Risultati della ricerca


22 testi per v'erano per un totale di 1669 occorrenze

Valera Paolo
La folla
24 1901 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 216 occorrenze

[...] Magenta parecchi anni dopo che gli erano cresciuti i baffetti biondi. La facciata aveva pur sempre i solchi delle sassate dei monelli che avevano [...]

[...] usciva senza punto slegarle la lingua. Il suo cuore cuoceva di dolore. Adalgisa, nella quale erano condensati i suoi trasporti di donna, se [...]

[...] giravano sotto il mento e gli davano l'aria di lupo di mare. Gli usci degli inquilini non avevano segreti per lui. Egli sapeva dove c'erano gli [...]

[...] sono la maggioranza non si cambiava la camicia che ogni tanto e non buttava via le pezze dei piedi degli uomini che proprio quando erano [...]

[...] mezzo la sua esperienza. Egli era candido come l'anima sua. I suoi genitori erano poveracci che non gli avevano insegnato nè a leggere, nè a [...]

[...] la vendita i fruttivendoli al minuto erano obbligati a girare intorno alle corbe con l'aria dei mendicanti per non farlo andare in furia. Sbattevano [...]

[...] temperata dal buonsenso. Ai facchini aveva insegnato di chiudere i cancelli agli scalzacani, agli intrusi, agli avventizii. E i facchini erano [...]

[...] finestre ed i balconi erano gremiti di fruttivendole che piangevano, commosse dalla musica che rompeva loro il cuore. La monotonia della marcia [...]

[...] noterelle alla mano, diceva al signor Giorgio che c'erano alcune passività che toglievano anche l'idea di un indulto. Il num. 38 del terzo piano [...]

[...] e buttata sul focolare spento. I calzoni e il giacchettone sporchi e pezzati erano in terra vicino alle pezze dei piedi marce e alle scarpe [...]

[...] . — Povero diavolo! Ciascuna di esse se lo avesse saputo sarebbe andata a portargli almeno una goccia d'acqua. Erano tutte cristiane e in un momento [...]

[...] dieci. Il gioco del lotto era diventato birbone e ormai col nuovo governo non guadagnavano più che i signori. Un tempo, quando c'erano gli austriaci [...]

[...] , gradini slabbrati, gradini smossi, gradini in due, gradini con dei solchi che slogavano i piedi e gradini che non erano più gradini. Domani poteva [...]

[...] questurini. Lo si diceva un satanasso cattivo come la peste. In galera ce ne dovevano essere dei migliori, se era vero che non erano tutti assassini [...]

[...] stava facendo un giro col nuovo padrone, si dava un'occhiata per vedere se vi erano delle operazioni da fare. Qui sembra che sia tutto in [...]

[...] continuare le tradizioni paterne, migliorandole dove erano deficienti. Secondo il suo debole parere sarebbe stato necessaria una stufa nell'angolo per [...]

[...] avere dormito imprudentemente in una camera stata chiusa per degli anni con della mobilia che suo padre vi aveva dimenticato. Le pareti erano [...]

[...] ideacce che finivano per condurre i gonzi alla rivoluzione. Nessuno aveva mai saputo spiegare chi erano questi caporioni con tante brutte idee per la [...]

[...] testa. Era però certo che prima di loro non si andava tanto a cercare il pelo nell'uovo. Per conto suo..... — Cacone! Tutti si erano voltati [...]

[...] sarebbe veduto che tutti e due erano d'accordo. — Coi rivoluzionarii, mai! — Coi caconi, mai! Con il sole che affondava dietro la brace del cielo [...]

[...] Casone erano lungo la ringhiera del primo piano del blocco A, a sinistra, in fondo alla quale abitava l'Annunciata. Vi si vedevano dei grembiali [...]

[...] suoi denti erano falsi. Non capiva come gli uomini potessero essere tanto imbecilli da perdere il tempo con una senza cuore che dimenticava i figli [...]

[...] tutte le lavatrici, si erano gettate l'una sull'altra coi bramiti della donna ferita nell'amore e con un accanimento feroce. Vi fu un momento in cui [...]

[...] dappertutto. Alcune ringhiere erano affollate. Di fuori, agli imbocchi delle scale, c'erano viavai di ragazzi e gruppi di donne accosciate, col [...]

[...] non erano venuti nelle prime tre settimane, sarebbero venuti fra sei, fra dieci settimane. Ma dovevano venire. Nel suo sogno dell'altra notte [...]

[...] attaccata al suo grande principio, che i numeri che non uscivano in tre settimane non valevano la carta sulla quale erano scritti. La 52 e la 38, che [...]

[...] tanto. Suo nonno e suo padre erano stati operai come lui e come lui perdevano la pazienza se si dava addosso alla gente che lascia nelle fabbriche [...]

[...] maniera. Se avevano commesso dei delitti, c'era una buona legge per punirli. Ma se erano innocenti, bisognava aiutarli come si aiutano i naufraghi [...]

[...] occhi rossi, non ci sarebbero di queste disgrazie. Dabasso il cortile e il cortilone si erano spopolati. Non c'erano più che poche persone sparse [...]

[...] ad una donna più giovine di Peppina. Le informazioni che le aveva dato il delegato, al quale aveva comunicata la sua idea di sposarlo, erano di [...]

[...] alla giacca di Andrea per impedirgli di rispondere. In una locanda c'era da aspettarsi di tutto. Erano dei mascalzoni ubbriachi coi quali [...]

[...] . — Per lasciarvi sola col vostro mantenuto! Venga qui lui a mandarci via! Andrea si sentiva il sangue alla testa. Erano loro che provocavano e che [...]

[...] in cui gli altri due erano in terra e Andrea, inorridito, si guardava le mani imbrattate di sangue con uno scoppio di pianto. Il cielo si [...]

[...] era abbuiato e i nuvoloni per la volta andavano addensandosi dove le stelle erano più luminose. L'aria si era rinfrescata e i blocchi del Casone [...]

[...] borsa comune senza neppure dire: guardate che prendo. Mettendosi assieme, si erano detti: "Nessuno di noi ha denaro. Nessuno di noi ha grattacapi di [...]

[...] beveva anche se gli altri ne erano sazii. Gaetanino, per esempio, aveva un debole per lo stufato a pancia piena. Finita la cena, che veniva [...]

[...] vestiva con un certo scicche. La caratteristica era che tra loro non c'erano donne. Di sottane non volevano saperne. Dove ci sono, dicevano, mettono la [...]

[...] mattina in cui lui e Gaetanino erano andati a sgarbugliarsi gli occhi col grappino. Che cosa è che poteva martoriarlo se non una donna? Non sono [...]

[...] lenzuola erano di ghiaccio, la donna era a gozzovigliare in un altro letto. — Bagascia! Adalgisa era tornata dalla campagna sul Terraggio più [...]

[...] , distratta, si stiracchiava le braccia come una villana o si toglieva con le dita i filamenti di carne che le erano rimasti tra i denti, in mezzo alle [...]

[...] . Adalgisa si irritava e gli rispondeva che neanche le altre erano più educate di lei. — Sissignore, sissignore, sissignore! Vedeva bene quando [...]

[...] avvertite da una generazione all'altra. Malgrado le condizioni e le abitudini, c'erano momenti in cui Edoardo credeva di volerle un gran bene. Se ne [...]

[...] gola e di far bere il vino di bottiglia alla cameriera alla loro presenza. L'ultima sera si erano avvicinate le sedie. Le finestre erano [...]

[...] alla sera. Non voleva crepare tisica in casa sua. Aveva ancora una madre che piangeva notte e giorno per lei. In casa della mamma non c'erano i [...]

[...] fino alla sommità del seno, affascinava. Dal suo ritorno c'erano degli scicconi che comperavano essi stessi il sedano e il lattughino rosso e sottile [...]

[...] rassomigliavano a Massimo erano il fondo religioso e l'avversione profonda per il matrimonio. Non era un chiesaiuolo che sginocchiasse su per i [...]

[...] illuminato la sala e i brindisi augurali erano succeduti ai brindisi. Bentoni, come capo del personale della casa Vittone, aveva salutato gli [...]

[...] più che due contro uno. Gli altri cavalli erano sconosciuti, tranne Lord Endel, il morello chiazzato di bianco alle culatte, che era stato a un [...]

[...] largo, tra lo steccato e le tribune, erano molti sportsmen in tuba cenerina, coi cannocchiali puntati sui corridori, che dicevano alle loro [...]

[...] dava importanza. Era il gioco del fantino per suscitare della commozione. Due siepi erano state saltate e Lara aveva ripreso il posto, lasciandosi [...]

[...] metri dalla prima siepe già saltata da Lara e da Lionello, tutti erano convinti che la vittoria sarebbe stata della prima. Alcuni, incalzati da [...]

[...] questa convinzione, si erano avviati, adagio adagio, verso i book-makers per riscuotere. Adalgisa s'era immusonita per la testardaggine del Bentoni [...]

[...] Candida. Capiva anche lui che non era un mestiere per una ragazza che mangiava tanto pane. Le guantaie erano ragazze mingherline, colla faccia patita e [...]

[...] protetta da un salario adatto all'ambiente. I fiori erano la sua passione. Non poteva passare dinanzi un giardino senza lasciarvi dietro gli occhi [...]

[...] andata di sopra con un po' di castagne arrosto a trovarli, erano come lei. Ne aveva viste delle lavandaie andare a male e delle stiratrici che [...]

[...] libri religiosi, che qualche anno prima gli davano delle estasi, gli erano divenuti insipidi. Gli lasciavano un bianco nella testa e un vuoto nel [...]

[...] trovava che erano istruttive. In mezzo a loro si sentiva bene, si trovava come in casa propria, tra gente che la pensava, su per giù, come lui, e che [...]

[...] il marito. Giuliano e Annunciata erano faccia a faccia e le ragazze occupavano il resto del tavolo, lasciando alla mamma il posto vicino al fuoco [...]

[...] , perchè erano tutti d'accordo che non valeva la pena di untare i piatti. Annunciata faceva lo stesso in casa sua. Tanto più che lavava già troppo [...]

[...] paese, che non conosceva la minestra e che era divenuto, per questo fatto, il più forte del mondo. I cinesi, che si nutrivano di riso, erano soldati [...]

[...] avventizie erano buone donne che obbligavano la padrona a essere sempre presente. Lei sapeva che, via la gatta, ballano i ratti. Sol ch'essa [...]

[...] crepata. Se ne poteva vedere la differenza del sistema di vita guardando a loro. Erano a tavola in nove e neanche Enrichetta, che aveva fatto sette [...]

[...] ricchi dei suoi clienti erano in quelle condizioni. Ce n'era uno che moriva via lentamente aspettando la voglia di mangiare dalle polverine che [...]

[...] anime, non c'erano forse che poche vecchie che avessero lo stomaco sdruscito. — Il medico di Santa Corona, diceva Giuliano, spende poco per la [...]

[...] queste storie erano il frutto dell'immaginazione. Annunciata lo pregava di tacere perchè su certi fatti non le piaceva scherzare. Quello che [...]

[...] scranna. Col freddo, ci s'impigrisce dinanzi al fuoco. Non erano passati che due o tre minuti. Oh Dio! Le si doveva perdonare se non poteva dire [...]

[...] certe cose tutte in un fiato. Non erano forse passati due o tre minuti che sentì un tremendo pugno cadere sull'armadio dei piatti che la fece saltare [...]

[...] l'armadio con un randello in mano per precauzione. Nessuno! Non c'era che il disastro. Le tazzine erano precipitate sui piatti e tutti assieme si erano [...]

[...] volare in cielo. Ci fu un attimo di sosta. Il vento ruggiva per la gola del camino e il fumo imperversava a buffate per la stanza. Tutti erano [...]

[...] nella ruota senza alcun segno. Erano maschi, erano femmine? Non ve lo saprei dire. Mi scaricavo e li facevo portar via. In allora avevo in orrore [...]

[...] . Non si curò di guardare nè se erano vivi, nè se erano morti. Li adagiò su dei cenci, li ravvolse in un giornale, girò la ruota e andò a bere le [...]

[...] del sangue e non sono riuscita che a calmare il tumulto del cuore, col dubbio che mi invadeva la persona. Quali erano i miei due o le mie due, se [...]

[...] non sapevo esattamente neppure l'anno della loro nascita e se i senza segni di quegli anni erano la maggioranza? Enrichetta chiamava Candida e [...]

[...] rimproverava di aver partorito un ladro. Rubava dappertutto, anche in casa sua, dove non c'erano più che quattro chiodi e un pagliericcio fetente sui [...]

[...] tessitura erano quelle che tenevano in piedi la casa, e, senza di lei, sarebbero tutti sulla strada a soffiarsi sulle dita e alla sera, andrebbero [...]

[...] fiaschi e manate di capelli di donna ch'egli vendeva al parrucchiere sul corso. Gli angoli della sua stanza erano ammucchiati di tutte le porcherie [...]

[...] come gli altri giorni, dandosi del coraggio con un grappino che le portava la vicina dopo il suo uscio. Diceva che erano delle smorfiose le donne [...]

[...] , dopo che le macchine avevano distrutto l'amore per i lavori a mano. Le sue cifre sui fazzoletti di batista dell'aristocrazia erano dei [...]

[...] capolavori. Con delle sigle leggerissime che sentivano dell'altezzosità della classe per la quale erano fatte, sotto la corona di conte o di marchese, a [...]

[...] di barolino al ghiaccio, quando i signori non erano a Milano e la madre, con tutte le vesti che le portavano dabbasso le cameriere, non aveva [...]

[...] il sottovoce, si ritirava con aria di annoiata sulla sedia di lavoro. Il martedì e il giovedì, dalle due alle sei, erano i giorni in cui faceva [...]

[...] negli occhi la lussuria di chi ha goduto dell'abbraccio dell'uomo. Erano i momenti più felici della sua vita di operaia. Si sentiva più lieta, baciava [...]

[...] giovine della nobiltà milanese, che l'aveva colta come un fiore appena sbocciato, la lasciava avvizzire nella portineria come erano avvizzite le [...]

[...] come indurita. Le dita di grande signora abituata al piano le erano diventate magroline e la mano, tutto assieme, pareva scarna. La pelle della [...]

[...] il suo individuo nudo, perchè anche gli abiti che indossava per la cerimonia erano stati pagati dalla Silvia. Ma le faceva il sommo regalo di [...]

[...] sempre sotto gli occhi dei ministri. Aspettarono parecchi anni. I genitori di Silvia erano morti lasciandole quel poco che avevano. La famiglia era [...]

[...] e senza trasporti nei figli. Non erano belli e non era diffusa sulla loro faccia la gagliardia militare del padre, ma erano buoni, docili [...]

[...] due classi elementari e i ragazzi erano stati in terza. Ma nè i maschi nè la femmina avevano portata via la voglia di leggere. La madre diceva [...]

[...] vivere bene erano state perdute a una a una. Era difficile che al loro desco domenicale si vedessero un po' di carne e un bicchiere di vino. La [...]

[...] delle famiglie che mancano di tutto. Non erano dei decaduti come Achille Vaselloni, ma a Cremona avevano vissuto agiatamente. Il padre era un cuor [...]

[...] conosciuto come l'erba bettonica. Bastava domandare di Alessandrino, il pancione, perchè tutti vi mandassero in piazza, sotto i portici a destra, ove erano [...]

[...] i suoi banchi allineati, tra una colonna e l'altra, dinanzi al Bottegone. Lo si chiamava il Bazar all'aria aperta. Erano filate di vetrine [...]

[...] un pivello, la paglia del virginia che fumava. Le sue fermate erano ai grandi cascinali dei fittabili e nei paesucoli ove veniva annunciato dalle [...]

[...] campagna a coltura intensiva, c'erano gli uragani e la siccità che devastavano i campi e indebitavano migliaia di famiglie abituate alla prosperità [...]

[...] bigattiere. Erano dolori che Alessandrino capiva, perchè anche lui pativa della stessa malannata del contadino. Se il paesano impoveriva il [...]

[...] arrivava e domandava di loro per chiudere la partita. I suoi crediti gli erano diventati dei debiti. Andava attorno, si straccava, scolorava la [...]

[...] centesimi. Le famiglie cospicue, che mandavano di solito a prendere il lucido, si erano stancate, perchè le serve dicevano che il suo lucido [...]

[...] mandava a grosse a tutti i tabaccai, e a scatole alle case signorili, erano diventati, per i suoi avventori, zolfini che parevano stati nell'acqua [...]

[...] . Dicevano che ce ne voleva un cavagno per accendere il fuoco. E tuttavia erano della stessa ditta Medici, che inviava fiammiferi a mezzo mondo. Il [...]

[...] dicevano che cercavano dei fabbri o dei falegnami. I suoi capelli erano un ostacolo insuperabile. I padroni li vedevano volentieri come il fumo negli [...]

[...] vuotare il boccone, passava di meraviglia in meraviglia e diceva a sè stessa che i milanesi non erano tanto generosi come si diceva. Il marito [...]

[...] l'avvertiva di pazientare perchè gli edifici nuovi non si facevano su in un minuto. Loro erano degli estranei capitati in una città senza conoscenze [...]

[...] tenevano il cucchiaio in piedi. Mangiava sempre con ingordigia, masticando male o ingoiando i bocconi intieri. Erano gli ultimi raggi di un sole [...]

[...] tutta disegnata sotto la coperta di cotone smunta. C'era più nulla del volume d'una volta. Non c'erano che i resti di un corpo stato consumato fino [...]

[...] un'Italia senza stranieri. Con i pezzi dello Stivale messi assieme, i suoi ideali si erano acquietati nella soddisfazione e faceva pancia senza [...]

[...] orribile. Gli occhi gli si erano asciugati in modo, che non esisteva più nelle occhiaie che della materia nera, sulla quale pareva si fossero già [...]

[...] posati i mosconi. Le orecchie erano delle cartilagini gialle, i cui orli paonazzi piegavano su sè stessi e la pelle screpolata del naso gli si [...]

[...] bisogno di denunciarlo. Chiunque sapeva che erano due sgorbi umani che facevano vomitare a guardarli. Pietro poi era un gobbo pericoloso che si [...]

[...] sapere che vi erano degli esseri che vivevano in tanta melma. Pareva un'abitazione di cani pitocchi. C'era della carta straccia e unta sul focolare [...]

[...] , negli angoli e sotto il tavolo. Il letto era sempre sfatto e le lenzuola stracciate non si distinguevano dal colore della coperta. Le pareti erano [...]

[...] . Mentre si sgravava di altri due, Ricchetto e Gigi perdevano la fioritura, divenivano flosci e erano tormentati dalla dentizione che cresceva [...]

[...] mangiarli. Da una parte e dall'altra c'erano vicini che uscivano con la chicchera a far vedere a tutti che prendevano il caffè come i signori [...]

[...] erano sempre un po' ruvide, perchè continuava a tuffarle nell'acqua, ma bianche come se le strofinasse col cold-cream e le tenesse inguantate [...]

[...] tre anelli alle dita non li metteva che nelle giornate solenni, perchè le erano stati regalati dalla sua Adalgisa. — Sì, la devo vedere oggi. Sta [...]

[...] . Con la stretta di mano si erano comunicata la notizia che stavano tutti bene. Luraschi, il falegname, vestito di fustagno nuovo, sotto il [...]

[...] erano le facce rosse e gli occhi alcoolizzati degli individui che cantavano a perdita di fiato: Ciao, ciao, ciao — Morettina bella, ciao — prima [...]

[...] di partire — un bacio ti voglio dare — un bacio alla mamma — due al papà — e cento alla Morettina — di baci ne voglio fare. Nel mezzo erano i [...]

[...] e se ne andavano, c'erano quelli pieni fino alla fossetta della gola, che si tenevano ritti con la mano al rialzo lastricato di zinco, sul quale [...]

[...] , con l'altra, picchiavano, di tanto in tanto, il soldo per un altro bicchiere di raccagna. Ai tavolini c'erano anche delle donne che bevevano coi [...]

[...] . Il Cortilone si era andato popolando di donne che portavano lo scaldino di terra sotto il grembiale. Dove il sole era largo si erano agglomerate [...]

[...] quelle che si scambiavano il servigio della pettinatura. Erano sedute sulle scranne gregge, in sottane colorate con la balzana a sbrendoli che [...]

[...] . L'hai preso? Erano due? Grassi? Mettili sotto i piedi, i maledetti che mi volevano mangiare viva! Lucia ne aveva troppi. Orsola era stufa di [...]

[...] spettatori e le spettatrici, che si erano assiepati intorno alle barruffone, incominciarono a stringersi nelle spalle. La Pina si era impadronita di una [...]

[...] che le erano scappate sotto i fianchi e con una grembialata si nettava il viso graffiato e spruzzato di sangue, soddisfatta di avere data una [...]

[...] Ponte Vetero, dove c'erano sempre i maccheroni al salto e le minestre nelle quali stava in piedi il cucchiaio. Intanto che il suo pensiero [...]

[...] finire delle camicie di batista col plastron a grandi sbuffi. Parlava con una del mestiere e non aveva bisogno di spiegare che cosa erano gli sbuffi [...]

[...] erano? Che cosa mancava loro? E voltava l'argomento dicendo che oggi avrebbe pranzato con la mamma. Era Bentoni che ve l'aveva mandata a bella [...]

[...] testa e dei sorrisi graziosi. — Buone feste! Le quattro che aspettavano Marianna erano divenute pallide. Adalgisa la vedeva avanzarsi con il rancore [...]

[...] piangere come una disperata. Ma c'erano i curiosi che guardavano e le amiche bianche e paralizzate dalla paura che non avevano saputo pronunciare [...]

[...] necessario a periodi, e nereggiando gli spazi nei quali erano gli straccioni della fame cronica, ammucchiati nelle stanze dove si moriva di morte [...]

[...] stabile. Gli avventizii, che rappresentavano la popolazione fluttuante, non erano assolutamente una agglomerazione di invalidi, ma poco ci mancava. E [...]

[...] . Erano gli impotenti. Mancavano di forze, di salute e di abilità. Gli altri, che venivano dopo loro, erano i naufraghi, quelli che non avevano mai [...]

[...] avuto una occupazione fissa, che non sapevano alzarsi alla campana di un orario, o attendere a un lavoro costante, e che erano assolutamente [...]

[...] andava lasciando qualche cosa di suo sul tavolo. Lo credeva un obbligo sacrosanto quello di dare una mano alla gente che coi loro centesimi erano [...]

