cielo, il francobollo era subito trovato; tuttavia la sua imaginazione vivace, aiutata dal fervido cuore [...]

[...] faceva tutto in casa sotto l'occhio inquisitoriale della cognata, non ardì accettare. Ora il caso era disperato. Pensò che facendosi anticipare pochi [...]

[...] gli ultimi barlumi del crepuscolo, illuminava la sua fronte stanca e dagli occhi avvizziti traspariva l'anima ardente, divina. Era bella così [...]

[...] capo la doppia aureola delle martiri cristiane — il raggio della fede e le stigmati del dolore. Era bella e sublime. * Voci rauche e discordanti [...]

[...] uscendo dalla finestra affumicata del vecchio Spiccorlai annunciavano un alterco. La Rosa era tornata e Carlo Spiccorlai, si vede, non aveva [...]

[...] pose fuori di sè. Un'altra donna in casa? Una nipote? E chi era poi questa pettegola? Ella non ne aveva mai sentito parlare. Si prende forse [...]

[...] in Merica ne aveva almeno?...Giacchè tutti facevano capo in quella casa, avanti i denari. Ah! lei non era padrona di offrire un bicchier di vino [...]

[...] peperone, tenendo coll'altra il cappello che s'era strappato violentemente dalla testa, 29 aveva tutta l'aria di voler slanciarsi sul vecchio; ma [...]

[...] scheletro batteva il tamburello sul tavolino. Non parlava. Che cosa avrebbe detto? Egli non era una sciocca femminetta da sfogarsi in contumelie; la [...]

[...] dolce sposa, che era molto brutta nella collera e che alla lunga alla lunga non poteva nascondere per un pezzo i suoi quarantaquattro anni suonati [...]

[...] faccia da furbo di Carlo Spiccorlai l'avrebbe vista contorcersi tutta in mezzo alle grinze. Era una forma esterna che assumeva la sua malignità per [...]

[...] della Rosa era un giovinastro di professione commesso, ma di fatto quasi sempre ozioso. Lo avevano sopranominato il Moretto e teneva a fare [...]

[...] signora Rosa d'ottimo umore e la incoraggiava più che mai a rialzare la sua manica. Per giungere nelle grazie della zia non c'era salto mortale [...]

[...] soggetto — oh sì, la signora Rosa confessava ch'egli era un cattivo soggetto, ma tanto amabile — era versato nella scienza difficile di allacciare [...]

[...] ogni sera con pochissime varianti. Ma la variante c'era quella sera; nè la signora potè contenere a lungo la bile che la divorava a proposito [...]

[...] cuore ben fatto cacciò fuori un piccolo grido di soddisfazione. * Chi non era nè in quella camera, nè in quel mondo, chi non viveva di quelle [...]

[...] basse passioni era Amarilli. Seduta in disparte, con una calza che le sue magre dita facevano progredire macchinalmente, ella vagava col pensiero [...]

[...] in un mondo immaginario di pace e d'amore, dove la gioventù era lieta, serena la virilità e la vecchiezza santa — mondo fantastico, ne era [...]

[...] persuasa, poichè da quarant'anni non le era ancora apparso che nelle fervide visioni e inutilmente lo aveva cercato intorno a sè. Come punto di [...]

[...] nessuno avesse più parlato di lei, quasi non avesse mai esistito. Giovanna era la penultima, la più vicina per età ad Amarilli, e se le loro [...]

[...] lasciava andare sulla scacchiera, ridendo di un riso strano. * — Qui?... oh mai, mai! Editta era giunta. Bella, superba, fiera come sua madre a [...]

[...] quanto la circondava. Veniva a chiedere un pane in quella casa, lei, vestita come una dama! La Rosa non c'era fortunatamente, ma il sucido vecchio [...]

[...] si era sforzata di adornare con tendine bianche e con qualche fiore, ma che nonostante aveva tutta l'aria di una prigione. — Qui? — fece ancora [...]

[...] di Amarilli una lieve ruga... Il braccio scarno della zitellona si era avanzato fino a cingere la vita flessuosa della fanciulla; i loro cuori [...]

[...] sua madre; era nata fra amore e i sorrisi; aveva veduto la sua culla circondata non di oro o di gemme, ma di fiori, di canti e di letizia. Vergy [...]

[...] , suo padre, era un gentiluomo francese di testa un po' calda, un po' repubblicano, 45 un po' poeta, giornalista e cospiratore, molto [...]

[...] esistenza. Editta era stata cullata sui ginocchi di suo padre alla musica armoniosa dei bei versi e delle canzoni guerriere, intanto che la [...]

[...] suo figlio, si trova che, mentra egli versava in grandi strettezze, era fieramente tentato dalla smania di comperare un oggetto artistico, un [...]

[...] piatto di bronzo cesellato che vedeva tutte le mattine esposto nella bottega di un antiquario. Era senza pane quasi, immerso nei debiti, quando gli [...]

[...] canarini non osavano cantare e il sole, il gaio sole, illuminava una ben triste scena. Vergy era morto, sorridente, nelle sue eterne illusioni! Da [...]

[...] al seno l'unica figlia giurando di voler vivere per lei — ma cinque mesi dopo la portavano via uccisa dal dolore. Ecco qual era stata la vita di [...]

[...] , dove tutto era lurido, gretto, meschino. Editta ne fu talmente impressionata che ammalò. Ebbe la febbre. Il medico non venne, perchè in casa [...]

[...] rimpianto dei cari esseri che aveva perduti, trascorreva le ore e i giorni muta, come trasognata. Il suo corpo era a Milano, pur troppo, nella immonda [...]

[...] casa di porta Garibaldi; ma tutto quanto vi era in lei di immateriale volava ancora nella cameretta di Bruxelles, in mezzo alle viole, ai [...]

[...] ; anche quella era una povera esiliata, un'anima tolta alla sua missione di luce e d'amore, una stella creata per il cielo e caduta nel fango [...]

[...] . Si parlavano in lunghe confidenze, si indovinavano, ed i vincoli di un tenace affetto legava sempre più i loro cuori. Se non c'era Amarilli, a [...]

[...] violenti di quelle che l'astiosa bellezza quarantenne avesse mai rivolte contro Amarilli; a mille doppi più 50 acerbe perchè Editta era giovane [...]

[...] , perchè Editta era bella, perchè, mentre l'umile zitellona si piegava compiacente alla bufera, la fanciulla orgogliosissima la sfidava dall'alto [...]

[...] primo abboccamento, egli aveva sbarrato gli occhi e s'era piantato risolutamente sulle gambe aperte, dondolando i fianchi, arricciando i baffi [...]

[...] , finchè rinvenuto dalla prima sorpresa, zif-tac — una fregatina — e: — Qua la mano, cuginetta! - Ma siccome Editta, indietreggiando, s'era [...]

[...] gli sprezzi e le beffe di Renato, vide che c'era qualche cosa di peggio — il suo amore. * Parlare col vecchio Spiccorlai era cosa affatto [...]

[...] l'intraprendente giovinotto non sembrava atterrito per nulla, anzi, quella stessa mattina si era spinto a gettare un bigliettino nel paniere della fanciulla [...]

[...] un pietoso confronto col presente; disse che era gracile, delicata; mise avanti triste previsioni sul futuro; chiese per sè stessa maggiori [...]

[...] sotto, tutte le forme. Egli non aveva mai posseduto nè un cavallo nè un orologio, ma una donna per mala ventura s'era posta sulla sua strada [...]

[...] assurde e triviali le vennero sulla bocca le disse tutte. La fanciulla pallida e fremente l'ascoltava colla fronte alta. Era appoggiata alla [...]

[...] questa scena; 56 ella comprese subito che tutto era finito, che Editta non sarebbe rimasta un giorno di più. Difatti, con una vivacità [...]

[...] dall'orrida scala, Amarilli rimase smorta, vacillante accanto al muro, come in quel giorno che le era apparsa la fulgida visione così presto [...]

[...] dileguata. Pensava che Editta era giovane, che l'avvenire le avrebbe offerto facilmente delle consolazioni, che la solitudine era tutta per lei [...]

[...] lettera morta, e il padre, che pur non era volgare, che aveva passato la gioventù ben altrimenti che satollandosi di dolciumi, non 65 aveva [...]

[...] povera di prima, Editta pensò che poichè il suo destino la condannava a mangiare il duro pane degli altri, meglio era guadagnarselo e acquistare [...]

[...] L'ultimo capriccio di costei era stato per la campagna, e così dopo aver percorse quasi tutte le capitali d'Europa essi se ne stavano ritirati in [...]

[...] , alzando ad ogni momento lo sguardo inquieto sulla figlia che, in piedi, col dorso alla fiamma, si dondolava. Era diventata più brutta, immensamente [...]

[...] sorrise. Egli era persuaso che sua figlia avesse molto spirito, e che soltanto una invincibile timidità la trattenesse dal farne mostra. Editta non [...]

[...] Fortunatamente la sua compagna, che si era seduta colle gambe a cavalcioni e che da qualche istante sbadigliava rosicchiandosi le unghie [...]

[...] siccome quella di Editta non era preparata, Bruno la invitò ad aspettare un momento accanto al fuoco. Appena furono soli prese con vivacità la mano di [...]

[...] delle Orientali — una era bianca e rosa; l'altra aveva gli occhi neri brillanti sotto la 73 nera mantiglia — e sono morte! Quante ne [...]

[...] . Rachele non era bella, e nulla sotto questo rapporto la consacra alla pietà del poeta; ma nell'ordine della natura è pure un atomo 74 del gran [...]

[...] della vecchiaia di suo padre. Era tanto amata che doveva vivere; solo chi non ha amore può morire senza rimpianti. Ho io pronunciato la crudele [...]

[...] parola? Rachele era tisica. Primo stadio — dicevano i medici — ma chi ne sa nulla? Vedendola sempre, stando insieme, un po' la tosse, un po' gli [...]

[...] altri sintomi indicati da Bruno, e che erano evidentissimi, Editta si persuase che la sua compagna era seriamente ammalata, e quello che non aveva [...]

[...] dolcezza inalterabili. Rachele, naturalmente, non credeva al suo male. Un semplice raffreddore, diceva essa, una cosa da nulla. Quando tossiva era [...]

[...] sempre perchè le era andato un non so che a 75 traverso; del rossore degli zigomi accusava il fuoco del caminetto; del pallore delle guance, il [...]

[...] ! Marzo era passato co' suoi venti impetuosi spazzando la cima delle alpi e portando giù nelle valli il profumo delle prime viole. Le colline [...]

[...] , semente caduta da un albero che bufera aveva atterrato, fremevano nel sangue di Editta. Era ideale e aristocratica; giudicava tutto da un sol [...]

[...] alla poesia scritta, le era ignota la poesia suprema della 79 natura, e se prediligeva le rive della Sonna, non era tanto per la bellezza del [...]

[...] mondo popolato da eroi, e che incontrando degli uomini, si ritraeva sdegnosa. Era troppo sagace per rappresentare il personaggio della fanciulla [...]

[...] ingenua, ma non era nemmeno una donna, perchè della donna le mancava la sapiente esperienza e la bontà indulgente. Era cara, gentile, simpatica [...]

[...] , ma qualche cosa di duro, di aspro traspariva a rari intervalli 80 dal suo contegno; pareva alterigia, e forse lo era un poco, ma più assai [...]

[...] , l'angelico cuore di Amarilli; ma siccome la zitellona si adattava a vivere in quell'ambiente e con quelle persone, Editta concluse che era un'anima [...]

[...] : il passato luminoso e l'avvenire buffo. Era stata avvezza ad amare soltanto suo padre e sua madre, la loro cameretta, i loro libri, le loro [...]

[...] , entusiasmo, ogni virtù assopita nel cuore di Editta aspettava quel giorno. * Nelle sue gite solitarie la fanciulla non si era mai allontanata [...]

[...] dalla vista del paese; un meschinissimo mulino posto sull'altra riva della Sonna ne era il termine abituale. 82 II mugnaio era sempre in giro [...]

[...] volte Editta sentiva il cuore gonfio di affetti e un bisogno d'espandersi che si traduceva in una cupa malinconia; era allora più che mai taciturna [...]

[...] bene, la cara solitudine che la lasciava a tu per tu co' suoi pensieri. Fantasticando, poetizzando, s'era portata una volta più in su verso la [...]

[...] il sospetto perchè la tavola non c'era più — ritirava al cader del sole come un castellano geloso. Era uno spiacevole contrattempo; però si [...]

[...] sua fierezza; chi sa, sarebbe forse arrivata ad accarezzare colla sua manina sdegnosa il bimbo della mugnaia — ma il mulino era chiuso. La [...]

[...] famigliola, approfittando che l'indomani era domenica, s'era portata ad un vicino paese dove alcuni parenti banchettavano per nozze. Editta si trovò [...]

[...] — ma certamente fu un po' inquieta. Che fare? L'acqua non era alta, verissimo, ma bisognava per lo meno essere inseguiti o avere il fuoco alle [...]

[...] dall'altra parte; ma l'ora era tarda; Rachele doveva aspettarla senza dubbio, e il signor Bruno che cosa avrebbe pensato? Editta si pose a correre [...]

[...] piccole si affondavano e quelle grosse ella non poteva smuoverle. Ogni istante che passava rendeva la situazione peggiore. Già il sole era scomparso [...]

[...] dietro i monti; la piccola valle si chiudeva nelle ombre del crepuscolo, e il silenzio vi era più solenne che mai. Editta accumulò le pietre e [...]

[...] grido rispose un rumore. Non era l'eco della sua voce, era uno strepito di passi dietro i noccioli del sentiero. La fanciulla si volse rapidamente, e [...]

[...] che era quello di togliersi di lì. 86 Egli le cinse con un braccio la vita, sollevandola così destramente che si trovò sulla riva opposta senza [...]

[...] molte persone anche sessuagenarie che quei benedetti diciasette anni non li hanno mai avuti. Questo capitolo non è per loro. In Editta c'era [...]

[...] tutta la freschezza dell'innocenza che i disinganni non hanno scolorita; era imbevuta di poesia, era afflitta, era sola. Ritiratasi in camera, a [...]

[...] lume spento, col viso in giù deliziosamente sprofondato tra le pieghe del guanciale, ella fantasticò buona parte della notte. Le era capitato [...]

[...] , non c'era da preoccuparsene. Tutto a un tratto ella lo guarda... non è più l'uomo di prima. Vede confusamente uno sguardo fulgido, una fronte [...]

[...] s'aggirava intorno, il mistero, l'ignoto. Chi era il signor Giovanni? Ecco la gran quistione. All'indomani, domenica, la giovane istitutrice, che [...]

[...] focolari antichi, dove i padroni d'una volta non sdegnavano di sedere insieme ai servitori. Quella mattina d'aprile non era così calda da rendere [...]

[...] disse; e mandò giù il caffè ancora bollente. Margii intanto s'era rimessa alle sue faccenduole. Editta si alzò, depose la tazza sul tavolo e [...]

[...] Margii; era con Rachele e con Bruno — andavano a messa. — Oggi non è cantata — disse la cuoca facendosi sulla soglia — perchè il signor curato [...]

[...] ha la raucedine: faranno presto. L'oracolo della famiglia la sapeva lunga in tutto. Trenta minuti appena e la messa era bell'e finita [...]

[...] proprio bene. Era alto, bruno, snello e forte; due occhi castagni limpidi e brillanti illuminavano tutta la sua maschia faccia dalle linee severe [...]

[...] ; aveva il sorriso dolce come un bambino e lo sguardo fiero come un soldato. Era bello; era sopratutto pittoresco, vestito di abiti comuni, con [...]

[...] morse le labbra per il dispetto di doverne parlare: — Come sai tu, Margii, che quella persona era in chiesa? - L'ho visto. Ero qui dalla [...]

[...] poveri e cogli ignoranti. Insomma, è il signor Giovanni. Io l'ho visto nascere; suo padre era organista qui, ma lui è stato via molto tempo, poi [...]

[...] è tornato, e Dio voglia che non ci abbandoni più. Di uomini come lui ce ne dovrebbe essere a staia. Era un bell'elogio quello di Margii, non [...]

[...] superbi, la sua amara fierezza. E però fu mesta tutta il giorno, malcontenta, irascibile. Margii che non era diventata vecchia per nulla, vide [...]

[...] ; lo sventurato padre era giunto a cercare nella menzogna qualche conforto, un'illusione, se non per sè stesso, per lei. Difatti l'ammalata gli [...]

[...] , immobile. Rachele era assopita. Nel suo immenso egoismo il padre avrebbe voluto che tutto il mondo dormisse. Essa riposava colla bocca aperta, una [...]

[...] bocca 101 larga e brutta che lasciava vedere i denti piu brutti ancora; ma Bruno la contemplava in estasi. Ai suoi occhi non vi era creatura [...]

[...] più bella nè più perfetta. Era sua figlia, l'aveva fatta lui, gli apparteneva. Questa ragione, brutale se si vuole, ma fonte del più elevato [...]

[...] adesso. Non era molto che Editta aveva preso suo posto di infermiera, quando Rachele si svegliò e chiese da mangiare. Editta volle suonare il [...]

[...] bassa voce. Uno era Bruno e altro non si distingueva bene, ma ad una certa casacca di fustagno e all'alta gambiera di uno stivale da caccia [...]

[...] valle della Sonna, che la giornata era bella, e che c'era scrupolo di coscienza a lasciare in casa quella poverina. La valle della Sonna era una [...]

[...] tutta sola per i sentieri. Ma dal canto suo Margii non era donna da lasciarsi sfuggire una bella occasione; quella gita era una festa per lei, e [...]

[...] Gli alberi, i sassi e l'acqua tranquilla della Sonna avevano un linguaggio diverso in quel giorno; forse era l'influenza di Margii, tant'è che [...]

[...] molte parole, nè difficili, nè sublimi, ma valsero a irradiare il volto della madre. Editta non le aveva mai trovate quelle parole — era pur [...]

[...] perfetto silenzio. A mezza costa una vaga prospettiva attirò gli sguardi di Editta. Era una casetta piccina, semplice, pulita, elegante, sorgente come [...]

[...] , dice lui, aiuterebbe molto la povera gente che lavora sulla collina. — Sapevo che non c'era — interruppe Margii — l'ho veduto stamattina per tempo [...]

[...] passare nella timonella di Bortolo e ho pensato subito: Il signor Giovanni va a Bergamo. Questa dichiarazione era necessaria. Editta stava [...]

[...] disse grazie — li prese. 117 La confusione d'entrambi era tanta che Bruno entrò senza che se n'avvedessero; la sua voce li fece trasalire [...]

[...] presa alla sprovvista. In quell'anima orgogliosa il padrone era entrato d'assalto; ella si trovava atterrata e vinta senza aver quasi combattuto [...]

[...] . Questo stato violento durò due o tre giorni. L'esaltazione cresceva, il riposo non le era più permesso; un turbine di sensazioni acute e [...]

[...] amor, com'ei travaglia. Ma il contro attacco venne, troppo naturale nel suo carattere altero. Chi era alla fine il signor Giovanni? Bello, sì [...]

[...] , simpatico, intelligente, ma chi era? Il figlio di un povero organista — e lui un povero allevatore di animali, un contadino, un dottore senza [...]

[...] sementi e delle bestie? Non un libro — oh! ne era ben certa. Poteva esistere un tramite fra le idee del signor Giovanni e le sue? Poteva egli [...]

[...] comprenderla? Poteva ella amarlo? L'eleganza de' suoi modi era naturale; e il parlare esatto, quasi colto, non poteva essere che un piccolo capitale [...]

[...] incompleti. Era dunque un uomo mancato, un'individualità sbiadita; la sua fama popolare non era quella che bastasse a rialzarlo agli occhi di Editta [...]

[...] . Giovanni portava in sè la colpa d'origine — era bandito dall'Eden spirituale dove convergevano tutte le aspirazioni della 119 fanciulla [...]

[...] . In una parola, essa lo amava forse, ma si vergognava di lui. E la battaglia era fortissima, le sconfitte frequenti, la vittoria incerta. Lo vedeva [...]

[...] . Quando Editta si scosse (perchè era in estasi) e rientro in casa, Giovanni, addossato 120 al muro, sfiorò colle labbra il posto dove la [...]

[...] tutto il mondo, non ad un angolo sconosciuto come questo. Una replica era già sulla bocca del signor Giovanni, che la revocò e disse con calma [...]

[...] un volume alla moda, quest'uomo, signorina, conduce una vita da bruto? Editta era stanca della disputa. In quel momento le sembrava di odiare il [...]

[...] occhi espressivi. Quella sera, ritornando alla sua casetta per i sentieri battuti dalla luna, Giovanni era molto pensieroso. Gli alberi che [...]

[...] cingeva Editta, il suo nobile cuore non si era smarrito a segno da dimenticare la povera Amarilli. Quella mesta figura d'angelo invecchiato le [...]

[...] ciò produceva la massima felicità di Amarilli che non avrebbe mai osato chieder tanto al destino. Non era a dir vero una felicità molto [...]

[...] permessa una gita in quell'oasi — a che pro ripensare al deserto? Meglio era godere la fortuna presente ringraziando la Provvidenza e rimettendosi [...]

[...] ritornava accresciuta dalla gratitudine e dall'affetto. La tisica era entrata in un altro periodo. Alla balda sicurezza dei primi tempi succedeva [...]

[...] in segreto. Ma non erano giorni da parlar d'amore. Rachele camminava rapidamente alla sua ora estrema; il lutto era già nell'aria. * Nella [...]

[...] non guastassero i tralci. Aveva una camicia bianca finissima, ma nei polsini era già gualcita e 136 provò un fuggitivo rossore guardando [...]

[...] chiese se si era fatta male. Un vecchio che prendeva poca parte alla vendemmia incominciò il racconto delle vendemmie passate, quelle della sua [...]

[...] fanciulla c'era un abisso. Sotto a un pergolato di foglie, coi piedi nell'erba e gli occhi sull'orizzonte Amarilli gustava una gioia placida [...]

[...] tanto successo, rimase dolcemente confusa. Intanto la vendemmia era finita. Il signor Giovanni venne a sedersi sotto il pergolato sopra un cesto [...]

[...] gli occhi bassi compresi da un turbamento che sembrava precedere una grande rivelazione. Ora, quella rivelazione era la cosa che Editta temeva [...]

[...] precise Margii, di moto proprio, portava una tazza di caffè nero ad Amarilli; la 141 buona donna era orgogliosa di questa sua ispirazione [...]

[...] , tanto quanto Amarilli ne era riconoscente. Le due zitellone scambiavano uno sguardo doloroso, crollavano la testa e si auguravano a vicenda la [...]

[...] buona notte indicando il cielo col dito come per dire: Sarà quel che Dio vuole! Una mattina, Rachele che si era assopita all'alba si destò [...]

[...] soffrir molto fra le braccia del padre e di Amarilli. Nessun altro era presente. Che cosa disse Amarilli, che cosa fece per calmare il primo [...]

[...] e di stenti dove ogni pezzo di pane costa una goccia di sudore. Per Amarilli ella aveva portata la sua croce quarant'anni e non era quistione che [...]

[...] aveva mai creduto di dover vivere sempre lì; lo sapeva bene che era una posizione transitoria. Aveva viaggiato, non altro - e come un pellegrino [...]

[...] cosa avrebbe fatto la povera orfanella? Quali erano, le sue intenzioni? Non lo sapeva. Pur di non ritornare in quella casa era decisa a [...]

[...] tristamente i loro fardelli di nascosto di Bruno che non voleva lasciarle partire. Il lutto di Editta era cessato, pure lo continuava per un delicato [...]

[...] meno nero del mio avvenire. Il signor Giovanni era venuto tutti i giorni dopo la morte di Rachele, ma in mezzo alla generale tristezza egli pure [...]

[...] era triste e non parlava. È ben vero che i suoi occhi si posavano ansiosi e quasi interrogatori sulla fanciulla; seppe finalmente i suoi [...]

[...] fanciulla; le piccolissime stelle di cui era composto staccandosi ad ogni leggero movimento cadeva per terra. Giovanni le raccoglieva una alla [...]

[...] occchi di Giovanni. Editta lo guardava incerta e curiosa. — Perchè parla così? — ripetè il giovane prendendo l'ultimo fiorellino di verbena che era [...]

[...] parlare, ma il suo cuore era in sussulto, il cervello non le dava nessuna idea, nè la lingua una sola parola. Egli le prese finalmente le mani —tutte [...]

[...] leale che si stendeva verso di lei per soccorrerla, per proteggerla. — Grazie — disse — ella è un nobile cuore! Era commossa. Sentiva tutto il [...]

[...] , come un ubriaco. Urtò una colonna, poi infilò la porta e sparve. Amarilli dal salotto terreno si accorse che qualche cosa di nuovo era successo [...]

[...] giuoco due vite. Le disse che il signor Giovanni era un ottimo giovane, rispettabile e gentile; soggiunse chi sa se le sarebbe mai più capitato un [...]

[...] magico incanto, poi chiuse i vetri, spogliatasi per metà si gettò sul letto, dove un sonno rapido la colse. Ma al primo raggio dell'aurora era già [...]

[...] era tranquilla, il paesaggio mutò; i sentieri, nella rugiada della notte, si erano rifatta una verginità che le nascenti margherite e i [...]

[...] una porzione di sole e di fiori. Tutto era gaio e sereno intorno alla casetta; i grandi e i piccoli vi coglievano una eguale somma di felicità [...]

[...] ; l'uomo in buona armonia colla natura vi si era fatto un amico di ogni essere e di ogni cosa. Editta si nascose dietro gli oleandri, tremante [...]

[...] d'emozione, ma ferma ne' suoi propositi e come un'ispirata martire raggiante dell'umiliazione che stava per subire. Era uno slancio troppo [...]

[...] amore era poco; le ho sagrificato il mio orgoglio e per questo sacrificio spero di essere perdonata. Egli volle interromperla, ma internamente era [...]

[...] dell'amore che ne congiunge! Il sole aveva toccato la cima dei colli; tutta la valle splendeva. Era un incanto. — Ecco là una rondine che ci [...]

[...] partì sola. L'avvenire delle due donne oramai era mutato; il matrimonio di Editta assicurava alla buona zitellona un tetto amico per il resto dei [...]

[...] lettore sarà ben persuaso che non era roba naturale — l'aveva mossa lui, il furbacchione, colle sue dita da moribondo. Appena si fu accorto che [...]

[...] dei capricci, delle voglie, lui che era sempre stato così sobrio! Chiedeva ora un'ala di tacchina giovane, ora una gelatina di lepre; e Renato [...]

[...] regola. Il notaio era venuto, c'era stata la consegna del testamento; la signora Rosa, pensando 166 che avrebbe potuto difficilmente [...]

[...] , scritto tutto di suo pugno - che pugno! — dove era dichiarato che la somma di centomila lire chiusa nel tiretto della scacchiera la lasciava alla [...]

[...] almeno se l'era tenuto aperto per godersi la scena; se ciò fu veramente, l'anima sua dovette provare un gran gusto prima di traghettare sul nero [...]

[...] Acheronte, perchè alla 167 brutta sorpresa del testamento Renato era fuggito come un gatto sul quale si versi una secchia d'acqua e la bella [...]

[...] anche questa volta l'incarico di andare a prenderla alla stazione, ed ella, discendendo davanti alla casa del signor Bruno, era tutta commossa. La [...]

[...] buona Margii, nel riceverla festosamente, potè osservare che il vestito d'orleans era vantaggiosamente sostituito da un tibet nuovo tutta lana, e [...]

[...] glielo domandava poi! Dal giorno che aveva promesso di amore Giovanni s'era fatta uno scrupolo di delicatezza 170 a non entrare mai in questo [...]

[...] argomento; sapeva che non era gradito al giovane agricoltore, temeva sopratutto di umiliarlo o di coglierlo in fallo. Se le piacevano i versi! E [...]

[...] che cosa le era mai piaciuto al mondo più di questi terribili seduttori? L'amore di suo padre e di sua madre non era sempre andato congiunto [...]

[...] alla poesia? Avrebbe ella mai creduto di potervi rinunciare? Eppure vi aveva quasi rinunciato e non c'era carità a inasprire così il suo [...]

[...] . Era un volumetto di duecento pagine in copertina color aria, un po' sbiadita, un po' polverosa; Editta lo prese con impazienza e trovò che non [...]

[...] era nemmen tagliato. Certo il signor Giovanni lo aveva scoperto con molta sua sorpresa dietro qualche sacco di grano, nascosto sotto i cartocci [...]

[...] delle sue sementi e vedendo che era scritto colle linee corte, aveva pensato fosse roba per lei; quanto a lui, non ne aveva letto una sola [...]

[...] parola; era chiaro. Ma, o Amor, come tramuti nostra natura! Editta non fece rimprovero di ciò al diletto del suo cuore, o per lo meno si affaticò a [...]

[...] pagina per caso era tagliata. La fanciulla vi lesse dei versi assai belli rivolti a un ideale di donna che il poeta confessava di non aver ancora [...]

[...] potè difendersi da un vago senso di malessere quando il giovane entrò, la sera, spegnendo la sua pipa di radica, alla cui cannuccia era [...]

[...] quel metodo famoso per l'allevamento del pollame, poichè ella sapeva benissimo — Margii glielo aveva detto — che la sua corte rustica era rinomata [...]

[...] istante a folleggiare davanti, sì che la calza cadde dalle sue mani oziose e Bruno la raccolse. Ma la voglia di lavorare le era scappata; il fuoco [...]

[...] in pronto per l'amica di sua figlia un dono degno di lui ed anche Amarilli, diventata proprietaria, si era procurata questo piacere, così nuovo [...]

[...] volevano bene, ma era 181 impaziente di vedere in qual modo Giovanni festeggierebbe il suo giorno. Le giunse finalmente un magnifico canestro di [...]

[...] camelie, così superbe, così fresche che avrebbero formato l'ornamento del gabinetto di una regina. Un piego suggellato vi era nascosto [...]

[...] versi all'ideale che l'avevano tanto impressionata; in questi il poeta alzava un grido di giubilo — l'ideale era trovato, le anime gemelle si [...]

[...] , girellò per l'andito e per la corte finchè tutta sorpresa vide Giovanni ritto accanto al cancello del giardino. Quando era entrato? Nessuno lo [...]

[...] sapeva perchè non c'era nessuno a zonzo in quel giorno. Bruno era uscito a far compere, e Amarilli apparecchiava la tavola per lasciare tutto [...]

[...] l'agio a Margii di custodire il suo segreto. La venuta del signor Giovanni in quell'ora insolita era una sorpresa di Bruno che lo aveva invitato [...]

[...] Giovanni la seguì. Tutto era secco, nudo e deserto; soli gli eucalyptus allargavano le loro braccia verdeggianti sui sentieri fatti bianchi dal [...]

[...] stupisce e ci opprime, miseri esuli condannati al pianto! Ora poi ella aveva soggezione. Si era tanto avvezzata a credersi spiritualmente superiore [...]

[...] a lui che l'improvvisa scoperta l'abbarbagliò come il balenare di una luce subitanea in un punto che si è sempre visto buio. Era fiera e [...]

[...] intimorita, era lieta e tremante insieme e vergognosa di non aver saputo indovinare a certi rossori, a certi silenzi, a certi imbarazzi il segreto di [...]

[...] finestre del collegio quante volte la mia giovane immaginazione lanciandosi correva per 187 gli orizzonti infiniti con volo d'aquila!... Era [...]

[...] siepi di biancospino, intanto che si pigliavano i cervi volanti! Eravamo tre amici inseparabili; tutto il mondo ci apparteneva, l'avvenire era [...]

[...] focolare letterario d'Italia, e mossi i primi passi nel labirinto, ma ad ogni passo era un disinganno. Non che il pubblico mi fischiasse — pochi [...]

[...] pubblico; io che comprendevo come fosse ristretto quel mondo che m'era apparso sì sconfinato; io che non trovavo l'orizzonte abbastanza vasto [...]

[...] quelle pagine: no, la mia anima non vi si era trastusa, e il pubblico che lo affermava era un imbecille. lo lo avrei stracciato quel libro; io lo [...]

[...] , quella mano che aveva segnato la sua propria condanna. Non scrissi più nulla. La poesia non era morta in me, vi si era rinchiusa come la vestale [...]

[...] antica a custodia del fuoco sacro. Si disse che la mia vena poetica era disseccata, che non avevo più fantasia, che la scioperataggine mi [...]

[...] nome. * Il gran giorno era vicino. Il poeta campagnuolo preparava in segreto il suo nido per renderlo degno della bella paradisea che doveva [...]

[...] Editta, a penetrarla. Egli ne era persuaso. Altri cuori più impetuosi del suo sono andati inutilmente a cercare la felicità fuori della semplice natura [...]

[...] ; la valle si metteva in festa. Per molto tempo il torrente era rimasto asciutto, ma da quindici giorni le sue acque erompevano giulive [...]

[...] ripetere l'invito; le piacque quell'atto di deferenza al suo gusto. Bruno, che era presente, volle accompagnarla. Il povero uomo ad onta dei tristi [...]

[...] . Da molto tempo non era sceso alla Sonna; alla casa di Giovanni poi non vi era mai stato, così la passeggiata aveva per lui un'aria di novità che [...]

[...] corte, il piccolo giardino, tutto era nuovo e fragrante, tutto era gentile. 193 — Editta starà bene qui — disse Bruno. — Sì, starà proprio [...]

[...] scappare. — Senta — esclamò il signor Bruno con un accento che non era affatto il suo — io non posso rassegnarmi a perderla; assolutamente non posso [...]

Giacosa Giuseppe
Novelle e paesi valdostani
6 1886 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 414 occorrenze

[...] ventiquattr'ore, una in salita la notte, l'altra in discesa il giorno. Prima di lui, ogni due mesi, per quel tratto di strada era un cavallo [...]

[...] coronato, e spezzata o la sala o qualche razzo delle ruote; dacchè egli aveva preso le redini, in tre anni non s'era rotta una tirella. Per strada lo [...]

[...] chi lo chiamava Giac, rispondeva invariabilmente un Crac secco come una frustata. Il suo vezzo era passato negli altri e l'accoppiamento di [...]

[...] quelle due voci era diventato nella valle quasi un segno di riconoscimento che affermava il diritto di cittadinanza e stabiliva fra lui e ogni altro [...]

[...] un patto tacito di amicizia e di mutui servigi. Era servizievole, di buona memoria, e gioviale sempre. La persona snella e l'aspetto piacevole [...]

[...] chiamava per nome tanto che Lasquaz, l'usciere, soleva dire di lui: È un censimento. L'inverno, quando la diligenza era vuota, egli 4 sapeva con [...]

[...] , vergogna! È una pietra grigia che splende alla luna, c'era anche ieri. — Te le vuoi pigliare Forca, dimmelo che le vuoi, è vero? è vero? Sono qui [...]

[...] vi s'era arricchito ed impinguato. — Era un grosso omaccione 6 dal lardo cadente, pallido per vizio cardiaco e lento come un pachiderma. Un [...]

[...] il padre prosperava, era chiamata mademoiselle dai forestieri, e soura Gin [signora Giovannina] da quelli di casa; mentre al padrone, venuto su [...]

[...] dal nulla, il nome di Pèro [Pietro] non s'era mai potuto nobilitare con un sour, ed era somma grazia se negli ultimi anni, più la pancia che la [...]

[...] dignità, lo avevano fatto chiamare Barba Gris [zio grigio]. Soura Gin era dotata di una grassezza soda e fresca; bionda, bianca, piccolo naso [...]

[...] , piccoli occhi vivissimi, bocca larga, labbra carnose e ridenti, dentatura stupenda. Badava a tutto, compresi i cavalli, era sempre dappertutto, ma [...]

[...] più in scuderia, quando sapeva di trovarci Giac. Una volta che a Giac era toccato un potentissimo calcio da una mula, essa gli aveva fasciato [...]

[...] essendo una perla di cocchiere, era naturale che la figliuola lo tenesse da conto: ma Giac, sapeva valutarle altrimenti, benchè non adoperasse per [...]

[...] , pensato, furbo, dove non era altra parola che d'affari, vibrava una passione ardente, disposta egualmente a concessioni immediate ed a lunghe [...]

[...] scaturiva diritta dal cuore. Diceva le cose assennate, tradiva i sentimenti scomposti, i termini erano da lettera di traffico, la voce era piena [...]

[...] assentimento che la facesse trionfare come di una vittoria insperata. Il danaro era sulla tavola. — Essa seguitava: Un cavallo, lo trovi a Donnas, che [...]

[...] la carezza ammirativa che c'era in quelle parole : nelle tue mani, e per accrescerla, essa ne afferrò una di quelle mani poderose e la serrò [...]

[...] giugno, la vigilia di san Giovanni, che Giac, come già Bruto e papa Sisto, gettò la maschera dell'umiltà e si rivelò imperante. Questa volta era la [...]

[...] scambiò per una carrozza signorile. Si vestì, scese colla fretta lenta cui era costretto, e trovò la figliuola già affaccendata a servire il [...]

[...] acqua l'altro per fieno. Nella penombra del locale basso, male arieggiato da una finestruccola graticolata e dove la lampada era un carboncino [...]

[...] vecchio per vincere la concorrenza, gli era tornato in danno e scorno, inzeppandogli la diligenza di valligiani, locchè ne svogliava i [...]

[...] di gente, e semivuota non era mai. Che spina al cuore del vecchio! I quattrini perduti erano nulla rispetto all'orgoglio umiliato; li avrebbe [...]

[...] buttati a sacca pure di spuntarla. Pensò perfino di impiantare un servizio alla svizzera, ma non era impresa da pochi giorni. La salute ne [...]

[...] soffriva, l’asma gli s'era fatta più forte e frequente, non parlava più, non scendeva in cortile che per traversarlo e portare al caffè, nel piccolo [...]

[...] soccorsi. L'oste, mancategli le gambe, sedeva sullo scalino della cucina guardando intorno e tenendosi il petto. L'asma lo soffocava, ma non c'era [...]

[...] sfinito del padre la tratteneva; il cortile era pieno di gente e ne veniva sempre. A quell'ora tutte e due le carrozze erano in grande ritardo. La [...]

[...] della diligenza postale. Avvicinandosi al paese aveva suonato la cornetta in segno di gioia per il pericolo scampato. Barba Gris era morto. Giac [...]

[...] alpina, della quale era gelosissimo; di più i frodatori cacciano purchessia, senza discrezione nè discernimento, ed al Re premeva non si [...]

[...] avvertiti e poco discosto a diritta, giusto nella direzione delle peste, il pianoro era bruscamente troncato da un burrone che scendeva a picco [...]

[...] col colore della roccia viva. Ma accostati non potevano fuggire. Il burrone, benchè strettissimo, era troppo largo anche al salto del più [...]

[...] , tentò un passo verso il compagno e rotolò a terra. Le guardie, fatto il colpo, erano scomparse. Balmet si precipitò verso il Rosso. Era vivo ed in [...]

[...] sensi; con uno sforzo violentissimo s'era raccolto a sedere e stava tastandosi colla destra 28 il braccio e la gamba sinistra gridando: I porci [...]

[...] reggerti? — Impossibile. — Come scendere? — Portami. Ma il Balmet non poteva bastare al peso, il ferito era un demonio di omaccione alto e pieno, da [...]

[...] lanaccia, gliela pose sulle spalle, gli promise che sarebbe tornato al più presto con aiuti, e via a precipizio per la più diritta. Era forse [...]

[...] era sparita ed un'erbetta minuscola e tenerissima luccicava al sole. Il Rosso rimaneva immobile, le gambe distese sull'erba, la schiena [...]

[...] , richiamandosi in mente tutti i particolari della via. Come la sapeva a memoria la sua montagna; non si era mai avveduto di conoscerla tanto! Chi [...]

[...] l'avevano richiesto d'aiuto per ficcargliela alle guardie; ed egli non aveva mai rinculato. Era un buon diavolaccio in fin dei conti, e colla sua forza [...]

[...] gli facevano, ripensandoli, una sorpresa dolorosissima. Una volta, un marito lo aveva colto allo scuro sul fienile colla moglie, perchè egli era [...]

[...] stato un bel pezzo di giovinotto dieci anni addietro e le donne non gli dicevano di no, e a quel marito era stata somma grazia tacere perchè lo [...]

[...] trafittura più acuta che non facessero le ferite. Ma era un fanciullo ad accorarsi così. Egli sarebbe 32 ben corso ad aiutare un altro, il primo [...]

[...] mille pericoli per salvare un convalligiano, perchè la valle è una patria stretta e fa parentela. E poi egli era vittima delle guardie, e contro le [...]

[...] ne compiacesse; era l'idea che stava lì ferma a martellarlo, picchiando sempre colle stesse parole, e le più testarde erano le cattive. A volte [...]

[...] chiudeva gli occhi e pareva dormisse, poi li riapriva di scatto per guardarsi dattorno. E nessuno veniva. Che tempo era passato? Benchè i valloni [...]

[...] freddo del tramonto era imminente. Egli lo vide salire, correre la vallata come un brivido febbrile. Le foreste se lo comunicavano d'una in altra, i [...]

[...] tratto portati in alto da un'ondata echeggiante; il ferito ebbe un fremito gelido, e poi tornò la calma ridente di prima. Ma il segno era dato [...]

[...] giornata era finita. La crosta del nevato rassodandosi mandò mille piccoli scricchiolii secchi come scatti di molla, tutte le note allegre [...]

[...] come un nemico. Già da qualche minuto un sospetto sordo e confuso si era insinuato di mezzo ai pensieri del Rosso. Egli lo avvertiva ad un senso [...]

[...] di amarezza acuto, ma non se ne rendeva ragione e non sapeva dargli nome nè corpo. Più che un sospetto, era una tentazione. Rifacendo il [...]

[...] di soccorsi, era giunto a dimenticare il suo stato presente ed il dolore delle piaghe, e gli pareva di essere egli sano e disposto, che 34 [...]

[...] lasciò più un istante; ma non era sua, era del compagno e sentiva che anche all'altro doveva esser venuta, che anche l'altro se ne sarebbe [...]

[...] sempre immobili sulla valanca. Rinacque! Che orribile sogno aveva fatto! Ora la salvezza era certa e vicina. Gli pareva perfino di sentire le [...]

[...] dal burrone gli era giunto il rumore di pietre smosse e rotolanti. Guardò di nuovo. Due dei camosci erano scomparsi ed un uomo, il Balmet di [...]

[...] . L'ombra era venuta, tutta la valle era scura, il sole fuggiva dai prati e dalle foreste e metteva sulle ghiacciaie all'intorno dei colori [...]

[...] mattina era ancora vivo: il giorno gli tornò qualche speranza remota, e sovratutto una lucidezza nettissima di mente. Del Balmet era inutile sperare [...]

[...] . Le piaghe non davano sangue ma cuocevano gonfiando, la coscia specialmente era divenuta grossa e tirava la pelle fino a crepolarla. 37 Gran [...]

[...] riposava la vista. Non sperava più, non si lagnava più, non pensava più. Era in uno stato delizioso di morbidezza e se fosse venuta gente a [...]

[...] , 39 di non si muovere, che c'era lui, che con un soffio avrebbe sbarazzato il cielo tornandolo pulito come uno specchio. La lotta fu lunga ed [...]

[...] esilissime, sporcandolo con grosse macchie grigiastre e color di piombo. La sete gli cresceva, era divenuta ardente, insopportabile, ma egli non poteva [...]

[...] , rimproverandomi di averlo giudicato male. Il modo con cui mi s'era offerto, il suo contegno, lo sguardo, il vestire, il passo, l'accento e perfino [...]

[...] la forza erculea veramente straordinaria, tutto in lui m'era argomento di grave sospetto. Ero all'Albergo del Giomen, al Breil in Val Tournanche [...]

[...] sola guida che si trovasse, uno svizzero di Zermatt, non voleva saperne di portar peso. Era dunque in pericolo, non solo la vagheggiata [...]

[...] altri. — Perchè? Ma l'oste non volle spiegarsi altrimenti; solo chiamò ad alta voce: Jacques. Era un bell'uomo alto alto, membruto, sui [...]

[...] era più che discreto; ma l'amico mi 44 pareva un gradasso. Gli offersi di vedere almeno la valigia, ma ne rise. Non mi piaceva. — Voi fate la [...]

[...] , sembrava sfiorare la terra. Appena avviato s'era messo a discorrere, ma fosse il sonno o il senso di disagio che mi dava la sua compagnia, non gli [...]

[...] modo la salita era più divertente e spedita; dove ci s'aiuta di mani e di ginocchia ed ogni passo vuol essere studiato e misurato, la mente [...]

[...] il canale era così scosceso da impensierire. Sul principio, Jacques, nei punti più 46 ardui si voltava e mi porgeva la mano, ma fresco di [...]

[...] forze avevo respinto l'aiuto, orgoglioso di cimentarmi colla dura montagna. Allora l'amico s'era messo a camminare per suo conto, abbandonandomi al [...]

[...] mio destino. Pericolo di vita non c'era mai, ma quel vederlo su in alto mi faceva un dispetto acerbo. Certe volte, tutto intento ai miei passi [...]

[...] divenisse impraticabile e che convenisse uscirne per ripigliarlo più sopra, ma mano mano che procedevo mi accorgevo che il passaggio c'era sempre [...]

[...] vento. Se non era della valigia, credo che me ne sarei tornato senz'altro. Finalmente lo vidi seduto a terra, aspettarmi. Lo raggiunsi di malo [...]

[...] 47 umore; il fondo quasi liscio della roccia si era fatto sdrucciolevole per una vena d'acqua, ed egli s'era fermato per darmi mano che non [...]

[...] cadessi. — Perchè vi allontanate? voglio avervi presso di me. — Mi era parso che le piacesse di star solo, non volevo seccarlo. — Perchè [...]

[...] più. — Come comanda. Cercai di intavolare io il discorso, ma questa volta era lui che non ci mordeva. Era spuntato il sole, egli s'era levata [...]

[...] pistola corta a due canne e me la diede avvertendomi che era carica. Fui tentato di serbarla: in montagna da noi nessuno 48 cammina armato, le [...]

[...] tutto. Eravamo ai primi nevati. Il canale s'era allargato e la montagna intorno non aveva un filo d'erba. Era tutta una rovina di massi giganteschi [...]

[...] . Era un contrabbandiere. Scendendo di Svizzera, disseminava la sua mercanzia in tanti nascondigli diversi, perchè, se mai, non avesse a cadere [...]

[...] secreto era stato lui a dirmelo, non temeva più di me. — Questo è il più alto magazzino; le guardie non salgono mai sin qui, sanno che a queste [...]

[...] a comodo degli avvocati difensori. La mia guida s'era trovata una volta, inerme, sotto il tiro di due doganieri e n'era scampata per miracolo [...]

[...] era tornato. Ciò m'inquieta. Di questi giorni nevicò due volte sulle vette, e d'estate chi dice neve dice burrasca. Bisogna bene che cerchi di [...]

[...] supplichevole c'era in quelle parole: Vuole, signore? Sicuro che volevo, anche a costo di passarci due giornate volevo; al piccolo Cervino ci sarei [...]

[...] salito un'altra volta, perchè sulle vette era inutile cercare. Sul ghiacciaio, che, valicato appena il Teodulo, sale verso il Breithorn, trovammo [...]

[...] Zermatt; se è salito è morto. Seguitammo le peste per oltre un'ora, ma giunti al piano superiore, ne smarrimmo ogni traccia; era nevicato di [...]

[...] fresco e la neve era tutta vergine e piana. Dopo avere aggirato senza frutto tutto quanto il ghiacciaio, verso l'imbrunire ci cascò l'animo e la [...]

[...] forza. Giungemmo all'albergo del Fiery verso le undici di sera. La casa era tutta scura e silenziosa, ma l'oste doveva essere di sonno leggiero [...]

[...] d'Aventina; 55 oggi salirono coi pastori a pigliarlo. Domani verrà il pretore per l'atto. Era seduto sulla neve, i piedi neri per la cancrena [...]

[...] giunsi al villaggio sul fare della notte; per strada, discorrendo col mulattiere, avevo appreso che la padrona della locanda era una vecchia [...]

[...] bisbetica o manesca, al contrario: amava di soccorrere le miserie dei compaesani e tutto il villaggio era indebitato con lei; ma il suo aspetto [...]

[...] era così rigido e severo, e così asciutta la sua voce e così brusco l'accento e l'occhio 62 così immobile a fissare lontano le cose che non si [...]

[...] vedono! Di più nell'osteria c'era una camera dove non era mai entrata anima viva e dove tutte le sante notti dell'anno il lume durava acceso fino [...]

[...] non le si conoscevano amanti e che nessuno mai l'aveva nè veduta nè tampoco sospettata incinta. L'accusa era fondata sulla testimonianza di un [...]

[...] una tinta dorata pallida come li hanno certe ragazze giovanissime che poi gli oscurano invecchiando. Ma dovetti riconoscere che ciò non era [...]

[...] subito raggiunto la maggiore possibile intensità. Era una donna alta, asciutta, la fronte spaziosa 64 nettamente incorniciata da due righe di [...]

[...] leggiero arrossamento della pelle, evidente indizio di pelo biondo o rossastro ed in lei quindi, sicura denunzia di parrucca. Era pallida di un [...]

[...] corrucciati dallo sforzo. In casa attendeva a tutte le faccende, non avendo domestica. Mentre cenava era un continuo salire e scendere dalla cucina [...]

[...] accertarmi della sua essenza mi persuadevo che non era rumore d'acqua. L'acqua dei torrenti montani non manda il suono eguale che sogliono i larghi [...]

[...] piove. Il mormorio che sentivo 66 era invece senza fine eguale, non si allargava in ondate per l'aria, non mi giungeva pei vetri della finestra [...]

[...] e la debellavano. Non c'era verso che potessi durare per la via delle spiegazioni semplici ed ovvie, che anzi ragionavo il mio errore con una [...]

[...] . Il mormorìo invece era vicinissimo ma la sua causa durava misteriosa, anzi era accresciuta di mistero. Risoluto a scoprirla, spensi il lume a fine [...]

[...] ; ma oramai era sola a pregare; l'altro, briaco fradicio, pareva dovesse abbisciarsi e ruzzolare in terra ad ogni momento. La vecchia lo scoteva [...]

[...] fuori e una canzonaccia rauca e trascinata mi annunziò che 72 il briaco era all'aperto nel gran silenzio notturno della via. La vecchia tornò [...]

[...] dolore mortale senza lacrime. Quando risalii nella mia stanza il mormorio era cessato, ma non potei chiudere palpebre in tutta la notte. Io mi sono [...]

[...] durano un pezzo al mestiere. * ** Io feci una volta con parecchi amici l'esperimento di quei veicoli. La salita fino alla miniera era durata [...]

[...] abbondanti lavature.STORIA DI GUGLIELMO RHEDY Guglielmo Rhedy era nativo di Gressoney- la-Trinitè, dove abitava una casa sulla sinistra del torrente [...]

[...] . Quella casa, come è l'uso del paese, era composta di due piccole casette in forma di padiglione, unite insieme sulla stessa fronte da un corpo di [...]

[...] di legno lungo quanto la casa. La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in muratura. L'aveva fabbricata un tale Lysbak, birraio arricchitosi in [...]

[...] a destra verso il torrente ed il corpo di mezzo, cioè la scala, essendo ultimate, il Lysbak era venuto a dimorarvi colla moglie e la figliuola [...]

[...] aveva installate le sue venticinque vacche, la sua grassa persona ed una gigantessa di domestica, vero serventone da fatica. Guglielmo era allora [...]

[...] caporale di artiglieria a Pisa. 89 Fra il Lysbak ed il padre Rhedy non si era però, malgrado la vicinanza, stretta nessuna sorta di amicizia [...]

[...] fantesca da principio, per un senso di bontà, si era profferta di aiutare le due signore al disbrigo delle maggiori fatiche domestiche; ma queste, che [...]

[...] non avrebbero potuto ricompensarla, ne avevano rifiutato i servigi. Ne era seguito uno stato di ostilità muto e rabbioso, che si risolveva in [...]

[...] mille piccole trafitture da una parte, in una paziente ed altera indifferenza dall'altra. Quel po' di spazio piano davanti alla casa era stato [...]

[...] , congedata la domestica, e si era dato al mestiere di falegname l'inverno, a quello di guida l'estate. Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora [...]

[...] ed al pollame, e trovava ancora tempo per leggere. Perchè Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere [...]

[...] lasciare alle due donne un gruzzolo che le facesse vivere meno a disagio. La vedova aveva chiuso il contratto e la casa era stata venduta con la [...]

[...] nuovo padrone sapeva benissimo che passati i due anni la casa gli sarebbe rimasta, e perchè era solida e posta in un luogo sicuro dalle valanche [...]

[...] detto nè sì nè no, ma via, non pareva alieno dall'accettare. Lo steccato che spartiva l'aia era caduto; le due donne, non più padrone, pensavano non [...]

[...] Guglielmo 93 non pareva vero che rimanesse a terra, anzi, perchè era brutto a vedersi, una notte lo raccolse, lo fece in pezzi e portò i pezzi nel [...]

[...] legnaio delle Lysbak. Così l'aia era spazzata e Guglielmo poteva, senza perdere tempo ad offrirli, prestare mille piccoli servigi alle vicine [...]

[...] poi, superbe quelle due povere donne non lo erano più, se pure lo erano state mai. Guglielmo era un bel giovane aperto e gioviale, faceva [...]

[...] tornando a pigliarla, bisognava bene dire dove era andato, ed i pericoli superati e descrivere le nuove pazzie degli alpinisti. Qualche volta Teresa [...]

[...] faceva da interprete agli Inglesi, e passava presso di loro per moglie o sorella di Guglielmo. Finalmente questi s'era avveduto che a stare senza [...]

[...] , poi altre, alla spicciolata, rincarando sui prezzi correnti, ritraendosi al menomo calo di prezzo, protestando, ed era vero, che bisogno di [...]

[...] stava nell'aia a guardare il padrone che se ne partiva soddisfatto. Era sul finire d'ottobre, una giornata serena e fredda, meno trista però che al [...]

[...] quell'uomo andarsene contento. Avete venduto, è vero, Rhedy? — Sì. L'ultimo prato. — Questa casa era proprio destinata ad un 95 solo padrone. Mio padre [...]

[...] tagliente come una lama; la madre era in casa in faccende; la si sentiva scendere e salire, battendo il tacco degli zoccoli sugli scalini di legno [...]

[...] ristauri. 97 Ecco perchè egli comprava legname; voleva compire le stanze dalla sua parte; non c'era che da rivestire di tavole le pareti e da [...]

[...] svizzero e là imparasse il mestiere. Colle cognizioni e colla salute di Teresa non era difficile trovare impiego; il meglio era partir subito. Ma [...]

[...] l'idea di separarsi così, di durare tutto l'inverno, che è la stagione più intima, lontani, era insopportabile al Rhedy. E poi l'inverno gli [...]

[...] tanto ragionò che vinse. 98 * ** L'inverno anticipò la venuta. La valle era tutta bianca, gli abeti verdi, quasi neri, reggevano pesi [...]

[...] enormi di neve. La cascata daccanto la casa era ghiaccio vivo: solo un filo d'acqua scorreva liscio, oleoso sotto la crosta cristallina, lo si vedeva [...]

[...] alla polenta. Ma il maggior lavoro era il notturno. Dopo cena, partito il cugino, fatto un po' l'amore a bassa voce colla fidanzata, Guglielmo [...]

[...] lampada per tutta l'officina! Di fuori la neve in faccia alla finestra ne 101 era illuminata per lunghissima tratta; pareva un fiume d'argento [...]

[...] pensarci arrossiva come un fanciullo. Era sicuro che Teresa seguiva sveglia il suo lavoro; sapeva che ogni martellata rispondeva nel cuore [...]

[...] dell'amante, ma voleva che le giungesse il solo rumore dell'opera; l'opera sola era necessaria e premeva, l'opera costruiva l'edifizio della loro felicità [...]

[...] un viaggio di due giorni, e la sera del secondo si giunse a Zermatt. Là Teresa era aspettata per un impiego di guardarobiera. Il padrone [...]

[...] pieni di lacrime. Quel cielo azzurro di là era il cielo della Svizzera, e pensava che al piano in poche ore avrebbe superata la distanza che lo [...]

[...] separava da Zermatt; invece qui c'era di mezzo il gran gigante, coi suoi mari di ghiaccio, colle sue rupi precipitose, irto di pericoli, minaccioso [...]

[...] andato a Zermatt. La più corta era valicare il Lysjoch e scendere diritto per il ghiacciaio del Gorner: un otto o dieci ore di cammino. Ma il passo [...]

[...] , e là, e rammentare tutti gli allegri incidenti della via. Di là s'allungava del doppio, ma le memorie lo accompagnavano. La giornata era [...]

[...] cammino per le Cime Bianche; alle undici era al lago, a mezz'ora dal colle. Di là, la strada solita, sale fino al colle, traversa il ghiacciaio del [...]

[...] aderenza vischiosa, dall'altra lacerate a brandelli dal vento. Oh! oh! non c'era tempo da perdere, e la più corta via diventava subito la migliore, e [...]

[...] panni addosso. A' suoi piedi, da quel versante svizzero tanto sospirato, saliva verso di lui un cielo tempestoso. Era la maggiore bufera che [...]

[...] poteva, lontano tre passi era buio fitto, un freddo umido ed intenso lo impigriva; di quando in quando la tempesta si acquietava in un silenzio [...]

[...] , volle riporsi in cammino. Era stato fino allora appoggiato a forza di braccia sul bastone ferrato, curvo per salvare il viso dalla tempesta [...]

[...] vaporosa delle valli, si diceva che la sua Teresa era là buona e serena, intenta ai tranquilli lavori della casa. La vedeva scendere e salire [...]

[...] corno rauco da capraio. Era infatti un capraio, un ragazzo dai dodici ai quattordici anni, venuto colà da un casolare pastorizio distante le [...]

[...] spalancata di un crepaccio. Egli non sapeva il pericolo e in ciò forse era la sua salvezza. Il mandriano dell'Alpe è così domestico dei luoghi [...]

[...] ed uditi; ma uno differiva assolutamente da ogni tipo conosciuto per l'addietro. Era un gobbo, che mostrava nell'aria marziale una salute di [...]

[...] un gigante nano. In complesso era piccolo ma spaccava passi lunghissimi ed avrebbe abbracciato un noce di vent'anni. Aveva i capelli grigi [...]

[...] vedeva 121 delle belle! Il vecchio vicario glorificato per peccatacci ai quali era da gran tempo insufficiente, lusingava di rimbalzo con [...]

[...] torre non era crollata finora, ne potevano venire dei terremoti. Oh lo sapevano tutti! Il vicario, per non essere distolto dalla sua vigilanza [...]

[...] cittadina e starei per dire letteraria; ma quello che più mi colpiva di lui era la sincerità infantile del ridere, quando rideva davvero. Pareva [...]

[...] volta s'era oscurita. Quando ci levammo di tavola il vento cominciò a far ballare i vetri, quando ebbimo bevuto il caffè cominciò a nevischiare [...]

[...] , coll'ombrello, all'incontro del padrone. Tanto valeva aspettarle all'asciutto. La stanza, benchè senza fuoco, era intiepidita 124 dal fiato ben [...]

[...] . Poi stesero il tappeto sulla tavola, tolsero dal cassetto dello scrittoio; dove era chiuso col breviario, un mazzo di tarocchi ed uno di essi lo [...]

[...] scambiato con lui che poche parole, mi era nato un vivo desiderio di conoscerlo; gli tenni dietro senza altro, e lo inseguii per una [...]

[...] mi disse: 126 — Le assicuro che sono tutti buoni preti e buoni curati. Si era fatto rosso in viso e mi guardava negli occhi con una fissità [...]

[...] l'incuria propria dei solitari e dei pensatori. Io avevo cominciato a domandarlo della vita e dei costumi alpestri, ma non era che un rigiro per [...]

[...] giungere a quello che più mi premeva e che da lui solo potevo conoscere, la sua propria 127 vita, e come si acconciasse alla solitudine cui era [...]

[...] costretto e come la riempisse. L'idea che mi ero fatto di lui era forse troppo alta e quel senso critico al quale pur troppo dobbiamo affinare le [...]

[...] proposizioni nette, precise, che lo mettevano tutto nelle mie mani. Non era sciocco, tutt'altro, ma era un uomo contento, una mente quieta e [...]

[...] spigriva per questo, la sua mansuesta acquiescenza ai fatti 128 non era turbata. Avevo sperato un ribelle combattuto dalle brutali ingiustizie della [...]

[...] . Quello che più mi indispettiva era il vederlo abbandonarsi così senza resistenza e rivelarsi intero senza pur cadere in sospetto della mia [...]

[...] , tutt'altro, ma parlava giusto, chiaro e sobrio; c'era poi nella limpidità del suo pensiero, nella scelta dei fatti narrati, nel giudizio che [...]

[...] , conoscevo il mio compagno come per lunga dimestichezza. Era un uomo pratico, che si adagiava comodamente nella sua solitudine esercitando l’ufficio [...]

[...] facoltà mentali. Era forse mansuefatto dalle circostanze facili in cui viveva; non saliva al fanatismo nemmeno per la fede. Un passo dopo l'altro [...]

[...] leggeva nell'anima, la mia presunzione era ben giustamente punita, poiché egli conosceva me assai più e meglio che non io lui e quella parte [...]

[...] passiva e condiscendente che gli era piaciuto di assumere, rendeva più gustosa la sua vittoria e più piccante e ridicola la burletta che mi faceva [...]

[...] misurato, che mi faceva arrossire per la vergogna. Non gestiva. Era ritto in piedi coi due pugni chiusi sulla tavola, la testa alta ed il bel [...]

[...] . Mio padre era sguattero in un albergo d'Aosta ed io, allevato in cucina e messo al mestiere paterno, entrai appena seppi tenere il mestolo in [...]

[...] un piccolo seno chiuso fra la montagna ed un rialzo di terra che gli toglie la vista della valle, c'era una casa rustica di discreta apparenza [...]

[...] giusto al punto del gomito nell'interno della curva che vi disegna il torrente; aveva un bel prato all'intorno ed il ponticello era destinato [...]

[...] esclusivamente al suo servizio. Ne era padrone un tal Vincenzo Bionaz, il quale l'aveva comprata ed era venuto a dimorarvi colla moglie e due amori di [...]

[...] bimbi, lo stesso anno che il nostro prete, da vice curato, era stato promosso a curato della parrocchia. Vincenzo, robusto ed intelligente [...]

[...] ogni anno qualche tavola di prato. Egli era un brav'uomo, allegro e casalingo; la moglie, nativa di Valchiusella, un paese dove le donne sono [...]

[...] tutte belle da dipingere, lo adorava e ne era adorata, e vivevano tutti e due in pace, come si dice, con Dio e cogli uomini, lasciandosi andare [...]

[...] tornandone, parve rifuggire dalla presenza della moglie e questa del marito. La donna era incinta di due mesi; il curato venuto a confortarli fu [...]

[...] perdono alla moglie delle durezze passate, insomma tornò ad essere l'uomo di una volta. Il bambino era bello e sano come i primi, e pensate con [...]

[...] parenti faceva all'altro, a cui nessuno credeva, finchè venne il giorno dell'orribile certezza. Il nuovo nato era un cretino. Da quel giorno la [...]

[...] sulla bocca bavosa. Il più era quando il bambino dormiva. Allora, l'errore diventato 147 possibile, essa lo allargava per tutti i versi [...]

[...] esaltati; era sicura che Gian-Paolo, addormentandosi, le aveva sorriso ed essa conosceva quel sorriso, per averlo veduto mille volte. Sapeva [...]

[...] sempre presente, sempre vivissima, che le lacerava il cuore, ed era la paura che il fanciullo si svegliasse. Giungeva fino a dimenticare il [...]

[...] appena la messa, la chiesa era ancor piena di gente, essa si gettò ai piedi del marito piangendo e disperandosi a domandargli perdono. Fu una scena [...]

[...] ; Vincenzo non aveva vizi ed Anna era economa ed industriosa; tolto il pensiero di accumulare per la discendenza, poterono concedersi cento piccoli [...]

[...] freddo: infatti quella era una ghignataccia al primo sorgere del sole! E che aria dolorosa al tramonto! Chi l'ha veduta, la sera, nella stagione [...]

[...] santa da poter formare la ragione ed il premio della propria vita. Ma in paese, quando egli ci venne, non v'era che uno scemo, un vecchio [...]

[...] diavolo in corpo e la vista della disunione che ne era derivata fra i parenti lo infervorò all’impresa. La scena seguìta in chiesa lo persuase essere [...]

[...] sghignazzate, egli aveva finito per addomesticarsi e cercare la compagnia; dopo vespro, sotto la pergola della via maestra dove era il giuoco delle [...]

[...] forza di gridargli quel nome nelle orecchie, avevano finito per farglielo ritenere in mente. Ogni forestiere che capitasse dai vicini villaggi, era [...]

[...] scilinguare: Le mousieu. Ed era un coro di risate schiette come per uno spasso mai prima goduto. Finalmente il giorno del Santo Patrono, quando [...]

[...] la banda del capoluogo scatenava sul paese la burrasca delle marcie rauche e tonanti, era lui 155 Gian-Paolo, che durante i silenzi teneva in mano [...]

[...] benefico e datore di vita era troppo astratto il concetto. Come mostrare a quell'ingegno chiuso, che il sole, i prodotti della terra, la terra [...]

[...] causa a quel terrore, questa, sarebbe stata un'opera buona? Non era egli abbastanza disgraziato ed inerme? Non gli era abbastanza avversa la [...]

[...] loro sollecitudine, il prete dopo prove e riprove, s'era convinto che in essi l'amore paterno 157 era morto affatto e che non c'era via di [...]

[...] poterlo risuscitare. Ma il fanciullo, non era viziato, poverino, e chissà che una volta svegliato in lui l'amore figliale, questo non riuscisse a [...]

[...] mai anima viva. Il giorno innanzi era piovuto a catinelle dodici ore filate, ma il cielo s'era rifatto di quel sereno che dura e non era seguita [...]

[...] l'urto dei massi e dei tronchi travolti, quello era il rifugio più sicuro; stavano sul lembo estremo del tetto dalla parte della valle; l'acqua si [...]

[...] frangeva all'estremità opposta, verso il monte, e la casa era tramezzata da due muraglie maestre Intanto erano accorsi il curato e mezzo il paese [...]

[...] , in mezzo alla fornace era apparsa la figura mostruosa di Gian-Paolo. Allora fu visto uno spettacolo prodigioso. Il cretino, ruggendo e [...]

[...] . Lampeggiata ed oscurita ad ogni momento, la sua persona sembrava centuplicarsi; e non era più solo, dieci mostri orribili al pari di lui [...]

[...] prete, ma la sua povera 164 figura, allentata in loro ogni fibra paterna, s'era tosto dileguata. E Gian-Paolo seguitava il suo titanico cimento [...]

[...] dire che non ci ho gusto. Il fatto era seguito così: Erano tre viaggiatori e tre guide. Il giorno innanzi, partiti dal Riffel sopra Zermatt e [...]

[...] : «A destra», e Maquignaz: «Avanti». Ma l'altro si piantò fermo, agitato da una collera inquieta. Egli di là c'era passato un'altra volta e, solo [...]

[...] della comitiva, sapeva la strada; non c'era nè tempo nè agio di fare esperimenti, se Maquignaz voleva darsi il lusso di 175 trovarne una nuova [...]

[...] avventato. Andiamo!» Ma sì! La persuasione di vederci giusto s'era nell'alpinista invelenita per dispetto della resistenza, e la falsa dignità [...]

[...] maschia bellezza. Alto come un corazziere, asciutto ma non sottile, si atteggiava e muoveva con dignità naturale e disinvolta, era agile e sicuro [...]

[...] pericoli, s'era tuttavia stabilita fra me e lui quella dimestichezza cordiale, che nasce dalla comunanza delle fatiche e della vita; da tre giorni [...]

[...] famiglia. Il tono asciutto delle sue risposte mi fece capire che quello non era luogo da discorsi, infatti affondavamo nella neve molle fino alle [...]

[...] grazia signorile. — È inutile, non bevo, non voglio bere. Si levò turbato e andò diritto a dormire. La mattina del domani era di buon umore più [...]

[...] trilli che passano per tirolesi e sono di tutti i pastori dell'Alpi. Fra una canzone e l'altra era verboso e gaio, raccontava mille aneddoti [...]

[...] batter d'occhio il cielo s'era oscurato: la nebbia invadeva invadeva, serrata, uniforme finchè andò a posarsi all'ingiro sui fianchi delle montagne [...]

[...] sospeso a pochi palmi sopra di noi. Che tempaccio orribile! Non era la burrasca sfrenata che arresta i più coraggiosi, li costringe a cercare [...]

[...] aria paterna, coll'aspetto rassicurante della forza buona. Era tornato l'uomo grave e premuroso dei giorni innanzi, nobilitato da una [...]

[...] pagare, era pagato, lo pagavo, doveva servire alle mie voglie, non ero io che dipendeva da lui, ma egli da me; che prepotenza era la sua! Al [...]

[...] . — Perchè non entrate? — Vi aspetto. — Padrone. — Entrai solo. Era il solito cascinale pastorizio; dissotto, una lunga stalla; dissopra, due [...]

[...] sanguigno stimolante, mentre essa mi lanciava di sottecchi delle occhiate furbe, sicura di far colpo. E quando le ebbi detto che era bella [...]

[...] dormire fino al domani senza pensiero d'altro cammino. E poi era appena il mezzogiorno, che fare lassù tante ore? E la mia guida? Pagai largamente il [...]

[...] ristoro ricevuto e benché le due donne mi invitassero a rimanere, uscii pieno di coraggio. Il tempo non era mutato; lo stesso fumo rassegato di [...]

[...] pochi passi smarrito nella nebbia. Era là, solo, avvolto nel cielo mobile ed invernale, seduto sopra un sasso, i gomiti 190 sulle ginocchia e [...]

[...] la testa nelle mani, fissando la tempesta. Quando gli fui dappresso si levò in piedi: era livido, batteva i denti, aveva gli occhi stanchi come [...]

[...] i notari. Verso il 1830, quando Daniele Lysbak venne in possesso dell’eredità paterna, il suo avere era computato a cento mila lire, locchè a [...]

[...] felicemente e Maria Craut la sarta del villaggio e levatrice a ore perdute gli annunziò che il nuovo venuto era un maschio, egli aperse l'uscio [...]

[...] principesco fracasso, il piccolo Natale venne su proprio come un principe. Era bello, intelligente, buono e temerario, cosicchè tutti i cuginetti [...]

[...] c'era luogo disastroso dove Natale, forte come un torello e svelto come un cavriolo, non seguisse Daniele a caccia di camosci e dopo le lunghe [...]

[...] ghiacciata, vuota e pulita come uno specchio. Certo assiderato dal gelo, Daniele era scivolato dallo scaglione o questo sotto i primi raggi del sole [...]

[...] aveva ceduto al peso e s'era inabissato. Quando la notizia giunse a Gressoney, partirono in battuta una ventina dei più gagliardi uomini del [...]

[...] palmo palmo le montagne vicine e le ghiacciaie dove era sepolto suo padre, temprando a quell'esercizio ed accrescendo la robustezza nativa. Quando [...]

[...] soldato 197 avrebbe servito il Re. Era forte come un leone. Una volta, che la valanca nel suo passaggio aveva schiacciato una casa, seppellendo la [...]

[...] vestire come la moglie del barone, e che i lavori miei non li faranno i loro mariti. Al brav'uomo era durata una tale adorazione per la memoria [...]

[...] paterna che guai toccargliela. Ridurre le spese ostensibili, rinserrarsi in una vita più modesta, confessare cioè che veramente il patrimonio era [...]

[...] scemato, e che il morto là del ghiacciaio non era stato troppo previdente! Mai più! Maria Maddalena era povera? Ragione di più per non [...]

[...] neri come la baronessa. Oh, Maria Maddalena era una moglie docile che non contrastava ai capricci del marito; bisognava vederla come sosteneva [...]

[...] dell'impiantito, i vetri, gli usci, e senza che nessuno le vedesse mai una macchia indosso. Era il suo gran lavoro, la pulizia. Natale istesso [...]