[...] persone che non bussassero tre volte col calcagno, segnale che voleva dire che coloro che bussavano erano di casa. La gente attraversava la via [...]

[...] nostra salute e crepi l'avarizia! Di fuori il cicaleccio si diffondeva, andando di piano in piano e rumoreggiando dove erano i crocchi degli amici [...]

[...] buttando in aria folate di fumo. Erano buaggini che si potevano dire a pancia piena. E chi tirerebbe innanzi la baracca se tutti facessero la vita [...]

[...] , Baldino, e sta su allegro che la provvidenza c'è per tutti. Gli amici, rincuorati da Angelino, gli si erano tirati intorno, lasciandogli il posto [...]

[...] le unghie vellutate di porcheria. I suoi abiti erano ancora quelli di quattro anni sono, stati conservati nel guardaroba del reclusorio di [...]

[...] . Sentii delle pedate nude che salivano le scale. Erano loro. Misi la chiave nella serratura, girai le due mandate tenendo l'anta alta per non [...]

[...] udivano dei tonfi e dei movimenti di ferri che mi facevano correre il gelo alla testa. Al momento in cui erano riusciti a cacciare la mano nel [...]

[...] sottraevano ai compagni, andandosene soli, con gli addii bruschi che facevano meravigliare i compagni coi quali erano abituati passare la serata. Dove [...]

[...] andavano? Molte volte si erano promessi di pedinarli e scoprire come diavolo sciupavano il tempo, ma finivano sempre col concludere che facevano [...]

[...] po' di risotto in un giorno d'allegria generale. Non erano morti e la stessa disgrazia poteva capitare anche a loro, poteva. Ah, allora avrebbe [...]

[...] animalesco. I pomelli degli zigomi gli si erano pezzati del rosso del mattone e il naso, che aveva della rana incollata sulla faccia, era coperto dalla [...]

[...] che erano ammalati, scattava con gli occhi corruscati dalla vendetta e si metteva a pestarla a sangue. I vicini avevano pregato il padrone di [...]

[...] pazienza. Poteva anche morire, per la sua vita da cane che conduceva. Ma i figli erano i suoi figli e voleva loro bene. E baciucchiava il Richetto [...]

[...] usci che chiudevano fuori l'umidore fumido. Le scale traducevano la quiete del Casone. Non c'erano che gatti che si inseguivano per le ombre [...]

[...] che non tenevano più da nessuna parte o degli stracci che non si erano disciolti nell'acqua per miracolo. La sua onestà era proverbiale. In tanti [...]

[...] aggiungeva energia alla loro carnagione cotta dal sole. L'affezione dell'una per l'altra e l'intimità di tutte erano inconcepibili per coloro che [...]

[...] l'inquietudine delle altre. Si rivedevano schiacciandosi baci sonori sulle guance come se fossero state assenti degli anni. Unite erano sempre gaie [...]

[...] lavoro alla gola. Divenuta sciaticosa, erano loro che tiravano innanzi il carro e che le tenevano assieme le clienti per pura amicizia. Non erano [...]

[...] . Era una carità che non doveva negarle, perchè Iddio lo avrebbe ricompensato. Marco pareva di sasso. Erano le solite storie che gli entravano [...]

[...] avevano di voler passare prima degli altri. La legge giusta doveva essere uguale per tutti. Erano di una esigenza che lo metteva di malumore. Si [...]

[...] all'ospedale come si va a far pancia in villeggiatura. E i villani! Non erano che dei pivioni, degli intrusi, degli scrocconi e dei furbi che si adagiavano [...]

[...] portiere egli era stato becchino. In allora c'erano dei momenti di tregua. Ora non si sapeva più il giorno in cui la sala di osservazione aveva un [...]

[...] erano sestuplicati senza riuscire a ammetterli tutti. C'erano poi dei medici sbadati che non sapevano mai dire di no. Ah, se avesse comandato lui [...]

[...] sciupare dell'altro denaro. Erano dei veri pitocchi che vi andavano a spidocchiarsi e a rifocillarsi lo stomaco. E l'ospedale non era mica un [...]

[...] fracasso dei ferri dei cavalli che sdrucciolavano perdendo scintille fin sulle pietre del porticato. Erano broughams con le tendine calate, carichi [...]

[...] sulla barella, magari senza guardarli in faccia e senza udire i lamenti che vagolavano per le colonne come voci di morenti. Erano abituati a [...]

[...] stava meglio. Non s'erano mai veduti tanti ammalati come in questi tempi. Non si sapeva più dove metterli. Al giorno d'oggi vi guardano in gola [...]

[...] capire che i ferri erano i ferri. Ora, che santa Lucia conservi a tutti la vista, era meglio morire che farseli curare. Ci andavano dentro coi [...]

[...] cataratta che non le faceva il menomo male. Ci vedeva un po' meno, ecco tutto. E ora? I ferri erano i ferri. E ora lei non era più lei. La sua vista [...]

[...] si era andata indebolendo e i suoi occhi erano diventati due fontanelle che piangevano dalla mattina alla sera. Gigia sentiva e approvava. Aveva [...]

[...] stava comperando due aranci e due ossi di morto, che la venditrice diceva miracolosi. Molte ammalate erano guarite a mangiarne una mezza dozzina [...]

[...] avesse imparato il mestiere della madre, perchè una disgrazia poteva sempre capitare da un giorno all'altro. Le clienti c'erano, i posti al lavatoio [...]

[...] c'erano, i locali nel cortilone potevano essere aumentati e con della buona volontà avrebbe potuto guadagnarsi dei bei quattrini. Gli mancava la [...]

[...] copricapo. Le loro scarpe, dalla suola grossa due dita e costellata di chiodi, erano appesantite dalla mota che avevano raccolto lungo il viaggio, e [...]

[...] griderebbe la croce contro i poveri infermieri che non hanno saputo impedire che si riempissero. All'entrata della sala Bianca Maria Sforza c'erano [...]

[...] cosa insoffribile. I parenti che erano lì a trovarla s'erano voltati dalla vergogna, dicendo anch'essi ch'ella avrebbe potuto scegliersi un'ora più [...]

[...] perchè erano sei giorni che s'aspettava la sua scampanellata. Da due giorni il professore andava dicendo che domani le avrebbe ordinato un [...]

[...] Bentoni. Lui e lei erano ravvolti in una grande pelliccia che faceva ritirare in disparte le persone sul loro cammino, come per far largo a dei signori [...]

[...] il porro con tre peli sul mento erano indimenticabili. Bentoni, con la tuba e coi guanti in mano, diceva che senza annoiarsi a passare di letto [...]

[...] questa mattina le si erano sbattuti i denti come se fosse stata in una ghiacciaia. Ciascuno le aveva accarezzata la mano che teneva sulla coltre [...]

[...] le donne che circondavano il letto di Luigia erano unanimi nel credere che i dolori sciatici non si curano all'ospedale. Se la Luigia si fosse [...]

[...] braccia dai facchini, perchè non sapevano reggersi, erano usciti dall'osteria degli sciaticosi pochi gorni dopo, come gente che non avesse mai [...]

[...] , morivano via come le mosche. Non c'erano più vecchi. Era molto se si riusciva a toccare i quarant'anni, l'età in cui si dovrebbe incominciare a far [...]

[...] Dio. Ne aveva viste guarire di quelle che erano andate fino all'uscio della morte, di quelle spedite dal primario. — Abbiate fiducia nel Signore [...]

[...] ! Un grido acuto distrasse tutti. Era venuto da un letto dall'altra parte della crociera, dove erano le operate di ieri e di ieri l'altro. La sala [...]

[...] mandato a chiamare d'urgenza perchè erano obbligate a far il loro dovere. Ma gli si ripeteva di avere fiducia in Dio. Dio non abbandona gli [...]

[...] incominciano a star meglio, e altre operate prendono il loro posto di gridare e dar fuori come matte. Alla vista di stamane i medici si erano [...]

[...] vendicativa e tutti lo sapevano. Ma c'erano cose che gridavano vendetta in cielo. Anche vestita di seta, sapeva rimboccarsi le maniche e lasciare il [...]

[...] . Senz'accorgersi le si erano riempiti gli occhi e le lacrime le scorrevano in bocca a farla singhiozzare. Bentoni, commosso, l'accarezzava e se la stringeva al [...]

[...] parlare e che crede sempre di avere qualcosa da dire. — Andiamo, signori! Adalgisa domandava scusa alle amiche. Le erano venute giù le lacrime [...]

[...] , dicendo apertamente che erano contenti che fosse venuto il rendimento dei conti per quell'uomo che era stato la tribolazione di tutti. Gli inquilini [...]

[...] l'edificio delle generazioni senza mettere giù le fondamenta. E le fondamenta di una costruzione così enorme erano nel dizionario. — Tu, che ne hai [...]

[...] col letto non volevano scherzi. Si sapeva che c'erano imbroglioni che mettevano nelle federe la lana frusta sulla quale era magari morto qualcuno [...]

[...] parlava con le signore e che non accettava mai un centesimo meno di quello che metteva sui suoi conti, perchè i suoi conti erano del lavorante che [...]

[...] andarle a cercare. Ma la scampanellata la mise di buon umore. Era lui. Le relazioni tra Giuliano e Annunciata non erano mai andate oltre [...]

[...] volontà del Signore. Con la mano di Dio dappertutto, il domani non le aveva mai fatto paura. Gli uccelletti erano i suoi testimoni. Volavano [...]

[...] volontà di aggiungere un po' di benessere e di ammansare la lotta che li svigoriva. Ma non erano riuscite che a inasprirla. Perchè le loro [...]

[...] tribolazione, la fine dei patimenti, la fine delle ingiustizie. Lì dentro erano il necessario e il superfluo. Ah sì, era tempo di dare un po' di [...]

[...] di ferro. Il custode non apriva che alle persone che si potevano ricevere. Alle altre diceva che non c'erano in casa e richiudeva l'usciolino a [...]

[...] pareva di essere punta, succhiata, trafitta. Forse erano le zanzare. Ma le zanzare non potevano andare nella lana senza farsi schiacciare. E poi il [...]

[...] essere benissimo un galantuomo, ma poteva anche essere un fior di birbone. Sul conto dei tappezzieri ne sapeva di cotte e di crude. Erano fatti a [...]

[...] posta per far denari sulla pelle degli altri. Non era un anno che aveva udito, con le sue orecchie, che marito e moglie erano morti di una malattia [...]

[...] . Giù dabasso, al chiaro, avrebbe potuto indovinare di che si trattasse. Così, già, erano divenuti impossibili. Ella non voleva mica passare un'altra [...]

[...] Milano c'erano, a dir poco, sei mila fra tappezzieri, fabbricatori di mobili e materassai. Ogni operaio di questi mestieri affini si associava e [...]

[...] quello della fruttivendola, come quello del facchino. Mi ricordo dei terz'ultimi miei padroni. Marito e moglie erano sempre sotto. Lui dava della [...]

[...] , poltrone, lamentatevi poi se vi si lascia in dietro! Vaselloni, con l'abitudine di alzarsi quando gli inquilini erano al lavoro da un pezzo [...]

[...] , asciugandosi la bava della bocca e gli occhi che gli si erano bagnati come se avesse pianto. Gli altri, ammucchiati nell'ombra, gli dicevano di non parlare [...]

[...] . Ricordatevi che avete con voi dei ragazzi e che i ragazzi mangiano. Egli non credeva ai miracoli. Sapeva che erano panzane belle e buone. Ma non [...]

[...] anche lui un po' dell'antipatia degli altri per i Cristaboni, due demoni che si erano fatti mettere fuori del portone dai carabinieri. Anni sono si [...]

[...] desolazione dovunque erano passati. Erano il colera, erano la peste, erano la scrofola che torturava e uccideva. E se non gridavano: via! via! era [...]

[...] impensierisce. Ce ne erano due o tre che potevano essere citate a modello. Non facevano del lusso, perchè qui non è il sito di farne. Ma mangiavano [...]

[...] domenica mettevano giù la tovaglia. Tra noi del Casone non c'erano che Lorenzo, il parrucchiere, Martino, l'inverniciatore, e Paolino, il chiavaio [...]

[...] oppiate. Era la prima a entrare dove c'erano dei cadaveri. Il giallo degli occhi e il paonazzo delle labbra dei morti non la facevano tornare [...]

[...] di Antonio. Egli è morto come un dannato. I crampi allo stomaco durante il raffreddamento del corpo erano così inesorabili che nel delirio il [...]

[...] . L'energumena sembrava assolutamente incosciente. Tutti i suoi atti erano della indemoniata che si sarebbe buttata in una voragine di fuoco. Vociava [...]

[...] vita con un parossismo religioso che la martirizzava. Durante le sue smanie epilettiche i suoi atti erano troppo sinceri per pensare a una [...]

[...] erano sedute lungo due panche e le vecchie sulle scranne di lisca. Qualche volta il trabalzo mandava le une sulle altre, suscitando la risata [...]

[...] erano ficcate le spadine con la punta senza trafori, o gli spillettoni dalla capocchia quadrettata e dorata. La minoranza delle seconde l'aveva [...]

[...] maledettamente i piedi! Per il largo della piazza c'erano le rivelatrici dell'avvenire, le donne che dall'alto delle scranne invitano la gente a farsi predire [...]

[...] il futuro. Erano donne tra i trenta e i quaranta, brutte, lercie, con gli occhi e la bocca della megera. La loro sfacciataggine era tale che mi [...]

[...] . Migliaia e migliaia di persone erano là pronte a giurare che la grazia della guarigione si era compiuta sotto i loro occhi. Mi lasciai trascinare, vi [...]

[...] della B. V. erano oppressi da un lavoro senza posa. Tutti i pellegrini avevano roba da far benedire. E per benedirla dovevano pronunciare delle [...]

De Roberto Federico
I Vicerè
11 1894 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 362 occorrenze

[...] perchè mai don Baldassarre non dava l'ordine? Senza l'ordine di don Baldassarre non si poteva far nulla. Del resto, neppur gli scuri erano [...]

[...] parenti, oramai, erano avvertiti: soltanto il famiglio mandato ai Benedettini veniva a dire che Padre don Lodovico stava per arrivare, ma che [...]

[...] , dieci altre visite erano sopravvenute: il barone Vita, il principe di Roccasciano, i Giliforte, i Grazzeri, don Carlo Carvano, marito della cugina [...]

[...] finestre erano state abbrunate fin dal giorno precedente. A buon'ora, dinanzi alla folla curiosa che gremiva la terrazza e le scalinate, avevano [...]

[...] d'argento inginocchiati da una sola gamba aspettavano di reggere il feretro. Ad ogni angolo inferiore del catafalco, su tripodi d'argento, erano [...]

[...] , con le giubbe di velluto nero, anch'essi coi ceri in mano. - Chi sono?... Di dove spuntano?... Erano i zolfai delle miniere dell'Oleastro chiamati [...]

[...] c'erano le carrozze dei non nobili più belle della sua. E Baldassarre, tutto in sudore per la fatica sostenuta nell'ordinare il corteo, nel far [...]

[...] , l'arrivo del contino da Firenze e del duca da Palermo per leggere le ultime volontà della principessa; e le opinioni, nel pubblico, erano [...]

[...] ; alcune donne erano già svenute, in due o tre punti si litigava fra chi voleva spingersi avanti e chi non voleva tirarsi indietro; ma nessuno si [...]

[...] , un'altra volta mancava pel signor Marco, poi erano tutti in campagna.... - Mio figlio Salvatore non voleva offrir loro la sua messa? Meglio [...]

[...] intonavano il Tuba mirum rubato al Palestrina!... Come lui, erano venuti in chiesa quanti eran corsi nei primi momenti a palazzo por offrire i loro [...]

[...] del Dies irae assordava tutti; i preti erano scesi verso il catafalco, benedicendo; la musica intonava il Libera me, riprendeva le frasi del [...]

[...] pezzi grossi dove c'erano, fra gli altri, il presidente della Gran Corte, il generale e alcuni senatori municipali, don Blasco continuava a fiottare [...]

[...] città portava ancora i segni della terribile repressione dell'aprile Quarantanove: non erano del tutto scomparse le tracce del fuoco e del [...]

[...] , non sapeva nulla intorno al contenuto della carta di cui aveva firmato la busta, e i figli della morta erano al buio peggio 43 degli [...]

[...] , come familiari della defunta, erano richiesti della loro opinione, ma essi che ne sapevano meno di tutti, rispondevano evasivamente, per non far [...]

[...] Mariano? I tre di cappacorta, erano nobili - nobili! - e i tre di cappalunga, giurisperiti.... GIURISPERITI!... Adesso sapete com'è?.... Tutti i [...]

[...] mastri notai si credono altrettanti principi!... Un tempo c'erano i baroni da dieci scudi, oggi ci sono quelli da dieci baiocchi.... Allora la [...]

[...] corte, osservava che i cognati della morta, pei quali il testamento non aveva nessun interesse, erano più impazienti di conoscerlo che gli stessi [...]

[...] d'avvertirlo? L'attesa fu penosa. Nessuno parlava più del testamento, ma tutti gli sguardi erano rivolti alla cartella del notaio. I più indifferenti [...]

[...] ammirativi, le scrollate di capo di ringraziamento erano stati generali; ma appena la voce del lettore si spense, il silenzio fu, per un istante [...]

[...] giorno fu messo al noviziato di San Nicola e poi costretto a pronunziare i voti. Tutte quelle ricchezze erano del fratello primogenito: a lui non [...]

[...] dote che erano? Una miseria! Quando quella miseria puntellò e fortificò la pericolante baracca, divenne il prezzo col quale ella comprò il titolo [...]

[...] , la principessa non mise presto il ragazzo al noviziato: lo tenne in casa fino ai quindici anni. Erano i tempi delle rigide economie, dei [...]

[...] tesori che in parto erano colati sotto i suoi proprii occhi, Lodovico non intese se non querimonie, minacce di gente che rivoleva il suo [...]

[...] mentre al palazzo Francalanza la principessa lesinava il baiocco e prodigava le più efficaci dimostrazioni della miseria in cui erano ridotti [...]

[...] . Padre don Lodovico s'accorse del giuoco di cui era stato vittima troppo tardi, quando vide che le miserie lamentate dalla madre erano mentite [...]

[...] uno degli Uzeda, i cui antenati erano stati tanto benemeriti del convento, dovesse occupare la carica vacante, era fuori contestazione; ma don [...]

[...] quegli Uzeda; quando s'incaponivano in un'idea, neanche a spaccargli la testa li potevan rimuovere; erano dei Vicerè, la loro volontà doveva far [...]

[...] interamente distrutta quando c'era entrata donna Teresa; e ad ogni modo, siccome le rendite delle proprietà erano state riscosse anche nei [...]

[...] mantenimento quotidiano. Avevano aiutato, invece, a pagare i debiti e a salvar le proprietà; erano quindi confuse nel patrimonio ricostrutto e andavano [...]

[...] famiglia, «la grazia delle disgrazie!» lasciava ai figli «cose, cose da far recere i cani!...» l'affetto della madre; i figli, però, se non erano più [...]

[...] nessuno, vivendo la principessa, aveva osato fiatare; ed egli li aveva a malincorpo scusati, attesa la soggezione a cui erano stati avvezzi da [...]

[...] interesse portato verso quel paio di animali. Ma erano giuramenti da marinaio; egli non poteva rassegnarsi a star zitto, gli coceva troppo che la [...]

[...] ella gli voleva dare brevi manu, «rubandoli agli altri!...» Ora il giorno che, cominciato finalmente l'inventario, risultò che in cassa c'erano [...]

[...] sempre così distratta che le sue risposte erano oggetto di risa per tutti fuorchè per lo zio Blasco che se la mangiava viva. 84 Asservendo [...]

[...] questo v'erano altrettanti partiti, nel cortile, quante, teste presumevano, su nel palazzo, di fare a modo proprio. Donna Vanna era dunque del [...]

[...] beniamino, stava a Firenze e gli altri figliuoli erano qual più qual meno tutti aborriti, allora, più libera, donna Vanna favorì meglio l'amore della [...]

[...] riuscivano a trasfondere negli altri. Da parecchie generazioni s'erano venuti imparentando 87 con famiglie della vera «mastra antica», ma avevano [...]

[...] per l'Italia: scrivendo alla ragazza le diceva che le sue passioni erano tre: lei, la madre e la patria che bisognava redimere. Così anche [...]

[...] crucciata; le sue viscere materne s'erano improvvisamente commosse per Raimondo. Così, mentre tutti gli altri parenti che non eran «pazzi» come [...]

[...] fedecommesso, vietava che nessuno fuorchè il primogenito prendesse moglie; e infatti, nella generazione precedente, nè il duca nè don Eugenio s'erano [...]

[...] privilegi, straordinarii a paragone della soggezione in cui erano tenuti gli altri figli, bastavano a Raimondo: svegliavano invece le sue voglie [...]

[...] , era la scelta della sposa. Fra tanti partiti che le erano offerti, quale aveva preferito sua cognata? Quello proposto da Padre Dilenna, nemico [...]

[...] , così al morale essi erano o sfrenatamente amanti dei piaceri e dissipatori come il principe Giacomo XIII e il contino Raimondo; o interessati [...]

[...] pezzi di colonnati lucenti e sonanti. Patrocinatore, 101 notaio e sensale erano i suoi amici. Fra la gente che frequentava il palazzo Francalanza [...]

[...] Uzeda erano, gloriosi della magnifica origine della loro schiatta; donna, Ferdinanda ne era ammalata. Quando ella parlava di «don Ramon de Uzeda y [...]

[...] «barone» Palmi, di certi privilegi di centocinquant'anni addietro; ma che erano centocinquant'anni paragonati ai secoli di nobiltà degli Uzeda? Senza [...]

[...] erano due vecchi trespoli compiuti per pochi ducati ma decorati dello stemma di casa Uzeda; i cavalli, due magre bestie a cui ella dava in pasto [...]

[...] esser villosi, da quei contadini che erano. Le due cognate, a furia di sarcasmi e di liti, per poco non si strapparono i capelli; come don Blasco [...]

[...] erano aperte come la sua propria, e che il duca Tale ed il principe Talaltro gli volevano dare in moglie le figliuole; nessuno di quei matrimonii [...]

[...] che i primogeniti erano preferiti per un'idea che al soffio dei nuovi tempi pareva pregiudizio, l'invidia li rodeva. Per questo sentimento che [...]

[...] ; il 7 Satriano entrò in città dopo un sanguinoso combattimento. Tutti gli Uzeda erano scappati alla 109 Piana, il duca s'era barricato alla [...]

[...] , alla famiglia ed alla moglie. Per le nozze del nipote, il duca tornò in patria. Erano passati appena due anni dai fatti che gli avevano valso [...]

[...] duca, un po' Raimondo, un po' lo stesso principe; quel giorno erano fuori tutti e tre, più Lucrezia e Matilde. E il ragazzo era la disperazione di [...]

[...] . Come don Blasco aveva annunziato al Babbeo, tutti i servi protetti dalla principessa erano stati mandati via da Giacomo; invece i diseredati, quelli [...]

[...] che per aver favorito il figliuolo avevano meritato l'avversione della madre, erano stati da questi riconfermati nel loro posto. Due sole [...]

[...] ammirativa. Erano tutti pel conte, in cucina, come nelle anticamere, come nelle scuderie; perchè il padrone giovane non rassomigliava al maggiore [...]

[...] lui. Egli comprendeva tante altre cose: che la zia Ferdinanda non poteva soffrire la zia Matilde; che tra questa e suo marito c'erano dissapori [...]

[...] maggior impeto quanto più si difendeva da ogni altro contatto. Da un pezzo, nata la sorellina Teresa, le carezze non erano tutte per lui; nondimeno [...]

[...] famiglia di lui faceva alla propria, rovesciava il suo rancore sulla cognata. Tutti gli altri erano stati senza pietà per l'intrusa, o in odio alla [...]

[...] giunto a Milazzo dove erano andati per affari, per vedere il padre e la sorella di lei, egli aveva dichiarato di non aver preso moglie per vivere in [...]

[...] quando erano venuti a Firenze, la suocera non le aveva più scritto, nè risposto alle sue lettere, nè accennato a lei nelle lettere che mandava al [...]

[...] rovesciato la colpa sulla nuora; la sua gelosia e il suo odio si erano raddoppiati, le facevano una colpa perfino della nascita della bambina!... Come [...]

[...] questa scoperta le faceva a un tratto sentire il coltello della gelosia.... Ancora una volta, le passate sofferenze le erano parse nulla, paragonate [...]

[...] per una nuova molestia?... Repentinamente, giunto il dispaccio che annunziava la morte della principessa, erano partiti, ed ella aveva tratto [...]

[...] già finito e Lucrezia, la principessa e Consalvo s'erano già levati di tavola, quando Raimondo rientrò. Mostrava di esser molto allegro e d'aver [...]

[...] , presa la moglie che la madre gli destinava, si fosse posto il cuore in pace e paresse perfino aver dimenticato che fra loro due c'erano state un [...]

[...] ; ma la zitellona interrompeva: «Fatemi il piacere!...» intanto che la cugina, scrollando il capo, affermava che, veramente, gli studii non erano [...]

[...] . - Margherita, - sussurrò alla cognata, in confidenza - questa volta credo sia per davvero!... - Erano 138 quelli i sintomi? Poteva ingannarsi? Tante [...]

[...] Belvedere all'annunzio del primo caso in città. L'anno innanzi, come nel '37, gli Uzeda erano scappati alla loro villa sulle pendici della montagna, e [...]

[...] poichè il colera non arrivava mai lassù, erano certi di liberarsene. Il principe, smesso a un tratto l'acredine, 142 riparlava d'accordo e [...]

[...] 147 Priore don Lodovico erano già scappati, con tutti i monaci di San Nicola, a Nicolosi. La villa degli Uzeda era tanto grande da capire un [...]

[...] , pareva composta di parecchie fette di fabbriche accozzate a casaccio: non c'erano due finestre dello stesso disegno nè due facciate dello stesso [...]

[...] delle tante spese folli che erano stato causa della sua rovina: aveva fatto scavare un pozzo, per trovare l'acqua, a traverso le secolari lave [...]

[...] d'acqua e anice, il principe si faceva fare la corte. C'era mezza Catania, al Belvedere, e gli Uzeda che in città erano molto severi, facevano adesso [...]

[...] con chi è maritata?...» Il tema obbligato di tutti i discorsi erano naturalmente le notizie della città dove il colera si diffondeva [...]

[...] entrambi, ma le sue preferenze erano pel duchino Michele: non contenta dell'istituzione del maiorasco, lavorava a migliorare le proprietà [...]

[...] stava bene e che erano tutti al sicuro. Non pianse, ma si sentì vinta da una cupa tristezza che non riuscì a nascondere. Raimondo stesso se ne accorse [...]

[...] ?... - e le voltò le spalle. Erano passate due settimane dal loro arrivo e ancora non aveva udito parlare della Fersa. La sera di quel giorno, appena [...]

[...] fratello, gli comunicava i proprii disegni. «Avevano dato a intendere ai legatarii che erano stati trattati male dalla madre, ma la [...]

[...] e nipote per amore della buona fama del convento, per rispetto ai Padri che, a suo giudizio, erano tutti buoni e bravi egualmente; ma in modo [...]

[...] monastero!... Tutti i parenti, invece, tranne Chiara, che se avesse avuto un figliuolo se lo sarebbe cucito alla gonna, erano dell'opinione del [...]

[...] erano, per donna Ferdinanda, atti di valore e prove d'accortezza. Nè gli Uzeda avevano litigato coi sovrani e coi rivali soltanto, ma anche tra loro [...]

[...] bellezza della figliuola Agatina, la quale, seguendo le orme della madre, aveva civettato, ragazza, con tutti i giovanotti che le si erano [...]

[...] invaso ogni buco, 170 non c'erano in paese altro che le stalle dove poter mettere nuova gente. Nondimeno, per donna Clorinda e l'Agatina, che [...]

[...] ? Qualunque fosse il sentimento che gli dettava quelle parole, esse erano buone, la toglievano, almeno per poco, al suo cordoglio. E con l'anima che [...]

[...] chiamerai Serafino. Il tuo cuginetto si chiama Angelico, che?... Questo qui è Placido, questo Luigi... Erano frattanto arrivati due camerieri con [...]

[...] mettevano per educazione? Voleva dire che non erano buoni di educarlo in casa! Allora aveva ragione lui quando diceva che davano al ragazzo di [...]

[...] diporto dei ragazzi; non c'erano soltanto fiori, ma alberi fruttiferi, aranci, limoni, mandarini, albicocchi, nespoli del Giappone, e la mattina un [...]

[...] parlando dei novizii d'un tempo, che adesso erano monaci o alle case loro, narrando le storie antiche, il famoso furto della cera nella notte del [...]

[...] fabbricato, tagliava la faccia, scottava le mani, gelava ogni cosa: tanto che molti dei monaci s'erano buscate gravi malattie, non resistendo [...]

[...] perchè i suoi figli avevano lasciato i boschi e s'erano accasati da signori in città: menzogna patente, poichè, finito che fu il convento, il [...]

[...] feudi erano così vasti, che nessuno ne aveva fatto il giro! Quando parlava di queste cose, Frà Carmelo non ismetteva più, perchè egli aveva passato [...]

[...] tocca obbedirli. I Fratelli, infatti, erano addetti alle grosse bisogne, servivano i Padri al refettorio, mangiavano alla seconda tavola; e quando [...]

[...] che aveva dato un Papa alla cristianità; e poi c'erano gl'isolani, i Gerbini, che discendevano da re Manfredi per via di donne; i Salvo, venuti in [...]

[...] che un Padre o un Novizio passava dinanzi ai Fratelli, questi dovevano inchinarsi, piegandosi in due, incrociando le braccia sul petto; e se erano [...]

[...] avevano un nomignolo spesso ingiurioso o avvilitivo, col quale erano conosciute in città 183 più che col vero nome. I Fiammona si chiamavano [...]

[...] Caratelli, perchè corpacciuti come mezze botti; i San Bernardo Piange le fave, allusione alla miseria in cui erano ridotti; i Currera Tignosi [...]

[...] dava la pena di stare attento, Consalvo capiva tutto e raccoglieva lodi e premii, ma del resto non c'erano castighi, chè i maestri lettori, tutti [...]

[...] mesi. I calderoni e le graticole erano tanto grandi che si poteva bollire tutta una coscia di vitella e arrostire 185 un pesce spada sano sano [...]

[...] melati erano piatti che nessun altro cuoco sapeva lavorare; e pei gelati, per lo spumone, per la cassata gelata, i Padri avevano chiamato apposta da [...]

[...] . PP. si sentivano male o si seccavano di scendere al refettorio. Lì il servizio toccava ai Fratelli: a mezzogiorno, quando tutti erano raccolti [...]

[...] cuoco incettava, appena sbarcato, e prima ancora che arrivasse alla pescheria, il miglior pesce. Molte altre antichità c'erano veramente nella [...]

[...] Iddio dà la grazia di astenersene, sappiano d'averne a ricevere 187 propria e particolare mercede.» Le cantine di San Nicola erano però ben [...]

[...] a infrenare i peggiori; ma poi, coll'andar del tempo, zitti zitti, a poco a poco, questi erano tornati alle abitudini di prima; 188 gioco [...]

[...] e una quantità di case terrene tutt'intorno alle mura. Da queste fabbriche ricavava una magra rendita, perchè parte erano affittate a prezzi di [...]

[...] favore a vecchi fornitori o sagrestani ritirati, parte erano addirittura concesse come elemosina a povera gente, a famiglie nobili cadute in bassa [...]

[...] ; ma, al tempo dell'ammissione del principino, i contrasti erano quotidiani e violenti. L'Abate aveva, prima di tutto, i suoi partigiani; ma non [...]

[...] tutti i buoni monaci erano per lui, non garbando a qualcuno che il supremo potere fosse in mano d'un forestiere. Don Blasco col suo codazzo cercava [...]

[...] , i partiti erano poi scompigliati dalla politica che raggruppava i Padri in ordine tutto diverso. V'erano i liberali, quelli che al Quarantotto [...]

[...] 191 avevano parteggiato pel Governo provvisorio e ospitato la rivoluzione in persona dei suoi soldati; e v'erano i borbonici, che i liberali [...]

[...] intorno erano quasi tutti con l'Abate effettivo, borbonicissimo, obbedivano politicamente all'Abate onorario Ramira, quello del Quarantotto [...]

[...] v'erano partiti politici: i liberali, rivoluzionarii, piemontesi; e i borbonici, napoletani, sorci; ma se fra i monaci i due campi disponevano di [...]

[...] forze quasi eguali, qui i liberali erano in maggioranza. — Sono tutti i morti di fame, — spiegava don Blasco al principino; — quelli che a casa [...]

[...] , cantavano il Passio che la folla pigiata stava a sentire come al teatro. Dirimpetto al soglio dell'Abate, nei posti migliori, c'erano tutti gli [...]

[...] tardi. Intanto dodici poveri rappresentanti i dodici Apostoli, erano entrati nel Coro; l'Abate, inginocchiato, lavava loro i piedi — seconda [...]

[...] dalla sacrestia, in processione, a due a due, col Superiore alla testa; erano senza scarpe, coi piedi nelle calze di seta nera, per l'Adorazione [...]

[...] quando erano andati a Milazzo, secondo la promessa fattale al Belvedere dopo il colera, egli aveva ricominciato a smaniare, a mostrarsi infastidito e [...]

[...] , ma era la prima volta che l'abbandonava, giusto nel momento che la compagnia e l'assistenza di lui le erano più necessarie. La nuova tristezza non [...]

[...] pareva da un momento all'altro dovesse mancare. Lunghi e lunghi mesi erano così passati, quasi un anno intero, senza che ella potesse lasciar la casa [...]

[...] le maggiori ostilità erano contro Teresina. La bambina, vivace, curiosa, inquieta, commetteva spesso qualche monelleria, guastava qualche cosa nei [...]

[...] fratello, erano state ragioni per le quali il principe non aveva parlato della divisione. Adesso quel nuovo lusso costava a Raimondo; egli [...]

[...] chiamava «cavalli di ritorno» perchè, se non erano falsi del tutto, dovevano essere vecchie cambiali ritirate dalla principessa, trovate da Giacomo [...]

[...] !...» Vedendo ora che erano tutt'una cosa, si rodeva il fegato notte e giorno, e un ultimo fatto l'aveva inviperito e indotto a strepitare contro [...]

[...] circostanze erano diverse; egli non poteva fare uno scandalo, gli conveniva piuttosto dissimulare, ricorrere alla politica ed all'astuzia [...]

[...] azzardarmi....» Erano il frutto di riforme grammaticali da lui 210 studiate. Perchè apostrofare soltanto gli articoli, i pronomi e le particelle [...]

[...] , s'era messo a sperimentar la verità, schiantando gli aranci alti e rigogliosi per ripiantarli capovolti: ad uno ad uno tutti gli alberi erano [...]

[...] ne erano perfino gelosi: il sotto-cocchiere, specialmente, a cui toccava tutta la fatica e Matteo il cameriere. Essi parlavano a denti stretti [...]

[...] del fratello; e dal dispiacere quasi voltavano casacca, perchè, mentre prima erano contrarii alla contessa, adesso la compiangevano, dicevano che [...]

[...] promesso di Carlotta: il matrimonio si sarebbe celebrate fra un anno. Il principe lo volle ospite, a palazzo, anche gli altri che erano tanto duri [...]

[...] annunziato ogni momento una gravidanza che non si confermava mai, marito e moglie erano ormai pieni d'una malinconia che a poco a poco diventava una [...]

[...] , e così tutte le liti che evitavano tra loro le attaccavano invece con gli altri. Ora l'inizio della guerra col principe, del quale erano ospiti [...]

[...] privilegiata; ma erano appunto il principe, cioè il capo della casa, l'erede del titolo, e il conte, cioè quell'altro dei figli maschi che aveva una [...]

[...] enormi dei vicini, li accusava d'ogni porcheria e perfino di crimini. Non si contentava più di dire che erano ignobili, affermava che il nonno [...]

[...] , tutte le donne erano state altrettante baldracche.... Lucrezia la lasciava dire. Non capivano che più s'accanivano contro Giulente più ella [...]

[...] giovedì grasso, in un carro rappresentante un vascello dove tutti erano mascherati da marinai, passò e ripassò sotto la casa di donna Isabella [...]

[...] , tanto gli voleva ancora bene; gli perdonava perfino l'indifferenza con la quale trattava le sue figlie, le innocenti creature che erano sangue [...]

[...] Belvedere, dov'erano tutti gli Uzeda. Lì ella ebbe qualche mese di tregua: i Fersa non c'erano, gli Uzeda parevano di nuovo rabboniti. Suo padre [...]

[...] due contro uno? — Nossignore! — protestò Padre Rocca. — Erano ventimila di meno.... — Cento sessantamila austriaci contro cento quaranta mila [...]

[...] avevano da dieci a dodici anni, erano tal e quale don Blasco: grasse e grosse come mezze botti; e gli baciavano la mano e gli davano del Vostra [...]

[...] caffettiere e teneva due tavolini con sei chicchere per ciascuno, ad uso degli avventori, i quali erano in più parte spie e sbirri e sorci di polizia [...]

[...] del termine stabilito dalla principessa pel pagamento alle figlie, Chiara e Lucrezia non erano andate d'accordo; il marchese, biasimando l'amore [...]

[...] allora il rappresentante del Governo doveva avanzarsi con le braccia distese, per impedirgli di toccar terra. Erano le prerogative della città. Il [...]

[...] possibile!... Se la sera innanzi erano state insieme a San Nicola?... E come? Perchè? Quando tutto pareva finito?...» Ma i bene informati dicevano che [...]

[...] per terra? Un vecchio cappello del cocchiere, il quale s'era divertito, nel pomeriggio, a buttarlo per aria!... Se tutte queste cose non s'erano [...]

[...] partenze eran vere. Erano verissime: donna Isabella e Raimondo erano partiti, l'uno per Milazzo e l'altra per Palermo; il principe si apparecchiava [...]

[...] non udire, i «benpensanti» erano costretti a nascondersi! E quella bestia del generale Clary, con tre mila uomini sotto i suoi ordini, non usciva [...]

[...] , nascosti insieme in un angolo del giardino perchè, tolta la politica, erano amici, dettero fuoco ai fiammiferi e cominciarono a tirare le prime boccate [...]

[...] congiurati, vistisi scoperti, erano disperati, non comprendendo donde venisse il colpo. Ma Giovannino, ristabilito anche lui, s'alzava in quel [...]

[...] delatore, guardandosi turbati. A un tratto Giovannino esclamò: — La rivoluzione!... — e rientrò di corsa. Le squadre erano finalmente scese in città [...]

[...] , per dar l'attacco ai Napoletani. Tutti i monaci erano tappati dentro; l'Abate aveva fatto serrare i portoni dopo che tutta una popolazione [...]

[...] erano stati in galera o tornavano dall'esilio. Adesso tutti parlavano in piazza, dai balconi, per eccitare il popolo, o per discutere il da fare nelle [...]

[...] , pareva non interessarsi più a nulla, come alla vigilia del finimondo. Bixio o Menotti erano alloggiati alla foresteria; l'Abate evitava, ma il Priore [...]

[...] disposizione del figlio dell'anticristo, che passava i suoi momenti d'ozio coltivando rose. Un giorno, tra i novizii, che erano scemati di numero perchè [...]

[...] un nuovo disegno: farsi nominare professore all'Università. Non v'erano stati parecchi suoi avi pubblici lettori? L'impiego era decoroso e [...]

[...] nobile; la cattedra di storia, specialmente, gli faceva gola. Le sue conoscenze archeologiche, l'opuscolo sulla Pompei Sicola, erano buoni titoli: per [...]

[...] casa del principe. Sul portone, una comitiva di dieci o dodici individui, fra i quali c'erano i due Giulente, zio e nipote, cercavano del duca [...]

[...] andarsene; la cugina l'accompagnò. Intanto giù nell'amministrazione i delegati delle società, ammessi in presenza del duca, erano stati da [...]

[...] voci discordi rimanevano soffocate. I più infervorati erano i popolani, gli operai, la Guardia nazionale, la gente spicciola che non godeva del [...]

[...] erano tutti borbonici fin sopra i capelli? Tanto maggior merito da parte del duca nell'aver abbracciato a dispetto della parentela la fede [...]

[...] risorgevano a un tratto più insistenti. Fin dall'estate, fin da quando i Napoletani erano andati via, di tanto in tanto si trovavano attaccati alle [...]

[...] , allusioni maligne contro le persone più in veduta, e specialmente contro il duca. Erano poche parole, in forma dubitativa o interrogativa, ma [...]

[...] 267 ai quali quelli scambiati tra facchini e donne di mal affare erano complimenti e zuccherini. E la sua rabbia aveva un bersaglio più vicino e [...]

[...] puzzolente!... Furono quelli i giorni più tremendi per Lucrezia. Erano tutti scatenati contro di lei: o non le rivolgevano la parola, o la [...]

[...] gente a deporre nell'urna il nome del duca. Frattanto in casa di Chiara, quasi in segno di protesta contro quell'ultima pazzia del duca, s'erano [...]

[...] come fa onore alla famiglia: quando c'erano i Vicerè, i nostri erano Vieerè; adesso che ab- biamo il Parlamento, lo zio è deputato!... PARTE [...]

[...] non erano molto fini; ma gli sposi non dovevano fare tutta una casa con loro. Per tutte queste ragioni, Baldassarre non poteva permettere che i [...]

[...] gente che non andava troppo pel sottile, erano considerati come nobili; come a nobili senza titolo davano loro del cavaliere; ma i puri li tenevano [...]

[...] ; ma poichè don Cono sosteneva che discettazione non significava dissertazione, tra i due s'erano impegnate discussioni molto più lunghe e vivaci [...]

[...] contratto. — Cioè? — Eh !... Se ne contano più d'una dozzina.... anzi quattordici, precisamente. Prima erano dodici, poi il 288 Concilio [...]

[...] l'Onorevole, a ringraziarlo delle grandi cose fatte a Torino e, mentre c'erano, a chieder notizia degli affaretti particolari che gli avevano [...]

[...] a prendere, piovve donna Ferdinanda. Erano più di sei mesi che non saliva più le scale del palazzo, dal giorno che c'era entrato Giulente. Fin [...]

[...] nella Sala Gialla c'erano il principe e la principessa, don Eugenio, il duca, Lucrezia col promesso, Chiara col marchese e Raimondo che [...]

[...] genero, non era stato più alle mosse. Il principe gli andò incontro a baciargli la mano. Lucrezia e Giulente, seduti accanto, erano i più vicini [...]

[...] . 297 Per animare la conversazione languente, e vincere la freddezza da cui tutti erano impacciati, e rendersi utile, la cugina aveva cominciato a [...]

[...] accompagnato dal duca che scendeva giù a ricevere i suoi elettori, mentre Raimondo s'avviava da parte sua alle proprie stanze. E i tre non erano [...]

[...] ! Eppure egli non l'aveva tradita, allora! Ma erano venuti i tradimenti, 302 ed ella li aveva perdonati poichè tutti gli uomini ne commettono [...]

[...] , perchè invece di punzecchiarla non le badavano affatto. Che le importava! Erano così; bisognava prenderli com'erano. Purchè Raimondo non la lasciasse [...]

[...] ; le cose erano fatte larghissimamente e con molto gusto. Il notaio di famiglia aveva già steso, in base alla transazione e sotto la dettatura del [...]

[...] . Articolo politica, don Blasco e la sorella erano più arrabbiati di prima, vuotavano il sacco degli oltraggi e delle contumelie contro i liberali; e [...]

[...] marito e moglie, don Lorenzo e il duca, la principessa e perfino Chiara, fresca come una rosa; i dolori erano svaniti, ella aveva voluto a forza [...]

[...] in campagna, venne mattina e sera a trovarli in città. Arrivava per tempo, quando i Giulente padre e madre non erano ancora passati dalla nuora [...]

[...] , biasimava il largo spendere di Benedetto dopo essersi opposta al matrimonio perchè i Giulente erano «pezzenti.» Benedetto non si stancava di [...]

[...] dolori e le trafitture erano continui, oramai; ma, col coraggio dei maniaci, non ne diceva niente a nessuno, ostinata a voler sgravarsi senza aiuto [...]

[...] Michelino, i Cùrcuma Gasparino, i Cugnò Luigi; nè altri novizii erano entrati, fuorchè Camillo Giulente, giacchè dicevasi che il governo avrebbe [...]