[...] riposarsi o a far vaporare il sudore gelato alla fiamma del camino, se prima non s'era calzato di fresco e mutata la grossa giacca sudicia con una [...]

[...] nuova che gli metteva freddo indosso. Maria Maddalena era vissuta più anni in Aosta presso un avvocato, e sapeva lei ciò che occorre al decoro [...]

[...] sacrifizi. Era la prima volta che gli parlava di tali cose e perchè vedesse che non c'era malo animo in lei, gli regalò il suo bell'elmo d'oro, dono [...]

[...] capitale non va toccato, lo predico sempre anch'io. Otto giorni dopo era a cena dai Lysbak un cugino di Maria Maddalena tornato di fresco dalla [...]

[...] Baviera dove s'era arricchito. La vecchia dormiva da più ore e i tre stavano discorrendo col bicchiere alla mano. Si parlava del nascituro e [...]

[...] la forza virile che era ne' suoi muscoli dovesse avventarsi su quel corpicino e soffocarlo. Si tagliò la barba per poterla baciare. La sua gran [...]

[...] festa era di assistere alla toeletta di Lena; aveva imparato a fasciarla, e come le si sollevasse la testina reggendola sotto la nuca, ma non [...]

[...] l'ingorda che era cercava il seno materno agitando le manine e dimenando con impazienza la testa, egli rideva, rideva, ammirato ed intenerito. Qualche [...]

[...] alla piccina. E come lavorava di voglia, come si era fatto abile al lavoro! Tuttavia, di quando in quando una piccola somma bisognava pur sempre [...]

[...] vecchia s'era fatta avara, Maria Maddalena aveva le prove in mano che essa metteva in serbo dei quattrini, Maria Maddalena teneva i conti delle [...]

[...] entrate e delle uscite e queste non combinavano mai; ne entrava sempre più che non si spendesse. La Lena a sette anni era un fiore rosso di [...]

[...] troppe spese ed avendone egli tenuto discorso colla moglie, questa gli si era apertamente rivoltata; era stanca infine delle sorde persecuzioni di [...]

[...] quella vipera, sapeva bene che suo studio era di guastarla col marito, perchè non aveva portato 204 dote in casa, ma ormai glie le avrebbe [...]

[...] dette sul muso le sue ragioni che non era una vita questa. A Natale ci volle di tutto per ammansarla. — Abbi pazienza, hai ragione, vedo anch'io che [...]

[...] , non la faceva più. Era stato sempre buon figlio, era buon marito e buon padre, perchè farneticare di avversità? Andiamo! andiamo! Tuttavia [...]

[...] obbiezioni della vecchia; non era il passo del Lysjoch, in fin dei conti, la Mologna! Bella cosa! Dieci ore, al più dodici di cammino, e le prime e [...]

[...] le ultime piane come la mano. Avrebbe portato con sè da mangiare per strada e in due giorni il giro era fatto. Partì la notte istessa verso le [...]

[...] quattro della mattina. Quando giunse a mezza salita, la neve in terra era tanta che colmava i burroni. — Buono che è sereno, diceva Natale, e [...]

[...] ! Perchè gli era venuto? Non l'avrebbe cacciato mai più: lo sentiva mordergli il cervello ed il cuore, avrebbe dato la vita per poterlo [...]

[...] la famiglia. La notte della festa seguì un incidente spiacevole. Intorno a Lena, che era la più bella, si affollavano tutti i giovani del paese [...]

[...] capo all'altro della sala. Lo sfregio era patente. Il cugino aspettò ritto in piedi che finisse 211 il giro, poi si accostò a Necio e gli diede [...]

[...] salto fu di contro le donne e le attanagliò colle mani di acciaio fino a farle urlare dal dolore. Era la prima volta che montava in collera ed [...]

[...] diede in uno scoppio di pianto: — Lena, Lena, sii buona, dimmi che sei pentita dello sgarbo che hai commesso. Era tuo parente, Lena; sua madre era [...]

[...] bere, ma il male era fatto; la moglie era andata piagnucolando per tutto il paese a raccontare gli stravizi del marito e tutti dicevano: — Peccato [...]

[...] l'affetto della famiglia. Quel tale Frantz che era salito per levar Daniele dal crepaccio, accompagnando un giorno due Inglesi attraverso il ghiacciaio [...]

[...] dell'Aventina, vide lontano sulla neve, giusto nel punto dove era caduto Daniele, una macchia nera che non gli era mai apparsa gli anni [...]

[...] addietro. Una roccia non poteva essere, in quel luogo il ghiacciaio era altissimo e compatto. 215 — È Daniele — pensò. Le ghiacciaie respingono spesso [...]

[...] rimasti fecero ala al corteo. La stagione estiva era appena in principio, non c'era forestieri nel villaggio; le vesti rosse risaltavano sole [...]

[...] ai giorni tranquilli, quando Lena era piccina. Natale, superstizioso, pensava che suo padre era riapparso sulla faccia del mondo per comporre [...]

[...] finalmente persuaso che lo scredito in cui era caduto presso la moglie e la figliuola, proveniva dalle troppo colpevoli condiscendenze. D'altronde [...]

[...] quel denaro guadagnato in due mesi avendogli fatto intravvedere possibile un assetto del patrimonio, egli era fermamente risoluto a conseguirlo [...]

[...] . * ** In principio d'inverno morì la vecchia madre e non lasciò pure un soldo. Quel poco di suo era venuta man mano mettendolo in casa per [...]

[...] veder di scemare la lista dei debiti dei quali s'era avveduta. — La pitocca, — diceva Maria Maddalena colle comari, — la pitocca dovette aver vizi [...]

[...] scoppiò che era grosso davvero. Ventimila lire tra capitale e interessi, delle quali il cugino voleva essere pagato subito o avrebbe mandato [...]

[...] rimasto a debito saldato, perchè quello era l'avere di Lena, di questa povera Lena così docile e riguardosa! Oh, se non avesse avuto quella figliola [...]

[...] , essa avrebbe sostenuto senza pure un lamento, il rovescio; essa era avvezza alla miseria perchè, non arrossiva a confessarlo, era nata povera e [...]

[...] cresciuta guadagnandosi il pane. Ed eccola raccontare la propria vita dal giorno che era entrata nella casa dei Lysbak. Chi era stato a levar [...]

[...] Natale dall'ozio in cui viveva per metterlo al lavoro? Lo dicesse Natale lì presente, non era stata lei forse? E quando la vecchia, Dio abbia in [...]

[...] bontà eroica, una fierezza eroica, una eroica viltà. Oh! il pover'omo soffriva! Gli era venuto un tic nervoso ai lati della bocca che non si [...]

[...] chetava. Era bianco come un cencio e andava asciugandosi il sudore. Compiva camminando cento piccoli atti abituali, riponeva a suo posto delle cose [...]

[...] sua misera testa si rincorrevano mille immagini vive e mordenti. Ogni fatto travisato dalla moglie, gli appariva quale veramente era seguito, con [...]

[...] selvatico che perfora i tronchi beccando sempre nel piccolo cerchio, seguitava a trapassargli il cuore a colpi di ingratitudine. Era venuta la [...]

[...] assenso di Natale, che questi riconoscendosi inetto ad assestare le proprie faccende e volendo da quel buon padre che era provvedere [...]

[...] Monte Rosa; ma fin dal primo giorno di cammino dovetti rinunziare all'impresa. Natale era sempre robusto e premuroso come per lo innanzi, ma così [...]

[...] era nativo di Celano, negli Abruzzi, donde era sceso in Roma giovanissimo nel seguito di monsignor Calafimi, quando Sua Santità il Papa [...]

[...] mio padre più in qualità di discepolo, che di famiglio, perchè, amante qual era della buona musica, aveva scoperto nel giovine suo compaesano un [...]

[...] lui quanto in ogni altro nessuno avrebbe saputo tollerare. Le donne specialmente ne impazzivano: era bello, vivacissimo e pronto a volgere in [...]

[...] mostrarglisi meticoloso ed acerbo; ma mio padre era paziente e contava col tempo di riguadagnarne le buone grazie. Due anni dopo il suo arrivo [...]

[...] che mette in Aosta, cosicchè gli fu impedito il ritorno non solo per quella sera, ma pei due giorni seguenti. La padrona della spinetta era una [...]

[...] fu venduta e mio padre, dopo tre giorni, ridiscese in Aosta e andò diretto dal Vescovo a partecipargli il fermo proposito in cui era venuto di [...]

[...] prender moglie. Una sfuriata se l'aspettava e violenta, e già per strada, rimuginando nel cervello, s'era armato d'una grande pazienza e disposto [...]

[...] perchè la vedovella soleva dare la caparra del matrimonio a quanti capitavano in Ollomont. L'accusa era assurda, il vecchio Lautou essendo morto [...]

[...] da un anno appena ed avendo la vedova passato quell' anno in Orsières nel Vallese presso una zia materna donde era tornata da soli quindici [...]

[...] persona alla miniera che dava buon reddito, la casa era bella ed agiata e la vita eguale. La sera, appena mi avevano coricato, il babbo sedeva al [...]

[...] che avevamo buon tempo, che una povera astuzia era la nostra, si levava di scatto e veniva diretta a sedere su uno dei ginocchi del babbo ed [...]

[...] era conosciuto in tutta la valle per eccellente maestro, cosicché, coll'aiuto di Dio, pareva che la fame non si dovesse patire. Commosso [...]

[...] contessa di Challant, la quale conosceva mio padre fin da quando era organista in Aosta, gli aveva commesso di comporre un oratorio e di [...]

[...] dimorato con lui otto giorni nel sontuoso maniero d'Issogne in qualità di secondo violino e m'era durata di quel soggiorno una memoria incancellabile [...]

[...] , come di luogo incantato e di vita degna del paradiso. La contessa, donna di grande e fiera bellezza, giovanissima e festevole, si era molto [...]

[...] incantevole dei luoghi, la novità dell'impresa, l'umore gaio di mio padre, al quale, col proposito di ridarsi all'arte sua prediletta, era [...]

[...] volte sorpreso ne' suoi occhi, e cercavo di rifarmi la figura del conte, al quale certo quello sguardo era diretto, ma non c'era verso di venirne [...]

[...] tornò doloroso. Quando giungemmo ad Issogne la contessa era uscita a diporto. Fummo tosto condotti al conte il quale ci accolse cortesemente, con [...]

[...] compassionevole povertà di forze e d'intelletto. Era basso, magro, trasandato, le ciglia ed i capelli rossastri ed ispidi, il viso lentigginoso [...]

[...] nome e più coll'immagine che m'ero formata di lui, che io 241 mi domandavo sconcertato se anche la fiera e fresca beltà della contessa non era un [...]

[...] non più viste grandigie signoresche, potevano tener luogo di bellezza. L'arrivo della contessa dissipò tali dubbi. Era veramente giovane e [...]

[...] , si era d'un tratto composto il turbamento di tutto l'essere mio e fatta meno ombrosa e battagliera la mia pubertà; tanto che, quando quella sera [...]

[...] rapimenti, ma bensì una contentezza molle e riposata. Oh quella non era donna da provocare e sostenere le precoci incontinenze di un adolescente. I [...]

[...] s'era scordata di me e ancora ripeteva: — Vattene, vattene. — A me pareva che un peso immenso mi saldasse alla terra. L'uragano crebbe, il [...]

[...] della casa, m'indirizzai sicuro alla mia stanza. Chi era levato a quell'ora nel castello? Chi vi camminava? Chi saliva le scale? Tutti gli usci [...]

[...] d'acqua, poi un'altra ed un'altra, quasi vi stillasse alcun panno inzuppato. Già entrandovi m'era parso di sentire un romore vivo, cessato di scatto [...]

[...] , non al mio apparire poichè era buio fitto, ma al suono de' miei passi. Ristetti un momento. Dovevo attraversare la sala per lunghezza ed [...]

[...] del pranzo. A tavola, guardandola, mi maravigliavo di che il conte e mio padre non avvertissero il mutamento seguito nelle sue fattezze. Era [...]

[...] raccontavano della notte passata quanto già ero venuto meco stesso immaginando. Essa amava e uomo del suo amore era stato da lei col favore della [...]

[...] notte procellosa. D'onde era venuto? Dove s'era nascosto? Chi era? Perchè non appariva traccia di lui? Che non 252 avrei fatto per vederlo in [...]

[...] levato. Il signor conte sa che la sala degli arazzi la spazzo io. — Vuol dire che nessuno prima di voi era entrato là dentro. — Nessuno. Il viso [...]

[...] del conte, di terreo che era per le lentiggini, s'infiammò di scatto e parve gonfio. Egli girò gli occhi intorno come per chiamarci in testimonio [...]

[...] sdegnosamente e si levò di tavola; il conte fu di un salto fra lei e l'uscio come per impedirle di uscire. Era imminente qualche violenza che prevedevo [...]

[...] tutto era chiuso; allora traversai il cortile e l'orto fino all'uscio che mette all'androne dell'armi. — E quello? Come ho fatto ad indovinare [...]

[...] il tranello. L'uscio era normalmente chiuso, dunque... — Quello era aperto, — risposi. — Infatti! — mormorò involontariamente il vecchio [...]

[...] uscio sbattuto con violenza mi disse che la contessa s'era chiusa nel suo quarto. Il conte respintone ridiscese. Lo stesso giorno il castello [...]

[...] , dimorato un pezzo a Parigi, era poco familiare colla nobiltà piemontese; la contessa lo conosceva appena; il conte dovette rammentarle fatti e [...]

[...] . Quando tornammo in Ollomont la mamma mi parve invecchiata di dieci anni. Era stata malaticcia tutto l'estate e più curante di non farcelo sapere [...]

[...] ; provavo la nostalgia delle terre luminose e calde dove era nato mio padre e che io non avevo visto mai. D'altronde avevo aperta una sola via di [...]

[...] musicante. — Tu? La carrozza si fermò improvvisamente e già la contessa aveva aperto lo sportello ed era scivolata in terra. — Aspettami. - Infilò [...]

[...] una porticina e sparì nell'andito. Era spiovuto; una casa gialla dirimpetto luccicava al sole fino allo zoccolo; i cavalli tranquillati [...]

[...] scodinzolavano. Era passata una compagnia di soldati colla musica; la marcia risonata un pezzo affievolendosi laggiù lontano s'era taciuta da un pezzo [...]

[...] , e via carrozze e portantine quante non ne apparivano in un anno in valle d'Aosta, e gente affaccendata, e signori a diporto. La casa gialla era [...]

[...] già ombrosa fino al primo piano, i cavalli insonniti alternavano l'appoggio da una gamba all'altra; una seconda compagnia colla musica era [...]

[...] venuta appressandosi di là donde s'era dileguata la prima, e già tacevano le ultime ondate dei suoni. — Dov'è la contessa? Se questa fosse la sua [...]

[...] undici della mattina ecco arrivare una carrozza con un biglietto per me. Il biglietto diceva: Vieni subito. Quella sera c'era ballo a Corte [...]

[...] da averne tronco il respiro. Tremavo di non poter leggere la musica nè governare la mano. E ancora la sala era vuota. Che sarebbe stato di me [...]

[...] spalle ignude, quale mi s'era mostrata poc'anzi, nel vano di una porta, accomiatandomi e incoraggiandomi al grande cimento? Sentivo muggirmi [...]

[...] ! — La Corte era dunque entrata, mi erano dunque bastate le forze e la mente, potevo dunque oramai riposare sicuro. Ecco la contessa. Com'era [...]

[...] bella! Non era il Re quel vecchio che le parlava sorridendo? Eppure i suoi occhi erravano intorno inquieti frugando la folla. Poi il viso le [...]

[...] scoperto l'uomo del suo cuore; egli era là certo, perduto nella folla varia e festante; ma già sentivo che la superba donna si sarebbe alfine [...]

[...] attorno altri signori belli, giovani, gioviali, sfarzosi al pari di lui, ed era un giuoco allegro di motti, di cenni, di sguardi e di risate. Poi [...]

[...] viso le si era ricomposto, già aveva ripreso il dominio sicuro di sè; eppure il cuore mi diceva: saprai, saprai, lo proverai l'amaro trionfo della [...]

[...] per il secondo minuetto? Eppure nulla di notevole era seguito nella sala; la contessa mi aveva guardato due o tre volte salutandomi cogli occhi [...]

[...] , era sempre attorniata da un nuvolo di cicisbei, rideva e discorreva animatamente. 265 Ricordo benissimo: era il minuetto di Boccherini, lo [...]

[...] conoscevo a menadito, perchè dunque quello sgomento? Nel mormorio confuso che saliva dalla sala era impossibile distinguere una sola parola [...]

[...] coppia aveva preso il mezzo della sala e i primi accordi bisbigliavano pianissimo. Che c'era mai sulle corde del mio violino? Di che pece le avevo [...]

[...] quella donna mia salvezza e mio tormento. L'orchestra s'era tutta taciuta per la maraviglia del mio sonare, il maestro mi guardava dubitoso di [...]

[...] caldezze d'amore e le ironie, e il trionfo della insperata vittoria. Oh non era più una danza quella! Tutti sentivano 267 come io governassi ogni [...]

[...] e lascivia ai miei suoni. Non era più una danza quella; i passi ed i moti erano voci e parole dichiaranti i più gelosi secreti dell'anima. Non [...]

[...] silenzio ansioso di un'imminente catastrofe. La pazzia che mi era salita alle tempia, soffiava anche su di loro e li travolgeva, la musica [...]

[...] regione degli alberi e dei cespugli; a Cogne era in mezzo alla valle in un luogo delizioso chiamato Vallontéj, un prato ingombro qua e là di [...]

[...] era sulla strada maestra; 270 la notizia della sua venuta si spandeva da per tutto come il rimbombo di una cannonata. Nei luoghi fissati per lo [...]

[...] scambio dei cavalli seguiva in dieci minuti, perchè il Re amava di non perdere tempo ed era impaziente di giungere ai luoghi freschi. A mano a mano [...]

[...] che saliva, le conoscenze si facevano più frequenti e famigliari; a Cogne ed a Valsavaranche non c'era un viso nuovo per lui, egli era al fatto [...]

[...] saccoccie ed era chiaro che aveva pensato a provvedersene prima di lasciare il campo. Le ragazze più vistose avevano tutte un nomignolo di sua [...]

[...] soverchia mai, nè il Re Vittorio Emanuele era uomo da tollerare gli si mancasse di rispetto. Bensì sapeva proporzionare gli atti e le parole alla [...]

[...] all'onore di partecipare alla caccia, e rarissime volte poste a tiro dello stambecco. Lo stambecco era riserbato, per lo più, agli ospiti di [...]

[...] artista, era salito a Cogne e vi dimorava per certi suoi studi scientifici che alternava con ricreazioni artistiche da pittore. S'era combinato [...]

[...] Re era alla caccia e 275 si sapeva non sarebbe tomato prima di sera, pregò il generale Bertolè-Viale che gli lasciasse visitare l'accampamento e [...]

[...] al campo che imbruniva. Era l'ora del pranzo; il Re lo accolse con quell'affabilità bonaria che bandisce il sussiego e pareggia i gradi; era il [...]

[...] , una camicia di tela e ce n'è d'avanzo. Era infatti d'una robustezza a tutta prova; dormiva per lo più sotto una tenda soldatesca in un [...]

[...] dimensione; il Re aveva egli stesso telegrafato a Torino perchè gli fossero spedite, e la cosa era seguita con una sollecitudine veramente regale [...]

[...] signori: ognuno entrava nella sua tenda fino al domani. Lo studente era al campo da otto giorni, ed il nono la comitiva che ho detto di sopra [...]

[...] , doveva giungere a Cogne, dove ci s'era data la posta. 279 La sera dell'ottavo giorno il giovane avvertì il generale Bertolè che l'indomani gli [...]

[...] venga a trovare quest'altr'anno; capiti qui quando saprà che ci sono e mi farà piacere. 280 Il cavallo era sellato e aspettava. Il Re aggiunse [...]

[...] degli antichi signori. Mi rispose con molta sicurezza che il Castello era appartenuto al duca di Borgogna. Rimasi. La Valle d'Aosta appartenne [...]

[...] realmente al primo ed al secondo reame di Borgogna, ma fino dal secolo XI passò ai Conti di Savoja nè più mutò padrone. Fenis poi, era feudo dei [...]

[...] se lo avesse conosciuto; e poteva provarne l'esistenza e la signoria mediante una storia, autentica, della quale non era in paese chi dubitasse [...]

[...] . Ecco la storia. Non molti anni addietro, sulla strada che sale a Fenis di qua dal ponte, c'era un vecchio uomo che faceva giorno e notte la [...]

[...] era stato dominio del duca di Borgogna perchè il serpe era Margherita di Francia; il serpe era Margherita di Francia, perchè il castello [...]

[...] apparteneva al duca di Borgogna: la cosa era evidente, ed io che non capivo o avevo le mie ragioni per mostrare di non capire, o ero corto di cervello [...]

[...] ! Chi parlava era un vecchio capitatomi dietro senza ch'io lo avvertissi. L'accento era così convinto, l'aspetto così venerabile e così grave la [...]

[...] ragazzaccio la uccise e tosto l'acqua che già scorreva allegramente tornò indietro nè ci fu verso di farla scendere mai più. In quella biscia era [...]

[...] quale fu dato a custodire ad un savio e pio uomo, dei maggiori del paese. Ma costui era un birbo mascherato da santo. Come l'acqua fu messa nel [...]

[...] per sempre. La favola è meschina ed immorale, ma io spendo la moneta che trovo. Il vecchio che mi raccontò la storia dei due acquedotti era un [...]

[...] lo spaccalegna, mestiere caro a molti riputati stregoni e negromanti. Era alto, ben fatto, portava una zazzera unta e liscia, un moncone di [...]

[...] angolo retto da una fronte prominente che ombreggiava il viso fino alla bocca. Il viso, anzi il capo intero era tutto peli: ne scaturivano da ogni [...]

[...] non ristavo di fissarla; ma egli era certo avvezzo a passare per fenomeno vivente, perchè la mia maraviglia non lo marivigliò punto, si lasciò [...]

[...] quali volevo persuadergli che non ero nè un carabiniere travestito, nè un esattore, nè altro agente fiscale, come io credevo temesse. Ma non era [...]

[...] dove prima era tutto bianco il terreno appare tutto screziato di colori vivi, così in Settembre e talora al finire d'Agosto, una sola notte [...]

[...] , non c'era, in tutta la casa, traccia di carta stampata o manoscritta. Ora il suo studio ha le pareti raddoppiate di scaffali, dove stanno alla [...]

[...] vecchio cospiratore e vi rimase un mesetto a legarvi libri e giornali. Era un piemontese, già guardia doganale, poi nel 1831 congiurato [...]

[...] venne la bella stagione, l'abate doinandò di lui nei paesi vicini, ma nessuno seppe dargliene notizia. L'ultima volta era partito dall'Ospizio [...]

[...] respingevano intera e netta ogni parola. L'eco era diventata il suo interlocutore. Una volta, ed 308 era d'estate, lo intesi sfogare con quel [...]

[...] quell'eco era la sola buona compagnia che egli avesse per otto mesi d'inverno, mi sentii stringere il cuore per la pietà. Un animo così caldo [...]

[...] era l'undici di settembre, e non mi pareva che in così bella stagione dovesse la neve durare tanto da far paura. Ero solo e quindi non [...]

[...] prossima venuta, era inquieto, benchè mi facesse più giudizioso di quello che sono e si studiasse di immaginarmi rifugiato al caldo ed al sicuro [...]

[...] . Era un urlo gigantesco nel quale si distinguevano mille urli minori; sembrava la chiamata, il lamento supremo e disperato di un essere [...]

[...] che capitasse la mandra che poi nella confusione non c'era verso, e spicciarsi a battersela, che le povere bestie spaventate ed affamate non ci [...]

[...] era piena e riboccava che la mandra non pareva scemata d'un capo. Non se ne vedeva la fine; lontano lontano lassù presso la Colonna di Giove, era [...]

[...] lume incerto di poche lampade affievolite dal vento, c'era la minaccia di imminenti, inaudite battaglie e già le ultime vacche rifugiate al [...]

[...] , singhiozzando, tutti ad una volta con gesti larghi e rapidi che contrastavano colla pesantezza montanara. Ma il Rettore era impotente a [...]

[...] soccorrerli, non c'era posto, non c'era posto, la volevano capire che non c'era posto a pagarlo tesori? E allora quei forsennati si facevano minacciosi [...]

[...] lasciava fare che non c'era altro verso di quetarli. Legata una giovine giovenca ad una grossa fune si diedero a tirarla ed a spingerla su per la [...]

[...] nemmeno i piedi nudi degli uomini. Allora gli uomini si videro perduti. Era passata un'ora e il freddo diveniva insostenibile. Il prete li [...]

[...] era neve, si fermarono nei pascoli in attesa. Dalla stalla dell'Ospizio due furono levate morte sformate e parecchie ferite, e l'indomani [...]

[...] l'impedimento della neve; ed egli pontificava servito dalla domestica, una vecchia sorda e brontolona. Compagno unico delle sere invernali gli era un [...]

[...] . Errore, credo, volontario, perchè quello non era uomo da attribuire senno ai pappagalli. LA LEGGENDA DEL PICCOLO SAN BERNARDO Interrogato una [...]

[...] rettore dell'Ospizio rispose: — Si chiama: «Miravidi». Era il nome che egli nella caldezza del suo amore per quell'Alpe le aveva imposto, che [...]

[...] nobiltà della valle, radunata a fargli omaggio. Se giungeva per altra via, non gli era dovuto alcun solenne ricevimento. Quella era la via [...]

[...] castello era rimesso nelle sue mani, non già con lustra esteriore, ma sibbene con propria ed efficace consegna, tanto che, ad ognuno di essi egli [...]

[...] magistratura, i piccoli ed i grandi vassalli deponevano il potere e l'alterigia. Nè tale rinunzia era dei soli litiganti, ma di quanti sedevano col [...]

[...] sovrano nella corte di giustizia; nè costituiva una prestazione feudalesca dovuta al Sovrano. Sovrano era il Conte di Savoia in Valle d'Aosta [...]

[...] conosceva il valico; vi era passato undici anni addietro, quasi solo, pensieroso e presago forse degli imminenti drammi domestici. Veniva di [...]

[...] l'inverno alpino. Gli altri anni è un lembo della terra che tutti conosciamo; l'anno passato era un paese inverosimile, fuori della realtà, una [...]

[...] dell'abitato. Tutto ciò che attesta la vita umana era scomparso o si era 344 trasformato, l'uomo sembrava così estraneo a quella terra verginale [...]

[...] come agli squallidi paesi lunari. E coll'uomo tutto quanto vive e si muove. Era una immensa bianchezza immobile, folgorata dal sole, anzi [...]

[...] ; anzi le parole linea e colore applicate a quello che io vidi e ripenso mi sembrano dure e povere: non era una linea quella che la montagna [...]

[...] segnava sul cielo, perchè raggiando i contorni si scomponevano e il cielo partecipava del monte e questo di quello; e non era un colore quell'albore [...]

[...] fatto soprannaturale. Era una bella giornata di Febbraio. Andavo da Pont Canavese a Ronco in Val Soana, dove mi avevano detto essere caduta la più [...]

[...] la strada che da una borgatella vicina mette a quel capo-luogo ne era stata interrotta per qualche centinaio di metri e vi si era sovrapposta una [...]

[...] vera montagna di neve insuperabile. Si parlava di scavarvi un tunnel ma era impresa di più settimane. Il villaggio lontano in realtà da Ronco [...]

[...] cadeva sotto i miei occhi era bianco, di una bianchezza immacolata. La neve aveva colmato le forre, sotto la sferza meridiana non appariva pure [...]

[...] tutti gli umori della terra si fossero essiccati, quel mare d'acqua assodata era asciutto come un deserto di sabbia e rendeva sotto i passi lo [...]

[...] scricchiolìo secco del vetro frantumato. La chiarezza uniforme sembrava allargare gli spazi, l'aspetto solito della montagna ne era così trasfigurato [...]

[...] sollevare intera, tanto era soda e compatta. Ora il sentiero sfiorava la superficie della neve; dai rami degli alberi vicini giudicavo di quanto [...]

[...] c'era verso, tentammo insieme di scavare 347 un largo, ma la massa compatta avrebbe richiesto troppo lungo lavoro: si finì ch'egli si mise carponi [...]

[...] sentiero tagliava lo spessore di una valanga. Là mi era dato giudicare quanta fosse la potenza della enorme massa rovinante. Nel suo spaccato [...]

[...] apparivano sezioni d'alberi che un uomo non avrebbe abbracciato. A volte la spaccatura cadeva nel punto preciso dove era seguito lo schianto, il [...]

[...] tronco reciso quasi di netto mostrava la violenza del colpo; si capiva che la pianta secolare s'era spezzata senza resistenza, come un fuscello [...]

[...] palla da fucile che fora il vetro senza frantumarlo. Per lo più non si avverte il silenzio che al cessare di un suono. Là il silenzio era così [...]

[...] fatiche senza stanchezza. Ma quella esaltazione era deliziosa oltre ogni dire, e ancora mi godo a rammentarla benchè me ne sfuggano gli elementi [...]

[...] nella viuzza dormente 350 era un tepore di stalla, come vi soffiasse l'alito di un gregge invisibile. Uscito dal]a lucentezza brunita e fredda [...]

[...] lunghe e capelli lanosi. Erano i padroni del luogo, della valle, della stagione. La grave rovina invernale era opera loro. Essi si aggiravano [...]

[...] cervello non so qual musichetta col sordino che voleva esser gaia ed era di una tristezza mortale. Quanto tempo mi accompagnò quella musica [...]

Zuccari Anna (Neera)
Lydia
17 1888 - Provenienza testo: scansione da Archive, txt Fondazione Verga 288 occorrenze

[...] curiosi, e principalmente di curiose, per le quali la prospettiva di vedere una sposa appartenente all'alta società era un grande stimolo. Chi [...]

[...] la conosceva personalmente, chi l'aveva intravista, chi ne aveva solo inteso parlare. La famiglia era notissima. I vecchi si ricordavano di aver [...]

[...] , furberia , fortunate combinazioni , un po' di tutto questo aveva concorso nella formazione della sua rapida fortuna, che da qualche anno era [...]

[...] lui. Egli era poi troppo filosofo per fermarsi ad ascoltare se qualcuna di quelle porte stridesse sui cardini. Ma l'abilità più fine, più [...]

[...] diplomatica, l'aveva spiegata nel far tollerare sua moglie. La contessa Colombo era assai più stupefacente del marito. Venuta non si sapeva bene [...]

[...] d'onde, con una bellezza fragile che le ardenti passioni avevano subito dispersa, ella era la più brutta signora che si potesse vedere sdraiata [...]

[...] veniva a raggiungerla: c'era una ingenua che la salutava, e tutti gli uomini seri e rispettosi si affrettavano a presentare i loro omaggi alla [...]

[...] contessa, che non - 5 - si vendicava. Accoglieva ognuno colla sua cordialità borghese, un po' rumorosa, ma accaparrante. Non era mai riescita [...]

[...] a farsi una nicchia in quella società; dava lo sue battaglie di volta in volta, e le vinceva, accontentandosi di poco. Negli ultimi anni s'era [...]

[...] abbandonata al demonio del giuoco; questa passione, chiudendo la serie delle passioni volgari di cui era stata preda, la dominava con veemenza [...]

[...] . - 8 - Che cosa si aspettava? Per un malinteso, a un'altra coppia di sposi si aveva fissata l'ora istessa, e la coppia era giunta, lagnandosi di [...]

[...] tacque. Si era mossa per parlare coll'amica: tornò ad appoggiare la testa alla parete, fissando davanti a sè, nel vuoto, gli occhioni umidi e [...]

[...] tutto l'insieme, spirava una serenità di persona felice, di nervi calmi, di temperamento bene equilibrato, che era come il compendio e il [...]

[...] sente. — E se mi sentissero? — replicò Lydia con vivacità. — Non è quello che vogliono tutti? - 19 - La cerimonia era terminata. Il sindaco [...]

[...] abbiam l'obbligo della parentela come quella povera Costanza. N'è vero, babbo? Ricondurremo Lydia a casa, se lo permetti. Il baronetto Seymour era [...]

[...] , tutto nero, era squarciato da striscie di fuoco; un soffio bruciante correva nell'aria, fatta densa dalla polvere. A un tratto larghe goccie [...]

[...] . La madre era stata una donna galante, l'avola anche; e la cronaca parla di una Arimonti maritata a un gentiluomo francese che tentò, sotto il [...]

[...] , purissima, nulla sapeva di tutto ciò. Era cresciuta in un castello lontano dalla città, ignara delle insidie e delle tristizie del mondo. Lavorava [...]

[...] , suonava l'arpa, e andava a caccia con un vecchio scudiero; era benefica, era buona. Si innamorò di lei il figlio di una famiglia nobile e [...]

[...] giovane, sinceramente innamorato, voleva sposarla contro il divieto materno, ma ella era troppo altera per affrontare la prospettiva di essere o [...]

[...] ' amore... " III. Nel salotto parcamente illuminato da una lucerna ad olio, don Leopoldo, colle spalle al caminetto, aspettava. Era in [...]

[...] abito nero, colla giubba, la cravatta bianca; i guanti di pelle paglierina giacevano sullo sporto del caminetto. Era ben pettinato, coi pochi [...]

[...] nipotina al suo primo ballo, la calma di don Leopoldo era forse più superficiale del solito. In fondo sentiva l'importanza di quel primo passo [...]

[...] borghese, romantica e indolente, ella si era adagiata nel benessere della casa aristocratica senza assorbirne i principii. Aveva le vedute corte, la [...]

[...] . La differenza era enorme colle bambole che egli aveva viste trascinare per casa cinquanta o sessant'anni prima; tutte di legno, piatte, angolose [...]

[...] mani, solamente le mani, tenendo il corpo rigido nell'alto busto, equilibrata a stento sui talloncini delle scarpe. Non era veramente bella, come [...]

[...] si immaginava lei di essere e come forse la vedeva l'occhio indulgente di don Leopoldo. Era una figurina piccante, originale; molto piccola di [...]

[...] pochi centimetri di raso rosa che coprivano il suo piedino. A questo modo il trionfo era completo, o per lo meno la prova del trionfo, poichè [...]

[...] ella aspettava ben altro che l'ammirazione del suo vecchio zio. Che cosa aspettasse precisamente non lo sapeva nemmeno lei; ma era cresciuta [...]

[...] nessun educatore, ella era cresciuta libera in una società dove tutto è vincolo e finzione; accettando il bello naturalmente perchè non aveva bisogno [...]

[...] di spiegazioni, e ignorando in modo assoluto ù tutto ciò che non aveva un rapporto diretto coi sensi. Era figlia de' suoi tempi; aveva il [...]

[...] . Con tutto questo era persuasa d'essere, oltre che la più bella, la più buona delle fanciulle. — E tu, zio, sei allegro? Disse così, passando [...]

[...] pensiero era già altrove. — Quella è una buona amica — riprese don Leopoldo — una mente elevata, un cuore nobile... — Costanza è stata molte volte ai [...]

[...] - 49 - alla sua nipotina che l'osservazione era sguaiatella... ma Lydia sembrava così felice, così raggiante e rosea e piena di gaiezza, che [...]

[...] era un giardino, una serra di questi graziosi fiori artificiali. - 51 - Uno sciame di amichetto la circondò subito. Erano ragazze belle [...]

[...] cuore umano. " L'avvocato Calmi, lo scettico che nessuna donna aveva fatto palpitare mai, e per il quale una bella ragazza era impazzita, senza [...]

[...] emozione: — è egli veramente Gigi? Ma io lo abbraccio. Le fanciulle si posero a ridere. Quella Lydia era proprio singolare, per quanto avesse [...]

[...] alzarono pudicamente, nascondendo sorrisi maliziosi. - 54 - Quanto a Lydia, ella non ci vedeva malizia alcuna. Le era sempre piaciuto molto a [...]

[...] barbari, si è già iscritto alle lezioni della Capitelli. — Maldicente! — mormorò una voce dolcissima, dal timbro vellutato. Non c'era che Eva [...]

[...] Seymour che avesse quella voce. Ella si era avvicinata in compagnia di Costanza Arimonti. — Ecco le inseparabili e impeccabili che vengono a [...]

[...] . L'Inglese era, come al solito, vestita di bianco, col solo ornamento della sua aureola dorata. Costanza, nell'abito celeste, coi capelli di un [...]

[...] voltare il capo per accomodarsi lo spallino dell'abito. Si era fatto così alto che non sapeva capacitarsene, mentre ella era rimasta piccina. E [...]

[...] forte era. La teneva per la vita sollevandola come una piuma. Un momento, nel ballare, la sua guancia abbrunita dal sole indiano aveva sfiorato la [...]

[...] guancetta tonda di Lydia; ed a lei era venuta una tentazione matta di baciarlo rumorosamente, alla francese, col ganascino fra le dita. Ma [...]

[...] lui era molto serio; sembrava anche distratto, e allora non parlava. Lydia invece aveva voglia di parlare. — Si ricorda, a Belgirate, quante corse [...]

[...] fanciulla, sollevando gli occhi, incontrò gli sguardi di Eva e di Costanza, fissati su di lei. Ma che male c'era? Non aveva già commesso un [...]

[...] volta o due don Leopoldo girò la testa per vedere che cosa attirasse l'attenzione di sua nipote, e concluse che era una perdonabile vanità dei [...]

[...] , tenendo il capo appoggiato alla spalliera e gli occhi erranti verso il soffitto. Rambaldi era molto rosso. Improvvisamente la signora, rizzandosi [...]

[...] Rambaldi, si vide sola. Vide la sua faccina pallida e l'occhio cinto da un segno di stanchezza. Era brutta; stuonava in quell'ambiente. Non [...]

[...] un fascino particolare, segreto: si moveva a ondate; parlava senza emettere la voce; i suoi sguardi erano carezze; intorno a lei c'era un profumo [...]

[...] caldo che attirava. Qualcuno diceva: — Non è bella, è peggio. — Come fa? — pensava Lydia. Lasciando il divano s'era andata a mettere con [...]

[...] nuotatori, e un fazzolettino agitato con vivacità li incoraggiava a proseguire. Era il fazzolettino di Lydia, la quale, ritta sulla prua, posava [...]

[...] contribuiva a renderla allegra; era la faccia estasiata del duca di Castel Gabbiano, quasi in ginocchio davanti a lei. Quell'infelice aborto [...]

[...] - 80 - cuore né di intelletto, trovandolo buffo, ne rideva. Sulle prime s'era prestata, per civetteria, ad accogliere gli omaggi del giovane [...]

[...] una gamba senza dolore, ella era passata dalla fanciullezza alla maturanza, saltando il faticoso periodo delle prove del cuore. Prendere più [...]

[...] persuase che il suo giuoco riusciva. — Sono imbecilli tutti e tre — pensò; e tale convinzione valse a rasserenarla. Una barca passava. Era carica di [...]

[...] ! Lydia pronunciò queste parole con accento così buffo, che i due giovinotti risero, afferrando subito l'allusione. La pace era fatta; oramai si [...]

[...] un fondo di irritazione contro la nobiltà, che trovava piena di pregiudizi. VI. Sulla fine della stagione balnearia, Lydia, che era stata [...]

[...] aveva parlato una volta sola, ma che si era informato della sua dote; l'altra, del duca di Castel Gabbiano. — Ecco qui — disse Lydia, guardando [...]

[...] , in quei luoghi ameni, lo studio del paesaggio che hai trascurato. — Se l'ho trascurato è perché c'era una ragione seria. — Seria? - 96 [...]

[...] bronzo; c'era nell'aria, c'era nelle alte pareti a vòlta, compenetrata nel cemento - 99 - dei muri e fra le pieghe delle stoffe, una [...]

[...] ' qui, un po' là, finché trovammo una società discretamente piacevole a Livorno; quest'anno c'era la moda dell'Ardenza; li abbiamo incontrati [...]

[...] ! Costanza, ascoltando con benevolenza il chiacchierio della sua amica, gettava sguardi timorosi dalla parte di sua madre; ma la marchesa, che s'era [...]

[...] tramonto. L'Angelus della sera suonava in lontananza. Lydia sbadigliò leggermente, scuotendo un brivido che le era corso per le spalle. - 102 [...]

[...] , come si nasce ballerini. Il bambino si era addormentato nelle braccia della nonna, colle gambuccie penzoloni, tutto roseo pel calore del grembo [...]

[...] l'egida di un gran nome protegga da qualsiasi debolezza. Per parte mia, il mio avo materno era negoziante di pellami, e ho il sangue ribelle [...]

[...] ; così fu ed è dell'amore. Religione, carità, sacrificio, non vengono trattati meglio... ma oh Dio, dovremo negare per questo? - 106 - Si era [...]

[...] felicità nel tuo nobile ideale? Dimmi, che cosa ti manca? Le si era aggrappata alle braccia, esaltandosi nelle sue stesse parole, aspirando come un [...]

[...] suono irritante del piano. Pensava che era lungi da ogni consorzio, nella impossibilità di passare una giornata differente da quella che finiva [...]

[...] lunga fila di promemorie scritte con una una calligrafia alta, quadrata, tutta ad angoli, - 110 - calligrafia brutta e di gran moda, che era [...]

[...] perle larga tre dita... Rambaldi le era sempre al fianco, imbecille! Che effetto avrà ottenuto il mio corsage? Dubito che sia una po' troppo alto [...]

[...] contralto, ai fremiti del tenore, mostrando una commozione intelligente per tutti e tre. La situazione del palcoscenico non era molto differente da [...]

[...] festa per un cappello, ma se la mancavo era proprio il caso di disperarmi. 29 gennaio. N'è abito vieux-rose, nè abito celeste. Una nube, un vapore [...]

[...] era profumato. 16 febbraio. Che cosa fa quel personaggio misterioso di Mario Avella? Lo vedo un po' qui, un po' là, sempre in mezzo alla gente e [...]

[...] poco; mi disse che era venuta in città per vedere un nipotino ammalato, ma che tornava subito alla sua valle, nella casa triste e severa, dove ha [...]

[...] . 10 marzo. Sale, sale, sale! 11 marzo. In visita dai Lante c'era la Capitelli. Invecchia, se Dio vuole; vedevo alcune rughe sotto la velettina [...]

[...] l'impugnatura. Mi piace questa definizione. 18 marzo. La Visita di nozze l'ho gustata immensamente. La Duse è stata inarrivabile; ma mio zio era [...]

[...] ella aveva di me? — Avevo od ho? - 128 - — Tempo passato. — Cattiva. — Ed ora? — Pessima. Non era la risposta che Lydia aspettava. Tirò [...]

[...] — replicò ridendo l'avvocato, — ingombra troppo. Stettero un po' in silenzio. Lydia era in piedi, e sembrava più alta del solito, chiusa in una [...]

[...] faceva scintillare con picchiettature d'astro. — 129 — La notte era di una dolcezza incantevole, piena di effluvii o di susurri, con delle [...]

[...] seppi esser tutto quell'azzurro nient'altro che aria e tutto quell'oro materie incandescenti. È stato un dolore inutile. Non era meglio dirmi subito [...]

[...] . A farlo apposta, era bella, quella sera, nella vestaglia bianca che le sfumava intorno al collo, mettendo una cornice di cigno alla sua [...]

[...] tossendo perchè il fumo le era entrato in gola), ma ho una fede grandissima nell'amicizia. Ah! l'amicizia è una bella cosa! — Oui, j'aime fort [...]

[...] conquistarlo. In quella notte di primavera, ella che era pure aliena da ogni sentimentalità, provava un vago desiderio di avventure romanzesche. Era la [...]

[...] luna che batteva sul mare, riconducendolo alle labbra le strofe amorose delle canzoni napoletane? Era la brezza che la toccava dolcemente, quasi [...]

[...] sentiva donna. Il fiore sbocciato della sua giovinezza mandava acuti profumi; non amava, ma un uomo era vicino a lei; un uomo che il suo cuore e [...]

[...] diritto. Avrebbe rifìutato il suo amore, positivamente, ma era curiosa di vedere che cosa fanno gli uomini in quel momento. Come mai non pensava [...]

[...] grandi occhi aperti e scintillanti, colla bocca socchiusa nell'invito di un sorriso che era più dell'intenzione che delle labbra. Le sue narici [...]

[...] palpitavano lievemente; tutto il volto era soffuso di quella pallida, strana velatura che sulle fisonomie delicate stende la voluttà. Calmi fece [...]

[...] un passo verso di lei, attratto; le prese i due polsi, avvicinandosela sempre più. Ne' suoi occhi chiari s'era accesa una fiamma. Lydia provò [...]

[...] ginocchio, davanti a un'ottomana dell'albergo, dove donna Clara si era sentita male improvvisamente. Lydia non aveva mai visto un ammalato, ella [...]

[...] stessa non era mai stata ammalata seriamente, il suo pensiero non si era mai posato a contemplare una infermità, ignorava perfino il nome delle [...]

[...] malattie più comuni. Il - 140 - suo sbigottimento al cospetto della mamma priva di sensi, era toccante e comico ad un punto. La chiamava [...]

[...] esame per dichiarare il caso gravissimo. Era una paralisi fulminante. Lydia non volle abbandonare sua madre, neanche dietro consiglio del medico [...]

[...] donna Clara non era punto migliorato. — Zio, zio, che te ne pare? — mormorò Lydia, buttandosi nelle braccia del vecchio gentiluomo. Ed egli [...]

[...] ! mamma! — e poi cadde bocconi sul cadavere. IX. Quel dolore era piombato così improvvisamente nella vita frivola della fanciulla, ch'ella ne [...]

[...] era rimasta atterrita e quasi indignata come di cosa ingiusta. Aveva visto piangere qualche volta senza che le fosse passato per la mente la [...]

[...] possibilità per lei di spargere lagrime. Essere bella, divertirsi: questa cara e incessante occupazione, la sola a cui era avvezza fin da bambina [...]

[...] , non le aveva mai lasciato il tempo di guardarsi attorno e di riflettere. - 145 - Tutto ciò che vi era in lei di sensibile, nervi affinati [...]

[...] , gusti eleganti, abitudine di leggiadria e di sorrisi, tutto ciò ricevette un urto fortissimo da quel cadavere che le si era irrigidito nelle [...]

[...] , in ammirazione di sè stessa; poichè guardarsi e ammirarsi era nelle sue abitudini, ma non si era accorta di possedere quella nota appassionata, e [...]

[...] la curiosità della scoperta le faceva prendere diletto nel ripeterla. Il suo dolore era vero e reale; ma questa - 146 - piccola messa in [...]

[...] . Era lei, era Lydia. Piangeva nello stesso modo che rideva, con sforzo, con apparato, preoccupatissima dell'effetto — ma non glielo perdonavano [...]

[...] sembrava trovasse una luce nuova sotto l'aureola de' capelli bianchi; la sua calma era imponente. Le due ragazze chiacchieravano, prima di tutto [...]

[...] era passata; s'erano fatte più donne, più serie, con quella nube leggera di mestizia che pare la traccia - 149 - dell'ala del tempo. Noi [...]

[...] marito, che non comprendeva affatto l'amore, che era sicura di non amare mai. Divertirsi era stato lo scopo de' suoi anni trascorsi, ora [...]

[...] abbracciava un altro ideale: quello di soffrire e di piangere per tutta la vita una persona cara. Era convinta che tutte le sue lagrime sgorgassero [...]

[...] frequentava pochissimo la società, non si vedeva che a quelle riunioni dove c'era Eva. A un teatro, a un ballo, a un concerto, dovunque miss [...]

[...] siciliano. Lydia allora credette di scorgere un lampo di gioia sulla fronte della sua amica, e nella speranza di carpirle il segreto, se c'era, le [...]

[...] clima di San Remo. Lydia restò sola. La sua posizione in società era bizzarra. Indipendente e non maritata; vergine e già passata attraverso le [...]

[...] trionfi di una classe privilegiata. Aveva portato fino all'adorazione il culto di sè stessa, l'amore dell'eleganza e della bellezza; - 154 - era [...]

[...] quello che aveva provato per la morte della madre. Adesso era lei che moriva. Che fare? Dove aggrapparsi? A chi o a che cosa chiedere un'emozione [...]

[...] delicato; motteggiava, civettava, udiva menzogne e mentiva. Era stanca alla fine. Non c'era altro? Niente altro? Costanza le scriveva ancora lunghe [...]

[...] lettere, - 155 - dalle quali spirava la serenità di un'anima che ha trovata la sua missione. Anche Costanza era stanca del mondo, e [...]

[...] giudicava ingannatrice la società che dopo averla proclamata bella, cara ed amabile, non sapeva darle l'amore. Per qualche anno la lotta era stata [...]

[...] giunse! Costanza Jeronima volle imitare allora la sua antenata; quella si era immolata ad un amante, ella si immolò al suo ideale. Non pose i [...]

[...] stessa alla carità, alla beneficenza, e poiché era stata tanto pudica da non accendere mai un desiderio, l'amore che un uomo non le aveva [...]

[...] abbandonati e maledetti. L'amore, l'infanzia, la casa, tutto ciò che ella aveva conosciuto attraverso il brillante miraggio della ricchezza, ciò che era [...]

[...] solo dono caritatevole e santo che si possa fare a quelli che soffrono. Lydia si trovò più sola di prima, con un gran freddo nell'anima. Era [...]

[...] i lineamenti, la statura e i capelli; ma passato il momento della sorpresa, durante la quale Lydia era sembrata quasi una novità, si [...]

[...] nero, strascico di un lutto che era parso ostentazione. Pure siccome Lydia era ricca, ed aveva spirito, e la franchezza de' suoi modi autorizzava [...]

[...] sbadigliare, quando la cameriera le annunciava che la toeletta era pronta; si spogliava di mala voglia, si vestiva con indifferenza. Qualche volta, nelle [...]

[...] moda? Più di mille volte la sua carne era stata compressa dal busto, solcata - 164 - dalle stringhe, imbevuta di profumi e di polvere di Cipro [...]

[...] spesso; non avevano nulla a dirsi. Il frasario del vecchio gentiluomo era così noto a Lydia, ed era così antico, ch'ella non si dava nemmeno più [...]

[...] la pena di rispondere; ond'egli aveva smesso anche il tentativo di sostenere la conversazione. Capiva che era diventato un essere affatto [...]

[...] . La disgrazia che l'aveva colpita era delle più terribili; non un amore tradito che il tempo sana, non una morte della quale il tempo consola [...]

[...] Seymour era fallita, lasciando padre e figlia in una povertà quasi assoluta. Una volta Lydia non avrebbe compresa tutta l'estensione di questa [...]

[...] era paragonabile alla gioia che provava ella stessa. Avrebbe voluto, subito, dividere i suoi beni, spogliarsi dei suoi gioielli, rendere [...]

[...] all'amica tutto quello che la fatalità le aveva portato via. Quel bisogno sublime di dare, che già le era apparso ne' suoi tentativi di beneficenza [...]

[...] stesso non lo avrebbe permesso — suo padre, così fiero! egli che alla notizia del disastro non aveva versato una lagrima! Era per il padre che miss [...]

[...] sparse qualche lagrima, ma arida, bruciante. Era di notte, svegliandosi, che provava questa voglia di piangere; sognando, le sembrava che le [...]

[...] cuore. Non era invidia, non era gelosia, non era nè amore per Avella nè odio per Eva; era la comprensione dolorosa che la vita fuggiva per lei [...]

[...] senza recarle nessuna gioia; era l'istinto naturale che spinge tutti gli uccelli di una voliera a correre, col beccuccio aperto, quando si [...]

[...] corona non andassero ad ornare i capelli della saltatrice, ed avrebbero accettato volentieri Lydia, che era ricca e sola, per assicurare il [...]

[...] ciò almeno la punzecchiava un poco nella sua grande apatia, nella sua stanchezza d'ogni cosa. Era diventata maestra in ogni arte della [...]

[...] uomini nel mezzo della strada. Talvolta era questa l'unica soddisfazione della sua giornata. Usciva sola, emancipandosi; spesso in vettura, ma [...]

[...] mesi, la passione di Lydia. Era di una bellezza rara, ed ella si immaginava che dovesse comprendere tutto. Diceva a' suoi amici che se non [...]

[...] parlava era solamente per distinguersi dalle altre bestie. Per tali escursioni mattutine aveva anche ideato un abbigliamento speciale; tocco di [...]

[...] ; ella aveva preso il dominio con mano d'acciaio, e quando non ordinava, baciava, il che era peggio. Il vecchio gentiluomo figurava in casa come un [...]

[...] stazione balnearia; era ristucca di mare, di monti, di tables d'hôte. Passò i mesi più caldi a Belgirate, coricata dentro un'amaca, sotto gli alberi [...]

[...] Tolstoï, perchè era alla moda, e di Zola, perchè lo dicevano scandaloso, ma le parve invece noioso. Il suo editore le diede poi tre romanzi [...]

[...] mondo; solamente quando fu in terra si accorse che non era volata colle proprie ali. Pure, siccome tutto era maturo in lei, l'ingegno al pari dei [...]

[...] sensi, cercava senza posa. - 184 - Nella quiete della campagna, sola come non lo era stata mai, e imbevuta delle letture fatte, incominciò [...]

[...] quasi per abbracciare l'ente misterioso che le dava tante dolci emozioni, per adorare il Dio di quel tempio; e l'ente non era visibile, il Dio [...]

[...] bizzarre, e assistendo a tutti i raut, a tutti i pik-nik della stagione, con una febbre di movimento che era una maschera di quell'altra [...]

[...] dove prima si era soffermata pensando ai poemi di Coppée, di considerare la natura sotto il suo grande aspetto sintetico, un po' superficiale, ma [...]

[...] nell'aperta campagna, dove i turaccioli dello sciampagne volavano scoppiettando fin sopra gli alti castagni. Era allora che si raccontavano le [...]

[...] storielle piccanti, gli aneddoti salaci. Lydia che in casa, sola, era presa dalla più cupa malinconia, portava tuttavia in società il suo brio d'una [...]

[...] volta; commediante che porta i suoi diamanti falsi per obbligo di professione. Lo spirito disinvolto e mordace era diventato la maschera del [...]

[...] sugli altri; e per questo dicevano che era senza cuore, una testa vuota, una civetta rotta a tutte le arti. La sfida ch'ella gettava [...]

[...] continuamente - 188 - al mondo, il mondo la raccoglieva; ed era un combattimento accanito, senza tregua, fatto col sorriso sul volto e il miele nelle [...]

[...] forte per vincere pregiudizii secolari. Incominciava a comprendere, troppo tardi, l'errore in cui era caduta, trovandosi fuori di posto tanto colle [...]

[...] dal lato peggiore. Un'altra colpa di Lydia era quella di non avere un amante, pur vivendo in mezzo agli uomini, sempre, troppo, con una [...]

[...] modo non avevano limiti. Una spiacevole avventura la disgustò, per alcuni giorni, della società maschile. Fra i compagni di caccia, ella era entrata [...]

[...] tutti insieme avessero una faccia sola, per frustarla di nuovo. Ma in mezzo a tanto furore non poteva stare senza uomini. Era per lei un [...]

[...] penetrava e che insieme ai discorsi fatti era la sola profanazione della sua vecchia verginità. XII. Novembre sfrondava i boschi: le lunghe [...]

[...] quattrocento, con tede accese e nodi d'amore. La coperta era di raso, in una intonazione perlacea pallidissima; le tede di una viola dolcemente [...]

[...] . La coperta le fece sorgere l'idea di rifare da cima a fondo la sua camera, anzi di cambiarla addirittura, prendendo la camera che era stata di [...]

[...] ; dava ordini e contr'ordini. Dapprima le era venuta l'idea di nascondere il letto sotto una specie di tenda araba, formata da tappeti e sorretta [...]

[...] — osservò ancora titubando, don Leopoldo. — E perchè? Il perchè era difficile a dirsi; nè i grandi occhi di Lydia aperti e sereni mostravano di [...]

[...] persona appena poteva capire; alternando i colori viola, perla ed azzurro, con una fusione armonica che era tutta una dolcezza per gli occhi [...]

[...] cantuccio prediletto. Il paravento era di lacca verniciato in color acqua, della tinta aristocratica che fu tanto di moda nel secolo [...]

[...] paravento, Lydia non volle moversi, e ricevette Calmi, — un vecchio conoscente, — sprofondata nella poltroncina. Ricevuto Calmi, non vi era ragione di [...]

[...] da cortigiana. - 202 - I suoi ricevimenti suscitarono scandalo nell'alta società. Una vecchia marchesa, che s'era data a Dio dopo di avere [...]

[...] appartenuto al diavolo, venne in pompa magna e a nome delle signore oneste a tentare di convertire Lydia, mostrandole che non era questo il [...]

[...] vide a poco a poco evitata; salutata forzatamente, poi lasciata sola affatto. Non vi era persona al mondo che potesse difenderla, poichè don [...]

[...] accusatori, sdegnava una riforma che umiliava troppo il suo orgoglio. — Non faccio niente di male — era la sua scusa a tutto, la sua risposta a tutti [...]

[...] - In qual modo avrebbe impiegato il tempo? Era la sua domanda di tutti i giorni, il terribile, angoscioso problema. Spesse volte non rispondeva [...]

[...] accanto al ventaglio, cercando il nuovo ad ogni costo. Ma il nuovo dell'oggi era vecchio domani. Incominciava a provare lo scoraggiamento dei [...]

[...] principio d'inverno si era messa a far visite frequenti alla signora Avella. Le voleva bene davvero; dopo l'esiglio volontario di Costanza, era [...]

[...] quella la sua unica amica, ed anche Eva la contraccambiava di amicizia sincera. Pure, dopo il matrimonio di Eva, Lydia si accorse che non c'era [...]

[...] discorsi erano scuciti; dicevano una cosa pensando ad un'altra. Era capitato molte volte a Lydia di trovarsi con Mario Avella, e quando sorprendeva [...]

[...] profondo inchino; sedevano tutti e tre, ma la parola moriva. Una mattina Lydia capitò come una bomba - 206 - nel salotto dei signori Avella. Era [...]

[...] la guardava, ancora agitata. La giovane sposa era in abito da mattina, sciolto, colle maniche larghe, aperte dall'alto al basso che lasciavano il [...]

[...] disordine della stanza; e quando Lydia si decise a risponderle, era Eva che non ascoltava più; distratta, preoccupata, tendendo l'orecchio a un rumore [...]

[...] ; era stanca, non aveva neppure pranzato. Il salotto gelido e vuoto non l'attirava; quando le annunciarono Calmi, fece uno sforzo per [...]

[...] sollevarsi dalla poltroncina, ma trovò che non - 210 - ne valeva la pena. Nulla valeva la pena di nulla; se c'era qualche cosa di buono nella sua [...]

[...] sospettosamente , entrambi scettici e orgogliosi. Lydia aveva accolto senza inventario tutto quanto si diceva a proposito di lui. Lui si era [...]

[...] . — Calmi — ella disse — mi sarà sempre amico? Sa che all'amicizia ci credo. — Procurerò di non toglierle anche questa illusione. La sua voce era [...]

[...] . — Io penso qualche volta — si era alzata anche lei, tenendosi appoggiata colla vita al paravento — se l'amore non mi fosse passato accanto senza [...]

[...] fanciulle si abbracciarono con molta commozione, ma Costanza era la più forte. Il tempo della lotta — poichè anche per lei c'era stata una lotta, ed [...]

[...] . L'orgoglio patrizio non era scomparso dagli occhi azzurri, dolcissimi; ma si era trasformato in una più grande dolcezza, in una abitudine continua [...]

[...] impressioni. Era invecchiato il giornaletto, nella sua copertina di velluto color oltremare; le cifre d'argento apparivano brune; i fiori secchi della [...]

[...] sul dorso della montagna, era dapprima una verde china dove spuntavano i fiori. " - 227 - Rilesse attentamente, vellicandosi colla penna la [...]

[...] l'antica compagna, alle cui nozze aveva assistito motteggiando. La figlia della contessa Colombo era, come la madre, una creatura dall'occhio vorace [...]

[...] ; era più culta, più raffinata, ma per l'osservatore esercitato l'avventuriera traspariva - 228 - ancora sotto il torciglione della [...]

[...] stava vestendosi, - 229 - era subito invitata ad entrare in camera; Lydia, alla prima occasione faceva altrettanto. In capo a quindici giorni [...]

[...] mostrava con orgoglio le lettere. A Vienna, narrava, era amata da tutti, corteggiata fino alla sazietà, ricercata nei migliori salotti. Parlava [...]

[...] avanzasse ancora per Dio. Buona razza non fallisce mai. Lydia si arrabbiava un pochino a sentir parlare così. Per Calmi non c'era nulla di sacro; e [...]

[...] . — Sua madre era viennese. Egli è figlio di un russo. Passarono alcuni giorni. Nel salotto della contessa Colombo, la vecchia signora [...]

[...] . In agosto voleva trovarsi a Vienna, perchè suo figlio usciva dal collegio imperiale. Prese con sè anche Lydia. La villa era vicinissima alla [...]

[...] , tanto bene. Scelsero, per dormire, due camerette attigue; e sera e mattina era un andirivieni continuo dall'una all'altra, un cinguettare, un [...]

[...] ridere, un chiamarsi, da vere bimbe in vacanza. Thèa, ad onta de' suoi trentasei anni, era viva, svelta, sempre allegra; sarebbe parsa una ragazza [...]

[...] . La sua voce era strana, velata; principalmente quando parlava cogli uomini aveva inflessioni di abbandono, come di stanchezza voluttuosa. — Io [...]

[...] per tempo da un tramestìo nella casa; ed avendo cercato inutilmente di riaddormentarsi, si alzò e discese nel salotto terreno. Non c'era [...]

[...] , già caldo. Senza piano stabilito, Lydia prese una stradicciuola nei campi; avrebbe fatto venti passi o ne avrebbe fatti cento, questo le era [...]

[...] pelle, ottima, lo dice Mantegazza. Le fragole, della terra promessa... ah! no, era l'uva. L'uva, Mosè, il popolo ebreo... Le ebree non portavano [...]

[...] ... Caprifoglio? Acacia? " Il sentiero non era deserto; qualche contadino passava, grave in volto. Più spesso una o due donne le giungevano alle [...]

[...] essere domenica, si sentì trascinata a entrare nella chiesuola. Era, dopo tutto, una cosa nuova per lei. La religione non teneva nessun posto [...]

[...] nella - 248 - sua vita, nè come fede, nè come protesta. Non era nè credente, nè atea, perchè non ci aveva mai pensato. Da bambina si era [...]

[...] essere superiore; il suo cuore, senza veri dolori, non era mai stato trascinato allo sfogo consolante della preghiera. Le mancava affatto il [...]

[...] sentimento religioso, nè in famiglia era stato coltivato; poichè don Leopoldo apparteneva un pochino, moderatamente, alla schiera volterriana che [...]

[...] , dal giorno della sua nascita. La chiesuola era nuda di pitture e di marmi. Sull'unico altare stava raccolto tutto il lusso disponibile [...]

[...] donne, strette, unite da un solo sentimento, assorbite tutte nella dolcezza mistica della preghiera. Lydia, ritta accanto al pilastro, era la [...]

[...] scuotere tutto le fonti del sentire. Ma che cos'era? Apparteneva alle sensazioni esterne, o non era piuttosto uno stato di grazia, un'intima [...]

[...] nel salotto. — Gravi dispiaceri? — ripetè Lydia macchinalmente guardando nel buio, dove non c'era nulla, ma dove le sembrava di veder [...]

[...] sentiva bene, ma era perchè stava bene o perchè vedeva bello? E che cosa vedeva? E vedeva poi realmente? Era solamente sicura di sentire? O non [...]

[...] sognava invece? Od era forse morta, e assisteva in ispirito alla trasformazione di sè stessa? A un tratto l'oblio la invase tutta. L'ultima [...]

[...] dello spazio. La sensibilità de' suoi nervi, restringendosi sempre verso il centro, s'era ridotta al solo battito del cuore; improvvisamente [...]

[...] alcuni passi, brancicando; il divano era vuoto. Da una porticina in fondo che metteva all'altro salotto, un filo di luce rompeva le tenebre [...]

[...] guisa di chi, avendo fatto un lungo viaggio di mare, non riesce a star saldo alla terra. Seduto al piano, di cui una sola candela era accesa [...]

[...] sensualità delicata. Accanto a lui, dalla parte dove la candela era spenta, biancheggiava un mucchio di trine sul tappeto. Era la baronessa [...]

[...] dell'acredine - 264 - nel sangue, per cui si sentiva ferita, qui, là, in mille punti del corpo. Soffriva come non aveva mai sofferto da che era al [...]

[...] mondo, aggrappata allo stipite di quell'uscio, sentendosi sola, sola, sola... Intanto la testina bruna di Théa si era appoggiata tutta sugli [...]

[...] , gentile, attento, infomandosi della sua salute, trovandola un po' pallida. Egli aveva un modo di parlare insinuante, una voce di cui era padrone [...]

[...] aveva prodigati tutti i doni, s'era alleata ancora le più grandi raffinatezze - 266 - dell'educazione. Sulla sua maschia bellezza di slavo [...]

[...] ... Una puntura di invidia la morse, pensando che egli era cugino di Théa, e tornò a passarle davanti agli occhi la scena della sera prima, con un [...]

[...] , classificandoli a norma di alcune sue particolari osservazioni, per cui era venuta a distinguere cinque categorie ben distinte di persone: i [...]

[...] campionario scelto. Don Leopoldo, per esempio, era, secondo lei, - 269 - morbido e freddo: Théa morbida e calda; Calmi freddo e pungente. A quale [...]

[...] categoria apparteneva Keptsky? Il dubbio non era possibile; egli aveva il migliore amalgama: era tiepido e morbido. La campana dell'asciolvere [...]

[...] fermò. Lydia alzò il braccio, in una posa che le era famigliare per mettere in mostra la mano diafana, solcata di venine azzurre, colle unghie [...]

[...] color di rosa curate e coltivate come un fiore. — Vada, sa... non faccia complimenti. Era sicura che egli non si sarebbe mosso. Infatti rispose [...]

[...] solamente, per rispetto alle convenienze, ma aveva voglia di saltare, di cantare, di far mille pazzie. Da pochi istanti le era venuta addosso una [...]

[...] era pallida; molte volte Théa si era accorta che Lydia prendeva sempre più un'aria preoccupata, pensierosa. Studiandosi cosi a vicenda [...]

[...] d'entusiasmo o di piacere, che non riusciva a frenare. Del resto, come lo avrebbe potuto? Non era ella avvezza ad abbandonarsi sempre e tuttaquanta a ciò [...]

[...] che l'attirava? E se non c'era più nulla al mondo cho l'interessasse, fuorché Keptsky, perchè non doveva interessarsi a Keptsky? Avevano poi tanti [...]

[...] mistero. Alcune sere, quando la contessa aveva potuto afferrare il parroco, accontentandosi di un tarocco o di un tresette; quando la baronessa era [...]

[...] subito di buon umore, e a voce bassa, solenne, le mormorava: — Domani? Per solito, la risposta di Lydia era uno scoppio di risa dentro le trine del [...]

[...] variava tutte le volte. La prima era stato: Perruque blonde et collet noir; la seconda: Good save the queen; la terza: - 275 - Se fossi sicuro [...]

[...] stata capace di de?nirlo, avrebbe concluso che Keptsky era per lei il nido, il porto, la protezione, la felicità, l'oblio. Era arte, era religione [...]

[...] , era amore, era tutto insieme quello che generalmente si trova poco per volta, che si sbocconcella nelle piccole soddisfazioni di tutti i giorni [...]

[...] , perdendo in briciole la metà della sostanza. Keptsky le si era presentato sul tramonto della sua giovinezza, come il ?nale grandioso di un'opera [...]

[...] restava appena il tempo di godere, e questo - 278 - godimento che non aveva ancora un nome, questo boccioio che non era ancora ?ore, come [...]

[...] provare una ?tta al cuore, e che questo era certamente più che un presentimento, era un ?uido lontano, ma potente, che agiva a sua insaputa. — Siete [...]

[...] di Keptsky, l'ardore ingenuo di Lydia, toglievano ogni idea, volgare a questa famigliarità. Quello poi che piaceva immensamente a Lydia era la [...]

[...] califfo; quei giardini dove la ghiaia era di pietre preziose, le fontane d'acque odoranti, i padiglioni di raso; dove le schiave giravano mute e [...]

[...] sotto gli stessi alberi, spronando, rallentando la corsa; ma come tutto era differente! Che cosa fredda, monotona! Presa da una malinconia atroce [...]

[...] spinse il cavallo a galoppo, ?nchè giunse a un gruppo di salici, dove il giorno prima egli si era impigliato colla faccia; ne strappò due o tre [...]

[...] , dolcemente, circondandola col raggio cupo dei suoi occhi. Non era nulla, eppure Lydia si sentì consolata. Per tutta la sera egli le stette vicino [...]

[...] leggergli la Revue, a cullarlo, a baciucchiarlo. Spesso il suo pensiero era assente, ma la parola le veniva sempre dolce sulle labbra, e se qualche [...]

[...] volta le gentilezze - 288 - prodigate a don Leopoldo avevano nella sua mente un'altra destinazione, c'era anche lo slancio spontaneo che le [...]

[...] faceva esclamare: caro il mio vecchietto! — e questo era tutto per lui. Non andò guari che gli parlò di Keptsky. Esso divenne anzi l'unico tema di [...]

[...] impediva a Lydia di continuare, poichè l'attenzione di don Leopoldo era un coefficiente di poca importanza, in confronto alla necessità che ella aveva [...]

[...] una sera, nella quale Calmi era alle prese con un sigaro nuovo, che non si poteva fumare; ella gli disse: provi dall'altra parte; egli rispose: per [...]

[...] . Si era in agosto, la città spopolata, il caldo insopportabile, e tutte queste noie ella incolpava alla mancanza di Keptsky. Pensava a lui di [...]

[...] giorno, di notte, sempre. Chiudeva gli — 290 — occhi e lo vedeva. Un suo groom aveva la stessa voce di Keptsky; quale profanazione!... ma era [...]

[...] speranza le folleggiava nel cuore. Fu mediocremente sorpresa — forse la sorpresa era sorpassata dal piacere — un mattino, incontrando Keptsky a cento [...]

[...] passi da casa. — Ve lo avevo detto che ci saremmo riveduti. — Sì, sì, è una bella sorpresa, questa; vi ringrazio. Era commossa: le tremava la [...]

[...] esitazione. — Mia cugina mi ha incaricato di salutarvi. Non aggiunse altro. Una rimembranza molesta era passata qual lampo nella mente di Lydia, ma [...]

[...] la cacciò via subito. La realtà era lì, bella, a?hscinante. Parlarono delle loro gite a cavallo. Lydia gli chiese se avesse cavalcato ancora negli [...]

[...] c'era nessuno intorno a loro. Davanti la campagna, a tergo le mura della città; ed era come se fra essi e l'universo ci fosse di mezzo un abisso. ll [...]

[...] , che l'Italia era stata per lui una rivelazione. — Se mi promettete di non ridere, vi confesserò che io torno a vedere qui il dolce fantasma [...]

[...] frescura era scesa su di loro, mite, leggera come un velo di piccole perle; vaporava nell'aria un odore sano di terra bagnata. — Piove — disse [...]

[...] due sotto il braccio di lui. Gli era cosi vicinissima. — Che cosa pensate? — disse Keptsky, dopo un po' di silenzio. — Non lo posso dire. Ella [...]

[...] , ch'ella si sentì svenire. — Keptsky — mormorò, sollevando gli occhi, dove era un in?nito desiderio d'amore. Non dissero altro, cogli sguardi [...]

[...] ; ma Lydia tornò ad aprirlo. - 301 - - A rivederci. Presto. La carrozza si era già mossa, Keptsky le sorrise, da lungi. Il ritorno fu [...]

[...] la Revue uno sciallo di ?anella a scacchi bianchi e neri. La sua povera mente af?evolita era divisa fra due pensieri: il temporale che aveva côlto [...]

[...] vecchio le facevano l'effetto blando di una ninna nanna. Solamente per acquietarlo, gli raccontò che non era rimasta sola sotto la pioggia, che il [...]

[...] , gridando che c'era una luce da acciecare; poi abbracciò Lydia con grande espansione, con un entusiasmo esagerato; e incominciò a parlare a parlare [...]