[...] , e dava, a giorni, in ismanie terribili; ma poi si persuadeva dei ragionamenti della duchessa sua madre, che i quattrini di casa erano tutti del [...]

[...] avevano trovata un'altra ragione di battagliare. Le voci relative alla prossima soppressione dei conventi erano state confermate da Roma; non poteva [...]

[...] destinate ad essere sparite tra i monaci in caso di scioglimento erano nel suo modo di vedere, poichè egli avrebbe avuto la propria parte, uscendo dal [...]

[...] in faccia l'epiteto popolare col quale erano designati da tutta la città: - Porci di Cristo!... In mezzo al baccano delle discussioni che [...]

[...] tutti i ragazzi non c'erano più, ripresi dalle rispettive famiglie, che per paura dei torbidi si mettevano in salvo. Solo il principino, Giovannino [...]

[...] Radalì e due o tre altri erano rimasti, mentre gli Uzeda erano scappati al Belvedere, tranne Ferdinando, chiuso come sempre alle Ghiande, e [...]

[...] incertezza e l'inquietudine, le speranze e i timori intorno a quel che sarebbe seguito erano generali. Quali progetti aveva Garibaldi? Quali ordini i [...]

[...] riunione del Circolo Nazionale, dove il partito garibaldino e il governativo erano 338 venuti quasi alle mani, egli s'alzò per parlare [...]

[...] Garibaldi s'erano accumulati molti sospetti, poichè i borbonici, i paurosi senza nessuna fede erano con esso; ora che un liberale provato consigliava [...]

[...] Vicerè fulminava il barone contadino con quella parola, con 345 quell'insulto che diceva la distanza da cui erano separati il signore vizioso [...]

[...] meno con molta disinvoltura, come tra vecchi amici, anzi come tra veri parenti. «Pel momento erano all'albergo; ma non potevano naturalmente [...]

[...] : dalla tanta indifferenza, dalla tanta diversità di educazione, di gusti, di vita, erano diventati peggio che estranei, ciascuno ignorava [...]

[...] resistenza? Avevano clientele dappertutto, in tra i borbonici e i liberali, in sacrestia e in tribunale: i nobili erano con loro per solidarietà, gli [...]

[...] Palmi; ma sua moglie insisteva a dimostrargli che gli scrupoli erano sciocchi, che anzi l'opera sarebbe stata meritoria. - Se domani nasce un figlio [...]

[...] tentava dimostrare che non ragionavano loro invece; che i figli nati c'erano e che bisognava pensare a questi prima che ai nascituri, ma Lucrezia e [...]

[...] ? Perchè non c'erano figli? Non sapevano tutti che Fersa, giovanotto, avea corso la cavallina?.... O forse speravano di poter sostenere, come [...]

[...] , perchè Monsignor Vescovo, e il vicario Coco e il canonico Russo e tutti i maggiorenti della Curia erano col principe contro il conte, giustamente [...]

[...] conte e di donna Isabella davano sicura la riuscita. L'impotenza di Fersa, la violenza patita da sua moglie erano affermate da una quantità di [...]

[...] forza. Dicevano che queste testimonianze erano sospette, ottenute per via di quattrini? Enumeravano gli amici palermitani di casa Pinto, don [...]

[...] la Camera, voleva gli riconfermassero il mandato; ma questi mormoratori erano gli eterni malcontenti, i pochi repubblicani, qualche garibaldino [...]

[...] portarlo in campagna per usargli le maggiori sevizie. Dai feudi di Mirabella erano venuti i due campai a confermare la testimonianza, e il [...]

[...] ! Subito dopo la pace col principe, Raimondo e donna Isabella s'erano riconciliati con una gran parte degli antichi oppositori; la cugina Graziella [...]

[...] mediocre piacere di trattarla e preferivano saperla lontana? Non c'erano tuttavia tante persone che la salutavano freddamente, che evitavano di [...]

[...] chi prima aveva sostenuto impossibile la riuscita della sua impresa. Fu una festa sontuosa alla quale molti di quelli che s'erano ostinati nel [...]

[...] ,» lenivano il suo cordoglio: i «cugini,» gli «zii,» erano ormai i soli che le restavano. Ella mise per ogni dove i segni del corrotto, per poco non si [...]

[...] gli Uzeda. E la materia era inesauribile. Chiara per esempio, che aveva fatto la scrupolosa quand'essi non erano uniti legittimamente, adesso [...]

[...] ; alla Madonna delle Grazie c'era tutta una parete piena di voti: gambe, testa, braccia, mammelle di cera sulle quali erano dipinte orribili piaghe [...]

[...] ; e anche il signor don Raimondo e la contessa donna Isabella, che a Firenze c'erano stati di casa, dicevano altrettanto e approvavano che la [...]

[...] disperati di preghiera e di paura non erano valsi a frenare. E il signor Marco lo guardò, stralunato, quasi accorgendosi in quel punto della sua [...]

[...] capo, o sotto il braccio, o infilati ad un bastone, la bestia lenta e paziente. I conoscenti si fermavano, notizie e commenti erano scambiati [...]

[...] monaci buttati in mezzo a una via? I luoghi santi sconsacrati? Non c'è più dove arrivare!...» Queste erano sciocchezze, giudicavano invece gli [...]

[...] negli ultimi anni, nella previsione della legge, erano state distribuite a tanto per uno: ogni monaco aveva preso nientemeno che quattromila onze di [...]

[...] che il principe accompagnasse la cugina. L'altra carrozza era invece stipata: c'erano il marchese e Chiara, Rosa col bambino e finalmente don [...]

[...] in città, al vescovato, dove Monsignore lo aveva accolto a braccia aperte: tutte le preghiere e gli inviti dei parenti non erano valsi a farlo [...]

[...] fuggire; il suo posto, diceva, era al capezzale degli infermi, accanto a Monsignore. Le maggiori insistenze gli 395 erano venute dal principe [...]

[...] subisso di quel titolo. Il corso forzoso, la guerra, il colera, tutte le pubbliche calamità erano state altrettanti argomenti di giubilo pel monaco [...]

[...] i suoi amici di lavorare per lui. Gli affari non gli consentivano di lasciar Firenze, e questi affari, in fin dei conti, erano più quelli degli [...]

[...] resistenza, erano costretti a battere in ritirata. Un giornaletto satirico settimanale, il Ficcanaso, faceva ridere la gente, dicendo che [...]

[...] presenza d'estranei, a proposito e a sproposito. E se c'erano altre persone, aggiungeva invariabilmente: «Perchè adesso, non sapete? mio marito è [...]

[...] volgarità. I puri erano tutti borbonici; lo zio duca e qualche altro facevano i liberali perchè ci speculavano su. Se il patriottismo avesse fruttato [...]

[...] scampi, non erano passate ventiquattr'ore che già il morbo si dilatava. E che spavento per le vie di campagna, nuovamente percorse, giorno e notte [...]

[...] un occhio del capo! Gli Uzeda erano arrivati al Belvedere poche ore dopo la notizia portata dal duca, e questi aveva preso posto nella prima [...]

[...] ai luoghi ancora immuni erano accolti a schioppettate dai terrazzani atterriti; o, se riuscivano a trovare un rifugio, comunicavano ai sani in [...]

[...] pestilenza. La siccità aggiungevasi a render disperate quelle tristi condizioni; tutte le cisterne erano asciutte, non si poteva far pulizia [...]

[...] .... - egli aveva la cacajola, dalla paura. Questa volta le difficoltà per trovare una casa erano ancora più grandi. Il duca andò a cercarla dalle parti [...]

[...] conveniente e provvida. I preparativi della cerimonia nuziale furono molto modesti perchè non i soli sposi erano in lutto: non c'era quasi famiglia, dopo [...]

[...] Giacomo, quella di dar a intendere che s'ammogliava per non lasciar senza madre i proprii figli! I suoi figli non erano più bambini, da doverli [...]

[...] doveva restare in casa non s'era sposata?... «Strambi!... Cocciuti!... Pazzi!...» Così scambiavansi le stesse accuse; ma stavolta tutti erano stati [...]

[...] osavano ricorrere: se qualcuno minacciava di querelarsi, la gente lo dissuadeva, considerando chi erano quei signori: il barone Radalì, il principino [...]

[...] , le loro stesse pazzie erano altrettante occasioni perchè la gente minuta lavorasse e buscasse qualcosa! E il principino spendeva e spandeva [...]

[...] occupavano di lui, o erano disarmati dalla sua politica, giacchè egli sapeva prenderli pel loro verso, secondando le fisime di ciascuno. Solo Benedetto [...]

[...] abbottonato fino in cima e il colletto clericale. Per tanto, disapprovava quei due o tre antichi suoi compagni che 435 s'erano spogliati del tutto [...]

[...] il naso fuori dell'uscio. I Marotta avevano fatto sapere che erano pronti a ricominciare appena lo avrebbero rivisto, di notte o di giorno, e che [...]

[...] paese, trovavano credito, erano una minaccia. Giulente prendeva le sue difese, ma adesso non le ascoltavano più come un tempo; il discredito del [...]

[...] erano dalla parte del mestolo!... L'opposizione al deputato si confondeva coì, a poco a poco, nel generale malcontento, nel disinganno succeduto [...]

[...] , le ladrerie continuavano come prima: i potenti e i prepotenti d'un tempo erano tuttavia al loro posto! Chi batteva la solfa, sotto l'antico [...]

[...] erano sempre numerosi, ma soprattutto più autorevoli, più influenti della folla anonima degli accusatori, tra la quale gli elettori si contavano [...]

[...] , esclamava che Consalvo aveva il diritto di svagarsi; che seimila lire per il principe di Francalanza erano come dieci lire pei Giulente, e che in casa [...]

[...] sentire neppur nominare la sua terra. I libri che gli erano costati tanti quattrini s'impolveravano e tarmavano negli scaffali, gli strumenti [...]

[...] dissolveva, non nutriva più le flaccide fibre. Per tentar di combattere la discrasi, una cura e una dieta severissima erano necessarie; ma il maniaco [...]

[...] metter fuori non seimila lire, ma seicento, ma sessanta!... I quattrini erano stati realmente sborsati dal principe, al quale, con una generosità che [...]

[...] erano generose, potevano far male al paese. Oggi però i tempi erano maturi, qualunque indugio sarebbe stato una colpa inescusabile. Se a Firenze non [...]

[...] , dicendogli che bisognava ricominciare a pubblicare l'Italia Risorta, per spingere il governo sulla via di Roma: i tempi erano maturi e a non [...]

[...] aveva consentito di attribuire all'affezione le loro premure fastidiose, 461 erano cresciute di giorno in giorno e invaso talmente il suo [...]

[...] era stata irriconoscibile la Palmi. In quei cinque anni che erano stati fuori, a Palermo, a Milano, a Parigi, come il capriccio del marito aveva [...]

[...] aveva una gran fretta di andare al Gabinetto per sapere che c'era di nuovo. Le ultime notizie dicevano che le truppe italiane erano dinanzi a Roma [...]

[...] torcie a vento!...» E tutte quelle che ci erano furono distribuite e accese immediatamente. La luce fosca, fumosa, si rifletteva contro le case [...]

[...] tonaca i dimostranti che stavano innanzi s'erano fermati e gridavano sul muso al malcapitato: 466 - Abbasso i preti!... Abbasso le tonache [...]

[...] siamo tutti fatti ad un modo?» E poi, i tempi erano mutati: i signori dovevano spendere, se volevano esser considerati; se no, il primo ciabattino [...]

[...] , per trarre dalla sua il 472 cavaliere, che il capo della casa, se fosse stato un altro, avrebbe dovuto aiutare i parenti che non erano ricchi [...]

[...] , tutto sommato, fu la miglior accoglienza che ebbe il povero don Eugenio. Il domani egli cominciò il giro dei parenti che erano in città: andò prima di [...]

[...] , naturalmente, erano venute a trovarla prima di tutte le zie, e Lucrezia s'era quasi attaccata alle gonne della nipote, l'accompagnava 482 per ogni [...]

[...] c'erano di quei pasticci? Ella diceva a tutti, cameriere, parenti e conoscenze, con grandi gesti e torcimenti di sguardo: «Posso permettere che mia [...]

[...] lasciarono vedere, e la principessa spiegò alla ragazza che donna Lucia era «governante» dello zio. Del resto, queste precauzioni erano inutili per [...]

[...] giorni erano tornati per lui; dopo l'atteggiamento preso nella quistione romana aveva rimesso il tallo; l'elezione del novembre Settanta era stata [...]

[...] Napoli, a Roma, a Firenze, a Torino, con altra gente, coi signori di lassù; e allora aveva visto che c'erano pezzi grossi più grossi di lui. Il [...]

[...] mondo, dov'egli era vissuto, lo costringeva a riconoscere la propria inferiorità. Al club di Catania erano quasi in famiglia ed egli troneggiava; a [...]

[...] c'erano gallerie grandi quanto musei, con dentro tesori d'arte, egli smise di frequentare le sue conoscenze, rinunziò a farne di nuove. Per [...]

[...] sua casa dove la considerazione ed il primato d'un tempo lo aspettavano, erano divenute per lui sempre più piccoli e meschini. Come rassegnarsi a [...]

[...] destini della nazione. La forza della memoria, la facilità della parola, la sicurezza dinanzi alla folla che erano mancate al duca e lo avevano [...]

[...] principio, disposto a fare sul serio. Tutte quelle materie erano tali che non occorreva l'opera del maestro: bastava la preparazione superficiale [...]

[...] nostri tempi;» della quale «non si può mai abusare,» perchè essa «è correttivo a sè stessa.» I vantaggi del libero regime erano infiniti, perchè [...]

[...] ammetta,» pure «la scuola inglese è del parere....» Lo stupore e il piacere erano grandi e generali, tutt'intorno; Benedetto godeva come d'un [...]

[...] occhiata al foglio dove c'erano poche righe di scritto, e senza leggere, annunziando il contenuto dei brevi periodi a mano a mano che li scorreva [...]

[...] sull'eredità dello zio come un mezzo di mettere in piano l'amministrazione della propria casa: dacchè la teneva lei, non c'erano quattrini che [...]

[...] suo profondo rammarico per la condotta della zia e delle sorelle. Ma che poteva farci? Poteva rinunziare all'eredità? Erano esse le ostinate, le [...]

[...] da poterla sposare non c'erano altri che i due figli della duchessa Radalì. La duchessa, sacrificati i suoi più begli anni per amor del [...]

[...] fratello maggiore, ma tra loro due c'erano differenze che andavano considerate. Michele non era di fisico molto vantaggioso, a ventisei anni [...]

[...] composizioni austere e più le 512 sacre erano le preferite dalla principessa; e la figliuola lasciava perciò da canto i soggetti frivoli. Questa [...]

[...] costante remissione ai voleri altrui, questo senso di doverosa obbedienza erano sempre vivi in lei; più Consalvo dava motivi di cruccio in famiglia [...]

[...] avrebbero procurato; non ci pensava più se la madrigna le diceva: «No, Teresina, non sono per te.» Certe volte quei libri erano posseduti da [...]

[...] perchè erano uno più bello dell'altro: non potendoli prender tutti, lasciava che la stessa «principessa» scegliesse. Teresa gli diede Storia mesta [...]

[...] , credeva d'avere a fare con un'altra Lucrezia, quell'assessore!... Nobili, sissignori: i Biancavilla erano nobili, ricchi anche; ma la loro ricchezza e [...]

[...] mostrava due stanzoni tutti pieni di carta stampata. I vantaggi erano infiniti. A palazzo, non aveva ancora potuto mostrar bene i suoi sentimenti [...]

[...] Villabianca, infiorandoli di locuzioni di sua particolare fattura; ma, da una parte, quei libri erano introvabili, o costavano caro e si prestavano [...]

[...] mese i quattrini. Erano pochi, ma egli s'ingegnava di farli bastare, soffocava i suoi bisogni costosi, mortificava i suoi desiderii di lusso; e [...]

[...] alto: mentre già tutti erano ai loro posti, egli s'aggirava per l'angusta sala delle riunioni, salutando i conoscenti, chiacchierando col sindaco [...]

[...] accorto che sbagliava strada. Lì dentro, e nel paese, i clericali erano una forza con la quale bisognava patteggiare. Già essi avevano notato che il [...]

[...] loro proposito, gl'indifferenti erano costretti a prendere un partito, e le cose minacciavano di guastarsi. Il consiglio fu chiamato a decidere [...]

[...] sfoggi di eloquenza, ma erano fischiati di santa ragione; i clericali, quasi tatti poveri oratori, erano invece portati alle stelle. Il duca d'Oragua [...]

[...] andati a spese di viaggio. Il cartaio, l'incisore e il tipografo avevano avuto da parte loro solo qualche acconto; quindi s'erano accordati per [...]

[...] partito: se errori erano stati commessi, questi avevano la loro origine nelle circostanze e non nelle intenzioni. Il duca fu così rieletto con [...]

[...] guardaportone maestoso; e quantunque dicessero che i tempi erano mutati, tutte queste cose, i segni visibili della ricchezza e della potenza, non avevano [...]

[...] assessore, «la mia amministrazione,» s'erano dunque aggirati su tutto ciò che dava all'occhio, che poteva essere subito apprezzato dalla folla. Per questo [...]

[...] ore in piedi. E il suo terrore erano certi impiegati poco puliti, coi capelli lunghi, le unghie nere. Sbuffava, esclamava: «Non vi buttate addosso [...]

[...] , tutti gli uomini erano fratelli, fatti per sedersi sopra una stessa panca... Ma le mormorazioni si perdevano nel coro delle lodi degli altri [...]

[...] sfogare dalla zia Ferdinanda e tutt'e due erano nervosissime, intrattabili, perchè giusto s'aspettava da un momento all'altro la sentenza della [...]

[...] duca. I due fratelli si volevano bene, erano andati sempre d'accordo; se dunque Giovannino pareva voler mettere bastoni tra le ruote, la colpa era di [...]

[...] di quel che 552 le conveniva erano i suoi parenti; che ella poteva ingannarsi, come s'era ingannata, per esempio, sua zia Lucrezia. Aveva [...]

[...] voluto a qualunque costo sposare Giulente, e adesso come ne parlava? Certo i casi erano diversi, perchè tra Michele e Giovannino non passava tanta [...]

[...] Santi, e si prendeva beffe dei Ministri del Cielo.» E i tormenti inflitti alla sposa erano materia del terzo capitolo. «Schernita tuttodì per le [...]

[...] stesse medicavano le piaghe e le ferite e prodigiosamente le risanavano. In quei luoghi dove tanti miseri erano caduti vittime del conte, altari e [...]

[...] ; un terribile male che è la giusta punizione dei dissoluti, aveva rase le sue fattezze, e i suoi occhi s'erano chiusi alla luce del dì. Moriva di [...]

[...] Parlamento in miniatura!» dicevano quelli che erano stati a Roma; e le adunanze del consiglio, sotto la presidenza di Consalvo, prendevano ora un [...]

[...] quel che non otteneva l'approvazione del paese egli gettava la colpa sulle spalle della Giunta. Le tornate consiliari erano diventate uno [...]

[...] !» Così egli si teneva bene con tutti, raccoglieva lodi da ogni parte. Quelli che s'accorgevano del suo gioco e lo denunziavano, o non erano [...]

[...] creduti, o erano sospettati d'invidia o di malignità, o finalmente, se trovavano credito, sentivano rispondersi: «Fanno tutti così, in questi tempi [...]

[...] leggi erano ancora un mito: avevano cullato il popolo nell'opinione che le antiche barriere fossero state infrante; ma i privilegi esistevano [...]

[...] sempre ed erano soltanto d'altra natura. Avevano largito il diritto del voto e questo era parso una rivoluzione; ma quanti godevano di cotesto [...]

[...] contenta, di quella lontana discendente? Lo spirito della tentazione si serviva di arti molto sottili per turbarla in quella serenità. Forse erano i [...]

[...] circondavano dicevano, sì, che erano pericolosi; ma non riconoscevano forse nelle stesso tempo che il pericolo, per lei, era molto più lontano, giacchè [...]

[...] lei sola, erano stati anche, sopra tutti, quegli altri! La sua 587 madrigna, suo padre, la madre di lui, tutta quella gente dura, spietata [...]

[...] aveva tentato buttarsi giù dal balcone; quattro uomini a stento erano riusciti a trattenerlo. Un vero miracolo l'aveva salvato. Appena in grado di [...]

[...] , senza volontà, senza memoria. Il terribile colpo l'aveva stordito, la fibra si rinsanguava a poco a poco, ma le facoltà della mente erano più [...]

[...] , che avrebbero fatto scomunicare ogni altra, erano in lei tollerate dai suoi confidenti spirituali, i quali del resto le stavano attorno [...]

[...] che hai fatto tu stessa! Erano soli. Ella chinò il capo. - Volevi sposar Giovannino, ed hai preso Michele che non volevi: è vero, sì o no? Ed era [...]

[...] , tal e quale come suo padre.... - Dici davvero? - L'altro giorno, se non erano le guardie di città, restava sotto un carro. Certe volte non ragiona [...]

[...] quel che c'era stato un tempo.... Ma perchè non aveva ella risposto subito, dichiarando che quelle parole erano fuori di luogo? Perchè era rimasta [...]

[...] , ella comprese: perchè vivevano adesso sotto lo stesso tetto, perchè erano tutto il giorno insieme, perchè uscivano insieme in carrozza, perchè [...]

[...] egli soffriva, era stata buona a sedare lo spirito inquieto? Perchè si amavano!... S'amavano, voleva dire che erano infami! Tanto più degni [...]

[...] d'eterna dannazione, quanto più sacri erano i vincoli che avrebbero dovuto rispettare!... Lei, la santa!... la santa!... Ed alla sua mente atterrita [...]

[...] affrettata la morte della moglie, della madre di lei?... Erano vere queste cose? era egli così tristo?... Se l'invidia, la malignità lo avevano [...]

[...] silenzio della vita claustrale, se ella sentivasi sola, spaventosamente sola, se ella aveva rinunziato a tante cose che le erano state a cuore, se [...]

[...] le voci del mondo erano tristi e dolorose? «Se io fossi morta?... Se io non fossi nata?...» Un brivido di freddo l'assalì quando la carrozza [...]

[...] nuovamente il cuore di Consalvo. Egli aveva pietà del padre, di tutti i suoi. Stravaganti, duri, prepotenti, maniaci: erano forse responsabili [...]

[...] beffe della religiosità della sorella, accusandola di bigotteria, comprendeva ora che la preghiera e la fede erano per lei un rifugio [...]

[...] politici. Quelle carte erano il documento e la misura della sua popolarità e del suo credito, poichè grandi e piccoli, noti ed ignoti, tutta la città [...]

[...] , dalle otto alle undici di notte, le sale erano stipate: assessori, consiglieri, impiegati, il prefetto, il generale, il questore, parenti, amici [...]

[...] morto erano tutte chiuse. Il domani partirono per la montagna, dove restarono tutta l'estate e l'autunno. Frattanto Consalvo stabilivasi [...]

[...] due duchesse erano interamente rimesse in salute: la suocera pareva ancora più vecchia e Teresa era incinta. Tutti gli articoli del contratto [...]

[...] lei. Le nuove chiese della Madonna della Salette e della Mercè, i miracoli di Lourdes e di Valle di Pompei, l'opera dei missionarii erano [...]

[...] !...» tutte queste parole echeggiavano invece nel suo pensiero; egli riconosceva che erano giuste, comprendeva finalmente che quel birbante da lui [...]

[...] nostra parentela non è così stretta» Quel bardassa glie l'aveva spiattellato in faccia!... Parenti? Erano stati mai parenti per lui? Tutti, tutti lo [...]

[...] '«ignobile» laurea ch'egli aveva presa: ed erano stati i soli che l'avevano costretto ad esercitare la professione, per sostenere lo loro magagne: la [...]

[...] padrone a quel modo inusitato, erano rimasti in ascolto: nessuno di loro fiatava. La cameriera, finita la scena, sogguardava tratto tratto [...]

[...] quale poter scendere in 628 lizza. Mentre, tra la classe borghese, gli antichi moderati, gli ammiratori di Lanza e di Sella erano costretti a [...]

[...] politica; c'erano società operaie, circoli agricoli, casini democratici ordinati e disciplinati, coi quali bisognava venire a patti. I nobili, i [...]

[...] principio alla fine, erano pieni di lui, delle sue gesta al municipio, dei suoi titoli alla gratitudine del paese. I giornali quotidiani anch'essi [...]

[...] Salone degli specchi, la Galleria dei ritratti. Tutti erano animati dal più vivo entusiasmo; la gente minuta che veniva per la prima volta a palazzo [...]

[...] egli esprimeva con la facezia era la verità. «Principe di Francalanza:» queste parole erano il passaporto, il talismano che operava il miracolo di [...]

[...] non lo credevano sincero ed erano sicuri di averlo, al momento buono, dalla loro; dall'altro canto sentiva che le accuse di aristocrazia non lo [...]

[...] , rimorchiavano lassù, adescati dal marsala e dai sigari, dalla curiosità di entrare nel palazzo dei Vicerè, gonfii dell'importanza a cui erano [...]

[...] tuttavia... a chi?... A Baldassarre, il suo antico maestro di casa! Ma i favoriti erano scomparsi, e invece sulle labbra già sbarbate dell'ex [...]

[...] istruzioni, gli dava a sua volta consigli; e il padrone e il servo erano scomparsi, sedevano a fianco alla stessa tavola, il principe passava la [...]

[...] eretta a sistema. La sua lunga aspirazione all'eredità politica dello zio, la stessa malattia di fegato erano un po' ridicole: sua moglie finiva [...]

[...] ,» denunziarono i fogli avversarii; ma nella violenza della battaglia le più feroci accuse avevano perduto ogni efficacia, erano naturalmente [...]

[...] Sessantasei avevano devastato i chiostri, rotto i sedili, infrante le balaustrate; i muri erano pieni di figure e di motti osceni, e i calamai lanciati come [...]

[...] era grandioso. Due mila seggiole erano disposte in bell'ordine nell'arena, e restava tuttavia spazio libero per gli spettatori in piedi. Il lato [...]

[...] tavolini per la stampa e gli stenografi. Gli altri tre lati erano per gl'invitati : autorità, signore, rappresentanze varie. Tutta la terrazza, come [...]

[...] l'arena, restava agli spettatori minuti: per difender le teste dal sole erano state distese grandi tende di mussolina tricolore. Trofei di [...]

[...] dieci, la folla cominciò a far ressa, ma le porte erano custodite da buon nerbo di membri del comitato, riconoscibili a una gran coccarda tricolore [...]

[...] levata in piedi, i colli erano tesi, gli sguardi fissi all'arco d'ingresso. Squillarono a un tratto, intonate dalle tre musiche, le prime note [...]

[...] . Permettetemi ch'io vi narri un aneddoto di quesi giorni lontani. Erano i tempi in cui Garibaldi il Liberatore correva trionfalmente da un capo [...]

[...] Francalanza!... Viva la Democrazia!... Viva la Libertà!... L'oratore è costretto a tacere per qualche minuto). Il piacere, l'ammirazione erano da per tutto [...]

[...] ed alti guai... - (Ilarità). Ma i guai non erano senza riparo. «Non facciamo per carità di patria confronti con gli Stati Uniti d'America [...]

[...] , erano lenzuoli di carta con lettere d'una spanna: sembrava che gli 659 stessi muri gridassero il suo nome... Il primo! il primo! Egli voleva [...]

[...] . Erano venuti i rappresentanti di Giardona e Lisi, per concretare la lista degli uffici elettorali; frattanto si preparavano a partire coloro cui [...]

[...] - perchè gli elettori dichiaratisi per lui erano migliaia, venivano apposta dalle villeggiature, si facevano trascinare alle urne sopra le seggiole [...]

[...] di provincia; ma quei risultati non erano tutti egualmente favorevoli: i candidati locali avevano forti maggioranze; il posto del principe, nelle [...]

[...] ; poi Giardona con 4914; il radicale Marcenò restava fuori con 3309; Lisi precipitava con meno di 3000 voti; gli altri erano tutti a distanza di [...]

[...] nessuna delle proprie ambizioni. L'ostinazione, la durezza di cui aveva dato prova anche con lei erano sciocche, degne d'un Uzeda stravagante, non [...]

[...] .... Io mi rammento che nel Sessantuno, quando lo zio duca fu eletto la prima volta deputato, mio padre mi disse: «Vedi? Quando c'erano i Vicerè, gli [...]

[...] Uzeda erano Vicerè; ora che abbiamo i deputati, lo zio va in Parlamento.» Vostra Eccellenza sa che io non andai molto d'accordo con la felice [...]

[...] popolo.... La differenza è più di nome che di fatto.... Certo, dipendere dalla canaglia non è piacevole; ma neppure molti di quei sovrani erano [...]

[...] più apparente che reale. Anche i Vicerè d'un tempo dovevano propiziarsi la folla; se no, erano ambasciatori che andavano a reclamare in Spagna, che [...]

[...] direbbe il Mugnòs redivivo; questo diranno con altre parole i futuri storici della nostra casa. Gli antichi Uzeda erano commendatori di San [...]

Verga Giovanni
I Malavoglia
1 1881 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, edizione critica a cura di F. Cecco - Interlinea edizioni 142 occorrenze

[...] gennaio 1881 I Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci [...]

[...] Malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lavatoio; e padron ’Ntoni, per spiegare il [...]

[...] di una corazzata, in certe giornataccie; e perciò si presero ’Ntoni senza dire «permettete». La Longa, mentre i coscritti erano condotti in [...]

[...] risate e il baccano erano tali che sembrava la festa di Trecastagni, e nella ressa e nel frastuono ci si dimenticava perfino quello stringimento [...]

[...] della Locca, o qualchedun altro. Il re faceva così, che i ragazzi se li pigliava per la leva quando erano atti a buscarsi il pane; ma sinchè erano [...]

[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]

[...] zio Crocifisso, il quale aveva venduto la gatta nel sacco, e i lupini erano avariati. Campana di legno diceva che lui non ne sapeva nulla, come è [...]

[...] non si erano mai viste sugli scogli, col pretesto d’andare a pescare, e arruffavano la biancheria messa ad asciugare, se capitava. Alla povera [...]

[...] volontà di Dio! concluse la cugina Anna. Quando è morto mio marito, Rocco non era più alto di questa conocchia e le sue sorelline erano tutte [...]

[...] un fruscìo di frasche per la via, e arrivarono Alessi e la Nunziata, che non si vedevano sotto i fasci di ginestre, tanto erano piccini. – Oh! la [...]

[...] c’erano tanti lampioni, nè tante scuole; non si faceva bere l’asino per forza, e si stava meglio. – A scuola non ci siete stato voi; eppure i [...]

[...] udendo suonare un’ora di notte era rientrata in casa lesta lesta, per stendere la tovaglia sul deschetto; le comari a poco a poco si erano diradate, e [...]

[...] andare un colpo di mare fra capo e collo, come una schioppettata fra i fichidindia. Le barche del villaggio erano tirate sulla spiaggia, e bene [...]

[...] sempre di qua e di là, per la casa e pel cortile, che pareva una gallina quando sta per far l’uovo. Gli uomini erano all’osteria, e nella bottega di [...]

[...] facendosi la croce. Ciascuno non poteva a meno di pensare che quell’acqua e quel vento erano tutt’oro per i Cipolla; così vanno le cose di questo [...]

[...] gli stipiti erano allegri della fiamma del focolare, tanto che lo zio Santoro, messo lì fuori colla mano stesa e il mento sui ginocchi, s’era [...]

[...] bisogno subito di denari, ma dovevano pesargliela colle sue bilancie, le quali erano false come Giuda, dicevano quelli che non erano mai contenti [...]

[...] avrebbe dovuto dar conto a Dio. Insomma era la provvidenza per quelli che erano in angustie, e aveva anche inventato cento modi di render servigio [...]

[...] avevano fretta di spicciarsi, e di andarsene ognuno pei propri affari, ora che il tempo s’era rimesso al buono. Stavolta i Malavoglia erano là [...]

[...] galantuomini e non vorranno lasciar compare Bastianazzo a casa del diavolo; padron ’Ntoni poteva vedere coi suoi propri occhi se si erano fatte le [...]

[...] ficcate nei guanti di cotone, e i ragazzi guardavano a bocca aperta tutte quelle cose che costavano caro, ed erano lì pel babbo: il cataletto, i ceri, i [...]

[...] colla Provvidenza, e quelli che erano a visita nella casa del nespolo, pensavano che lo zio Crocifisso ci avrebbe messo le unghie addosso. Alcuni se [...]

[...] ne stavano appollaiati sulle scranne, e ripartivano senza aver aperto bocca, da veri baccalà che erano; ma chi sapeva dir quattro parole, cercava di [...]

[...] coltello! Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne. «Il mondo è pieno di guai, chi ne [...]

[...] di Trezza c’erano i pali del telegrafo; ma siccome don Silvestro cominciava a ridere, e a fare ah! ah! ah! come una gallina, padron Cipolla si alzò [...]

[...] stesse contando quante tegole e quanti travicelli c’erano sul tetto, e volesse stimare la casa. I più curiosi allungavano il collo dall’uscio, e [...]

[...] pietra al collo, l’avrebbe fatto senza dir nulla. Almeno è morto che la casa e il nespolo sino all’ultima foglia erano ancora suoi; ed io che son [...]

[...] freddo freddo, senza dir nulla. E andava toccando ad uno ad uno gli arnesi che erano in mucchio in un cantuccio, colle mani tremanti, come fanno i [...]

[...] . Volete succhiargli il sangue a padron ’Ntoni? Già non avete perso nulla, perchè i lupini erano tutti fradici, lo sapete! Ei non sapeva nulla [...]

[...] sulla sponda, e qui sotto c’erano i lupini. Ma di lupini non ne rimaneva uno solo, chè il mare aveva tutto lavato e ripulito. Per questo Maruzza [...]

[...] al tuo vicino, chè qualche cosa te ne viene». I ragazzi s’erano istallati nella Provvidenza insieme agli altri monelli che volevano arrampicarvisi [...]

[...] fare e sbuffavano e si affannavano a tirare e a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro Zuppiddo il calafato, dove c’erano i sassi [...]

[...] tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ’Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la [...]

[...] , coll’acqua sino ai ginocchi e il sole sulla testa, per fare quarant’onze! I Morti erano venuti, e lo zio Crocifisso non faceva altro che passeggiare [...]

[...] che quelli erano danari del diavolo. Con Piedipapera non poteva sfogarsi perchè gli rimbeccava subito che i lupini erano fradici, e che egli faceva [...]

[...] non si mangia la gente, ma i Malavoglia erano rimasti come se li avesse presi un accidente tutti in una volta, e stavano nel cortile, seduti in [...]

[...] , lui e sua moglie Grazia, dopo che l’avevano persuaso a comprare il debito dei Malavoglia, e quelle erano cinquecento lire l’una meglio dell’altra [...]

[...] presi quei denari, e metteva buone parole pei Malavoglia, i quali erano brava gente, e tutti li avevano sempre conosciuti per galantuomini nel [...]

[...] sentenziando che era un cavallo senza gambe; lui lo sapeva dove erano le magagne, nascoste sotto la pece nuova. – Una Provvidenza rattoppata [...]

[...] vogliono vederci bene anche al sole, che era un bel sole d’inverno, e i campi erano verdi, il mare lucente, e il cielo turchino che non finiva mai [...]

[...] , a poco a poco si erano lasciati riscaldare dalle loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in collera; e perdevano la giornata a stare in [...]

[...] ch’era di sopra, di fare la rivoluzione, se non erano minchioni, e non badare al dazio del sale o al dazio della pece, ma casa nuova bisognava fare, e [...]

[...] sott’acqua durante la maretta, e non si facevano vedere, anche quelli che erano teste di pesce, e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercare la [...]

[...] consigli erano quelli di Giuda, che aveva venduto Cristo per trenta denari, e così egli voleva riescire a buttar giù il sindaco pei suoi fini, e [...]

[...] Croce da don Silvestro si lasciò menar via e metter alla tavola d’abete del consiglio, col calamaio davanti; ma dei consiglieri non c’erano altri che [...]

[...] Cipolla, e massaro Filippo l’ortolano, i quali non spuntavano mai, sicchè la gente incominciava ad annoiarsi, tanto che le comari s’erano messe a [...]

[...] erano rimaste, come videro mastro Cirino chiudere la porta e mettersi la chiave in tasca, se ne andarono anch’esse pei fatti loro di qua e di là [...]

[...] , chiacchierando degli improperii che s’erano detti Piedipapera e la Zuppidda. La sera ’Ntoni di padron ’Ntoni seppe quelle chiacchiere, e sacramento [...]

[...] nipote. Perciò erano stati qualche volta a chiacchierare sottovoce con padron Fortunato, sulla riva, mentre aspettavano la paranza, o seduti al sole [...]

[...] compare Alfio insieme al carro dell’asino, colle mani sotto il grembiale, perchè faceva freddo e tutte le porte erano chiuse, e per la stradicciuola [...]

[...] , colla faccia bianca e gli occhi stravolti, e le guardie doganali s’erano viste correre di qua e di là, tutte in faccende, col naso a terra come cani [...]

[...] quello cos’era stato quel diavolìo, e se si erano visti Rocco Spatu e Cinghialenta, e si sberrettava con don Michele, il quale aveva gli occhi [...]

[...] prossimo. – No, lo so cos’era! erano tutti fazzoletti di seta, e zucchero e caffè, più di mille lire di roba, corpo della madonna! che mi son sgusciati di [...]

[...] Santoro gli disse che non s’erano visti nè Rocco Spatu nè Cinghialenta, e passò dalla cugina Anna, la quale poveretta non aveva dormito, e stava [...]

[...] serpi». Padron ’Ntoni gli cantava sempre che i Malavoglia erano galantuomini, e avrebbero pagato, ma ei voleva poi vedere di dove li avrebbero [...]

[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]

[...] accordare dilazione. La Pasqua infatti era vicina. Le colline erano tornate a vestirsi di verde, e i fichidindia erano di nuovo in fiore. Le [...]

[...] vecchi in questo tempo si erano messi a discorrere fra di loro, sotto il nespolo, colle comari che facevano cerchio e cantavano le lodi della [...]

[...] Pasqua padron ’Ntoni prese quelle cento lire che ci erano nel canterano, e si mise il giubbone nuovo per andare a portarle allo zio Crocifisso [...]

[...] ragazzi saltavano attorno ai falò, le comari si erano riunite di nuovo dinanzi al ballatoio dei Malavoglia, ed era venuta anche comare Venera la [...]

[...] , e pareva che il cuore le parlasse e le facesse vedere ogni cosa in nero, mentre i campi erano tutti seminati di stelline d’oro e d’argento, e i [...]

[...] non possiamo starci! I Malavoglia lo sapevano bene di aver preferito comare Grazia per amore di quei denari che dovevano a suo marito. Adesso erano [...]

[...] per cascare il mondo. Alla spezieria c’erano i soliti sfaccendati, che si dicevano le orazioni, col giornale in mano, o si piantavano le mani sulla [...]

[...] , invece dell’asino caduto, c’erano due soldati di marina, col sacco in spalla e le teste fasciate, che tornavano in congedo. Intanto si erano fermati [...]

[...] dal barbiere a farsi dare un bicchierino d’erbabianca. Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare, e si erano annegati dei [...]

[...] ascoltarlo, giocando colle braccia come un predicatore. – Sì, c’erano anche dei siciliani; ce n’erano di tutti i paesi. Del resto, sapete, quando suona [...]

[...] rise e si bevette nel cortile dei Malavoglia, con un bel chiaro di luna; e sul tardi poi, quando tutti erano stanchi, e ruminavano lentamente le [...]

[...] non dirsi. – In mezzo a tutte le storie che correvano pel villaggio, ed erano venuti a raccontargliele, le era rimasto in mente di uno di quei [...]

[...] , dopo tanto tempo che ci erano stati, e pareva che fosse come andarsene dal paese, e spatriare, o come quelli che erano partiti per ritornare, e [...]

[...] non erano tornati più, che ancora c’era lì il letto di Luca, e il chiodo dove Bastianazzo appendeva il giubbone. Ma infine bisognava sgomberare con [...]

[...] si muoveva. Maruzza guardava la porta del cortile dalla quale erano usciti Luca e Bastianazzo, e la stradicciuola per la quale il figlio suo se ne [...]

[...] , ormai vizze, erano tuttora appese all’uscio e le finestre, come ce le avevano messe a Pasqua delle Rose. La Vespa era venuta a vedere anche lei [...]

[...] , che le erano rimaste in casa peggio di casseruole appese, e comare Piedipapera si vergognava di farsi vedere per quel tiro che compare Tino aveva [...]

[...] paese c’erano tante barche che spazzavano il mare colla scopa. Anche in quei giorni in cui le nuvole erano basse, verso Agnone, e l’orizzonte [...]

[...] , tanto erano lontane, e intorno a loro non c’era che acqua, si metteva a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza, che poi alla sera la Longa e [...]

[...] rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non ci erano cappotti che bastassero, e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella [...]

[...] tutti la pelle, per amor del guadagno, come Bastianazzo, mentre erano all’altezza dell’Agnone, verso sera, e il cielo era tanto fosco che non si [...]

[...] . Ma dopo un paio d’ore arrivò correndo don Michele, Rocco Spatu, Vanni Pizzuto, e tutti gli sfaccendati che erano all’osteria quando giunse la [...]

[...] . La Zuppidda e la Mangiacarrubbe avevano dimenticato tutti gli improperi che si erano detti, e cianciavano davanti alla porta, colle mani sotto il [...]

[...] Santuzza, dopo che erano stati amici! ed ora avrebbe fatto chiacchierare la gente, – e lo abbracciava e lo tirava per la manica. Ma don Michele [...]

[...] dove vi erano venuti quei denari. Ora la Banca è fallita. Che colpa ce ne ho io? – Imbroglione! gli sputava in faccia donna Rosolina colla schiuma [...]

[...] olio ancora alla lucerna, eh, padron ’Ntoni? La sera, quando tutti i suoi erano in casa, coll’uscio chiuso, mentre la Longa intonava il rosario, se [...]

[...] messo un gran rimescolìo nel sangue e nella testa, ed ora le pareva di non averci più davanti agli occhi quei due poveretti che erano morti, e [...]

[...] , perchè si morirebbe di crepacuore. Le erano morti il figlio e il marito; l’avevano scacciata dalla casa; ma adesso era contenta che fosse [...]

[...] volevano fare i negozianti. Il negozio andava bene perchè le uova erano sempre fresche, tanto che la Santuzza, ora che ’Ntoni bazzicava all’osteria [...]

[...] , mandava da comare Maruzza a prendere le ulive, quando c’erano dei bevitori che non avevano sete. Così a soldo a soldo avevano pagato mastro Turi [...]

[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]

[...] , l’olio; e avevano data la caparra a massaro Filippo per quel po’ di vino della domenica. Ora erano tranquilli; suocero e nuora tornavano a contare i [...]

[...] andava alla fontana. Don Silvestro finalmente, vedendo che nessuno fiatava più, disse chiaro e tondo che di uomini nuovi non c’erano altri che [...]

[...] giovanotti che s’erano imbarcati qualche anno prima a Riposto, a cercar fortuna, e tornavano da Trieste, o da Alessandria d’Egitto, insomma da lontano, e [...]

[...] volta che si parlava di partire le venivano davanti agli occhi quelli che non erano tornati più. E poi soggiunse: – «Nè testa, nè coda, ch’è [...]

[...] , e c’erano quelle grosse città dove non si faceva altro che spassarsi e non far nulla; o pensava a quei due marinai ch’erano tornati di laggiù, ed [...]

[...] s’accorgeva che piangesse, e le pareva di averci davanti agli occhi suo figlio Luca, e suo marito, quando se n’erano andati e non s’erano più [...]

[...] si riposa per sempre, sotto il marmo liscio della chiesa; e doveva lasciarli tutti per via, quelli cui voleva bene, e gli erano attaccati al [...]

[...] torcevano il muso, se si parlava di vendere una dozzina di barilotti d’acciughe, e dicevano che i denari erano scomparsi, per la paura del colèra [...]

[...] a mo’ dei gamberi, la Longa andava a portare le ova e il pane fresco di qua e di là per le casine dei forestieri, mentre gli uomini erano in [...]

[...] l’olio, perchè padron ’Ntoni aveva fatto come la formica nel buon tempo, se no morivano di fame, e nessuno andava a vedere se erano morti o vivi [...]