[...] rispose che certi segreti non si possono tenere celati, ch'ella si era accorta fin dal principio dell'impressione fatta sul cuore di suo cugino, ch'ella [...]

[...] beata. Era come se avesse subita una operazione da cui dipendeva la sua vita. Il giorno dopo venne Keptsky tenero, amoroso, con un velo di malinconia [...]

[...] di voi. — Oh! Riccardo... — Ho avuto una gioventù dissipata; sono stato imprudente, avventato, mi sono creato molti nemici. Lydia era indignata [...]

[...] desiderio di riabilitarlo, di compensarlo. Lydia era ben fatta per s?dare la società, e meglio di chiunque poteva comprenderne l'odio. - 313 [...]

[...] era la sua? Incompreso, viziato, solitario in mezzo alla gente, troppo nobile per piegarsi alle bassezze dei più, indipendente, temerario, ?ero [...]

[...] al mondo. " Calmi non replicò, nè per lettera nè a voce. Evidentemente la sua intenzione non era quella di ingolfarsi in un delicato affare di [...]

[...] circostanze che l'avevano gettata anch'essa in balia dell'opinione pubblica, e rideva di un riso mordace, fatto di sprezzo. Non era conte. E [...]

[...] quand'anche? la nobiltà l'aveva scritta in viso, più di chiunque era degno di portarne i distintivi. A voler rivedere le buccie a tutti quelli che [...]

[...] che ella difendeva in faccia al mondo e in faccia a sè stessa. Keplzsky senza macchia apparteneva ancora alla società; così era - 317 [...]

[...] passioni in ritardo. Il tempo perduto la incalzva; la minaccia dei capelli bianchi le diceva: affrettati a godere. E Keptsky era ai suoi piedi [...]

[...] queste le doti speciali di Keptsky, le doti esterne ehe si univano alla sua grande bellezza slava. Quando Keptsky non era presente, don Leopoldo [...]

[...] era già scritto per le carte di regola; il matrimonio ?ssato ai primi di ottobre; tutto scorreva liscio, blando, senza intoppi, in un cielo sereno [...]

[...] ? passati, se non che l'enumerazione non era facile, e certe bizzarrie che a vent'anni erano state coronate dal successo, come le avrebbe [...]

[...] arrischiate a trentatrè? Il rimpianto di una giovinezza perduta, perduta così inutilmente, si mesceva alla gioia di questi preparativi. Come era stata [...]

[...] anche il tripudio di due giovinezze! Non era innocente; sapeva la larga parte che tengono i sensi nell'amore dell' uomo, e, cresciuta al culto [...]

[...] ombre, mettendo in rilievo le angolosità. Era un affanno panroso ad ogni velo che cadeva, una contemplazione insistente, minuta, e nello stesso [...]

[...] istante la vita di molti anni. Ella, vergine e pura, non si era data all'amore; il tempo l'aveva presa. Oh! tornare indietro, tornare indietro! Questo [...]

[...] pavoneggiando la sua importanza di madrina. Lydia aveva scritto un bigliettino affettuosissimo alla signora Avella, invitandola, ma Eva era in [...]

[...] di persuaderlo. Era il suo più vecchio amico, dopo tutto, e quella freddezza, quel disprezzo, non potevano lasciarla indifferente. - 324 [...]

[...] di Keptsky. - 326 - L'avvocato vide che non era più il caso di indietreggiare nè di mascherarsi dietro mezze parole. Si trovava davanti a un [...]

[...] dovere di galantuomo; egli era in obbligo di chiarire la verità a quella fanciulla che gliela domandava, sul punto di ?rmare il suo avvenire [...]

[...] ipocrita. Era preparato a vedere Lydia in deliquio, ma non ne fu nulla. Statte ritta nella sua poltroncina, le dita aggrappate a' bracciuoli, le labbra [...]

[...] ?ce; era anch'egli un po' turbato. Le prese le mani lentamente, con molta dolcezza, scegliendo le parole che potessero ferirla meno; la venne [...]

[...] medesima società di Keptsky, le dissi che egli era un cavaliere d'industria, o giù di lì. Da pochi giorni una circostanza, che a lei premerà poco di [...]

[...] penetravano nelle carni. Ella non rispose. Si era lanciata verso la - 335 - parete, incollando l'orecehio. La voce di Théa, strana, velata [...]

[...] pelle delicata; avrebbe voluto vedere, ma non ebbe bisogno di questo. Per il suo orecchio avido, ogni rumore era una parola distintissima. In quel [...]

[...] braccia di Calmi, il quale la portò di peso in carrozza. Era già sera, ed egli non l'aveva ancora abbandonata un istante. — Grazie, Caimi: ella è [...]

[...] . Lydia non rispose. Scese dal letto, barcollando un po'. Un lume era acceso dietro il paravento, - 333 - e nel cerchio della luce qualche cosa [...]

[...] marmorea che ne accentuava il tipo delicato. Da un nastrino nero che le cingeva il collo un dianmnte scintillava; era ancora vestita. La cameriera [...]

Nieri Idelfonso
Cento racconti popolari lucchesi
26 1908 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 364 occorrenze

[...] quella forma mezzana propria del popolo e del parlare pulito, come usa qui da noi, sempre quando ci era, accostandomi alla grammatica, quale oggi si [...]

[...] meglio della buona lingua». Ed in un altro punto: «La nostra lingua prima che fosse scritta era già lingua del popolo, e dal popolo gli scrittori [...]

[...] XXXVIII........Signor Don Tognon ! » 102 XXXIX....... Che fortuna che non era forcelluto! 105 XL ............. Tognino 106 XLI........... O coscia [...]

[...] ridete, ma io dico che ce n'è anco di più buffi. Menicone di Moriano, che era un genere particolare in verità, una volta andava in Corsica a passar [...]

[...] . Il poeta estemporaneo Una volta uno di questi improvvisatori che vanno per il mondo alla ventura, ma meglio sarebbe dire alla sventura, era ito a [...]

[...] una fiera, e non aveva fatto la prima. Si vede era giornataccia, non gli era mai riuscito appicciare una ventina di persone che gli facessero [...]

[...] circolo dintorno. Lasciò stare, e s'infilò in una bettola, raffidandosi alla speranza, e rimettendosi nelle man di Dio: Deus providebit. Era là, fra le [...]

[...] quello Dio, e alza anco la gloria, tanto era sicuro di sfoderare un'ottava da dire non piussultra. Di fatti quando ebbe finito, prese un'impostatura [...]

[...] a poeta che neanco il Tasso; svenò la vena, messe mano alle ottave, e sguainò le più belle che avesse in bottega, e quando era in fondo, diceva [...]

[...] sgrollatina di testa e un bellissimo noe. Allora il poeta vedendo che non ci era scampi, e che era rimasto alla sua stessa trappola, non sapendo a che [...]

[...] era tanto mammalucco, e chi aveva mangiato doveva pagare il conto, e finiva: Borsa che sei di dietro, vien davanti, L'oste vuol dei quattrini e non [...]

[...] paradiso, va dal Principale: « Son tornato» - «Così subito?!» - «O che volete? non c'era da far bene» « E perchè? O se l'altra ,olta ti ci godesti [...]

[...] piano c'era un uomo che aveva preso moglie di 7 fresco. Dir che fosse un cattiv'omo, non si potrebbe dire, ma delle volte era un po' bestialotto e [...]

[...] diluvio! Il pastore però che l'aveva squadrato ben bene in viso, e non gli era parso schietta farina, aveva fatto tutto all'incontrario. La sera nel [...]

[...] Aprile, che non ci fosse più da stare in pensieri di qualche bussata. Ma quando è là una cert'ora che tutto il branco delle pecore era sparto per le [...]

[...] riportar dentro le pecore. La sera Marzo va a trovare il pastor e che era là nel canto del fuoco senza parole e tutto malinconioso, e gli dice: «O [...]

[...] li doveva star più a aspettare, e era a letto ammalato d'uno di quei tre c che fan paura ai vecchi. Non c'è da dire che il su' pane non l'avesse [...]

[...] istava troppo bene di salute. Il Redi gli era un medico ... ma oo! di quei bravi. 13 Va dunque, monta su e s'accorge alla prima occhiata che l'aveva [...]

[...] se gli facesse grazia di mettere sopra un foglio di carta che cosa può prendere per il suo male». Il Redi, la lo sa meglio di me, gli era anche [...]

[...] coll'effe! » Perchè lui lo conosceva meglio degli altri e sapeva di che pelame era; e per necessità aveva dovuto farlo conoscere anche agli altri [...]

[...] alla lontana; col vicinato non ci scherzava tanto, perchè conoscevan la ragia, e s'era ribeccato di gran partaccioni e in qualche posto ci aveva [...]

[...] lavorato di nessun mestiere? Cercando per S. Maria in casa! E poi volete vedere se era o no? ... Una volta sui primi tempi, quando in chiesa [...]

[...] la boccetta vuota; l'empie, la ripesa, e l'importo era venti centesimi - «Sarebbe ventuno, ma tiriamo via, e vada per il buon peso!» Paga e se ne [...]

[...] che l'aveva in sulla punta delle dita, e gli vogava la lingua in bocca. Era la sua consolazione, povero Drea ! quando la poteva contare; proprio ci [...]

[...] ' tempi di una volta, sarà mill'anni, altro che mill'anni! saranno anco dumila, c'era un re d'un gran reato, d'una gran potenza, ma grande [...]

[...] straordinario, dove si camminava a mesi a mesi senza arrivare al confine del suo tenitorio. Era un paese ricchissimo e strabondante d'ogni cosa, perchè li [...]

[...] benestanti, e campavano in sul suo, perchè non si ricordavano quanto mai tempo era che non ci avevano 22 avuto la guerra, nè la peste, nè [...]

[...] poi dove stava lui, tutte le città saran città, ma quella! ma quella!... Pensate e immaginate, lì c'era di tutto! Aprite bocca e chiedete, non ci [...]

[...] mancava nulla! L'oro si può dire che ci era sparto colla pala. Che città! E il palazzo del re?!.. era un'occhiata; in una gran piazza, con un bel [...]

[...] per lui, tutti dal primo 23 fino all'ultimo, perchè era un re di quelli buoni, ma veramente buoni. Ora un re così doveva o non doveva essere [...]

[...] propriamente sua era solo, rimasto senza padre e senza madre fin da piccino; e poi figliuoli non ne aveva, e a un caso di lui, lo stato cascava in mani [...]

[...] che un pittore non arriverà mai e poi mai a farli così; ridevan prima della bocca, e si vedevan brillare anco di notte; la su' voce era una musica [...]

[...] che faceva restare incantati chi la sentiva. Era buona, era garbata, era ammodino e struita in tutto e per tutto, com'è naturale che sia una [...]

[...] figliuola e una moglie d'un re. E be', questa moglie, se il suo marito gli si accostava per dargli la mano, quando era lì vicino, lei all'improvviso [...]

[...] persona così cara, e non potere stringersi neanche la 24 mano! Se uno era sconsolato, e quell'altro più; ma non ci era nessun rimedio, e tutti e due [...]

[...] smagravano a vista d'occhio. Ci erano stati tutti i dottori del regno, e quelli di fuorivia, ma non ci avevan potuto far nulla; ogni prova era [...]

[...] >>. Questo era un rimedio facile a dire, ma nelle spezierie non ce lo tengono. Pure il re, che ne aveva provate tante, e tante anche di veramente [...]

[...] stravaganti e di ridicole, e si era fissato di non lasciarne una addietro, non foss'altro, per isgravio di coscienza, volse tentare anco questa [...]

[...] iscacciar malinconia ! e così sono io. Se mi poteste essere qui dentro! ... ho un cuore come un fico secco. Avevo una dama che era tutta la mi [...]

[...] tutti i canti, non ne potevan trovare uno che fosse felice: questo 29 era malato o lui o uno della sua famiglia; quello aveva un fratello in [...]

[...] prigione; quell'altro il padre o la madre allo spedal dei matti ; chi non aveva un boccone da sfamarsi; questa era stata tradita e abbandonata [...]

[...] dall'amante; quella aveva un birbante per marito; quell'altro uomo aveva per moglie una birbona; chi era gobbo, chi zoppo, chi monco, chi stroppio, chi [...]

[...] certo vicinato, dove senton dire di una donna, che tutti a voce popolo, dicevano che era felice. Figuratevi come fece il cuore al nostro re, che aveva [...]

[...] passato sette colletti. Il re entrò dentro e disse chi era; e lei non si perdette mica; subito gli offerse da sedere una panchetta mezzo sgambata [...]

[...] il mi' bimbino piccolo era quasi gnudo; ne avevo una sola; me ne sono servita per lui, e ora delle camice non ne ho più verune, nè su, ne addosso [...]

[...] mondo Questo Drea era anche lui uno di quelli che o per burla o per da vero, dicono che il mondo è fatto male, e che non c'è giustizia: a chi [...]

[...] bande e fanfare, e tutti parevano mezzi rimmattucciti dalla contentezza che le cose del mondo mutassero, anche per le nostre campagne s'era sparta la [...]

[...] Un'altra volta Drea era sceso al Ponte con un grosso carico di legna da forno, che saran valute quindici e anco diciotto soldi, più che meno. Eccoti che [...]

[...] !» Così era Drea: cocciuto come un mulo, e bisognava pigliarlo così, perchè tanto non si piegava davanti a nessuno. Un giorno là di Marzo, che [...]

[...] 38 era nel luogo a potare, venne uno a dirgli da parte del padrone: «Ha detto il signor Federigo che oggi in giornata capitiate in su, chè vi vuol [...]

[...] seguitò a potare come se non dicessero a lui. E poi volete vedere che omo era ? Una domenica di Quaresima era in chiesa alla predica proprio di [...]

[...] , il primo della panca tale, che dormiva!» Drea che era tutto orecchi, a sentirsi accennare così preciso, alzò il capo e a ghigna tosta disse bello [...]

[...] resto, di Drea mi par bella una parola che disse una volta discorrendo col Rettore vecchio di San Gemignano, che da un ci presso a un pioppo era [...]

[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]

[...] quell'aria affogata». Intanto che stavano tutti attenti, colla testa fissa lì a pensare, il fuoco era calato, e il marito per ravvivarlo prese le molle [...]

[...] tutti i patti, e a tutti i costi la rivoglio, la rivoglio, la rivoglio ! » La moglie rispondeva, cercava tutte le vie per persuaderlo, ma chè! era [...]

[...] inutile. Compistò tanto, e disse tanto, ma il vecchio si era fissato di voler morir sano e intiero come Dio l'aveva fatto, e non volle cedere. Così [...]

[...] . Intanto la braciuola, mentre moglie e marito stavano al repentaglio del sì e del no, non era mica 45 bruciata solamente, era diventata un carbone [...]

[...] ... Una volta un contadino passò da un suo amico mentre rumava la polenta; era giusto l'ora della fame, là tra le undici e mezzogiorno. S'affaccia [...]

[...] pensarono di farla fare in quello. Lo pigliano, 49 lo riquadrano, lo portano in città a un intagliatore, e neanche dopo un mese la statua era [...]

[...] già in canonica, bella e finita, con un viso dipinto con certi colori latte e sangue che era una bellezza a vederlo. Lo rivestono con un bel camice e [...]

[...] con un bel manto indorato, e una bella raggiera di raggi intorno alla testa; lo fanno benedire e l'accomodano in sull'altare. Quella era una gran [...]

[...] chiesa era tutta parata di damaschi a strisce d'oro e d'argento; per aria ci erano tante e poi tante lumiere, e il pavimento era tutto sparso di timo e [...]

[...] di mortella, l'altare era una selva di ceri, e un giardino di fiori; e il santo se ne stava lassù in cima, in mezzo a quei lumi, sotto un [...]

[...] lo spiego. Bennardone era un ragazzo senza numeri, capiva poco, e non teneva a mente nulla; e tanto su' padre ne voleva fare un prete, o un dottore [...]

[...] . Sette anni lo mantenne agli studi, e all'ultimo tornò più rapa di quando era partito. Un giorno, mentre erano a desinare, venne in tavola un [...]

[...] quello stesso che la fece. In un paesetto di questi contorni c'era una bellissima ragazzina, proprio bella, un po' moretta, occhio castagno scuro [...]

[...] , capello nero, alta svettata e fatta bene, con un che di civile che non pareva neanche figliuola di contadini; era si può dire la più bella rosa di [...]

[...] dire, gli capitava una dichiarazione, o un'imbasciata da parte di qualcuno che desiderava di mettersi con lei; ma lei ormai si era accordata con [...]

[...] ' passione ogni giorno vedendoseli andar via così, e di sua madre vedendo quella testa quasi monda, che prima era una selva, una vera bellezza [...]

[...] poteva essere, e ci era qualche stregonata di mezzo! Io l'ho trovato quello che è stato, ma non bisogna fargli del male, perchè mi ha promesso che [...]

[...] disse che era stato lui, e ci dette tutte le spiegazioni come aveva fatto, e lui deve far ritornare i capelli alla mi' figliuola; se no, per sette [...]

[...] fece. Tornò a parlare con quelle donne; e ora inventava che s'era sentito poco bene; ora che gli era stato sciupato l'incantesimo per aver saltato [...]

[...] , quando sentirono che tutto era finito bene e che i capelli sarebbero ritornati sicuramente. Ballavano dalla contentezza; gli volevan dare, gli [...]

[...] contromalìa; ma questa volta l'invidia e la gelosia l'avevano fatta corta la pettorina, chè se la ragazza prima era bella, dopo diventò un vero occhio di [...]

[...] ! Pécchia discorreva con una ragazza... dico ragazza così per dire, ma era una donna che avrà avuto una trentacinquina d'anni, sdentata, sgovorata, mezza [...]

[...] gobba, gialla e brutta in viso che non ci sarebbe montata su neanco l'ellera, e era lì vicino per isposarla. Un giorno in una comitiva, dove c'era [...]

[...] era civetta, quella una sfacciata; una troppo gallo, quell'altra non sapeva fare altro che dimenare l'osso del mento. «Fate all'amore e non badate [...]

[...] poi il bottegaio era ito via, andava di là e ce ne staccava un bel pezzo, e poi guardava se il resto era assai per le misure che aveva preso. Se [...]

[...] il vestito ci riusciva, sta ben per appunto, e non era nulla; se poi non ci veniva più, metteva la roba da parte, e quando tornava il padrone diceva [...]

[...] scorge là in un canto quella personaccia 64 che ghignava e gli mostrava una bandiera di tanti colori. Questa bandiera era fatta di quei pezzi [...]

[...] raccontò ogni cosa per filo e per segno; si pentì, ebbe l'assoluzione, e il diavolo scomparve. Però queffuomo non morì, si vede non era la su' ora [...]

[...] , ma guarì, e poi riscese in bottega. La paura di Brucino non gli era anco passata, ma aveva il vizio tanto incarognito nelle ossa, che quando [...]

[...] . Come fu ito via, il padrone spiegò la pezzata e gli riempiva l'occhio che era una bellezza, e gli venne la tentazione tanto soda che agguanta le [...]

[...] buon. XXI. La passione per il rumme Anche questa qui di Manfrollino dice la stessa cosa. Manfròllo era briaco fisso da una settimana [...]

[...] all'altra, e morì all'ospedale bruciato dentro dai liquori. Ma era bello veder quest'uomo la mattina di levata, col su' mezzo bicchier di rumme, che stava [...]

[...] promesse! Una mattina che il dottore a caso entrò in bottega del Tosco, ti chiappa Manfròllo che si era fatto mescere il solito mezzo bicchiere di [...]

[...] ), allora sono quattrini storti, non ne fa fallita una. Una volta era nato il primo maschio a un suo fratello, e naturalmente fu invitato anco lui [...]

[...] di quello che fa strizzar l'occhio! Ti puoi figurare se l'angelo era fatto o no! Se ne venne via a notte chiusa e per istrada, per mettere il colmo [...]

[...] là, un passo avanti e due addietro, ora sopra un ciglio e ora sopra quell'altro, era lì per isboccare nell'aia, quando tutto a un tratto traboccò da [...]

[...] avevi detto che la via per andare a casa era bella pulita e invece ci è un muro, c'è un muraglione e non si passa! » e lì 69 dài con questo [...]

[...] ! Entrai in un caffè e c'era Topo briaco come un otro che ciacciava a voce alta e smanaccava come uno spiritato e l'aveva contro certi carabinieri [...]

[...] anche Pecchìno non trovava il sonno una volta, e senti il perchè. Pecchìno non aveva mestiere fisso, perchè non era stato capace d'impararne nessuno [...]

[...] , ma s'aggarzonava come omo di fatica o con un contadino o con qualche bottegaio o industriante, e qualche volta era ito anche per istalliere; ma [...]

[...] durava poco 71 da per tutto e presto gli davano il ben servito dal gran vizio che aveva d'imbriacarsi. Come si raccapezzava una lira in tasca, era [...]

[...] rimaneva un solda addosso e moriva quella notte, quello era un soldo buttato via, perchè non se l'era goduto! Una volta aveva riscosso certi bricioli e [...]

[...] era stato tutta la sera a far baracca. Quando non si trovò più una palanca, andò a letto e non dormiva. Vòltati di qua, vòltati di là; méttiti [...]

[...] boccone, méttiti rivelto, era lo stesso: due occhi spalancati: così. - Un pezzo stette lì, poi non ne potè più: « Ho bello e visto, qui bisogna [...]

[...] meglio e s'accorge che era tra la fodera e la tasca: tira fuori, era un mezzo franco (allora usavano le monete da mezza lira). «Ecco perchè 'un [...]

[...] lire per ritrovarmici un'altra volta. Entro in chiesa e ci era pieno, e ti vedo chi con un canestrino, chi con un fagotto, e stavan tutti buttati [...]

[...] hanno imbottato». XXVI. Chi fa, fa a sè Questo era il proverbio dello zi' Paolo, e raccontava la storiellina. C'era una volta un romito [...]

[...] spesseggiare colle visite: una settimana sì e l'altra sì era col battente di quella porta in mano. Dagli! dagli! le cipolle diventan agli: a quella gente [...]

[...] , ma era come se non dicessero a lui: da un orecchio non ci sento e da quell'altro mi ci tira vento. Ce lo volevano sdegnare, e fargli una [...]

[...] avevano regalato la schiacciata. Disse al romito che era stracco morto, e che non ne poteva più dalla fame. «È da stamani che corro su per queste pizze [...]

[...] in un basso, dove s'era rotolato dallo spasimo, morto diacciato, e in faccia nero come un carbone. Il romito non riseppe mai nulla; ma quelli [...]

[...] della famiglia capirono subito tutto, quando il frate ritornò, e contò quello che era passato fra lui e il ragazzo, e che gli aveva dato la schiacciata [...]

[...] bocca lasciano parlare lo spirito e gonfiano ogni cosa, raccontava 79 qualmente una mattina di buon'ora, passando per un bosco, era avuto a [...]

[...] voialtri .... Ho detto così due o tre; due o tre forse non saranno stati, ma quello che vidi era un lupo certamente». - «Ma va via, un lupo in quel [...]

[...] punto lì di passo, dove c'è sempre gente che va e viene?! A chi ti credi di venirle a raccontare? Sarà stato un ciocco». - «O un lupo o un ciocco era [...]

[...] ha potuto ha rubato anco la pisside di sull'altare. Una volta era un inverno freddo che gelava l'acqua in camera, e la mattina presto a sputare [...]

[...] per aria, arrivava in terra una pallottola di 81 ghiaccio. Luicchio era a lavorar e lassù all'Angelo dai frati, in coppaio; non so che lavoro [...]

[...] che passasse in un'altra stanza dove c'era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l'aspettavano [...]

[...] caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d'ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la [...]

[...] metteva nella berretta tra due foglie lì per lì finchè era in convento, 82 e quando era fuori era al sicuro. Ma i frati la san più lunga del [...]

[...] Panattoni; a farla a un frate ehehéi ! ce ne vuole! Ho paura che lassù in convento ridan sempre. Lui dette in bestia, ma c'era poco da imbestiare con [...]

[...] una volta ammazzò il porco. Quando è là da una cert'ora, va a trovare un suo amico che era un boia, ma oo! da farci proprio l'aceto dei sette [...]

[...] punte dei capelli, subito di prima sera s'era preparato al posto, e quando vide un momento che non ci era nessuno, lì tra gli occhi e la faccia gliela [...]

[...] stesso di quello che successe anni sono a Menicotto. Questo Menicotto era un uomo che qualche volta lavorava di giorno e la notte dormiva; ma spesso [...]

[...] 85 altri. Ladro da sfondi o da chiavi false veramente non era; forse se ne sarebbe fatto scrupolo, ma se gli capitava a tiro roba manesca, come [...]

[...] a dire secchiette, giubbe, tela, galline, era fatto l'angelo! Di limoni, erbaggi, cocomeri, canapa ammannellata non se ne parla neanche: visti e [...]

[...] presi, era tutt'uno! Una sera dunque, là dopo le undici, esce di casa guatto guatto; fa due o tre giri mancini in paese per isviare, se mai [...]

[...] volta li portava fuori della vigna, li posava lì sul viottolo, ritti appoggiati al ciglio della brania e così a belle bracciatelle il mucchio era [...]

[...] arrivato alla misnra giusta. Nel mentre che Menicotto era ito per gli ultimi, quell'altro sbuca fuori, agguanta tutto il baccellaio in una bracciata [...]

[...] raccontò un cacciatore mio amico. Forse non ci crederete, ma non era solo; c'eran testimoni, 87 e sono sempre vivi e verdi, chi ci volesse parlare [...]

[...] chiaman Fégato, con due altri che non li conoscete. Si cacciò un pezzo un pezzo, chi di qua e chi di là, ma era mattinataccia; se ne trovò pochi, e [...]

[...] lontano. Ci volgiamo, e guarda di qua, guarda di là, guarda da tutte le parti, non si scopre nulla; tutto terreno pulito; non c'era più per appunto [...]

[...] neanche la via per tornare a casa! A volo dunque era sempre inizium santi Vangeli secundum nullam ! A fermo qualche volta ci pigliava, ma anche [...]

[...] lì ci era arrivato a furia di moccoli, sciupar polvere e buttar via piombo. E poi volete sentire nei primi tempi, cacciatore che era? Un giorno era [...]

[...] l'aria! Tornare a casa a vuoto, mai! Era vergogna, e non sapeva a che santo votarsi. Per buona fortuna sentì dire che certi ragazzi là di lì ne [...]

[...] a me, e mi potrò anco giurare che l'ho ammazzata io». - La lepre era legata per il collo con una funetta. Agguanta la funetta e va un pezzo in là [...]

[...] per il colle, e intanto pensava fra sè come inventare il modo d'averla chiappata: --«I cani hanno attaccato fiato giù in un forrone; era fiato buono [...]

[...] anni, e pure fece compassione a tutti a sapere di che male gli convenne morire. La su' casa era in mezzo a una selva di castagni, be' castagnotti [...]

[...] proprio in sulla vera forza, vegeti, freschi, alti, che la circondavano da tutte le parti; lì era nato, lì era cresciuto, lì ci aveva menato moglie [...]

[...] , lì era invecchiato e più di quindici giorni non era mai stato lontano. Finchè campò il padron vecchio, benchè il fattore gli facesse intendere [...]

[...] tante volte che era meglio buttar giù la selva e farci un oliveto, per essere terra buona ed esposta bene al sole, non ne volle mai saper nulla; era [...]

[...] che Tistino, che col padrone ci aveva buono, lavorava sotto sotto contro l'idea del fattore: «La selva oramai era sul vero bello: 97 castagno [...]

[...] i travicelli del soffitto quasi si toccavano col cappello; lui era a sedere sopra una seggiola e col gomito appoggiato al davanzale della finestra [...]

[...] ordinargli non ce n'erano, e però cercava di fargli animo con una ragione o coll'altra: « che c'era più aperto, che l'uliveto fruttava di più .... » «Stia [...]

[...] non si riebbe più; andò giù giù per isconsnmo e nemmeno due mesi dopo era bello e nel camposanto. XXXVI. Com'erano avvezzate le vacche di [...]

[...] conduttore, che quando non era colle sue vacche, per quello che fa la piazza del mondo, era un uomo discreto, quand'era al suo posto dietro alle [...]

[...] : «Abbia pazienza padre Callisto, ma enno avvezzate così! Un è miga per dir male di Dio ... e poi si figuri che domenica passa 'un c'era ragazzi e la [...]

[...] dopo! E il buon esempio ce lo dette Noè. Noè aveva là sopra settecento anni e non era mai stato un'ora in ozio, ma sempre a fare, sempre a trafficare [...]

[...] qualcosa in casa o fuori. 102 Un giorno dopo desinare che era là in uno scasso nuovo a piantare delle viti, gli apparve il Signore e gli disse [...]

[...] brutta, bisogna che vi contentiate della mia. C'era dunque un paesucolo.... c'era?! c'era e ci è sempre, se non è scappato di lì così, lassù fra la [...]

[...] di tutto per riaddirizzare i suoi parrocchiani; ma era un uomo fuori fuori, brusco, con pochi di spiccioli e meno da spicciolare, e quello che [...]

[...] tutte per addomesticarli e ridurli persone per bene a modo e verso; ma sie! peggio che predicare ai porri. Dall'altare, dal pulpito s'era fatto [...]

[...] sentire; in confessionale, a quei pochi che ci anelavano; per le case, dove s'era potuto introdurre: lo lascia van cantare e imbirbantivano un giorno [...]

[...] più dell'altro. Don Tognone, ossia Don Antonio, era stufo di sentire tante birbonate de' suoi paesani. Una domenica mattina che vide la chiesa più [...]

[...] gli davano retta, la colpa era loro, e che a lui gli pareva di potere star tranquillo in coscienza. Poi a poco per volta menò bellamente il discorso [...]

[...] il Signore chiederà ragione anco a tutti i parroci e rettori e curati del modo come avran custodito il gregge che gli era affidato. «Il giorno del [...]

[...] me l'avè dà, baron fotü ve li rendo!» XXXIX. Che fortuna che non era forcelluto! Ci son di quelli che se anche perdono quattro soldi, non se [...]

[...] «Che fortuna! Che fortuna!» La gente che era nel vicinato corre a vedere che era mai 106 stato, e ti trovano quest'uomo con un occhio pendoloni [...]

[...] fortuna a non esser forcelluto! (e accennava il broncone) se era forcelluto, me li cavava tutti e due!» XL. Tognino Un pastore tutti gli anni [...]

[...] svernare in sulla marina poco distante da Viareggio. Per quanto fosse un uomo assestato e faticasse come un buttero, ogni anno era sempre il solito [...]

[...] scudo per i giorni brutti della vecchiaia. E questo era uno de' suoi gran pensieri, anzi quello che lo tribolava più di tutti. Ora succedeva [...]

[...] pastore mercante seduto a prua sopra una pancaccia faceva i suoi castelli per aria, che era 108 una bellezza a entrare in quella testa, e gli [...]

[...] aumentavano; così in poco tempo il suo capitale era raddoppiato Dio lo sa quante volte. In quattro e quattr'otto doventava un signore; maranghini a [...]

[...] palate! Cavalli e carrozze! Palazzi in città e ville in campagna! La gente gli si scappellava distante un miglio! Non era più Tognin, ma il Signor [...]

[...] pecore se ne ruminavano tranquillamente, il cielo era limpido e sereno e non si scorgeva un nuvolino per quanto l'occhio poteva arrivare. Il mare [...]

[...] era un coppo d'olio e la sua superficie brillando così ai raggi del sole pareva che invitasse la gente; ma il pastore, scottato dall'acqua calda, lo [...]

[...] . - «Il più che mi faceva dolore, era quando mi toccava mettere i figliuoli a letto senza cena, senza un boccon di cena; q nelle eran passioni!» - «Io [...]

[...] dargli! Per me per me sola sarebbe stato pogo, ma la gran pena era quella di quelle creaturine! Dire, gua', una volta per maladetta disgrazia si [...]

[...] preso il sonno, accendevo il fuoco, mettevo il paiuolo su, e facevo la polenta. Di quelle consolazioni! La provvidenza era Mannarone. Veniva, sentiva [...]

[...] fare delle burle e degli scherzi e sì, ma poi era proprio di cuore, un cuore! di que' cuori 'un se ne dà! Mi vien da ridere, e sarebbe da piangere [...]

[...] Maggiano, poveraccio, cbè propio versava come un canestro e ne diceva di quelle che non istavano nè in ciel nè in terra. Ci era già stato delle altre [...]

[...] volte, ma, quando più presto quando più tardi, era rinsavito a modo e a verso, o almeno pareva; alla fine però la malattia vinse e lo sbrigò anche in [...]

[...] pochi mesi. L'ultima volta che ci andò, era ne' primi tempi che si ragionava di quella malattia dell'uva che strina le pampine e si cura collo zolfo [...]

[...] siete voi, maialoni! e il matto sono io! Ma la colpa è del legnaiolo, che ha messo il chiavaccio dalla vostra parte; se il chiavaccio era di qua, il [...]

[...] parti fuoco. Poverino! era sgomento; non si poteva salvar e dalle gran fiamme; aocchiava da per tutto, se c'era qualche cantuccio un po' riparato [...]

[...] sbagliò il colpo, e se il povero anchianino 116 non era lesto a far civetta, lo cuccava nella testa. Lui allora si risentì e disse: «State fermi [...]

[...] qualcuno che le cose le sente dire la prima volta. Raccontano che una volta in una città c'era un Crocifisso prodigioso, che mandava lagrime dagli [...]

[...] occhi e acqua e sangue dalla piaga del costato. Era un Crocifisso grande più d'un omo; e c'era sempre la calca del popolo, e i voti e le limosine [...]

[...] guardava, e difatti cominciò a vedere che gli occhi s'inumidivano e la piaga gocciolava. Papa Sisto era un certo tòmo! ... Era stato porciaro e [...]

[...] aveva fatto il mammalucco tanti anni per doventar papa, ma rivendeva cento volte in galera quanti 117 ne aveva dintorno. Nella sostanza era buono, ma [...]

[...] pianta nel ventre alla statua dicendo: «Come Cristo t'adoro e come legno ti spezzo!» Allora dice che si sentì un urlo disperato, perchè dentro c'era [...]

[...] !» XLVI. Ce ne vuol volere! Un povero ragazzo d'un paesetto vicino al Borgo era anelato, o piuttosto l'avevano messo in un convento, credo [...]

[...] quello dell'Angelo, per farsi frate. Era un ragazzo di pochi numeri; le cose alla meglio e alla peggio le faceva, ma bisognava imboccarlo, 118 [...]

[...] le faccia tutte come me non si può dare!» E infatti, salvo di rubare e d'ammazzare, era il primo a tutto. E i chiodi come ci aveva gusto a [...]

[...] rizzarsi e ci restò addormito. Intanto cominciò a nevicare. La mattina ci fu trovato che dormiva sempre; la neve gli era strutta intorno intorno alla [...]

[...] distanza d'un palmo. Era tutto una zuppa; fumava come un laveggio. Ci colse una marmocchiaia che non gli uscì più da dosso; gli si ammalò il [...]

[...] , 123 da pari suo, che era un signore; un signore un po' decaduto, per sentita dire, ma sempre un signore. L'omo del camposanto, Ceccarino, era lì [...]

[...] per cominciare la fossa, quando ti vede passar Biccio in bernecche ... altro che in bernecche! briaco come un cavallo, che mezza la strada era sua [...]

[...] fondo non era cattiva figliuola e, dirò, era anche assai belloccia e vistosa; ma aveva un bruttissimo difetto, raro, se volete, nelle ragazze, ma [...]

[...] lei l'aveva: era sciattona e aveva a schifo l'acqua come il fumo negli occhi. Certe volte usciva fuori con un viso tanto sudicio e col taccolino alto [...]

[...] dispiaceva fortemente quel viziettaccio; però glielo diceva e l'avvisava quando per le buone e quando per le cattive; ma lei gli rispondeva che s'era [...]

[...] lavata, e che era anche troppo pulita. Che gnocchi ci pigliava! E delle volte ci era stato in collera a settimane sane: lei prometteva, e forse [...]

[...] sua idea, e lo pregò che l'aiutasse. L'amico, figuratevi, era uno di quelli che a fare un bischinco ci mangiano maccheroni; non gli pareva vero [...]

[...] imbianchino; e quando fu là fra le dieci e le undici di notte, vanno alla casa della ragazza dalla parte di un chiassetto, che ci era un finestrino, di [...]

[...] modo come s'erano lasciati, e la colpa era tutta sua. Arrivano dunque nel chiassetto lui colla pertica e il compagnone col pennello. Il damo fece [...]

[...] il solito fischio: lei si sentì riavere! «Se Dio vuole! è tornato!» E corre al finestrino e sporge la testa fuori, e lui che era lì pronto col [...]

[...] fatto perchè si dice così? Eccovelo. Una volta a quei tempi, sapete pure, a quei tempi di una volta, ci era in un paese lontan lontano una donna [...]

[...] che era indemoniata, che aveva un diavolo in corpo. L'avevano scongiurata tante volte, ci eran venuti tutti i preti e tutti i frati del vicinato [...]

[...] , gliene avevan dette e fatte di tutt i i colori, ma lui sempre duro, non si era voluto muovere. Si vede ci stava piùmicio! Erano sgomenti. Dopo del [...]

[...] tempo, certi forestieri dissero a quelli di questa casa che in un monte lontano, c'era il corpo di un Santo così potente che a pigliare un pezzetto [...]

[...] di legno di quello della cassa dov'era e presentarlo agli indemoniati, i diavoli scappavano via peggio del vento. 129 Era per appunto vicino il [...]

[...] sicuri che, venuto il legno, lei era bella e guarita. Finalmente lo scorgono da lontano : «Eccolo! eccolo! Dov'è il legno? Dov'è il 130 legno [...]

[...] volentieri senza. - Così era Ghita. Sua madre la faceva filare, e quando era verno, 131 a quelle giornate di stridore, Ghita s'avvoltolava le mani [...]

[...] accoccolata per terra, colla rocca al lato e il fuso vuoto, o appoggiata a un muricciolo, sornaca, a che era un desio; oppure se ne stava come una melensa a [...]

[...] A quel bel focherello», A questo mo', rimandandosela dalla state al verno e dal verno alla state, non filava mai. - 132 Perchè su' madre era [...]

[...] lassù del Pero? Era una mattuccia che si era innamorata come una gatta soriana d'un giovanastro, che lo chiamavano Sigarino, perchè era bello. Bello [...]

[...] era, ma non aveva altri meriti. E voleva di riffa il su' Sigarino; per 134 le buone e per le cattive voleva sposare il su' Sigarino, perchè era [...]

[...] bello. I suoi di lei non volevano a patti nati, e qualche volta volarono anche gli schiaffi, perchè era uno scannato, senz'arte nè parte e pien di [...]

[...] Sigarino. Chè se i pentimenti fossero stati camicie, non ci era bisogno di filare per cent'anni. E se non volse morir di stenti e di bastonate [...]

[...] bene, poverino ! È tanto bello!» Insomma anelò via, fece la pace sua, e se lo prese, e poveretta, anche lei se lo ritrovò! Era un omaccio cattivo [...]

[...] consolazione! Brigliòlo era un genere ameno da vero, ve'! N'aveva di quelle da far crepare dalle risa e le diceva serio serio che non pareva neanco [...]

[...] lui. Quando qui c'era la fabbrica del ferro, dove anche lui ci lavorava, a uno di quegli uomini gli entrò una bolletta in un piede. Figuratevi che [...]

[...] confessare: era quindici anni e più 138 che non ci si era affacciato, e tutto questo tempo l'aveva passato a Marsiglia e per l'America: figuratevi [...]

[...] : «Ma voi siete nell'inferno con tutti e due i piedi!» E lui: «O se ci ho un freddo che muoio!» In fatti era gelata anco la piletta dell'acqua santa [...]

[...] : sapevo anco il nome, ma quello non verte. Era scalza e aveva le sottane tirate su 139 quasi fino a mezzo polpaccio, perchè aveva sguazzignato [...]

[...] terra a gambe steccolite, morto e duro, e lui disse: «Maladetta la fortuna! ora che mi ci s'era avvezzo, è morto! » LVIII. La voglia di ciccia [...]

[...] per la quale, alla fine vede un albergo assai pulito entra e sede. Subito viene un servitore e gli mette davanti la nota del contenente che ci era [...]

[...] fare il dotto; guardò il foglio in tralice con aria d'importanza e posò il dito sulla prima parola. «Portatemi questa qui!» Era minestra fina col [...]

[...] portatemi questa». Eran lasagne fine col cavolo piacentino! ... - «E ora?» - «Portatemi questa» e toccò l'ultima riga .... Era l'insalata! ... Con [...]

[...] conoscente. Era una buona posta, perchè a qualunque ora capitasse, gli dava da mangiare; e per bere poi gli empiva una bella lucia, di quelle che [...]

[...] vantaggio. Questa lucia laggiù nel 143 fondo, dalla parte cli dentro, ci aveva un Gesuina dipinto; era fatto alla meglio e alla peggio, ma si [...]

[...] Jesu, quando te videbo! » E non c'era pericolo che passass e una volta senza che vedesse il fondo. Dàgli oggi dàgli domani, a quell'altro gli venne a [...]

[...] paese del pian di Lucca c'era tempaccio fa per rettore un prete secco, allampanato e giallonaccio che pareva tutto il ritratto delle cattive annate [...]

[...] manigoldo, per risparmiare un giorno! 146 Era usuraro poi, che libbera nos mille volte domine! Arebbe messo il laccio al collo anche a su' padre [...]

[...] la predica, lo va a trovare e gli dice che ha un buon affare alle mani, ma era al corto di moneta per tirarlo in fondo; gli ci sarebbero voluti un [...]

[...] dugento scudi, e però era venuto da lui sperando che non gli avrebbe detto di no. Il prete gli disse che era contento, «tanto più che i quattrini [...]

[...] quello non verte; e poi tanto forse è meglio non mentovarlo neanche), c'era un uomo comodo e benestante, che per famiglia di monte, se la passava [...]

[...] benissimo. Aveva casa di suo, orto, qualche altro pezzo di terra al sole, e poi quello che aveva di buono da vero, era una bottega, ma, oo ! una bottega [...]

[...] avviata che non se ne dà; era un viavai continuo di gente senza mai remorare. Vendeva di tutti i generi, sapete, com' usa in campagna, ma il più [...]

[...] era roba di salumi, come dire affettato, salcicciotto, stoccofisso, tonno, calletti per i suoi 148 tempi, biroldo e soppressata, e così via [...]

[...] poi un altro maestro un po' più su; imparava di tutto e in un momento; detta una cosa era bella e presa, e non gli usciva più di mente. L'idea di [...]

[...] suo padre però non era di mandarlo agli studì; con un negozio così avviato (le ragazze, si sa, se ne vanno, lui invecchiava) era meglio tirarlo su [...]

[...] quegli amori che dicon da vero e dove pigliano non si staccan più. Lui era innamorato morto, e lei più che più. I suoi di lei erano arcicontenti del [...]

[...] lui però qualche risparmio di suo l'aveva; la fanciulla non era povera affatto, anzi il padre s'era sforzato, e qualcosa di dote l'aveva portata [...]

[...] non ce le aveva; e lì assidui al banco lui e la moglie. C'era tagliato, aveva maniera e sapeva trattare coi poveri e coi ricchi; era andante senza [...]

[...] stintignare il centesimo, talmente che in un àmme quella nuova bottega prese una voga che non si può dire: Gigi qui, 151 Gigi là, non c'era altro [...]

[...] letto, e la mattina lo rivestissero. Come doventò quella casa da quello che era! Ma ora state a sentire la fine dove va a riuscire, chè uno non se [...]

[...] l'aspetterebbe neanche a centomila miglioni di miglia. Gigi dunque seguitava il suo negozio; s'era allargato e guadagnava bene. Ora accadde che in [...]

[...] mattina alla messa cantata. Il pranzo fu proprio da preti, un pranzo che aveva nome Signor pranzo. 153 La funzione era ita un po' per le lunghe, e [...]

[...] , e venne via solo. Casa sua era piuttosto lontanetta dalla chiesa, e la strada più corta era una redola che passava dal camposanto, un camposanto [...]

[...] si mette giù per questa redola, e sollecitava, perchè, come ho detto, era già fra le ventiquattr'ore e un'or' di notte. Ed eccoti che quando fu lì [...]

[...] bicchiere di più, a quel buiore gli parve di riconoscere quella testa di chi era. Fu così grosso il colpo dello spavento che gli si troncarono le gambe [...]

[...] proprio dallo spavento avuto. Al padre poi, siccome non sapevano se facevan bene o male in quello stato che era, non gli avevano detto nulla; tanto [...]

[...] intendesse nemmeno, ma quando poi ebbe capito che il suo figliuolo era morto, come se gli avessero portato una bellissima 155 notizia, si rizza su [...]

[...] svelto, e tutto a un tratto ritorna quello che era un anno prima; va là, si lava, si pulisc e, si muta e scende giù tranquillo, e comincia a ridar [...]

[...] scappellata giusta C'era dalle mie parti un riccone, ricco sfondato; era un pidocchiaccio riunto, ma o di riffe o di raffe aveva fatto i [...]

[...] quattrini a cappellate e passava da signore e tutti gli davan del signore. Era pien di superbia e d'angherie, che quando guardava la gente, pareva che la [...]

[...] guardasse per compassione. Un giorno passava da una via in carrozza; era una carrozza di quelle alte e guidava lui una pariglia di cavalli storni [...]

[...] brinati, belli, proprio una bellezza. Drea era là da un lato, e subbito che l'ebbe scorto 156 a una distanza di qui là, fece una gran riverenza e [...]

[...] vendere o per altro. In somma era una carogna di cavallo, un santantonio che faceva pietà, magro, secco, tutt'ossi e per non poter mostrare il cuore [...]

[...] Drea, quanto la fate la tonnina?» E Drea subito gli alza la coda e risponde: « Entrate in dogana e ci accorderemo! » A stuzzicar Drea, già, era come [...]

[...] un monte. Era un fratin preciso, assegnato e devoto proprio per da vero. Era già in sulla settantina, con dimolti incomodetti addosso, e gli era [...]

[...] e si da va di gran colpi per il petto, e delle volte, così quasi mezzo fuori di sè, gli veniva fatto d'alzare la voce che tutti, chi era in chiesa [...]

[...] giorno che si deve dire: domattina io non ci sarò più!... È una zizzola di nulla!...» C'era là in disparte un bimbetto di cinque o sei anni che era [...]

[...] cascare; pure all'ultimo, come Dio volle, rimase ritto. Intanto si fa gente, chi sbuca da una parte, chi corre da quell'altra, a vedere quello che era [...]

[...] vederlo. Aveano invitato il matto ai sassi e l'orso alle pere; la polenta col suddetto cacino era la su' passione! Aveva l'acquina in bocca, e con [...]

[...] quella popo' di sguscia che si rimpastava, non ve ne prego dire che boccate faceva! E gli altri non istavano a mondar nespole! Il tombolo era bello [...]

[...] gli era successo nel tempo che non si eran più visti, e ne aveva contate di bellocce, ma tutte vere. Allora ci rigirò il discorso e ne contò una [...]

[...] attendeva a altro. Dopo un po' gli vien fatto di voltarsi e non vede più il su' miccio; guarda di qua, cerca di là, il miccio era sparito. Va un [...]

[...] po' più su e non c'è, va più giù e non lo trova. Allora pensò di montare sopra una quercia, che era lì accanto a uno scepone, per arrivare [...]

[...] cosina da fargli vedere, e gli dava l'appuntamento lì per quell'ora precisa. A lui, che era innamorato morto e si consumava dalla passione più di lei [...]

[...] ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato [...]

[...] bacia questo» e si levò di seno il suo ritratto. Era venuto un incanto! Così accomodata, con un bel vestito nuovo che gli andava come una pittura [...]

[...] fece affari della botte grossa a trenta franchi la soma, che sono i prezzi correnti dei nostri vini di qui, perchè tanto, a aspettare, c'era il caso [...]

[...] è un discorso serio che fece una volta un mio conoscente. Era un uomo piuttosto grossolanotto; sapeva leggere per il su' sconsumo, e la sua firma [...]

[...] alla meglio la faceva, e a dottrina basta lì; ma di cervello non era tondo; era stato in America, aveva del viaggiato addosso, aveva bazzicato con [...]

[...] cent'anni non ce ne poteva mettere la metà. Di quelle tragedie! Àpriti cielo e terra! Tutti strillavano, tutti strepitavano; nessuno era contento, per [...]

[...] nessuno era stata fatta giustizia, e tutti a gridarci la croce addosso! E sì che in quattro c'èramo radunati tre volte; avévamo domandato; èramo [...]

[...] iti a vedere co' nostri occhi; avévamo esaminato casa per casa chi c'era e chi non e' era e come stavano a salute e a guadagni, per fare le cose più [...]

[...] niente affatto: e tutti a lagnarsi e a frignare e a trovar da ridire su quello che era stato fatto: - «Il tale ha i figliuoli che gli lavorano» - «La [...]

[...] centesimi il giorno! ... e tre figliuoli che voglion mangiare!... Se ci era una persona che gli si provenisse qualcosa, ero io .... to' una lira [...]

[...] tirchi che spaccherebbero la léndina per a vere il pidocchio, e hanno fior di roba al sole, e tanto era così sfacciata da volere la su' parte anco lei [...]

[...] all'osteria. C'era lì presente una su' figlioletta, una bimbetta di quattro o cinque anni, e si era rincantucciata dalla paura. Quando su' padre fu [...]

[...] , dava in bestia e gli rifregava di maladette cordonate in sul cotrione. Però dopo qualche settimana, visto che era cascato dalla padella nella [...]

[...] . LXXV. La famiglia consuma la donna Una volta una donna mi parlava di una certa ragazza che era per isposare dentro quell'anno, e mi diceva: «Io [...]

[...] volta un asino si scontrò con un leone in mezzo a una foresta. Era un bel leone alto, grosso, forte; faceva maestà a vederlo. L'asino prima si fermò [...]

[...] a bocca aperta. Dice uno «Come vero dDiòsse! 'un ti pare un corridoino del Paradiso?» Lo contai il giorno dopo dove c'era anco Manfrollo e lui fa [...]

[...] predicava si scalmanava tanto, che faceva sudare solamente a vederlo: e tutti que' poveracci a starlo a sentire senza capire un'acca. La festa dunque era [...]

[...] appoggiare. Detto fatto: trovano la botte, la portano sul piazzale e in quattro e quattr'otto ti stampano un pulpito che badadavanti! Tutto era [...]

[...] all'ordine, e quand'è una cert'ora, tutta la gente era là pigiata che non ci sarebbe cascato un pippolo di panico. Ed eccoti il predicatore monta su [...]

[...] dietro! Per fortuna non si fece neanche nna sgraffia tura, e così infervorato come era, mise subito la bocca al foro e gridò: «Popolo, niente di male [...]

[...] che lo chiama vano Rana; era un disperataccio, uno di quei mascalzoni di città che per un bicchierin d'assenzio stilettano un uomo, la vera schiuma [...]

[...] dei birbanti. 187 Una volta in quel paese c'era un certo lavoro da fare a cottimo, e lo volevo pigliare io, perchè ci vedevo dell'utile assai; ma [...]

[...] c'era uno che mi dava noia, perchè aveva più polvere di me e era anco più conosciuto, e non sapevo come levarmelo di tra i piedi. Un giorno, la [...]

[...] altro che non ci aveva che veder nulla e forse non lo conosceva neanco di persona! LXXIX. Iacopino Anco Iacopino era strambo la su' parte [...]

[...] delle più amene era la notte quando burrascava e tonava con rovesci d'acqua, vento e saette! Quando lui s'accorgeva che gonfiava una gran tempesta [...]

[...] lasciano. A Iacopino colla moglie non gli venne più fatto di parlarne. Dopo quindici o diciotto giorni, una sera Iacopino era a cena. Sentono bussare, e [...]

[...] Iacopino va a aprir lui. Era il legnaiolo colla cassa da morto sulle spalle. - «O! bravo Domenico, l'avete già fatta? Passate, passate». La moglie [...]

[...] la voglio! ... Dice che una volta nel domo di Firenze c'era stata messa una lampada d'argento dinanzi all'immagine d'un santo. Ora venne [...]

[...] in mente a un ladracchiolo di rubarla, e che ti stilla? Nel tempo che c' era una gran piena di popolo a pregare, questo furbone si fa avanti e [...]

[...] ?» - «Perchè ci raccontava che stamani Ghitona era quasi in agonia, e a mala pena si vedeva rifiatare, e stava lì a occhi serrati, e non si moveva [...]

[...] una Madonna, gli riusciva un soldato! Avrebbe dato l'animaccia al diavolo per due soldi. Una volta che era più scannato del solito e non sapeva [...]

[...] ; tanto più ora che il diavolo ci si era messo di piccia a mandargli tutto a trottoloni e a rovesciargli addosso il corbello delle disgrazie; di [...]

[...] maniera che, per farvela lunga e corta, passato l'anno e venuto il momento di rirendere la somma, 200 era asciutto come l'esca e pulito come una [...]

[...] nato con tutti e due i piedi o con uno solo, in città o in campagna, se .... Una volta in una strada c'era un carro fermato davanti a una porta [...]

[...] , senza buoi, nè cavalli, nè muli; era là verso le due dopo mezzogiorno. 203 Sulla porta non c'era nessuno, sul carro non c'era nessuno, per [...]

[...] quella strada non c'era altro che un ometto che se ne veniva tranquillo pe' fatti suoi. Arrivato al carro passò dalla parte della porta, chè da [...]

[...] mezzo morto. Che era stato? Era stato che nell'orto di quella casa ci lavoravano; dovevan portar via dei sassi, e cinque o sei s'erano messi in fila [...]

[...] e facevano il passa passa o la lombardata, come dicono nel Fiorentino, dal dentro al fuori, e l'ultimo di sulla soglia che era giù bassa li [...]

[...] buttava sul carro. Eran le due, avevano ricominciato allora e quel pover'uomo si trovò proprio di contro al primo che era scaturito. Domando e dico se [...]

[...] dei profumi non ci si può stare. O senti! C'era un uomo al mio paese che in verità era sfortunatissimo. Un giorno fra gli altri aveva giocato a [...]

[...] aveva giocato al giuoco del pidocchio e aveva perso anche a quello. Era un divertimentino che aveva imparato in S. Giorgio una volta che ci era [...]

[...] sera del venerdì Santo faceva la predica della Passione secondo il solito. Era un predicatore di spolvero, da dire: in fin qui ci si arriva, ma più [...]

[...] là no. Alle sue prediche ci era sempre pieno zeppo che non ci sarebbe capito più un pippolo di panico; scasava; correvano tutti da tutte le parti a [...]

[...] non se ne sapevano votar la bocca dalla gran maraviglia. Quella sera faceva dunqne la predica della Passione, e ci si era messo con tutto il cuore e [...]

[...] un certo punto dettero in uno scoppio cli pianto. Era un pianto generale per tutta la chiesa « Gesù mio, misericordia! Gesù mio, misericordia [...]

[...] ritrovava qnel predi catore! LXXXV. L'ebreo convertito Una volta un ebreo si convertì e si fece cristiano, e al battesimo, di Mosè che era [...]

[...] avanti, lo chiamarono Giovanni. Era assai osservante, ma poi non miga bacchettone. Si sa, un uomo ... - Ora eccoti che venne una festa che ci erano [...]

[...] pappagallo che scappa Anche questa mi par bellina. La contava uno del mio paese che era stato vent'anni e più là per le Mèriche, e a volergli far [...]

[...] ». Io mi ci farei spellare! Quando una cosa è vera, o crederci o non crederci, è vera. 209 Là in America, in provincia di Mina dov'ero io, ci era [...]

[...] pezzi d'opere, diceva tutto. Sentire una cosa e impararla era lo stesso. Questo signore tutte le sere all' istess'ora diceva il Rosario, colle sue [...]

[...] una compagnia. Furon sentiti; la cosa si sparse alla lontana, e principiò a andare la voce che nella foresta tale, nel punto tale, c'era apparso [...]

[...] povera donna fuori di sè Ci avevano detto che non poteva campare, perchè aveva battuto la testina e s'era guastata dentro. Andammo anche noi [...]

[...] farla riavere. Dallo svenimento si riebbe, ma era fuori di sè dal gran dolore e vagellava nel letto con un febbrone che la tramutava, aver perduto [...]

[...] posti era venuto a Roma; e lì a forza di sentir dire e di sentirsi ripetere e predicare, si convertì. Mutò religione e si fece cristiano [...]

[...] puntualmente, col su' battesimo, colla su' cresima, insomma con tutti i sacramenti; anzi andò tanto in là che si fece anco prete. Era un uomo già strui to di [...]

[...] eh?!) quando morì il papa, riuscì eletto papa lui. Dunque diventò papa, era papa, e sapeva tenere anche il suo posto che nessuno poteva trovar mai [...]

[...] doppio. Quando fu il momento, eccoti per tutta Roma un grande scampanio; don don, don don, don don, che assordava gli orecchi. Il papa che era quasi [...]

[...] moribondo, quando sentì quel frastuono di campane, aprì gli occhi e domandò che c'era di nuovo, e perchè si sanava così a allegria. Allora quel [...]

[...] ..... Ahaa! era per volervi dire una burla che fu fatta appunto per un Fieragosto tant'anni fa. E oramai, benchè sia più lunga la rincorsa del tiro, anzi [...]

[...] Giovannin di Burico; e loro non ce l'avrebbero voluto, perchè era uno sfacciato, impertinente, senza discrezione e senza vergogna, che fra le altre [...]

[...] , quando gli passava il piatto davanti, ci cascava su Attila flagellum Dei: quare me ripulisti! e poveraccio chi veni va dopo! E poi era uno zuccon [...]

[...] boia, che tutte le cose dovevano andare a su' modo; non era mai contento di nulla, e tutto quello che facevan gli altri era sbag liato e fatto male [...]

[...] . Insomma era un di que' brutti ludri che dove son loro non e' è da passare più un'ora in pace e tran quillità. Gli avevan fatto capire che non ce ne [...]

[...] da Biroldo, che si poteva dire il ca po, e per di più era anco cuoco finito: «Biroldo, m'è stato regalato così e così un paio di capponi; si [...]

[...] entrare dove non sei chiamato, e a comandare dove non ti spetta? 225 Che maccheroni e non maccheroni, quando noi s'era ordinata la minestra? Quelli lì [...]

[...] d'autorità più 'n su. Beppe era un contadino di quelli di Botro, e era il capo di casa. Aveva in cantina una botte di vino che avrà tenuto da [...]

[...] prete Cei era in floribus una cinquantina d'anni fa. Non l'ho conosciuto neanch'io, ma me ne han parlato i vecchi di quei tempi, vo' dire i vecchi [...]

[...] che allora eran giovani, si capisce. Era un còso alto, tarchiato, grasso e grosso e ignorantotto pur assai, 227 e quando si pigliava cogli altri [...]

[...] ), aveva sempre questa parola: «A sapienza siàn lì lì; a quattrini n'ho più io, e a questi (mostrando i pugni chiusi) vi piglio tutti». Era peggio [...]

[...] di papa Sisto che non la perdonò neanche a Cristo. Una volta, quando era rettore nel terzo o quarto paese (perchè ogni po' po' doveva mutare, da [...]

[...] tanto che si faceva voler bene), s'era messo in un prunaio per via di una ragazza, ma oo! proprio una faccenda seria. I paesani l'ingollavan male [...]

[...] , e bofonchiavano; certi giovanotti fumini, prima gli allentarono qualche legnata sorda; poi, si vede non era bastato, una sera che tornava a casa [...]

[...] Chi voleva prete Cei, non era mica in chiesa col breviario davanti, aibò! Ohi voleva prete Cei, era in cantina o all'osteria col bicchiere in mano [...]

[...] muore; dunque per morir bene bisogna mangiar bene». Lo diceva e lo faceva, chè per bere era una spugna, e per mangiare avrebbe divorato vitam [...]

[...] aeternam e sarebbe corso di dietro a mnmen. Figuratevi che una volta che l'acqua l'aveva rinchiuso in un paesetto dove non c'era macello, si fece fare [...]

[...] frate, e si passava per frate, ma vi assicuro io che di frate non aveva altro che la 232 tonaca, ma tutta patacche e rinfrignatnre, e non era stato [...]

[...] invece era tutta pepe e tutta sale. «Tùn tùn!» «Chi è?» «San Francesco!» Lei apre, e quando lo vide, lo riconobbe subito; sapeva chi era, e come [...]

[...] sempre col ritornello: «Ogni elemosina che si fa a un povero frate, si leva un' anima dal purgatorio». Per appunto pochi giorni avanti era morta una [...]

[...] persona parente cli questa donna; però disse: «Venga oltre, romito. Mi morì per appunto questi giorni passi una cugina: era una donna buona [...]

[...] , apre l'arcone che era pieno di farina, e il romito mette giù il sacco e para, e lei a belle palettate ci tirava dentro la farina. Quando ce ne fu così [...]

[...] gli stette d'incanto come la collana alla sposa. Questo prete Nòccolo era un pretonzoletto buono assai, per dire la verità, ma curioso insino alla [...]

[...] punta dei capelli, ficcanaso, entrante che in tutto voleva mettere il ·becco, e saccentare in ogni cosa, e fare le prediche anche quando non era [...]

[...] . La cosa era in volgo, e chi gli tirava bottoni da una parte e chi dall'altra. Anche Menno, per dargli la stecca, fa: «Che hai, Luvigino, che ti sei [...]

[...] quello mi svagò un forbicio il Bello di Brancoli, quando si volse ammazzare. Lo chiamavano il Bello da tanto che era brutto: un viso che faceva [...]

[...] paura allo spavento! Ma vi credete che si ridesse pogo, quando si riseppe la cosa! Se ne disse nel contorno per una settimana. Era contadino e l'aveva [...]

[...] co' suoi di casa, col padrone, col fattore, per certe spartizioni; col prete poi ce l'aveva a morte, perchè s'era rimessa in lui e gliel'aveva [...]

[...] all'inferno!» e riscendeva con tutti i riguardi; ma quando si sentiva mozzare il fiato, risaltava subito su e dava negli urli! La moglie, che era a governare [...]

[...] morire! Dirébbi! disse Bombino. A neo Brogio di Còppori si voleva buttar giù dalla finestra negli ultimi tempi che era malato; e ogni momento lo [...]

[...] merita, perchè è veramente buona, buona d'indole, tranquilla, senza veleno e senza rispostacce traverse. Anco da ragazzina era lavoratora e lavorava di [...]

[...] tira. Quando gli chiappava la voglia, scendeva in cantina con questo pippone e lì pippa. Era da quanto la Strigliaccia. Quella era peggio delle [...]

[...] se lo sgarganella seduta stante; poi va a casa, sconca i panni, li asciuga così belli sùdici, e te li rimette nel banco! D'ogni cosa era trincona [...]

[...] quello si suol dire che la coscienza va e viene come la bazzerana. Eccovene un bell'esempietto. In un paese su della montagna c'era un uomo alto [...]

[...] , grosso, nerboruto e prepotente, che a forza di riffe s'era fatto nn mucchio di nemici; ma lui pareva che se la ridesse, perchè aveva un braccio che [...]

[...] , il bighellone. L'arte di Michelaccio sì che gli piace, mangiare e bere e anelare a spasso; ma Duralla era un gran santo. Ci ha la polla in casa [...]

[...] n'apparia! che bocca! Eran tre cani che andavano a caccia, era Bocchino, Boccone e Boccaccia! Che viso! Fa spavento alla paura. «Ora poi son diventata [...]

[...] la gente dice e dice e poi si cheta, e che due buone orecchie stancano cento lingue. IC. Se le scuse valessero! Cecchina di Piantella era [...]

[...] infatti era un pover'uomo tribolato in canna e più in terra della porcacchia. Allora il prete la cominciò a prendere per le buone, la fece lunga, ma la [...]

[...] conclusione era che dovesse rassegnarsi ed essere contenta, che sarebbe andata in paradiso. - «Ma io sto ben qui e non me ne importa di muovermi di [...]

[...] ' corbelli!!» C. Il Gomitolo della vita Questa novella qui non è di quelle nostrali, ma me la contò un lucchese che era stato non so mai quanti [...]

[...] altri pensieri. Era pur bello! Bianco e rosso in viso, biondo e ricciutino, con due begli occhi neri che gli ridevano prima della bocca; e veniva su [...]

[...] , chè muterai. Bada però, il fine del filo è il fine della tua vita. Hai inteso? Adelio». Lo baciò in sulla fronte e scomparve. Il bimbo era rimasto [...]

[...] genio, tutto tutto non l'aveva inteso, ma però aveva capito benissimo che quando era noiato dello stato presente, se tirava il filo, sarebbe passato [...]

[...] , il più bel fiore di quel giardino, era la sua cara amante, innamorata di lui e lui di lei. Che momenti furono quelli per lui le prime volte che si [...]

[...] della passione, gli parevano il principio dell'eternità! Non potendo più resistere, tirò il filo: l'Università era finita, e lui aveva sposato la [...]

[...] sempre una gran 264 disgrazia». Va al solito filo, e subito quei figliuoli chi era avvocato, chi dottore; e le fanciulle tutte maritate in una [...]

[...] specchio, e si vide tutta la barba e tutti i capelli bianchi. A mala pena si era accorto di averci qualche filo brinato. Torna a vedere il gomitolo, e era [...]

[...] piccino piccino, e quasi agli sgoccioli. Allora lo mise sotto chiave e lo teneva riguardato; ma era in fondo e dopo pochissimo tempo si finì da sè [...]

[...] , e anche lui terminò di vivere. Indovinate un po' quanto era campato? Neanche bene bene un mese, neanche trenta giorni!! E quel ministro che [...]

[...] mese e l'anno, per goder subito quel piacere che ci apparisce lontano. E poi ne ricavava anche un altro discorso, e era questo: che la vita [...]

Verga Giovanni
Novelle rusticane
33 1883 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga a cura di G. Forni - Interlinea Edizioni 256 occorrenze

[...] bestemmiavano poi come turchi al far dei conti. «Guarda ciò che sono e non da chi son nato» dice il proverbio. 3 Da chi era nato lui, tutti lo [...]

[...] baronessa, si faceva aspettare in anticamera dal fratello, col lanternone in mano. Nel far del bene cominciava dai suoi, come Dio stesso comanda; e s’era [...]

[...] fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale – ma non quando c’era lo zio, ch’ei non era di quei preti i quali [...]

[...] ; e andava attorno per le case de’ pezzenti con una sottana lacera che era uno scandalo per la Religione. Il Reverendo voleva portarsi avanti; e ci [...]

[...] chiotto in cella, dopo di aver attizzato il fuoco, e in tal modo era arrivato ad esser reverendo con tutti i denti, che gli servivano bene; e al [...]

[...] padre Giammaria che era stato lui a ficcarsi quello scorpione nella manica, ognuno diceva: – Ben gli sta! 5 Ma il padre Giammaria, buon uomo [...]

[...] , rispondeva, masticandosi le labbra colle gengive nude: – Che volete? Costui non era fatto per cappuccino. È come papa Sisto, che da porcaio arrivò ad [...]

[...] essere quello che fu. Non avete visto ciò che prometteva da ragazzo? Per questo padre Giammaria era rimasto semplice guardiano dei Cappuccini, senza [...]

[...] , e c’era da fare in cucina, lo accolsero per dare una mano. Padre Giammaria, il quale aveva il cuore buono, gli disse: – Ti piace lo stato? e tu [...]

[...] protestavano che se entrava frate era finita per loro, e ci rimettevano i danari della scuola, perchè non gli avrebbero cavato più un baiocco. Ma lui [...]

[...] che era frate nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: – Sta a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l’ha chiamato [...]

[...] ! Il padre Giammaria l’aveva preso a ben volere perchè era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa [...]

[...] quegli occhi bassi e quelle labbra cucite, quando si trattava di un affare scabroso coi signori, che c’era da disputarsi all’asta le terre del [...]

[...] . Abbiate pazienza! Sì, avevano pazienza! per forza dovevano averla! Poichè egli era tutt’uno 7 col giudice e col capitan d’armi, e il re Bomba gli [...]

[...] . Una vecchia zia che aveva dovuto tirarsi in casa, per non fare mormorare il prossimo, e non era più buona che a mangiare il pane a tradimento [...]

[...] mandato sotto suggello di confessione, e non poteva darlo a nessuno. Il giudice in persona era andato a chiederglielo ginocchioni per sua moglie che [...]

[...] moriva, e s’era sentito rispondere dal Reverendo: – Comandatemi della vita, amico caro; ma per cotesto negozio, proprio, non posso servirvi. Questa [...]

[...] era storia che tutti la sapevano, e siccome sapevano che a furia di intrighi e d’abilità era arrivato ad essere l’amico intrinseco del re, del [...]

[...] rosicare. Ma ciò che li faceva mormorare era che quel servo di Dio li smungesse peggio dell’anticristo, allorchè avevano da spartire con lui, e non si [...]

[...] nessuno. E la messa stessa lui non la celebrava altro che la domenica, quando non c’era altro da fare, che non era di quei pretucoli che corrono dietro [...]

[...] , e se ne rideva del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati [...]

[...] Reverendo, che non era lì per confessare, lasciava dire, e si tirava l’asino nella stalla. Dopo che era divenuto ricco aveva scoperto nella sua famiglia [...]

[...] aveva chiesto lo svincolo e s’era pappato il podere definitivamente. Solo gli seccava per quei denari che si dovevano pagare per lo svincolo, e [...]

[...] della bile assai, fin dal 1860, quando avevano fatto la rivoluzione, e gli era toccato nascondersi in una grotta come un topo, perchè i villani [...]

[...] , tutti quelli che avevano avuto delle quistioni con lui, volevano fargli la pelle. In seguito era venuta la litania delle tasse, che non finiva più [...]

[...] figliuoli? Io mi son fatto prete per non averne. Però assolveva, come era obbligo suo; ma nondimeno nella testa di quella gente rozza restava qualche [...]

[...] a tutti col dire: – La legge è così e così. – Ed era sempre come giovava a lui. Nel buon tempo passato se ne rideva dei nemici, degli invidiosi [...]

[...] avevano fatto togliere la messa e la confessione. Ebbene? E poi? Egli non aveva bisogno del vescovo nè di nessuno. Egli aveva il fatto suo ed era [...]

[...] rispettato come quelli che in paese portano la battuta; egli era di casa della baronessa, e più facevano del chiasso intorno a lui, peggio era lo [...]

[...] scandalo. I pezzi grossi non vanno toccati, nemmeno dal vescovo, e ci si fà di berretto, per prudenza, e per amor della pace. Ma dopo che era [...]

[...] giudice, nè presso il capitano d’armi; adesso non poteva nemmeno far imprigionare con una parolina, se gli mancavano di rispetto, e non era più [...]

[...] avrebbero detto Caio e Sempronio, e trinciava giudizi come Salomone! Perfino la roba che si era acquistata col sudore della fronte gliela invidiavano, 14 [...]

[...] stato il suo erede, e si sarebbe trovato ricco senza muovere un dito. La mamma, poveretta, non era più buona a nulla, e campava per penare e far [...]

[...] , allungate un po’ le cavezze per la notte, steso un po’ di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due volte sui ciottoli umidi [...]

[...] delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a [...]

[...] sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c’era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa [...]

[...] rubassero. Giusto in quel momento vennero a dirgli che il Re voleva parlargli. Veramente non era il Re che voleva parlargli, perchè il Re non [...]

[...] tasca, come uno qualunque. Compare Cosimo avrebbe dovuto esserne contento, perchè il suo mestiere era di fare il lettighiere, e proprio allora [...]

[...] trionfale che girava per le vie, col ritratto del Re e della Regina, nè la chiesa di San Giacomo tutta illuminata, che sputava fiamme, e ove c’era il [...]

[...] Santissimo esposto, e si suonavano le campane pel Re. Anzi più grande era la festa e più gli cresceva in corpo la paura di doverci avere il Re [...]

[...] vigore, come se il Re pesasse il doppio di tutti gli altri. Lo stallatico era pieno di soldati di cavalleria, con tanto di speroni ai piedi, che non [...]

[...] portava il Re; e giusto era venuta tanta acqua dal cielo in quei giorni che la gente doveva avere addosso la rabbia di vedere il Re per mettersi in [...]

[...] si affacciava dal fienile tutta sonnacchiosa, grattandosi la testa. Ancora era buio come a mezzanotte, ma la gente andava e veniva per le strade [...]

[...] non finiva più, aspettando il Re, per dargli il buon viaggio, e suonava con tutte le sue campane per dirgli che era ora di andarsene. Che non li [...]

[...] spuntava appena l’alba cenerognola, e la valle era tutta un mare di nebbia; eppure la folla era fitta come le mosche, col naso nel cappotto, e [...]

[...] suo marito, che non par vero! 21 Il Re invece era un bel pezzo d’uomo, grande e grosso, coi calzoni rossi e la sciabola appesa alla pancia; e si [...]

[...] grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa. Il Re [...]

[...] disse una parola ad uno che gli era vicino, e bastò perchè non tagliassero la testa al padre della ragazza. Così ella se ne andò tutta contenta, che [...]

[...] si raccomandava a Dio, come fosse in punto di morte, mentre tutta la carovana, col Re, la Regina e i soldati, si era messa in viaggio in mezzo [...]

[...] riempire d’orzo le mule per portare quella miseria, regina tal quale era! Ma ella poteva far tagliare il collo alla gente con una sola parola, così [...]

[...] arrivarono alla Zia Lisa, che era accorsa una gran folla a vedere il Re, e davanti ad ogni bettola c’era il suo pezzo di maiale appeso e scuoiato per la [...]

[...] diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n’erano ancora, ed era una porcheria. Ma allora [...]

[...] le strade carrozzabili. E più tardi, quando gli presero il suo Orazio, che lo chiamavano Turco, tanto era nero e forte, per farlo artigliere, e [...]

[...] grazia! e il Re con una parola l’aveva 26 mandata via contenta. Nè voleva capire che il Re d’adesso era un altro, e quello vecchio l’avevano [...]

[...] facendo vedere alla Giustizia che non era il caso di ribellione, perchè l’acchiappaporci quel giorno non aveva il berretto col gallone del [...]

[...] massaro Vito. – Se avessi ancora la mula baia, spazzerei la strada colle mie mani. Anche qui c’entrava don Licciu Papa. Egli era venuto a pignorare la [...]

[...] citato per riscuotere il credito della mezzeria, non seppe che rispondere. La chiusa dei Grilli era buona soltanto per far grilli; il minchione [...]

[...] era lui, se era tornato dalla mèsse a mani vuote, e massaro Venerando aveva ragione di voler esser pagato, senza tante chiacchiere e tante dilazioni [...]

[...] stivaloni come un’anitra ingrassata, non potè stare di domandare al cancelliere se era vero che gli vendevano la mula. – Silenzio! interruppe il giudice [...]

[...] Vito, seduto sugli scalini, col mento fra le mani, non voleva dir nulla che la mula era vecchia, ed eran più di 16 anni che gli lavorava. Essa stava [...]

[...] quelli che hanno da spendere. Questo lo sapeva anche curatolo Arcangelo, che quando era stato in causa col Reverendo per via della casuccia, perchè il [...]

[...] sasso! Il Reverendo coi suoi denari si affitta la meglio lingua d’avvocato, e vi riduce povero e pazzo. Il Reverendo, dacchè s’era fatto ricco, aveva [...]

[...] in uscio. – Vedete, compare Arcangelo mio, senza cucina non ci posso stare! Bisogna che siate ragionevole. Compare Arcangelo non lo era punto, e si [...]

[...] ostinava a pretendere di voler morire nella casa dove era nato. Tanto, non ci veniva che una volta al sabato; ma quei sassi lo conoscevano, e se [...]

[...] basilico sul davanzale? Non era padrone d’inaffiare i suoi fiori? Curatolo Arcangelo aveva la testa dura peggio dei suoi montoni, e ricorse alla [...]

[...] Giustizia. Vennero il giudice, il cancelliere, e don Licciu Papa, a vedere 34 se il Reverendo era padrone d’inaffiare i suoi fiori, che quel giorno non [...]

[...] stare colle pecore, chè quella maledetta casa non voleva vederla più, finchè era al mondo. Ma allora uscì in campo il barone, l’altro vicino, il quale [...]

[...] c’era cascata, col veder tutti i giorni alla finestra il signorino, che dapprincipio le rideva, e le mandava i baci e il fumo della pipa, e le [...]

[...] vicine schiattavano d’invidia. Poscia a poco a poco era venuto l’amore, talchè adesso la ragazza non ci vedeva più dagli occhi, e aveva detto chiaro [...]

[...] qui, nessuno saprà le nostre disgrazie, – diceva. Ma il giudice gli rispose che la Nina aveva già gli anni del giudizio, ed era padrona di fare [...]

[...] nessuno si era rifiutato a lasciar pigliare la sua roba pel Sacro Mistero. Lo zio Memmu, al vedere nella sua chiusa il sagrestano a stroncare e [...]

[...] rossa, e sciorinare in fondo il cortinaggio nuovo di massaro Nunzio, che si era maritato allora allora, e faceva un bel vedere nel bosco e coi [...]

[...] lampioni davanti. Il Mistero rappresentava la Fuga in Egitto, e la parte di Maria Santissima l’avevano data a compare Nanni, che era piccolo di [...]

[...] statura, e si era fatta radere la barba apposta. Appena compariva, portando in collo Gesù Bambino, ch’era il figlio di comare Menica, e diceva ai [...]

[...] vedere San Giuseppe inseguìto dai ladri peggio di un coniglio, e pensava a suo marito, quando gli era arrivato alla capannuccia della vigna tutto [...]

[...] l’erano portato via per mare, che non ci era mai stato, il poveretto, colla sporta in spalla, e legato coi compagni di galera, a resta come le [...]

[...] cipolle, egli si era voltato a guardarla per l’ultima volta con quella faccia, finchè non la vide più, chè dal mare non torna nessuno, e non se ne [...]

[...] che aveva scritto! e diceva pure che era tutta roba di sua invenzione. Già lui avrebbe messo Cristo in croce colle sue mani per chiappargli i tre [...]

[...] Menico non aveva espropriata la casuccia, perchè era fabbricata sulla sciara della chiesa, e ci pesava addosso un censo di due tarì all’anno che lo [...]

[...] zio Menico non era riescito a pagar mai? Allorchè aveva fabbricato la casuccia, tutto contento, trasportando i sassi colle sue mani, non gli [...]

[...] ? Il difficile era di metterli insieme tutti e due alla scadenza, e Don Angelino gli rispondeva, stringendosi nelle spalle: – Cosa posso farci [...]

[...] pane» diceva lui. Adesso s’era appeso alla fune del campanile e suonava a tutto andare, mentre Trippa batteva sulla gran cassa, e le donne [...]

[...] , la vigilia del venerdì santo, Nanni e mastro Cola s’incontrarono in quello stesso luogo, di notte, che c’era la luna di Pasqua, e ci si vedeva [...]

[...] l’aveva sorpresa tutta sossopra e discinta, e aveva sentito qualcuno sgattaiolarsela dal cancello dell’orto. – Chi c’era qui con te? È meglio [...]

[...] non era vero, giurava per l’anima di suo marito, e chiamava a testimonii il Signore e la Madonna appesi a capo del letto, e baciava colle mani in [...]

[...] dici! – Egli non sapeva che la Venera s’era incapricciata di mastro Cola quando l’aveva visto a fare il ladro del Mistero colla barba di pelle [...]

[...] pregare Dio per la buona annata, e lasciava solo Don Angelino a battersi le spalle colla disciplina; anzi quando il sagrestano era andato a far [...]

[...] della buona ventura, e la povera madre s’era levati di bocca tre tarì per fargli dire una messa da Don Angelino. Il medico scrollava il capo [...]

[...] sangue che si era trovato nella piazzetta, poichè mastro Cola annaspando e barcollando era andato a cascare giusto nel punto dove l’anno prima [...]

[...] che si era ridotto pelle ed ossa, e aveva una pancia grossa come un tamburo, che lo chiamavano il Rospo anche pel suo fare rozzo e selvatico, e [...]

[...] che la madre divenne curva come un gancio dai crepacuori, e il padre che era grosso e grasso, stava sempre sull’uscio, onde non vedere quelle [...]

[...] speranza! per me non c’è più speranza! – Tutto sua sorella Agata, che non voleva morire perchè era sposa! – osservava compare Carmine di faccia a [...]

[...] gli aveva mangiato il cervello e la polpa delle gambe, e gli era entrata tutta nella pancia gonfia come un otre, l’aveva lasciato contento come una [...]

[...] ! e la mattina li strigliava e li governava. Più tardi era stato attratto dalla ferrovia che costrussero lì vicino. I vetturali e i viandanti erano [...]

[...] prossimo suo come un coccodrillo! – Ma non era vero che ci avesse fatto il callo, perchè quando gli era morta comare Santa, ed era la terza, egli [...]

[...] là. Il poveraccio, dacchè s’era levato dinanzi agli occhi il solo uomo che gli avvelenava l’esistenza, non ci aveva più che due nemici al mondo: la [...]

[...] , e compare Mommu stava accanto al suo casotto colla bandieruola in mano; ma fin lassù, dopo che il treno era svanito nelle tenebre, si udiva [...]

[...] malaria non ci era. Infine quando non potè pagar più l’affitto dell’osteria e dello stallazzo, il padrone lo mandò via dopo 57 anni che c’era stato [...]

[...] . Guardate comare Angela! – Ier sera, aggiunse la Licodiana, ho visto compare Meno sull’uscio, che era tornato dalla vigna prima dell’avemaria, e si [...]

[...] bene come fosse sua mamma davvero, perchè l’orfanella era anche sua nipote. La piccina, udendo che parlavano di lei, si mise a piangere cheta cheta in [...]

[...] spalle grosse. – Questa è spina che non mi si leva più dal cuore! Vera santa era quella donna! che, senza farvi torto, non me la meritavo. Fino ad [...]

[...] ieri, che stava tanto male, s’era levata di letto per andare a governare il puledro slattato adesso. E non voleva che chiamassi il medico per non [...]

[...] casa, al da fare che ci era, a questo e a quell’altro, che non finiva più di parlare, e di farmi le ultime raccomandazioni, come uno quando parte [...]

[...] chiuso a chiave; e poi lì di faccia ci sta la cugina Alfia, per tenerla d’occhio. L’asino della vicina Angela era disteso in mezzo al cortile, col [...]

[...] per confortarla. Siamo rovinati tutti e due. Egli s’era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedova, colla figliuoletta fra le ginocchia, e [...]

[...] , quand’ebbe finito di sfornare il pane, venne nel cortile anche lei colla cugina Alfia, che si era messa la veste nuova, e il fazzoletto di seta in [...]

[...] ! Quella sì che dovrà pensarci sempre! La cugina Alfia vide che era tempo d’accostarsi anche lei, colla faccia lunga, e ricominciò le lodi della morta [...]

[...] rannicchiarsi col volo breve dietro le zolle, e il sibilo dell’assiolo nel bosco. Pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la [...]

[...] terra, e che gli si camminasse sulla pancia. – Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a [...]

[...] col berretto in mano. Nè per questo egli era montato in superbia, adesso che tutte le eccellenze del paese erano suoi debitori; e diceva che [...]

[...] eccellenza vuol dire povero diavolo e cattivo pagatore; ma egli portava ancora il berretto, soltanto lo portava di seta nera, era la sua sola grandezza [...]

[...] , e da ultimo era anche arrivato a mettere il cappello di feltro, perchè costava meno del berretto di seta. Della roba ne possedeva fin dove [...]

[...] spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto. Era che ci aveva pensato e [...]

[...] ripensato tanto a quel che vuol dire la roba, quando andava senza scarpe a lavorare nella terra che adesso era sua, ed aveva provato quel che ci vuole a [...]

[...] , nella campagna, 74 era per la vendemmia di Mazzarò. Alla mèsse poi i mietitori di Mazzarò sembravano un esercito di soldati, che per mantenere [...]

[...] , col nerbo in mano, non ne perdeva d’occhio uno solo, e badava a ripetere: – Curviamoci, ragazzi! – Egli era tutto l’anno colle mani in tasca a [...]

[...] . Tutta quella roba se l’era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria [...]

[...] altro che la sua roba. Quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba. Ed anche la roba era fatta per lui, che pareva ci avesse la [...]

[...] calamita, perchè la roba vuol stare con chi sa tenerla, e non la sciupa come quel barone che prima era stato il padrone di Mazzarò, e l’aveva raccolto [...]

[...] per carità nudo e crudo ne’ suoi campi, ed era stato il padrone di tutti quei prati, e di tutti quei boschi, e di tutte quelle vigne e tutti quegli [...]

[...] brava croce. Al barone non rimase altro che lo scudo di pietra ch’era prima sul portone, ed era la sola cosa che non avesse voluto vendere, dicendo a [...]

[...] Mazzarò: – Questo solo, di tutta la mia roba, non fa per te. – Ed era vero; Mazzarò non sapeva che farsene, e non l’avrebbe pagato due baiocchi [...]

[...] gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortuna: quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di [...]

[...] andare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato giorno e notte, meglio di una macina del mulino, per fare la roba; e se il [...]

[...] lui non gliene importava del denaro; diceva che non era roba, e appena metteva insieme una certa somma, 78 comprava subito un pezzo di terra; perchè [...]

[...] era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le [...]

[...] il vostro parentado! Compare Neli lo sapeva meglio di lui; ma non era minchione per dir di sì, e stava sulla sua colla mano in tasca, alzando le [...]

[...] avevano denari per comprare, era meglio non venire alla fiera, e non far perdere il tempo ai cristiani, nella santa giornata che era. Compare Neli [...]

[...] : – Quello è il fatto nostro. La padrona dell’asino di tanto in tanto correva a vedere cosa s’era fatto, e al trovare suo marito colla cavezza in mano [...]

[...] sole di maggio era caldo, sicchè di tratto in tratto, in mezzo al vocìo e al brulichìo della fiera, succedeva per tutto il campo un gran silenzio [...]

[...] le orecchie, e il suo padrone s’era messo a sedere tristamente sui sassi, colle mani penzoloni anch’esso fra le ginocchia e la cavezza nelle mani [...]

[...] quaranta lire è un minchione, in coscienza! Ci costa di più a noi! 86 – Stamattina era pazzo ad offrire trentacinque lire! – ripicchiava compare Neli [...]

[...] lire e cinquanta che era costato, e la paglia che si mangiava. Intanto badava a saltellare dietro a compare Neli, cercando di addentargli il giubbone [...]

[...] per giuoco, quasi sapesse che era il giubbone del padrone nuovo, e non gliene importasse di lasciare per sempre la stalla dov’era stato al caldo [...]

[...] nel cortile, e tutta l’erba con cui s’era fatto grande e grosso le era passata per le mani. La sola che si rammentasse del puledro era la ciuca [...]

[...] portarlo dal maniscalco; ma al padrone non gliene importava nulla, perchè la raccolta era stata buona, e il puledro si era buscate le sue trentadue [...]

[...] volesse bene al puledro era il ragazzo che lo faceva trotterellare pel sentiero, quando tornavano dall’aia; e piangeva mentre il maniscalco 90 gli [...]

[...] vedeva passare l’asino col padrone nuovo, diceva: «Quello era la nostra sorte; quel pelame bianco e nero porta allegria 91 nell’aia; e adesso le [...]

[...] sibilo malinconico, nella nebbia che montava come un mare. Soltanto, siccome l’asino era più piccolo della cavalla, ci avevano messo un cuscinetto [...]

[...] era bianca e screpolata, da tanto che non ci pioveva, e 92 l’acqua veniva tutta in nebbia, di quella che si mangia la semente; e quando fu l’ora [...]

[...] di zappare il seminato pareva la barba del diavolo, tanto era rado e giallo, come se l’avessero bruciato coi fiammiferi. «Malgrado quel maggese [...]

[...] ricchezza! L’asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicchè non avrebbe durato [...]

[...] per la discesa era peggio, perchè tutto il carico gli cascava addosso, e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e con [...]

[...] erbacce che potevano strappare lungo il cammino. Quello del gesso non lo voleva 95 perchè era tutto coperto di cicatrici peggio delle altre sue bestie [...]

[...] . Ma l’asino di san Giuseppe non l’avrebbe riconosciuto più nemmeno la padrona che l’aveva visto nascere, tanto era mutato, quando andava col muso a [...]

[...] padrona stessa era mutata a quell’ora, colla malannata che c’era stata, e la fame che aveva avuta, e le febbri che avevano preso tutti alla pianura [...]

[...] , nemmeno per trentacinque lire. L’inverno, che il lavoro era più scarso, e la legna da far cuocere il gesso più rara e lontana, e i sentieri [...]

[...] gelati non avevano una foglia nelle siepi, o 96 una boccata di stoppia lungo il fossatello gelato, la vita era più dura per quelle povere bestie; e il [...]

[...] tetto come spade, quasi fosse all’aperto, e il vento faceva svolazzare quei quattro cenci di coperta. Prima faceva la lavandaia, ma quello era un [...]

[...] magro mestiere, chè la gente i suoi stracci se li lava da sè, quando li lava, ed ora che gli era cresciuto il suo ragazzo campava andando a vendere [...]

[...] , in grazia di quei soldi che gli era costato, e gli andava a buscare della paglia e del fieno di notte, e lo teneva nel casolare accanto al letto [...]

[...] provvista della legna, e tutto quello che c’era da vendere, e non era molto; sicchè la madre una notte che il suo ragazzo farneticava dalla febbre [...]

[...] , col viso acceso contro il muro, e non c’era un boccone di pane in casa, uscì fuori smaniando e parlando da sola come avesse la febbre anche lei [...]

[...] ci era ancora il prete colla stola, scoppiò subito la guerra tra i figliuoli, a chi toccasse pagare la spesa del mortorio, chè il reverendo lo [...]

[...] mandarono via coll’aspersorio sotto l’ascella. Perchè la malattia di compare Nanni era stata lunga, di quelle che vi mangiano la carne addosso, e la [...]

[...] serva agli altri. – Ei vorrebbe che la facessi alla Rossa! – brontolava Lucia. La quistione grossa era per questa cognata che s’era ficcata nella [...]

[...] gli era sempre alle costole, al Castelluccio, se zappava, se mieteva, a raccogliergli le spighe, o a levargli colle mani i sassi di sotto ai piedi [...]

[...] Rossa non sapeva come fare, e la volontà di Dio era quella. – Ci hai a pensar tu, se ti senti di campare la moglie. Già sai che non posso darti [...]

[...] il verso. La nepitella e il ramerino facevano festa, e la costa del monte, lassù fra i fichidindia, era tutta rossa del tramonto. – Ora andatevene [...]

[...] lo fuggivano e cercavano gli asparagi in mezzo ai sassi, e nel viso che era infocato come se il tramonto vi battesse sopra. – No, compare Santo [...]

[...] era per lui, stavolta col viso scuro ed imbronciato. Allora compare Santo scoraggiato si assettò la bisaccia sulle spalle e si mosse per andarsene a [...]

[...] tasche del giubbone, gongolava, guardando i capelli rossi della sposa, il filato, e tutta l’allegria che ci era per lui quella domenica. Il camparo [...]

[...] faceva giorno andava al podere col marito, tuttochè fosse gravida un’altra volta, chè per riempir la casa di figliuoli era peggio di una gatta. Adesso [...]

[...] dinanzi agli occhi il seminato, chè non vedevano altro fra i sassi della viottola. Gli era come il pensiero di un malato che vi sta sempre grave in [...]

[...] cuore, quel seminato: prima giallo, ammelmato dal gran piovere; poi, quando ricominciava a pigliar fiato, le erbacce, che Nena ci si era ridotte le [...]

[...] netteva la zappa sull’erba del ciglione – Tanta era stata la semente; tanto avrebbe dato se la spiga veniva a 12, o a 10, od anche a 7; il gambo non era [...]

[...] robusto ma il seminato era fitto. Bastava che il marzo non fosse troppo asciutto, e che piovesse soltanto quando bisognava. Santa Agrippina [...]

[...] benedetta doveva pensarci lei! – Il cielo era netto, e il sole indugiava, color d’oro, sui prati verdi, dal ponente tutto in fuoco, d’onde le lodole [...]

[...] tornava a casa tardi, o se non c’era legna per l’inverno, o se la moglie diventava lenta e pigra per la gravidanza: musi lunghi, parolacce ed anche [...]

[...] pane a tradimento. Ella non era più buona che a sentire tutti quei guai, e a covarseli dentro di sè: le angustie di Santo, i piagnistei di sua [...]

[...] quello delle rane, non mancava mai di affacciarsi all’uscio, col fuso in mano. Il Tomo appena tornava dal fiume, gira e rigira pel paese, era sempre [...]

[...] , colle mani penzoloni fra le cosce; e raccontava nel crocchio come si facesse a pescare le rane, che ci voleva una malizia del diavolo. Egli era [...]

[...] quello delle rane era un fannullone, e certo era arrivata all’orecchio di compare Pino. Perciò ad ogni momento scoppiava la guerra tra le due [...]

[...] , poveretta, si metteva di mezzo, colle buone; ma era donna di poche parole, e non sapeva far altro che correre dall’una all’altra, colle 113 mani [...]

[...] delle rane che non si lasciava più vedere. Dopo si venne a conoscere che era andato a stare colla vedova di massaro Mariano; anzi volevano [...]

[...] maritarsi: perchè è vero che non aveva un mestiere, ma era un pezzo di giovanotto fatto senza risparmio, e bello come san Vito in carne e in ossa [...]

[...] non aveva potuto buscarsi un grano da tre giorni, e gli era toccato stare in casa della vedova, a mangiare e bere, e a veder piovere dall’uscio, si [...]

[...] consigliato, di pigliarsela lui la sciancata, e la colpa era sua di essersi lasciato sfuggire il pan di bocca. – Quando siamo giovani – predicava [...]

[...] , sulla schiena, e la più grandicella per mano. Ma gli altri tre però era costretta lasciarli a casa, a far disperare la cognata. Quella della bisaccia [...]

[...] il tempo di raggiungerlo tutta affannata, tirandosi dietro la bambina per la mano, e col petto nudo – non era per guardare i capelli della Rossa [...]

[...] figliuoli. – Almeno si aiutavano l’un l’altro come due buoi dello stesso aratro. Questo era adesso il matrimonio. – Pur troppo lo so anch’io [...]

[...] medicine; ma curatolo Vito era un povero diavolo che campava su di quel po’ di mandra, e il ragazzo 117 lo teneva proprio per carità, chè quelle quattro [...]

[...] compare Nanni, per ingraziarsi la Provvidenza che doveva aiutarlo, doveva, se c’era giustizia in cielo. Che poteva farci se possedeva soltanto [...]

[...] s’era mezzo mangiato. Nonostante zio Cheli, rincantucciato sotto un tettuccio di frasche, lo guardava come la pupilla degli occhi suoi, quel seminato [...]

[...] che gli costava tanti sudori, ed era la speranza dell’annata. Al vedere le pecore che scorazzavano. – Ah! che non ne mangiano pane, quei cristiani [...]

[...] beccano fra di loro. Lucia adesso era ben collocata, in casa di don Venerando, e diceva che voleva 121 lasciarla soltanto dopo ch’era morta, come [...]

[...] campagna quando bisognava. Il padrone s’era arricchito allo stesso modo, stando al servizio del barone, ed ora aveva il don, e poderi e bestiami a [...]

[...] bizzeffe. A Lucia, perchè veniva da una famiglia benestante caduta in bassa fortuna, e si sapeva che era onesta, le avevano assegnate le faccende meno [...]

[...] cassettone e ogni cosa; talchè Lucia voleva lasciarli soltanto dopo che era morta. In quel mentre faceva l’occhietto a Brasi, e gli confidava che fra due [...]

[...] padrone aveva danari quanti ne voleva, e sua moglie portava il manto di seta come una signora, 123 adesso che era magra e vecchia peggio di una mummia [...]

[...] quanta carne mettevano al fuoco. Era ricco, sì, ma sapeva quel che ci vuole a far la roba, e litigava tutto il giorno con sua moglie, la quale aveva [...]

[...] , già tempo. Il padre di Brasi era carradore, nientemeno! e la colpa era del figliuolo che non aveva voluto attendere al mestiere, e si era [...]

[...] sottoscala, o nel cantuccio del forno, quando non c’era Brasi. Ormai a quel cristiano gli voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il giorno [...]

[...] era una galera, e che aveva soltanto tre ore alla sera da andare a spasso o all’osteria; e se Lucia qualche volta arrivava a dirgli, col capo [...]

[...] . Ella stava spillando il vino, accoccolata colla mezzina fra le gambe, e Brasi era sceso con lei in cantina a farle lume. Come la cantina era [...]

[...] glielo diede, rossa di una cosa che non era vergogna soltanto. – Che non ne avete avuti mai? – domandava Brasi ridendo. – O bella! siete tutta [...]

[...] l’altro. – Ah! – disse Brasi, grattandosi il capo. – Andiamo di sopra, che può venire il padrone. Lucia era tutta contenta dopo quel bacio, e le [...]

[...] rompersi il collo con quel vecchiaccio del padrone, e procurarsi la dote colla sua vergogna. Ormai!... Ormai!... Don Venerando l’era sempre attorno, ora [...]

[...] erano come una presa di tabacco. E Brasi non sarebbe stato schizzinoso, no! Una mano lava l’altra a questo mondo. E non era sua colpa se cercava [...]

[...] anch’essa, e corse dalla cognata tutta sottosopra, che non poteva spiccicar parola. Ma quando tornò a casa da suo marito, era tutt’altra, serena e colle [...]

[...] , e sul poggio del Castello c’era un gran brulichìo di comari, nere sull’orizzonte pallido, a vedere in cielo la coda del drago, una striscia color [...]

[...] purgatorio, e Santa Lucia, che era la sua vigilia, di proteggere i campi, e le bestie, e i loro uomini anch’essi, chi ce li avea fuori del paese [...]

[...] . Carmenio al principio dell’inverno era andato colla mandra a Santa Margherita. La mamma quella sera non istava bene, e si affannava pel lettuccio, cogli [...]

[...] dall’altra parte. Carmenio un po’ era corso di qua e di là, a darle retta, e cercare di fare qualche cosa. Poi si era piantato dinanzi al letto [...]

[...] , sbigottito, colle mani nei capelli. Il casolare era dall’altra parte del torrente, in fondo alla valle, fra due grossi pietroni che gli si [...]

[...] uggiolato lungo e lamentevole, seduto sulla coda. – Se sapevo! – pensava Carmenio – era meglio dire a curatolo Decu di non lasciarmi solo. Di fuori [...]

[...] ! Aprì l’uscio per chiamare quelli della mandra dei fichidindia. Ma nessuno l’udiva. Dappertutto era un chiarore denso; sulla costa, nel vallone [...]

[...] Agrippina legata al polso, che s’era fatta nera dal tempo. Nella stessa tasca ci aveva il suo zufolo di canna, che gli rammentava le sere d’estate [...]

[...] ! Bambino Gesù! – A Natale, quando era andato al paese, suonavano così per la novena, davanti all’altarino illuminato e colle frasche d’arancio, e in ogni [...]

[...] guardavano dentro, nel focolare, gelati e neri. Sul suo stramazzo, in un angolo, era buttato un giubbone, lungo disteso, che pareva le maniche si [...]

[...] cogli zoccoli nella pancia della bella mula baia, e gridando da lontano: «Viva Gesù e Maria!» Don Piddu era seduto su di un cestone sfondato, guardando [...]

[...] mutande e senza camicia! Era un pezzo di fratacchione con tanto di barba, e la collottola nera e larga come un bue di Modica, perciò nei vicoli e in [...]

[...] tutti i cortili era l’oracolo delle comari e dei contadini. – Con don Piddu non dovete averci che fare. Guardate che è scomunicato da Dio, e la sua [...]

[...] c’era un peccatore o una mala femmina, od anche gente allegra, andavano a predicargli dietro l’uscio, in processione e colla disciplina al collo [...]

[...] tinello li aveva visti stringersi la mano con don Giovannino, mentre andavano annaspando nella contraddanza. Don Piddu s’era levato il pan di [...]

[...] casata di don Piddu, che fra poco ci fanno il pignoramento? Don Giovannino non badava alla dote. Ma il disonore del pignoramento poi era un altro par [...]

[...] , quel che succedeva. Lei, poveretta, fingeva di non accorgersene. Prima era andata col marito a pregare, a scongiurare, dal notaio, dal giudice [...]

[...] : 143 – Pagheremo domani – pagheremo doman l’altro. – E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto – ed era sangue di [...]

[...] baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perchè quelli che son nati col [...]

[...] fretta e nella disperazione, come un formicaio in scompiglio. A don Marco gli portarono la notizia mentre era a tavola colla famiglia, dinanzi al piatto [...]

[...] son fatti di carne e di ossa come il prossimo. Prova donna Marina, l’altra figlia di don Piddu che s’era buttata al ragazzo della stalla, dacchè [...]

[...] la miseria, non avrebbe creduto di poter cascare più giù. La povera madre lo seppe nel comunicarsi a Pasqua. Una santa, colei! Don Piddu era [...]

[...] campagna a guastar la festa. La porta del convento era chiusa per tutti, ma i giovanotti che avevano da spendere, appena era notte, sgusciavano fuori e [...]

[...] non tornavano prima dell’alba. Ora don Piddu, dopo che gli giunsero all’orecchio certe chiacchiere che s’era lasciato scappare fra Giuseppe, una [...]

[...] sua. Certo quando rincasò prima dell’alba era pallido come un morto, e sembrava invecchiato di cent’anni. Questa volta il contrabbando era stato [...]

[...] una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia. – Il figliuolo della Signora, che era accorso per vedere cosa fosse – lo [...]

[...] moglie lo vide cadere dinanzi al portone, mentre aspettava coi cinque figliuoli la scarsa minestra che era nelle bisacce del marito. – Paolo! 152 [...]

[...] , travolto nella folla. Suo padre si era rialzato due o tre volte prima di strascinarsi a finire nel mondezzaio, gridandogli: – Neddu! Neddu! – Neddu fuggiva [...]

[...] i cappelli! – Non era più la fame, le bastonate, le soperchierie che facevano ribollire la collera. Era il sangue innocente. Le donne più feroci [...]

[...] finestre per vender cara la pelle. La folla chinava il capo alle schiopettate, perchè non aveva armi da rispondere. Prima c’era la pena di morte chi [...]

[...] primo urto gli rovesciarono l’uscio addosso. Egli si afferrava alle gambe che lo calpestavano. Non gridava più. Sua madre s’era rifugiata nel [...]

[...] finestre delle case deserte. Aggiornava; una domenica senza gente in piazza nè messa che suonasse. Il sagrestano s’era rintanato; di preti non se ne [...]

[...] cani! – Il casino dei galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la settimana. Dal campanile [...]

[...] , e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! – Se non c’era più il perito per misurare la terra, e il notaio per [...]

[...] ? – Ladro tu e ladro io. – Ora che c’era la libertà, chi voleva mangiare per due avrebbe avuto la sua festa come quella dei galantuomini! – Il [...]

[...] turco. Questo era l’uomo. E subito ordinò che glie ne fucilassero cinque o sei, Pippo, il nano, Pizzanello, i primi che capitarono. Il taglialegna [...]

[...] madre, qualche vecchiarello, se gli correvano gli occhi verso la pianura, dove era la città, o la domenica, al vedere gli altri che parlavano [...]

[...] doveva vedersi sul mostaccio quello dello speziale, che s’era imparentato a tradimento con lui! Li facevano alzare in piedi ad uno ad uno. – Voi come [...]

[...] loro capo, quello che parlava colla mano sulla pancia, era quasi pallido al pari degli accusati, e disse: – Sul mio onore e sulla mia coscienza [...]

[...] di terra! Se avevano detto che c’era la libertà!... 161 DI LÀ DEL MARE Ella ascoltava, avviluppata nella pelliccia, e colle spalle appoggiate [...]

[...] spalle. Aveva preso il braccio di lui mollemente, coll’abbandono dell’isolamento in cui erano, e s’era appoggiata al parapetto, guardando la striscia [...]

[...] la figura membruta dell’uomo che era al timone, immobile, cogli occhi fissi sul quadrante, e la mente chissà dove. A prua si udiva sempre la mesta [...]

[...] . Arrivederci! – Quando? – Non lo so. Ma non addio. Ed egli la vide porgere le labbra all’uomo che era venuto ad incontrarla 166 nella barchetta. E nella [...]

[...] i campi. Aspettatemi. Non vi fate scorgere, o sono perduta». Era d’autunno ancora, ma pioveva e tirava vento come d’inverno. Egli nascosto dietro [...]

[...] sangue! – Era lei! bianca, tutta bianca, dalla veste al viso pallido. Al primo vederlo gli cadde fra le braccia, colla bocca contro la bocca di lui [...]

[...] signorino; una figlia di compare Santo era andata sposa nella casa di mastro Cola. All’osteria del Biviere un cane spelato e mezzo cieco, che i diversi [...]

[...] gente, e sorgere e tramontare il sole tante volte laggiù! Addio! Anch’essa è lontana. Un giorno venne dalla città una cattiva notizia. Era bastata [...]

[...] due che s’erano detti di voler restare uniti per sempre, era bastata una parola di quell’uomo per separarli. Non era il bisogno del pane, com’era [...]

[...] accaduto a Pino il Tomu, nè il coltellaccio del geloso che li divideva. Era qualcosa di più sottile e di più forte che li separava. Era la vita [...]

[...] rivedevano nella vertigine del carnevale. Egli era andato alla festa per veder lei, coll’anima stanca e il cuore serrato d’angoscia. Ella era là difatti [...]

[...] della magnolia. Come batteva forte il cuore a lui! come era squisita e trepidante la gioia di quel momento! Ma allorchè si rividero l’indomani non [...]

[...] era più la stessa cosa. Chissà perchè?... Essi avevano assaporato il frutto velenoso della scienza mondana; il piacere raffinato dello sguardo e [...]

[...] sempre, e una data. La vita li ripigliava entrambi, l’una di qua e l’altro di là, inesorabilmente. La sera dopo anch’esso era alla stazione, triste e [...]

[...] dinanzi a un uscio. Sul muricciuolo di una piccola stazione, dove il convoglio si era arrestato un momento sbuffante, due innamorati avevano lasciato [...]

[...] scritto a gran lettere di carbone i loro nomi oscuri. Egli pensava che anch’essa era passata di là il mattino, e aveva visto quei nomi. Lontano [...]

[...] , dolce melanconia del tramonto, ombre discrete e larghi orizzonti solitari del noto paese. Addio, viottole profumate dove era così bello passeggiare [...]

Deledda Grazia
La via del male
21 1906 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 356 occorrenze

[...] . Dopo un momento d'esitazione riprese la strada, dirigendosi al vicinato di Sant’Ursula, che è all'estremità di Nuoro. Era ai primi di settembre: il [...]

[...] . - Salute, Pietro - gli disse, con un bizzarro linguaggio, nel quale sul puro senese il dialetto sardo s'era impresso come la patina sull'oro; - che [...]

[...] a sinistra, con un gesto sprezzante che gli era abituale, e tornò sereno; una serenità incosciente che tuttavia aveva qualcosa di sarcastico [...]

[...] . 7 Anzitutto Sabina non era affatto sua. L'aveva incontrata durante le ultime mietiture, e una notte di luna piena, mentre nell'aia le formiche, in [...]

[...] lunghe file silenziose, rapivano il grano, egli, addormentato a bocca a terra, aveva sognato di sposare la fanciulla. Sabina era graziosa: bianca [...]

[...] sogno, aveva preso tempo per risolversi, e ancora non s'era deciso a dichiararle la sua simpatia... - Chi è questa Sabina? - domandò, guardando il [...]

[...] cavallo e si ruppe una gamba, ritornando da Oliena. - Non so; forse aveva assaggiati molti campioni di vino! Perchè era andato per comprare del 1 [...]

[...] accertarsi che non era falsa. Pietro pensò alla moglie del bettoliere, una bellissima donna dai grandi occhi neri, presso la quale anch'egli una [...]

[...] partitone, quella... - Ebbè, glielo porteremo dal continente... - disse Pietro con beffe, guardando quel forestiere biondiccio e chiacchierone che era [...]

[...] il lavoro di Maria. Dov'era a quell'ora la fanciulla? Forse era andata a lavare, nel torrente della valle, perchè durante il tempo che Pietro [...]

[...] - ora parliamo del nostro affare e vediamo di combinare. E combinarono. II. Il quindici settembre Pietro entrò al servizio dei Noina. Era di [...]

[...] una distanza enorme li divideva. Pietro era alto e scultorio; indossava un giubbotto di scarlatto scolorito dall'uso, foderato di 18 grosso [...]

[...] adorna di filetti rossi. Le sua figura era elegante e pittoresca, nonostante la poca nettezza delle sue vesti da lavoratore. Anche il suo volto era [...]

[...] . Anche la giovane padrona era alta, bruna, agile; coi suoi capelli nerissimi e crespi, raccolti a grosse trecce sulla nuca, la carnagione dorata, i [...]

[...] . Zia Luisa, col corsetto allacciato e il capo avvolto nella benda gialla, preparava la cena; zio Nicola non era ancora rientrato. 19 Pietro [...]

[...] continuò, poco animata. Dopo cena Pietro chiese il permesso di uscire; incontrò altri giovani paesani coi quali s'era dato appuntamento, e tutti [...]

[...] . Le dò uno schiaffo. Ma ella non lo provocava; solo qualche volta gli rivolgeva la parola, accennandogli i lavori da eseguire. Era fredda, e [...]

[...] . - egli disse, quasi beffardo. Ma la giovine padrona si mostrava così espansiva e buona, quel giorno, ch'egli si domandò se non s'era ingannato [...]

[...] giovine servo sentiva il suo cuore palpitare di gioia. Tutto ciò che v'era di torbido nella sua anima ardente e scontrosa dileguavasi come la [...]

[...] cavalli che allungavano il collo per strappare qualche foglia dagli alberi. Pietro non s'era mosso, nonostante il suo vivo desiderio di andare incontro [...]

[...] aveva cacciato il muso entro un cespuglio e si scuoteva tutto. Sabina era molto ben vestita, con un bustino di velluto rosso e la camicia bianchissima [...]

[...] offuscava certo la voluttuosa bellezza di Maria; ma più che bella, Sabina era graziosa, e la ciocca di capelli che le sfuggiva dal fazzoletto e le [...]

[...] confidava alla ricca cugina la mezza dichiarazione d'amore ricevuta dal servo, ed entrambe ne ridevano. No, Sabina non l'amava; egli s'era scioccamente [...]

[...] ingannato. Anch'ella doveva essere ambiziosa come la cugina ricca, ed egli era povero, non aveva casa, non possedeva neppur un carro, un paio di buoi [...]

[...] rimase solo nell'ombra della valle. Anche sull'anima sua era caduto un velo d'ombra. - Ho fatto male a indispettirmi, - pensava. - No, ella non [...]

[...] , fermandosi sotto una specie di pergolato, dietro una roccia in fondo alla vigna. - Qui potremo baciarci... L'immagine insidiosa di Maria era scomparsa [...]

[...] , dove aveva sognato di baciare Sabina, stringeva i pugni e sputava. Sì, le donne lo deridevano. Perchè? perchè era povero. Ebbene, egli si beffava [...]

[...] di arabe provocanti. Qualcosa di pagano era in quella semplice festa campestre: un'onda di gioia e di voluttà accarezzava i bei contadini sani che [...]

[...] , irritato; mai come in quel giorno aveva capito tutta la desolazione della sua povertà e del suo abbandono. Oramai era convinto che Sabina non lo [...]

[...] . Quella sera lo stradale era animato più del solito; carri carichi lo attraversavano, lenti e gravi, seguiti o guidati dal conduttore che trascinava il [...]

[...] ! Intanto, andiamo: sta buono. Il cane guaì più forte, sollevò le orecchie, un po' confortato. Non era la prima volta che servo e cane discorrevano [...]

[...] ricadde nei suoi pensieri. No, egli non credeva alle malignità della gente, e sopratutto alle chiacchiere delle donne: eppure... Era assurdo che Maria [...]

[...] , passava sull'alto del viottolo. Era lei? Ah, vederla, gridarle un'insolenza, un vituperio; chiudere così il breve sogno nato nell'aja, morto nella vigna [...]

[...] ! Ma non era lei. Era la moglie del bettoliere toscano, che passava di lì per caso. - Oh, Pietro Benu, sei tu? Mi dài un grappolo d'uva? - Ma [...]

[...] Noina, Pietro provò una sensazione dolorosa, come se un masso gli premesse 43 il cuore. Era avvezzo a svegliarsi pensando a due occhi dolci velati [...]

[...] ? Questo segreto, che la sera prima, nel crepuscolo, nella stanchezza, nel rancore, gli era parso assurdo, ora lo inebbriava come un liquore amaro [...]

[...] . Nel suo desiderio v'era qualcosa di odioso ancora: un impeto di ribellione, una segreta smania di vendetta: meno feroce del primo assalto di [...]

[...] sguardo, ma si vergognò ancora del suo desiderio e dei suoi pensieri. Ah, no: una distanza 45 immensa lo separava da lei; egli era un pezzente, un [...]

[...] immondo servo, uno che la notte strisciava lungo i muri per arrivare al convegno con la moglie impura di un bettoliere: Maria era bella e pura [...]

[...] , doveva essere anche buona, era il frutto squisito serbato per la bocca d'un uomo ricco e distinto. - Ti sei svegliato? Stavo per chiamarti. Alzati [...]

[...] , Pietro: c'è tanto da fare. La voce era calma, le parole comandavano. Egli si svegliò completamente dal suo pazzo sogno, anzi le orecchie gli [...]

[...] . * * * Il sole era appena spuntato, che già il lavoro ferveva nel cortile e nella cantina. Si pigiava l'uva, e la fatica più grave toccava appunto [...]

[...] bolliva la carne di bue per zio Nicola. - Povero Nicola, - pensava zia Luisa, che era stata sempre una donna gelosa, - bisogna trattarlo bene, ora che [...]

[...] un laureato ricco, non uno di quelli che cercano un appoggio nella famiglia della sposa. A mezzogiorno la pigiatura era finita; il desinare pronto [...]

[...] Luisa, che neppure per mangiare s'era slacciato il corsetto. - Finiscila, chiacchierone. Appena si furono alquanto sfamati, i giovani ripresero a [...]

[...] sua sedia; la sua figura quasi maestosa, dal barbone jeratico, dominava il quadro. Maria, però, era diventata nervosa. 51 - Certo, - disse [...]

[...] riusciva a far credere a Maria di essersi innamorato stoltamente di lei? No, ella non lo avrebbe scacciato, era troppo furba per commettere un [...]

[...] padrona. Ma v'era qualche cosa di amaro e di vendicativo in questo desiderio. - Io riderò... riderò... - pensava Pietro, addormentandosi [...]

[...] più accarezzare i desideri stolti, gli sciocchi propositi di vendetta amorosa, che lo avevano qualche volta assalito. Maria non era donna da [...]

[...] come una lama. Anche nelle più umili faccende, o ridesse o si mostrasse insolitamente seria, ella era sempre una 55 creatura d'una razza [...]

[...] caratteristici della sua vita. Anch'egli era stato povero, aveva girovagato in cerca di fortuna, aveva amato e sognato. - Povero o ricco, sempre [...]

[...] volta lasciò capire di aver sposato zia Luisa senza amore, soltanto per fare un buon matrimonio. - Lei però era innamorata, oh, sì, come è vero Dio [...]

[...] dissodare e seminare era assai lontano dal paese, al di là della vallata di Marreri, quasi vicino a Lollovi, miserabile gruppo di case perduto fra i monti [...]

[...] cane. Ma la solitudine non gli dispiaceva: egli vi era abituato, e d'altronde, in quei giorni, un oscuro 58 istinto lo spingeva a desiderare [...]

[...] bettola del toscano, anche con la speranza di trovarvi la moglie, la facile Francesca. Ma nella bettola c'era solo il toscano tranquillo, curioso e [...]

[...] , mentre era ubbriaco fracido. - Ah, sì, ha detto questo? - esclamò Pietro, sollevando la testa. - E poi? (1) Zucca. Rifiuto di domanda di [...]

[...] tratto di strada, zoppicando più del solito. Era una giornata umidiccia, e la gamba di zio Nicola se ne risentiva. - Ah, Pietro, Pietro, che bella [...]

[...] bianche, - segno evidente che la bestia era passata in luogo ove stava nascosto un tesoro, - e il bue rosso trottava pesantemente. Malafede abbaiava [...]

[...] per incitare l'altro bue, e così Pietro arrivò presto al sentiero dirupato che scende alla valle di Marreri. La giornata era umida e tiepida, il [...]

[...] Dio e nei Santi, andava a messa, e si confessava e comunicava per la santa Pasqua, ma non era divoto, non pregava mai, non pensava mai alla morte e [...]

[...] all'eternità: in quei giorni, però, era un po' sentimentale, un po' mistico e più credente del solito. Una sera, infatti, quando fu lassù, nel suo [...]

[...] argenteo. Era un luogo desolato: prati melanconici sovrastavano alle chine coperte di folte macchie di lentischio, di ginepro, di cisto selvatico, il [...]

[...] malattia mortale s'era sviluppata in lui, ed egli ne sentiva tutto il pericolo. 62 - Dio mio, San Francesco mio, toglietemela dalla mente [...]

[...] portate dal vento. 65 Di notte la solitudine, per uno strano effetto, si animava alquanto, o almeno non era così estesa e completa come di [...]

[...] parlare con Malafede, aveva sorriso passando davanti alla pietra sulla quale si era una volta inginocchiato. - Coraggio, - diceva ai buoi, - fra poco [...]

[...] per Sabina; ora volavano verso Maria. In quei giorni, in quelle ore di gioia quasi puerile, egli sperava ancora. Non era più la speranza di un [...]

[...] umiliava. Ma oramai non poteva più disperdere ciò che egli stesso aveva seminato nel suo cuore; era più facile togliere uno ad uno i granelli sparsi [...]

[...] accadeva nell'anima di Pietro. Un giorno si parlò di lui anche in presenza di Sabina. Era la vigilia di Tutti i Santi, pochi giorni dopo la partenza di [...]

[...] interessante: - Ho visto passare un prete che recava la santa Comunione ad un malato, laggiù, al Corso. Ho domandato chi era il malato grave e mi dissero [...]

[...] ! - Davvero? - chiese Maria. - Sciocchezze, - gridò zio Nicola. - Favole da donnicciuole. - Il marito di zia Tonia era un ladro famoso morì in reclusione [...]

[...] vecchio ladro morto venti anni prima in « quei luoghi » tristi, dove gli uomini si riducono a far la calza e lavorare all'uncinetto. 74 - Sì, era [...]

[...] . Tutto ciò che vedeva era suo. « Passava vicino ad un gregge, adocchiava la più grossa pecora e il giorno dopo questa spariva; pareva che egli [...]

[...] L'asinello s'era fermato, come per ascoltare, e zia Caderina gridò invano: - Va, va! Solo quando le due cugine furono uscite l'animale riprese il suo [...]

[...] valle e dell'altra valle ancora? Ricordava la promessa di « dire una cosa » alla povera serva? O si era pentito e pensava ed un'altra donna meno [...]

[...] , spingendoli rapidamente al ritorno. Il vomero era consumato, il carro colmo di radici dl lentischio. Nonostante la sua fretta e la sua ansia, il giovine [...]

[...] cerchio invisibile. Egli camminava, desideroso di incontrare qualcuno con cui parlare, ma la strada selvaggia era più che mai deserta; tutta la valle [...]

[...] chiesetta della Solitudine, nella strada dominante le due vallate, Pietro si scosse dal suo sogno febbrile. Ecco, Nuoro era lì, vicina, circondata [...]

[...] egli avrebbe voluto sacrificare ben altro che un desiderio impuro! Il portone era chiuso: egli picchiò col pungolo, e subito, nel silenzio improvviso [...]

[...] chinò gli occhi, tanto il sorriso di lei gli faceva male. Ah, quanto, quanto ella era lontana da lui! Lontana come una donna savia da un pazzo, al [...]

[...] suonavano l'Ave con rintocchi di gioia. Zio Nicola non tardò a rientrare; anch'egli era dimagrito, pallido, insolitamente melanconico; ma appena vide [...]

[...] Pietro, che si era alzato 85 rispettoso e sorridente, rise e battè il bastone per terra. - Ah, bravo, - disse, sedendosi al posto di zia [...]

[...] cane! Malafede gli si era rifugiato fra le gambe e gli leccava le mani. - Qui, da bere, donne, - disse poi zio Nicola. Maria s'avvicinò, con la [...]

[...] dunque « chi incontrare alla messa ». Ella dunque non aveva un amante, un fidanzato 86 più o meno segreto. Ah, come ella era buona! Egli la [...]

[...] presenza di lei gli dava un dolce piacere. Non era l'ebbrezza ch'egli provava allorché, pur essendo lontano da lei, credeva di vedersela davanti viva e [...]

[...] palpitante; ma ella era così bella, la sua voce così armoniosa, la sua persona emanava tale fluido di giovinezza e di piacere, che egli sentiva la [...]

[...] cantavano ancora; le bottiglie erano vuote, e il loro splendore era passato negli occhi dei due cantori. Qualche volta Pietro riusciva a comporre [...]

[...] perchè no? Ecco, ora apriva la bocca e parlava. Tutto era facile, tutto possibile. Sì, sì, bisognava parlare: ma prima occorreva cercar le parole adatte [...]

[...] tutto scoppiava e si sperdeva in mille e mille scintille d'oro. Era il fuoco che scoppiettava. 91 * * * - Che bel cantare avete fatto stanotte [...]

[...] , e di giorno in giorno si mutava in progetto, in idea fissa. Egli s'era poi procurato un pettine e uno specchio tascabile, e appena si trovava solo [...]

[...] trascinando le sue gambe e battendo il bastone per terra: al solito era mezzo brillo e pretendeva che Pietro cantasse con lui una gara estemporanea. Per [...]

[...] scherzò oltre; chiese del vino forte e bevette due bicchieri uno dopo l'altro. Maria Franzisca era tornata al banco, ma Pietro s'accorse che il [...]

[...] , seduta al posto di zia Luisa, sull'alta scranna 96 vicina al lume ad olio. Era un'illusione del suo desiderio? Ella cuciva tranquillamente e non [...]

[...] Nicola, rientrando, non sorprendesse il colloquio pericoloso che egli voleva aver con Maria. La notte invernale era limpida e fredda; la luna [...]

[...] : tutto era silenzio e gelo. Solo il cuore di Pietro ardeva e tumultuava. Egli afferrò un grosso tronco nero coperto di musco gelato, lo sollevò [...]

[...] fissava gli occhi quasi smarriti sulla fiamma che cominciava a lambire il tronco, il cui musco s'era già tutto incendiato come una minuscola brughiera [...]

[...] . Che dire? Sabina gli voleva bene? Chi se ne ricordava più? Quell'amore era stato per lui simile alla fiamma fugace del musco secco, mentre [...]

[...] l'ardore che ora lo bruciava era come il fuoco che si sarebbe spento solo dopo aver incenerito il tronco. Finalmente Maria sollevò la testa, ma senza [...]

[...] sguardo disperato. Quella sera Maria era più bella del solito, o almeno tale appariva al servo. La tela ch'ella cuciva le copriva il grembo e cadeva [...]

[...] nell'ombra: fuori era notte e silenzio, e in quello sfondo di 99 mistero la figura di Maria appariva a Pietro come gli appariva nel sogni, vicina, sua [...]

[...] momento non ricordava affatto zio Nicola, zia Luisa, e che egli era il servo della donna alla quale stava per svelare la sua passione insensata. Maria [...]

[...] diversi... 102 Maria veramente lo guardò con la coda dell'occhio, presa da un vago terrore. Egli s'animava troppo. Era forse diventato pazzo [...]

[...] ... ti farò mandar via... Tutto era perduto. Era forse meglio andarsene prima di venir cacciato via come un cane. Che avrebbe fatto dopo? Dove [...]

[...] : era scesa nella vigna, dove Pietro guardava l'uva. Faceva caldo, ma una vegetazione primaverile copriva le chine, e l'erba e la vitalba fiorita [...]

[...] , la sollevarono, la strinsero. Era Pietro. Come aveva fatto la sera prima, egli avvicinò il viso di lei al suo, tenendole la testa ferma con la [...]

[...] sopraggiunse la reazione. Pietro Benu, il suo servo, l'aveva baciata! Ella era stata baciata da un servo! Vergogna suprema! Non esistono [...]

[...] voglio farti del male. Se volessi... ». Infatti avrebbe potuto; invece s'era contentato appena di baciarla una volta sola. Sì, laggiù nella [...]

[...] vigna, - poichè era innamorato di lei fin da quel tempo, almeno così egli affermava, - quante volte non avrebbe potuto farle del male? Quante volte non [...]

[...] camera attigua. Allora ella uscì nella scaletta e scese nel cortile. Il finestrino della porta di cucina era aperto, ma non si udiva alcun rumore [...]

[...] potesse avere un contatto immediato e pericoloso. Era nota a tutti i ricchi paesani scapoli di Nuoro la superbia della bellissima Maria Noina; tutti [...]

[...] fino a lei, e per i borghesi, per gli avvocati, ella non era abbastanza ricca. Solo un proprietario di buona famiglia, Francesco Rosana, paesano [...]

[...] allora le sue notti, e in quei sogni era sempre la figura di Pietro, e raramente quella del paesano fidanzato, che la stringevano e la coprivano di [...]

[...] inesprimibili carezze. Quasi sempre sfondo a questi sogni era la vigna silenziosa e verde, lontana dal mondo pieno di pregiudizi, come un'oasi [...]

[...] domandò chi era. - Io. - rispose la voce di Pietro. Maria credeva che egli tornasse la sera del sabato, e nell'udire improvvisamente la sua voce si [...]

[...] turbò. Aprì subito ed egli entrò. La notte era oscura, ma tiepida e stellata; non giungeva al cortile silenzioso alcun rumore, alcuna luce [...]

[...] silenziosa, fin verso la cucina, la cui porta era socchiusa. - Non c'è nessuno? - mormorò. - No. - ella rispose nello stesso tono. Entrarono, e alla luce [...]

[...] fu nella sua camera cominciò a tremare, senza rendersi ragione del suo turbamento. Passò una notte agitata, sognò, si svegliò che era buio [...]

[...] servo era ben lontano da lei. Solo... lasciarsi amare, ebbene, sì, che male c'era? Pietro era così buono e rispettoso: la presenza di lui non solo non [...]

[...] e di un desiderio che ella non voleva confessare a sè stessa. Pietro era già in piedi, pronto a partire, ma pareva l'aspettasse. - Vado, - disse [...]

[...] ... che cosa ti domando io? Niente; ma non trattarmi male, ma dammi almeno uno sguardo. Solleva la testa... Maria pareva affascinata. Sì, ecco, era [...]

[...] Maria si abbandonava al suo amore, od egli... che avrebbe fatto egli?... Non sapeva; ma era deciso a tutto. Ella scese più tardi del solito. Pareva [...]

[...] , ti ho aspettato sempre. Il tempo era bello... Hai avuto paura di venire? - Non ho avuto tempo, - ella rispose con voce fredda. Ma d'improvviso si [...]

[...] addormentava sempre con la stessa gioia in cuore: non era stato mai così felice, e neppure aveva mai sognato tanta fortuna. Maria si mostrava tenera e [...]

[...] fiduciosa. Oh, ella non dubitava di lui, ed anch'egli non era geloso, non diffidava, ma si sentiva sempre un po' timido, sempre un po' servo davanti a [...]

[...] in mio favore, - egli disse una notte a Maria, nella cucina, ov'ella era scesa cauta e vibrante. - Vedrai, mia zia è tanto vecchia. Ah, se tu [...]

[...] sempre di notte, e durante il convegno chi più tremava d'una sorpresa era 120 Pietro. Ogni tanto egli s'affacciava alla porta e spiava, e in [...]

[...] parole. Ella era abbastanza intelligente per comprendere che Pietro non era un seduttore: vedeva benissimo ch'egli stesso era stato travolto dalla [...]

[...] bello; e l'amore le si era rivelato, avvincendola ma non penetrandole fino al cuore. Era lei che non sapeva, o non voleva sapere lo scopo della sua [...]

[...] . Il cielo era azzurro, la valle tutta verde e morbida come una immensa culla di velluto; tutto invitava all'amore, e per un momento Pietro si [...]

[...] già del male? Era forse bene che si amassero, così, senza speranza? Finalmente ella si accorgeva d'essere in peccato; peccato di desiderio, di [...]

[...] menzogna, di disubbidienza verso i genitori, d'inganno verso il suo inferiore. Ma Dio era grande e misericordioso: con una buona confessione l'anima [...]

[...] , s'appoggiò alla ringhiera, sotto il raggio pietoso della luna. Poi rientrò nella sua cameretta e pianse ancora. Perchè egli era un servo? E perchè [...]

[...] aveva osato innalzare gli occhi fino a lei? Se ora soffrivano entrambi la colpa era tutta di Pietro. Pazzo, spensierato, sciocco! Ebbene, che ricada [...]

[...] un giorno o l'altro l'avvenire si schiarisse. Di Pietro non aveva più timore: egli era un fanciullo, non un uomo; era anzi un servo, umile e [...]

[...] obbediente anche in amore. Ma da qualche tempo Maria dimagriva, sciupavasi, non era più una massaia interessata e meticolosa; distrazioni inesplicabili [...]

[...] , nell'altipiano, ove il suo cuore s'era aperto all'amore come la terra alla semente. Maria mantenne la promessa, e Pietro potè vedere la bella persona di lei [...]

[...] fiore vivente, e il sole abbronzò e indorò anche il suo viso. Fra le mietitrici c'era anche Sabina, che in quel tempo perdè l'ultima speranza [...]

[...] dormivano all'ombra delle macchie, dispersi qua e là, stanchi, frustati dalla fatica e dal caldo. Un giorno Sabina, che s'era anch'essa addormentata [...]

[...] con le sue compagne, all'ombra di una macchia, si svegliò di soprassalto, e si guardò attorno. Maria non c'era. Un pensiero, prima vago e informe [...]

[...] di ogni paese del circondario sarebbe salita a Gonare; c'era da vedere, da ballare, da divertirsi. Ciascuna delle pellegrine portava seco un [...]

[...] della festa. Alcune camminavano scalze, per voto; una aveva i capelli sciolti sulle spalle e un cero dipinto in mano. Era Maria Noina, che scioglieva [...]

[...] non era bello, ma aveva una cert'aria di fiera distinzione: col cappottino nero di orbace e di velluto, dal cappuccio rigettato sulle spalle, il [...]

[...] erranti, o i boriosi hidalghi spagnuoli. Era infatti un principale, cioè uno di quei ricchi paesani che formano tutta una razza caratteristica [...]

[...] compra... Maria pensava a Pietro, lontano, solo là nella vigna. E sentiva che era giunto il momento di sacrificarlo, e provava pietà di lui, ma come [...]

[...] , mendicanti: era gente della Barbagia, erano nuoresi superbi, belle fanciulle di Orane, rosee nella loro benda bianca, donne di Mamojada dal corsetto [...]

[...] bizantina. Il sole era già alto e penetrava nel bosco quando Maria e le compagne arrivarono all'accampamento (1) Questa ragazza. 136 dei [...]

[...] alberi non vide la calabrina bianca. Allora si distrasse alquanto, scosse indietro i capelli e si guardò attorno. Il luogo non era bello; gli [...]

[...] credeva di divertirsi soltanto perchè era convenuto lassù. I venditori ambulanti vigilavano le loro mercanzie di latta, e gridavano i prezzi e [...]

[...] correvano per vederla, si fermavano, la fissavano; era tutta un'esplosione di ammirazione primitiva, che offendeva e lusingava la bella dai capelli [...]

[...] folla e arrivare fino all'altare. Il caldo era intenso, e il volto della fanciulla ardeva, bellissimo nella cornice dei capelli sciolti. Francesco [...]

[...] tristezza. Sì, il sogno era finito; la realtà cominciava. D'altronde ella si sentiva triste, ma non molto. Francesco era brutto, ma aveva una [...]

[...] sottostante altipiano. Da quell'altezza i cavalli sembravano topi, montati da fantini lillipuziani. La folla s'era sparsa sulla spianata e fra i dirupi [...]

[...] dove tu vai. Questa galanteria le piacque molto; sì, certo, Francesco era grazioso e gentile. Da quel momento non si lasciarono più. 144 [...]

[...] appoggiarsi lievemente alle sue spalle, stringeva nella sua la mano cara, e si sentiva felice come non lo era stato mai. - Mi sembra d'essere ubbriaco [...]

[...] . Maria comprese di chi si trattava e arrossì di stizza. Sì, Francesco era brutto davvero; più lo 145 guardava meno le piaceva, così pallido [...]

[...] la cifra; era insomma un giovine distinto, un uomo ricco, e Rosa poteva ben schiantare d'invidia. Inoltre le tancas vastissime che circondano la [...]

[...] chiesetta dello Spirito Santo appartenevano a Francesco; era suo il bosco dove la comitiva s'indugiava a meriggiare, suo il ruscello, sue le vacche [...]

[...] con dolcezza. Il sole calava sul cielo turchino; una dolcezza ardente era nel paesaggio deserto, sul cui fondo dorato lo ombre degli alberi e [...]

[...] scacciato, tornava sempre nell'anima sua. E un impeto di pietà e di umiliazione la assalì: pietà per lui, umiliazione per sè che si era abbassata [...]

[...] toccò il corsetto, per assicurarsi che era allacciato, si ricompose la benda intorno al volto, strinse le labbra e attese, solenne e imponente. Appena [...]

[...] vide i due giovani e distinse la mano di Francesco posata su quella di Maria, la vecchia gatta capì che il matrimonio era bell'e concluso e si [...]

[...] con zio Nicola, passava qualche volta nella via. Egli era veramente innamorato, tutti se ne accorgevano ed egli non lo nascondeva. Ma trascorsi i [...]

[...] voce vaga, sul possibile fidanzamento di Maria, era giunta fino a lui, ma già altre volte egli aveva sentito chiacchiere e notizie false, a proposito [...]

[...] del matrimonio di Francesco con la sua giovine padrona, e non credeva più a nulla. Egli era cieco e sordo; viveva tutto della sua passione, lontano [...]

[...] dalla realtà, come relegato in un'isola di sogni. Il tempo era dolce, sereno; la vigna maturava all'ombra della montagna cinerea sulle cui falde i [...]

[...] speranza di veder giungere Maria; Maria 153 invece pensava a lui quasi con odio. Perchè si era fatto amare, quel servo? Perchè si era messo sulla [...]

[...] notturno. - Sono malata, - ella gli disse. - Ho la febbre: senti come scotto. Ho paura di morire. Scottava davvero, era pallida e tremava. Pietro la [...]

[...] chiederle chi era il « grosso partito » rifiutato, ma pensò a Francesco Rosana, e non osò trattenerla più a lungo. Poveretta, aveva la febbre. La seguì [...]

[...] , zia Luisa fece partir Pietro subito dopo la vendemmia. Come l'anno passato, egli si recava sull'altipiano, per la seminagione: il suo carro era [...]

[...] carico di sementi e di provviste; il vomere intatto brillava sulla punta dell'aratro. Era una sera di luna, una sera di ottobre, dolce e tiepida [...]

[...] . Pietro era ripartito senza aver riabbracciato Maria, e spasimava d'amore e di tristezza. Ella non era più la stessa, no; ella era mutata, sofferente [...]

[...] Pietro, slanciandosi quasi violentemente contro il viandante. - Oh, come, non lo sapevi?... - disse una voce. Oh, che era? Una voce umana, o la voce [...]

[...] già la vertigine di Pietro era cessata. - No, non è possibile - disse il servo, ridendo forte. - Tu t'inganni, Maria ha rifiutato Francesco. Lo [...]

[...] rientrato nella casa dei padroni. Francesco Rosana forse era già partito; ma fosse pure ancora là, che avrebbe fatto egli, il povero servo? Avrebbe [...]

[...] guardò spaventata, ma il cane era già in cucina e zio Nicola s'affacciava alla porta gridando: - C'è qui Malafede! Oh, che diavolo vuol dire? Ah, ci [...]

[...] tutto per lui era finito. Entrò e chiuse il portone. - Buona notte. - disse poi, attraversando il cortile. - Ah, voi non m'aspettavate certo [...]

[...] febbre. - Anche lei! - disse Pietro, come fra sè. Sollevò gli occhi, si guardò attorno. Nulla era mutato intorno a lui: le figure erano sempre le [...]

[...] , qualcuno lo aveva percosso con una pietra, sul cranio, e l'aveva ucciso; il Pietro che ora respirava in lui era un altro, e riviveva in un luogo di [...]

[...] aveva tradito baciandolo, come Giuda aveva tradito il Signore. Tutto era finito. * * * Rimasto solo, Pietro si abbandonò tutto alla sua rabbia e [...]

[...] . Impossibile: tutto era chiuso, tutto era silenzio. Al di là del muro del cortile una stella verdognola, luminosa come una piccola luna, forse la [...]

[...] Pietro credeva di sentire ancora la voce sommessa di lei: la cara mano si posava ancora sulla sua... Tutto il resto era un sogno crudele. Ma d'un [...]

[...] speranza per rammollire il cuore del disgraziato. 169 Perchè disperarsi così presto? Dopo tutto, il matrimonio non era celebrato ancora! Eppoi [...]

[...] Maria il dolore riafferrò l'anima del tradito: e Maria era l'amata, era l'unica; era l'aria che egli respirava, il sangue che lo animava, il dolore [...]

[...] che lo urgeva. Senza di lei nulla esisteva, tutto era tenebre. Le ore passarono. Pietro si esaminò severamente, domandandosi se aveva commesso [...]

[...] sana. Per via Pietro fu ripreso dalle sue smanie. Dunque Maria si nascondeva: era decisa a non accordargli più un colloquio. Come fare? 172 [...]

[...] selvaggi sembrava la statua dell'odio. Egli odiava tutti: zia Luisa, la grassa adoratrice del denaro, per la quale un uomo povero era un essere [...]

[...] »: Maria, che s'era lasciata afferrare 173 da questo uccello di rapina. Anche lei, si! lei più di tutti, in certi momenti; ma anche durante questi [...]

[...] dominava, feroce. Allora egli ritornava l'uomo primitivo: tutto quanto v'era di generoso in lui, e quell'istinto di bontà quasi femminea che lo aveva [...]

[...] egli non sapeva dove era diretto. Laggiù, in fondo, dove il cielo scuro confinava con le siepi nere, si nascondeva un fantasma terribile come i [...]

[...] , calcolatore, astuto; e il suo dolore aumentava, cresceva nella solitudine, liberamente, come era già cresciuto il suo amore: come una pianta selvatica [...]

[...] , di combattere contro il destino. Legò il cane e partì: arrivò in pese verso le nove. Il portone del Noina era chiuso. Egli picchiò, con la [...]

[...] venne ad aprire. Senza dubbio Maria, uscita nel cortile, indovinando chi era che picchiava, si era ritirata senza aprire. Un impeto di rabbia assalì [...]

[...] riconosciuto. Anche la casetta delle sue parenti era circondata da un cortile aperto: le due vecchie vegliavano ancora nella cucina appena [...]

[...] ancora sotto quel tetto fatale. Riuscirò a parlarle, le dirò tutto ciò che mi rode il cuore... Intanto lavorava. Era una giornata triste, livida e [...]

[...] domandare in prestito un acciarino e farsi dare un tizzone ardente. La notte era fredda e buia; già dai monti di Orune la tramontana gelata soffiava con [...]

[...] bella: ogni volta che la vedo mi sento 179 impazzire di desiderio. Ah, Pietro, se fossi al tuo posto! Pietro fremeva, ma taceva. Ah, egli era [...]

[...] li vide. Interrogati dal giudice, i contadini dissero che Pietro era innocente; tuttavia egli attese invano, per tutto il giorno, l'ora della [...]

[...] , non nuorese. Era un giovane svelto, sbarbato, con una fisionomia da ragazzo maligno e intelligente. Si chiamava Zuanne Antine. Appena entrato nella [...]

[...] le contraddizioni delle selvaggie teorie dell'Antine. D'altronde pareva che il giovine camerato scherzasse; e poi egli era così simpatico ed [...]

[...] calda cucina dei padroni. E nel sonno rivedeva Maria, la baciava, spasimava d'amore. Signore! Era dunque tutto passato, tutto finito davvero! Pietro [...]

[...] astuti, però. - Come si fa? - S'impara. Hei visto come s'impara a leggere ed e scrivere? Così! Tante volte Pietro era tentato di rivelare [...]

[...] loro senza esser certi della sua colpa? Sì, aveva ragione l'Antine, il mondo era una bilancia; da una parte si scendeva, dall’altra si saliva [...]

[...] prigionia e dal dolore, egli s'avviò a casa Noina. Maria non c'era; zia Luisa lo accolse un po' freddamente, e gli annunziò che le nozze della figlia [...]

[...] , il buio eterno in questo e nell'altro modo. Ah, no! L'idea di ritornare in carcere era così spaventosa, che vinceva la passione e l'odio di Pietro [...]

[...] gonfio e l'anima avvolta d'ombra, si allontanò dalla casa fatale. XIV. Era la vigilia delle nozze di Maria. La facciata e le stanze della casetta [...]

[...] del tiepido sole di febbraio. Dopo le ultime pioggie, il tempo s'era raddolcito; si sentiva già la primavera, e nel cortile e nella casetta gaia [...]

[...] era un continuo via vai di gente; ogni momento il portone s'apriva per lasciar entrare donne in costume, attillate, che recavano sul capo torte e [...]

[...] alla gente che la famiglia Noina era ricca; ma la sposa lo indovinò e non insistè. - Maria, - chiamò una graziosa fanciulla, cugina del fidanzato [...]

[...] ed all'oblio. Per un tacito accordo il nome di Pietro non era più stato pronunziato fra lei e Maria; e Sabina 196 scusava la ricca cugina per [...]

[...] gioia e di desiderio. Ma la sposa era alquanto turbata e lo accolse quasi con freddezza. La notizia della visita di Pietro l'inquietava e la [...]

[...] rattristava. Che voleva, che veniva a fare il disgraziato? Dopo la sera della sua scarcerazione Pietro non era più tornato. Con sua grande meraviglia [...]

[...] : egli non s'era più lasciato vedere. Che veniva ora a fare? Che voleva? Si era rassegnato, o coltivava progetti di vendetta? - Forse, - pensava [...]

[...] Maria, - forse era meglio lasciarmi vedere, convincerlo, domandargli scusa... d'altronde, se egli avesse voluto vendicarsi avrebbe potuto farlo prima [...]

[...] d'oro; e che si sarebbe messo i guanti e su junchillo, catena d'oro con orologio. Tutto ciò era falso; ma queste dicerie lusingavano Maria. Ella [...]

[...] era così leggera? Beata lei che poteva dimenticare, e vivere di piccolezze! Ma no; ad un tratto il bel viso calmo e sorridente della sposa si [...]

[...] il pavimento. Presto, presto: levati di lì. Usciu, usciu... (1). Sabina spazzò e Maria passò nella camera attigua. Zio Nicola intanto s'era alzato [...]

[...] allo specchio, Maria non rifiniva di guardarsi, girandosi e rigirandosi, torcendo il collo per vedersi le spalle; ma la luce dello specchio era [...]

[...] bianco ricamato, Maria era di una bellezza classica: la benda bianchissima che lasciava trasparire il colore roseo della cuffietta, e non nascondeva i [...]

[...] chiesa, e la sposa si rasserenò. Le parve che la pace silenziosa delle grigie arcate si riflettesse 204 nell'anima sua: sì, tutto oramai era [...]

[...] finito; non c'era più niente da temere; il passato era morto. Dai finestroni della chiesa deserta pioveva qualche chiazza di sole sulle panche [...]

[...] , per tutta la vita. Il suo nome non era più Maria Noina, era Maria Rosana. Amen. Quasi felice, camminò a fianco dello sposo che non cessava di [...]