[...] della strada, dacchè Pizzuto, don Silvestro, e tutti gli altri erano andati a rintanarsi come conigli, e non c’era che lui a passeggiare davanti [...]

[...] che tutti gli altri usci erano chiusi; e lo faceva anche per far vedere a quel ragazzaccio di ’Ntoni che lui non aveva paura di nessuno al mondo. E [...]

[...] alla riva, e nemmeno il colèra la voleva, poveretta. I forestieri erano fuggiti anch’essi, come gli uccelli quando viene l’inverno; e il pesce [...]

[...] tanti che erano morti e gli avevano truffati i denari, talchè aveva preso il colèra anche lui, ma non era morto, aggiungeva il figlio della Locca, e [...]

[...] in casa per parlarne, di tanti che c’erano prima! Il meglio era vendere la Provvidenza, che non rendeva nulla, e si mangiava le giornate di [...]

[...] la testa, con quell’ossessa della Vespa che gli faceva dannare l’anima, correndo dietro a tutti gli uomini che c’erano da maritare nel paese [...]

[...] infine erano denari loro, ed è una minchioneria non contare per nulla nel paese quando si è ricchi, e le tasse si pagano peggio degli altri. – Voi che [...]

[...] stiracchiato un po’ sul prezzo; giacchè i tempi erano magri, gli uomini non avevano da lavorare, padron Cipolla faceva proprio un atto di carità a [...]

[...] andare anche al lavatoio, e alla fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a giornata; sicchè non era più come Sant’Agata, quando nessuno [...]

[...] Anna venivano anche loro a sedersi lì accanto sui sassi, a chiacchierare dopo cena con quei poveretti, che erano rimasti soli e derelitti [...]

[...] chiusa e la sua vigna erano il lavatoio, e la sua festa era quando aveva della roba per le mani, tanto più ora che suo figlio Rocco faceva festa [...]

[...] minchione, questo si sa. Don Silvestro, lo zio Crocifisso, padron Cipolla, e massaro Filippo non erano minchioni, e tutti facevano loro festa, perchè [...]

[...] non gli andava affatto, a lui ch’era nato padrone, l’aveva detto anche il nonno. Vedersi comandare a bacchetta, da gente che erano venuti su dal [...]

[...] , osservò Pizzuto, donde l’erano venute le 25 onze a donna Rosolina? «Roba rubata non dura». – Almeno erano sempre nella casa, diceva Spatu; se mia [...]

[...] di 30 onze, dicevano, con tanta gente che era morta di colèra, e gli erano rimasti i pegni. Ora Campana di legno, per non saper che fare di tutti [...]

[...] giorno, i Tre Re erano ancora alti sul campanile del villaggio, e i grilli si udivano trillare nelle chiuse come se fossero lì accanto. Il nonno [...]

[...] Cinghialenta quando li incontrava; perciò voleva levarselo davanti. Quelle povere Malavoglia erano arrivate al punto che andavano per le bocche di tutti [...]

[...] , per colpa del fratello, tanto i Malavoglia erano caduti in bassa fortuna. Ora tutto il paese sapeva che don Michele passava e ripassava per la [...]

[...] il marito, onde stare in grazia di Dio, mentre le altre erano sempre nel peccato mortale, e facevano mille porcherie, sotto l’abitino della Madonna [...]

[...] . Don Michele di tanto in tanto si fermava a salutarle o a dir qualche barzelletta; tanto che le donne si erano addomesticate col berretto gallonato [...]

[...] roba rubata! e doveva metterci il naso don Michele coi suoi sbirri! Loro erano padroni di mettere le mani su ogni cosa, e prendere quello che [...]

[...] . – E di quegli impiegati di Satanasso! – aggiungeva il vicario. A don Giammaria gli cuoceva tuttora delle venticinque onze che gli erano scappate di [...]

[...] Filippo, al quale erano avvezzi come il bambino alla poppa. Lo zio Santoro ogni volta ripeteva alla figliuola: – Che vuoi farne di quell’affamato [...]

[...] seppe più contenersi, e gli disse che non ci veniva più perchè erano stanchi di mantenerlo per carità, che erano stati costretti a cacciarlo fuori [...]

[...] che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sotto le panche all’osteria; inoltre gli aveva promesso di dargli il resto quando l’incontrava, e non [...]

[...] voleva passare per canaglia e per spaccone agli occhi della Santuzza e di tutti quelli che erano stati presenti alla minaccia. – Gli ho detto che [...]

[...] sarà nessuno al Rotolo, soggiunse il figlio della Locca, ed è meglio tornarsene a casa. ’Ntoni, Cinghialenta e Rocco Spatu, che erano sulla soglia [...]

[...] mai, aspetta don Michele! ’Ntoni allora voleva mangiargli l’anima, mentre si trovava il coltello in tasca, e Cinghialenta chiese loro se erano [...]

[...] dietro, con avvocati e mangiacarte – quei soldi che costavano tanto, e che erano destinati alla casa del nespolo. – Ora non abbiamo più bisogno della [...]

[...] ; al Consiglio adesso non ci andava nessuno, e le ulive erano raccolte. Anche padron ’Ntoni avea tentato d’andarci due o tre volte; ma com’era [...]

[...] le giornate rincantucciati in casa, coll’uscio chiuso. Finalmente arrivò il giorno della citazione, e bisognava che quelli che ci erano scritti [...]

[...] presidente, col robone nero e la tovaglia sotto il mento, gli spifferava tutte le birbonate che aveva fatto, ed erano scritte senza che vi mancasse una [...]

[...] Santuzza con don Michele, il quale si mangiava le mani dalla gelosia, dopo che la Santuzza s’era incapriccita di ’Ntoni, e s’erano incontrati di [...]

[...] meglio che non ci fosse mai stata al mondo la casa dei Malavoglia, ora che i Malavoglia erano di qua e di là. Una volta chiamò in disparte la Nunziata [...]

[...] n’era andato don Michele, e s’erano sapute tutte le porcherie di quest’altro. Adesso non faceva che andare a caccia di messe e di confessori, di qua e [...]

[...] diceva che erano inutili, con quella povera gente che non aveva denari da buttar via. – Allora perchè non lo mandano all’ospedale, quel vecchio [...]

[...] veniva per niente, e faceva il viaggio del sale, e allorchè c’erano le comari davanti al letto del malato, comare Piedipapera, la cugina Anna o [...]

[...] della casa dove oramai erano soli davvero. Compar Alfio in questo mentre cercava di confortarli col rammentar loro com’era prima la casa del nespolo [...]

[...] erano venuti quelli di fuori a scrivere sulla carta i bocconi che vi mangiate, come don Silvestro, o a pestare fiori di malva nel mortaio, e [...]

[...] nonno, e perfino quel che mangiava, e quando si vedeva passare uno si sapeva dove andava, e le chiuse erano di quelli che c’erano nati, e il pesce [...]

[...] tornati gli altri, che c’erano nati anche loro, – come se fossero stati in viaggio per tornare! – diceva Piedipapera. Invece padron ’Ntoni aveva fatto [...]

[...] chiacchiere morivano di botto, che a tutti pareva d’avere il povero vecchio davanti agli occhi, come l’avevano visto l’ultima volta che erano [...]

[...] , cogli occhi alla porta, sebbene non ci vedesse quasi, e li andava toccando, per accertarsi che erano loro, e poi non diceva più nulla, mentre [...]

[...] : – Qui pure il nonno avrebbe voluto metterci il vitello; qui c’erano le chioccie, e qui dormivano le ragazze, quando c’era anche quell’altra [...]

[...] se ne andò colla sua sporta sotto il braccio; poi quando fu lontano, in mezzo alla piazza scura e deserta, che tutti gli usci erano chiusi, si [...]

Zuccari Anna (Neera)
Lydia
17 1888 - Provenienza testo: scansione da Archive, txt Fondazione Verga 73 occorrenze

[...] apparente armonia: duetto d'amore in cui - 13 - le parole erano sentimentali e l'accompagnamento ironico: rito augusto, solenne, dove gli áuguri [...]

[...] della sala d'aspetto. Erano Costanza Jeronima, figlia della marchesa Arimonti, e la sua intima amica, miss Eva Seymour. Eva, la bellissima, vestita [...]

[...] della scienza, le emozioni della natura vergine studiata nei paesi più belli del mondo, erano bastati a riempire tutta quanta la sua giovinezza [...]

[...] bontà comoda e una mezza virtù a cui non erano mai occorsi serii assalti. Viveva sulla sua poltrona, leggendo romanzi e baciando sua figlia ogni [...]

[...] allungata nella nuca, aveva un'espressione intelligente e fina; gli occhi erano larghi e ridenti, il nasino camuso, la bocca canzonatrice, il [...]

[...] - 48 - conchigliette rosee perdute fra i capelli; e i capelli stessi non erano la parte meno bizzarra di questa leggiadra creatura; bruni di [...]

[...] inglese, fin da allora le parole: " sta bene, è elegante, è vezzosa " le erano - 45 - risuonate all'orecchio come promesse di una [...]

[...] da ballo è un sacrificio. Ma le ipocrisie della gentilezza erano famigliari a don Leopoldo, che rispose: — Molto allegro. Per tal modo Lydia non [...]

[...] era un giardino, una serra di questi graziosi fiori artificiali. - 51 - Uno sciame di amichetto la circondò subito. Erano ragazze belle [...]

[...] parte di società che non conosceva; parte minuscola, poichè erano quasi tutte persone note o viste a teatro o incontrate in casa d'amici. Con [...]

[...] riuscito del suo. Guardò gli uomini con diffidenza e con mediocre interesse; in fondo erano sempre - 52 - quelli: il marchese Gherardi, un colosso [...]

[...] capanna per passarvi la notte. — Ah! sì. — Avevamo côlti tanti fiori; mi ricordo che erano quasi tutte violette: ve n'era una quantità, nel bosco [...]

[...] movimento in avanti. La signora, sbadatamente, tirò a sè lo strascico dell'abito; cosi erano vicinissimi. Egli si tormentava i baffi, sprofondando fin [...]

[...] fanciulla, ma non vedendo niente nello specchio, perchè i due si erano allontanati. — Sì, la signora Capitelli; quella che ha un neo sul mento, che [...]

[...] selvaggina. Molti tavolini erano sparsi dovunque, così ognuno si collocava a piacer suo. Una dolce ebbrezza, un abbandono di buon genere animò [...]

[...] presto uomini e donne; gli occhi lampeggiavano, i frizzi uscivano facili dalle labbra. Alcune signore si erano levato un guanto, - 66 - uno [...]

[...] solo, e, col braccio appoggiato sulla spalliera della poltrona, ascoltavano sorridendo, mettendo a posto i braccialetti. Erano tutte circondate [...]

[...] un fascino particolare, segreto: si moveva a ondate; parlava senza emettere la voce; i suoi sguardi erano carezze; intorno a lei c'era un profumo [...]

[...] veniva verso loro, colla vela bianca saettata da sole. - 78 - — Eccola! Forza, ci faremo prendere a bordo. Dalla barca s'erano scôrti i due [...]

[...] più al dosso, formava una cosa sola colla sua pelle. Tutti erano così, bisognava esser così. Nello stesso modo che, narcotizzandosi, si taglia [...]

[...] in comunanza patriarcale: i vecchi, i figli, le giovani nuore. Nel salotto, il cui gusto sobrio e la maestosa semplicità, non erano alterate da [...]

[...] erano leggermente affilate e fatto più profondo l'incavo degli occhi. — E sono cinque mesi che ti trovi qui? Costanza sorrise. — Che vita fai [...]

[...] preso sui ginocchi il fanciulletto biondo, sembrava tutta occupata a narrargli una favola. Le giovani spose erano uscite silenziosamente. Per [...]

[...] fuori dalla finestra, nel cui vano le due fanciulle si erano accoccolate, i grandi alberi del parco rosseggiavano nelle tinte infuocate del [...]

[...] Livorno a prendere i bagni. Par exemple! I miei calzoni non erano così corti. VIII. A Napoli. Fumavano un manilla sul terrazzo, davanti al [...]

[...] estatici nei quali la sorpresa dominava ancora il dolore. — Tornerò fra qualche ora. Così disse l'avvocato accomiatandosi; erano le tre del [...]

[...] . Al club, tra uomini, si dilaniava - 147 - la sua riputazione con parole che erano lame di pugnale. Calmi, a cui bruciava ancora la scena del [...]

[...] balcone, non la difendeva certo. Nei crocchi delle signore la si pungeva delicatamente, con sottintesi che erano punte di spillo avvelenato [...]

[...] lei quasi tutte le sere, rinunciando alla società che l'acclamava sempre regina. Erano serate intime, piene di dolcezza. Il baronetto Seymour [...]

[...] era passata; s'erano fatte più donne, più serie, con quella nube leggera di mestizia che pare la traccia - 149 - dell'ala del tempo. Noi [...]

[...] per la madre morta. E però trovava un grande vuoto intorno a sè. Nessuno più l'interessava; gli uomini che le avevano fatto la corte erano tutti [...]

[...] umani presi sul vero, palpitanti ancora. E tutte le sue osservazioni erano acute, mordaci, imbevute di uno scetticismo disinvolto che aveva [...]

[...] quasi due anni erano trascorsi, nè egli usciva dalla sua taciturnità, nè Eva aveva mai fatto allusione a lui. Una volta, in occasione di un premio [...]

[...] , ma la distruzione dell'avvenire, che il tempo doveva rendere sempre peggiore. La casa bancaria dove erano investiti i capitali del baronetto [...]

[...] aveva chiesto la mano di Eva. I due anni trascorsi lontano dal mondo elegante non erano stati infruttuosi per il giovane scienziato; egli aveva [...]

[...] l'ossigeno nell'aria; e dopo, quando erano partiti, rimaneva a lungo immobile, quasi temesse di smuovere, colle particelle d'aria, l'onda sottile che la [...]

[...] colonne d'edera che si erano imporporate agli ultimi calori dell'estate riprendevano i toni del verde morente; nelle rade chiome dei castagni [...]

[...] un letto largo e basso, di una morbidezza impudica. I tappezzieri erano persuasi che quello fosse il letto nuziale della signorina. - 198 [...]

[...] per gelosia o per pettegolezzi o semplicemente per lo - 203 - sconforto della vita, si erano chiuse in sè stesse. È difficile fare amicizie [...]

[...] discorsi erano scuciti; dicevano una cosa pensando ad un'altra. Era capitato molte volte a Lydia di trovarsi con Mario Avella, e quando sorprendeva [...]

[...] frequente vicinanza si erano giudicati meglio. Avevano lo spirito fatto per comprendersi; solo si somigliavano troppo, e da questa somiglianza [...]

[...] nasceva piuttosto un urto che una simpatia. Per lunghissimo tempo erano rimasti l'uno di fronte all'altra in attitudine di sfida, guardandosi [...]

[...] alcune fotografie nuove biancheggiavano fra le pieghe della tappezzeria. Erano ritratti di donne bellissime, ballerine, artiste, che Lydia aveva [...]

[...] . Aveva perdute le sue più care amiche quelle che erano cresciute con lei, ch'ella aveva amate col trasporto dei giovani anni. La signora Avella [...]

[...] non frequentava più la società, lasciando rallentare, nell'egoismo dell'amore felice, ogni altro vincolo. Le loro vite, che erano incominciate [...]

[...] prima pagina, appena urtati, caddero in polvere. Non potè rammentarsi di chi erano quei fiori, nè dove côlti, nè perchè conservati. — La [...]

[...] di un fiore esotico. I suoi profumi erano differenti da tutti quelli conosciuti; i suoi abiti uscivano dalla moda generale, imponendosi con una [...]

[...] centimetro meno della sua. Ma non erano ancora al tempo dell'invidia. Lydia si mostrava entusiasta della sua baronessa, ne parlava con tutti [...]

[...] persone di servizio erano entrate ancora nel salotto. Uscì nel cortile. Sulla porta delle stalle, un mozzo puliva i finimenti, e li metteva al sole [...]

[...] quell'ambiente, ritta in piedi accanto al primo pilastro, osservando quel pubblico così nuovo. La maggior parte erano donne, quasi tutte o brutte o [...]

[...] rapida sensazione di ebbrezza. Intanto tutte le donne si erano messe in ginocchio, umiliate, sprofondate; e un canto lento, solenne, uscì dalle lor [...]

[...] , colpiva le orecchie di Lydia: Regina Angelorum; Regina Martirum; Regina Virginum. Le voci erano appassionate, piene d'amore più ancora che di fede [...]

[...] , volavano, insieme al canto divino, su in alto, fuori del mondo, trasportate da un ideale che Lydia non aveva — ed esultavano, erano felici... Felici [...]

[...] : Agnus Dei, qui tollis peccata mundi. Alla villa non si erano accorti dell'assenza di Lydia, la credevano in camera. Quando entrò nel salotto [...]

[...] dissolventi, finchè ripresa a gradi la coscienza del proprio essere aperse gli occhi, nel buio, e ascoltò. - 262 - Quei suoni erano dolci [...]

[...] , come preghiera mormorata sotto le vôlte di una chiesa, nella penombra dei vetri istoriati; ma erano anche teneri e ardenti come baci lungamente [...]

[...] attesi, come baci d'amore scoccati da labbro a labbro. Erano note vellutate, larghe, limpide, tratte dai tasti con mano vigorosa, eppure soave [...]

[...] erano passate, quali sfumature fatte da un abile pittore a un ritratto un po' duro, le abitudini del lusso, dell'eleganza, e una certa mondanità [...]

[...] erano luminosi i suoi occhi! XVII. S'era stabilito alla Villa, un genero di vita assai regolare e metodico, come se dovesse durare per sempre [...]

[...] . Questo l'aveva voluto lui, Keptsky. L'indomani, appena spuntava l'alba, mentre tutti dormivano alla Villa, essi si trovavano pronti, e pronti erano [...]

[...] il giorno, guardandosí negli occhi, essi avevano la gioia del loro segreto. Erano giunti rapidamente all'intimità. Lydia gli raccontava tutto [...]

[...] domini sempre. - 279 - Parlando spesso francese, erano venuti a darsi del voi, naturalmente, quasi senza accorgersene; ma il contegno corretto [...]

[...] colpiva di più non erano i vasi fatati da cui sorgeva il Genio, le lampade meravigliose, le isole incantate; no, io sognavo le pallide sultane dal [...]

[...] tutta, e per un momento chiuse gli occhi, lasciandosi trascinare. Erano alle porte dalla città. — Ora troveremo una carrozza. In?larono il [...]

[...] erano tutti inzuppati; ma presa da una improvvisa e stranissima vergogna per le sue braccia che rostavano mezzo nude, tentò di nasconderle tutte e [...]

[...] loro voci erano cambiate, frementi come le corde di un'arpa dopo la tormentosa voluttà dei suoni. Egli la prese in braccio e la pose nella vettura [...]

[...] . Una impressionabilità ?na, geniale, una delicatezza da mimosa, una intelligenza sottile, pronta ad afferrare tutte le sfumature del pensiero, erano [...]

[...] ? passati, se non che l'enumerazione non era facile, e certe bizzarrie che a vent'anni erano state coronate dal successo, come le avrebbe [...]

[...] fresca, viva! Come erano stati folti i suoi capelli! e bianchi i suoi denti! e il suo collo rotondo! Oh! se ella potesse dare a Keptsky, oltre il cuore [...]

[...] , - 323 - lasciandosi dietro occhiate di ammirazione e di invidia all'indirizzo di Keptsky, che erano per lei la più squisita soddisfazione [...]

[...] su cui erano dipinti degli amorini. — Le ho perdonato, sa; siamo generosi. Non le voglio nemmeno chiedere, per non vederla confusa, il suo [...]

[...] venivano dinanzi agli occhi scene passate, dettagli che prima le erano parsi insignificanti, occhiate, parole a voce bassa, segni di convenzione [...]

[...] , s'udiva nella camera attigua il bisbiglio di due voci. Lydía tratteneva il respiro. Erano parole staccate, che non si capivano bene; ma una voce chiara [...]

Verga Giovanni
Novelle rusticane
33 1883 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga a cura di G. Forni - Interlinea Edizioni 58 occorrenze

[...] , paternamente, o dallo sportellino del confessionario, dopo che s’erano risciacquata la coscienza, e avevano vuotato il sacco dei peccati propri ed altrui [...]

[...] , e se ne rideva del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati [...]

[...] . Avevano fatto un caso del diavolo, erano andati dal vescovo, gli avevano gettato in faccia la nipote, massaro Carmenio e la roba malacquistata, gli [...]

[...] se li levavano neppure per buttarsi a dormire sulle panchette, e a tutti i chiodi dei pilastri erano appese sciabole e pistole che al povero zio [...]

[...] conoscenti, che erano curiosi di sapere come erano fatti il Re e la Regina, venivano a domandargli del viaggio, col pretesto d’informarsi se aveva [...]

[...] pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re [...]

[...] , povere bestie; e allora non c’erano le strade carrozzabili, chè la Regina si sarebbe rotto il collo, se non fosse stato per la sua lettiga, e la gente [...]

[...] diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n’erano ancora, ed era una porcheria. Ma allora [...]

[...] ci erano più alla finestra, e il Reverendo aveva il solo disturbo di levarli ogni volta che doveva venire la Giustizia, e rimetterli al loro posto [...]

[...] ! Ma Janu e mastro Cola, che erano i ladri, colle barbe finte di pelle d’agnello, non davano retta, e volevano rapirle il Sacro Figlio, per portarlo [...]

[...] ad Erode. Quelli aveva saputo sceglierli il pievano, da fare i ladri! Veri cuori di sasso erano! chè il Pinto, nella lite che aveva con compare [...]

[...] ; – chè quei due furfanti avevano persino dimenticata la parte, tal razza di gente erano! Maria Vergine aveva un bel pregare e scongiurarli, chè [...]

[...] l’erano portato via per mare, che non ci era mai stato, il poveretto, colla sporta in spalla, e legato coi compagni di galera, a resta come le [...]

[...] , in quel momento che i ladri erano lì lì per agguantare San Giuseppe pel mantello. – Ora state a vedere l’incontro del patriarca San Giuseppe coi [...]

[...] che tutti erano contenti! Nella sua casa sola! Buttata lì davanti a quel lettuccio come un sacco di cenci, disfatta, diventata decrepita tutta in [...]