[...] lentamente, e la piccola macchia non era peranco asciugata che la sposa sorrideva di nuovo. XV. Spinto dal suo destino Pietro rientrò in casa [...]

[...] bellezza, Francesco di felicità. Ed egli... egli era là, curvo sulla terra che alle prime carezze primaverili s'adornava come una sposa; egli era là [...]

[...] tettoia. Era circa la una: il sole inondava il cortile; dalla cucina usciva un acuto odore di carni arrostite e di caffè tostato. S'udivano risate [...]

[...] ricamata; un fazzoletto scuro, dipinto di rose e di giacinti, le avvolgeva la testa. Era bellissima, e Francesco, ebbro d'amore e anche un po' di vino [...]

[...] staccare gli occhi da loro: ah, ecco, la visione intraveduta e respinta nei momenti più acerbi della sua disperazione, era diventata realtà; quello [...]

[...] che un giorno gli pareva impossibile persino in sogno, ora accadeva davanti ai suoi occhi. Dunque era vero! Tutte era finito per lui; tutto [...]

[...] . tutto era passato... Ed egli non reagiva! A momenti sentiva ancora entro le orecchie quel rombo 210 lontano che pareva un galoppo sfrenato di [...]

[...] che egli era venuto per disperazione. - È finita, - pensava anche lei, - non c'è più speranza. Egli l'ama sempre e neppure si accorge di me. Come la [...]

[...] veduto? Ella alzò le spalle: il giovinotto girò lo sguardo attorno, ma non vide che volti sorridenti e rosei. La festa era al colmo; tutti ridevano [...]

[...] : Pietro usciva dal carcere, Sabina era una povera servente malaticcia; chi poteva occuparsi della loro tristezza? L'allegria degli altri aumentava [...]

[...] , che contavano le portate, fecero scorrere due volte tutte le dita delle mani: sì, venti portate, non c'era male. Ecco finalmente il caffè ed i [...]

[...] aveva famiglia da mantenere e la sua vecchia zia era da tutti creduta una donna danarosa nonostante la sua apparente miseria. - Sì, - ho da vendere [...]

[...] tenore, d'una sonorità selvaggia, pareva venir di lontano, da una foresta primordiale, ove un fauno s'era svegliato cantando. Intorno ai cantori [...]

[...] la volta della scala, regnava una pace soave, quasi triste. Il sole era scomparso; l'ombra aveva invaso il cortile; sul cielo limpidissimo si [...]

[...] di quell'ora, e gli sposi si sentivano vagamente turbati. Maria era diventata un po' pallida; i suoi occhi sembravano più grandi del solito. - Ti [...]

[...] divertirmi? - ella disse, con lieve ironia. Francesco le cinse la vita col braccio, la guardò negli occhi con desiderio ardente. Com'ella era bella [...]

[...] vaga, che sembrava il riflesso del cielo e forse era il riflesso d'un sogno triste... Pietro intanto era risalito nella stanza ove zio Nicola [...]

[...] strana. Pietro e il compagno s'avvicinavano agli 220 sposi: Francesco, che si era alquanto curvato su Maria, si sollevò e sorrise. Il giovine [...]

[...] Franzisca? Ella aprì il cassetto e disse con intenzione: - Stanotte mio marito va ad Oliena. Ho messo tutti gli spiccioli nella sua borsa. Pietro s'era [...]

[...] fanciulle, delle quali più o meno erano innamorati. La notte era dolce, tiepida. Pietro, ubbriaco, pensava sempre agli sposi e per stordirsi cantava, e [...]

[...] accolse ubbriaco fra le sue braccia, lo sentì gemere e lamentarsi come un malato. XVI. Passarono due mesi. In casa Noina tutto era rientrato [...]

[...] . Ora ella non andava più scalza e non accudiva alle più basse faccende domestiche: era diventata quasi una signora. Aveva una fantesca svelta e [...]

[...] non era un pastore: era un possidente ed aveva una discreta rendita; ma siccome il bestiame e i pascoli (tancas) rappresentavano la sua più grossa [...]

[...] lavoravano in cucina, Francesco era in campagna, zio Nicola nella bettola. Le casa dei Noina, più che mai tranquilla e sicura come una piccola [...]

[...] appannati, quasi coperti da un velo di pudore. * * * Una mattina di maggio i due sposi montarono dunque a cavallo e presero la via dell'ovile. Era la [...]

[...] pastori accorrevano. Maria s'avviò verso la capanna. La vasta tanca era chiusa da muricce assiepate: al nord s'elevavano grandi roccie, al di là delle [...]

[...] sgabello, finchè arrivò il servo pastore, verso il quale ella nutriva un'istintiva antipatia. Era un grosso e rozzo giovanotto dal nome duro: Zizzu [...]

[...] sposa, cingendole la vita col braccio, e guardandola con occhi amorosi: - Una volta ho visto una Bibbia con le figure colorate: c'era il paradiso [...]

[...] averlo lasciato alquanto fermentare, e lo riduceva a caciuole in forma di pera. Ella era molto graziosa quando sbrigava questa faccenda: rimboccava le [...]

[...] solitudine era dolce e profonda; i cani sonnecchiavano; sul prato, in fondo alla radura, i vitellini si rincorrevano e giocavano; s'udiva qualche [...]

[...] Maria preparava la cena: poi, se la sera non era troppo fresca, i due sposi vagavano ancora un po' qua e là. Qualche lucciola brillava, immobile [...]

[...] pensieri di terrore le passarono nella mente. Che cercava Pietro da quelle 236 parti? Le pareva d'averlo ben riconosciuto; sì, era lui, alto e [...]

[...] ). Altri giorni passarono: da tre settimane gli sposi trascorrevano la loro luna di miele nella pace dell'ovile; zio Nicola era venuto un giorno a [...]

[...] , un anno era trascorso, dopo le ultime mietiture... Quante cose in un anno! Come s'invecchia presto! Sì, l'anno scorso ella era sventata e [...]

[...] s'era portata nell'ovile anche la Filotea. - Dopo tutto, ora sono una moglie fedele, sono savia come una vecchia: che volete di più? Eppure, mentre [...]

[...] pensava così, guardava davanti a sè, e dimenticava le vacche smarrite, i sospetti di Francesco, e che la mezz'ora dell'assenza di lui era [...]

[...] abbaiò, un altro rispose in lontananza. - Francesco deve essere tornato all'ovile: non ci siamo incontrati. Ho fatto male a muovermi. Ma giacchè era [...]

[...] possono veder le traccie, con questo buio? - disse Maria. Nella capanna non c'era nessuno: il cane abbaiava furiosamente, e Maria credette di [...]

[...] le traccie e inseguono i ladri. - disse; ma la sua voce era incerta. - No, no, dev'essere accaduta una disgrazia: lo sento, - gemette Maria [...]

[...] tranquilla e dormi ». Che ironia! Sì, Francesco doveva esser morto: forse era soltanto ferito, forse chiedeva aiuto. Ed ella era là, immobile, coi [...]

[...] velluto, morbida e tiepida... - Bisogna che io vada, - pensava Maria, ma non poteva muoversi. D'altronde, dove andare? La luna non era spuntata [...]

[...] come attraverso un bosco tenebroso. Non piangeva più: voleva sapere, voleva convincersi: il suo maggior dolore era l'incertezza. 250 Arrivò [...]

[...] teneva per le braccia, s'avanzò e cadde in ginocchio. Francesco Rosana era là, steso sull'erba calpestata, col viso quasi tutto nascosto da un [...]

[...] macchiavano le sue vesti, le pietre e l'erba; anche la sua mano destra, con la palma rivolta all'insù, era coperta di sangue. Accorgendosi ch'egli era morto [...]

[...] i pastori non l'avevano mosso, in attesa delle Autorità che uno di loro era andato ad avvertire. La luce argentina dell'alba penetrava attraverso [...]

[...] velluto nero e di trine d'oro, ardevano otto lunghi ceri; nella camera attigua, dove s'era dato il pranzo nuziale, zio Nicola, col viso terreo a gli [...]

[...] , l'antica scena funebre, resa più caratteristica dal chiaroscuro dell'ambiente. Il focolare era spento, la finestra chiusa; solo dalla porta [...]

[...] nero, con un costume preso a prestito da una vicina: era pallidissima, aveva gli occhi gonfi; sembrava invecchiata di vent'anni, stordita da un [...]

[...] ne risente... - E quei pastori che l'hanno lasciata sola, là, nella capanna di Antonio Pera! Era cosa da farsi? 255 - Ma credevano che [...]

[...] ; quando ritornò verso la capanna Maria era già uscita... - Lo so, lo so, - disse l'altra; - ma egli non doveva lasciarla sola un momento. Così ella non [...]

[...] ricomposero la ria e proseguirono i canti funebri, abbandonandosi, ora che la vedova non era più lì, a tutta la foga della loro inspirazione [...]

[...] poetica. Le prefiche erano due: la balia e una zia del morto; la prima era una piccola vecchia vestita di nero, con due grandi occhi azzurri in un [...]

[...] ? Ieri il sole era pallido e le nubi coprivano i monti, perchè anche il cielo piangeva la morte di questo giovine amato e generoso. - Eri giusto e [...]

[...] avvolgeva la figura dell'assassino. Chi era? Il servo o Pietro Benu? Questo mistero era il maggior tormento della vedova. Poi ella si scuoteva, si [...]

[...] carezze. Come egli era stato buono! 261 Sì, avevano ragione le prefiche: egli era stato buono come un agnello, e come un agnello era stato [...]

[...] Luisa e Maria stavano in cucina aspettando che zio Nicola rientrasse, qualcuno picchiò al portone. Siccome la serva, che dormiva a casa sua, era [...]

[...] scambiati tanti baci; chiusi dalla medesima cerchia ove s'era svolto il loro romanzo di passione; qualche cosa del passato gravava nell'aria; la [...]

[...] ciò che era accaduto... - È mai possibile ch'egli mentisca così? - si domandava Maria. - Qui, qui, dov'egli ha giurato di non farmi mai male [...]

[...] più; mi ha da lungo tempo dimenticata. Il mio dubbio è stato un delirio. Pietro era mutato anche fisicamente; sembrava più alto, più vecchio [...]

[...] ; scarno, coi capelli irti e gli occhi freddi e indifferenti: il suo viso abbronzato era quasi duro, aveva una espressione che Maria non conosceva ancora [...]

[...] convinceva dell'innocenza di lui. Egli era sempre il fanciullo d'una volta, apparentemente fiero, buono e pietoso in fondo. La sua fisionomia [...]

[...] , fosse quella d'un uomo indifferente o quella d'un amico pietoso, non era la fisionomia d’un colpevole. Ella aveva sognato. Dopo quella sera egli [...]

[...] Rosana e i suoi amici latitanti. Maria era convinta oramai che il vero assassino di Francesco era Turulia; tuttavia qualche volta si sentiva [...]

[...] egli? Non si sa. Ah, forse era meglio che io l'avessi atteso: Francesco non sarebbe forse morto, io non avrei sofferto tanto... Ora tutto è finito [...]

[...] in questa vana passione? Ma per quanto ella fosse mite e ragionevole, un segreto desiderio di vendetta la spingeva. Il suo spasimante era fratello [...]

[...] di Antonio Pera, il pastore il 271 cui ovile era vicino all'ovile Rosana. Qualche parola sfuggita a Giuseppe, a proposito di Pietro Benu, aveva [...]

[...] triste soddisfazione. Era appena l'alba; un'alba nitida e fredda di dicembre. Sabina, con l'anfora sulla testa, si diresse alla fontana di Gurgurigài [...]

[...] , ma giunta davanti alla chiesetta della Solitudine si fermò. Era il luogo dell'appuntamento. Giuseppe non era ancora giunto, ed ella, alquanto [...]

[...] . Sabina, non mi dici niente?... Egli la guardava, ed i suoi occhi esprimevano un'adorazione profonda. 272 Sabina chinò gli occhi: era davvero [...]

[...] mutano le cose di questo mondo! - dicevano le vicine invidiose. - E le cose passate si dimenticano! Infatti Pietro non era più un servo, ma un [...]

[...] negoziante che faceva fortuna; e tutti lo rispettavano, anche perchè egli era un giovine serio, non vanaglorioso, che non urtava nessuno. Ora egli [...]

[...] contava trentatrè anni: in tutto il vigore della sua giovinezza matura, sano, agile, meno scarno e bruno d'un tempo, egli era bellissimo, e le domeniche [...]

[...] muratori che fabbricavano un muro, venne a cercarlo l'Antine. Il piccolo uomo intraprendente s'era vestito da borghese; aveva i capelli grigi, ma [...]

[...] , ma di buona famiglia, e s'era stabilito a Nuoro, dove fra le altre cose faceva lo strozzino. Da qualche tempo Pietro e l'Antine avevano sciolto la [...]

[...] al muro in costruzione: era una bella giornata di febbraio, faceva piacere starsene al sole. 277 - Mia moglie ha partorito: una bambina. No [...]

[...] . Pietro scosse la testa, e sollevò il bicchiere: il suo viso era diventato triste. - Non scherzare, diavolo; sai che non mi piace... Piuttosto, dimmi [...]

[...] ucciso... ho ucciso chi non mi odiava ed ho ucciso chi era povero e servo come me... - Piano! - disse l'Antine con un orribile sorriso. - Non [...]

[...] . Egli era vestito con lusso; con la mano bianca come la mano d'un borghese, si accomodava la berretta sul capo. 283 Maria s'affrettò a mettere [...]

[...] il suo turbamento. Nella cucina pulitissima, il cui pavimento era qua e là spruzzato d'acqua, regnava una dolcezza, un tepore di focolare acceso [...]

[...] scosse la testa china. Pietro le mise una mano sulla fronte e la costrinse a sollevare il viso ed a guardarlo. Anch'egli era pallido, con le labbra [...]

[...] qua e là coi paesani di sua conoscenza. Fra gli altri c'era Giuseppe, il marito di Sabina, vestito a festa, con la barba già un po' grigia, ma [...]

[...] . L'uomo dai piedi fasciati si arrampicava sempre: era giunto quasi a metà del pinnòne (1). Ma ad un tratto un grido risuonò tra la folla: - Ha [...]

[...] scomparve; il cerchio si fermò. - Bravo! - gridò l'Antine, agitando il braccio verso il vincitore, che era arrivato a toccare il cerchio e ne aveva [...]

[...] naso pareva trasparente; gli occhi soltanto, limpidi e chiari, conservavano lo sguardo infantile d'un tempo. Ella non era infelice, ma era povera [...]

[...] avvicinarsele, un lievissimo rossore le colorì il viso. Egli era così bello, così ben vestito, con gli occhi ardenti di felicità! Quanti anni, quanti [...]

[...] aveva licenziata la serva, e neppure il bettoliere toscano era riuscito, fino agli ultimi giorni, a sapere le novità di casa Noina. Grandi meraviglie [...]

[...] nominavo sempre! - Allora Pietro non era tuo fidanzato. Credi tu forse che un uomo libero sia come un fidanzato? No, vedi; l’uomo è come un'arma [...]

[...] pericolosi fidanzati. Una domenica mattina Pietro entrò all'improvviso, con la speranza di trovar Maria sola; ma zia Luisa era già stata alla prima messa [...]

[...] primitivo. Le pareva di aver provato tutte le gioie e tutti i dolori, tranne l'amore. Era stata invidiata, adulata; aveva pagato a caro prezzo il [...]

[...] sprecata inutilmente: ma in tutto ciò v'era qualche cosa d'impulsivo. Il caldo primaverile, il benessere, le quiete della casa, la solitudine [...]

[...] costume, molto modesto, quale si conviene ad una vedova che riprende marito. Siccome la casa di Pietro non era ultimata e le nozze erano fissate [...]

[...] Luisa non era cattiva, e prima del denaro e del decoro della famiglia ella amava Maria di sviscerato affetto. Le vicine poi, con le loro adulazioni, e [...]

[...] le seconde nozze; Pietro era il più impenetrabile. Non parlava con nessuno del suo matrimonio, sollecitava i muratori perché terminassero la casa, e [...]

[...] triste. Era la sposa che doveva fornire il letto nuziale, e Pietro quasi la offendeva proponendole un letto suo; ma d'altra parte egli aveva ragione [...]

[...] , vennero celebrate le nozze. Maria non aveva chiuso occhio durante la notte. Alla una era già in piedi, pallida e stanca: le pareva di sognare [...]

[...] ; ricordava il chiasso, la magnificenza, il lusso e l'allegria delle sue prime nozze; ora tutto procedeva in silenzio, in segreto. Non era stata neppure [...]

[...] come era e con una lunga barba giallastra, celebrò la messa per gli sposi. Le sue parole lente e dolci risuonavano nel silenzio melanconico della [...]

[...] raccoglimento quasi triste. Quell'ora solenne, che era stata il sogno e lo spasimo di tutta la sua giovinezza, non lo commoveva troppo; gli pareva d'esserci [...]

[...] non gli agitava il cuore, una dolcezza di riposo e un senso di pace lo rendevano felice. 303 Ecco, finalmente era giunto, come il viandante [...]

[...] ? Anche per lei era tempo di risorgere e di godere. Vedeva Pietro senza voltarsi a guardarlo, lo sentiva vicino a lei, giovine, forte, ardente [...]

[...] ; ritornava 306 ad esser la ninfa ignuda che aspettava il fauno tra l'erba a cui era ignota la falce. Egli arrivava: un velo cadeva intorno a loro [...]

[...] diradarsi. * * * Un giorno ella se ne stava seduta presso la porta di cucina, all'ombra della casa, e trapuntava una camicia di Pietro. Era sola. Zio [...]

[...] a curarsi dei suoi affari, rivedeva le cose intorno, ripensava alle chiacchiere delle sue vicine. Era come convalescente, ancora un po' languida [...]

[...] cucina? S'alzò e andò a vedere. Era il gatto che aveva fatto cadere un coperchio: ella rimise tutto a posto, rincorse il gatto che attraversò di [...]

[...] camicia, ed andò ad aprire. Era il portalettere, un omone rosso dai grandi baffi gialli, che guardò Maria da capo a piedi, quasi per assicurarsi [...]

[...] che era lei. E quando se ne fu assicurato trasse lentamente dalla borsa una lettera con cinque grossi sigilli, sui quali si notava l'impronta d'un [...]

[...] ? Ella non sa ancora che mi sono sposata? Ridiscese, richiuse il portone e aprì subito la lettera. Era senza firma, ma ella riconobbe la calligrafia [...]

[...] si guardò attorno meravigliata. In quei momenti d'incoscienza la sua anima s'era come assentata da lei e aveva fatto un viaggio misterioso: era [...]

[...] . Solo dopo qualche istante, pure sentendo la verità terribile e come stringendola nel pugno con quella lettera che era più inesorabile d'una sentenza [...]

[...] 311 il suo cappotto alla parete di cucina, dietro l'angolo della porta... Era una giornata fosca e triste... Ella gli aveva versato da bere e lo [...]

[...] , come passano le nuvole nell'aria, senza lasciar traccia... Che aveva ella fatto durante quel tempo? Aveva sognato: era bella e beffarda, lo [...]

[...] ricordava, sì, ed era superba come una figlia di re. Perchè era poi caduta tanto in basso? Aveva ascoltato il suo servo, ed a poco a poco s'era [...]

[...] abbandonata a lui come l'ultima delle donne. Egli era buono, allora; ella lo aveva creduto docile e mite come un bambino e ne aveva fatto od aveva creduto [...]

[...] riletta l'ultima frase trasalì, colta da un nuovo sentimento. Ebbe paura del ritorno di Pietro. Egli era capace di un nuovo delitto per coprire gli [...]

[...] , avvicinandosele ai piedi. L'ora 313 passava, correva col sole: quella linea d'ombra lentamente mobile aveva qualche cosa di vivo, era un nemico che [...]

[...] l'ucciso, ad abitare dove Francesco aveva abitato, a dormire nel letto dove Francesco aveva dormito... Ma, giurando, egli era parso così sincero [...]

[...] lui. Calunniato: allora come adesso. Egli invece era così buono e mite! Ella tirò fuori la lettera, calda e come palpitante, e la guardò. E tutt'ad [...]

[...] . « Egli era buono come un agnello e come tale lo hanno sgozzato... » Come era tenero, casto, affettuoso! L'anima gli traspariva dagli occhi: vivendo [...]

[...] del male per lei sola, ma che colpa ne aveva, lei? Era forse stata la prima a guardarlo?... Anche se ella non avesse sposato Francesco, Pietro [...]

[...] aveva fatto! Egli era nato col suo destino sulle spalle. Misera lei che era caduta fra i suoi artigli come il passero fra gli artigli del nibbio [...]

[...] aspetto, come tante volte lo aveva confusamente intraveduto. Ella era ancora la padrona: egli il servo, ma il servo ladro, grassatore, nemico: era il [...]

[...] servo che rubava al padrone, che lo uccideva per usurpargli 319 il posto. Anche in amore era un violento, un predatore; ed ella ora lo sentiva [...]

[...] mente. Per lei non v'era che la speranza dell'innocenza di Pietro: se egli era colpevole bisognava colpirlo. Colpirlo? Ma come? Ma come, anzi tutto [...]

[...] consigliarle il silenzio. A suo padre? Egli era buono, ma vuoto e leggero: egli forse avrebbe riso di lei, rimproverandole di non aver sposato [...]

[...] amare di lagrime: - Andrò dal giudice. * * * Il giudice era la colonna, l'unica colonna del suo mondo crollato, contro la quale ella potesse [...]

[...] appoggiarsi. Era il padre, l'amico, il difensore e il giustiziere; l'unico che non l'avrebbe tradita. Egli solo, con la sua potenza formidabile, poteva far [...]

[...] aggirarsi disperatamente per la camera, come aveva fatto nel cortile. Che fare? Che fare? Era mai possibile che ella, ella stessa, andasse dal giudice ed [...]

[...] quale era la sorgente del suo male. Troppe cose contro di lei potevano risultare, se il giudice investigava bene. Gli uomini della giustizia [...]

[...] le aveva destato terrore era stato il « ladrone ». Ella se lo figurava alto come una quercia, con due grandi occhi di gatto e due mani simili ad [...]

[...] : voleva sapere chi era venuto, quella mattina, e se il male era cominciato da molto tempo, e che cosa poteva averlo causato. 326 A un tratto, i [...]

[...] , ma la domanda di Pietro, che ella ancora non s'era fatta, le ricolmò nuovamente l'anima di dolore furibondo. Un figlio di lui! Bel rampollo doveva [...]

[...] sentiva che egli medesimo, con la sua cieca passione, era per lei il miglior protettore. Egli l'avrebbe difesa anche contro sè stesso, egli che per [...]

[...] la bimba della favola nella tana del « ladrone ». Ella sentiva che questo era il suo maggior dolore: restare con lui! averlo sempre vicino, sempre [...]

[...] il fiele e l'aceto, come a Gesù. Pietro s'era scostato e la guardava sempre: ma il suo sguardo non era più desolato e inquieto. Anch'egli capiva, o [...]

[...] credeva di capire. Il male di Maria era troppo esagerato. - Piangi? - le disse, riavvicinandosele. - È così forte il dolore? E non vuoi che chiami [...]

[...] lucidamente ciò che doveva avvenire. Ella avrebbe taciuto, ella avrebbe sperato ancora; ma come un giorno era riuscita ad arrivare fino al cadavere di [...]

Cattermole Evelina (Contessa Lara)
Storie d'amore e di dolore
29 1893 - Provenienza testo: Scansione Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, txt Fondazione Verga 271 occorrenze

[...] . PROPRIETÀ LETTERARIA Stab. Tip. Ditta E. Trevisini, Via Larga, 13. ILEOTIFO I. Il giardino, un piccolo quadrato di pochi metri, era ingombro di [...]

[...] nuovi, chiari fino alla sfumatura più tenera del verde, spiccavano come fregi. Dietro quel muro a pena alto due metri, era una fila d'altri [...]

[...] impressione su suor Istituta, la prima volta ch'ella vi penetrò: forse perchè la suora di San Vincenzo di Paola era avvezza a luoghi ancora [...]

[...] più ripugnanti, forse perchè v'era capitata di sera. La sua superiora, come al solito, rapidamente e sotto voce, ma in tono risoluto, le aveva [...]

[...] la chiamava il dovere. A pena mise piede nell'ingresso della casa mobiliata, una zaffata d'acido fenico le riempì le nari e la gola; ma era un [...]

[...] come a bordo, per non far rumore, aprì la porta alla monaca e la fece entrare, senza profferir parola. La stanza era immersa in una mezz'ombra [...]

[...] selvagge, lance, aste, zagaglie, era appoggiato e proiettava su le pareti i profili della mobilia, neri, bizzarri, enormi. La suora girò [...]

[...] intorno lo sguardo esperto, fissandolo un momento su 'l corpo lungo disteso che sollevava ritmicamente le coltri col respiro affannoso: il malato era [...]

[...] mandata dal ministro, cioè dal capo sezione; e difatti era venuto un fratello del malato, un pezzo d'uomo biondo; ma anche lui pare che avesse molti [...]

[...] affari, poveretto, perchè subito era ritornato via, promettendo di venire a pena poteva, e raccomandava che avesse avuto cura del malato lei [...]

[...] momento: lei vide ch'egli era giovane e bello: lui, forse, non capì nulla, e subito riserrò gli occhi. Piano piano, suor Istituta aveva ritirato [...]

[...] meno, era quasi sempre oltre i quaranta gradi, non ostante i rimedi del medico curante e d'altri dottori chiamati ogni giorno a consulto: così [...]

[...] , ma da lei quanto dissimile! Quella era elegante e bionda, ora tutta sorriso, ora tutta fierezza; il suo corpo carnoso, ma snello, modellavasi [...]

[...] cornice nerastra degli occhi e della bocca gli s'era ancora allargata, prendendo una tinta intensa di fumo; non si lagnava più, tanta era la [...]

[...] intrecciate, suor Istituta era rimasta come pietrificata. Dal piccolo giardino veniva per la finestra socchiusa un'aria afosa e snervante; s'udiva a [...]

[...] fuori de' sensi, abbandonavasi, dinoccolato e plumbeo come un cadavere. 26 Era interamente nudo. Le linee di quel corpo, mirabili quando era sano e [...]

[...] le labbra nere dell'infelice; un «sì» più debole d'un respiro gli alitò su la bocca.... In tanto, la febbre era scemata come per incantesimo, e [...]

[...] mettesse in bocca; in altre, invece, era lui che, con un fil di voce rauca e malinconica, chiedeva da mangiare, sempre da mangiare. - È allupato [...]

[...] quiete solenne e dolcissima era intorno. Dalle 33 porte aperte del chimerico tempio si scorgevano ardere, sospese alla vôlta, tutta trafori [...]

[...] , lampade d'oro massiccio in forma d'uccelli e di pesci; in fondo s'ergevano schiere d'idoli circondati di simboli ignoti, a' cui piedi era sparsa [...]

[...] temporale. L'aria, di calda ma elastica, s'era fatta pesante e afosa; 34 sbuffi di libeccio, come uscenti da una fornace, frusciavano con violenza [...]

[...] , sparpagliando su'l pavimento i fogli che s'ammucchiavan su la tavola, sbattendo gli usci tra sibili e mugolii lugubri e frementi. Il tenente era stato molta [...]

[...] fatta ogni cosa preparata per lui; e finì col bestemmiare come un ossesso, perchè nel versarsi ei medesimo da bere, s'era rovesciato un po' di vino [...]

[...] di voce dolcissima. Il malato la guardava fisso, come attratto verso di lei da un fascino nuovo e singolare. Perchè mai era così bianca, quasi [...]

[...] . Quando il lume, ch'ora sembrava giallo, rischiarò la camera, il volto di suor Istituta parve roseo: ella sorrideva; era tornata serena; non [...]

[...] tremava più; s'era vinta. 39 - Non doveva esser pallida; era l'effetto dei baleni; e tremava soltanto perchè aveva paura dei tuoni - fece tra [...]

[...] sè il tenente, con un senso d'ironia dispettosa. Chiese da bere; poi serrò gli occhi, forse per dormire, forse per pensare. IV. Era il primo [...]

[...] ch'erasi fatta trascinare lì accanto alla finestra. Ma il soldato tornò d'un balzo: era pallidissimo. - Signor tenente! - disse, come se le [...]

[...] la seconda interrogazione, che una figura femminile, alta e giovane, era comparsa su la porta di camera. Un lungo velo bigio, come un vapor di [...]

[...] architettonico - fosse molto grande e soleggiato, la portineria, situata su 'l cortile, era angusta e quasi buia: un'unica stanza, il cui uscio a vetri [...]

[...] porta, era un 46 camino dalla cappa nera, di rado acceso, con in giro su la cornice qualche stoviglia sbocconcellata ma lustra per la nettezza [...]

[...] crescere un po' meno rustici delle pecore. Il guaio più grosso della povera, donna era stato, si capisce, la morte del marito, avvenuta l'anno [...]

[...] quell'inutile consiglio era dato senza convinzione; e a punto perchè c'eran di mezzo tre creature, si strapazzava seguitando il doppio mestiere, con [...]

[...] quelle ore egli era un artista. La prima sera che rimase a casa, in portineria, passeggiò su e giù, giù e su, un pezzo, dal paravento al camino [...]

[...] sostituito era, secondo lui, un buono a nulla, senza sentimento, senza passione... Bella figura ci avrebbe fatta! Maledetta la tosse! E la tosse [...]

[...] , s'era buttato a sedere su la bilancia, sfinito, il principale, nel passargli accanto, si fermò a parlar con lui della sua salute. Si vedeva [...]

[...] capì che l'insistere era inutile. Anche lì era finito; pazienza. Ebbe la visione netta, inesorabile della morte che gli si avvicinava a passi [...]

[...] cheti perchè il babbo stava male, e la mamma aveva da fare, e c'era bisogno di 58 pace in casa: poi avrebbero mangiato tutti, più tardi, un po [...]

[...] ' più tardi. Fra l'altre disgrazie, Peppe era diventato d'una irrascibilità singolare. Una scodella fuori di posto, un bambino che facesse una [...]

[...] 'l quale, non ostante i suoi robusti trentacinque anni, non c'era quasi più avanzo delle solide curve femminili d'un tempo; e la donna, pia [...]

[...] , guarirle da un giorno all'altro, non c'era da pensarci. Il povero Peppe era nè più nè meno d'una lucerna cui manchi l'olio. E pure, chi sa? Dio può [...]

[...] indefinita come le sue speranze di bene... E il marito la rimbrottava di continuo: la materassa non era stata abbastanza battuta; il brodo era troppo [...]

[...] consimili, considerando, nel suo strazio, che a lui la materassa pareva più dura di prima, perchè il corpo gli si era scarnito; ch'ei sentiva troppo [...]

[...] lume della lucerna non gli bastava più, gli era che i suoi poveri occhi si velavano per l'eternità... Dunque? Dunque l'Addolorata Santissima [...]

[...] lì - diceva egli alla moglie - tanto, devo avvezzarmi a non li veder più! Quanto a denari, il foglio delle cento lire era finito da un pezzo [...]

[...] mamma era assente. - Che vuoi, babbo? - chiedeva il bimbo accorrendo. Più col girare degli occhi spauriti che con la 64 voce quasi spenta [...]

[...] materassa del letto era stata ribattuta; rifoderato il coltrone, ch'era tutto macchiato di unto e di medicinali; e la Lucia aveva ripreso a [...]

[...] corda stessa e nella destra una canna a cui era annodato un nastro simulante la frusta, guidava; e lì, trottate, scalmanate a più non posso, fra [...]

[...] male del curioso appellativo che l'ottima ragazza affibbiava a tutti indistintamente. Santino, se bene vispo anche lui a suo tempo, era l'unico che [...]

[...] persuaderci, che le creature buone e intelligenti non sono destinate al nostro mondo tristo. Oltre a essere ubbidiente, Santino era anche di una [...]

[...] vedova, quel che faceva, quasi direi, che senza saperlo ella nutrisse un'intima predilezione per il suo figliuolo maggiore, era la tenerezza di [...]

[...] , verso il viso materno era la tacita risposta. A volte si mettevano a ricordare insieme il povero babbo morto, tanto affezionato, tanto faticatore [...]

[...] , mente era sano; e Santino, serio, prometteva a sua madre di lavorare anche più del babbo, quando sarebbe stato grande; voleva scegliere un [...]

[...] , alzando gli occhi e chiamando in soccorso il Cielo nella sua nuova disgrazia. Quella notte, Lucia non si coricò. Il bambino era rimasto lì [...]

[...] alla Lucia, aumentò ancora. Il poverino era giunto a non pronunziar più parola; inconscio, mandava dei lievi gemiti inarticolati, quando la [...]

[...] qualche telo asciutto; e non c'era stato verso di fargli inghiottire nè anche una goccia dell'olio di ricino, che la signora Lantoni gli 77 [...]

[...] voleva pazienza, non c'era che fare. Pazienza! Bastasse almeno, Signore, la pazienza! 78 Chi n'aveva avuta quanto lei da un pezzo in qua, messa [...]

[...] esattezza non c'era da far troppo conto. Era un giovanotto laureato da poco, e più invaghito delle sue fortunate avventure nel mondo della [...]

[...] . Era buono con tutti; educato a segno di levarsi il cappello su la soglia di qualunque 81 tugurio, e dimostrava una certa simpatia per i [...]

[...] di suo marito, fingendo di non ravvisarla, le aveva mostrato chiaramente di non gradirla intorno a sè, Lucia non gli s'era più rivolta. Meglio [...]

[...] giuramento, ella lo aveva mantenuto per tutto quel tempo che ancora visse Peppe, e anche dopo, da ch'era vedova. Si era rifinito tutto, è vero; di [...]

[...] , senza nè anche veder la gente alla quale passava in mezzo. Quando fu a pochi passi dalla drogheria, le entrò la tremarella nelle gambe. Era più [...]

[...] i suoi era mutato tutto, parve mozzarle un istante il respiro. Ma Santino aspettava: ella si fece coraggio: entrò. Il principale scriveva al suo [...]

[...] ... - - Non presto nulla - dichiarò l'uomo; e, dopo un istante, poi che Lucia s'era coperto il viso col fazzoletto, per nasconder le lacrime e [...]

[...] , e se lo portò in braccio nella carrozzella che l'Adele era corsa a prendere. 94 Giunta alla porta dello spedale, mise in mano al vetturino le [...]

[...] Francesco de' Poverelli sorgeva in un punto lontanissimo da quel palazzo de' quartieri nuovi, dove Lucia era portinaia. Ci volevan tre buoni quarti [...]

[...] dolore che lacerava il cuore di Lucia, da che non aveva più davanti a sè lo spettacolo del suo fanciullo in lotta con la morte, era di non potersi [...]

[...] chi 97 sa quante altre creature che soffrivano al par di lui, intorno a lui. - Come starà, in questo momento, Santino mio? - era la domanda [...]

[...] crisi acute, era quella che al fanciullo non si desse abbastanza spesso da bere. E le sembrava vederlo smaniare in quel letto non suo, senza [...]

[...] abbandonata. Veniva il portalettere, veniva gente a chieder di questo o di quell'altro inquilino, e non c'era alcuno per rispondere. Lei si figurava il [...]

[...] volta, dissero a sua madre che il medico lo aveva messo a un quarto di vitto, poi a metà. Un'altra volta seppe che gli era stato permesso [...]

[...] era l'appetito che gli tornava con le forze. Lucia sorrideva, con gli occhi inondati di lagrime, a sentir tante cose consolanti, e se le [...]

[...] da perder tempo in queste gite, poteva guadagnare qualche altra cosa; poi le si presentava un nuovo provento: era venuta ad abitare un [...]

[...] in casa, un po' perchè non c'era avvezza, e un po' perchè soffriva di quella prima gravidanza. In questo modo le cose sarebbero andate meglio, si [...]

[...] andava ripensando che in quei giorni di strazio, quando Santino era lontano, tanto malato, ella se la pigliava persino con la Marietta e con [...]

[...] Checco, poverini! vedendoli così allegri, sani, chiassoni... Il vestitino era già pronto; la Lucia se l'era già rigirato fra le mani chi sa quante [...]

[...] Naldi, invitandoli a ritirare il fanciullo dallo spedale di San Francesco de' Poverelli. Era guarito. La vigilia del ritorno di lui, la madre [...]

[...] Lucia, che non aspettava gente a quell'ora. - Son io, Trevisani: apri. - Era il tenente: l'inquilino nuovo. La portinaia gli aperse. Un bel giovane [...]

[...] adesso, era tutt'altra cosa. L'idea d'abbracciare fra poche ore il suo Santino, il suo tesoro, le metteva a dosso un'energia singolare: vedeva ogni [...]

[...] , tutta rovinata dal vaiolo! Che importa? Per la mamma era sempre bello, bello come un sole! E mentre andava qua e là, dalla cucina alla camera [...]

[...] ci voleva a pigliarsi quella creatura e a portarsela via? Se avevano scritto che Santino era ormai in piena salute, che allo spedale non poteva [...]

[...] - rispose l'altra lasciandosi cader le braccia, come dopo aver fatta una grande fatica. Lucia non capiva; chiese: 110 - Perchè? - - Non era lui [...]

[...] ! - - Come? - - Non era lui, no, no, non era lui - asserì l'Adele entrando e buttandosi sur una sedia. Poi raccontò per filo e per segno il fatto [...]

[...] lì era inutile aver fretta, angustiarsi, spazientirsi; facevano come gli pareva; ci voleva pazienza: c'era un buscherio di gente; chi andava [...]

[...] che cosa era accaduto? Questo le stava a cuore. Poi, poi era accaduto che all'Adele avevan 111 presentato un bambino di circa cinque anni, che [...]

[...] lei non aveva riconosciuto. Quello lì, Santino? Ma nè pure per sogno! Era venuto un inserviente, e dopo, una monaca, e dopo anche la superiora [...]

[...] malattia l'avrà fatto dimagrare. - In vece, questo bimbo qui gli è grasso e robusto, e il nostro gli era mingherlino, piuttosto civile. - - È stato [...]

[...] ghiaccio, come di svenimento, le era corso per le vene. Madonna santa! Che voleva dire ciò?.. E due sole parole le uscirono di bocca: - Vado io [...]

[...] era larga e lungo: ci stava come in un sacco, goffo, impacciato, malinconico. - Vi riporto il vostro figliuolo, per ordine del direttore - disse la [...]

[...] femmina. - Ormai sta benone e allo spedale non possiamo più tenerlo. - Lucia s'era fermata di botto, come se in un attimo le avessero [...]

[...] andar tutto, servizio, bucato: salì soltanto a scusarsi con la Trevisani: e partì. All'ospedale, le dissero che il direttore non c'era. Bisognava [...]

[...] aspettarlo. Aspettò. 117 Quanto le parve lungo e angoscioso quel tempo, Dio solo lo sa: Lui che tien conto degl'istanti dei nostri dolori. Era [...]

[...] , desiderosi di star tranquilli. Nel gabinetto a canto era già cominciato un baccano di voci e di risa da frastornare una caserma: baccano caratteristico [...]

[...] direbbe, vedendola adesso - soggiunse - che quella stessa Matilde io l'ho conosciuta tale da far invidia alle mie sorelle e alle vostre, tanto era [...]

[...] più. 128 - Sì, da vero. Matilde dieci anni fa era magra, bruna, palliduccia. Abitava in una stamberga attigua alla mia, nelle soffitte d'un [...]

[...] bollire sopra un veggio. Questa modo di riscaldarsi lo stomaco era l'unico lusso di Matilde, allora! - Montazzi inghiottì quattro o cinque sorsi [...]

[...] ragazza trottava lesta lesta verso il suo magazzino e fino a un'ora di notte era tutta una tirata di lavoro. Spesso, al suo ritorno [...]

[...] , c'incontravamo per le scale. Io scendeva per recarmi in Galleria, al Gnocchi, dove s'era formata una combricola di glorie in erba cui davamo il nome [...]

[...] piano intirizzita dal freddo, e ravvolta in uno scialletto a maglia che a pena le copriva le braccia; ma era un amore con quel visino livido sotto [...]

[...] per le punture dell'ago e pe' geloni; era un amore tutta impacciata a dissimular sotto le gonnelle troppo corte i tronchi di certi stivaletti [...]

[...] sceglieva le strade con molti lampioni. Nel carnevale, si sa, c'era il lavoro a monti in magazzino, e non si poteva finir prima. Ma non era mica [...]

[...] . Qualche sera, quando la porta di Matilde s'era già richiusa, io rientravo dietro a lei 133 zitto e cheto nella mia stanza, e mi godevo un [...]

[...] di qualche tizzo acceso dentro un fornello di terra; a una parete era un'asse con 134 sopra un boccale e de' piatti sbocconcellati ma lucidi [...]

[...] militare: memoria del padre morto in guerra: una reliquia. Matilde, mangiando, raccontava il gran da fare che c'era in magazzino. Madama era [...]

[...] diventata più stucca, più rigorosa che mai. E certe volte si metteva a descriver minutamente un abito che avea finito in giornata; era d'una [...]

[...] di stoffe dalle morbidezze di velluto, da' riflessi di raso, di quell'onde 135 di tralci e di merletti in cascate d'argento, era il contrasto più [...]

[...] .... Ma, Dio mio, certe cose si sanno senza imparar l'abbaco! O che forse credevan di stare in casa gratis? Quanto a mance, non c'era pericolo [...]

[...] certo senso di tristezza. Passò più d'un anno senza che rivedessi la sartina. Non la cercai, è vero, perchè non c'era nulla di comune tra di noi [...]

[...] ; ma di tanto in tanto quella sua figura patita ed ingenua mi tornava nella memoria; massime poi da quando nella sua camera era venuta a star [...]

[...] tornava allora da Vienna o da Parigi dov'era andata a scuola; portava una parrucchina fulva come il granturco e s'era ingrassata a furia di [...]

[...] ! - aveva filosofato sua madre. Un amico comune mi presentò alla nuova stella, una sera, al Manzoni. 131 Per me pure, in tanto, era girata la [...]

[...] ruota. Le mie tele cominciavano a vendersi bene; nel mio studio era già una profusione alla Makart di ninnoli eleganti e d'oggetti d'arte, e più [...]

[...] anni fa era un angiolo - pensava Giulio Sermanni. - Andiamo, andiamo! - ripetè Bertino - lo sapete che di là ci aspettano. Accesero degli altri [...]

[...] . Che c'era di nuovo? Qualche convegno amoroso, si capisce. Ma per quella volta la sua bella poteva aspettare!... E a troncare il battibecco [...]

[...] l'ampia camera, dove era un odor vago di panni muffiti e di polvere, ascoltando macchinalmente gridare dei nomi ignoti in mezzo a quella folla [...]

[...] tumultuosa e umile. Non era bella, se bene non avesse difetti salienti nelle fattezze; ma davano alla sua 152 figura una certa simpatica armonia quei [...]

[...] regolarmente uno su l'altro o uno accanto all'altro, fermandoli 163 a mano a mano con una mestolata di calcina. Questo rozzo mosaico era molto [...]

[...] nobile; perchè, secondo lui, codesta parola corrispondeva solamente all'idea di signorile; ma, certo, era nobile quanto mai l'affetto col quale [...]

[...] ; ci cresceva l'erba, che a pena era buona per il pascolo delle bestie; e scava, scava, s'eran gettate le fondamenta di una casa, poi di due, di [...]

[...] tre, di venti, poi di cento; e i palazzi venivan su come i funghi; così era sorta un'altra grande città attaccata alla città vecchia. Nelle [...]

[...] d'un battesimo, con tutti i suoi drammi intimi e continui, era nata colà, naturalmente, quasi d'improvviso. E quella città nuova, quel mondo [...]

[...] risponder a sè stesso ch'era contento e che tutto andava bene. Oltre al suo lavoro, da quando gli era morta la moglie, nel fior degli anni, questo [...]

[...] galantuomo non aveva che una passione: la sua figliuola. Ormai era un pezzo che, fuggendo il villaggio nativo su la riva dell'Arno, perchè [...]

[...] lassù i ricordi lo facevan troppo tribolare, 166 tanto che ogni mattina s'alzava con la bocca più amara del veleno, egli era venuto a Roma [...]

[...] insieme alla Rachele. A Roma, la Rachele, d'una bambinuccia tutta ossi e tutt'occhi, s'era fatta un tocco di ragazzona. Non era, è vero, una bellezza [...]

[...] , ma pareva creata apposta per piacere a certi maschi: era la donna nelle sue forme più spiccatamente carnali. Aveva larghi i fianchi e il petto [...]

[...] più della bocca sanguigna guarnita di forti denti bianchi come i fagiuoli. La toscanina, così la chiamavano, era la simpatia del vicinato, e non [...]

[...] Castello: una povera camera di subaffitto divisa in due da un paravento mezzo sfondato, e andava alla fabbrica dove lavorava Nanni. 168 Era là [...]

[...] l'assito o sur un pezzo di muro, rideva e mangiava. - Volete favorire? - era uso a domandar Nanni a chi gli capitava vicino. I compagni lo [...]

[...] ringraziavano, correndo ciascun per conto proprio a buttar giù in fretta un boccone lì su 'l luogo, se c'era chi glie lo portasse; o pure scendevano [...]

[...] aperta; mentre la sua figliuola, rimesso il mezzo litro, il pentolo e i due cucchiai nel paniere (il coltello a serramanico se l'era già riposto [...]

[...] gl'incorniciava la bocca larga e spessa. Brutto non era. Quel naso aquilino, quella capigliatura bruna, in armonia con la tinta olivastra [...]

[...] le fondamenta di quel palazzone a cui lavoravano, egli era stato sotto gli ordini di Nanni, e aveva preso giorno per giorno, senz'avvedersene [...]

[...] scala 175 di tavole, che rintronò cupamente sotto il suo passo precipitoso. La Rachele si volse dalla parte donde l'uomo era scomparso; non rideva [...]

[...] c'era verso che la Rachele volesse saperne, e si faceva ciarlar la gente senza sugo di nulla. Di fatti, chiamatolo in disparte, gli dichiarò [...]

[...] non mi vuole assolutamente; e allora... penserò io... - Nanni si strinse nelle spalle; era sicuro dei sentimenti della Rachele; e prese la [...]

[...] buon garbo: - A più tardi. - Il vecchio aveva quietamente terminato il suo pasto con la figliuola; Peppe non s'era visto; e più d'un sorriso [...]

[...] bonario e canzonatorio era venuto su la bocca rossa della ragazza. - Lasciatelo fare - consigliava ella al padre. - Quando due si vogliono, nessuno li [...]

[...] demaniale, era stata divisa e suddivisa in tanti quartieri, appigionati a parecchie famiglie della borghesia, che andavano là su a villeggiare; e in [...]

[...] una processione di fantasmi salmeggianti. A canto al pozzo, in altri momenti, era un fitto cicaleccio di serve; e la carrucola affidata agli [...]

[...] . Ma dove la badia appariva più profanata che altrove era nel refettorio. Poi che l'immensa stanza non si prestava a pigione per un solo [...]

[...] . Dopo di che ogni famiglia se ne tornava in pace nel rispettivo quartiere, e andava a cena. Le riunioni grandi, quelle cioè in cui la colonia era [...]

[...] come per un senso interno di rimpianto irrimediabile. II. Un luogo dell'abbazia rimasto intatto era la chiesa, le cui maestose linee spiccavano [...]

[...] santo d'antica terracotta tutto smagliante di turchino e di giallo. E un altro sito pure, non mai stato invaso da' villeggianti, era, dietro la [...]

[...] mai le ciocche del basilico, seminato il sabato santo quando si sciolgono le campane. Questo era tutto l'orto della Rosona, la quale abitava lì [...]

[...] certi punti fino a lustrare, direi 197 quasi fino a sembrar pulite, tanta era l'intensità della loro nerezza. E poi che con la Rosona non c'era [...]

[...] braccia giovani e virili, era venuta col suo piccolo gruzzolo a ritirarsi in quel singolare alloggio, il quale, perchè accosto al camposanto e [...]

[...] così squallido e sporco, non poteva certo invogliar nessun altro. 198 Per lei, in vece, era quel che ci voleva. Pochi piccioli di pigione all'anno [...]

[...] Rosona veniva fuori, e con dietro tutto il branco delle sue galline, s'avviava verso Fontelucente, a farvi legna. Il bosco era piuttosto lontano [...]

[...] della Rosona non usava d'accendere il lume; ma oramai padrona e polli conoscevano il luogo, e mentre nell'antico camposanto non era anche scesa [...]

[...] chiazzato di verdognolo. Le galline s'erano vendicate della morta col mangiarle gli occhi. MALEFIZIO LUNARE. I. La vendita era andata bene [...]

[...] sbrigarsi, si andavan liberando rapidamente: il più grosso, quello a cui s'eran vólte le brame più intense della giornata, era toccato a una specie di [...]

[...] Ercole bianco e rosso, il cui nome parve un trofeo di consonanti allo scritturale con la penna su l'orecchio. Era una scrivania Luigi XVI a [...]

[...] un Amor trionfante, ad ali spiegate, con l'arco teso in una mano e una corona di rose nell'altra. L'Ercole s'era prefisso di farlo suo; e fin [...]

[...] , caldato, s'era messo a lottare su 'l serio; venne un momento che quella scherma di cifre tenne gli animi in sospeso; fin che, da tre mila lire [...]

[...] della vendita, narrò che il piatto era stato rinvenuto nientemeno che dentro l'Alhambra e vi tessè una specie di leggenda orientale poco [...]

[...] 222 bel piatto moresco, e cinguetta vicino alla lunga barba bianchiccia di uno scultore celebre. Finalmente era venuto il turno dei dipinti [...]

[...] gamurra a maniche aperte era di velluto rosso contrattagliato a fondo di broccato d'oro; e ne usciva fuor dello scollo il petto alto e colmo [...]

[...] inconsapevole 225 simpatia, il sorriso di parecchi tra gli astanti. La figura, come figura, era adorabile; ma il dipinto non piacque. - Una dama [...]

[...] In quel frattempo il martello era caduto tre volte. La voce era d'un giovanetto su' diciotto anni, vestito modestamente d'una giacchetta color [...]

[...] il prezzo, era ella proprietà assoluta del giovanetto, così ch'e' potesse disporne liberamente e a suo capriccio? In una piccola città di [...]

[...] studio assiduo del decoro esteriore glielo permettesse. Questa donna, nata di modesti commercianti, s'era sposata per passione a un nobiluccio [...]

[...] un fenomeno inatteso e cambiano gli aspetti dei luoghi. Ricordava con tardo rammarico che, durante la loro vita comune, ella non s'era mai [...]

[...] affaticasse a muovere un dito, s'era 231 logorato corpo e anima tra recriminazioni impotenti e vaniloqui rabbiosi. Di tutto questo la vedova riteneva sè [...]

[...] , se la rivelazione delle sofferenze di lui non le era penetrata nell'animo fuorchè quando lo aveva visto lungo disteso su 'l loro letto nuziale [...]

[...] senso di gratitudine quella mano aristocratica, oziosamente bianca, quella mano che non avrebbe mai dovuto congiungersi alla sua, ella si era [...]

[...] altamente intuiva, senza nè pure ben capirne tutta la delicatezza e tutte le difficoltà, era come una muta riabilitazione dinanzi alla memoria di [...]

[...] quel vinto, era come la sacra eredità paterna gelosamente custodita al figliuolo. Il ragazzo, non affatto privo d'intelligenza, teneva, non di [...]

[...] seri ma aridi, preferiva i versi dolci e sonori; e quando era rimasto disteso per ore ed ore alla larga ombra d'un olivo, con le palpebre [...]

[...] . Oltre la solitudine volontaria alla quale si era condannata, la madre s'impose, come s'è detto, le più austere privazioni, a patto che nulla di [...]

[...] quanto le concedevano le sue povere sostanze mancasse alla sua creatura, per cui sentiva raddoppiarsi ogni giorno l'amore: a punto come le era [...]

[...] accaduto col padre, da quando non ne aveva più avuto a sopportare l'umor fastidioso. A conseguire lo scopo, la coraggiosa donna si era messa a [...]

[...] ignorava quanto mai costassero alla madre sua quelle piccole somme! La loro lontananza durava da sei mesi. Da sei mesi il giovane si era iscritto [...]

[...] all'Università, e ne seguiva le lezioni a bastanza regolarmente. Ne' primi tempi egli s'era trovato assai triste e come perduto nel tumultuoso [...]

[...] pena il tempo era sereno, egli se ne andava fuor d'una porta, seguendo, a capriccio, la strada che gli appariva più pittoresca; e camminava [...]

[...] desiderio che sapeva di fatalità, erasi lasciato sfuggir di bocca quella cifra: cento!... e la donna bella era divenuta sua. Quella mattina stessa [...]

[...] , il roseo foglio del riscatto era giunto dal paese, - in mezzo a una lettera piena di raccomandazioni, di sgorbi e di baci, - destinato al [...]

[...] stimolo d'appetito, e, per fortuna, la serata era stupenda: una di quelle sere quasi estive in cui il cielo è così terso che il crepuscolo sembra [...]

[...] era ella mai? Quali pensieri potevano aver traversato quel capo adorabile, perchè ella sapesse guardare e sorridere con tanta grazia? Era ella, da [...]

[...] vero, come il perito aveva accennato, quell'audace duchessa di Gragnano, su la quale corre qualche storiella delle più scollacciate? O era una [...]

[...] .... ... Ma chi mai; chi mai era ella? Che voleva da lui? Perch'era venuta, lei, gran signora, nella casa di lui, così povera se non vi batteva [...]

[...] quelle labbra odorose che sorridevano, sorridevano sempre.... Estatico, egli non batteva più palpebra. La notte era al colmo. La bianca striscia [...]

[...] ai trentacinque anni. Bruno per propria natura, e annerita anche dal sole, era presso a poco della tinta d'un beduino. Taceva, non osando [...]

[...] » - com'ella lo chiamava - era un ex-bersagliere mandato alle compagnie di disciplina per omicidio, la maraviglia della signora fu grande e 254 si [...]

[...] l'imbrunire così sola fra cielo e mare con un assassino! C'è da impaurir una leonessa! Non ci sarebbe più andata, non c'era verso! Chi glie ne dava il [...]

[...] addetto al servizio della barca: tanto era stata esemplare la sua condotta da ch'egli era dentro. Non c'era nulla da temere, che diamine! Anzi [...]

[...] , era un ottimo diavolaccio, Merulla, e d'una intelligenza! Adesso la signora sorprendevasi a fissar il suo barcaiolo come se per quegli occhi [...]

[...] Posillipo. Il giorno era stupendo: il mare liscio come un favoloso zaffiro. L'uomo, in segno di rispetto, quasi per ringraziar dell'onore che la [...]

[...] condannarono? 256 Ormai il dado era tratto. Una curiosità d'osservatrice più che di femmina le aveva spinta quella domanda su le labbra. Voleva [...]

[...] conoscer l'animo dell'individuo che le teneva cotidianamente compagnia nella superba solitudine del mare, in quell'ora che per lei era la più [...]

[...] collo; era lei, entrata senza far rumore, che mi stuzzicava con un suo ferro da calza. Un giorno, non ostante il rispetto che 358 m'ero giurato [...]

[...] aveva per farne uscir di frammezzo gli acini dell'avena su cui era caduta supina.... I suoi di casa non s'avvidero di nulla, quel giorno; ma [...]

[...] riempir la mangiatoia, quando mi colpirono de' gridi di femmina che venivan dalla casa vicina. Era Lo Santo che bastonava peggio d'una mula sua [...]

[...] ormai era mia, e che portava in sè un'altra creatura più ancora mia? Mai, per Dio! D'un balzo fui fuor della stalla e corsi a bussare alla [...]

[...] ansando. - No! no! non è vero! non è vero! - strillava Tinuzza che s'era rialzata e veniva a mettersi tra suo padre e me, intanto che mi faceva de [...]

[...] , ma non c'entri più. Male femmine in casa mia non ci stanno! Di lì a meno d'un mese ci eravamo già sposati. Il male era ch'io non avevo ancora [...]

[...] bimbi, spersi nel mondo. Mi toccò proprio un numero basso, come m'aspettavo; sì che non c'era rimedio: marcia! Intanto che mia madre pigiava [...]

[...] dentro un sacco quel po' di biancheria che a mano a mano, di nascosto a tutti, m'era andata preparando: calzette a maglia, camicie e camiciole [...]

[...] ! - Merulla sorrise al ricordo di quelle parole materne, come avrà sorriso a chi sa quanti rimbrottoli della brava donna quando era fanciullo; e [...]

[...] rispetta, vedi; e non rispetterà neanche te. Fra loro due la guerra era implacabile, continua; a segno che, da questo lato, la partenza mi fu di [...]

[...] bersaglieri, che pigliava le reclute là giù, s'era imbarcata anche mia moglie col piccino, ch'essa allattava. A Napoli, ci ammucchiarono, noi [...]

[...] soldati, in un convoglio diretto a Roma: 267 era quella la nostra destinazione. Tinuzza viaggiò in un'altra terza classe, ma sempre nel treno che mi [...]

[...] portava. Oh, Dio! che spasimo quella prima notte e quel primo giorno di quartiere, senza saper dove era andata a sbattere la mia donna con la [...]

[...] . Lei era andata a alloggiare in una cameretta a pianterreno su la svolta d'una via che s'allungava a destra dietro la caserma. Glie l'affittava [...]

[...] sergente furiere di cavalleria col quale m'ero accompagnato per istrada. Era anche lui del mio paese; ma faceva già il militare da qualche anno [...]

[...] s'era unita a noi, dietro un mio cenno, e rideva di Puddu Cassione, che la guardava mordendosi i baffi e mormorando: - Passa, passa il tempo [...]

[...] ! - Son vecchia, lo so - disse lei, forse per il gusto che provava a farsi ripetere che, crescendo, s'era fatta bella. Lui rise rumorosamente, col [...]

[...] il bambino, che quel giorno era stato affidato alla sora Rosa. Tinuzza invece, non ostante che lo allattasse, non sembrava ricordarsene; a segno [...]

[...] portati da casa si campava da gente onesta. Il mio maggior piacere era di fuggir l'oppressione, la monotonia del quartiere, e andarmene in [...]

[...] Merulla sostò per asciugarsi 274 gli occhi. Bella Madre! che c'era da fare? Ormai era andata com'era andata. - Dopo una di queste gite all'aria aperta [...]

[...] pareva rantolasse. 276 - Senti, io stasera non vado alla ritirata. M'infischio di tutto, io! Tinuzza si stizzì. Che diamine! O non c'era lei [...]

[...] sopra tutto mi premeva; badasse a curarlo, a non fargli mancar nulla, a chiamare 279 il medico quante volte al giorno c'era bisogno; magari ci [...]

[...] ? - urlai io inferocito - voglio saperlo! La sora Rosa mi s'era avvicinata, più pallida d'un cadavere; mi prendeva per le braccia; mi faceva de [...]

[...] la mia forza, apersi. Volevo veder il mio Ciccu; non intendevo ragione. Ma il bambino non c'era; il letto era vuoto: soltanto un po [...]

[...] che seguì, il furiere se l'era svignata. - Il barcaiolo tacque. Il crepuscolo s'oscurava diffondendo una tinta di mistero su la distesa enorme [...]

[...] stamattina alle undici! Ma sai che tu faresti scappare la pazienza a un santo? O che diamine hai, si può sapere? L'interrogato non rispose. Era un omino [...]

[...] , stropicciando col fazzoletto le lenti che si era tolte di su 'l naso: e mise un altro sospiro ancor più profondo. - Che la ti piaccia, son [...]

[...] l'amore non ci abbia.... - In questo caso posso risparmiarti la noia - interruppe il conte un po' stizzito. L'avvocato che in tanto s'era messo a [...]

[...] dell'altro se il leggiadro lupus in fabula non avesse spalancata proprio in quel momento la porta del salone. Emma Alford era una figura tutta [...]

[...] artifizio, ma in una foggia grecamente elegante, e dietro il collo gliene cadeva qualche ciocca giù per le spalle. La bocca era rosea, un po [...]

[...] , mentre la signorina continuava ridendo: - È tutto cambiato dai primi giorni che venne. Prima era espansivo, loquace; ora dice sì e no quattro parole [...]

[...] perfino un nodo di nastro celeste - il mio colore - alla scena... a una scena che fa venire i brividi.... Il visino roseo le si era fatto rosso come [...]

[...] fermò subito sur un tenentino de' bersaglieri, attillato nella caratteristica divisa. Era la prima volta che lo incontrava, e bisogna convenire [...]

[...] che appunto la sua pensione era la migliore di Napoli per la cucina, perchè aveva un cuoco inglese e uno napoletano. Lei non amava far le cose a [...]

[...] mezzo; se si hanno in casa tutte persone di riguardo, bisogna trattarle bene. Questa era la ragione per cui quando uno era stato in casa sua [...]

[...] voltare tutti quanti. - Mannaggia all'anema é màmmete! - gridò tossendo nel tovagliolo, perchè il vino gli era andato a traverso in uno scoppio di [...]

[...] belle labbra rosse che negavano. Ma il dabben uomo era innamorato; e l'amore, si sa, più si va innanzi nella vita e più ci stringe e ci raffittisce [...]

[...] ! - sentenziò Sampieri, il quale nella pensione Alford si era sciolto da parecchi pregiudizi tutti nostrani. - Anzi, nella libertà che si accorda loro da [...]

[...] . Il conte sospirò più forte, e forse questa volta il suo sospiro era una protesta contro gli usi americani, testè da lui tanto lodati. Ma [...]

[...] . Allora, si formò un crocchio in torno a Miss Alford. Tutti volevano sapere s'ella si era divertita, quanti waltzer aveva ballati, s'era stanca [...]

[...] di fiori maraviglioso c'era in mezzo alla sala del the! Figuratevi una fontana, alta due metri, con piedestallo, vasca e trofeo interamente [...]

[...] al nuovo arrivato: da che l'ottima donna, da vera settentrionale ch'ella era, intendeva tutto, fuor che il digiuno. - Oggi... io... oggi... vede [...]

[...] darling, perchè dev'esservi uno sbaglio d'indirizzo. Emma era a pena uscita che di nuovo si precipitava nella sala da pranzo, con gli occhi lucenti [...]

[...] in cerca di lui per tutta la pensione; ma senza frutto. Allora, inquieto, insospettito, fantasticando che un originale di quella fatta era [...]

[...] tu non mi giuri su 'l tuo onore che domattina stessa andiamo via di qui. Ma il conte era nello stato acuto della passione. Partire! Partire ora [...]

[...] potè per persuader l'avvocato che questo era l'esperimento decisivo, l'estremo. - Ti chiedo per grazia, per misericordia, di tentar quest'ultima [...]

[...] campanello. In un minuto tutta la gente della pensione era riunita nel salone. La signora Alford sganciava la cintura alla figliuola; la contessa [...]

[...] regali, forse anche, chi sa! con un po' d'amore, era diventata l'amante del proprio padrone, un giovane vedovo con due bambine. Dell'abituccio di [...]

[...] ; e si era vestita da cittadina, col cappello. Così passarono un paio d'anni di benessere relativo; fino al giorno in cui il vedovo significò [...]

[...] alla governante delle sue creature ch'egli era determinato a sposare una sorella della moglie defunta: donna non più giovane e nè anche bella, ma [...]

[...] . Fu poco dopo aver detto addio, non senza lacrime, a codesta sua famiglia d'accatto, d'onde era licenziata, che la ragazza si gettò a capo [...]

[...] Degli-Angioli 347 (era il nome affibbiatole da un poeta tutto preziosità, che l'avea amata una settimana) avea vissuto, ora mostrandosi [...]

[...] , da circa un anno un signore assai ricco e serio si era messo a proteggere Leda. Le aveva preso in affitto un villino al Macao; e lì, quanto [...]

[...] nelle ore della colazione e del pranzo. 348 Fuori, seco, egli non l'aveva mai condotta; tranne all'estero dove ella era ignota. Ma di che cosa [...]

[...] citavano come campioni di eleganza. Era felice, dunque. Tanto felice da invidiare le poverette che, la domenica, a passeggio fuori d'una porta [...]

[...] profondo, sembrò venir fuori con uno strappo... Povera vecchia! Fortuna che ignorava tutto! Per lei, la sua figliuola era quella del giorno in [...]

[...] quando il fratello maggiore, terminato il servizio militare, era tornato a casa, a lavorare nel campo con più robustezza di braccia, con più [...]

[...] ripiegata la lettera materna; e si era raggomitolata nella poltrona. Pensava: forse a casa sua, forse a tutt'altro. D'improvviso, nella via [...]

[...] passanti pietosi. Allora, la giovine donna ebbe un sussulto. Tese l'orecchio, e ricordò. Ricordò un camino che non era quello davanti a cui ora [...]

[...] sonora, più larga, vibrava nella pace alta della solitudine: la campana della chiesa. Era tempo d'avviarsi. E allora, ben imbacuccati, gli uomini [...]

[...] , forre, elevazioni di terreno, a perdita d'occhio, per modo che chi non era pratico dei luoghi, non sapeva dove posare i piedi, impacciati [...]

[...] tenebre, del freddo, di tutto. Il cammino era lungo; ma a loro non sembrava tale: conoscevano tutti gli alberi, tutte le svolte dell'erta [...]

[...] di lumi. Quel punto, dicevan le donne, era un paradiso. Costì, più che altrove, la gente si pigiava, tra spinte, gomitate, e invocazioni sacre [...]

[...] gioia, saltellando 357 in torno ai padroni davanti alla porta dove avean fatto la guardia; il fuoco s'era mantenuto vivo; scintillava, anzi, più [...]

[...] , a lei, invece, sembravano secoli!... In tanto, era proprio sul punto di tornare un'altra volta il Natale. Là su, ne' suoi posti, l'avrebbero [...]

[...] spalancò, per udire ancora quel suono fuggevole. La zampogna era ormai troppo lontana o taceva; solo un brusio di voci, un frastuono di ruote in [...]

[...] in fondo, che ogni tanto tirava fuori quando era triste. Da un pezzo, però, non lo aveva guardato. Erano i panni co' quali ella era venuta a [...]

[...] scoppiò in una risata. Ora che non era più avezza a vedersi a quel modo, le sembrava d'esser buffa. Aveva spiegata la sottana; la scosse, e se [...]

[...] l'infilò presto; era larga e sgraziata. E indossò il corpetto; 362 troppo corto di vita, troppo corto di maniche. Ah, c'era anche il grembiule [...]

[...] ! Quello poi era quasi intatto: rossigno e bianco, di cotonina a quadrelli. Dio, come aveva freddo! Così leggiera codesta lanetta, massime per lei [...]

[...] abituata adesso alle pellicce! Fortuna che c'era lo scialle! E se lo avvolse al busto. Non rideva più; s'era fatto d'un pallor di cera, come sul [...]

[...] viaggio l'avevano affranta. Era stata muta tra le vicine loquaci; seria tra le risate e i motti scurili degli uomini. Ma venne il momento di [...]

[...] Leda pareva d'essere scesa al Borgo, come era solita fare da fanciulla, a comprarvi qualcosa che non si trovava nel suo casolare. Lo stesso [...]

[...] poco si fermava per guardare: là era Casalfranco, là Roccapicco, là Torrarsa; e si fermò tante volte, che fece notte. Quando si vide intorno il buio [...]

[...] cancello di legno, tutto tarlato e vacillante sui cardini, che metteva nella viottola, in linea retta, a pochi passi della sua casa, la ragazza era [...]

[...] ! cominciò a chiamare con accento amico. 368 Non era Fido; ma un compagno di lui, che appena ebbe riconosciuta l'antica padrona, mutò tono e prese [...]

[...] penosa ed eroica; poi dalla Giulietta l'idillio di un suo amore virginale per un garzone di fattoria al quale ella era fidanzata. Così si fece [...]

[...] , con la lanterna in mano. L'aria era fredda; ma sul terreno, sonoro perchè ghiacciato, dove battevano le grosse scarpe ferrate, non si vedeva [...]

[...] stagione era stata mite. Come al solito, Leda aveva accosto la sua sorellina, non più attaccata alla sottana, ma al braccio; la madre, più curva [...]

[...] ogni poco sua madre, ch'ella si domandò con pietosa incredulità se era lei, lei veramente, la quale per anni e anni avea vissuto lontano da quel [...]

[...] centro di purità e di pace, tra gente ignota, senza affetto, senza fede, senza stima. Era stato un sogno brutto e cattivo?... Forse. Ah [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. II) / Vergini bionde (macchie sarde)
19 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 109 occorrenze

[...] , io conosceva molto suo padre, ed una volta ho avuto l’onore d’ospitarlo in casa; gli avevano rubato parecchi capi di bestiame, ed era passato in [...]

[...] tanta fortuna, rispose don Zua. Zio Peppe Diego sapeva fare le cose ammodo; appena vide il numero dei forestieri che gli era arrivato, fece [...]

[...] appetito. Alla carica ci si era andati in silenzio, e direi quasi con religiosa venerazione. Il primo a rompere il silenzio fu Pietro Barraca [...]

[...] , che era stato il più sollecito all’assalto. — Buoni, per San Mauro vescovo, esclamò asciugandosi i baffi umidi con la salvietta, valevano più di [...]

[...] quale si era sentito pieno di entusiasmo, un pò per il racconto del vecchio, ed un pò per i frequenti baci dati al bicchiere. — Evviva! evviva [...]

[...] chiesa coi loro tetti oscuri, o pieni d’erbe, contribuivano a dare vieppiù l’aspetto di castello alla chiesa. Fuori del ricinto sacro era sorto un [...]

[...] l’ultima salita del lungo viaggio, era arrivata alla sommità di una collina verdeggiante, d’onde si poteva dominare tutto il sottostante spettacolo [...]

[...] , si era appoggiata mollemente contro la sua spalla, tanto che i riccioli dei capelli di lei, mossi dalla brezza, andavano a folleggiare sul collo [...]

[...] al cavallo disse: — Andiamo; come se si fosse finalmente deciso ad affrontare il pericolo della folla, sicuro che il suo tesoro era messo in [...]

[...] versarsi dentro la chiesa. Era un’onda di colori vivaci, di broccati sfavillanti, di lini bianchissimi, di sete e rasi corruscanti, un tutto [...]

[...] tempestato d’oro e di gioielli, tutto ricchezza, tutto barbagli di pietre e di metalli preziosi. Era una colonna che si avanzava continuamente [...]

[...] rispettoso ed umile; ragazzi laceri, con certe teste arruffate, ove non era mai passato il pettine, vecchi curvi dagli anni, tutti lavorando di [...]

[...] per soddisfazione. La scena là fuori era tutta diversa, totalmente cambiata. Intorno, intorno alla chiesa, fabbricate contro il muro di cinta [...]

[...] , erano le tettoie per i negozianti di telerie, seterie e chincaglie, accorsi alla festa. Là c’era una gara tra di loro, per esporre con gusto i [...]

[...] , il chiasso era più spaventevole. Là avevano piantato le loro tende gli Isilesi, i quali si avevano formato una specie di cittadella, coi paiuoli [...]

[...] ragazze stupende di tutta la Sardegna. Più in fondo, nella pianura c’era la fiera del bestiame. Ma quella era una vera battaglia! Chi si poteva [...]

[...] campanile della chiesa, i carri, tutto, tutto era stato invaso dalla gente, pigiata, serrata, aggruppata come le mosche sopra un dolce. La [...]

[...] processione era uscita dal portone d’oriente, detto di Sorgono, e dopo venti minuti rientrava per quello d’occidente, detto d’Ortueri, appunto [...]

[...] della chiesa; però questa volta con una corsa quasi vertiginosa, poi si sparpagliarono rumorosamente giù per la pianura. La festa era finita. La [...]

[...] fine della processione era il segnale della partenza. In un momento tutti avevano preparato le bisacce, sellato i cavalli, e per parecchie ore non [...]

[...] , augurandosi di vedersi l'anno venturo. Ce ne era qualcuno che spingeva la commozione fino alle lagrime, ma lo sapeva zia Nannedda, la nuorese che vendeva [...]

[...] questo scambio di promesse era finito il lungo dialogo, che don Zua e Boella avevano tenuto sotto voce durante la prima ora di strada. Don Zua si [...]

[...] era finalmente deciso a spiegare apertamente le sue intenzioni a Boella, la quale ne era già stata preparata dalle poche parole dettele da don [...]

[...] parsa una bizzarria giovanile, e null’altro. Ma in fondo in fondo Boella non la pensava così; era la superbia di ragazza viziata, che le faceva [...]

[...] parere disonorevole il coltivare la terra, in colui che sarebbe dovuto essere suo marito. Se era riuscita nel suo intento, cioè di sposare un nobile [...]

[...] di Boella, la passione che l’agitava; ed era facilmente caduto nell’inganno, prendendo per amore, ciò che nella bella fanciulla non era altro [...]

[...] che freddo calcolo. O lui, o un altro, per Boella, era cosa indifferente, secondaria, purché fosse nobile. La mamma glielo aveva cantato, facendole [...]

[...] mia, « Dormi, vida e coro, « E reposa a ninnia. (I) Lei non li aveva sentiti quei versi, dettati dal grande amore della madre; la quale era morta [...]

[...] amore, era vero; ma che? per questo se lo avrebbe dovuto lasciar scappare? l’amore sarebbe venuto poi, convivendo assieme; non era l’amore che [...]

[...] faceva la casa; quante ne aveva viste lei di ragazze che s’erano maritate, così, per amore, e poi avevano finito a bastonate coi mariti! Lei non era [...]

[...] nascita umile. Don Zua poi non era povero, oh tutt’altro! (I) Quando sarai grande, io ti vedrò sposa ad un cavaliere, più bella di una rosa [...]

[...] mezza entravano in Tiana che era già immerso nel sonno; ma la casa di zio Peppe Lidone era aperta a tutte le ore. Egli, il buon patriarca, questa [...]

[...] volta non si era lasciato cogliere alla sprovveduta, perchè, aspettandoli da un momento all’altro, aveva fatto preparare una cenetta, che, a [...]

[...] cavallo sauro pomellato. Quello era un cavallo! Un marchese di Cagliari, la volta, gliene aveva offerto 200 scudi e in quei tempi 200 scudi eran [...]

[...] qualche cosa; ma non ne aveva voluto sentire neanche la proposta, perchè quando lo inforcava era sicuro del fatto suo. Si cenò allegramente e [...]

[...] lo aveva innalzato al cielo. Quello era davvero un giovine di cuore! Non erano forse tutti figli di Dio e di nostra Signora? Perchè ci doveva [...]

[...] essere quella differenza tra cavalieri e plebei? Gesù Cristo che era figlio di Dio, era forse nato nobile? non era nato in una stalla [...]

[...] ? Galantuomini bisognava essere, ecco, ed allora si era davvero nobili, ed aver buon cuore coi poveri; perchè nel mondo si era tutti uguali, si era! Anche [...]

[...] adocchiare le belle ragazze, colla intenzione di poter portare poi la disperazione ed il disonore nelle famiglie. Quando si era saputa di certo la [...]

[...] notizia, del futuro matrimonio, da Filomena Dringhili, la quale era cuore ed anima con Boella, i giovinetti del paese, a don Zua, gli avevano fatto [...]

[...] (muttos) così belli non ne avevano cantato più, da quando s’era sposata Grazia Lugore, con quel Toscano che se l’aveva portata via subito [...]

[...] Veronica, che pure era stato portato dal continente! cose, cose da far strabiliare! Le donnicciuole si fermavano volentieri con zia Chischedda, la [...]

[...] se era diventato matto rimettesse la testa a partito, che quella ragazza era una.... Ma dite voi, comà, se eran cose da dire, calunniare una [...]

[...] , buon’anima; ma quello poi no; era onesta come nostra signora del Rosario! — Oh è certo che i fratelli non se la potranno portare in santa pace [...]

[...] , e dietro ai quali c’era la casetta bianca di Boella; il suo occhio si posò a lungo su quello sfondo amico, e solo si riscosse quando due lagrime [...]

[...] babbo, quanto era felice quel giorno! quante speranze aveva riposto in lui! quanti sogni! Il sole cadeva lentamente, incendiando i monti lontani, ed [...]

[...] , spiegando maestosi nel fondo verde oscuro delle querce di Ortobene. XXXI. Erano già passati alcuni mesi, dall’arrivo di don Zua a Nuoro. Egli s’era [...]

[...] volontà era ferrea. Quando era stanco di studiare pensava a Boella, quella era la sua ricreazione; ed in quel pensiero costante, prendeva lena [...]

[...] , prendeva forza, per studiare di più. L’amore per la bella fanciulla gli aveva fatto fare in pochi mesi, ciò che non era riuscito a fare in [...]

[...] dell’avversario vinto, ai piedi dell’amata castellana. A Mamojada Boella non faceva certo la stessa vita. L’amore per don Zua era l’ultimo suo [...]

[...] . Ma era quello un fare da zitella fidanzata? chi si era mai vista andare ai balli, senza che ci fosse lo sposo? A che tempi si era venuti [...]

[...] , una ragazza fidanzata, quando lo sposo non era in paese, non andava neanche alla prima messa, non andava! E là si ricordavano i matrimoni [...]

[...] accasati in paese! Prima si era gridato allo scandalo, perchè lasciavano tanta libertà alle loro donne, e poi tutti avevano allentato il freno! — Se [...]

[...] radici? Vedrete, vedrete! — Povero don Zua! conchiusero i tre vecchietti, alzandosi, ed abbandonando la piazzetta, che il ballo era finito, e tutti [...]

[...] ! spergiura! traditrice! aveva gridato don Zua, pallido come il fior della cenere, strappandosi i capelli; spergiura! e singhiozzante s’era buttato [...]

[...] quell'ineffabile dolore. La causa della disperazione dello sventurato don Zua, era facile comprenderla. Boella, dimentica delle promesse fatte, aveva [...]

[...] accolto le proteste d’amore del bel brigadiere, e si era a lui fidanzata. Il brigadiere si era congedato, e fra poco si sarebbero celebrati [...]

[...] gli sponsali. Questa notizia si era sparsa in un momento a Mamoiada; e sebbene sul principio non ci si prestasse fede, nessuno ne ebbe più alcun [...]

[...] dubbio, quando, una domenica mattina, il rettore lo annunziò pubblicamente in chiesa. Fu allora che Margherita, senza attendere oltre, era corsa [...]

[...] a Nuoro, e ne aveva dato la notizia a don Zua, che ne era rimasto schiacciato. Le lagrime, presto, si inaridirono nei suoi occhi, nè più un [...]

[...] avidi di novità, godano l’ultimo atto del dramma. Anche questo era destino. XXXIII. Sebbene don Zua fosse entrato a Mamojada, di notte, pure la [...]

[...] amava; se un giorno gli aveva promesso di sposarlo, aveva avuto troppa fretta, e s’era lusingata perchè don Zua era nobile; ma poi ci aveva pensato [...]

[...] sopra, e s’era accorta che non lo avrebbe potuto amare mai. Così ella cercava di giustificare, verso sè stessa, la cattiva azione che aveva [...]

[...] fatta. Mancavano ancora pochi giorni al dì degli sponsali, ed in casa di Marco Santoru si impazziva per i preparativi. Tutta la casa era stata [...]

[...] pasticci. Per l’occasione erano state reclutate tutte le amiche di famiglia. Il lavoro era stato distribuito, e chi impastava la farina, chi la [...]

[...] gramolava, chi ne foggiava i pani in mille guise. Filomena Dringhili era la direttrice. Bisognava vederli quegli uccelli di pasta, che pareva volessero [...]

[...] quel lavorio era per lei; oh! non avrebbe certo sfigurato, il babbo lo aveva detto che non voleva badare a spese, perchè di figlie da maritare ne [...]

[...] aveva una sola, e perciò voleva che la festa fosse stata proprio di lusso. Egli, zio Marco, s’era incaricato di preparare i vini, e ne aveva [...]

[...] sigillato con ceralacca, centinaia di bottiglioni e di damigiane. Dentro a quelli c’era il vecchissimo di Oliena, il quale da nero era diventato [...]

[...] . Don Zua, dopo il suo ritorno a Mamojada, s’era rinchiuso nella sua cameretta, e non ne era più uscito. Margherita qualche volta osava entrare da [...]

[...] lui con qualche scusa, tentando di farlo parlare, di farlo uscire dal mutismo al quale s’era condannato; ma era fiato perduto! L’infelice viveva [...]

[...] occhi di don Zua uscivano foschi lampi, e la sua faccia livida era increspata da un sorriso feroce. Si alzò d’improvviso dalla sedia e battendo [...]

[...] , non aveva potuto sentire lo scalpitìo del cavallo, attutito dall’alto tappeto della neve caduta. XXXIV. Cammina! cammina! era la voce della [...]

[...] di neve, dava alcunchè di fantastico e di misterioso al bosco. Il vento era cessato, ed un silenzio sepolcrale era subentrato agli schianti [...]

[...] osservatore che poco prima avesse visto la foresta di Montemannu, coperta dalle nevi di dicembre, in quel quieto pallore dell’alba. Ma don Zua era [...]

[...] nascosto e riparato, per potervi passare, non visto, la giornata, e ne prese possesso. Colà, la macchia era tanto folta, che la neve non vi era [...]

[...] potuta penetrare. Sotto agli ampi macchioni di corbezzoli, dai frutti vampanti, nel verde lucido delle foglie, era a metà nascosta una specie di [...]

[...] sonno e dalla stanchezza si addormentò. Qual era la meta di don Zua in quel viaggio? forse la chiesa campestre di San Mauro, nella speranza che [...]

[...] . Egli, vedendo inutili le sue preghiere ferventi, s’era votato corpo ed anima al diavolo, e nella foga della disperazione, la sua mente, correndo [...]

[...] alle superstizioni del volgo, si era ad un tratto persuaso intimamente, che ciò che non aveva voluto fare il cielo dopo tante preghiere, lo [...]

[...] , la quale dicevasi avesse corrispondenza col diavolo in persona. La fama della strega era volata per tutta l’isola, e dai punti più lontani [...]

[...] del corpo, a seconda del sortilegio. Chi veniva a lei con qualche scudo in tasca, o con un cavallo di provviste, era sicuro di tornarsene indietro [...]

[...] giornata, e si era destato intirizzito dal freddo, perchè il fuoco, già da lunga pezza, erasi spento. Soddisfatto che la giornata fosse passata [...]

[...] , era certo di non sbagliare, cercando l’abitazione della maga. Ognuno era informato a puntino sulla località ove era situato l’alloggio [...]

[...] passare per di là di giorno, si faceva il segno della santa croce, e mormorava sotto voce una avemaria; di notte poi non vi era barba d’uomo che [...]

[...] osasse avvicinarcisi. La maga era contenta di quelle vane paure; perchè in tal modo, i compaesani, tutti pezzenti, non l’avrebbero mai [...]

[...] riconosciuto la borsetta di Viperona, la quale era stata sua allieva, e che da Nuoro, ove era sorvegliata dalla polizia, mandava i clienti alla maestra [...]

[...] diceva che la vecchia, nel suo antro, nascondesse un tesoro; ma che c’era un diavolo incatenato per custodirlo, e guai a chi avesse osato di andarlo [...]

[...] trattava, e pensò che vi era qualche scudo da guadagnare. Quindi facendo finta di non aver capito si accoccolò vicino al fuoco. — Brutto tempo è [...]

[...] ! gridava anche a lui la voce della fatalità. XXXV. Fin dalla mattina, prestissimo, in casa di zio Marco Santoru, c’era un via vai, un gridìo, uno [...]

[...] signor rettore. Egli aveva una risposta per tutti, e la sua opera era, per ogni faccenda, immediata. Attorno a Boella vi erano tutte le amiche [...]

[...] più intime. Se Filomena Dringhili era maestra nel saper dorare un pane dolce, e nel saper plasmare con la pasta un pesce, od un uccello, non lo [...]

[...] era meno, nel saper ben disporre i merletti di una camicia, ed i fili di corallo di una collana. Boella uscì dalle mani di quelle ragazze [...]

[...] complimento, il quale aveva per lei assai valore, appunto perchè fatto da una ragazza, che, per bellezza, non era certo da disprezzarsi. — Il [...]

[...] Campidanese ci ha tolto la gemma di Mamoiada, aggiunse con celata ironia, zia Rosaria, la quale era stata partigiana degli amori di don Zua, e che [...]

[...] vedeva mal volentieri il matrimonio di Boella col Campidanese, come lo chiamava lei. Don Tottoi Taquisara, l'ex brigadiere, lo sposo di Boella, era [...]

[...] lo aveva aiutato nello scoprire le belle forme della figlia di Marco Santoru; ma quel che lo aveva fermato di più era stato la dote di lei [...]

[...] cominciata dalle tignole; tutto il resto era identico; cioè no, prendo errore, don Simone aveva cambiato parrucca, perciò era costretto a tener [...]

[...] da spose, perchè così era il costume (sas accumpanzadoras). Fuori attendeva già lo sposo con gli amici. Egli, secondo le prescrizioni del [...]

[...] ) si succedevano senza tregua; per lo più consistevano in un canestro di grano, nel mezzo al quale era a metà sepolta una caraffina di vino bianco [...]

[...] grassi, dei visi paonazzi; uno sbracalìo che non si era mai visto, neanche dinanzi ad un consiglio di leva. Signor Vittorio, neanch’egli ci mancava al [...]

[...] perchè era stato troppo.... eloquente. Ciò produsse un momentaneo disturbo, a tavola, e signor Vittorio perdette il filo delle idee. In piazza, una [...]

[...] lo avrebbe avuto! — Hai ragione, hai ragione da vendere; ma che vuoi trarne tu da un matto? allora io era matto; però mi servirà di lezione per [...]

[...] frenesia. Mancava poco alla mezzanotte; il cimitero era là, a due passi dal paese; ma don Zua non volle perdere tempo. Uscì senza far rumore per [...]

[...] anni prima era morta la figlia sedicenne di don Eusebio, e don Zua aveva pensato a quel teschio, per mandare ad effetto la malìa. La tomba era [...]

[...] fossa era quasi scavata, e nell’oscuro della terra smossa, biancheggiò un teschio. Don Zua stese la mano per prenderlo; ma uno strano senso di [...]

[...] irrigidito. Don Zua! morto! possibile! Si chinò sul cadavere, lo scosse, lo toccò, non vi era dubbio! Già da molte ore la morte aveva portato [...]

[...] ascoltava mezzo addormentato le chiacchiere insulse del sindaco. — Domandategli ciò che vuole, rispose seccato ad una serva, la quale era entrata per [...]

[...] lungo in bocca. Il sole si era pudicamente nascosto dietro una nuvoletta bianca, lasciando l’angolo, dove erano gli sposi, naufragante in una [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. I)
18 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 155 occorrenze

[...] delle coltri, o sopra una buona stuoia distesa accanto al focolare, secondo la consuetudine della maggior parte dei popolani sardi. Era di [...]

[...] tettoia; poi stropicciandosi le mani s’era avviato verso la cucina. II. Là c’era proprio ciò che faceva al caso suo. Bastava entrare dentro [...]

[...] , che volando sia caduto supino, e cerchi di rialzarsi. In un angolo, in fondo, nereggiava una immane bocca spalancata. Dentro a quella bocca c’era [...]

[...] coda di pavone aperta, e che gli occhi delle penne avessero splendori di diamante. Quella era la bocca del forno, dentro al quale si era rifugiata [...]

[...] a qualcuno di quegli scheletri viventi. Il forno era l’asilo più sicuro dei fuggitivi; là dentro la testa elegante di Fioravanti non si [...]

[...] avventurava, perchè era sicuro di trovarvi artigli affilati, che difendevano per bene la piazza forte. Agostino si fermò dinanzi al focolare, col [...]

[...] , forse starei a corrergli ancora dietro. — Eh... sì, quel ronzino è un pò vispo; poi era già più di un mese al pascolo, si capiva che doveva [...]

[...] saprà fare a Nuoro questo beniamino; mi pare che saranno danari gettati al fiume, sentenziò con asprezza don Sisinnio, che fino a quel momento era [...]

[...] te? interruppe donna Clara, che in quel momento era intenta a cacciare un pezzo di cencio attortigliato, a mò di lucignolo, attraverso un [...]

[...] un O con un bicchiere. — Basta, quello era un tempo, e questo è un altro, interruppe donna Clara, punta dalla osservazione del figliuolo. — Fin [...]

[...] un’angusta porticina. III. Don Pantaleo? Chi c’era a Mamoiada che non conoscesse don Pantaleo? Qual era la famiglia che non avesse provato [...]

[...] Iddio: l’oro! Lungi dallo splendore di quel metallo, la vita per lui era nulla. Le gioie ineffabili della famiglia, il conforto intimo di aver [...]

[...] queste! Don Pantaleo era nato povero; il suo genitore sebbene nobile di nascita, aveva piegato la schiena sulla zappa e sull’aratro, per tirare [...]

[...] realizzava; però la passione non poteva essere appagata, la fame era insaziabile, la cupidigia lo travolgeva ciecamente, ed egli arricchiva, arricchiva [...]

[...] era caduta nella sua rete, don Pantaleo s’era innamorato di donna Clara Isalle. Il lupo aveva trovato la lupa degna del suo amplesso; l’avarizia [...]

[...] si era unita con l’avarizia, la cupidigia con la cupidigia! Che sarebbe dovuto nascere da quell’unione? Ma la natura, certe volte, ha strani [...]

[...] , sprezzando quella prole indegna di lui, li condannò alla gleba, trattandoli come servi, vergognandosi che fossero suoi figli. Molto più tardi era [...]

[...] supremazia, per la quale egli aveva tanto combattuto, sarebbe stata perduta per sempre dai suoi. IV. Sisinnio si era separato a malincuore [...]

[...] dall’ampia scodella del caffè e latte, dopo averne sorbito l'ultima goccia, e s’era messo ad attizzare il fuoco. Taddeo aveva acceso una pipa foderata [...]

[...] allora comparve don Pantaleo. Era un omone adiposo; un paio di occhiali azzurri a reticella gli nascondevano completamente gli occhi affetti da una [...]

[...] oftalmia incurabile; sulla faccia floscia e pallida gli si leggeva chiaro che da qualche mese non s’era più lavato. Un berrettone nero, di pelo [...]

[...] di cordoni, e largamente macchiato di grasso, copriva tutto quel carname e quei cenci. Questi era don Pantaleo, il vampiro temuto di Mamoiada [...]

[...] via della porta, passando, per quanto era possibile, lontani dal bastone di don Pantaleo, che pareva avesse tutta la buona volontà di farlo [...]

[...] il giorno che perdo la pazienza guai, guai a tutti! Donna Clara capì che non bisognava fiatare; c’era temporale in aria, e don Pantaleo in quei [...]

[...] momenti diventava brutale. Se gli facevano perdere le staffe, stando a contrariarlo, diventava violento, ed era capace di tutto. Donna Clara lo [...]

[...] comandare tutti in casa sua, a non vedersi mai disobbedita, sulle prime era stata restìa; s’era impennata ed aveva tentato di ribellarsi; ma [...]

[...] , perchè sapeva che era l’unico mezzo per calmarlo. Anche questa volta il rimedio ebbe il suo pronto effetto: don Pantaleo gridò ancora un poco [...]

[...] aver fatto studiare quei due ragazzi! Ma già, sarebbero stati soldi sprecati; non avrebbero fatto mai niente; la loro inclinazione era ai lavori [...]

[...] dalla fiamma del ceppo. Don Pantaleo aveva ragione di tenerlo caro più degli altri due figli! Zua era un don Pantaleo in ventiquattresimo: un [...]

[...] don Pantaleo di 12 anni. Le stesse gote piene, la stessa bocca aperta goffamente, lo stesso naso smisuratamente grosso; in una parola egli era [...]

[...] il doppio ufficio che era destinata a fare di moccichino e di salvietta; no, li voglio ora, li voglio. — Andiamo, figlio mio, sii buono, te li [...]

[...] .... — Non verrà, non li mangio, disse Zua che s’era accorto che la madre veniva a transazioni. — Va bene, eccoli, e si appressò ad una cassa nera [...]

[...] , segni cabalistici, geroglifici, ornati, il sole, la luna, un firmamento intiero; una cassa dove era stata riunita tutta l’arte primitiva [...]

[...] che per lo sforzo era diventata pavonazza. — Eccoti i fichi secchi, e buttò a Zua, che era ancora seduto per terra, un centinaio di fichi [...]

[...] . — Ora voglio la zuppa. — Bravo, figliuolo mio, così mi piace, non mangiar quella robaccia, che ti fa venir la febbre. Donna Clara non s’era [...]

[...] , che non serviva più all’uso al quale era destinato, un po’ per le ingiurie del tempo ed un po’ per quelle delle mosche, ridotto per conseguenza [...]

[...] ad una inutile lastra oscura di vetro, contornata da una cornice, che un tempo era stata dorata, ma che ora pareva d’ebano. Di rimpetto al [...]

[...] armadio tinto in rosso, sul quale erano messe in ordine parecchie dozzine di aranci, una vecchia fisarmonica ed un ombrello di seta verde. Era [...]

[...] , se credevano di burlarlo con quelle cerimonie; egli era stato anche troppo indulgente con quella canaglia; ora non ne poteva più, l’usciere [...]

[...] che c’era quella benedetta ipoteca sopra l’orto. Don Simone cinquanta quarti di grano; donna Veronica, venti scudi; don Ciriaco, trenta; don [...]

[...] dei più rinomati del Logudoro, s’era prodotto col panegirico di S. Antonio di Padova, facendo molte citazioni latine con voce altisonante, prodigo [...]

[...] popolane, alle quali era permesso quello spasso pubblico, e si dolevano della nascita nobile, che impediva loro di divertirsi tutto l’anno come le [...]

[...] , e ridevano rumorosamente, tanto per fare qualche cosa. Il sole intanto era scomparso dietro la montagna di Gonari, la quale spiccava [...]

[...] maestosamente azzurrina nello sfondo d’oro del cielo. VIII. Era già mezzora che il popolo si abbandonava al delirio della danza, quando, nella strada [...]

[...] la corsa, prendendo il trotto, e si avviò verso il crocchio, dove c’era il Sindaco, chiamando forte: — Signor Sindaco! Signor Sindaco! Il [...]

[...] la bocca e giunse le mani in atto di disperazione, mista a sorpresa. Poi si volse al crocchio dal quale s’era distaccato, esclamando: — Signori [...]

[...] fra i danzanti era nato un po’ di disordine, perchè tutti avevano capito che era avvenuto qualche cosa di grave. Il canto fu soprafatto dal [...]

[...] di signori, che stava a guardare, era divenuto l’oggetto dell’attenzione generale. Attorniati dalla folla era diventato il mozzo di una immensa [...]

[...] . Luca Zerpedderi, il barbiere, disse che era don Pantaleo che aveva tirato una fucilata a donna Clara. — Non è vero, interruppe Proto Bocco [...]

[...] dirgli un credo ed un’avemaria all’orecchio. — Insomma chi è morto? chiese allegramente un giovinastro che era servo dei carabinieri, don Pantaleo, o [...]

[...] d’ora innanzi staranno più tranquilli in casa sua. — Credo che abbiate ragione, a ciò che si dice, non era un angelo. — Un angelo? Un diavolo [...]

[...] avevano tutto perdonato a don Pantaleo, e non piangevano sopraffatti dall’orribile fine che gli era toccata; ma di alcune donnicciuole del vicinato [...]

[...] possibile far cancellare l’ipoteca, senza saldare il debito per il quale aveva dato in garanzia l’orto; quella maledetta donna Clara era più furba [...]

[...] riunire molti confratelli; ma tutti s’erano rifiutati: si fosse fatto seppellire dai corvi e dai cani, l’usuraio! Non s’era però scoraggiato, e a furia [...]

[...] indotti ad accompagnare, al cimitero, la salma di don Pantaleo. Pietro Palitta, il nemico giurato del morto, era venuto anch’egli spintovi dalla [...]

[...] saltò dentro; poi si avvicinò alla porta d’ingresso. Tolse un trave che era appoggiato ai due battenti, già da molto fuori dai cardini, tolse [...]

[...] muro quasi sbigottiti d’essere stati sorpresi mentre violavano gli avanzi di quei poveri morti. Il cimitero era troppo in cattivo stato! I cardi [...]

[...] , cupamente vuote, perchè a loro era niegata anche la sacra pace del sepolcro. Grossi lucertoloni verdi uscivano da quelle occhiaie, spaventati [...]

[...] marmo, dalle quali il tempo aveva cancellato il nero delle iscrizioni. Tutto il resto era in un doloroso abbandono che stringeva il cuore, e [...]

[...] che rendeva più amara l'idea della morte! Il Sindaco, entrando, notò che la porta era crollata, e toccando col gomito un assessore: — Don Simò [...]

[...] fodera di velluto. In quel momento si sentì un piccolo mormorio: era signor Vittorio che si faceva avanti. Signor Vittorio, oltre alla virtù di [...]

[...] cielo la memoria di don Pantaleo, nella speranza che i figli e la vedova facessero finta di dimenticare che egli era loro debitore di parecchie [...]

[...] allegramente. Nei primi tempi della sua andata a Nuoro era stato per lunga pezza lo zimbello dei compagni di scuola, i quali molto più piccoli di lui [...]

[...] in lui un certo cambiamento. A mano a mano si era andato dirozzando, tanto almeno da proteggersi contro gli scherzi di mal gusto dei compagni [...]

[...] . Aveva sentito decantare dal figlio della padrona di casa, il quale era stato studente a Cagliari, le bellezze di quella città; egli lo aveva [...]

[...] ascoltato a bocca aperta, non perdendo una parola di quelle descrizioni esagerate, ed ogni giorno si era acceso, un po’ più, dalla voglia di andare [...]

[...] anch’egli a vedere quel mondo nuovo! Questa idea non gli lasciò più pace; ed una volta che don Pantaleo era andato a Nuoro, per visitarlo, gli [...]

[...] passare al primo esame, bisognava studiare parecchio; poiché durante l’anno, s’era steso al sole d’inverno, e aveva dormito all’ombra di un [...]

[...] Cagliari, quella terra promessa, ove, il figlio della padrona di casa, aveva visto tante cose, e ne aveva fatto tante altre; dove c’era il mare, coi [...]

[...] anche quando era desto. Non si sa come; ma il miracolo Zua lo aveva fatto. Era passato al primo esame e don Pantaleo aveva dovuto mantenere la [...]

[...] un capriccio di quel bestione, li spendeva i quattrini, il padre, mentre per loro era tutto lesinato, tutto dato a malincuore. La volta che [...]

[...] dell’anno, riportava la dovuta boccia trovava sempre la scusa pronta per persuadere il padre; il quale si era abituato a vedere in lui una [...]

[...] cominciato a sentire il bisogno di vestire decentemente, se non elegantemente. Quando tornava a Mamoiada era ammirato come un figurino di Parigi, ed [...]

[...] . Egli, partito precipitosamente da Cagliari, era arrivato a Mamoiada, disperato di non aver potuto abbracciare un’ultima volta il padre, che egli [...]

[...] la ragione. Ma la spiegazione non tardò molto ad averla. Donna Clara, sebbene non guarita perfettamente, s’era alzata da letto; però quella grave [...]

[...] malattia aveva lasciato profonde tracce in lei. Non era più la donna energica di una volta; la madre che faceva tremare Sisinnio e Matteo, ad [...]

[...] ogni minimo indizio di ribellione; il morbo le aveva tolto tutto: la robustezza del corpo e la forza della mente. Ora era un essere senza volontà [...]

[...] giovinezza, mentre loro avevano curvato la schiena sull’aratro, per procurargli quei piaceri; che l’ora della stanchezza era giunta. Andasse pure [...]

[...] aveva fatti, e in che corso si trovasse. Zua non seppe che rispondere; la domanda era stata troppo concisa, ed egli non era preparato a [...]

[...] che era tempo che anch’egli facesse qualche cosa, per sé e per la famiglia, che il lavorare la terra non lo avrebbe mai disonorato, bensì la [...]

[...] che per lui era finita la vita brillante della città. Egli aveva tentato tutti i mezzi, escogitato tutti i ripieghi possibili, per fuggire, una [...]

[...] buona volta, da quel suo maledetto paese, che ora gli era diventato odioso; però non aveva potuto far breccia in nessun posto. La porzione dei [...]

[...] suoi beni non fruttava, perchè non era coltivata, ed egli viveva alle spalle della madre, la quale anche lei s’andava consumando, assieme agli [...]

[...] egli solo aveva sentito le ultime parole di don Pantaleo; ma non era che un semplice sospetto, e non potevano cavarne alcun costrutto. Così alla [...]

[...] per l’avvenire, senza aiuto, senza consiglio? Chi lo avrebbe indirizzato nell’amministrazione di quel pò di patrimonio che gli era toccato [...]

[...] l’avesse potuto vedere in quello stato, mentre aveva riposto in lui tutte le più belle speranze! Ma era possibile dunque che Iddio permettesse simili [...]

[...] serva, l’unica che gli fosse rimasta fedele, venne a dirgli che non c’era più pane in casa. Zua pose mano alla borsetta che custodiva gelosamente [...]

[...] l’umiliazione presente, o la miseria futura. Era poi un gran disonore come egli credeva, l’amministrare il proprio patrimonio, ed il coltivare le sue [...]

[...] maggiori umiliazioni, per campare la vita? L’idea del suicidio non gli era mai balenata. Don Zua non aveva quel coraggio; la morte lo aveva [...]

[...] portone, perchè ne uscisse don Zua il quale era già montato a cavallo. I pochi oziosi, che si scaldavano in piazza, al sole primaverile, non furono [...]

[...] presenti. Don Ciriaco, non volendo servir da testimonio, si aveva aperto un varco tra la folla, ed era andato a nascondersi nella botteguccia di [...]

[...] Mastro Corriattu, per osservare, tutto ciò che accadeva, dal vetro rotto di una finestra piccola come una feritoja. XV. Il ghiaccio era stato [...]

[...] rotto! Don Zua, per la prima volta che era uscito in campagna, aveva cominciato a fare qualche cosa. La sera era tornato a casa con due buoi [...]

[...] , che aveva trovato a pascolare abusivamente nel suo orto. Li aveva aggiogati assieme con una cordicella, e poi se li era messi avanti al suo [...]

[...] guidare una coppia di cavalli inglesi. Tutto il nobilume di Mamoiada, era riunito nel solito piazzale della maldicenza, a fare la critica a [...]

[...] due che andassero d’accordo. Guai a chi per un bisogno qualunque, fosse costretto a separarsi, pel primo, dal crocchio; era sicuro che gli altri [...]

[...] di sfogare la rabbia con noi, perchè, dai banchi dell’Università, deve tornare a piantar cavoli e patate, fece don Vittorio, il quale era stato [...]

[...] sollecito, ad innaffiare, con lo spruzzo sottile come la nebbia, fresco e rigeneratore, ogni pianticella appassita; ed era felice, quando poco dopo [...]

[...] inesprimibile, nota a lui solo. La sera, dopo che s’era fatto buio, faceva l’ultimo giro nell’orto, dandogli un addio muto ed affettuoso, guardandolo con [...]

[...] occhio tenero e contento, e se ne partiva quasi con mestizia. XVI. Era uno dei primi giorni d’aprile; il sole tramontava in una gloria di [...]

[...] colori, ed un profumo soave di fiori invadeva l’aria. Era uno di quei tramonti che invitano gli animi alla pace serena, all’amore tenero e dolce [...]

[...] un gigantesco papavero, il corsetto rosso di Boella (Raffaella). Boella era la figlia unica di zio Marco Santoni, uno dei contadini più ricchi [...]

[...] del paese. Ella era la più bella giovinetta di Mamojada, tutti lo dicevano, e non eravi persona, che vedendola passare, non si voltasse ad [...]

[...] lato avrebbero voluto sposarla, un pò perchè era bellissima, e più di ogni altra cosa, perchè, con la sua dote, c’era da rimettere in piedi i [...]

[...] tutti con civetteria; ma specialmente quella dei giovani nobili, perchè nel suo cervellino matto, di ragazza viziata, c’era entrata un pò [...]

[...] d’ambizione, ed il suo costante pensiero, ed il sogno più ardentemente vagheggiato era quello di sentirsi chiamare, un giorno, donna Boella! Non le [...]

[...] venuti. — O smette, o non racconto più il fatto. — E sia, ascolto. — Come dicevo.... m’aiuti lei, dove era rimasta? cioè, non avevo cominciato [...]

[...] andare all’inferno? ah, ah, ah! Don Zua era diventato pallido per l’emozione provata in seguito al racconto della giovinetta, che in quel momento [...]

[...] tempo fissando, con l'occhio immoto, il punto ove era scomparsa la gentile vicina. XVII. La notte, quando Zua tornò a casa, rispose [...]

[...] sempre svogliata; me ne ricordo bene io, quando ero in fiore; ma, pazienza; oh mio Dio signore! Zua era andato presto a letto, perchè aveva [...]

[...] parole di Boella? Pure non era la prima volta che l’aveva vista, che l’aveva sentita parlare, che aveva scherzato con lei! Perchè aveva sentito [...]

[...] , quando era fuggita via come una colomba? In vita sua, non ricordava d’aver provato mai tanta emozione per una donna. A Cagliari, una volta, s’era [...]

[...] istante, basta vedersi! E se ne fosse davvero innamorato? che male c’era? Non era forse padrone della sua volontà? Di che avrebbe temuto? della [...]

[...] molto superiore a loro, perchè era incapace di far male ad una mosca, e se ne viveva tranquillo, nel suo guscio. Che gli importava a lui, se [...]

[...] Boella non era nobile? era contadina, ma onesta; non potevano dirle ciò che s’era detto, e si diceva tuttora, in paese, sul conto di donna Veronica [...]

[...] facevano un certo concetto del matrimonio! Poteva essere innamorata di un altro! Oh sarebbe stato ben doloroso! Ma in paese non s’era detto mai [...]

[...] Boella lo rendeva felice. Finalmente dormì; ma il sonno fu breve perchè ebbe una brutta visione. Sognò che Boella era caduta di nuovo nel pozzo [...]

[...] ; ma il pozzo era pieno di fiamme. Tra le fiamme vedeva la figura del brigadiere, il quale afferrato ai piedi di Boella si sforzava di tirarla [...]

[...] le pronunziava come se qualcuno cercasse di strozzarlo. Io sono accorsa, pensando ad una disgrazia, e, meno male, sia lodato il cielo, non era [...]

[...] che un sogno. — Un brutto sogno sai, Margherì; guarda, ne ho ancora la pelle d’oca. — Oh lo credo, lo credo; ma mi dica un poco, chi era quella [...]

[...] , per nascondere a Margherita il rossore, che gli copriva la faccia. A Margherita però, che lo aveva ballato in grembo, quando era fanciulletto [...]

[...] , lo legava al suo pensiero costante. Una passione ardente si era abbarbicata al suo cuore, come le gramigne si erano intrecciate fra le sue [...]

[...] distruggere, a brano, a brano, da quell'amore segreto, che non ardiva svelare a lei. Ma perchè era diventato tutto in una volta così timido? Perchè [...]

[...] lo immergeva la voce di Boella, si lacerava le mani, attaccandosi a quelle spine, che lo separavano dal suo amore. Boella era là, sempre lieta [...]

[...] appassionato, con una frase oscura, ravvivava, accresceva, ingigantiva, quella fiamma distruggitrice. La popolana era fiera di vedere un nobile [...]

[...] un po' d’amore. E don Zua era diventato lo schiavo di Boella! Qualche volta, quando ella lo aveva guardato più languidamente del solito, quando [...]

[...] sventure? Il ricordo del brigadiere, accorso a salvare Boella, non avrebbe potuto far cambiare in amore il sentimento di riconoscenza che era nel [...]

[...] cuore della fanciulla? Quante volte non si erano visti dei casi simili? Il brigadiere poi era un bel giovane, nobile anch’esso; ed avrebbe potuto [...]

[...] fare breccia, nel cuore vergine di Boella. Egli era costretto a riconoscere la sua inferiorità, non si illudeva. Ma Boella non aveva parlato [...]

[...] sempre con indifferenza del brigadiere? Era proprio un gran matto a crearsi di simili fastidi; faceva tutto il possibile per addolorarsi, per [...]

[...] martoriarsi il cuore! Già, la colpa era la sua, ci voleva tanto poco, a dichiararsi alla fanciulla. L’occasione gli si era presentata tutti i giorni [...]

[...] , e non aveva avuto il coraggio di dire una parola. Dopo tutto non era meglio sapere se Boella lo amasse, se volesse essere sua moglie, piuttosto [...]

[...] acquistare un abito di velluto color uva passa, un cappello bianco a larghe falde, ed un paio di stivaloni alti fino al ginocchio. Quella era la tenuta [...]

[...] cavallo, delle staffe e specialmente degli speroni, che diventarono lucidi come l’argento. Il giorno prima della partenza don Zua era già pronto [...]

[...] . Margherita uscì per vedere chi fosse, e poco dopo introdusse zio Marco Santoru. Era questi un vecchietto arzillo, di buon umore, il quale in quel [...]

[...] momento non capiva nella pelle per l’allegria, avendo saputo che don Zua s’era offerto di accompagnare, a San Mauro, la sua Boella. Ce ne volle [...]

[...] non sapeva d’onde cominciare il discorso, per combinare la partenza. Don Zua lo tolse d’impaccio dichiarandogli che egli era pronto per [...]

[...] assicurò al collo con un grosso anello d’oro, nel quale era incastonata una corniola, che era stata sempre l’orgoglio di don Pantaleo. Poi indossò [...]

[...] bisaccia che aveva preparato dalla notte precedente. Anche quella era la bisaccia, mi sia concesso di chiamarla nuziale, di don Pantaleo; bianca [...]

[...] finestra per andargli incontro. Marco Santoru era volato ad aprire la porta, e Zua, che aveva legato il cavallo ad un anello conficcato nel [...]

[...] Boella era proprio sfolgorante! Quanta ricercatezza, quanta raffinatezza, quanta civetteria in quell'acconciamento! Dal corsetto di scarlatto, aperto [...]

[...] , s’arrischiò a dire Marco Santoru, che era in estasi, e dico un disturbo perchè un viaggio da qui a S. Mauro è lungo e disagioso; la festa sarà [...]

[...] spiegato abbastanza; basta, vedremo, San Mauro farà il miracolo; non è vero? E lei, don Zua che ne dice? Don Zua, che era già sceso giù nella [...]

[...] di schermirsi; ma contenta intimamente, che si cominciasse a sapere in paese che don Zua era seriamente innamorato di lei. XXII. Dopo pochi [...]

[...] minuti la comitiva era pronta per la partenza. Zio Marco Santoru dopo essersi assicurato che la figlia stava comoda, in groppa al cavallo di don [...]

[...] che era spuntato da poco, non penetrava che a sprazzi fra quel verde fogliame, che stormiva cupamente, smosso da una brezza fresca, profumata [...]

[...] era rimasta in gola, e non ne era uscito che un sospiro. Boella se n’era accorta, e con fina civetteria disse: — Perchè sospira così forte, don [...]

[...] realtà gli innamorati. Era Pietro Barraca che tornava indietro per cercarli. — Che, giovanotti, se si continua di questo passo, arriviamo a S [...]

[...] , bella assai; volete farvi un amico? — Senta, don Zua, in questa zucca ha bevuto mio padre, quando sposò mia madre buon’anima, che era la più [...]

[...] i festaiuoli dopo un’oretta entrarono a Gavoi. Senza smontare fecero una breve sosta, dinanzi ad una porticina, in cima alla quale era [...]

[...] Barraca che molte volte s’era ristorato sotto quelle ombre, in un minuto dispose l’occorrente per la refezione. La colezione fu allegra, tanto più [...]

[...] ragazze che conoscevano perfettamente il suo segreto. Boella era raggiante di gioia e di bellezza. Quel po’ di sole preso nel viaggio aveva leggermente [...]

[...] , il passaggio di un forestiere a cavallo, dentro il paese, in ispecie se di ceto signorile, era in quei tempi argomento di mille discorsi, di [...]

[...] ? — Si va nel bosco, rispose subito don Zua, il quale, come ogni innamorato, era attirato da un sentimento di poesia, a passare una notte nel bosco [...]

[...] Santoru, che fin allora era stato in silenzio, — per noi, una notte nel bosco è la cosa più geniale del mondo; quattro tronchi nel fuoco, un sorso [...]

Verga Giovanni
Mastro-don Gesualdo
32 1889 - Provenienza testo: scansione Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, a cura di C. Riccardi 454 occorrenze

[...] MASTRO-DON GESUALDO PARTE PRIMA I 5 Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perchè era [...]

[...] Magno! Era ancora buio. Lontano, nell'ampia distesa nera dell'Alìa, ammiccava soltanto un lume di carbonai, e più a sinistra la stella del mattino [...]

[...] non si era mai potuta vendere. — Peggio dell'esca, vedete! — sbraitava mastro-don Gesualdo. — Roba da fare andare in aria tutto il quartiere [...]

[...] , sì o no? Giacalone diceva piuttosto di abbattere la tettoia; don Luca il sagrestano assicuro che pel momento non c'era pericolo: una torre di [...]

[...] , capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Era un correre a precipizio nel palazzo smantellato; donne che portavano acqua; ragazzi che si [...]

[...] ! Bianca! il fuoco!... Mastro-don Gesualdo il quale si era slanciato furibondo su per la scaletta della cucina, torno indietro accecato dal fumo [...]

[...] ! — Mastro Nunzio, in piedi sul tetto della sua casa, si dimenava al pari di un ossesso. Don Luca, il sagrestano, era corso davvero ad attaccarsi [...]

[...] alle campane. La gente in piazza, fitta come le mosche. Dal corridoio riuscì a farsi udire comare Speranza, che era rauca dal gridare, strappando i [...]

[...] , tutti portavano acqua. Compare Cosimo era salito sul tetto, e dava con la scure sui travicelli. Da ogni parte facevano piovere sul soffitto che [...]

[...] , una Parente povera come Toro, ch'era accorsa per la prima. — Qui vicino, alla farmacia di Bomma. Bianca era stata presa dalle convulsioni: un [...]

[...] alla meglio; per altro non era socio: poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. Fece il giro lungo onde evitare la [...]

[...] stesse a spiarlo. Per fortuna colui s'era fermato a discorrere col canonico Lupi, facendo di gran risate, alle quali il canonico rispondeva [...]

[...] fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino. Essa stava litigando con quel ladro del sensale Pirtuso, che le voleva rubare il suo farro [...]

[...] Lio? Pirtuso era rimasto accoccolato sul moggio, tranquillamente, come a dire che non gliene importava del farro, guardando sbadatamente qua e là le [...]

[...] cose strane che c'erano nel magazzino vasto quanto una chiesa. Una volta, al tempo dello splendore dei Rubiera, c'era stato anche il teatro. Si [...]

[...] , per gridargli: — A cinque e vent'uno. V'accomoda? — Benedicite, benedicite. Ma essa, colla coda dell'occhio, si accorse che il sensale si era [...]

[...] . Pirtuso il quale s'era accorto della strizzatina d'occhio di Giacalone, andò a dirgli sotto il naso il fatto suo: — Che non ne vuoi mangiare pane, tu [...]

[...] dirgli che riguardo al prezzo non c'era male. — Sì, sì, — rispose questi sottovoce. — Il barone Zacco sta per vendere a minor prezzo. Però [...]

[...] turchine, poi la figura di scimmia della serva, sudicia, spettinata, sempre colle mani nei capelli. — Don Ninì non era alla Vignazza, — disse lei [...]

[...] tranquillamente. — Alessi a ritornato col cane, ma il baronello non c'era. — Oh, Vergine Santa! — cominciò a strillare la padrona, perdendo un 20 [...]

[...] e s'avviò verso il portone. La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi a misura che i genitori di lei andavano [...]

[...] occupava quasi tutta la lunghezza del vicoletto. La baronessa, discorrendo sottovoce col canonico Lupi, s'era quasi dimenticata del cugino, il quale [...]

[...] , dal ramoscello d'ulivo benedetto, a piè del crocifisso, allo schioppo del marito accanto al capezzale. La cugina Rubiera era tornata a lamentarsi [...]

[...] istintiva che era nel sangue di lei, le agghiacciò un momento il sorriso benevolo. Poscia pensò al fuoco che avevano avuto in casa, alla malattia di [...]

[...] Bianca — era una buona donna infine — don Diego aveva proprio una faccia da far compassione... Accostò la sua seggiola a quella di lui, per fargli [...]

[...] baronello non era alla Vignazza. Vi aveva lasciato il cane, Marchese, la sera innanzi, ed era partito: — A piedi, sissignora. Così mi ha detto il [...]

[...] balbettare soffocato delle parole senza senso. — Era lì... dietro quell'uscio!... Meglio m'avesse ucciso addirittura... allorchè mi puntò le pistole al [...]

[...] , ed anche, insistente e dolorosa, la visione netta della sua casa, dove un uomo era entrato di notte: la vecchia casa che gli sembrava sentir [...]

[...] trasalire ancora in ogni pietra all'eco di quei passi ladri: e Bianca, sua sorella, la sua figliuola, il suo sangue, che gli aveva mentito, che s'era [...]

[...] frugando gli uomini. In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso piu di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo [...]

[...] crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone [...]

[...] . — Sì, sì, se mi fa la grazia... Dal seggiolone dove era rannicchiato il marchese Limodì sorse allora la vocetta fessa di lui: — Servitevi [...]

[...] ragazza si era messa in testa non 32 so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no [...]

[...] don Giuseppe Barabba, colle mani in aria, strangolato dal rispetto. — Signora!... signora!... Era tutto il casato dei Margarone stavolta: donna [...]

[...] dolorose, gli occhi spalancati e lucenti, quasi umidi. Soltanto la mano colla quale appoggiavasi alla spalliera della seggiola era un po' tremante, e [...]

[...] !... Ah, siete qui, don Gesualdo? Bene! bene! Don Giuseppe? Chissà dove si sarà cacciato quel vecchio stolido di don Giuseppe? Don Giuseppe era [...]

[...] padrona di casa era tutta cortesie per mastro-don Gesualdo. Ora che il santo aveva imboccato la via di casa sua sembrava che la festa fosse per lui [...]

[...] altro, dopo tutti quegli spari, quelle grida, quel fracasso che gli parevano dedicati un po' anche a lui, come capo della chiesa, era riuscito a [...]

[...] venivano apposta per vederla... Degli inglesi, s'era risaputo poi, l'avrebbero pagata a peso d'oro, onde portarsela fra i loro idoli... II marchese che [...]

[...] : — Libertino!... libertino! — Peperito s'era tappate le orecchie. L'arciprete Bugno ricominciò daccapo: — Una statua d'autore!... II Re, Dio guardi [...]

[...] nel piattello, fingendo di non badare ad altro: — Tu non ne vuoi? Essa non rispose. Dopo un po', quando il servitore non era piu lì, si udì di [...]

[...] , un silenzio che stringeva il cuore. Bianca era ritta contro il muro, immobile; le mani e il viso smorti di lei sembravano vacillare al chiarore [...]

[...] . Bianca rispose soltanto con un'occhiata che sembrava attonita, tanto era smarrita e dolente; in quel tempo suo cugino si dava gran moto fra le [...]

[...] dalla camera da letto dove s'era ficcato tutto lo stormo dei Margarone. Essa frugava in mezzo al mucchio, colle mani tremanti. Il cugino era così [...]

[...] asciugarti il sudore anche tu?... Attaccati all'abbeveratoio... qui fuori dell'uscio... II tempo s'era abbonacciato. Entrava un raggio di sole [...]

[...] , saggiando i materiali, alzando il capo ad osservare il lavoro fatto, colla mano sugli occhi, nel gran sole che s'era messo allora. — Santo! Santo! portami [...]

[...] qua la mula... Fagli almeno questo lavoro, a tuo fratello! — Agostino voleva trattenerlo a mangiare un boccone, poichè era quasi mezzogiorno, un [...]

[...] un altro, di allegro che era si fece scuro in viso, grattandosi it capo. — Eh! eh!... la chiusa del Purgatorio? è un affar serio! Non la vogliono [...]

[...] fattoria era aperta. Diodata aspettava dormicchiando sulla soglia. Massaro Carmine, il camparo, era steso bocconi sull'aia, collo schioppo fra le [...]

[...] di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d'alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa [...]

[...] non voleva, perchè aveva la sua superbia anche lui, come uno che era stato sempre padrone, alla fornace, e gli cuoceva di vedere il sangue suo al [...]

[...] non voleva saperne... Diceva che non era il mestiere in cui erano nati. «Fa l'arte che sai!» - Ma poi, quando il figliuolo lo condusse a veder le [...]

[...] aver la testa più fine della sua. — La madre non ci arrivò a provare quella consolazione, poveretta. Morì racco- mandando a tutti Santo, che era [...]

[...] figliuolo, per provare che era il padrone in casa sua!... — Sempre in moto, sempre affaticato sempre in piedi, di qua e di là, al vento, al sole, alla [...]

[...] due ti sta dietro la gonnella? — riprese don Gesualdo che era in vena di scherzare. 61 Diodata sorrise: — Nossignore! nessuno! Ma il padrone ci [...]

[...] ponte!... Mastro Nunzio, vostro padre, disse ch'era ora di togliere l'armatura!... Nardo vi è rimasto sotto!... Era un parapiglia per tutta la casa [...]

[...] stessa cosa: — Mastro Nunzio disse che era tempo di togliere l'armatura... Era spiovuto dopo il mezzogiorno... — No, vossignoria, disse mastro Nardo [...]

[...] fregavano gli occhi dal fumo, intanto che facevano asciugare i panni umidi. In un canto, sotto quelle quattro tegole rotte, era buttato Nardo, il manovale [...]

[...] che s'era rotta la gamba, sudando e spasimando. Volle mettere anch'egli una buona parola nel malumore fra padre e figlio: — II peggio è toccato a [...]

[...] voi!... Quando presi a fabbricare dei mulini, mi toccava sentire che era la rovina... Ora che vi siete persuaso, non vorreste far altro... come se [...]

[...] sperdeva in lontananza. Quanti lo incontravano, conoscendo la disgrazia che gli era capitata, dimenticavano di salutarlo e tiravano via. Egli [...]

[...] l'ombrello, amico mio! Non temete, che non ho paura d'acqua e di grandine, io! Arrivò al paese dopo mezzogiorno. II canonico Lupi s'era coricato allora [...]

[...] infine sul portoncino, abbottonandosi la sottana. — Eh? eh? don Gesualdo? Eccovi qua... eccovi qua!... Don Gesualdo s'era fatta una faccia allegra [...]

[...] i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio... Gli era [...]

[...] toccato ricomprargliela due volte la fornace del gesso! E continuava a metterlo in quegli impicci!... E se lui diceva ahi! quando era costretto a [...]

[...] cognato che lo pelavano dall'altra parte. Una bestia, quel cognato Burgio! bestia e presuntuoso! E chi pagava era sempre lui, Gesualdo!... Suo [...]

[...] consiglio che vi ho dato allora era tutt'oro! Una giovane ch'è una perla, avvezza ad ogni guaio, che l'avreste tutta ai vostri comandi, e di famiglia [...]

[...] era ancora in casa, occupato a rigar la carta per le aste di Nicolino: — Che buon vento? che buon vento?... — Poscia vedendo entrare anche don [...]

[...] giallo: — Ahi! ahi! don Gesualdo!... Era un'impresa grossa!... Un colpo da mandare ruzzoloni!... C'era troppa carne al fuoco in casa vostra [...]

[...] nella stalla. Essa nello staccarsi dal muro lasciò una pozza d'acqua, lì davanti all'uscio dove era stata ad aspettare. Anche lui si sentiva le [...]

[...] e ripassava vicino a donna Bianca che si era inginocchiata a pregare dinanzi alla cappella del Sacramento, sfolgorante d'oro e di colori lucenti [...]

[...] Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto!... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso [...]

[...] Bianca s'era fermata su due piedi, a testa alta, con una fiamma improvvisa che parve buttarle in viso la portiera sollevata in quel momento da [...]

[...] ... Non ho sempre il vento in tasca per trebbiare a comodo mio!... L'aia era vasta quanto una piazza. Dieci muli trottavano in giro, continuamente [...]

[...] sembrava un canile. Don Diego non stava nè peggio nè meglio. Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza [...]

[...] malato povero. 88 Gli era rimasto sulle guance incavate e sparse di peli grigi un calore di fiamma. — Povera Bianca!... son sempre tuo fratello [...]

[...] aggiungere Bianca, con una vampa improvvisa sulle guance. Sul volto del fratello era passata un'altra fiamma simile. — No! no!... non ne voglio [...]

[...] polverosi, che lo facevano tossire a ogni voltar di pagina. Sul letto era pure sciorinato un grand'albero genealogico, come un lenzuolo: l'albero [...]

[...] somma!... Uscirete d'ogni guaio una volta per sempre!... Bianca era cresciuta in mezzo a simili discorsi che aiutavano a passare i giorni tristi [...]

[...] , s'aspettavano gli sposi. Davanti alla porta c'era un crocchio di monelli, che il ragazzo di Burgio, in qualità di parente, s'affannava a tener [...]

[...] lì dov'erano, e Burgio s'era già alzato per scavalcare lo sportello. Ma le mule tutt'a un tratto abbassarono il capo insieme, e infilarono il [...]

[...] fazzoletto. 95 Bianca prese il bacio della zia Cirmena, il bacio dello zio marchese, ed entrò sola nelle belle stanze, dove non era anima viva. — Ehi [...]

[...] metti a sedere, e non ti muovi più. Come vedi fare a me, fai tu pure. — Ho capito. Lascia fare a me! La zia Cirmena si era impadronita della sposa [...]

[...] sul fratello, gli fece segno per sapere se era ora d'incominciare iI trattamento. Ma il canonico rientrò dal balcone quasi subito, scuotendo il capo [...]

[...] ... si lasciò scappare il marchese, perdendo la pazienza. Santo, che s'era gia alzato, tornò a sedere mogio mogio. — Con permesso! con permesso [...]

[...] state a predicare... Però era un tintinnio sommesso di gente povera. Santo corse ad aprire, e si trovò faccia a faccia col sagrestano, seguito dalla [...]

[...] cognato non si sentiva di fare quella parte. Infine glielo spinsero dietro a forza. Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il [...]

[...] non se ne accorse. II marchese, dal canto suo, era distratto, cercando di evitare Giacalone e Pelagatti che volevano servirlo a ogni costo [...]

[...] propine!... frutti di stola... 100 La moglie del sagrestano, che non si era accorta della sposa, aggiunse: — Sono ancora lì, tutti e due, dietro i [...]

[...] ficcava da per tutto, in bocca, nelle tasche, dentro la camicia. Nunzio, il ragazzo di Burgio, entrato come un gatto, si era arrampicato sulla tavola [...]

[...] col bastone a far cessare quella baraonda; ma lo zio marchese lo fermò pel braccio!... — Lasciateli fare... tanto!... La zia Cirmena che si era [...]

[...] , curioso, voile andare a vedere. Di rimpetto, alla cantonata di San Sebastiano, c'era un crocchio di gente; si vedevano biancheggiare dei vestiti chiari [...]

[...] . — Buona notte, nipoti miei! Vi do pure la benedizione che non costa nulla... Bianca s'era fatta pallida come un cencio lavato. Si alzò anche lei [...]

[...] baronessa. — Come? come? Se era cosa intesa? Se dovete esser soci? — I miei soci son questi qua! — ripete don Gesualdo battendo sul taschino. — Non [...]

[...] dovrebbe ancora qualche regaluccio per quest'altra custodia che non era nel patto!... Allora scoppiò una risata generale, perchè compare Carmine era [...]

[...] parte di madre che l'era toccata quella volta. — Eccomi qua, don Gesualdo! eccomi qua! — E stese le braccia come un crocifisso per buttargliele al [...]

[...] di battista, fra la roba di cui era pieno, e si asciugò gli occhi. Poi baciò di nuovo lo sposo, asciugandosi anche la bocca con lo stesso [...]

[...] non avesse più una goccia di sangue nelle vene, tanto era pallida e sbattuta. Mosse le labbra tremanti due o tre volte. — Parla, — rispose lui [...]

[...] scrivania, agitando il capo come due galline che beccano nello stesso tegame. Era tanta la commozione che le mani del canonico tremavan sugli [...]

[...] ! testa di corno! — ricominciò ad inveire il barone sottovoce. Don Filippo, dopo il primo momento d'agitazione, era tornato a sedere asciugandosi il [...]

[...] pallido sotto la barba di quattro giorni, tirava il suo compagno pel vestito. II notaro era riuscito a cacciare il baronello contro il muro, mentre [...]

[...] gridare il canonico; — non era sangue del figlio vostro? non li ha guadagnati lui, col suo lavoro? — Tutti quanti erano in piedi, vociando. Si udiva [...]

[...] sulla nuca. Il notaro era sceso a precipizio, facendo gli scalini a quattro a quattro, onde correre dalla baronessa. Per le scale era un via vai di [...]

[...] ?... Torniamo da capo?... — Di nuovo s'era levato un putiferio. — Non siamo più amici? Non siamo parenti? Ma don Gesualdo s'ostinava, peggio di un mulo [...]

[...] l'asta. — Signori miei!... guardate un po'... a che siam giunti! — brontolava Margarone. Per la scala del Palazzo di Città, e per tutto il paese era [...]

[...] un subbuglio, al sentire la lotta che c'era stata per levare di mano al barone Zacco le terre del comune che da quarant'anni erano nella sua [...]

[...] che s'era arrivati!... — Fresco come un bicchier d'acqua, quel mastro-don Gesualdo che se ne andava a casa, colle mani in tasca... In tasca aveva [...]

[...] don Gesualdo, c'è di la la mia padrona a farvi visita... sissignore! — Donna Mariannina in gala era seduta sul canapè di seta, sotto lo specchio [...]

[...] fazzoletto di seta in testa, che s'era messo in fretta onde ricevere la zia. Aprì la bocca per rispondere qualche cosa, messa in soggezione da donna [...]

[...] , — disse la signora Sganci alzandosi. — Già il mondo non finirà per questo. — Come la nipote s'era alzata anch'essa dal canape, mortificata da tutti [...]

[...] stessi, sempre con quel bel risultato! Poi, quando la zia Sganci se ne fu andata, prese a brontolare contro di Bianca, che non si era messo il [...]

[...] goderne nè noi nè gli altri! — Lasciamo stare queste sciocchezze, e parliamo di cose serie! — interruppe il canonico che s'era riannuvolato in viso [...]

[...] d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di [...]

[...] occhi: Le terre del comune che uscivano di casa Zacco dopo quarant'anni... un prezzo che non s'era mai visto l'eguale!... Quel mastro-don Gesualdo [...]

[...] aveva le mani troppo lunghe... Se avevano fatto salire le terre a quel prezzo voleva dire che c'era ancora da guadagnarci su!... Tutto sangue della [...]

[...] una domenica, la festa dell'Assunta. La sera innanzi era arrivata una lettera da Palermo che mise fuoco alla polvere, quasi tutti l'avessero letta [...]

[...] dei Mercenari, che era seduto all'ombra, insieme ad altri malintenzionati, sugli scalini dinanzi allo studio del notaro Neri, come vide passare [...]

[...] . Dirimpetto, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, don Anselmo il cameriere aveva schierate al solito le seggiole al fresco; ma non c'era altri che il [...]

[...] Motta, nella piazza deserta. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla corse a desinare lui pure. Don Liccio Papa, adesso che non c'era più [...]

[...] il farmacista. — Badate a voi piuttosto!... — Ma il dottore lo spinse dentro a forza. Ciolla era corso dietro al canonico e al notaro Neri per la [...]

[...] alla casa... Tutto sudato, colle mani un po' tremanti, si imbacuccò ben bene in uno scalpore, per prudenza, e scesero in istrada. Non c'era anima [...]

[...] andava in su verso la piazza, e il canonico disse piano: — Vedete?... E uno dei nostri!... Va dove andiamo noi. Era in un magazzino di Grancore, già [...]

[...] in fondo c'era uno stanzone buio dove si capiva che stava molta gente a confabulare insieme dal sussurrio che si udiva dietro l'uscio. Il canonico [...]

[...] era balenata una sottana bianca, il farmacista borbottò col fiato ai denti: — L'abbiamo scappata bella, parola d'onore! — Il barone invece strinse [...]

[...] ! Faremo la rivoluzione! metteremo il mondo a soqquadro anche!... Io non ho paura!... — Nel calore della disputa il Barone si era addossato all'uscio [...]

[...] notte. II Capitano e altri Compagni d'Arme erano in casa di don Gesualdo. Lassù, verso il Castello, vedevansi luccicare dei lumi; c'era pure una [...]

[...] s'incontrava ancora anima viva. La casuccia di Diodata era nascosta fra un mucchio di casupole nerastre e macchie di fichi d'India, dove il fango [...]

[...] ... Compare Nardo verrà con me. Al ritorno, per segnale, busserò tre colpi all'uscio. Ma se no, non aprite neanche al diavolo. Era un terrore pel paese [...]

[...] ! Guardatevi!... Infatti Bianca la sera innanzi s'era visto capitare a tre ore di notte il Capitan d'Arme, un bell'uomo colla barba a collana e i baffi [...]

[...] pure come un fanciullo. Poi raccontava quello che aveva visto lui: — Oggi ventisette!... ne sono passati ventisette... L'arciprete Bugno era [...]

[...] insieme col cugino Limòli!... Per un po' di giorni, verso i primi d'agosto, era venuto soltanto don Ferdinando ad annaffiare i fiori, strascinandosi a [...]

[...] occhi. Burgio che era sul ballatoio di casa sua, coll'orecchio teso verso la Piazza Grande, dove udivasi quel parapiglia, vedendo gente nel balcone [...]

[...] furia. — Li sbirri!... la Compagnia d'Arme!... Quando gli dissero che era la moglie del sagrestano, invece, la quale veniva a cercarlo per don Diego [...]

[...] reggimento di soldati. L'andare attorno così tardi, in quella tal notte, era proprio uno sgomento. Lo stesso baronello 140 Rubiera, che era uscito di [...]

[...] buon'ora dalla casa dei Margarone, s'era fatto accompagnare col lampione. — Ninì! Ninì! — strillò dal balcone donna Fifì con la vocina sottile [...]

[...] orecchie. Grazia, di ritorno, aveva accostato l'uscio, messo il lume accanto, sul tavolino, ed era andata a dare un'occhiata a casa sua. II marito si [...]

[...] l'accompagnò lui stesso in camera sua, per liberarsi almeno da quella noia. Don Ferdinando sognava che il cane nero dei vicini Motta gli si era [...]

[...] si era attorcigliata al collo e alle braccia, al pari di un serpente, e lo stringeva, soffocandolo, gli strozzava la voce in gola, quando udì [...]

[...] !... Fermatevi!... Non aprite adesso!... Era giorno chiaro. Donna Bellonia in sottana stava a spiare dalla terrazza verso la Piazza Grande per incarico del [...]

[...] marito, spaventata dal tramestio che s'era udito tutta la notte nel paese; e Burgio strigliava la mula legata al portone dei Trao. Alle grida di [...]

[...] don Luca, levò il capo verso il balcone, e domandò cosa c'era con un cenno del capo. II sagrestano rispose anche lui con un gesto della mano [...]

[...] '!... manica di birbanti!... Un paese come il nostro, che prima era un convento di frati!... Al castello! al castello! Don Liccio, eccovi le chiavi!... Grazie [...]

[...] Barabba spolverava delle bandiere nere, bucate e rose dai topi, collo stemma dei Trao: una macchia rossa tutta intignata. Era corsa subito la zia [...]

[...] ! Lo zio marchese si affrettò a cavare il fazzoletto, per asciugarle tutta l'acqua che si era versata addosso. II barone Mendola e la zia Macrì [...]

[...] parenti riuniti nella gran sala. — Che volete? con quel parapiglia che c'è stato nel paese! Se non era pel viatico che vidi venire da queste parti [...]

[...] ch'è un affar serio! — è permesso? Si può? Era il vocione del cacciatore che accompagnava la baronessa Mendola, col cappello piumato, le calze [...]

[...] pallido, facendo segno che la vecchia non aveva paura di nulla perche era sorda. — II fatto è... — cominciò il barone. Ma in quel momento portavano [...]

[...] marchese Limòli. — Non ci pensate. II barone Mendola, che era stato a confabulare con della gente, fuori sul pianerottolo, rientrò gesticolando [...]

[...] . Agli strilli accorse don Filippo, che stava passeggiando nel corridoio, perchè il palco era pieno zeppo. — Che c'è?... Al solito! Facciamo [...]

[...] cosi bella!... l'infame! il traditore!... Il fatto è che Ciolla, il quale si piccava di letteratura, ci s'era stillata la quintessenza del cervello [...]

[...] era tomato ad applaudire. — Son maritato!... son padre di famiglial... Ma farei uno sproposito!... — Papà mio! papà mio! — proruppe allora donna [...]

[...] ha saccheggiato la dispensa, nel tempo che suo padre era fuggiasco... salsicciotti, reste di fichi secchi, pezze intere di cacio... Portava ogni [...]

[...] che gli era rimasta da quell'affare della Carboneria. Ma poi si fece animo, per non destar sospetti, e andò a stringere la mano a tutti quanti [...]

[...] palco, per non dar campo alle male lingue. Solo donna Giovannina era rimasta al suo posto, inchiodata dal viso arcigno della mamma. Don Ninì, che [...]

[...] commedia potrà vederla dal palcoscenico!... — sogghignò Fifì. 156 Ma essa gli volse le spalle. Mendola s'era ficcato nel palco prima di tutti gli [...]

[...] vostra! 157 E partì infuriato sbatacchiando l'uscio. Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel [...]

[...] cieca, e aveva il viso dipinto al pari di una maschera. Nondimeno lo accolse come una regina, nel bugigattolo dove c'era un gran puzzo di moccolaia [...]

[...] scusarsi che in teatro non era venuto a causa del lutto; ma in quella si voltò il signor Pallante colle mani sporche di polvere, il viso [...]

[...] triste: — Lo vedete!... Non ho un minuto di libertà!... Sono schiava dell'arte!... Don Ninì colse la palla al balzo: L'arte... una bella cosa!... Era [...]

[...] sorriso malizioso le balenò negli occhi. Quel seccatore di Mommino Neri era ancor lì, appoggiato a una quinta, che discorreva col signor Pallante, già [...]

[...] Bianca gli s'era abbandonata fra le braccia, trepidante; nè quando una Margarone aveva chinato il capo superbo, mostrandosi insieme a lui, in mezzo [...]

[...] il perchè, una sera, al buffo, lì sulla soglia, mentre Pallante era salito avanti ad accendere il lume: — è geloso!... Son sua!... sono stata sua [...]

[...] di quella passione sventurata, l'aveva amata a lungo, pazzamente, disperatamente: uno di quegli amori che si leggono nei romanzi; si era dato [...]

[...] prima... più di prima... alla follia... era geloso: geloso di tutto e di tutti, dell'aria, del sogno, del pensiero... di lui pure, don Ninì!... — Ohe [...]

[...] angelico. — Vedete?... Sempre così!... Sempre la stessa devozione!... Ciolla che era il confidente di don Ninì gli disse poi: — Come siete sciocco! Quello [...]

[...] , ed anche dinanzi all'uscio della locanda, su e giù come una sentinella. Mommino adesso era tutto gentilezze e sorrisi per lui. Quando gli parve [...]

[...] d'incenso che svolgevasi da un vasetto di pomata il quale fumava per terra. All'uscio che metteva nell'altra stanza era inchiodato un bellissimo [...]

[...] Limòli era arrivato a indicarle la signora Aglae che scutrettolava tutta in fronzoli. — La vedete? è quella lì. Che ve ne sembra, eh, di vostra nuora [...]

[...] !... — Io no! — Tornò a dire piu forte, vedendo che lei s'era rimessa a cucire. Allora la Rubiera si chinò di nuovo verso la stradicciuola, cogli [...]

[...] sbarazzato una seggiola del canovaccio che vi era ammucchiato sopra, e stava ad ascoltare, grattandosi il capo. — Va a vedere se la gallina ha fatto [...]

[...] si è messo in testa di ficcarvisi in casa... a poco a poco... da qui a cent'anni... come fa il riccio... La baronessa era tornata sul balcone a [...]

[...] pensare. Nella piazzetta di Sant'Agata c'era una gran curiosità, come giungevano gli invitati al battesimo in casa Trao, e don Luca il sagrestano che [...]

[...] , noi!... Nessuno ci ha invitati al battesimo di mia nipote... Si vede che non è sangue nostro... Anche il vecchio Motta s'era rifiutato, la mattina [...]

[...] , allorchè Gesualdo era andato a pregarlo di mettere l'acquasanta alla nipotina. Seduto a tavola — stava mangiando un boccone — gli disse di no [...]

[...] piena di gente, e capiva che non gli avrebbe mai fatto chinare il capo se aveva detto di no, se ne andò colle spalle e il cuore grossi. Non era [...]

[...] in gambe l'altare sconquassato, chiuso 167 da tant'anni nell'armadio a muro della sala grande che serviva di cappella. La sala stessa era ancora [...]

[...] , tutti quanti. Già i tempi erano mutati; il paese intero era stato sottosopra ventiquattr'ore, e non si sapeva quel che poteva capitare un giorno [...]

[...] o l'altro. Oramai, per amore o per forza, mastro- don Gesualdo s'era ficcato nel parentado, e bisognava fare i conti con lui. Tutti perciò volevano [...]

[...] doveva essere il padrino, si era messa la croce di Malta. Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un [...]

[...] corsero al balcone coi ceri in mano. Persino il canonico in cotta e stola. Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il [...]

[...] lasciare estinguere il casato alla morte di don Ferdinando. — Sicuro, sicuro, — borbottò don Gesualdo. — Era già inteso... V'avevo detto di sì allora [...]

[...] e l'ultima. Suo padre, buon'anima, era fatto anch'esso così. Ma sinora gli ho impedito di commettere 172 qualche sciocchezza. Adesso però ci sono [...]

[...] , nella piazza, tutti i vicini erano affacciati per vedere uscire gli invitati. Alla finestra dei Margarone, laggiù in fondo, al di sopra dei tetti, c'era [...]

[...] Bastiano, eh? il Capitan d'Arme?... Don Bastiano infatti era lì, nel salotto, vestito in borghese, con abiti nuovi fiammanti che gli rilucevano addosso [...]

[...] perchè la Compagnia d'Arme fosse partita senza di lui, se aveva intenzione di fermarsi un pezzetto, se era contento del paese e voleva lasciare le [...]

[...] complimenti, quasi fossero a lei dedicati. II marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre [...]

[...] affacciandosi ogni momento dal Lembo del vestito. La conversazione languiva. Si parlò del battesimo e della gente che c'era stata. Ma ciascuno pensava [...]

[...] quando la sua padrona era tornata a casa, udì a un tratto dal cortile un urlo spaventoso, come stessero sgozzando un animale grosso di sopra, una [...]

[...] cosa che le fece perdere le ciabatte correndo a precipizio. La baronessa era ancora lì, dove aveva cominciato a spogliarsi, appoggiata al [...]

[...] per lui era diventata un inferno dal momento in cui s'era messo sulle spalle il debito e mastro-don Gesualdo. Il letto in disordine, i vestiti [...]

[...] al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave. Da lì a un po', medico, barbiere, parenti [...]

[...] Bianca non prometteva di dargli altri eredi. Essa dopo il parto non s'era più rifatta in salute; anzi deperiva sempre più di giorno in giorno, rosa dal [...]

[...] baco che s'era mangiati tutti i Trao, e figliuoli era certo che non ne faceva più. Un vero gastigo di Dio. Un affare sbagliato, sebbene il [...]

[...] su tanto di croce, prima, quand'ella aveva detto di sì... Bianca non ci aveva colpa. Era il sangue della razza che si rifiutava. Le pesche non si [...]

[...] pagata per farlo... Ma egli non si lasciava illudere, no. Era villano, ma aveva il naso fino di villano pure! E aveva il suo orgoglio anche lui [...]

[...] poco da vivere, non avrebbe voluto separarsi dalla sua figliuoletta. Ma il padrone era lui, don Gesualdo. Egli era buono, amorevole, a modo suo [...]

[...] Iddio quando paragonava la casa in cui il Signore l'aveva fatta entrare con quella in cui era nata. Lì suo fratello stesso desiderava di giorno il [...]