[...] spinosi di cui nessuno perciò mangia i frutti. Le donne piangono in crocchio, e gli uomini stanno a guardare, fumando. Così s’erano portato il [...]

[...] camparo di Valsavoia, che si chiamava Massaro Croce, ed erano trent’anni che inghiottiva solfato e decotto d’eucalipto. In primavera stava meglio, ma [...]

[...] perchè gli erano diventati gli occhi smorti e a fior di testa. Egli diceva sempre prima di morire: – Non temete, che pei miei figli il padrone ci [...]

[...] femmine! Ma i maschi morivano appunto quando erano grandi, nell’età di guadagnarsi il pane. Oramai egli lo sapeva; e come le febbri vincevano il ragazzo [...]

[...] ! e la mattina li strigliava e li governava. Più tardi era stato attratto dalla ferrovia che costrussero lì vicino. I vetturali e i viandanti erano [...]

[...] appetitosa, chè senza moglie l’osteria non può andare, e per questo gli avventori s’erano diradati. Ora non restava altri che compare Mommu, il [...]

[...] a marzo. Erano gli ulivi di Mazzarò. E verso sera, allorchè il sole tramontava rosso come il fuoco, e la campagna si velava di tristezza, si [...]

[...] col berretto in mano. Nè per questo egli era montato in superbia, adesso che tutte le eccellenze del paese erano suoi debitori; e diceva che [...]

[...] adesso i suoi aratri erano numerosi come le lunghe file dei corvi che arrivano in novembre; e altre file di muli, che non finivano più, portavano le [...]

[...] barone – rispondeva lui – che può fare quello che gli pare e piace! I fratelli, che erano come le dita della stessa mano finchè viveva il padre, ora [...]

[...] male. 106 Così la domenica appresso s’erano fatti gli sponsali, colla sposa vestita da festa, e suo padre il camparo cogli stivali nuovi, che ci si [...]

[...] capelli rossi, s’erano belli o brutti, e di altre sciocchezze. E quando il maggio traditore venne a rubare tutte le fatiche e le speranze dell’annata [...]

[...] , sfogavasi colla cognata, che non faceva nulla per aiutare in casa; e Lucia rimbeccava che senza aver marito gli erano toccati i guai dei figliuoli [...]

[...] soppiatto, fingendo di voltarsi per sputacchiare. La sera poi, come gli usci erano tutti chiusi, s’arrischiava sino a cantarle le canzonette dietro la [...]

[...] curatolo Vito, e lasciar la mandra. Che curatolo Vito si contentava di pigliar lui le febbri un’altra volta, tante erano le sue disgrazie. A casa [...]

[...] ! – rispondeva il padrone. – Vedrai che bella dote! e quanti verranno a cercartela la tua onestà! Se i maccheroni erano troppo cotti, se Lucia portava [...]

[...] ? Allora serva e cuoco si confidavano la loro «mala sorte» che nascevano di «gente rispettata» e i loro parenti erano stati più ricchi del padrone [...]

[...] mostaccio. Non gliene importava nulla che ella fosse una contadina. Non ricusava per superbia. Erano poveri tutti e due e sarebbe stato meglio buttarsi [...]

[...] migliore accanto al fuoco. Con lei si sfogava a cuore aperto, chè erano poverelli tutti e due, e faceva bene all’anima confidare i guai a una persona [...]

[...] erano come una presa di tabacco. E Brasi non sarebbe stato schizzinoso, no! Una mano lava l’altra a questo mondo. E non era sua colpa se cercava [...]

[...] , il fratello, udì la cosa in piazza qualche mese dopo. E corse dalla moglie trafelato. Poveri erano sempre stati, ma onorati. La Rossa allibì [...]

[...] perdeva la striscia biancastra del viottolo. Al calar del sole erano venuti i vicini della mandra dei fichidindia, a vedere se occorreva nulla [...]

[...] fiammata, e poi soffiavano come se ci dicessero su delle parole. Quando erano nelle mandre di Resecone, quello di Francofonte, a veglia, aveva narrato [...]

[...] casa, davanti all’uscio, i ragazzi giocavano alla fossetta, col bel sole di dicembre sulla schiena. Poi s’erano avviati per la messa di [...]

[...] nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto [...]

[...] . Quegli otto giorni erano una manna per chi ci avesse da fare nella casa di un povero diavolo, senza timore che il marito arrivasse improvviso di [...]

[...] altri erano andati a fare. Don Piddu si buttò ginocchioni 149 anche lui, per confessarsi all’orecchio del missionario, piangendo tutte le lagrime che [...]

[...] lattante al seno, scarmigliata – e le stanze erano molte. Si udiva la folla urlare per quegli andirivieni, avvicinandosi come la piena di un fiume [...]

[...] compagno. Prima di notte tutti gli usci erano chiusi, paurosi, 155 e in ogni casa vegliava il lume. Per le straducciole non si udivano altro che [...]

[...] , dietro il cancello di ferro. E i poveretti divenivano sempre più gialli in quell’ombra perenne, senza scorgere mai il sole. Ogni lunedì erano più [...]

[...] nulla. Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima. I galantuomini non potevano lavorare le loro terre colle proprie mani [...]

[...] sepoltura, ogni volta che li conducevano ammanettati al tribunale. Tutti quelli che potevano erano accorsi dal villaggio: testimoni, parenti, curiosi [...]

[...] tabacco. I giudici sonnecchiavano, dietro le lenti dei loro occhiali, che agghiacciavano il cuore. Di faccia erano seduti in fila dodici [...]

[...] provate la sera innanzi alla rappresentazione del San Carlo; o alla riviera di Chiaia, sfolgorante di luce, che si erano lasciata dietro le loro [...]

[...] spalle. Aveva preso il braccio di lui mollemente, coll’abbandono dell’isolamento in cui erano, e s’era appoggiata al parapetto, guardando la striscia [...]

[...] scomparso e il sole e la notte si sarebbero alternate ancora sui sassi nudi e tristi, umidi di pioggia. Così erano scomparsi il casolare del gesso [...]

[...] , di compare Carmine, o di altri. Le larve erano passate. Solo rimaneva solenne e immutabile il paesaggio, colle larghe linee orientali, dai toni [...]

[...] due che s’erano detti di voler restare uniti per sempre, era bastata una parola di quell’uomo per separarli. Non era il bisogno del pane, com’era [...]

[...] in cui vivevano e di cui erano fatti. Gli amanti ammutolivano e chinavano il capo dinanzi alla volontà del marito. Ora ella sembrava che temesse e [...]

[...] ? Quante volte ella si sarà ricordata del paesetto lontano, del deserto in cui erano stati soli col loro amore, della ceppaia al cui rezzo ella aveva [...]

[...] , e nel turbinìo delle grandi città! Quante cose erano trascorse! e quanto avevano vissuto quei due cuori lontano l’uno dall’altro! Infine si [...]

[...] , senza guardarsi, quasi senza parole, si erano detto che il cuore turbinava loro in petto ad entrambi nel trovarsi accanto. Quando si lasciarono, e [...]

[...] si strinsero la mano, sulla soglia, erano tristi tutti e due, e non tristi soltanto perchè dovevano dirsi addio – quasi mancasse loro qualche cosa [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. I)
18 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 41 occorrenze

[...] Clara, si erano messi a sedere sbadigliando e stirando le braccia, sopra la stuoia, dove avevano passato la notte, accanto al fuoco. Don Taddeo [...]

[...] Pantaleo; per i primi due figli, guai che gli parlassero di studi; diceva che erano tutti danari sprecati; per questo invece... — Questo è il più [...]

[...] all’altro mondo. Così rivedendo un pò le buccie a don Pantaleo le due vecchie erano arrivate alla parrocchia ed erano scomparse nella oscurità di [...]

[...] , con le aguzze zanne, affilate da un’abbietta avarizia? Erano pochi quelli che in paese avevano avuto tale fortuna! Don Pantaleo adorava un solo [...]

[...] fatto una buona azione, la gioia di aver sollevato un afflitto, erano sconosciute per lui. Dinanzi al bagliore corruscante dell’oro ei [...]

[...] erano rare ed aride carezze. Don Pantaleo amava il suo Zua; ma il suo amore aveva un limite; la sacra fame dell’oro lo avrebbe potuto rendere [...]

[...] d’estate, raggrinzati, attraversati da mille pieghe, puzzanti, un miglio lontano, di pepe, del quale erano stati abbondantemente cospersi, per essere [...]

[...] nasi erano diventati lambicchi, ed attraverso allo sbattere dei denti or continuo ora alternato, la voce prendeva diverse inflessioni, e le [...]

[...] eravi un canterano in istile d’Aritzo, sopra al quale erano disposte simmetricamente due righe di chicchere bianche, a fiori azzurri, e dentro a [...]

[...] armadio tinto in rosso, sul quale erano messe in ordine parecchie dozzine di aranci, una vecchia fisarmonica ed un ombrello di seta verde. Era [...]

[...] Daniele, cinquanta starelli d’orzo; signor Vittorio, oh quello poi, bisognava rovinarlo per sempre e bella e finita; diavolo, erano già due anni [...]

[...] ; ma tutti erano atteggiati a tristezza; signor Vittorio solo, guardava in terra per paura che gli altri gli leggessero negli occhi il sentimento [...]

[...] tutti i capannelli che si erano formati qua e là nella piazzetta. Poco a poco però la gente come sopraggiungeva la notte, cominciò a sparire, e dal [...]

[...] del diavolo! Un salmodiare lontano lo distrasse dal suo pensiero; erano i tre preti del paese che venivano in coda ad una poco numerosa [...]

[...] riunire molti confratelli; ma tutti s’erano rifiutati: si fosse fatto seppellire dai corvi e dai cani, l’usuraio! Non s’era però scoraggiato, e a furia [...]

[...] che senta proprio intimamente, ciò che dimostra nel viso! dire che tutti sono felici che sia morto don Pantaleo, perchè tutti erano suoi debitori e [...]

[...] spendeva, inutilmente ogni mese! Queste lamentazioni però erano fatte tra di loro due, perchè conoscevano a che punto arrivasse l’ira del padre [...]

[...] una grave malattia di cuore. I fratelli non gli dicevano mai nulla, e Zua sebbene avesse capito che gli erano ostili non aveva saputo darsene [...]

[...] la carriera incominciata. Taddeo e Sisinnio gli risero in faccia, domandandogli che dichiarasse francamente quali erano gli studi che fin allora [...]

[...] vita del vagabondo, consumando gli averi proprii e gli altrui. XIII. Erano passati parecchi mesi dal giorno in cui Zua aveva avuto la certezza [...]

[...] sasso, e perciò non aveva mai detto a nessuno il suo segreto. I figli sospettavano che il vicario sapesse dove erano nascosti i danari, perchè [...]

[...] , imbroglione, erano queste le promesse che mi aveva fatto? Non ero io contenta di pagare il danno, senza pagare altre spese? — Ma che colpa ci ho io [...]

[...] ? Imbroglione, miserabile! Signor Vittorio, rosso come un peperone per la vergogna, si voltò ad un crocchio di curiosi che si erano fermati lì [...]

[...] buoi disposto; erano passati per la via principale, credendo di andarsene in casa propria, e don Zua, non volendo perdere la dovutagli indennità [...]

[...] , le ultime parole di Zua; ma fu inutile perchè tutti le avevano udite; e siccome molti fra quelli erano oppressi dalla stessa malattia, chi per [...]

[...] ingialliva le messi. Quelle piante erano diventate la sua famiglia; di là vedeva la distesa uguale e piana dell’orto coltivato con le sue mani. Il suo [...]

[...] crescevano, se le fave erano troppo mature, se le lattughe erano ancor tenere, e di cento altre cose. Don Zua, che passava tutto il giorno fra quelle [...]

[...] è al solito, no; gli deve essere successa qualche cosa; guarda, guarda, non ha mangiato neanche tutte le patatine; pure erano eccellenti [...]

[...] , di donna Carolina, di donna Michela, di signora Sinforosa, che si erano fatte protagoniste di romanzetti assai scandalosi. Tutto questo non [...]

[...] , lo legava al suo pensiero costante. Una passione ardente si era abbarbicata al suo cuore, come le gramigne si erano intrecciate fra le sue [...]

[...] cuore della fanciulla? Quante volte non si erano visti dei casi simili? Il brigadiere poi era un bel giovane, nobile anch’esso; ed avrebbe potuto [...]

[...] ambizioncella l’aveva; e quasi tutti i loro terreni erano confinanti. Non avrebbero fatto altro che atterrare i muri, per far casa comune. Da quel lato [...]

[...] , in parte, la distruzione fisica e morale di don Zua, erano giunti gli ultimi giorni di Maggio, tempo della partenza per la festa di S. Mauro [...]

[...] l’abito color uva passa, e calzò gli stivaloni nuovi, ai quali erano stati già attaccati gli speroni, che col loro tintinnìo svegliarono Margherita [...]

[...] . Iddio c’è per tutti e penserà anche per me. XXI. In casa di Marco Santoru s’erano alzati da parecchio. Allo scalpitare del cavallo di don [...]

[...] marmotte, che s’erano già tutte svegliate, e cominciavano a gridare perchè volevano la colazione! sono scappato come un disperato! — Poveretta [...]

[...] , e fece mostra di non aver sentito. In quel frattempo, Marco Santoru passava in giro l'acquavite ad una diecina di uomini che erano tutti a [...]

[...] piena di vino, sulla quale erano incise artisticamente tutte le avventure di Giove. — Alla salute degli sposi, esclamò Barraca appressando la [...]

[...] umore spuntò piano, piano in tutti, anche nei più stanchi. Le donne, dopo il pasto, s’erano ritirate tutte in disparte, e pispigliavano [...]

[...] ognora più, rendendolo sempre più suo schiavo. Nella dolcezza di quel riposo le ore erano passate veloci, e la sera cadeva. Lontano, sulla costa [...]

[...] ultimi, che erano don Zua e Boella: Un’avemaria anche per me, forse San Mauro mi porterà fortuna, se intercede una bella ragazza come te. Don [...]

Verga Giovanni
Mastro-don Gesualdo
32 1889 - Provenienza testo: scansione Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, a cura di C. Riccardi 116 occorrenze

[...] s'erano svegliate pure le campanelle dei monasteri, il Collegio, Santa Maria, San Sebastiano, Santa Teresa: uno scampanìo generale che correva sui [...]

[...] , che si sperdevano dietro il muro a secco del giardinetto, fra i rami dei mandorli in fiore. Sotto la tettoia cadente erano accatastate delle fascine [...]

[...] Babele! Erano accorsi anche altri vicini. Santo Motta colle mani in tasca, il faccione gioviale e la barzelletta sempre pronta. Speranza, sua sorella [...]

[...] alla meglio; per altro non era socio: poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. Fece il giro lungo onde evitare la [...]

[...] cose strane che c'erano nel magazzino vasto quanto una chiesa. Una volta, al tempo dello splendore dei Rubiera, c'era stato anche il teatro. Si [...]

[...] , al vedergli quella faccia, pensò che fosse venuto a chiederle denari in prestito. Sarebbe stata la prima volta, è vero: erano troppo superbi i [...]

[...] La signora Sganci aveva la casa piena di gente, venuta per vedere la processione del Santo patrono: c'erano dei lumi persino nella scala; i cinque [...]

[...] qualche libertà soverchia — adesso che erano soli — diceva lui col suo risolino stentato da satiro. 35 — Mita! Mita! — chiamò infine la mamma [...]

[...] presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte. Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere [...]

[...] magre. Non diceva nulla, stava a guardare i fuochi, col viso affilato e pallido, come stirato verso l'angolo della bocca, dove erano due pieghe [...]

[...] lei a servire gli invitati. Dopo il primo movimento generale, un manovrar di seggiole per schivare la pioggia di sciroppo, erano seguiti alcuni [...]

[...] , quasi sapesse cosa volevano e li aspettasse. Allorchè finalmente Gesualdo arrivò alla Canziria, erano circa due ore di notte. La porta della [...]

[...] gambe; Brasi Camauro e Nanni l'Orbo erano spulezzati di qua e di la, come fanno i cani la notte, quando sentono la femmina nelle vicinanze; e i cani [...]

[...] voler bene, come tutto il viso supplichevole anch'esso. Un viso su cui erano passati gli stenti, la fame, le percosse, le carezze brutali; limandolo [...]

[...] mostrava la pelle bianca dove il sole non aveva bruciato. Le mani, annerite, erano piccole e scarne: delle povere mani pel suo duro mestiere [...]

[...] sulla schiena del figliuolo, con la funicella stessa della soma... Erano dieci o dodici taxi che gli cascavano di tasca ogni asino morto al poveruomo [...]

[...] non voleva saperne... Diceva che non era il mestiere in cui erano nati. «Fa l'arte che sai!» - Ma poi, quando il figliuolo lo condusse a veder le [...]

[...] legna rotte, nella capanna. 68 Pezzi di travi su cui erano ancora appiccicate le immagini dei santi che dovevano proteggere il ponte, buon'anima sua [...]

[...] sotto la cassa della confraternita, come una tiara da morto, nella quale erano i pegni dei denari dati a prestito; delle immagini di santi qua e !a [...]

[...] affamati nella paglia, coll'occhio spento; altre bestie da soma erano sparse qua e là; e dei barili di vino passavano di mano in mano, quasi a [...]

[...] nulla!... E sfilò quest'altro rosario: Erano pazzi, o cos'erano, a rifiutare una domanda simile a quella?... Uno sulla strada di farsi riccone come [...]

[...] , ancora nella carta ritagliata come erano venuti dalla città, sparsa di garofani e gelsomini d'Arabia, tutto quello che dava il paese, perchè la [...]

[...] signora Capitana aveva mandato a dire che ci volevano dei fiori; quanti candelieri si erano potuti avere in prestito, a Sant'Agata e nell'altre chiese [...]

[...] del Santo Sepolcro, ci erano Pelagatti e Giacalone, che sembravano di cartapesta, così lavati e pettinati. — Per servire il trattamento, sissignore [...]

[...] Gesualdo tutto contento, con un sorriso di gratitudine per lei. Erano un po' in disparte, mentre tutti gli altri si affollavano intorno alla tavola [...]

[...] fatto fare? Donna Sarina e il marchese Limòli si erano avvicinati anch'essi al balcone. Quest'ultimo allora disse: — Adesso potete andarvene, donna [...]

[...] interessi, e nulla Nel pubblico che assisteva all'asta corse un mormorio. Tutti gli altri concorrenti si erano tirati indietro, sgomenti, cacciando [...]

[...] peggio di un toro infuriato. Peperito aveva chiamato con un cenno il canonico Lupi, e s'erano messi a confabulare sottovoce, chinati sulla [...]

[...] denari del ponte!... Vuole la mia rovina!... Nemico di suo padre stesso! — urlava mastro Nunzio. — Erano forse denari vostri? — scappò infine a [...]

[...] gridare il canonico; — non era sangue del figlio vostro? non li ha guadagnati lui, col suo lavoro? — Tutti quanti erano in piedi, vociando. Si udiva [...]

[...] ? — Nossignore, — rispose don Gesualdo, — le terre le piglio tutte io. Mentre gli altri erano contenti e approvavano coi cenni del capo l'occhiata [...]

[...] un subbuglio, al sentire la lotta che c'era stata per levare di mano al barone Zacco le terre del comune che da quarant'anni erano nella sua [...]

[...] famiglia, e il prezzo a cui erano salite. La gente si affacciava sugli usci, per veder passare ma- stro-don Gesualdo. — Guardate un po', signori miei, a [...]

[...] sorridente, mentre pensava pure che se i suoi figliuoli avessero avuto la stessa sorte, erano proprio denari buttati via, tante fatiche, i guadagni [...]

[...] momento suonava la campanella della benedizione, e quanti erano in piazza s'inginocchiarono. Poco dopo, Ciolla, che ingannava il tempo sgretolando [...]

[...] allegramente. Narrava che a Palermo avevano fatto il pasticcio; avevano ammazzato il principe di Aci e s'erano impadroniti di Castellammare: — Chi [...]

[...] . Quando tornarono ad uscire, dopo un gran pezzo, erano tutti più morti che vivi. Bomma sforzavasi di fare il gradasso; Tavuso non diceva una parola; e [...]

[...] notte. II Capitano e altri Compagni d'Arme erano in casa di don Gesualdo. Lassù, verso il Castello, vedevansi luccicare dei lumi; c'era pure una [...]

[...] l'ultima volta. D'allora in poi s'erano viste raramente insieme le teste canute dei due fratelli, dietro i vetri rattoppati colla carta, cercando il [...]

[...] cagnolino di donna Marianna Sganci; la signora Capitana poi in gala, quasi fosse la sua festa, adesso che ci erano tanti militari, colla borsa [...]

[...] apparire s'erano taciuti, seduti intorno sui seggioloni 146 antichi, col viso lungo e le mani sul ventre. La baronessa guardava intorno, gridando a [...]

[...] l'aveva pettinata mastro Titta, faceva accapponar la pelle a quanti stavano a sentirla. Alcuni, dall'ansia, s'erano anche alzati in piedi [...]

[...] sorridente, tappandosi le orecchie con le marine inguantate. — No... me ne vo... davvero!... Erano tutti nel corridoio: donna Fifì masticando un [...]

[...] falegname e quanti erano sul palcoscenico. Don Ninì furibondo andò subito il giorno dopo a cercare Ciolla, il quale se ne stava pei fatti suoi, dopo [...]

[...] si apriva ancora. Parlava del tempo, dell'annata, del fermento che aveva lasciato in paese la Compagnia d'Arme, dei guai che erano toccati a lui [...]

[...] voleva, accompagnandolo di stanza in stanza, spiegandogli dove erano stati aperti gli usci che mettevano in comunicazione il nuovo col vecchio [...]

[...] , tutti quanti. Già i tempi erano mutati; il paese intero era stato sottosopra ventiquattr'ore, e non si sapeva quel che poteva capitare un giorno [...]

[...] una parola d'elogio sul modo in cui erano andate le cose. Donna Marianna diceva alla Rubiera sottovoce che aveva fatto bene a venire anche lei, per [...]

[...] , nella piazza, tutti i vicini erano affacciati per vedere uscire gli invitati. Alla finestra dei Margarone, laggiù in fondo, al di sopra dei tetti, c'era [...]

[...] sudici, i capelli spettinati, le carezze stesse di lei, i manicaretti cucinati dall'amico Pallante, gli si erano mutati in veleno, dacchè gli costavano [...]