[...] dei suoi peccati. Don Gesualdo, che aveva tante altre cose per la testa, tanti interessi grossi sulle spalle, ed era abituato a vederla sempre così [...]

[...] . Nondimeno, all'ultimo momento vi furono lagrime e piagnistei, quando accompagnarono l'Isabellina al parlatorio del monastero. Bianca s'era [...]

[...] chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusion generale fra chi era stato sempre in prima [...]

[...] nascondersi nella scala del campanile, una domenica, per vedere se era vero che il padre d'Isabella portasse la berretta. Egli trovava la sua [...]

[...] tutti; e lo feriva sin lì, nell'amore della sua creatura. Stava zitto, non lagnavasi, perchè non era un minchione e non voleva far ridere i nemici [...]

[...] . — La figlia della ceraiuola, ch'era del suo partito, aggiunse tante altre storie: — Il baronello era uno spiantato. La Margarone non aveva più voluto [...]

[...] se si lasciava adesso portar via l'amante era segno che ci dovevano essere state le sue buone ragioni... prima o poi... — No! — ribatteva Peperito [...]

[...] bambinella ch'era un amore. Così la gente diceva che don Ninì era sempre stato un donnaiuolo, e se sposava l'Alòsi, che avrebbe potuto essergli madre, ci [...]

[...] era che don Ninì aveva dovuto pigliarsi l'Alòsi per salvare quel po' di casa che don Gesualdo voleva espropriargli. è vero che adesso era diventato [...]

[...] che non s'erano visti! Lui non aveva faccia di comparirle dinanzi, in parola d'onore! Non cercava di scolparsi. Era stato un ragazzaccio. Ora aveva [...]

[...] aperto gli occhi, troppo tardi, quando non c'era piu rimedio, quando si trovava sulle spalle il peso dei suoi errori. Ma proprio non poteva pagare [...]

[...] , poveretta, com'è ridotta... Bianca era rimasta senza fiato al primo vederlo, senza parole, facendosi ora pallida e ora rossa. Non sapeva che dire [...]

[...] marito era il padrone. Faceva tutto di testa propria, lui. Non voleva che gli mettessero il naso nelle sue cose. — Allora perchè sei sua moglie [...]

[...] ? — ribattè il cugino. — Bella ragione! Uno che non era degno di alzarti gli occhi in viso!... Deve ringraziare Iddio e l'ostinazione 190 di mia madre se [...]

[...] importa di sapere se sei morta o viva. Lascia fare a me che la risposta gliela mando coll'usciere, a tuo cugino... Così era venuto quel matrimonio, chè [...]

[...] di queste uscite buffe alle volte, da solo a solo con sua moglie, quando era contento della sua giornata, prima di coricarsi, mettendosi il [...]

[...] berretto da notte, in maniche di camicia. A quattr'occhi con lei mostravasi proprio quel che era, bonaccione, colla risata larga che mostrava i denti [...]

[...] trovare la sua ragazza a Palermo, quando poteva, quando i suoi affari lo permettevano, anche una volta all'anno. Isabella s'era fatta una bella [...]

[...] suggezione dinanzi alla ragazza la quale aveva preso l'aria delle compagne in mezzo a cui era stata educata, tutte delle prime famiglie, ciascuna che [...]

[...] motivo del parentado. Per fortuna la signorina di Leyra, che Isabella s'era affezionata coi regalucci, aveva preso a difenderla a spada tratta. Essa [...]

[...] dire alla moglie che era sempre malaticcia. Essa la rivide finalmente all'uscire del collegio, nel 1837, quando in Palermo cominciavano già a [...]

[...] correre le prime voci di colèra, e don Gesualdo era corso subito a prenderla. Fu come un urto al petto per la povera madre, dopo tanto tempo, quando udì [...]

[...] destra e a sinistra la sua creatura come quand'era piccina. 192 Indi vennero le visite ai parenti. Bianca era tornata in forze per portare in trionfo [...]

[...] la sua figliuola, in casa Sganci, in casa Limòli, da per tutto dove era stata bambinetta, prima d'entrare in collegio, ora già fatta grande, col [...]

[...] delusione al rivederla. Entrava chi voleva dal portone sconquassato. La corte era angusta, ingombra di sassi e di macerie. Si arrivava per un [...]

[...] sentieruolo fra le ortiche allo scalone sdentato, barcollante, soffocato anch'esso dalle erbacce. In cima l'uscio cadente era appena chiuso da un [...]

[...] buie che s'intravedevano in lunga fila, abbandonate e nude, per le strisce di Luce che trapelavano dalle finestre sgangherate. In fondo era la [...]

[...] attraverso gli occhiali la sorella e la nipote. Sul lettuccio disfatto c'era ancora la vecchia palandrana di don Diego che stava rattoppando [...]

[...] smorto e istupidito. Un istante, mentre Bianca gli parlava all'orecchio, supplichevole, quasi le spuntassero le lagrime, egli di curvo che era si [...]

[...] illusioni di cui era piena la bizzarra testolina della fanciulla, tornata in paese coll'idea di rappresentarvi la prima parte. II lusso meschino della zia [...]

[...] adesso impicciolivasi, diventava nero, povero, triste. Lì, dirimpetto, era la terrazza dei Margarone, che tante volte aveva rammentato vasta [...]

[...] e squallida invece, con quell'alto muro lebbroso che l'aduggiava! e come era divenuta vecchia donna Giovannina, che rivedeva seduta in mezzo ai [...]

[...] voci di colèra. A Catania c'era stata una sommossa. Giunse da Lentini don Bastiano Stangafame insieme a donna Fifì la quale pareva avesse già il [...]

[...] bella come la Madonna, la quale ballava sui cavalli ammaestrati in teatro, e andava spargendo il colèra con quel pretesto, era stata uccisa a furor [...]

[...] del Giudizio Universale. Ciolla era andato a ricorrere dal giudice che gli avevano avvelenate le galline: le portava a prova in mano, ancora [...]

[...] torbido. La parola d'ordine era, sparargli addosso senza misericordia al primo allarme. I due merciai non si videro piu. Prima di sera cominciarono a [...]

[...] scappare la baronessa Rubiera, paralitica, su di una sedia a bracciuoli, poichè nella portantina non entrava neppure, tanto era enorme, portata a [...]

[...] era costretta a rimanere in paese stava a guardare atterrita. Nelle chiese avevano esposto il Sacramento. Tacquero allora vecchi rancori, e si [...]

[...] ! — balbettò la moglie sentendosi intenerire. — Voi avete il cuore buono! 196 Ma don Ferdinando non si lasciò persuadere. Era occupatissimo ad [...]

[...] mastro Nunzio s'era rifiutato ad andare col figliuolo. — Io mangio colle mani, figliuol mio. Arrossiresti di tuo padre a tavola... Sono uno zotico [...]

[...] Sganci, se la condusse a Passaneto, e ci prese le febbri, povera vecchia. Zacco e il notaro Neri partirono per Donferrante. Era uno squallore pel [...]

[...] casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta. Isabella dalla sua finestra vedeva il largo viale alpestre [...]

[...] chiazzata di sommacchi, Budarturo brullo e sassoso nel cielo che sembrava di smalto. La sola pennellata gaia era una siepe di rose canine sempre in [...]

[...] addossati al casamento, branchi interi di puledri e di buoi che si raccoglievano nei cortili immensi. Tutta la notte poi era un calpestìo irrequieto, un [...]

[...] di colèra il resto a nulla. — Lì egli era al sicuro dal colèra, come un re nel suo regno, guardato di notte e di giorno — a ogni contadino aveva [...]

[...] Provvidenza. Aveva dato ricovero a mezzo paese, nei fienili, nelle stalle, nelle capanne dei guardiani, nelle grotte lassù a Budarturo. Un giorno era [...]

[...] dispiacere che doveva procurargli la figliuola, il pover'uomo! Isabella ch'era venuta dal collegio con tante belle cose in testa, che s'era immaginata di [...]

[...] discorsi. La mamma parlava poco anche lei, sempre senza fiato, sempre fra letto e lettuccio. La sola che dovesse dar retta alla zia era lei, Isabella [...]

[...] ti fai bella? Ma essa non era contenta. Sentiva un'inquietezza, un'uggia, che la facevano rimanere colle mani inerti sul ricamo, che la facevano [...]

[...] sorgente, in fondo al viale che saliva dalla casina, c'era almeno una gran pace, un gran silenzio, s'udiva lo sgocciolare dell'acqua nella grotta, lo [...]

[...] , che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote. Di giorno in giorno era un senso nuovo che sorgeva in lei, dai versi che leggeva [...]

[...] rintanato coi tuoi libri, come vuoi far conoscere i tuoi meriti? — Poi, quando lui non era presente, cantava anche più chiaro: — Alla sua età!... Non è [...]

[...] . Lui era ignorante, uno che non sapeva nulla, ma capiva che quelle belle cose erano trappole per acchiappare i gonzi. Gli stessi arnesi di cui si [...]

[...] ciò che insegnavano a scuola, perchè era ricca, e un giorno o l'altro avrebbe fatto un matrimonio vantaggioso. 206 Ma appunto perch'era ricca [...]

[...] sul sentiero, nell'aria ingenua d'Isabella che scendeva a cercare le forbici o il ditale quando per combinazione c'era in sala il cugino, nella [...]

[...] tutti i suoi senza dar campo di parlare alle male lingue, rimbeccando la zia Cirmena che s'era messa a far la sapiente anche lei, a parlare col [...]

[...] !... — borbottò don Gesualdo. — Ah!... Ma visto che non era il momento, cacciò indietro la bile e voltò la cosa in scherzo: — Anche a lei... le piaccìono le [...]

[...] s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era [...]

[...] . Temeva che i sorci ballassero mentre non c'era il gatto. Mentre la moglie l'aiutava a infilarsi gli stivali, andava facendole certe raccomandazioni [...]

[...] lasciarsi rubare come in un bosco... Bianca, ritta accanto all'uscio, col viso scialbo, spalancò gli occhi, dove era in fondo un terror vago, uno [...]

[...] , sospettosi. A Callari s'era trovato un cadavere dietro una siepe, gonfio come un otre: l'aveva scoperto il puzzo. La sera, dovunque, si vedevano dei [...]

[...] fuochi d'artifizio, una pioggia di razzi, tale e quale la notte di San Lorenzo, Dio liberi! Una donna incinta, che s'era lasciata aiutare da uno [...]

[...] sconosciuto, mentre portava un carico di legna al Trimmillito, era morta la stessa notte all'improvviso, senza neanche dire — Cristo aiutami — colla [...]

[...] s'era innocente o no. So che ha acchiappato il colèra anche lui, perchè teneva in casa quelle bottiglie che mandano da Napoli per far morire i [...]

[...] trovarono che tutti gli altri inquilini della fattoria caricavano muli ed asinelli per fuggirsene. Inutilmente Bomma, che era venuto dalla vigna, lì [...]

[...] fessure delle imposte e faceva impallidire il lume posato sulla botte, Burgio si decise ad aprire l'uscio. Era una giornata fosca, il cielo coperto, un [...]

[...] in testa, fregandosi gli occhi, piangendo come un ragazzo. Il più turbato di tutti però era don Gesualdo, sebbene non dicesse nulla, guardando il [...]

[...] ... Non dico... Allora tiratelo fuori, e si vedrà. Don Gesualdo, che era don Gesualdo, rimase a bocca aperta a quel discorso. Stupefatto, cercava le [...]

[...] figli dello stesso padre? E il capo della casa chi era stato? Sinora aveva avuto le mani in pasta don Gesualdo, vendere, comprare... Ora [...]

[...] dal cielo? — Burgio, più calmo, metteva buone parole; diceva che non era quello il momento, col morto ancora caldo. Tappava la bocca alla moglie [...]

[...] abbracciassero, lì, nella stanza dove erano rimasti poveri orfanelli. Don Gesualdo era un galantuomo, un buon cuore. Non l'avrebbe fatta una porcheria. — Non [...]

[...] me!... Isabella invece s'era fatta pallida come un cadavere. Ma non si mosse, non disse nulla, una vera Trao, col viso fermo e impenetrabile [...]

[...] . La spianata era deserta, in un'ombra cupa. C'era un muricciuolo coperto d'edera triste, una piccola vasca abbandonata nella quale imputridivano [...]

[...] balzava alla gola, le batteva nelle tempie, le toglieva it respiro. C'erano lì, fra le foglie secche, accanto al muricciuolo dove lui s'era messo a [...]

[...] contro di lei, con le mani in aria, la bocca spalancata. Ma non disse nulla. Guardò la figliuola che si era appoggiata tutta tremante alla sponda [...]

[...] la paura del colèra, appena ritornato in paese, don Gesualdo s'era vista arrivare la citazione della sorella, autorizzata dal marito Burgio, che [...]

[...] guadagni della società, di cui era a capo mastro Nunzio; e che adesso voleva appropriarsi tutto lui, Gesualdo, — lui che li aveva avuti tutti quanti [...]

[...] quali non sapevano difendersi. Anche Santo stava zitto, come un ragazzo che ne ha fatta una grossa. Fortuna che c'era lei, a dire il fatto suo: — Che [...]

[...] per giunta. — II pover'uomo era ridotto a fare da sè l'esame di coscienza. — Dei genitori quella ragazza aveva preso i soli difetti. Ma l'amore alla [...]

[...] roba, no! Il giudizio di capire chi le voleva bene e chi le voleva male, il giudizio di badare ai suoi interessi, no! Non era neppure docile e [...]

[...] ubbidiente come sua madre. Gli aveva guastata anche Bianca! Anche costei, al vedere la sua creatura che diventava pelle e ossa, era diventata 228 [...]

[...] amorose. Era ridotto a passare in rivista le ricette del medico e la carta delle pillole che mandava Bomma. In un mese mutarono cinque donne di servizio [...]

[...] . Era un tanghero lui, ma non era un minchione come i fratelli Trao. Teneva ogni cosa sotto chiave; non lasciava passare un baiocco che potesse [...]

[...] aiutare a fargli ii tradimento. Era un cane alla catena anche lui, pover'uomo. Infine per togliersi da quell'inferno si decise a mettere Isabella in [...]

[...] convento, lì al Collegio di Maria, come quando era bambina, carcerata! Sua moglie ebbe un bel piangere e disperarsi. Il padrone era lui [...]

[...] alla festa, perchè non pioveva dall'ottobre. Don Gesualdo era andato in chiesa anche lui, a pregare Iddio che gli togliesse quella croce d'addosso [...]

[...] bocca, non ci vedeva dagli occhi. Non vedeva lo stato in cui era la poveretta. Voleva correre dal giudice, dal sindaco, mettere sottosopra tutto il [...]

[...] . Lo zio marchese dal canto suo provvide a quello che c'era di meglio da fare, con prudenza ed accorgimento. Prima di tutto andò a prendere subito la [...]

[...] , tenne la lingua a casa anche lei. Intanto il marchese lavorava sottomano a cercare un marito per Isabella. Era figlia unica; don Gesualdo, per [...]

[...] amore o per forza, avrebbe dovuto darle una bella dote; e colle sue numerose relazioni era certo di procurarle un bel partito. Ne scrisse ai suoi [...]

[...] quest'ultimo fu un altro par di maniche. Lui non voleva lasciarsi mangiar vivo. Neanche un baiocco! Il suo denaro se l'era guadagnato col sudore [...]

[...] , singhiozzando e domandandole perdono; mentre sua madre, poveretta, passava da uno svenimento all'altro, tanta era la consolazione. Poi arrivò don Gesualdo, e [...]

[...] visto che non era bastata nemmeno la fuga a cavare i denari della dote dalle mani di don Gesualdo, s'era stretta nelle spalle: — Che vuoi, mia cara? Io [...]

[...] ... Verso la Pasqua giunse in paese il duca di Leyra, col pretesto di dar sesto ai suoi affari da quelle parti, che ne avevano tanto di bisogno. Era [...]

[...] discorsi: Quel che aveva detto; quel che era venuto a fare; quanto tempo si sarebbe fermato lì; quanti anni aveva. Le signore asserivano che non [...]

[...] la bella vedovella — da dieci anni, dacchè era morto suo marito. — Le Margarone in gran gala, verdi, rosse, gialle, svolazzanti di piume, di [...]

[...] dar nell'occhio ai signori forestieri. Il duca s'era tirato 235 dietro lo zio balì, onde sembrar più giovane — dicevano le male lingue: un [...]

[...] famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli. Tutt'intorno c'era un cerchio di sfaccendati. 236 Il baron Zacco attaccò discorso col cocchiere per [...]

[...] scavare cosa c'era sotto. Mendola fingeva d'accarezzare i cavalli. Canali ammiccava di qua e di là: — Guardate un po', signori miei, che ruota è [...]

[...] bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie [...]

[...] ha già i capelli bianchi? ch'è una mummia?... Sei pazza? Egli pure era invecchiato, floscio, calvo, panciuto, acceso in viso, colle gote ed il naso [...]

[...] due cugini. Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonione. La sua [...]

[...] bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro. La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la [...]

[...] marchese Limòli. Egli aveva sulla punta delle dita tutto l'almanacco delle famiglie nobili dell'isola. Arrivò anche a confidare che la sua era [...]

[...] , di sfuggita, lasciò cadere il discorso sulle opere allora in voga; raccontò qualche fatterello della societa; narrò aneddoti del tempo in cui era [...]

[...] 238 sorridendo, che quanto al resto... d'affari voleva dire... non se n'era occupato mai, per sua disgrazia!... non era il suo forte, e aveva [...]

[...] , tutto! il peccato mortale in cui era!... — Quel servo di Dio non capiva nulla. Badava solo a raccomandarle di non cascarci più e le metteva il cuore [...]

[...] ! Salvatemi voi. Non ho altri al mondo! Sono sangue vostro. Non mi mandate via! Don Ferdinando era malato, coll'asma. Non poteva parlare, non capiva nulla [...]

[...] , quattro 240 candele e nessun altro, nella meschina chiesetta di Sant'Agata, dove s'era maritata Bianca. Quanti ricordi per la povera madre, la quale [...]

[...] intorno a quel matrimonio fatto come di nascosto. Della gente era andata a far visita ai Margarone e in casa Alòsi, per vedere se la sposa era rossa o [...]

[...] pallida. La Capitana aveva un bel fare, un bel cercare di non darsi vinta, dicendo che quella era la moda sposarsi adesso. Donna Agrippina rispose [...]

[...] scrittura della Cirmena. Avrei pagato qualche cosa per vedere che c'era scritto... La lettera diceva tante belle cose, per mandare giù la pillola, lei e [...]

[...] lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena. Lui era un [...]

[...] villano; non c'era avvezzo a simili vergogne! Intanto la figlia duchessa gli costava un occhio. Prima di tutto le terre della Canziria, d'Alla e [...]

[...] e si propagava ai beni della moglie peggio delle cavallette. Quella povera Canziria che era costata tante fatiche a don Gesualdo, tante privazioni [...]

[...] , dove aveva sentito la prima volta il rimescolio di mettere nella terra i piedi di padrone! Donninga per cui si era tirato addosso l'odio di [...]

[...] primaverile, che brucia il gran in erba. Due o tre volte, in circostanze gravi, era stato costretto a lasciarsi cavar dell'altro sangue. Tutti i suoi [...]

[...] risparmi se ne andavano da quella vena aperta, le sue fatiche, il sonno della notte, tutto. E pure Isabella non era felice. L'aveva vista in tale [...]

[...] signor genero! In pochi anni s'è mangiato un patrimonio! Fu un casa del diavolo. Donna Bianca, la quale era assai malandata, e sputava sangue [...]

[...] che avrebbe fatto risuscitare un morto. Essa sorrideva tristamente e non diceva nulla. Era ridotta uno scheletro, docile e rassegnata al suo [...]

[...] suoi libracci; c'era un conto spaventoso aperto dal farmacista. — Almeno giovassero a qualche cosa! — brontolava don Gesualdo. — Io non guardo ai [...]

[...] solite porcherie che non giovavano a nulla, e se ne andò lasciando nei guai marito e moglie. La casa era diventata una spelonca. Tutti che vogavano [...]

[...] alla larga. Finanche le serve, temevano del contagio. Zacco era il solo parente che si rammentasse di loro nella disgrazia, dacchè avevano fatto [...]

[...] contagio! Sciocchezze!... Poi, quando si tratta di parenti!... Quella sera aveva sentito dire in piazza che la cugina Bianca stava peggio ed era giunto [...]

[...] sembrava quella di una bambina, per far segno al marito d'avvicinarsi. Don Gesualdo s'era chinato su di lei e accennava di sì col capo. Il barone [...]

[...] vedendo che non era più il caso di misteri parlò chiaro: — Non verrà! Don Ferdinando è diventato proprio un ragazzo. Non capisce nulla, poveretto [...]

[...] , s'era alzata premurosa per servirla in quel che occorresse. Donna Marietta, l'altra sorella, tirò invece il papà per la falda. Bianca s'era chiusa [...]

[...] , con quella faccia di malaugurio, chiedendogli se alla duchessa avessero scritto di sua madre che era in quello stato... Bianca aveva I'orecchio [...]

[...] fino degli ammalati gravi. — No! no! Non c'è premura! — interruppe Zacco. Intanto donna Lavinia si era alzata per andare a prendere un bicchier [...]

[...] Bianca poi si butterebbe nel fuoco!... — La mamma sorrideva lei pure discretamente. In quella sopraggiunse la serva ad annunziare che c'era il barone [...]

[...] non tagliava sino a maggio. Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un [...]

[...] marito. Don Ninì prese a scusarsi, dinanzi alla moglie. Certo... i denari se li era fatti prestare... in un momento che aveva persa la testa... Quando [...]

[...] spese... appena chiudeva gli occhi sua madre... Ma era giusto inasprirgli contro la baronessa, santo Dio? Farle commettere qualche bestialità [...]

[...] la voce afonica, gli occhi che penetravano, cosi lucenti e fissi. Zacco che si era chinato anche lui sul letto per udire, esclamò trionfante [...]

[...] nella sciarpa di lana, col cappello in testa; e donna Giuseppina si era alzata per osservare al buio le galanterie disposte in bell'ordine sui mobili [...]

[...] gli disse subito: — Vi ha fatto chiamare il barone Zacco? Non c'era motivo... Qui non si fanno misteri... — Non si fanno misteri! — ripigliò il [...]

[...] , — osservò don Gesualdo, — se la cosa è come dite, io non saprei che farci... Cosa volete da me? Donna Giuseppina si era perfino trasformata in volto [...]

[...] Giuseppina tornò a discorrere del fermento che c'era in paese, della rivoluzione che minacciavano. II barone Zacco si agitò, facendo segno col capo a [...]

[...] sollevarsi, onde passargli un braccio al collo, come non le restasse che lui per attaccarsi alla vita, agitando il viso che si era affilato maggiormente [...]

[...] tisi; persino Mena, l'ultima che era rimasta pel bisogno, quando parlarono di farle lavare i panni dell'ammalata che la lavandaia rifiutavasi di [...]

[...] ingrassati nella sua casa! Ora tutti l'abbandonavano quasi rovinasse, e non c'era neppure chi accendesse il lume. Sembrava quella notte alla Salonia, in [...]

[...] impadronirsi di tutto il suo. Era diventata tale e quale una bambina, sospettosa, irascibile, capricciosa. Si lagnava che le mettessero qualche cosa [...]

[...] nel brodo, che le cambiassero le medicine. Ogni volta che si udiva il campanello dell'uscio c'era una scena. Diceva che mandavano via la gente per [...]

[...] !... — II pensiero della figlia era un altro tormento. Isabella stava anch'essa poco bene, lontano tanto, un viaggio che l'avrebbe rovinata per [...]

[...] averle messo fra i piedi quell'altra gente... Oppure non rispondeva affatto, col viso rivolto al muro, implacabile. Nanni l'Orbo s'era installato come [...]

[...] un papa in casa di don Gesualdo. Mangiava e beveva. Veniva ogni giorno a empirsi la pancia. Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui [...]

[...] attaccò una gran discussione su quest'argomento con Canali, e andò a finire a pugni, adesso che non era piu il tempo delle prepotenze e ognuno diceva [...]

[...] le sue ragioni. II giorno dopo mastro Titta era andato da Canali a radergli la Barba, allorchè 260 suonarono il campanello e Canali andò a vedere [...]

[...] parole di poco prima. — Chissà per chi è destinata quella pillola, Dio liberi!... — pensò fra di sè. Già i tempi erano sospetti, e la gente s'era [...]

[...] requie da anni ed anni, e gli avevano fatto incanutire i capelli con quella lite. Anche Speranza ci si era ridotta simile a una strega; ci s'era [...]

[...] apposta nella strada per vomitargli addosso delle ingiurie. Gli aizzava contro i figliuoli, poichè il marito non voleva guastarsi il sangue — era [...]

[...] che ciascuno gli diceva la sua, e chi poteva gli tirava la sassata. Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a [...]

[...] , — osservavano quanti li incontravano a quell'ora per le strade, col fermento che c'era nel paese; e si facevano la croce vedendo ancora al mondo don [...]

[...] ebbe il coraggio neppure di chiedere s'era giunta l'ora. Soltanto, cogli occhi lustri interrogava tutti quanti, ad uno ad uno. 263 Ma gli [...]

[...] sonno, stavano zitte, sedute nella stanza accanto a quella dov'era l'ammalata. Verso mezzanotte, come la poveretta s'era chetata a poco a poco, don [...]

[...] c'era più speranza. Si mise a passeggiare in lungo e in largo, a capo chino, colle mani dietro la schiena. Di tanto in tanto si chinava sul letto [...]

[...] cuore. Ci ha rubato la figlia e la dote, quell'assassino! E continua a sfogarsi così per un pezzo colla moglie di Zacco, che era mamma anche lei [...]

[...] manovale, e mandarlo da tutti i parenti, che Bianca, poveretta, stava assai male, se volevano vederla. Per la strada c'era un via vai straordinario [...]

[...] pensieri mondani... — è giusto, — disse donna Sarina. — Scusatemi, don Gesualdo. Dopo che si fu comunicata, Bianca parve un po' piu calma. L'affanno era [...]

[...] c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano. S'udì in quel punto una forte scampanellata all'uscio, e Zacco corse a vedere. Dopo un momento [...]

[...] . Pareva che il barone mettesse buone parole con un terzo che era arrivato allora, e il marchese andasse scaldandosi. — No! no! è una porcheria! — In [...]

[...] quella rientrò Zacco solo, col viso acceso. — Sentite, don Gesualdo!... Un momento... una parolina... La folla era giunta lì, sotto la casa; si [...]

[...] suocera. Diceva che alla duchessa s'era dovuto nascondere la verità per consiglio degli stessi medici, visto che sarebbe stato un colpo di fulmine [...]

[...] scovava i fatti di tutto il paese, giacchè il notaro non rispose neppure, e solo con qualche intimo, brontolone come s'era fatto coll'età, andava [...]

[...] mastro-don Gesualdo. — Un brigante! un assassino! uno che s'era arricchito, mentre tanti altri erano rimasti poveri e pezzenti peggio di prima! uno [...]

[...] pigliassero le terre del comune, ciascuno il suo pezzetto. Non si sapeva donde fosse partita I'accusa; ma ormai era cosa certa. Lo dicevano tutti: il [...]

[...] chiamare un medico da Palermo! Una Trao! Una che l'aveva messo all'onore del mondo! A che l'era giovato essere tanto ricca? — II canonico si lasciava [...]

[...] , o la coccarda di Pio Nono, e lo schioppo ad armacollo. Don Nicolino Margarone s'era fatto capitano, cogli speroni e il berretto gallonato. Donna [...]

[...] , nemico del suo paese, adesso che ci s'era ingrassato, lagnandosi continuamente che venivano a pelarlo ogni giorno, la commissione per i poveri, il [...]

[...] non veniva, si scaldavano il capo a vicenda, discorrendo delle soperchierie patite, delle invernate di stenti, mentre c'era della gente che aveva [...]

[...] Motta era nato povero e nudo al par di loro. 274 — Se lo rammentavano tutti, povero bracciante. — Speranza, la stessa sua sorella, predicava lì, di [...]

[...] capponi, come il genitore, che s'era acquetato subito, quando il cognato aveva mandato un gruzzoletto, allorchè Bianca stava male, dicendo che [...]

[...] raccolto, l'erede di Pirtuso, che litigava ancora con lui per certi denari che il sensale s'era portati all'altro mondo, tutti coloro che gli erano [...]

[...] uccidere a tradimento, per tappargli la bocca... Si sapeva da dove era partito il colpo! Mastro Titta aveva riconosciuto Gerbido, l'antico garzone [...]

[...] di don Gesualdo, mentre fuggiva celandosi il viso nel fazzoletto. Cosi tornò a galla la storia di Nanni l'Orbo il quale s'era accollata la ganza di [...]

[...] , ubbriaco fradicio, pretendeva il fatto suo lì su due piedi, e gliene disse di tutte le specie, a lei e a lui. Lo zio Santo, che s'era accomodato [...]

[...] . Il povero don Gesualdo andò a coricarsi più morto che vivo. 275 In mezzo a tanti dispiaceri s'era ammalato davvero. Gli avvelenavano il sangue [...]

[...] tutti i discorsi che sentiva fare alla gente. Don Luca il sagrestano, il quale gli s'era ficcato in casa, quasi fosse gia l'ora di portargli l'olio [...]

[...] venuti dei crampi allo stomaco che gli mettevano come tanti cani arrabbiati dentro. Il baron Zacco era il solo amico che gli fosse rimasto. E la gente [...]

[...] bruciargli la casa o a scassinargli i magazzini. Era diventato una bestia feroce, verde dalla bile, la malattia stessa gli dava alla testa. Minacciava [...]

[...] non si veniva a una conclusione con quel- l'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un [...]

[...] lume. — Mi volete, eh? cugino Rubiera... donna Giuseppina... Don Ninì era uscito per assistere a certo conciliabolo in cui si trattavano affari [...]

[...] sua camera, inchiodata nel seggiolone di faccia al letto matrimoniale, accanto al quale era ancora lo schioppo del marito, buon'anima, e il [...]

[...] ? — Ah!... ve l'avevo detto io! Vediamo, via, in coscienza! Cosa era mastro-don Gesualdo vent'anni fa?... Ora ci mette i piedi sul collo, a noialtri [...]

[...] bonaria. — Son venuto a fare il Figliuol Prodigo, via! Siete contenti? Donna Giuseppina era contenta a bocca stretta. Suo marito guardò prima lei [...]

[...] era venuta apposta da Modica, a spese del comune, per declamare l'inno di Pio Nono ed altre poesie d'occasione. Al vederla vestita alla greca, con [...]

[...] . Dinanzi alI'osteria di Pecu-Pecu c'era un panchettino con dei tegami di roba fritta che andò a catafascio — petronciani e pomidoro sotto i piedi. Santo [...]

[...] santo in processione, per far più colpo. — Sì e no. — Bestemmie e sorgozzoni, lì all'oscuro, sul sagrato. Mastro Cosimo intanto s'era arrampicato [...]

[...] , dietro coloro che sembravano i caporioni. Mèndola, don Nicolino, lo stesso canonico Lupi che s'era cacciato nella baraonda a fin di bene [...]

[...] era nemico giurato dei poveretti e dei liberali! — Coi sassi, coi randelli — due o tre s'erano armati di un pietrone e davano sulla porta che [...]

[...] strilli e pianti di donne, voci che chiamavano: — Maria Santissima! Santi cristiani!... Don Gesualdo era in letto malato, quando udì bussare alla [...]

[...] porticina del vicoletto che pareva volessero buttarla giù. Poi il rombo della tempesta che 284 sopravveniva. La sera stessa un'anima caritatevole era [...]

[...] corsa a prevenirlo: Badate, don Gesualdo! Ce l'hanno con voi perchè siete borbonico. Chiudetevi in casa! — Lui, che aveva tanti altri guai, s'era [...]

[...] la polvere, al primo che mi capita!... Proprio! Era risoluto di fare uno sterminio. Per fortuna irruppe nella stanza il canonico Lupi, e gli si [...]

[...] ! Colle armi da fuoco non si scherza! — Aveva il fiato ai denti, il cranio rosso e pelato che gli fumava come quando era giovane, e balbettava [...]

[...] nella roba altrui, siamo fritti! II canonico era addirittura fuori della grazia di Dio. Gli altri davano addosso ancor essi su quella bestia [...]

[...] a una donna la quale strillava e supplicava: — Nunzio! Gesualdo! Figliuoli miei!... Che vi fanno fare?... Nunzio... Ah Madonna Santa!... Era [...]

[...] Diodata, la quale aveva sentito dire che i suoi ragazzi erano nella baraonda, a gridare viva e morte contro don Gesualdo anche loro, ed era corsa [...]

[...] marchese, oramai sordo come una talpa, s'era buttato un ferraiuolo sulle spalle, e stava a vedere dietro l'invetriata del balcone, in camicia, collo [...]

[...] ?... Lui pure? Cosa vogliono dunque?... Dove andiamo di questo passo? Mèndola gli spiegò che don Gesualdo era il pretesto per dare addosso ai piu [...]

[...] , corse al balcone. — Sicuro! Eccolo lì col camiciotto, come un bambino... Vuol dire che si torna indietro tutti!... Don Gesualdo s'era alzato [...]

[...] sbuffando, gridando ch'era meglio finirla, che correva giu a dargliela lui, la promessa, al Ciolla! E giacchè lo cercavano, era lì, pronto a [...]

[...] ! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad [...]

[...] vado a chiamarvi Ciolla e tutti quanti, se volete!... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano. A due ore di [...]

[...] basta!... Lì, nella camera di donna Bianca. II letto è ancora tal quale. Mendola s'era messo di buon umore, mentre preparavano la stanza. Frugava da [...]

[...] che ogni ricordo gli faceva salire alla gola. D'una cosa sola non si dava pace, che avrebbe potuto crepare lì dove era, senza che sua figlia ne [...]

[...] non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e [...]

[...] ! Intanto la casa di don Gesualdo era messa a sacco e ruba egualmente. Vino, olio, formaggio, pezze di tela anche, sparivano in un batter d'occhio [...]

[...] ..Domani mi alzerò... 292 Ma non ci credeva piu neppur lui, e non si alzava mai. Era ridotto quasi uno scheletro, pelle e ossa; soltanto il ventre era [...]

[...] gonfio come un otre. Nel paese si sparse la voce che era spacciato: la mano di Dio che l'agguantava e l'affogava nelle ricchezze. Il signor genero [...]

[...] sconsolate d'Isabella, la quale non si era ancora riavuta dal gran colpo che aveva ricevuto poco prima. Speranza, che era presente mentre il fratello [...]

[...] tentarle il fratello in fin di vita, per cavargli qualcosa, per pelarlo sino all'ultimo. Una sanguisuga. Ci s'era ingrassata alle spalle di lui [...]

[...] c'era avvezzo, correva a mostrare la lingua ai medici, come venivano pel cognato; Santo non usciva più nemmeno per andare all'osteria; e i nipoti [...]

[...] infatti. Voleva curarsi, giacchè era un affar serio. Voleva guarire. Ripeteva le parole stesse dello speziale: denari ne aveva; s'era logorata la [...]

[...] : Lontano dagli occhi, lontan dal cuore! Il mondo e fatto cosi, che ciascuno tira l'acqua al suo mulino. Il mulino suo, di lui, era di riacquistare la [...]

[...] dei greci. Non s'avevano ancora indizi d'ulcerazione; l'adesione stessa del tumore agli organi essenziali non era certa; ma la degenerescenza dei [...]

[...] nell'armadio di Bianca, insieme alle altre medicine. Non voleva veder nessuno. Giacchè era condannato, voleva morire in pace, senza operazioni chirurgiche [...]

[...] , lontano dai guai, nella sua campagna. S'attaccava alla vita mani e piedi, disperato. Ne aveva passate delle altre; s'era aiutato sempre da sè, nei [...]

[...] , dinanzi alla sua roba, si persuase che era finita davvero, che ogni speranza per lui era perduta, al vedere che di nulla gliene importava, oramai. La [...]

[...] piedi e a cavallo. II mondo andava ancora pel suo verso, mentre non c'era più speranza per lui, roso dal baco al pari di una mela fradicia che deve [...]

[...] istato di poter viaggiare, lo misero in lettiga e partirono per la città. Era una giornata piovosa. Le case note, dei visi di conoscenti che si [...]

[...] voltavano appena, sfilavano attraverso gli sportelli della lettiga. Speranza, e tutti i suoi, in collera dacchè era venuto il duca a spadroneggiare, non [...]

[...] vederci... — E si buttò all'indietro, col cuore gonfio di tutte quelle cose che si lasciava dietro le spalle, la viottola fangosa per cui era passato [...]

[...] Gesualdo d'entrare in un altro mondo, allorchè fu in casa della figliuola. Era un palazzone così vasto che ci si smarriva dentro. Da per tutto [...]

[...] . Lo stesso duca, all'ora di pranzo, si vestiva come se andasse a nozze. Il povero don Gesualdo, nei primi giorni, s'era fatto animo per contentare [...]

[...] la figliuola, e s'era messo in gala anche lui per venire a tavola, legato e impastoiato, con un ronzio nelle orecchie, le mani esitanti, l'occhio [...]

[...] trovava miglior cera, da che era arrivato a Palermo, e il cambiamento d'aria e una buona cura l'avrebbero guarito del tutto. Poi gli toccò anche il [...]

[...] bocca. Non c'era che fare. Il genero, nel viso, nelle parole, sin nel tono della voce, anche quando voleva fare l'amabile e pigliarvi bel bello, aveva [...]

[...] d'essere davvero un forestiero. Essa alcune volte era pallida così che pareva non avesse chiuso occhio neppur lei. Aveva una certa ruga fra le [...]

[...] roba! Chi sapeva quel che era costata? II signor duca, lui, quando usciva di casa, a testa alta, col sigaro in bocca e il pomo del bastoncino [...]

[...] !... Oramai!... oramai!... Adesso era chiuso fra quattro mura, col bruslo incessante della città negli orecchi, lo scampanìo di tante chiese che gli [...]

[...] , avevano fatto il miracolo, gli avevano fatto credere di potersi guarire. Dopo era ricaduto peggio di prima. Neppure i migliori medici di Palermo [...]

[...] volte l'aveva vista giungere correndo, pallida, tremante come una foglia, balbettando delle scuse. Una notte, tardi, mentre era in letto coi suoi [...]

[...] gli altri si sarebbero data pace, come egli stesso s'era data pace dopo la morte di suo padre e di sua moglie. Ciascuno tira l'acqua al suo mulino [...]

[...] cuccagna, era tutto opera sua; e intanto non trovava riposo fra i lenzuoli di tela fine, sui guanciali di piume; soffocava fra i cortinaggi e le belle [...]

[...] rassicurarlo, dicendogli che non c'era nulla di grave... di serio... pel momento... egli tornava ad insistere, ad appuntare 309 gli occhi, furbo [...]

[...] pensi a tutto, se no c'è la rovina!... Poi spiegava di dove gli era venuto quel male: — Sono stati i dispiaceri!... i bocconi amari!... ne ho avuti [...]

[...] tanti! Vedete, me n'è rimasto il lievito qui dentro!... — Era tornato diffidente. Temeva che non vedessero l'ora di levarselo di torno, per [...]

[...] ... alla signora duchessa... Del signor duca era buon servo da tanti anni... Sicchè prendeva a cuore anche gli interessi di don Gesualdo. Proponeva [...]

[...] chetarlo, gli disse che non occorreva, poichè non c'erano altri eredi... Isabella era figlia unica... — Ah?... — rispose lui. — Non occorre... è [...]

[...] 312 tra i capelli. Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perchè si servissero pure. Se un albero ha la cancrena addosso, cos'è infine? Si [...]

[...] biasciavano mezze parole. Uno temeva la responsabilità; un altro osservò che non era più il caso... oramai... II più vecchio, una faccia di malaugurio [...]

[...] che vi faceva morire prima del tempo, com'è vero Dio, s'era messo già a confortare la famiglia, dicendo che sarebbe stato inutile anche prima, con [...]

[...] disteso nel letto, trafelato. Non aggiunse altro, per allora. Stette zitto a lasciarli finire di discorrere. Soltanto voleva sapere s'era venuto [...]

[...] il momento di pensare ai casi suoi. Non c'era più da scherzare adesso! Aveva tanti interessi gravi da lasciare sistemati... — Taci! taci! — borbottò [...]

[...] risposta che gli dovevano, infine. Non c'era da scherzare! — No, no... C'è tempo. Simili malattie durano anni e anni... Però... certo [...]

[...] fatto il signor duca e tutti quanti, al vedere che lui aveva la pelle dura. Era arrivato ad affezionarsi ai suoi malanni, li ascoltava, li [...]

[...] , 314 mentre suo padre stava colla morte sul capo. Si rodeva dentro, a misura che peggiorava; il sangue era diventato tutto un veleno; ostinavasi [...]

[...] s'apparecchiò a morire da buon cristiano. Isabella era venuta subito a tenergli compagnia. Egli fece forza coi gomiti, e si rizzò a sedere sul letto [...]

[...] . — Senti, — le disse, — ascolta... Era turbato in viso, ma parlava calmo. Teneva gli occhi fissi sulla figliuola, e accennava col capo. Essa gli [...]

[...] voce gli si era intenerita anch'essa, gli occhi, tristi, s'erano fatti più dolci, e qualcosa gli tremava sulle labbra. — Ti ho voluto bene... anch'io [...]

[...] il suo segreto. E lui allora sentì di tornare Motta, com'essa era Trao, diffidente, ostile, di un'altra pasta. Allentò le braccia, e non aggiunse [...]

[...] rapidamente. Il servitore che gli avevano messo a dormire nella stanza accanto l'udì agitarsi e smaniare prima dell'alba. Ma siccome era avvezzo a [...]

[...] che c'era. — Mia figlia! — borbottò don Gesualdo con una voce che non sembrava più la sua. — Chiamatemi mia figlia! — Ah, sissignore. Ora vado a [...]

[...] lume in mano, pensando se era meglio aspettare un po', o scendere subito a svegliare la padrona e mettere la casa sottosopra. Don Gesualdo intanto [...]

[...] ! L'altro scosse il capo, come a chiedere che c'era di nuovo, e don Leopoldo fece segno che il vecchio se n'era andato, grazie a Dio. — Ah... così... alla [...]

[...] notte giorno, e non si sapeva come pigliarlo, e non era contento mai. — Pazienza servire quelli che realmente son nati meglio di noi... Basta, dei [...]

Fucini Renato
Le veglie di Neri. Paesi e figure della campagna toscana.
28 1882 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 197 occorrenze

[...] contare i travicelli e a osservare S'egli eran pari o callo, e s'eran sodi, Se v'era dentro tarli, o buchi, o chiodi. Il Fucini, di vicino a [...]

[...] esser pronti la mattina dopo ad aprire la caccia, era subentrata una profonda tristezza, alimentata forse dalla scena mestissima d'un tramonto di [...]

[...] per me in quel momento l'aspetto di tristissime cose. E mi sentivo stringere il core, e quasi avrei pianto senza saperne il perchè. Il caldo era [...]

[...] soffocante e non dava respiro nonostante una leggiera brezza di marino che su la sera si era alzata languida languida e che, insieme con qualche [...]

[...] .... Lì,... guardi.... lì era quel demonio.... e m'impostò lo schioppo, e rideva! e il pinsacchio restò a lui.... ma non lo mangiò!..." "Come! E un [...]

[...] quest'assassino, lo veniva a conoscere se dentro a queste costole c'era qualcosa.... E ora mi chiamano il Matto!" "Ah! sei il Matto delle [...]

[...] .... "Ah!... lei non l'ha conosciuta di certo, ma non importa. Era bionda e si chiamava Stella, ma le stelle eran meno belle di lei. Cantava [...]

[...] , ma mi chiusi tutto nel core, perchè ormai non c'era rimedio, e lei, poverina! che non ci aveva che fare, era più disgraziata di me e non gli [...]

[...] quella maniera!... Sapevo che lui se n'era anche vantato e m'era stato perfino fatto sapere che mi voleva far cavare il sonetto!... Ma io li [...]

[...] levò il pinsacchio s'era nel folto, e io non avevo visto lui nè lui aveva visto me. Gli si tirò quasi insieme; io un batter d'occhio prima di [...]

[...] come cantava lei." "Ma io non sento nulla." Stette un po' in orecchio, e: "Ha ragione; m'era parso." Io che mi struggevo di sentirlo dell'altro [...]

[...] , mi mandava a chiamare perchè ci discorressi. E il giorno che gli ripresi il su' figliolo minore che era cascato nel pollino, cominciò a piangere [...]

[...] , si dileguò come un fantasma tra i ciuffi di vetrice e la nebbia che s'era fatta foltissima, mentre una lieve folata di vento mi portò [...]

[...] l'ali del vento. * ** Circa due mesi dopo, tornando in padule, domandai alla solita guardia: "O il Matto?" "Glielo dicevo che era un mezzo [...]

[...] d'Arno, mentre era per buttarsi nell'acqua e traversare il fiume a guado. "Lo prenderei tanto volentieri," risposi, "perchè dopo esser così festoso [...]

[...] quando lo trovai era più lercio del fruciandolo del forno; ma se poi questo nome non vi garbasse...." "E allora si chiamerà Pillacchera anco noi [...]

[...] prendere un cane, dissero loro, era meglio prenderlo da caccia. La massaja poi era implacabile. Con quella dozzina di carciofi attraverso [...]

[...] all'anima, diceva che 28 cani a quella maniera non n'aveva ma' visti; ma sopra tutto poi quel pelo lungo che gli nascondeva affatto gli occhi, era per [...]

[...] sospettosi, serrandosi l'uno addosso all'altro, perchè ormai, col calar della sera, s'era fortemente insinuato nell'animo di tutti il dubbio [...]

[...] dire il rosario. In un momento di silenzio, Pillacchera, che 29 s'era rintanato sotto la madia, stimolato dalla fame, esci di là sotto adagio [...]

[...] motivo al padrone di licenziarli dal podere ed alla massaja di convincersi 31 sempre più che il Diavolo in forma di cane era stato in casa sua [...]

[...] Colonnello. "La casa....." Dieci minuti dopo erano già arrivati. Il Colonnello tirò fuori il portafogli perchè era impaziente di ricompensare [...]

[...] , così diceva lui, quelle buone creature; saltò dal legno e tutto lieto corse incontro alla massaja che era comparsa arcigna su la porta. Dopo [...]

[...] immobile e taciturno era rimasto a guardarla con le braccia incrociate sul petto. Pasquale che aveva osservato attento quella scena scacciando le [...]

[...] ramarro, verde come le foglie del fico salvatico sul quale si era arrampicato per cercare gli ultimi raggi del sole cadente, vibrando la lingua [...]

[...] fruscìo che sentì tra le foglie a pochi passi da lei e credè ritrovata la sua capretta. Il ramarro, spaventato dal movimento di Lucia, s'era [...]

[...] lasciato cadere dal ramo del fico salvatico, e, strisciando come una saetta, era corso a refugiarsi nel cavo d'una ceppa di castagno. Raccolse il [...]

[...] fiore e se lo accomodò più forte tra i capelli. A Lucia era caro quel fiore come tutti gli altri che ogni mattina coglieva per adornarsene il capo [...]

[...] : "Bianchina, Bianchina bella, Bianchina mia" corse, corse affannata verso il cespuglio dal quale era partito il belato, e, ficcandosi smaniosa tra i suoi [...]

[...] il ruvido Togno scaltramente aveva imitato, ed era corsa.... ed era corsa, povera Lucia! lieta e sicura come l'usignolo innocente corre [...]

[...] ; rifece la traversa all'erpice vecchio e fino al tocco dopo la mezzanotte rimase a frescheggiare su l'aja, cantando a gola spiegata. Era uno [...]

[...] sgarbate carezze dei monelli di casa e alle linguate di Toppa, che non era tanto per saltare addosso al padrone e al muso della cavalla. Ma quella [...]

[...] dal maniscalco nè fare un minuto.... O non l'ha detto tante volte anche lui? Ma stesera, no! E lì a dire che non era vero nulla; e io a lasciarlo [...]

[...] dalla quale doveva comparire il marito. Era quasi un par di minuti che la zuppiera mandava la sua nuvola di fumo appetitoso ad investire il lume [...]

[...] scodello, perchè, se no, questi taglierini mi diventano un pastone." Il sor Pasquale in quel momento era felice. S'era già alleggerito del misterioso [...]

[...] scendere a mangiare, contemplava attaccato nel suo scrittojo un ordinarissimo oriolo col cuculo che gli era stato appiccicato da un imbroglione [...]

[...] stritolarsi in mezzo alla stanza, accompagnato da una sonora risata del sor Pasquale che due sere innanzi, alla stessa ora precisa, s'era mezzo [...]

[...] della sora Flaminia erano anche 52 troppo giustificati, perchè dai tre mercati ai quali era stato in quell'anno, non era mai tornato con le [...]

[...] . Avrebbe voluto anche stare zitto, e questa era la cosa più importante, ma anche quello non gli riuscì e: "Ragazzi, ci manca poco!" disse non [...]

[...] gli altri. "A nulla!" disse un'altra volta il sor Pasquale; quando, cavato fuori l'oriolo sotto la tavola, sentì rintuzzarsi il dolore che gli era [...]

[...] aperte sulla spalliera della seggiola, rimase con la sua fresca bocca spalancata ripigliando a stento respiro. Il sor Pasquale era rimasto come [...]

[...] veniva di su d'accanto alla camera dov'era morto lo zio Nastasio, era entrato nelle loro teste già riquadrate dalle novelle di quella vecchia che [...]

[...] palèo che scaturiva di sotto la neve. Il contadin novo, che era venuto per parlare di stime morte, fu fatto passare in salotto e anche con lui il [...]

[...] 63 fra letto e poltrona qualche mese e dopo non fu più lui. Nella sua mente, insieme con altri generi di turbamento, era entrata una specie di [...]

[...] impareggiabile oriolo col cuculo che, sia detto fra parentesi, era riuscito una perla, in due anni si fermò due volte, e quelle due volte erano state [...]

[...] salute. 64 La primavera era inoltrata, e colle prime tepide brezze del maggio quella oppressione di respiro che lo tormentava, si aggravò tanto [...]

[...] l'avrebbe fatto. Ma la misura era presso a poco inutile, perchè il taciturno don Silvio, già da un par di settimane, passava quasi intere le [...]

[...] scusa si allontanò tutto contento in cerca della sora 65 Flaminia che era scesa a scaldargli una tazza di brodo, per dirle che Pasquale aveva [...]

[...] due minuti, l'oriolo di cima scala le aveva sonate, e il cuculo era rimasto in silenzio! La sera di poi quando la campana della parrocchia [...]

[...] punto, si fa così." Tirò fuori il roncolo, si chinò e ficcandolo nel terreno acquitrinoso del prato, levò un piccolo piallaccio sul quale era una [...]

[...] far digiuni. 75 "Gianni," disse finalmente il sor Alceste, che assorto ne' suoi pensieri non aveva visto la scena che era accaduta, "se ti vuoi [...]

[...] era già un chilometro distante, sempre a corsa dietro al cane, quando, non potendolo raggiungere, per fargli pagar cara la brutta figura che gli [...]

[...] il padre d'Alceste, tutto rannuvolato in viso, bussava alla porta del signor Cavaliere suo buon amico; ma la serva gli disse che era fuori [...]

[...] in una cassettina di truciolo il piallaccio colla fatta, era andato a consegnarla al procaccia insieme con una lettera, raccomandandogli di [...]

[...] depositare il tutto in proprie mani della persona alla quale era diretto, via tale, numero tale, secondo piano a destra; "Procaccia, mi raccomando [...]

[...] !" "Lei non dubiti." All'or di notte tutto il paese era al fatto dell'accaduto. La serva del Cavaliere l'aveva detto con segretezza, dalla finestra [...]

[...] bassa voce nella calzoleria del Nardini, che quella sera appunto era più zeppa del solito dei medesimi fannulloni freddolosi, seduti in giro al [...]

[...] quarto d'ora dopo non v'era anima viva, dallo zoppo di Lacchie al Sindaco, e da Melevizze al signor Piovano, che non s'occupasse seriamente della [...]

[...] naturale, s'erano agitate tante questioni zoologiche in canonica, dallo speziale e da Cencino tabaccajo, che ormai tutti erano stufi. Era stata [...]

[...] proprio un'annata senza risorse. Che altro era accaduto? Mah! poco o nulla: lo scandalo di que' villeggianti col su' figliolo che s'era messo colla [...]

[...] molti lasciaron perfino la briscola e il fiasco, perchè, secondo loro, l'affare era serio. In farmacia, dopo l'otto, v' eran già cose gravi e lo [...]

[...] divedere 78 anche il Piovano che al rumore che veniva di là dentro era sceso sul cimitero in ciabatte e colla pipa per ascoltar meglio e per domandar [...]

[...] la bottega. "Me l'ha fatta vedere prima di portarla al procaccia; e per me il Cavaliere ha ragione!... Che ne dice lei, maestro? Eppure c'era [...]

[...] anche lei!" Il maestro della banda era di parere contrario; ma non volendo compromettersi, badava a strisciare la groppa al gatto che gli era [...]

[...] rompo un barattolo nel muso!... Noe, noe! lasciami stare anche te, camorro sdentato!" Quest'ultima apostrofe era toccata alla sua moglie che lo [...]

[...] batteva le mani e urlava "bravo!" a squarciagola. E lo speziale, che era corso sull'uscio, gridava da sentirlo a un miglio di distanza: "C'è il [...]

[...] dopo cena...." "Che lei era anche un calunniatore me l'avevano detto...." "Ma lei signoria ora...." "Basta così! Della fiducia immeritatamente [...]

[...] il Nardini; ma era compatibile, perchè bisogna sapere che il Rapalli da due anni si scordava di dargli il Ceppo, e il povero postino l'avrebbe [...]

[...] infilato, tantopiù che da otto mesi, facendo il Rapalli all'amore con una di Certaldo, tutte le settimane c'era due o tre lettere che parevan processi [...]

[...] presero a parole ne' prati dell'Arzillo, tirò, dice, una schioppettata al su' cane, e prese invece un contadino che era a far l'erba in una fossa [...]

[...] monotona del paese era in quel giorno apparentemente la medesima, ma gli animi bollivano. Il segretario era ben visto da una gran parte della [...]

[...] popolazione per la sua bontà; il Cavaliere era nelle grazie dei più pei suoi quattrini. E i partiti s'erano definiti nettamente in questa occasione, e [...]

[...] si guardavano in cagnesco. Il procaccia s'era fermato davvero a bussare alla porta del Cavaliere, ed era già entrato quando Cencio tabaccajo, che [...]

[...] era sull'uscio a sbirciare, chiamò il Rapalli "Sor Rapalli, sor Rapalli." "Che c'è?" domandò il Rapalli che era occupatissimo a non far nulla [...]

[...] persiana, erano fuori per qualche loro faccenda straordinaria che non volevano dire a nessuno. Un gruppo abbastanza importante s'era radunato [...]

[...] davanti all'Appalto, dove Cencio s'era preso col Nardini, il quale sosteneva essere impossibile anche per un professore il decidere sulla provenienza [...]

[...] pol sapere di che bestia era questa famosa fatta?" Il Rapalli lo tirò da parte, e, accostatagli la bocca all'orecchio: "Zitto! Cencio," gli [...]

[...] disse, "mi raccomando, se no la prima fischiata è nostra.... Era di pollo!" LA PIPA DI BATONE. Lo scoppio d'una tempesta di grida e di tonfi sulla [...]

[...] tavola, che partiva da un gruppo di quattro allegri giovinotti, l'uno figlio di Batone e gli altri amici di casa, era la chiusa obbligatoria [...]

[...] dormiva che era un amore, e ora sentite che bella musica! e ninna e ninna e nanna...." E così canterellando si mise a cullare sulle ginocchia [...]

[...] era una delizia!" "Povero nonno! o com'è andata?" domandò anche la Carlotta sospendendo la sua ninna-nanna. "Com'è andata! È andata che se vi [...]

[...] -nanna era cessata, ed al rumore di pochi momenti fa era succeduto un profondo silenzio. I quattro giovani si guardavano fra loro, guardavano il [...]

[...] la bambina nella culla si era accostata al camino per mettere una palettata di fuoco nello scaldino, sentendo le ultime parole del vecchio [...]

[...] sgomenta, e fissando lo sguardo 100 sopra una seggiola disoccupata che era rimasta in un canto della stanza, parlò: "L'Agnese voi altri l'avete [...]

[...] conosciuta tutti. " "Se l'abbiamo conosciuta!" "Era una bona creatura; ma si vede che era nata sotto cattiva luna. E su' primi tempi era stata [...]

[...] vendere e la bottega sempre piena, perchè ferrava che, come lui, bisognava girare dimolte miglia eppoi fermarsi lì. E che bella sposa s'era fatta [...]

[...] !" "Bella!" disse Togno. "E che belle creature che aveva!" osservò la Carlotta. "Povera figliola! era destinato che non se le dovesse godere [...]

[...] carta anche una lettera, la bolla gliela 101 portò via come uno ruberebbe la pisside di sull'altare." Una zanzara s'era posata sulla fronte della [...]

[...] voltò anche Batone, e dopo aver dato un'occhiata alla solita seggiola: "Era una serata come questa," proseguì. "Eccola laggiù! mi par d'averla [...]

[...] vento! un'acqua! un bujo!... Lei era lì in quel cantuccio su quella seggiola laggiù colla spalliera troncata, che fra uno sbadiglio e I'altro [...]

[...] rio per vedere se mi riesce buscare un par di paoli.... — Allora c'era i paoli. "S'alzò, povera donna, prese la bilancia, si messe a riguardarla [...]

[...] , e quando io che m'ero appisolato qui nel canto mi svegliai e sentii sonare la mezzanotte, lei era sempre lì che taroccava perchè la rete era [...]

[...] era troppo ghiaccia. Per un momento mi sentii tutto come rattrappito dal granchio e almanaccavo di qua e di là, tanto per tenermi a galla, ma [...]

[...] faccia del vecchio. Nel calore del racconto, Batone si era alzato dalla sua panca e, ritto nel fondo del camino, sulla cui parete affumicata [...]

[...] forza avevo lavoravo per staccarmela, ma non c'era verso: la staccavo da una parte e mi si riattaccava da, quell'altra; mi levava l'unghie dalla [...]

[...] ultimo sforzo per liberarmi da quelle tanaglie.... Angioli del paradiso! sento le braccia di quella creatura che m' abbandonano cionche.... "Era [...]

[...] petto, l'agguanto, era un vergone di vetrice della ripa. Comincio a tirarmi su con quel po' di fiato che mi dava la disperazione, quando mi vedo [...]

[...] rammulinare d'intorno un ciuffo di capelli. Dio onnipotente! era lei, lì, a fior d'acqua, accanto a me! Agguantarla, rammucchiare quel po' di [...]

[...] , chè avevan ritrovato tutto sul puntone, e mi dissero che era viva anche lei." "Ah! ma dunque?..." "Era viva anche lei, povera Agnese!..." "Agnese [...]

[...] della cappa. In questo tempo la Carlotta, dietro un cenno di Cencio, s'era alzata camminando in punta di piedi, e dopo aver messo sulla tavola [...]

[...] sei bicchieri e un fiasco di vino, era ritornata al suo posto. Batone la guardò, e: "Carlotta, accendimi il lume; voglio andare a letto." "No, no [...]

[...] , se no ci fate torto." E gli si accostarono porgendogli ognuno il proprio bicchiere colmo. Batone non voleva parere, ma era commosso, e ricusò [...]

[...] ricordi non importa, fece un tempo da diavoli. A guardare la montagna poi, era uno spavento; e anche di quaggiù si sentiva la romba della bufera [...]

[...] malanno. Ma non lo sente che lavoro è questo?" Infatti si durava fatica a star ritti, tanta era la forza del vento gelato che, avendogli voltato [...]

[...] rimasi un momento a guardare impensierito quei poveri diavoli. Quella era di certo una delle tante famiglie che nell'inverno emigrano dalla [...]

[...] sfondati e senza legacciolo. Questo piccolo disgraziato, a forza di rasciugarsi il moccio e le lacrime con la manica della giacchetta, se l'era ridotta [...]

[...] Gioconda era l'idolo di tutti, perehè anche le sue compagne, buttato da parte ogni piccolo sentimento d'invidia, se la guardavano compiacendosene e [...]

[...] le volevano bene. La stanza del suo telajo situata a terreno dava sulla via; lì era il ritrovo favorito delle sue liete vicine, e fra i discorsi [...]

[...] fuoco dei giovanotti che l'aspettavano sparsi qua e là in piccoli gruppi lungo la via. E fra quei giovanotti c'era anche Maso, ravviato, lindo [...]

[...] seguente, dovendosi festeggiare appunto il giorno dipoi, nella pievanía, la festa del titolare, il beato San Remigio martire. La conversazione era stata [...]

[...] compiacque assicurare l'uditorio che era maschio. E: "Ditemi, Silvestro; in che consisterebbe la bravura di questo animale?" I priori e i [...]

[...] d'orrore, al quale corrisposero gli altri preti dando un'occhiata in cagnesco alla bottega di Ciuciante, il quale era dentro a lavorare, e la cui ombra [...]

[...] Perzillo, il tenditore del Palazzi, che era laggiù in fondo dalla piletta. Ora fa lo stesso garbo a Tentoni. E il Tentoni ? Ha scosso il capo [...]

[...] ! troncherete ogni cosa.... E ora! Uh! pover'a noi! pover'a noi! pover'a noi!" * ** Era passata una ventina di minuti dopo lo zampone, e l'arrosto non [...]

[...] bellissime,... ma l'arrosto non veniva. Il Piovano non era soltanto impaziente pel ritardo, ma siccome gli era parso d'aver sentito poco avanti un [...]

[...] contare i monti de' sassi,... sarebbe l'ingegnere? Mi domandò se c'era più stato, e io gli dissi di no. Se vole che gli affrittelli dell'ova, si fa in [...]

[...] breve, dice che que' ragazzi si volevano sposare a tutti i costi, e non c'era, dice, neanche tanto da comprare le panchette del letto. Allora lui [...]

[...] , si direbbe il giovanotto, che non s'era ma' mosso da casa, perchè pare che avesse poca salute, fece un cor risoluto, s'attruppò con de' pecorai [...]

[...] di cacio sopra un foglio giallo, un bicchiere e un fiasco di vino, e sedè di nuovo di faccia a me domandandomi dove s'era rimasti. "Alla lettera [...]

[...] era fiero; che la Maremma, grazie a Dio, gli era andata bene, e che intanto gli mandava una ventina di lire per le prime spese. Eppoi tant'altre [...]

[...] l'aspettavano a gloria, e che la ragazza era addirittura fuor di pericolo." "Eppoi?" "Eppoi, per fare il discorso breve, la ragazza cominciò a [...]

[...] ricorda che l'altra volta ci rise tanto e mi disse che era pieno di spropositi?" "Ah! sì, sì." "Aveva ragione, sa? Un giorno il figliuolo [...]

[...] sbaglio c'era sicuro perchè dice che ci mancava l'i dove ci diceva generi.... Di che ride?" "Io?!" "Credevo.... sa, a volte.... Dunque anche lei [...]

[...] . PANE VINO LIGORI E CAFFÈ D'ALTRI GIENERI. "Non torce un pelo!" Era passata una ventina di minuti quando in fondo alla strada comparve un cane [...]

[...] ." Gian Luca era diventato bianco come un panno lavato. S'alzò vacillando e, appoggiandosi al braccio dell'amico, s' avviò incontro al su' giovinotto [...]

[...] , era sparito in un batter d'occhio su pei viottoli della poggiata, distruggendo così le previsioni amorose con tanta cura studiate da que' poveri [...]

[...] vergate degli uomini, i quali, sgomenti dell'accaduto, senza sapere che nella bottega v'era un boccone preparato anche per loro, tirarono innanzi [...]

[...] giovane, scappò con una donnaccia e finì per le prigioni dopo avergli lasciato un nipotino che era la sua consolazione. Ma anche quello il Signore [...]

[...] sua fine pietosa. Aveva già cominciato a menarlo con sè a spezzare, perchè era un ragazzetto che per la fatica prometteva dimolto, quando un [...]

[...] tutti non fecero altro che dire peccato, perchè delle creature belle in quella maniera non era tanto facile vederne. Finito il racconto, rimane [...]

[...] aveva fatto qualche tozzo di pane, verso il mezzogiorno glielo portava dove era a spezzare e si fermava lì a tenergli un po' di compagnia, e [...]

[...] fosse vero che era tanto più grande delle padulette del Poggio a Cajano. Mi additarono quindi gli Appennini sui quali Pipetta era nato, e giù in [...]

[...] nelle sue che tremavano, mi confessò che era innamorato di Fiorella, e mi domandò se avrebbe fatto bene a sposarla. "Se ti senti la volontà e la [...]

[...] ." Pipetta si allontanò frettoloso ed io andai verso la ragazza. La trovai che piangeva; ma questa volta il suo pianto era diverso da quello [...]

[...] viottoli della montagna. Quando arrivammo al molino, Pipetta non c'era, perchè era corso, mi dissero, dal priore con un foglio in mano che poco [...]

[...] fa era stato portato da un donzello del comune, il quale aveva detto qualche cosa di coscrizione. Fiorella si riebbe dopo poco e si mostrò assai [...]

[...] , che mi dette il buon giorno sorridendo mestamente. Mi raccontò che Pipetta era di leva e che fra quattro giorni sarebbe andato a Samminiato [...]

[...] grande attenzione; parve grata alle mie parole e mi pregò di accettare una ricotta fatta quella mattina da lei, perchè Pipetta non era bastato per [...]

[...] sera, poche ore dopo il mio ritorno, ero già in sella che galoppavo verso il monte. Quando passai davanti alla casa del dottore era alla finestra [...]

[...] caro, mi riuscì sapere quello che era accaduto durante la mia assenza. Il giovanotto andò alla visita, fu trovato bonissimo, e il giorno dopo era [...]

[...] contro e s'avventò a Pipetta urlando come una disperata — Ammazzatelo! ammazzatelo! — che se, per combinazione, non c'era lì Fiorancino che mi dette [...]

[...] . Quintilio, per il solito, a quell'ora aveva già aperto e spazzato la bottega; Graziano era già comparso in maniche di camicia ad attaccare fuor [...]

[...] . Ma jeri, che era domenica, ci entrò finalmente di mezzo il Priore, e le cose furono appianate con soddisfazione di tutti. Pierone dette parola a [...]

[...] avvinati che era un desío a vederli, si messero accanto a berciare come calandre per mostrare a San Vitale martire, protettore della cura, la [...]

[...] giovedì passato tirò una pedata, pezzo di figuro, al su' vecchio, perchè quel pover'omo s'era azzardato a dirgli che mettesse giudizio! "Basta. Anche [...]

[...] risaputo 207 l'affare, non mancarono di comparire verso l'un'ora coi loro arnesi musicali; anzi l'orchestra era più numerosa del solito, perchè per la [...]

[...] sempre nel periodo della tenerezza: e giù, baci a josa e strizzoni e carezze e pizzicotti e risate da strapparsi la pancia. E la festa non era [...]

[...] soltanto dentro, perchè con l'uscio di strada aperto s'era fermato lì davanti un capannello di gente del vicinato e di contadini, sulle cui facce [...]

[...] costrinsero a seguirli. Cecco che era stato tanto allegro alla veglia, per la strada si cambiò a un tratto, non fece più una parola e andò avanti solo [...]

[...] , stanca era andata a letto prestissimo, e quando giunsero i sonatori sotto la finestra della sua camera, dormiva. E forse sognava la sua [...]

[...] finalmente toccò a Cecco a cantare. Rimase qualche momento col capo basso a pensare, alzò dopo gli occhi al vaso di giranio che era sulla [...]

[...] , speranza cara, La croce avanti e noi dentr'alla bara. 211 Gli applausi furono pochi e stanchi, perchè se il rispetto era molto piaciuto, altrettanto [...]

[...] , nessuno fu buono d'afferrarla. Allora accadde una specie di ruffa e si buttarono tutti, fra manate e spintoni, a cercare la foglia che era caduta per [...]

[...] lampo d'un coltello. "Ah! Cane vigliacco! Chi è stato l'assassino che ha tirato fòri il coltello?!" 212 "Nessuno!" gridò subito Cecco. "Era [...]

[...] l'anello, era l'anello!" E alzò all'aria la destra, nel cui indice luccicava un largo anello d'argento. Pierone rimesse in tasca il coltello e si [...]

[...] era andato sempre avanti nella fiducia di poter placare il suo nemico; ma 214 quando gli fu a una diecina di passi, Pierone gli si avventò [...]

[...] stomaco; ma non c'era riparo e ad ogni scarica si sentiva toccato come dal fuoco ora nelle mani, ora nelle braccia, dove il coltello di quel [...]

[...] , anche lei! e per la su' famiglia, quando c'è da mettere in carta qualche cosa, se non ci fosse lei non saprebbero da che parte rifarsi. Prima c'era [...]

[...] non lo 221 voglion mai rimandare. È dimolto bravo quel ragazzo! E quando c'era lui, anche il Cappellano alla su' tesa, col su' ajuto [...]

[...] rispettosamente e domandandomi se m'occorreva servitù. "Non mette male!" dissi dandomi una fregatina di mani. Era tanto che mi struggevo di passare una [...]

[...] ! Ha fatto bene, sa, a venire. Era tanto che lo dicevano e che l'aspettavano! Stanno tutti bene a Firenze? Guardi: passi qui dentro e s'accomodi [...]

[...] perchè era andato su in camera a ripulirsi un poco. "Oh! ma le pare.... Dio mio! signor Cosimo." 225 "O bravo, bravo, bravo! Ma che stagione eh? Senta [...]

[...] portate da rinfrescarsi a questo signore." E al bambino che era ritornato dietro al servitore: "E lei vada subito a lavarsi il muso e si pulisca [...]

[...] giorno d'oggi, alle dieci n'avevo presi cinquantasei! e stamani.... dianzi me ne son venuto all'otto per la messa, s'era preso tre uccellucci e [...]

[...] ," disse don Paolo che era sull'uscio per andarsene. "A che ora si mangia, Flavia, a mezzogiorno?" La signora Flavia, moglie del mio ospite [...]

[...] la misericordia di Dio, perchè.... Ma lo interruppe la signora Flavia per domandarmi se nella roba del mio vestito c'era cotone. Tenni dentro una [...]

[...] .... poi se ne parlerà." E rivolgendosi di nuovo a me: "Perchè se la Francia...." Ed era per riattaccare su Tunisi quando si vide aprire la porta [...]

[...] altro scalino," ora "abbassi il capo," e mostrandosi finalmente più meravigliato di me di quella bellezza la quale non era altro che una stanza [...]

[...] fece girar tutto: salotto da pranzo, stanza da stirare, cucina, forno, dispensa, armadi a muro.... Eppoi la scala nuova che prima era dove ora è la [...]

[...] coppaja; eppoi lo scrittojo che il su' fratello prete lo voleva fare dove ci levarono la stalla ma che 237 c'era umido.... Eppoi su al primo [...]

[...] piano dove mi fece entrare di sorpresa nella camera della sora Olimpia che era allo specchio a provarsi la mantiglia color pulce. E via, tutte le [...]

[...] esclamazione, mi tessè sul tamburo il panegirico del sor Angiolo, il quale era, nientemeno che il fratello dell'arciprete Dòdoli e nipote del [...]

[...] benemerito signor canonico Sinigaglia, che era venuto con lui quando Monsignore lo mandò a fare i saldi alla fattoria delle Monache!!... "Ha capito [...]

[...] razza di talento è quello.... E qui, vede? prima c'era un uscio che metteva nel granajo; ma si fece chiudere per via de' topi. Poi gli farò vedere [...]

[...] sor Cosimo che s'era messo in prima linea a sinistra per non restare 240 invisibile dietro all'altar maggiore; intorno all'altare, i preti [...]

[...] , m'ebbe lasciato sotto il porticato della chiesa, mi dette nell'occhio un uomo decentemente vestito, la cui fisonomia non m'era punto nuova; e [...]

[...] divoratore dove era scritto appetito divoratrice. Lo Stelloni lo compatì benignamente finchè la questione rimase dubbia; ma quando fu accertato che [...]

[...] gingilli come il solito e s'è finito." Si segnò e recitò il benedicite. 252 Il bambino che appena entrato in salotto era rimasto a bocca aperta [...]

[...] pensiero che ancora non s'era a nulla! Infatti cominciò subito la succulenta dinastia degli umidi. Sette ne comparvero! Due di pollo; uno di [...]

[...] ! Quello bisognò prenderlo perchè era col cavol fiore, una primizia! quell'altro perchè se no si sarebbe guastata la relazione; questo perchè è [...]

[...] sudore che mi colava a gore giù per le gote!... E il sor Cosimo sempre più feroce m'assaliva con una cucchiajata d'erba perchè era roba leggiera [...]

[...] impunemente la bocca, ma non lo trovava. Su c'era il soffitto dipinto; giù la stoja nova; di faccia le donne che s'eran buttate il tovagliolo in capo [...]

[...] anche i miei vincitori avessero poco da cantar vittoria. Era uno sbracalío generale di calzoni, di panciotti, e di fascette; sbuffate da tutte le [...]

[...] parti e ceffi infiammati e occhi rossi, tranne la signorina Olimpia che vivendo tutta 259 di spirito s'era mantenuta inalterata posando sempre in [...]

[...] prestarmi in ajuto; ma il sor Cosimo mi trattenne dicendomi con aria mista di dolore e d'umiliazione che non mi spaventassi perchè era cosa [...]

[...] compassionevole stato di prigioniero, era una giornata incantevole. E da due ore invidiavo i fringuelli del paretajo che si sentivano nel poggio di [...]

[...] . Il signor Cosimo si allontanò dicendomi che tornava subito. La signora Flavia corse dietro a Gostino che era venuto a chiedergli le chiavi della [...]

[...] legnaja; il ragazzo s'era addormentato attraverso 262 a due seggiole, e la signora Olimpia pure mi lasciò frettolosamente dicendomi che una forte [...]

[...] , meno don Paolo, tornarono di corsa nella stanza annunziandomi che c'era que' signori al cancello dell'orto e che bisognava andargli incontro [...]

[...] aveva già messi in casa per paura delle brinate. Il suo Cappellano mi disse che lui non era agrario, perchè limoni nell'orto non ce n'avevan mai [...]

[...] tenuti; e lo Stelloni mi fece anche sapere che qualche anno fa andava molto a caccia; ma ora s'era fatto astemio, un po' perchè le gambe non gli [...]

[...] dicevano più il vero e un po' perchè il su' cane più bravo era rimasto alienato nella vista degli occhi, pare, dal grand'umido preso in padule [...]

[...] ," osservò il Segretario, "che ora l'appalto lo troverebbe chiuso." "Gliela do io, e la scrive ora quando si torna a casa," mi disse il sor Cosimo. Era [...]

[...] inutile! Dirgli che avevo un appuntamento col medico era lo stesso che tirare uno schiaffo ai padroni di casa. "Andiamo alla tesa. Ma se non [...]

[...] rinforzato, perchè s'era fatto tardi. Nell'attraversare la piazza, in mezzo al gruppo dei miei ricattatori, avendo a braccetto la signora Olimpia [...]

[...] , stando sempre a guardarmi dopo che era finito ogni cosa, mi videro sfilare con gli altri in canonica dove il Piovano volle per forza, se no se [...]

[...] una di quelle risate capaci di rimettere a nuovo un cristiano. Era l'autografo del sonetto di quando vestirono abate il figliolo del Calamai [...]

Verga, Giovanni
Una peccatrice
10 1866 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, a cura di Daria Motta - Interlinea edizioni 119 occorrenze

[...] , sorpresi di vederci fermati sì bruscamente, domandammo che c'era. – Un morto: – fu la risposta laconica del cocchiere. Un convoglio funebre [...]

[...] attraversava lentamente lo stradone; esso era semplicissimo: un prete, un sagrestano che portava la croce, un ragazzo che recava 3 l'acqua benedetta [...]

[...] , e tre o quattro pescatori; il feretro, coperto di raso bianco e velato di nero, era portato da quattro domestici abbrunati, e una carrozza [...]

[...] chi era morto ad un domestico in lutto che seguiva, anch'egli a piedi, il convoglio, e ci fu risposto: la contessa di Prato. – Ella! – esclamammo [...]

[...] contessa!... Anche Brusio era uno dei nostri compagni d'Università, buon giovanotto, alquanto discolo; ma, per quanto ci torturassimo il cervello, non [...]

[...] equipaggio, faceva voltare tante teste. Lo ripeto: giammai la morte ci era sembrata più imponente e più possibile nello stesso tempo prima d'allora [...]

[...] che Pietro me ne dia prima il permesso. Addio. 6 Tre mesi dopo rividi Angiolini al Caffè di Sicilia. Gli domandai di Brusio: era ritornato [...]

[...] drammi al teatro di Siracusa, dei quali si era parlato il giorno dopo soltanto, o non si era parlato affatto) allo scoraggiamento massimo, alla [...]

[...] , cogli accenti più deliranti di non lasciarla sì tosto, di non lasciarla in collera, poichè s'era accorta ch'io avevo sospetto di quello che dovevo [...]

[...] giorni dopo, a caso, in una festa da ballo, seppi, da uno di quegli amici che s'incontrano dappertutto, che da tre giorni egli era in relazione con [...]

[...] c'è da scherzare. La signora Brusio, ch'era entrata con Raimondo nello stanzino di suo figlio, e si era appoggiata, con quell'atteggiamento [...]

[...] agli alberi, che illuminavano i viali. Era una di quelle sere incantate che si passano su queste spiaggie del Mediterraneo, in cui lo specchio [...]

[...] avrebbe fatto invidia ad una guastatore, e vestito con ricercatezza alquanto leccata. Dall'altro lato era accompagnata da un signore di mezza età [...]

[...] , poichè non poteva giustificarla. Ritornando per lo stesso viale la cercò invano cogli occhi da lungi... Giunse in capo al viale, era deserto [...]

[...] inchinarsi come un giunco sul collo sottile e ben modellato; era partita... Che voleva egli? Che cercava da quella donna, di cui il lusso, il [...]

[...] corteggio, l'adulazione era l'atmosfera in cui viveva; che gli uomini più ricchi, più eleganti, più nobili si fermavano ad ammirare, senza che [...]

[...] esitare un momento, e proseguì a camminare sin fuori Porta Garibaldi. La notte era magnifica, Pietro sedette sul sedile di pietra circolare che [...]

[...] abitazione. La signora Brusio, coll'occhio della madre, osservò che il suo Pietro, quella sera, era più pallido e distratto del solito; e che, invece di [...]

[...] avesse creduto un momento a quel sogno e si fosse poi accorto ch'esso era troppo bello e insieme penoso per lui. – Perchè? – Perchè colei è [...]

[...] era delizioso colle sue ombre profumate di fior d'arancio. I due sedettero all'ombra, e quasi contemporaneamente alzarono gli occhi sui veroni [...]

[...] quale non poteva più vedere che la tenda abbassata. – Bella donna! – ripeteva egli di tempo in tempo, con un entusiasmo che era troppo allegro per [...]

[...] bella Piemontese; – aggiunse Brusio, forzando le labbra ad un sorriso. Essi furono accolti con festa dall'allegra brigata che era radunata nel [...]

[...] suo sorriso che si sforzava di rendere allegro mentre era amaro. Per andare a casa sua prese la strada che a lui parve la più corta, passando [...]

[...] cioè dal Rinazzo. Nella casa della contessa non c'era lume. Pietro si fermò a guardare in silenzio quei veroni oscuri, poscia chinò la testa [...]

[...] fumando stavano ad osservare le signore che scendevano dalle carrozze. La recita era cominciata da cinque minuti. I giovanotti erano entrati a [...]

[...] , nel suo gesto, nella sua attitudine, fin nel modo in cui parlava e sorrideva qualche volta con quei signori che le tenevano compagnia, c'era [...]

[...] . Prima di terminare la recita Brusio lasciò il suo posto e si recò sul corridoio. Il suo occhio era acceso e brillante; le sue gote [...]

[...] domestico a cercarlo al teatro, e ritornò dicendo che il teatro era chiuso da un pezzo, ma che sulla porta era avvenuta una rissa fra alcuni [...]

[...] sospetto che gli era balenato in mente mentre la signora Brusio si disperava per l'inusitata e straordinaria tardanza del figlio suo, e per la [...]

[...] non era il momento di parlare al suo amico: e sospirando tristamente, poichè allora soltanto scoperse lo spaventoso abisso del precipizio su cui [...]

[...] leggero andò ad origliare dietro la bussola della camera di sua madre, onde vedere se dormiva. La signora Brusio era ancora in piedi quando suo [...]

[...] suggerì anche che l'unico perdono che egli poteva desiderare nel suo pentimento era che sua madre riposasse. Ella si gettò sul letto, e finse di [...]

[...] fra i guanciali. 48 Pietro si ritirò in punta di piedi, come era venuto; e si rimise al verone. Colla fronte fra le mani, ed i gomiti [...]

[...] il letto era intatto, come era stato acconciato la sera innanzi. – Madre mia! – le disse il giovane prendendole una mano, in tuono di pentimento [...]

[...] poltroncina che la sua mano indolente tirava a se. Era un martirio spaventevole che s'imponeva senza saperlo; che l'attraeva però col fascino [...]

[...] che la corteggiavano si era rivolta verso quell'uomo, seduto sul marciapiede, che si sarebbe scambiato con un mucchio di cenci; ed il conte avea [...]

[...] di settembre, verso le due del mattino, Pietro aspettava da un pezzo la contessa che era andata alla serata del prefetto. Il 51 rumore di una [...]

[...] , annichilato, come se quella bellissima voce di donna avesse di un sol colpo reciso i muscoli più vitali del suo cuore. Il solo rumore che si udiva era [...]

[...] in un angolo il suo cappello: era annichilato. La stanchezza fisica e la morale l'avevano vinta fors'anche sulla sua disperazione; o almeno, in [...]

[...] rumori della strada che gli annunziavano che tutto non era morto o almeno in lutto come il suo cuore; odiando fin anche il pensiero di esser [...]

[...] disperata di calma, per convincersi che non era pazzo... poichè egli avea paura d'esserlo... poichè egli odiava ferocemente... Udì suonare nove [...]

[...] s'era notte davvero: era buio affatto; raccolse il cappello da terra e se lo calcò sul capo senza nemmeno aggiustarsi i capelli arruffati e [...]

[...] passo per la strada Stesicorea; ai Quattro Cantoni entrò alla Villa di Sicilia. Era la capitolazione del giovane di buona famiglia, che non osava [...]

[...] ove si ballava. Fingendo di dover comprare sigari domandò a colui che stava al banco se l'entrata al ballo era libera per tutti, pagando; colui [...]

[...] davano diritto all'entrata, passò nella sala da ballo. Era, come abbiamo accennato, una stanza assai grande, illuminata da lampade ad olio, con [...]

[...] acclamazioni i combattenti. 62 Brusio non era più uno straniero per loro, un signorino, ora che maneggiava sì bene il bastone. L'uomo [...]

[...] movimenti e nel sangue freddo inalterabile, che in lui era uno strano effetto della collera, con cui aggiustava i suoi colpi e parava quelli che [...]

[...] , in più grandi proporzioni, era almeno imminente, se non fosse entrato in quel punto il padrone dello stabilimento; il quale, 63 impassibile [...]

[...] sin'allora a quanto era avvenuto, dietro il suo banco della prima camera, accorreva dimostrando nel gesto e nella fisonomia l'importanza della [...]

[...] . Egli logorava la giovinezza del suo cuore e del suo corpo in questa vita febbrile, divorante, che s'era imposta; fuggiva lo sguardo della madre [...]

[...] dal fulmine, coll'occhio smarrito, col volto pallido e convulso: si era trovato faccia a faccia a Narcisa, che partiva dal Teatro, spaventata di [...]

[...] luccicavano come due carbonchi sul volto che sembrava una maschera di cera gialla. Ella si era stretta contro la parete, aggrappandosi al [...]

[...] braccio del conte, come per farsene schermo. Pietro aveva avuto uno sguardo, un solo, per lei; il coltello gli era caduto di mano; poi era fuggito [...]

[...] allorquando gli era parso che il suo cuore si fosse spezzato: – quali diritti ho io al suo amore, alla sua attenzione, fin'anche?... Io, Pietro [...]

[...] . L'aveva dimenticata? 70 No! Egli aveva tal forza perchè viveva per lei, con lei, in lei; perchè tutta la sua vita era ormai Narcisa. Egli [...]

[...] cuore nell'opera sua. Due mesi dopo aveva finito un dramma che rileggeva cogli occhi brillanti di sorriso; del quale era contento; che amava quasi [...]

[...] ; quand'egli si sentì più vicino a Narcisa, allora la cercò. La sua casa era deserta e le imposte dei veroni chiuse. La cercò inutilmente otto [...]

[...] l'espressione fredda, altiera e quasi severa era appena temperata dal contegno grazioso che gl'imponeva l'atto che andava a compiere. – Mi [...]

[...] (che era rimasto al suo fianco frapponendosi fra di lui e Narcisa) si allontanò. Pietro aveva veduto la contessa di Prato, alla quale il [...]

[...] ù... Ella cercò cogli occhi un'altra volta quello sguardo supplichevole e nello stesso tempo minaccioso: era scomparso. 77 – Oh! questo [...]

[...] . L'indomani infatti, alle 9 e mezzo, la contessa, che non si ricordava di essere entrata in teatro a tal ora, era in un palchetto di seconda [...]

[...] fila sul proscenio. Il sipario non era ancora alzato e la sala era affollatissima. La contessa recava in mano un magnifico mazzo di viole bianche [...]

[...] spettatori quando l'autore ha saputo scuotere tutte le corde dei cuori colla sua mano potente: era una di quelle opere spontanee, tutte di un sol getto [...]

[...] dramma parlava di lei, era scritto per lei, in tutte quelle sfumature di rimembranze che l'accennavano ad ogni passo... L'ufficiale, che avea [...]

[...] della scena che l'avea commossa dippiù, ella, coll'ispirazione improvvisa e adorabile della donna leggiera e capricciosa, s'era tolto dal dito [...]

[...] un nembo, quelle acclamazioni al suo nome; egli non badò più neanche ad un mazzo di viole bianche che gli era caduto ai piedi dal palchetto di [...]

[...] , dopo l'ultimo atto, approfittando del tempo in cui il conte era uscito per fare ordinare la carrozza dal jokey che aspettava sul corridoio [...]

[...] dell'occhialetto da recarle, nel momento che suo marito rientrava nel palchetto. Brusio era ritornato a sua casa agitatissimo, e passò la notte senza [...]

[...] appassire a furia di baci!... Ma ella non era sola!... quel giovane, quel soldato, sì giovane, sì bello, sì splendido! che le parlava sì da presso [...]

[...] ... che le sorrideva in quel modo!... Tutt'a un tratto i suoi diti incontrarono l'anello che era legato al mazzo; un dubbio atroce lo fece [...]

[...] titolo Conte di Prato in litografia, c'era scritto a mano: Prega il sig. Brusio di far trovare alle 8 due suoi amici al Caffè d'Europa. – Un duello [...]

[...] bellissimo carattere inglese era tracciato con mano incerta e vi lesse: «Signore, «Il conte l'ha sfidato. – Le condizioni di questo duello sono [...]

[...] lasciava travedere, che accennava anche quella lettera che parlava delle reminiscenze di Catania... poichè a quelle reminiscenze non si era data più [...]

[...] sentiva più vicino a Narcisa, la sirena che gli avrebbe fatto adorare l'inferno per mezzo delle sue seduzioni. All'alba era alzato e si [...]

[...] sembrò sorpreso, poichè era forse prevenuto dalla contessa di aspettarsi tutt'altro, e cominciò a misurare il terreno d'accordo cogli altri [...]

[...] ramoscello, che sorpassando il muro del giardino, a cui volgeva le spalle il conte, si stendeva sulla testa di quest'ultimo. Il conte (che si era [...]

[...] biglietto di Narcisa era semplicissimo: «Lascio questa casa perchè sento che è impossibile rimanere uniti più oltre – Sento troppo altamente i [...]

[...] , signor Treveri. Credo che basteranno». Era quanto vi ha di incisivo nell'ardire portato all'audacia, nella franchezza spinta fino al cinismo della [...]

[...] , che era discesa dal calesse, e le additò una scala a sinistra, della quale gli scalini di marmo era fiancheggiati di vasi di fiori. In fondo [...]

[...] . Nell'anticamera, ad un domestico che incontrò, la donna domandò se il signor Pietro Brusio era in casa. – Sì, signora; ma non è visibile, poichè [...]

[...] serra a cristalli, che occupava uno dei lati di una terrazza assai vasta, della quale s'era fatto un giardino pensile, sporgente su quella [...]

[...] più belle piante esotiche, circoscriveva come in una atmosfera separata dalla città clamorosa, il salotto ed il gabinetto da studio che vi era [...]

[...] foglie di quelle piante immobili nelle loro masse svariate. Il salotto era addobbato con lusso; ma quel pensiero tutto originale che avea disposto [...]

[...] ricco di dorature, di sete, di specchi e di profumi: fascino al quale forse ella era disposta. Poco dopo la tenda si aperse, e comparve un uomo [...]

[...] ; ma gli parve un peccato, come gli era sembrato lo stringerle, di sfiorare coi suoi labbri quella pelle rasata. Dopo un momento di silenzio la [...]

[...] mi amava in tal modo, e mi amava senza speranza... Poi non ci pensai più... – Poco tempo fa lo rividi in una festa: – riprese la contessa: – era [...]

[...] lo sollevò lentamente, con quell'abbandono inimitabile e seducente che le era particolare: e guardandolo sempre col suo sorriso da sirena gli [...]

[...] cozzo di due spade, e che inebbriano come un veleno. «Questa donna che vivea pei piaceri, della quale il lusso era il bisogno come l'aria è [...]

[...] ... come non m'era parso che si potrebbe amare giammai... «Quest'uomo, questo giovane ch'io non avevo distinto in mezzo alla folla che lo circondava [...]

[...] , che dovea farsi un avvenire, era impossibile seguitare a vivere così ritirato dal mondo, e che quest'avvenire gli imponeva qualche sacrifizio [...]

[...] , – mi rispose la mia cameriera, – ma è rientrato quasi subito nelle sue stanze. «Non era venuto almeno, come faceva ogni sera, a darmi il bacio [...]

[...] che quelle parole fossero simulate. «No! non era possibile in lui... nel mio Pietro!... il più nobile cuore ch'io abbia conosciuto: era il suo [...]

[...] bournous bianco sulle spalle, di cui il cappuccio era tirato sulla testa: aveva il corpo svelto ed elegante, l'andatura molle ed incantevole, il [...]

[...] quelle parole che mi facevano piangere di gioia una frase mi era rimasta fitta dolorosamente come una spina nel cuore: egli avea detto. Non [...]

[...] , che per comunicarcela l'un l'altro coi baci, non poteva sempre durare... non era stata che la luna di miele!... «Quando pensai al come vivere un [...]

[...] , quella sera, in mezzo a quella splendida folla, mi era sembrata odiosa. «L'indomani Pietro si rimise a studiare di lena, come non l'avevo mai [...]

[...] veduto lavorare. Io passavo i giorni nel suo gabinetto di studio, disegnando o sfogliando i fiori dei quali era sempre piena la giardiniera che [...]

[...] alla febbrile e quasi ebbra eccitazione che può scambiarsi coll'esaltazione della passione. «Un giorno era uscito prima ch'io fossi levata, e avea [...]

[...] mandato a dirmi che, invitato da alcuni amici, avrebbe desinato fuori. La sera non era ancora venuto a vedermi: verso le 9 feci attaccare [...]

[...] piccolo jokey a cercarlo; egli si alzò subito da un crocchio d'amici, fra i quali era seduto, e venne a mettersi in carrozza con me. «– Ti [...]

[...] continuare a passeggiare, mentre non avevo la forza di strascinarmi. Lo guardavo: era freddo, pensieroso, quasi cupo. 121 «Oh, Pietro [...]

[...] : «– È meglio forse che ci separiamo, Narcisa. 122 «Ebbi paura di lui. «Non potrei mai riprodurre tutto quello che vi era di lacerante in [...]

[...] parole;... se il suo cuore non fosse stato morto per me, egli non avrebbe potuto prendere quella risoluzione. «Era finita dunque per me [...]

[...] carta, dei quali alcuni lacerati; sul foglio che gli stava sotto la mano era scritta l'intestazione di una lettera e tre o quattro versi cancellati [...]

[...] provare, quale ormai m'era necessario per vivere, quale avrebbemi fatto dimenticare, almeno per un'ora, in un bacio, tutta l'estensione dell'immensa [...]

[...] che sembrano infondersi incancellabilmente 129 alla sua vista. Pietro volle dissuadermene, dicendo che la strada per giungervi era molto [...]

[...] ? «– Catania! – risposi colla voce ancora tremante. «Egli sentì forse tutto quanto vi era di passione e di rimembranze in quella parola; e lo [...]

[...] di lui. Sentivo quanto vi era di nobile sacrifizio in quella proposta; ciò ch'escludeva l'amore, ch'era quello che mi bisognava. «– Dov'è [...]

[...] nell'abisso che dovevamo traversare era buio profondo; e gli echi ne erano mugghianti; e gli sprazzi di spuma biancheggiavano come giganteschi fantasmi [...]

[...] nel mio petto: – grazia!... io sono molto vile!!... «Era orribile a vedersi l'angoscia disperata di quel volto energico, l'annichilamento [...]

[...] sudore. «Quest'addio che quel cuore mi dava era grande, era sublime, come l'amore di cui m'aveva amato. «Lo sollevai fra le mie braccia [...]

[...] . Giammai la donna amante avea sussultato di tale amore fra le braccia dell'uomo amato; giammai la sirena si era abbandonata più molle, più [...]

[...] donna ebbra anch'essa di questa voluttà che ispirava e che cercava, per formarne un fascino irresistibile, divorante. L'occhio di Pietro era [...]

[...] dover godere di più con quei suoni tratti da te... La sua pupilla era prodigiosamente dilatata; ma lo fissava ancora coi raggi più vivi del [...]

[...] rotto dall'anelito affannoso e soffocato della respirazione di lei. Ella si era alzata lentamente, come attratta da quel suono; cogli occhi come [...]

[...] affascinati da immagini che ella sola poteva vedere... E si era strascinata 141 barcollante, stendendo le mani tentoni, come se non vedesse più [...]

[...] sfuggire. La pelle del suo viso si era fatta arida, e le vene cominciavano ad iniettarsi di sangue. Pietro, stordito, spaventato, afferrò il [...]

[...] lineamenti, in cui l'occhio soltanto, colla sua larga e lucida fissazione faceva prevedere la morte. Era orribile a vedersi la rapida decomposizione di [...]

[...] 146 tensione della pupilla per lui; egli era come affascinato da quell'orribile spettacolo che impietrava le lagrime nel suo occhio ardente e [...]

Fucini Renato
Napoli a occhio nudo. Lettere ad un amico
3 1878 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 114 occorrenze

[...] , vidi il nostro caro Enrico che m'era venuto incontro alla stazione. Cascammo l'uno nelle braccia dell'altro come due feriti al core; ci abbracciammo [...]

[...] migliaia e migliaia di cappelli e di teste umane. Che brio, che vita, che baraonda, amico mio, che maraviglioso disordine era quello per il nuovo e [...]

[...] . L'illusione mi fece credere ad un tratto fossero le ombre dei grandi evocate poco fa dal mio pensiero e mi voltai trepidante per salutarle.... Era una [...]

[...] aveva soltanto due mezze trombe di calzoni, che rette da spaghi gli coprivano le gambe dal ginocchio in giù: il resto della persona era nudo affatto [...]

[...] sempre attribuire. Un mezzo secolo addietro, quando l'Italia era da vero la terra del canto, la plebe di Napoli sarà stata per la musica tutto quello [...]

[...] che mi parve vedere attingere da quel pozzo. Spinto dalla curiosità, scesi e domandai. Il pozzo era quello della sorgente d'acqua ferruginosa, della [...]

[...] per il popolo non se ne parlava o, se se ne parlava, era data nelle mani di coloro che non volevano, che non sapevano, o ai quali veniva imposto di [...]

[...] manifestazioni dell'ingegno umano. Il vero ingegno, se rivolto alla luce delle scienze, era soffocato sotto la persecuzione; l'onestà sospetta e tenuta [...]

[...] fissava, il dolce rimprovero di Cristo a Pietro: amice, quare dubitasti? Per questa volta avevo avuto torto. La giornata non era riuscita degna della [...]

[...] caro il benefizio di quelli aerei. Il nuvolo dei parasiti ambulanti che ci ronzavano d'intorno, pigolando vigliaccamente l'eterno soldo, era anche [...]

[...] , se ci fosse piaciuto di far la gita a piedi, insaccammo finalmente nella sua carrozza che, del resto, era comoda e bella, e ci mettemmo in cammino [...]

[...] vista del mare e del paese divino che li circonda. Che sogno fantastico, che gioja dell'anima era quella! Io me la bevvi a larghi sorsi e mi trovai [...]

[...] securi voli, Cantando se ne gìano i rosignoli. I rosignoli mancavano; il resto c'era tutto. A quando a quando s'incontrano gruppi festosi di [...]

[...] . ? Mio padrone, gli risposi, purchè non si tenga offeso se per godermi questo sole, scendo subito e vado a cassetta. Non me lo permise. Era un [...]

[...] Francese e tanto basta, per capire che doveva essere una persona gentile; ma, del resto, non capiva nulla. Era biondo, era grasso ed era pallido! che [...]

[...] . ? Mi guardò di nuovo sorridendo, e per mostrarmi quanta parte prendeva al mio entusiasmo mi disse che quel sole era intollerabile, e dètte [...]

[...] , ? che gran signora era quella! ? Quando le si offriva un mazzo di fiori ci diceva grazie, e ci guardava ridendo. ? Corpo di settantamila cosacchi [...]

[...] fabbrica era stata da poco tempo rimodernata, inquantochè quel signore, del quale domandavo, era molto tempo che non ce stava chiù. Indispettito di [...]

[...] voci. Principale scopo della nostra gita era l'isola di Capri, alla quale ci eravamo proposti di andare, imbarcandoci sul piccolo piroscafo che da [...]

[...] Napoli fa le sue gite giornaliere toccando Sorrento. Ma il battello non venne. Era domenica e la fede puritana degl'Inglesi che formano sempre la [...]

[...] che se ne era letto e sentito dire, diventò per noi un inganno, appena messo il piede dentro alle sue mura, perchè Pompei è più bella, è più [...]

[...] attraente di tutto quello che ce ne era stato detto e di tutto quello che ci eravamo immaginati. I miei compagni guardavano e non muovevano labbro [...]

[...] . Guàrdati, m'era stato detto prima che venissi a Napoli, son luoghi pericolosi. Ed io mi guardai. Ora poi sono in grado di assicurarti che un pane [...]

[...] di scherzare! Entrai. Il suo palazzo consisteva in un'unica stanza, due scalini più bassa del terreno. L'impiantito era formato di terra umida e di [...]

[...] sudiciume; il buio, fuorchè in prossimità dell'uscio, che lasciava passare la scarsa luce colata dall'alto, era assoluto; il puzzo che sbucava di là [...]

[...] dentro non saprei dire di che fosse; era puzzo d'ogni cosa, e tanto acuto e tanto grave che durai fatica a vincere la nausea che mi buttava [...]

[...] , tanta era l'oscurità che regnava là dentro. Ne accesi uno ed allora potei scorgere tutto il lusso asiatico del palazzo, nel quale era capitato. Il [...]

[...] terreno era ingombro di lordure d'ogni genere; le pareti e il palco erano coperti di ragnateli e di una patina lucida e viscosa; la mobilia [...]

[...] , aspettando che quest'importuno avesse loro levato l'incomodo. M'impostai per dare una pedata a quella che m'era più vicina, ma la vecchia mandò un [...]

[...] vecchia, ? e stese verso di me un braccio mummificato. In tempo che mettevo mano a tasca, la volli osservare. Era cieca da un occhio; la carne del [...]

[...] suo viso e delle sue braccia era a squamme color del tabacco per una malattia della pelle; aveva una larga piaga in una gamba, che non le permetteva [...]

[...] suoi escrementi. L'amicizia delle talpe non era tutta disinteressata. Non credere, amico mio, che ti racconti novelle. Ti scrivo, è vero, dalla Magna [...]

[...] , perchè il tanfo e il caldo umido mandato dai corpi d'una moltitudine d'infelici che languivano là dentro, era insopportabile. Nel fondo d'uno di questi [...]

[...] quelle donne che l'assistevano v'era la levatrice, ma non intesero nemmeno il vocabolo. In un'altra stanza trovai un bambino di tre in quattro [...]

[...] che passassi. Il suo letto era una vecchia imposta d'uscio su due seggiole sconquassate. Finsi di non credere che essa dormisse lì sopra e intanto [...]

[...] raccattando qua e là per la stanza, ed una stuoja di giunchi ridotta in brani, e quando ebbe tutto disposto, giurandomi su la Madonna che quello era il [...]

[...] colazione trovando un caffè aperto bisognava farla in tutti i modi, dunque non c'era tempo da perdere. ? Che vi levate già? ? mi domandò la padrona [...]

[...] Automedonte si slanciò a trotto precipitoso per arrivare, se era possibile, a Mercogliano prima della burrasca che verso sera ci rincorreva brontolante [...]

[...] cavallo s'era fermato a secco, il mio egregio ateo era sceso da cassetta con un gran lancio ed era venuto a rifugiarsi sotto il mantice accanto a me [...]

[...] , signore, si fa per dire. ? E il mio egregio ateo, modificato sotto l'azione del fulmine e ridotto ozono credente da ossigeno ateo che era, mi raccontò [...]

[...] che novantanove per cento la causa di quell'uragano era qualche birbante che aveva portato seco della carne a Montevergine. ? Come, come! a portar [...]

[...] , tutto tremante, seminando i frasconi fradici come uno zimbello cascato nel beriòlo. Arrivammo sani e salvi a Mercogliano che il cielo s'era [...]

[...] vetta dell'Appennino, sulla quale è situata l'Abbazia di Montevergine, era l'unico mio scopo, ma fino alla mattina dipoi non mi era possibile [...]

[...] preparava umanamente allo spirituale viaggio. Il trambusto che regnava allora nell'unica via lunga, storta e scoscesa, era spaventoso. A molte finestre [...]

[...] passava senza intoppi disastrosi e l'allegro vocìo non era interrotto per nulla, anzi in quei momenti era fatto più festoso e maggiore dalle [...]

[...] era divertentissimo, mi diceva, il vedere ogni tanto qualche cavallo che spossato dall'eccessivo strapazzo, appena arrivato, cadeva morto attraverso [...]

[...] letto, apersi la finestra e guardai la campagna. Lo spettacolo che mi si presentò dinanzi era de' più solenni. Il bujo era sempre folto; uno strato [...]

[...] di nuvoloni neri neri ingombrava il cielo, appoggiandosi sulle più alte groppe delle montagne; giù da ponente l'aria era infuocata dai fulmini d'un [...]

[...] e mossi anch'io per il disagevole pellegrinaggio. Fin verso alla metà del cammino, la passeggiata fu piacevolissima; la burrasca che si era [...]

[...] presentata tanto minacciosa, era andata a sfogarsi attraverso alle gole di altre montagne; i nuvoli sul far del giorno si erano diradati, ed ogni tanto il [...]

[...] folla era piacevole; alcuni gruppi di insaziabili s'erano già accoccolati all'ombra degli ultimi castagni o a ridosso delle rupi ed arruotavano il [...]

[...] singhiozzano tenendosi il capo fra le mani, ed altri caduti si lamentano e chiedono pietà alla Madonna, tendendo le braccia verso il santuario. Era [...]

[...] miserabile vecchia, la quale scalza e febbricitante si era impegnata sola alla disastrosa ascensione, facendola sedere sotto la pancia del mio somaro [...]

[...] del terreno, senza pensare che appunto era stata scavata dalle acque d'un rigagnolo che andavano a sbacchiarvi in tempo di pioggia, si smascellavano [...]

[...] riparo, erano rimasti fino allora a supplicare smaniosi inutilmente. Un individuo che a pochi passi da me s'era riparato sotto il ventre del suo cavallo [...]

[...] disgusto e ribrezzo, e affrettavo allora il passo, perdendoli presto fra la densa caligine del nembo che ci avviluppava. Non meno disgustoso era lo [...]

[...] spettacolo dei mendicanti, dei quali era seminata la via. Tutte le piaghe, tutte le miserie, tutte le membra storte, mutilate o rotte di quei falsi o veri [...]

[...] feroce e quando mi ricordai che appunto il giorno che lo vidi, era accatenato più corto in un carcere della Linguella, per aver ghermito quaranta [...]

[...] Tempio e le sante funate.... la profanazione v'era, ma le funate dolorosamente mancavano. Pur troppo! Davanti alla miracolosa immagine si ripetevano [...]

[...] mi sarebbe scappato da ridere, lo guardavo, lo ammiravo e stavo zitto. Lungo i muri delle due navate laterali s'era fatto un vero accampamento. Una [...]

[...] là in liquide e solide occupazioni in mezzo a un continuo strillare, che mi faceva credere d'esser capitato nel Limbo. Il terreno era ingombro d'una [...]

[...] viscida poltiglia, e questo terreno era percorso nel modo seguente da alcuni devoti peccatori, che dovevano averle fatte grosse, ma grosse davvero [...]

[...] voglio più. Tornai nel cortile, m'ingozzai un pezzo di tonnina e un altro di baccalà crudo, chè carne nè altro v'era per sfamarsi lassù, e dopo [...]

[...] sola, un solo segno di gentile poesia scaturito dai petti di quelle goffe creature, mi fece in parte riconciliare con loro, perchè era gentile da vero [...]

[...] . Lungo la via avevo osservato che quasi ogni pianta di ginestra era legata ad un'altra, per mezzo di un nodo intrecciato con le loro cime. E [...]

[...] d'esservi andato. Non v'era assolutamente nulla da vedere. Due corpi di fabbrica lateralmente all'androne d'ingresso contenenti la chiesa, il quartiere [...]

[...] alcuni meditabondi straccioni che erravano là dentro, mi fece sapere che senza alcuna cerimonia l'ingresso era libero a tutti in quel recinto [...]

[...] noja, da un malessere, da così fredda tristezza, che volentieri me ne sarei andato, se una strana curiosità non m'avesse inchiodato là dentro. Era [...]

[...] . Presso una lapide, poco discosta da me, era un gruppo composto di una donna adulta, una giovinetta e tre bambini, di certo madre e figli, che ad [...]

[...] disturbare il loro doloroso raccoglimento. La madre era inginocchiata col capo abbandonato su le spalle della figlia maggiore che le sedeva accanto [...]

[...] schiamazzavano e facevano gazzarra, gettando sassi in aria. Ma era così fredda la tinta del quadro, che quelle grida d'allegrezza non ne turbavano [...]

[...] su i fianchi e l'altra all'oggetto che recava in capo. Era svelto ed elegante come una figura pompejana. S'inoltrò qualche passo, e dopo essersi [...]

[...] guardato d'intorno chiamò: «Treonce!» Treonce, che era uno dei facchini di servizio addormentati in un canto, si alzò, gli corse incontro ed io feci [...]

[...] altrettanto. ? L'oggetto che il nuovo arrivato teneva su la testa, era una piccola cassa da morti. In tempo che il custode preparava quella di [...]

[...] deposito, i due facchini ne schiodarono il coperchio e misero allo scoperto lo scarno cadavere di un bambino di circa due anni. Era rinvoltato in pochi e [...]

[...] . ? La folla si aprì in due ali per dargli passaggio, e subito gli si richiuse dietro affollandoglisi intorno. Il silenzio era allora perfetto [...]

[...] sopra di nuovo per osservarne la discesa, quando ad un certo punto scattò una molla, il fondo della cassa si era aperto e la prima carogna umana [...]

[...] , con un tonfo sordo, era andata ad occupare il suo posto nel letamajo assegnatole per ultima dimora. La cassa ritornò in su, e questa volta toccava [...]

[...] , per veder meglio, s'era ficcato attraverso alla macchina cominciò a gridare: ? Ahi! Ahi! la mano, la mano! ? (gli era rimasto un dito fra [...]

[...] monotona, perchè il mare era troppo tranquillo e la compagnia non troppo adatta alla mia indole ed alla circostanza. Una banda di sei camorristi [...]

[...] estasi dolcissima. La luce scaturiva dalle acque profonde, ma era luce che mi pareva soprannaturale; era una luce fosforescente, in mezzo alla quale [...]

[...] non era affatto solitaria, perchè era caso raro che nei luoghi più pittoreschi non incontrassimo, intenti al lavoro sotto i loro ombrelli di tela [...]

[...] maravigliò tristamente tanto silenzio, ma poi seppi che quella popolazione di romiti agricoltori era tutta dispersa giù per gli scoscesi vigneti, che [...]

[...] rimanere estatico davanti alla bellezza strana del quadro che quella figura compose davanti ai miei occhi. Era sull'astrico della sua casetta a tender [...]

[...] che somiglia tanto ad un premio. Non era vero. Lassù non si trovano nè bettole, nè bische, nè lupanari, e allora che cosa è la vita su quel [...]

[...] terremoto che la inabissasse con tutta la canaglia che c'era sopra. Io non desiderai altro in quel momento che d'entrare per dieci minuti nell'animo [...]

[...] vidi più bello che mai il maledetto scogliaccio, sul quale passeggiavo. Il viottolo che percorrevo era fiancheggiato di gigli e di ginestre in [...]

[...] di Pietroburgo. Mi fu indicato il padre d'una di queste fortunate isolane e lo invidiai, perchè quando lo vidi era a sedere al sole sopra uno [...]

[...] , sul quale s'era arrampicato per far qualche cosa anche lui. Le nostre risa però durarono poco. Il riso non è fatto per destare gli echi delle [...]

[...] volta che mi vedeva fare atti di meraviglia, non mancava mai di ripetere: ? È vero, signore, me ne ricordo anch'io. ? Il sole vicino al tramonto era [...]

[...] serenità della notte, era il denso pennacchio del vulcano. ? Il paradiso e l'inferno si guardavano maravigliati! Quella certa tinta di malumore che [...]

[...] ci era stata compagna fin'allora, non si rischiarò, come si sperava, col dissiparsi delle nubi. Ogni tanto un frizzo o un epigramma ci usciva [...]

[...] sbiadito dalle labbra; un riso di convenienza lo seguiva breve breve, e dopo, silenzio perfetto. L'aspetto del Vesuvio, quella notte, era troppo solenne [...]

[...] Selenita, in mezzo ad una gelida landa del suo Mare Tranquillitatis, tanto era l'aspetto di morte siderea che mi stava d'intorno. ? Inoltrandomi in [...]

[...] salutarono invitandoci a prender posto intorno al fuoco. Accettammo con piacere, poichè la sizza notturna a quell'altezza era piuttosto pungente. Ivi [...]

[...] , giungemmo finalmente alla base del cono. L'aspetto orridamente pittoresco del paesaggio che ci contornava allora, era superiore alle immagini della [...]

[...] trasparenza cristallina, che io credo insufficiente qualunque mezzo umano a darne anche una pallida idea. Il silenzio che ci contornava era spaventoso [...]

[...] cominciava a scottare i piedi, ed in mezzo a fumaroli che ci soffiavano intorno da ogni parte, era cosa che cominciava a darmi sgomento, onde rimasi [...]

[...] , animandomi, che non v'era alcun pericolo; che troppe volte aveva fatta quella ascensione e che era pratico più della guida. Io gli risposi che non [...]

[...] si azzardino tanto da cotesta parte.... ? Dio, Dio! che soddisfazione, che maraviglioso spettacolo era quello! ? Gridai salute ai miei parenti, a [...]

[...] crepaccio era foltissimo al di dentro; onde di tutto il lavorìo che si faceva nel fondo altro non potevamo scorgere che un incessante bagliore e udire [...]

[...] crogiuolo che vedevamo gorgogliare a pochi metri sotto di noi e lì ci fermammo, perchè era assolutamente impossibile andare più innanzi. Quale scena [...]

[...] febbre. Pensai a Dante, a Shakespeare, a tutti i grandi della terra, e tutti mi passarono attraverso al pensiero come pimmei, tanto era gigantesco [...]

[...] . La bocca d'eruzione che vedevamo pochi metri al di sotto di noi, era il punto più spaventoso. Dai formidabili ruggiti che si levavano dal fondo [...]

[...] di spettacolo era quella! Credei d'aver fumato l'oppio, d'aver bevuta l'Haschisch.... io non so che cosa credei, ma in verità, con la mente già [...]

[...] su gli occhi e su la fronte, nè potevo persuadermi che quello che mi stava dinanzi era opera della natura. Pareva il lavoro delicato d'una Fata [...]

[...] bella. ? Era tempo di discendere. Rotolandoci su i lapilli, in pochi minuti calammo all'Atrio del Cavallo; di lì, attraversando le lave che alla [...]

[...] cesta, incomincia l'opera riparatrice. Allora il ciabattino cambia affatto natura. Da taciturno che era diventa ilare ad un tratto; accende subito [...]

[...] pellegrini stranieri. L'occasione era bellissima, ed io non potevo perderla a costo di qualunque sacrifizio. Quando v'è un Santo che per amore del suo [...]

[...] Santo che merita tutti i riguardi possibili ed io volli salutarlo. La folla era compatta nella chiesa; intorno all'altare formicolavano un par di [...]

[...] pasticcini, preghiere e polpe d'arance. A me era riuscito d'intrudermi fra costoro, ma più prudente della cornacchia della favola seppi tanto bene [...]

[...] turbe che intuonarono l'Inno Ambrosiano. Il miracolo era fatto; il sangue bolliva; Napoli era salva! Io potei accertarmene coi miei occhi, e non [...]

[...] ! Che figli i 'nfame avevane a essere a gente a chilli tiembi. E chisto era lu Re! Figurammece chilli vajassune i suddete!) ? Così l'iniquo.... Oh [...]

[...] alle comari del vicinato che la sua insalata era freschissima e bella. Il Maruzzaro ha la più mesta di tutte le cantilene. Si ferma su i quadrivj [...]

Capuana Luigi
Per l'arte
25 1885 - Provenienza testo: Scansione da Google libri, txt Fondazione Verga 97 occorrenze

[...] qui, attentamente. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figlioletti, era andata ad aspettare sulla sciara, d'onde si scopriva un bel pezzo [...]

[...] ! Vergine Maria! Oh! Vergine Maria! Dinanzi al ballatoio della sua casa XIX c'era un gruppo dì vicine che l'aspettavano e cicalavano a voce [...]

[...] era carica! Più di quarant'onze di lupini. Rovistate pure tutti i nostri scrittori da trecent’anni in qua, i più puri, i più classici; e [...]

[...] saperlo, era ricca, e il Maugeri era da lei tenuto come figlio di famiglia, tanto da esser costretto a domandarle un soldo. XXX Dessa [...]

[...] per visitarla e si fermava tutto quel giorno a casa. « Venuta la sera, la casa era gremita di gente: Rosa Sciacca, Pino XXXIII Gentile ed [...]

[...] sistema nervoso aveva oramai ben pochi misteri da farsi strappare, non XXXVIII solamente era convinto che la vita del cervello continuasse [...]

[...] a Milano e presentatosi in casa del Manzoni, al servitore che gli domandava chi era, rispondesse: — Dite a don Alessandro che l'autore della [...]

[...] dimostrano unicamente la sua erudizione, ma anche la sua coscienza di scrittore. Egli 18 era pieno del suo soggetto quando, come ho inteso [...]

[...] appassionati: il soggetto gli era venuto dinanzi quasi bello e completo in un’arringa dell’oratore Iseo, intitolata appunto dell’Eredità di Minècle [...]

[...] . Il documento era preziosissimo per la sua natura e la sua estensione. C’era l'emozione dell’oratore, l’evidenza della narrazione dei fatti, una [...]

[...] un’opera 19 d’immaginazione un momento della vita antica, si era trovato in condizioni così favorevoli per la riuscita. Esteriormente, non occorre [...]

[...] parse, invece, ragioni sufficienti per creare un Orfeo nuovo di pianta, tenendo soltanto fermo che esso era « avant tout, un poète, un amoreux [...]

[...] di prove. Il Grandmougin, che non è un poeta volgare, non ha avuto neppure il sospetto che tutto questo era perfettamente antiartistico [...]

[...] nome che serviva di titolo; e allora non c’era bisogno della precauzione da me consigliata ai lettori che vorrebbero rileggerli. Quelle gentili [...]

[...] che lo ha spinto a concepire quell’opera e che manifestansi in essa. Così, rileggendo i Medaglioni, il mio interesse non era tutto accaparrato [...]

[...] rêverie dove l’opera d’arte spariva e restava soltanto l'artista. Era come una visione di giorni lontani, ohimè troppo lontani! quando [...]

[...] stampa non rende. Dopo tanti anni mi pareva di sentirgli mormorare ancora: 45 Era queta, dolce, limpida Tutta in giro costellata Quella [...]

[...] protendevano Lunghe l'ombre sovra l'acque Che, correndo, le rompevano. Ed era proprio così in quel momento, presso il cancello delle Cascine [...]

[...] , sussiste sempre, perchè è fuori di lei, ed essa non n’era che una forma caduca e passeggiera. Perciò era logico, era inevitabile che il poeta la [...]

[...] Gloriosa; ma in questo caso il Goethe avrebbe dovuto dimenticare che era un poeta; ed egli, odiatore acerrimo d’ogni astrattezza in poesia, voleva [...]

[...] . Nei primi secoli cristiani la religione era l’ideale e il reale ad una volta. Nei tempi moderni l’ideale e il reale s’incarnano nella scienza [...]

[...] grassi godimenti materiali, che freme d’attorno a quella torreggiante figura del caorsino e minaccia d’abbatterla; e (I) Allora il Gambetta era [...]

[...] che domina davvero la Francia. Poi, questa volta, il tema imponeva al romanziere un’attitudine seria. Non era il caso di ripetere, con più vaste [...]

[...] dircelo. Nessuno era più adatto di lui per un quadro di questa natura. Meridionale naturalizzato di buon’ora parigino, egli ha l'immaginazione [...]

[...] disfatta e tutta ripicchiata, che mena di fronte gl’intrighi galanti e gl’intrighi politici. Una debolezza, se così volete. — Era nobile! E per [...]

[...] due poveri amanti Don Sanchez de Solinas e Dona Rosa d’Orthez, ombre preraffaellesche, che per salvarlo dall’in pace a cui egli era stato [...]

[...] lasciasse scorgere un po’ troppo l'artifizio con cui era stata costruita. Un artifizio, s’intende, ammirabile, da ingegno che conosce meglio di ogni [...]

[...] era questo: quelle figure non producevano l’illusione di personaggi viventi; erano rigide, legnose; si movevano tutte d’un pezzo, con gesti da [...]

[...] marionette, e parlavano in falsetto. (I) Alexandre Dumas. La femme de Claude. 92 Infatti dietro la tela c’era appostato qualcuno che [...]

[...] , quelle figure erano un mero pretesto per lui! Egli — ce l’ha detto dopo — s’era sentito gonfiare il petto, dallo sdegno, dinanzi allo spettacolo [...]

[...] . Cuvillier-Fleury.) La intonazione ci dice tutto. Se la Francia era stata battuta, umiliata, diminuita di due care provincie, la colpa era di [...]

[...] homme de genie.... a vaincu et utilisé la Bête!.... » Capite? Non era un dovere per lui, pensatore, artista, cittadino, l'afferrare colla mano [...]

[...] se aveva resistito, se aveva protestato, se a Parigi non 95 s'era lasciato sedurre neppure da quella ammirabile Cesarina che dovette essere [...]

[...] meraviglioso istinto drammatico, come non s’era accorto che nel caso di Claudio era troppo tardi o troppo presto? In quell’ultimo atto neppure la [...]

[...] italiano, correggendo i mille errori d’interpretazione del testo nei quali era incorso il professore tedesco; ma confessò (I) Les fidéles ronines [...]

[...] non era arrivato a capire, e che per parecchi altri dubitava di avere ben reso l'originale. Il racconto di Tane Hico è una graziosa storia di [...]

[...] Asano Takumi-no-Kami non fu così fortunato. Il suo primo consigliere era lontano. Pure, siccome questi conosceva benissimo l'avida natura del Kira [...]

[...] cristalli della neve come grappoli di stelle. « Mentre il padrone era assorto nel suo geniale lavoro, le persone di casa andavano e venivano [...]

[...] susurri. L’uscio principale era chiuso. Davanti di esso era stata costruita una barriera provvisoria di bambù verde per indicare che il [...]

[...] principe era prigioniero. Un 107 amico di famiglia, che aveva prestato cauzione per lui impartiva gli ordini, e accordava i permessi di entrare e [...]

[...] di uscire. Una profonda tristezza regnava in tutta la casa; solo il capo di famiglia era calmo. « Nel mezzo del suo dolce fantasticare, un [...]

[...] testimoni — rispose impassibile il capo dei commissari. « Un paravento fu rimosso: tutto era preparato per la solenne cerimonia. Il principe si [...]

[...] lettera che avea cavato dal seno. « I due samurai si allontanarono con riverenza. « Era una scena commoventissima. Nel 112 centro stava il [...]

[...] , pronti a rendere al loro capo gli estremi onori. « Fuori, tutto era tranquillo. Un leggiero strato di neve copriva il suolo. Nella casa regnava un [...]

[...] Roccagrossa diresse le fila della congiura. Per addormentare i sospetti del cavalier Kira che non usciva più di casa ed era sempre circondato di guardie [...]

[...] in un ripostiglio di carbone dove s’era nascosto; e, siccome invitato a darsi la morte quel vile non ne avea il coraggio, egli lo uccise e gli [...]

[...] raccolti e pubblicati da sua moglie. — Torino, Loescher, 1882. 120 Era, come allora si diceva, naturalmente romantico, senza affettazione, con [...]

[...] , gli istinti e faceva il chiasso insieme con essi. Era convinto che quelle creature avessero piena coscienza di loro stessi e che si [...]

[...] carattere, la bontà d’animo quasi eccessiva non gl’impedivano di essere, a tempo e a luogo, dignitosamente forte. Giovane ancora era stato eletto [...]

[...] resto.... — Il suocero era corso da Milano a Torino colla buona novella; ma il Romani non avea voluto neppur sentirne parlare: il suo patriottismo [...]

[...] era assai superiore al suo interesse e al suo orgoglio di letterato; rifiutava. E alla moglie, che nella proposta del commissario austriaco [...]

[...] del Metastasio, piuttosto che accettare a quel patto. * * * La sua critica, nelle appendici della Gazzetta ufficiale torinese, era anch’essa [...]

[...] Romani, l'apparenza d'uno studente di provincia ed era trascurato nei vestiti. Il Romani, accurato, attillato, soleva canzonarlo per questo [...]

[...] fantasma era dunque una creazione incosciente della nostra immaginazione, uno strano lavoro di sensazioni e sentimenti nuovi, avvenuto di mano [...]

[...] riconoscerla in essi; la pietà si trasforma a poco a poco in un sorriso più doloroso della pietà stessa! Come? Era questo che ci commoveva, ci [...]

[...] crescere alla moda dei romantici del 1830, mi era riuscita un po’ antipatica, pei capelli 136 soprattutto. Ma quando potei avvicinarlo, ci legammo [...]

[...] madre e una sorella colpiti da tisi; uno dei suoi fratelli era morto annegato fra gli scogli ove era andato a prendere un bagno. Egli stesso [...]

[...] strettissimamente era stato questo. Una mattina l’avevo visto entrare nella mia camera di studente con un’aria misteriosa. Avea chiuso l’uscio [...]

[...] con cautela e poi, tirato fuori da una tasca interna del vestito una lettera, mi avea domandato: — Vuoi firmarla anche te? Era diretta al [...]

[...] affermar presto davanti la sacra faccia del sole. La lettera era firmata dal Macherione e da altri quattro o cinque nomi, fra i quali ricordo quello [...]

[...] di Francesco Tenerelli ora deputato al Parlamento. Allora questo era un atto audace, e noi ci sentivamo superiori a noi medesimi nel compirlo [...]

[...] il volume: era orgoglioso di poter servire a quello scambio di generosi sentimenti. Non capivamo dentro i panni, dalla gioia. Quella cabina ci [...]

[...] dividono ora, in quei tempi, che sembrano lontani di più di un secolo, non 140 si sospettavano neppure. La nostra cultura letteraria era molto [...]

[...] sembrava un fatto sorprendente; questo cattolico, che non era papalino e parlava della nostra patria italiana, si staccava di mille miglia dai nostri [...]

[...] professori di filosofia, monaci o preti. C’è voluto del tempo per capire che qualcuno dei nostri monaci e preti era più libero filosofo di [...]

[...] , Monarchia e Repubblica.... Ogni scena del mio dramma-poema conterrebbe uno o più secoli; ogni atto un'era che produce una rinnovazione 143 [...]

[...] prometteva di essere un valoroso e che era degno di lasciare un’orma incancellabile nella via della gloria! Il Macherione pareva invaso dalla [...]

[...] nera visione della sua fine immatura. La sua tristezza, che qualcuno scambiava con una posa di poeta novellino, era vera e profonda. Nelle [...]

[...] di Catania, a Cibali. Splendeva un magnifico lume di luna e la campagna attorno era tutta profumata dalla zàgara dei giardini. Verso la [...]

[...] casa risuonava dei nostri canti, delle nostre risate. Beppino quella volta era più rumoroso di tutti. Parodiava i professori dell’Università e [...]

[...] faccia e si era storto il naso a 145 furia di appoggiarvi un dito o il pomo della mazza di una parte. In quel momento i nostri urli naturalmente [...]

[...] molto chiasso: — Su c’era il professore che dormiva. — Quale professore? — Il professore Pizzarelli, il padrone. Era lui! Tableau. * * * E fu [...]

[...] anniversario della sua morte. La mattina del 28 luglio 1863 Bernardo era andato al suo studio per lavorare al quadro del Tasso già disegnato e abbozzato [...]

[...] . Il pittore Pollak lo avea visto sull’uscio dello studio che prendeva un po’ di fresco. — Mi fa bene — egli disse al Pollak, 151 Poi si era [...]

[...] bene poichè lo voglio.... » Alle undici e mezzo, racconta Luigi, posata a un tratto la tavolozza e i pennelli, s’era posto a sedere restando per [...]

[...] alcuni minuti taciturno... e alla domanda del modello — se qualcosa lo turbasse — aveva risposto: un forte mal di capo. Quindi alzatosi s’era [...]

[...] Celentano era morto senza aver ripreso i sentimenti. Ma in questo volume rivive tutto intiero e quasi trasfigurato, circondato dalla [...]

[...] dell'altro. Ma nella lontananza era una cosa diversa. Bernardo, in ogni lettera al suo caro Luigi, mostra una venerazione di neofita verso il suo [...]

[...] , la mano del povero Bernardo era stesa rigida e inerte sul sofà del suo studio in via Margutta, n. 33! 22 Luglio 1883. UN POETA DANESE (I [...]

[...] avesse composto i salmi: però non si sapeva se questi fossero stati proprio scritti in versi. 157 Una mattina (agosto 1857) il Getziier era [...]

[...] partito dal prebistero col solito libro sotto l'ascella e la colazione in tasca; ma si era allontanato troppo, e la sera gli fu impossibile [...]

[...] , egli racconta nei suoi Ricordi di giovinezza, domandandogli perdono della mia scappata. Il brav’uomo rispose: « che questa era la volontà di [...]

[...] Dio; ascoltassi la voce del Signore che parlava nel mio interno. » Niente altro. Non era precisamente quello che gli occorreva in quel momento [...]

[...] protestavano che se entrava frate era finita per loro, e ci rimettevano i denari della scuola, perchè non gli avrebbero cavato più un baiocco. Ma lui che [...]

[...] era forte nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: — Sta a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l'ha chiamato [...]

[...] dell'orto assai prima dell’abolizione dei conventi, e si era dato all’arbitrio cioè a far 176 l'agricoltore in grande. Per lui, dire la messa [...]

[...] era un correre dietro al tre tarì; egli non ne aveva bisogno. Monsignore il vescovo, nella visita pastorale, gli trova il breviario coperto di [...]

[...] del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati alti come un [...]

[...] è sparso via via, in tante piccole scene, che la onnipotenza della forma fonde insieme e rende organiche: eccone una. Quando c’era un podere [...]

[...] falso. Era inevitabile! E accadrà sempre così quando si vorrà portare nella drammatica dei preconcetti estranei ad essa. Io credo di [...]

[...] avevamo perduto contro la Prussia, la colpa era delle spie 184 tedesche che si erano introdotte nella nostra casa, nei nostri negozi, nelle [...]

[...] : leggete: è segnato col lapis rosso. Mi porse il volume dello Zola Nos auteurs dramatiques che era aperto sul tavolino. Il brano segnato [...]

[...] era stato scritto dal de Salvandy. — Il faut que vous soyez bien bête! gli rispose l'autore dei Martiri, stizzito. Il Pontmartin non può perdonare [...]

[...] elegantemente in italiano sulla traduzione francese della figlia del Gautier, andò a domandargli con tutta serietà se veramente quel libro non era una [...]

[...] malinconico sentimento della natura, quella specie di blando Weltscherz che è cosa tutta moderna. 209 Il dubbio del Massarani era naturalissimo. Lo [...]

[...] Venerando l'era sempre attorno, ora colle buone, ora colle cattive, per 221 guardarsi i suoi interessi; se mettevano troppa legna al fuoco; quanto [...]

[...] tornò a casa da suo marito, era tutt'altra, serena e colle rose in volto. « — Se tu vedessi! Un cassone alto così di roba bianca! Anelli, pendenti [...]

White Mario Jessie
La miseria in Napoli
31 1877 - Provenienza testo: Scansione Liber Liber, txt Fondazione Verga 63 occorrenze

[...] propria vita per trarre a salvamento la roba dei padroni, era cosa da destar meraviglia. Ed il contadino lombardo sa il suo conto meglio del [...]

[...] drammatiche, nè da critico politico, solitamente partigiano, perocchè ogni parola di quelle lettere era una terribile, e probabilmente involontaria [...]

[...] Autorità ho potuto visitare all'improvviso e vedere in tutto e per tutto luoghi e stabilimenti, ove difficilmente occhio profano era dapprima penetrato. E [...]

[...] conoscevo Napoli, perchè da molti anni ne ero lontano, e che descrivevo cose non vedute o vedute solo da molto tempo, ignorando che tutto era mutato [...]

[...] fondaci. Tutto era mutato in meglio. Non si riconoscevano più! Io avevo fatto una descrizione da romanzo! »Per caso, solo qualche mese dopo pubblicate [...]

[...] gran parte fermi, per la poca inclinazione del suolo. In un altro angolo era un deposito di petrolio, che mandava un orrendo puzzo. In un altro era una [...]

[...] passeggieri! – Tirarono su dal pozzo una secchia, per farmi vedere che non era piena d'acqua, ma pareva invece tirata su dalla cloaca stessa, che [...]

[...] infatti s'era messa in comunicazione col pozzo! »Ho una memoria assai confusa di ciò che vidi nel terzo fondaco. Era di state, il puzzo incredibile [...]

[...] ho fatto quanto era in me per vederlo. Ebbene, io le assicuro sul mio onore di essere convinto, che i poveri di Napoli stanno infinitamente, senza [...]

[...] un'aria di comando, quasi minaccioso, e si era obbediti. Qui, con questa gente, non si può fare a meno di usare questi modi, mi dicevano sempre. »I miei [...]

[...] quegli argomenti, per cui avevo più pronto il materiale. Ora riproducendoli, seguirò piuttosto l'idea che m'informava nelle gite: ed era, da una parte [...]

[...] : latte da vendere, latte da vendere, per chi vuole e per chi non vuole prestarvi orecchio. Una di tali grotte però era ingombra da parecchie famiglie [...]

[...] , una media di sette stanze per piano, e la media di abitanti di varie famiglie era di otto. La pigione mensuale di ogni stanza variava da otto a [...]

[...] ammalata. Io soffriva a vederle, e a non poter nulla per esse. In tanta miseria parmi crudeltà fare distinzioni fra i miseri. In un'altra stanza c'era [...]

[...] città, ai giardini pubblici, ovunque il dolce far niente era anche rallegrato dal sole e dalla bellezza della natura. Se mai queste nostre parole [...]

[...] dolorose gite, era per buona sorte uomo giusto e pietoso, nè mai lagnanza di veruna delle disgraziate giacque negletta; all'incontro, ad ognuna faceva [...]

[...] riflettesse che codeste sventurate sono ridotte al bivio – o cinismo o suicidio. La risposta di una mi fece impressione. Era una bella contadina di [...]

[...] , e il numero delle Opere pie era di 8418, con un patrimonio totale di 200,940,434 franchi. Un patrimonio di dugento milioni, ben amministrato [...]

[...] L'Autore spiega la sua allusione al famoso libro del Goethe colla seguente nota: «In una Casa di lavoro, sopra trenta coppie maritate non c'era un sol [...]

[...] d'ogni sorta. Epoca splendidissima dell'Istituto. Ogni povero capace di lavorare apprendeva un'arte o mestiere; chi non poteva lavorare era [...]

[...] umidità e cattivo odore pertutto, eccettuati il refettorio, la chiesa, il teatro. Passai allora alla parte femminile, e quivi la polizia era [...]

[...] vecchio, al quale bastava l'animo di sottomettersi all'operazione. Nella fabbrica d'istrumenti musicali c'era un bravo vecchio che insegnava a tre [...]

[...] quale non dono od elemosina, ma debito era strettissimo del Governo. L'onorevole Bonghi fece scrivere la somma al suo posto, cioè nel bilancio [...]

[...] era dipinto; l'evidenza dell'abuso d'illecito potere da una parte, della paura abbietta dall'altra. Nel 1860 la Reale Casa dell'Annunziata era il [...]

[...] , ma c'era un tempo, in cui ne morivano 80, 85, fino a 90 per cento! – Di fatto, consultato quel libro stupendo intitolato I Brefotrofi e la [...]

[...] fondi dello Stabilimento non bastano ad assicurare a tutti l'allattamento fuori; perchè quando l'Ospizio era in quello stato deplorevole, in cui [...]

[...] , i bambini erano già stati per più o meno tempo allattati da esse, sicchè il fatto della maternità era cosa non più segreta; e sapevasi che quasi [...]

[...] , epilogando il detto dai suoi predecessori, mostrò l'urgenza di provvedere alla riforma, e il Prefetto ne era convinto, ma interrogatone il [...]

[...] , ove c'intrattenne a discorrere di antichità e di storia, e malgrado della nostra impazienza ci disse che era affatto senza importanza il visitare lo [...]

[...] Stabilimento, che una volta s'era presentato alla porta il Prefetto, e che le oblate avevano rifiutato di lasciarlo entrare, e che questi aveva [...]

[...] camera da letto. Nessuna istruzione, nessuna disciplina; c'era una ragazza alienata, c'erano delle malate; impossibile parlare con una delle ragazze [...]

[...] poi che quel prete era uno dei fidi dell'Arcivescovo di Napoli. Tralasciamo di descrivere lo stato degli Stabilimenti diretti «da un ecclesiastico [...]

[...] trista; sembra che la presenza costante dei patimenti indurisca, invece d'intenerire, il cuore. Era la nostra gran difficoltà nel 1860, quando non [...]

[...] pennello, venuto il momento del rancio, il cibo era scarso e cattivo. Un giorno il Garibaldi, durante una sua visita, prometteva a tutti che [...]

[...] , che non era diverso da quello di Roma pagana; riprova siccome opera non naturale ed irreligiosa il trar guadagno dai prestiti; e chiarisce il [...]

[...] Vertecœpli (Pia Associazione per mutuo soccorso e per opere di carità e di beneficenza). Scopo antico di questo Stabilimento era di servire come [...]

[...] vicerè, in data 27 marzo 1648. Lo scopo della istituzione era il Mutuo soccorso e la celebrazione di Messe per le anime del Purgatorio. L'Opera pia [...]

[...] del bilancio e risollevare il prestigio dell'Istituto. «La fratellanza, accorsa numerosa come non mai da gran tempo era avvenuto, udì con grande [...]

[...] viva adesione. «Le condizioni deplorabili di quell'importante Luogo Pio non ci giungono nuove. Purtroppo, pel passato, si era invano domandato un [...]

[...] delle classi, l'angustia dei dormitorii; e sì che s'era nello splendidissimo ex-Collegio dei Gesuiti, edificio che conosco per filo e per segno [...]

[...] dalle condizioni civili richiesta. L'istruzione era stimata come ornamento, non come bisogno di ogni persona, molto meno come mezzo di conoscere i [...]

[...] proprii doveri ed aiuto ad adempirli. In molte famiglie poi a qualche monaca di casa era commessa la cura d'insegnare: la quale, oltrechè ignorante [...]

[...] era necessario che tante cose imparassero di lingua o di aritmetica, di storia, di geografia e di scienze naturali, sia per non apprendere, come [...]

[...] città e nella Provincia la città era infestata da 13 mila accattoni. Egli mosse dal principio che la Questura deve arrestare i mendicanti, i [...]

[...] beneficenza, senza spese di culto, senza istruzione, supera le 200 mila lire. Non era miglior consiglio coadiuvare l'Opera in discorso, mettendola in [...]

[...] sistema brutale usato nelle prigioni d'Inghilterra, era ben lontano dall'immaginare che in meno di cinquant'anni le prigioni muterebbonsi in luoghi di [...]

[...] . Diceva che una settimana di quelle sporche, fetide, crudeli case di tortura era peggio di un anno di qualunque altra sofferenza: terribili per il [...]

[...] lavoro giugneva a tale, che esso sarebbe morto prima di entrarvi. Nondimeno il costo alla Nazione per il mantenimento dei poveri era sì alto [...]

[...] nostro turno, e l'istruzione religiosa verrà del tutto esclusa. È il più gran movimento dei nostri tempi. A tutta prima, il popolino non era punto [...]

[...] stabilita di cereali all'epoca della raccolta; e quando andava a lavorare ad opera era rimunerata con due carlini, che corrisponderebbero a 17 soldi [...]

[...] guadagnare e per risparmiare. Trent'anni fa, la condizione delle classi operaie in Inghilterra era più trista che in qualunque altro paese in Europa [...]

[...] andò a rinnovellare la polizza, la vendita era avvenuta. Ora queste donne, che guadagnano in tutte tre lire 1,20 al giorno, quando non è festa e [...]

[...] rigenerarsi. Base del sistema del Mazzini è il dovere. E il dovere implica una cosa da farsi. Nel passato era dovere creare una patria; perciò bisognava [...]

[...] era fuori di proposito inscritta, trattandosi di Stabilimento d'istruzione, la somma di lire 17,777 che equivale ai 4000 ducati, patrimonio o dote [...]

[...] al bilancio di prima previsione. Ma intanto quell'Istituto, in obbedienza al decreto Scialoia, era morto, e non spuntava provvedimento per farlo [...]

[...] sua applicazione. Nel 1875 era appunto Ministro per l'Istruzione Pubblica l'onorevole Bonghi, altro cittadino napoletano, il quale, certamente [...]

[...] , sebbene mi sembri sieno state pronunziate; ma non le ho capite, perchè, essendo così lontane dalla realtà delle cose, era evidente che mi [...]

[...] era iscritta sul bilancio del Ministero dell'Interno fu cancellata, e allora, relatore essendo del bilancio dell'istruzione pubblica l'onorevole [...]

[...] suo rappresentante il Mordini, prefetto della Provincia. Il Commissario (mi pare che era un Commissario), il Commissario dell'Albergo dei Poveri (era [...]

[...] versa su questo punto. Ed ecco una delle interrogazioni che mi ha fatto l'onorevole Bertani. Dunque, se era conveniente che il Ministero si [...]

[...] . L'Albergo dei Poveri diceva: Ma io non voglio una sorveglianza, la quale giunga sino a guardare come gli alunni sono nutriti. Non era questa una [...]

[...] sua fondazione? Il sussidio, cui si era obbligato lo Stato, fu regolarmente ogni anno stanziato; pel fatto del Governo la scuola può essere riaperta [...]

[...] progredito, dal momento che l'onorevole Di San Donato ci riferisce che una volta era un magazzino di carne umana e nulla più; poichè ogni [...]

Serao Matilde
Il ventre di Napoli
4 1884 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 12 occorrenze

[...] case al giorno, a cinque lire: alla sera era inebetita, non mangiava, morta dalla fatica, talvolta non si svestiva per addormentarsi subito [...]

[...] Vergine e quelle dei santi protettori, le processioni s'incontravano per le strade, si mescolavano: era tutto un mistero medioevale e meridionale [...]

[...] pellegrinaggio. Un altro, giovane, era al convento di San Martino: anche famoso. Talvolta i giuocatori sequestrano il monaco, lo battono, lo torturano [...]

[...] impegnare il suo unico vestito di seta, il vestito delle nozze, che era costato duecentocinquanta lire, in una di queste 73 agenzie tenuta da una [...]

[...] prendere il di più, poichè il vestito era nuovo e si era dovuto vender bene: invece era stato liberato per trenta lire, almeno così apparve dal [...]

[...] gran riforma, in venticinque anni, è stata che non potessero girare per le strade i maiali, come era prima permesso. * ** Un'altra cosa molto [...]

[...] , mentre il figlio era all'ospedale. Ma Santa Lucia, tutta pittoresca, resta sempre fuori delle leggi d'edilizia e d'igiene: è un borgo [...]

[...] sentono carità più squisite, più gentili. Una cuoca si metteva sempre di malumore quando la padrona ordinava il brodo: era soltanto felice quando [...]

[...] ansiosa! lo ho visto una moglie a cui il marito era 96 morto all'ospedale, in un giorno, andare dal direttore, da quanti medici di cui potette avere [...]

[...] commestibile che la mendicante aveva raccattato. Tanto avrebbe dovuto perdersi, quel resto di fuoco, dopo la sua cucina; era meglio adoperarlo a [...]

[...] 98 molli e almeno avevano un certo sapore di maccheroni. * ** Una giovane cucitrice era stata a Gesù e Maria, l'ospedale, con una polmonite [...]

[...] ; poi si era guarita e pallida, esaurita, sfinita, era venuta via. Pure l'ospedale, per assisterla ancora in vista di una tisi probabile, le [...]

Capuana Luigi
Riricchia (commediola paesana)
30 1912 - Provenienza testo: Scansione Emeroteca Braidense, txt Fondazione Verga 6 occorrenze

[...] pensò bene di scappare. E due mesi dopo era maritata. RIRICCHIA. Che vuoi conchiudere? TESTACCIA (con rabbiosa ironia). Se te lo proponesse [...]

[...] , con la maretta che c'è... Incontrai raisi Mommu, con la pesca di questa notte; era sbarcato allora allora, e mi ha riempito il paniere senza badare [...]

[...] d'ambra antica - ora non se ne trova più così chiara e bionda - e la mostrai a la gnà Riricchia che era seduta davanti a la porta, come poco fa, e [...]

[...] cuciva. - Si vende? - mi domandò. - Per voi non si vende, si regala - le risposi, scherzando. - Era forse mia? Pegno. E quel bestione... 229 [...]

[...] quel cristiano... DON MICIO. Vedevo la vostra indifferenza... e mi cascavano le braccia. E poi c'era lui, Testaccia... RIRICCHIA. Non lo nominate [...]

[...] ?... RIRICCHIA. Era finita! Avrei pensato: Non c'è la volontà di Dio! DON MICIO. Sentite le mie mani! Toccatemi la fronte! Ho la febbre dallo [...]

Capuana Luigi
Il piccolo archivio
20 1886 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 2 occorrenze

[...] imprecazioni, alle lettere di questa natura: “Mostro! quello che io soffro non lo saprete mai!... Infatti non l’ho più rivista. Era bella, proprio! E [...]

[...] significato ordinario. Ogni puntura era una delizia; ogni piccolo morso una felicità. Non lo negate. MARIA. Io non dico nulla. Solamente vi avverto di [...]