[...] altre piccine, guardandogli le mani per vedere se davvero erano sporche di calcina, tirandosi indietro istintivamente quando nel baciarla la pungeva [...]

[...] che non s'erano visti! Lui non aveva faccia di comparirle dinanzi, in parola d'onore! Non cercava di scolparsi. Era stato un ragazzaccio. Ora aveva [...]

[...] il viso per riconoscerla: — Una Trao! Non c'è che dire. — Lo zio marchese ne lodò gli occhi, degli occhi blu che erano due stelle. «Degli occhi [...]

[...] passasse. In quel tempo erano capitati due merciai che portavano nastri e fazzoletti di seta. Andavano di casa in casa a vendere la roba, e [...]

[...] fiore all'ingresso del viale, dimenticate per incuria. Pei dirupi, ogni grotta, le capannuccie nascoste nel folto dei fichidindia, erano popolate di [...]

[...] solitarii e luminosi verso Donferrante. E subito spedivano gente ad informarsi se c'erano stati casi di colèra. Il baron Zacco, ch'era da quelle [...]

[...] . Lui era ignorante, uno che non sapeva nulla, ma capiva che quelle belle cose erano trappole per acchiappare i gonzi. Gli stessi arnesi di cui si [...]

[...] ragazza che avrebbe dovuto pensare a ridere e a divertirsi piuttosto... Finora erano ragazzate; sciocchezze da riderci sopra, o prenderli a [...]

[...] lassù avran preso fuoco... V'accompagno. E cosa da nulla. Nell'aia erano tutti in subbuglio. Mastro Nardo, sotto la tettoia, insellava in fretta e [...]

[...] un po' di grana, per non morir di fame dove andavano, appena avrebbe chiusi gli occhi il vecchio. Nel cortile c'erano anche le mule cariche di roba [...]

[...] il russare di Santo. I nipoti erano già partiti colla roba, insieme agli altri inquilini, e un gatto abbandonato s'aggirava miagolando per la [...]

[...] abbandonati. Erano tutti figli suoi, orfanelli bisognosi. Santo col viso sudicio guardava or questo e or quello come aprivano bocca. — No! — s'ostinava [...]

[...] parole, balbettava: — L'eredità?... Il testamento?... La parte di che cosa?... Allora Speranza infuriò. — Come? Di questo si parlava. Non erano tutti [...]

[...] , ciascuno doveva avere la sua parte. Tutto quel ben di Dio, quelle belle terre, la Canziria, la Salonia stessa dove avevano i piedi, erano forse piovuti [...]

[...] abbracciassero, lì, nella stanza dove erano rimasti poveri orfanelli. Don Gesualdo era un galantuomo, un buon cuore. Non l'avrebbe fatta una porcheria. — Non [...]

[...] voleva la sua parte dell'eredità paterna — di tutto ciò che egli possedeva - una bricconata; adducendo che quei beni erano stati acquistati coi [...]

[...] amore, per le questioni vecchie e nuove che erano state fra di loro. Speranza l'aspettava sulle scale del pretorio per vomitargli addosso degli [...]

[...] , come se lui l'avesse rubata agli altri. Un bel giorno infine, mentre le monache erano salite in coro, che c'erano le quarant'ore, la ragazza si [...]

[...] I Erano appena trascorsi sei mesi, quando sopravvennero altri guai a don Gesualdo. Isabella minacciava di suicidarsi; il genero aveva preso a [...]

[...] ! Sembravagli di veder stendere l'ombra delle ipoteche sulle terre che gli erano costate tanti sudori, come una brinata di marzo, peggio di un nebbione [...]

[...] trattava simili negozi per mezzo del notaro Neri — poichè non erano il suo forte. — E alla fine, quando mastro- don Gesualdo s'impennò sul serio [...]

[...] destino, senza aspettare o desiderare più nulla. Soltanto avrebbe voluto rivedere la figliuola. Suo marito glielo aveva anche promesso. Ma siccome erano [...]

[...] in viso delle ultime fiamme vitali, con gli occhi velati di lagrime che volevano sembrare di tenerezza ed erano di sconforto: — Farò questo! farò [...]

[...] Gesualdo andò nell'anticamera, dove seppe dalla serva che aspettavano nel salotto, come avevano sentito che c'erano i Zacco... — Meglio! — osservò [...]

[...] cui erano venuti — sua moglie volle assolutamente che il cugino sedesse in mezzo, fra due fuochi. — Abbiamo quell'affare del nuovo appalto, caro [...]

[...] passeggiare per la stanza. Poi, tornando in faccia ai due che s'erano alzati pure, sorpresi: — Questa non viene da voi! — esclamò. — Questa è buona! Questa [...]

[...] tanto di naso!... Lo conosco!... Le signore Zacco allo strepito s'erano affacciate sull'uscio dell'anticamera. Successe un istante d'imbarazzo fra i [...]

[...] che siete ricco... Non vedete com'è ridotta vostra moglie?... Mal sottile è, Dio liberi! Io ho paura, e vi saluto tanto. Dopo che s'erano [...]

[...] parole di poco prima. — Chissà per chi è destinata quella pillola, Dio liberi!... — pensò fra di sè. Già i tempi erano sospetti, e la gente s'era [...]

[...] Ferdinando, con quella palandrana che non teneva piu insieme. I due vecchi s'erano messi a sedere dinanzi al letto, col mento sul bastone, mentre don [...]

[...] Gesualdo... Non vogliamo disturbarvi... Ma è un affare serio... Sentite qua... Lo tirò nella stalla onde dirgli sottovoce il motivo per cui erano venuti [...]

[...] sapevo nulla. Non credevo che fossimo già a questo punto... Giacchè erano lì non potevano fare a meno di salire un momento a veder donna Bianca, lui [...]

[...] tela fine. Le Zacco erano pallide della nottata persa, e donna Lavinia non si reggeva più in piedi. Sopraggiunse il marchese Limòli insieme al [...]

[...] mastro-don Gesualdo. — Un brigante! un assassino! uno che s'era arricchito, mentre tanti altri erano rimasti poveri e pezzenti peggio di prima! uno [...]

[...] che aveva i magazzini pieni di roba, e mandava ancora l'usciere in giro per raccogliere il debito degli altri. — A strillare più forte erano i [...]

[...] debitori che s'erano mangiato il grano in erba prima della messe. Gli rinfacciavano pure di essere il più tenace a non voler che gli altri si [...]

[...] canonico Lupi armato sino ai denti, il Barone Rubiera colla cacciatora di fustagno, come un povero diavolo. Essi erano continuamente in mezzo ai [...]

[...] sbigottimento, erano diventati tutti una famiglia. Adesso i signori erano infervorati a difendere la libertà preti e frati col crocifisso sul petto [...]

[...] luminaria pin tardi. Le sole finestre che rimanessero chiuse erano quelle di don Gesualdo Motta. Lui il solo che se ne stesse rintanato come un lupo [...]

[...] i magazzini pieni di roba, dei campi e delle vigne!... Pazienza i signori, che c'erano nati... Ma non si davano pace, pensando che don Gesualdo [...]

[...] proprie mani. Aizzava contro allo zio i suoi figliuoli che s'erano fatti grandi e grossi, e capaci di far valere le loro ragioni, se non fossero stati due [...]

[...] raccolto, l'erede di Pirtuso, che litigava ancora con lui per certi denari che il sensale s'era portati all'altro mondo, tutti coloro che gli erano [...]

[...] per giunta, come quella bestia di Diodata che a chi gli dava un calcio rispondeva grazie. Dai e dai erano arrivati a scatenargli contro anche loro [...]

[...] sangue, e sono ancora quello di prima, io! Don Gesualdo, malato, giallo, colla bocca sempre amara, aveva perso il sonno e l'appetito; gli erano [...]

[...] rimasti fuori, che spingevano senza poter entrare, partirono finalmente a strillare viva e morte per conto proprio; e quanti erano in teatro, al [...]

[...] era nemico giurato dei poveretti e dei liberali! — Coi sassi, coi randelli — due o tre s'erano armati di un pietrone e davano sulla porta che [...]

[...] Nardo e quei pochi di casa che gli erano rimasti affezionati pel bisogno si raccomandavano l'anima a Dio. Finalmente il barone Mèndola riesci a farsi [...]

[...] Diodata, la quale aveva sentito dire che i suoi ragazzi erano nella baraonda, a gridare viva e morte contro don Gesualdo anche loro, ed era corsa [...]

[...] bocca sdentata. Erano due stanzacce invecchiate con lui, nelle quali ogni sua abitudine aveva lasciato l'impronta: la macchia d'unto dietro la [...]

[...] ! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad [...]

[...] non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e [...]

[...] scrisse da Palermo onde avere notizie precise. Parlava anche d'affari da regolare, e di scadenze urgenti. Nella poscritta c'erano due righe [...]

[...] di avarizia, dovettero chinare il capo a codesto, chinare il capo a medici e medicamenti. Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano [...]

[...] freddi addosso. Bomma lo guardò bene in faccia, accostò la seggiola, si voltò di qua e di là per vedere s'erano soli. — Don Gesualdo, siete un uomo [...]

[...] . Salutò quella brava gente con un bel sorriso che doveva rassicurare anche loro, appena li vide entrare. Essi invece gli badarono appena. Erano tutti [...]

[...] vigna metteva giù le foglie, i seminati erano alti, gli ulivi in fiore, i sommacchi verdi, e su ogni cosa stendevasi una nebbia, una tristezza, un [...]

[...] . Non vedeva l'ora d'andarsene, quasi dovesse lasciare il suo male lì, in quella casa e in quei poderi che gli erano costati tanti sudori, e che gli [...]

[...] si erano fatti più vedere. Ma Nardo aveva voluto accompagnare il padrone sino alle ultime case del paese. In via della Masera si udì gridare [...]

[...] che erano costate le finestre scolpite, i pilastri massicci, gli scalini di marmo, quei mobili sontuosi, quelle stoffe, quella gente, quei cavalli [...]

[...] ; non digeriva più neanche i bocconi prelibati, erano tanti chiodi nelle sue carpi. — Mi lasciano morir di fame, capisci! - lagnavasi colla figliuola [...]

[...] chetarlo, gli disse che non occorreva, poichè non c'erano altri eredi... Isabella era figlia unica... — Ah?... — rispose lui. — Non occorre... è [...]

[...] anni ed anni, e s'erano acchetati. Così va il mondo, pur troppo, che passato il primo bollore, ciascuno tira innanzi per la sua via e badò agli [...]

[...] voce gli si era intenerita anch'essa, gli occhi, tristi, s'erano fatti più dolci, e qualcosa gli tremava sulle labbra. — Ti ho voluto bene... anch'io [...]

[...] quel che gli erano costati, quei poderi, l'Alia, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno [...]

[...] chiamarla, — rispose il domestico, e tornò a coricarsi. Ma non lo lasciava dormire quell'accidente! Un po' erano sibili, e un po' faceva peggio di [...]

[...] chetichella?... — osservò il portinaio che strascicava la scopa e le ciabatte per l'androne. Degli altri domestici s'erano affacciati intanto, e [...]

Giacosa Giuseppe
Novelle e paesi valdostani
6 1886 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 83 occorrenze

[...] , vi insegno il mestiere. Certe volte il mestiere lo insegnava ai viaggiatori che gli sedevano vicino, e allora erano sperticati elogi delle sue [...]

[...] scaturiva diritta dal cuore. Diceva le cose assennate, tradiva i sentimenti scomposti, i termini erano da lettera di traffico, la voce era piena [...]

[...] straccioni dei quali Barba Gris diceva ridendo con Giac: Quanto li paghi? e: Caro rispondeva il vetturino. — I cavalli erano tre bestiaccie grame [...]

[...] . Stette un momento in pensieri, poi mormorò seco stesso mai più, mai più! e entrò in scuderia. Giac e lo stalliere di servizio erano andati, uno per [...]

[...] di gente, e semivuota non era mai. Che spina al cuore del vecchio! I quattrini perduti erano nulla rispetto all'orgoglio umiliato; li avrebbe [...]

[...] erano morti fulminati il cocchiere e due cavalli. Ignorava se alla posta o alla concorrenza, la notizia proveniva dal forte di Bard, avvisato per [...]

[...] sfinito del padre la tratteneva; il cortile era pieno di gente e ne veniva sempre. A quell'ora tutte e due le carrozze erano in grande ritardo. La [...]

[...] folla inerte aspettava; i carabinieri erano partiti verso Bard. Dopo un gran silenzio, Barba Gris disse: — La posta ha la cornetta e l' America i [...]

[...] in tempo a trattenere i tre cavalli che quasi gli erano addosso. L'America incolume aveva raccolto parte del carico e il postiglione mal concio [...]

[...] e Gin si sposarono dopo tre mesi. STORIA DI DUE CACCIATORI Degli ultimi anni del regno di Vittorio Emanuele, i cacciatori di contrabbando erano [...]

[...] foreste a cercarvi i novelli, volgendo a profitto della propria industria l'autorità di cui erano rivestiti e seguitando, s'intende, a far la [...]

[...] odiavano cordialmente le guardie, perchè erano guardie e perchè rubavano loro il mestiere e ne nascevano spesso delle scene violenti e nelle [...]

[...] alte solitudini non tutte le schioppettate miravano agli stambecchi, nè tutti i lamenti di feriti erano urli di fiera. Qualche volta, a sera, un [...]

[...] , promettevano una caccia facile e sicura. I camosci si erano avveduti di loro, poichè le traccie recentissime sulla neve li mostravano passati [...]

[...] di fresco, ma il luogo di rifugio non poteva essere 26 lontano; su pel nevato e di lì al ghiacciaio non erano ascesi perchè essi li avrebbero [...]

[...] fino alla valle. Là certo i camosci, e dovevano essere in molti, si erano nascosti in una gran rovina di massi enormi ed il loro si confondeva [...]

[...] quindicina almeno, erano tutti ritti sulla cresta delle roccie annusando l'aria inquieti dello scampo. Quattro colpi ne precipitarono tre giù pel [...]

[...] dirupo, e gli altri fuggirono a salti verso il ghiacciaio. Neanche la pena di portarli a spalle fino alla piana; i camosci c'erano caduti da sè; una [...]

[...] . Stavano per tornare quando il Balmet accennò 27 subitamente al Rosso la cresta opposta del burrone dicendo: — Le guardie. Erano due com'essi [...]

[...] , tentò un passo verso il compagno e rotolò a terra. Le guardie, fatto il colpo, erano scomparse. Balmet si precipitò verso il Rosso. Era vivo ed in [...]

[...] ! i porci! i porci! Due grossi pallettoni lo avevano colpito all'avambraccio sinistro ed alla coscia sinistra ed erano usciti tutti e due, quello [...]

[...] ne compiacesse; era l'idea che stava lì ferma a martellarlo, picchiando sempre colle stesse parole, e le più testarde erano le cattive. A volte [...]

[...] la gamba sana, si trascinò in mezzo a dolori laceranti fino all'orlo del burrone, e si affacciò all'abisso ghignando di terrore. I camosci erano [...]

[...] dal burrone gli era giunto il rumore di pietre smosse e rotolanti. Guardò di nuovo. Due dei camosci erano scomparsi ed un uomo, il Balmet di [...]

[...] ; ma le guardie fatto il colpo erano forse discese a denunziarlo e l'autorità sarebbe certo salita a cercare di lui. Volendo serbarsi in vita per [...]

[...] del braccio sano li impaurì e li mise in fuga. Erano forse gli scampati del giorno addietro. A poco a poco una stanchezza molle, quasi dolce lo [...]

[...] danno; le nuvole erano nemici che volevano accerchiarlo e soffocarlo. Ma il Monte Bianco vegliava alla sua salvezza e gli diceva di confidare [...]

[...] somiglianza, col busto di cera avesse contribuito a tale effetto. Lo somigliava infatti, se non che i suoi capelli erano neri e quelli del busto di [...]

[...] stanze al primo piano erano tutte spalancate e per la bocca rischiarata sugli orli mostravano profondità oscure piene d'insidie. Passando, la [...]

[...] Baviera, al quale, mentre attendeva a compirla internamente, erano capitati dei rovesci di fortuna che lo avevano fermato a mezz'opera. La casetta [...]

[...] donne, sono romantici incorreggibili. * ** Dunque Guglielmo si innamorò di Teresa. Morti i due padri, le ostilità erano cessate, e traverso lo [...]

[...] poi, superbe quelle due povere donne non lo erano più, se pure lo erano state mai. Guglielmo era un bel giovane aperto e gioviale, faceva [...]

[...] alberghi svizzeri sono chiusi o fanno pochi affari; meglio partire in primavera e rimandare le nozze all'autunno seguente. Intanto erano fidanzati [...]

[...] , e gli sguardi erano così intensi che pareva dovessero forare i vetri e penetrare nella camera. Spenti il lume ed i rumori, Guglielmo tornava [...]

[...] di morte ad ogni momento. Ma il tempo correva, ed erano mille pensieri e mille faccende. Comprò i mobili, gli utensili 103 di cucina, sempre [...]

[...] . Ma sollevatosi appena, i piedi non lo ressero e cadde. Ogni sforzo per rialzarsi fu vano; riusciva a mettersi ginocchioni, ma i piedi erano [...]

[...] rammolliti: una cancrena rapidissima li aveva anneriti: erano morti. Allora si vide perduto. A due passi un crepaccio apriva la gola verde. Vi si [...]

[...] , mia fidanzata. Il giorno moriva, quando fu preso da un sonno invincibile. I bassi lembi del Mon Rosa erano già scuri, le pinete ed i prati che [...]

[...] di rimprovero esagerato. Poco alla volta i traslati erano diventati d'un ardimento pazzo. Le più pure ed immacolate parole toglievano uscendo da [...]

[...] or sono erano informate ad un sentimento di simpatia, ad una sorta di ammirazione poetica, ad una curiosità indeterminata, sono ora diventate [...]

[...] rime uniformi, i quali in cucina ed al reggimento, mi avevano valso il nomignolo di Torototella. Però avevano sugo e forma ed erano schietti, e [...]

[...] caldissimamente ammirato. Nessuno li avrebbe detti opera d'un prete; non v'erano nominati nè la religione, nè la fede, nè Dio, nè il demonio, nè i santi [...]

[...] . Erano versi piani senza invocazioni, nè assalti alla sublimità; raccontavano, descrivevano, frugavano nei minuti episodi della vita quotidiana e [...]

[...] delle prime attività fisiche, parve qualche volta ai parenti accompagnato da segni di un tardo, ma vitale intelletto; allora erano giornate di [...]

[...] . Sarebbe stata felice se il bambino fosse vissuto in un sonno senza fine. 148 Le tenerezze del padre erano più rare e di più breve durata [...]

[...] agiatezza degli abitanti dovuta alla vicina miniera facevano che i casi di vero e proprio cretinismo vi erano rarissimi, tanto che il curato [...]

[...] frangeva all'estremità opposta, verso il monte, e la casa era tramezzata da due muraglie maestre Intanto erano accorsi il curato e mezzo il paese [...]

[...] , e ne giungeva di continuo, ma tutti erano impotenti ad aiuti: fra essi e la casa muggiva l'onda furiosa ed oscura. Videro rischiararsi le [...]

[...] dire che non ci ho gusto. Il fatto era seguito così: Erano tre viaggiatori e tre guide. Il giorno innanzi, partiti dal Riffel sopra Zermatt e [...]

[...] conviene trattenersi venite. Parlava vibrato, con collera mal contenuta ma la mia stanchezza ed il malessere erano troppo dolorosi perchè mi [...]

[...] 194 le rendite erano un po' calate e a fare i conti ne sarebbe risultato roso qua e là anche il capitale; ma Daniele i conti non li faceva e [...]

[...] ; erano sempre insieme: la bontà infinita, paziente, quasi infantile e l'indole gaia e sollazzevole del padre colmavano la differenza dell'età. Non [...]

[...] paese e con essi Natale. Erano muniti di corde, di graffi, di picche e di lanterne. Giunti sul luogo, Natale imperioso ed intollerante di consigli [...]

[...] tormentosa la disputa orrenda che gli lacerava l'anima. Erano due in lui, due avversari accaniti, uno a difendere con tenerezza lacrimosa la sua Lena [...]

[...] mortali con quanti erano uomini validi in paese. L'incontro fu tragico e silenzioso. Al cospetto del padre, Natale durò un gran pezzo immobile [...]

[...] placido delle vacche pascolanti; la scena aveva una dolcissima intimità paesana e famigliare, si sentiva che tutti erano parenti, nati tutti sotto [...]

[...] io sull'altro. Quelli nella festa continua della mia vita erano i momenti nei quali avvertivo il piacere. Che spasso quando il babbo prendeva a [...]

[...] mia cameretta ed aspirandovi il profumo di che i miei abiti s'erano impregnati nelle stanze ed al contatto della contessa, rivedevo ne' suoi [...]

[...] occhi con tormentosa evidenza quello sguardo pieno d'amore e mi sentivo salire al viso una vampa che m'acciecava. Ma erano raffiche passeggiere [...]

[...] e le finestre erano ben chiusi, solendo il conte ogni sera prima di andare a letto fare il giro della casa in compagnia di due domestici ed [...]

[...] fra le colonne a mezza altezza, erano già pieni di una folla ricca e grave, venuta senza che io l'avvertissi silenziosamente. Tutte le porte in [...]

[...] ! — La Corte era dunque entrata, mi erano dunque bastate le forze e la mente, potevo dunque oramai riposare sicuro. Ecco la contessa. Com'era [...]

[...] confricate? Forse le scintille che rendevano al tocco dell'arco non erano visibili alla gente ma io le sentivo avventarsi in me e saettarmi. I [...]

[...] e lascivia ai miei suoni. Non era più una danza quella; i passi ed i moti erano voci e parole dichiaranti i più gelosi secreti dell'anima. Non [...]

[...] erano riverenze, nè ondeggiamenti della persona non passi corretti di scuola, nè figure predisposte ad arte, ma non so quali genuflessioni [...]

[...] riputazione di buon tiratore e intollerante dell'altrui mediocrità. Se uno dei suoi sbagliava la mira, erano seri rabbuffi in principio e lunghe [...]

[...] non avesse assodata di bel nuovo la propria superiorità. Ciò avveniva colle persone del seguito, le quali d'altronde erano ben di rado ammesse [...]

[...] riguardo e solo quando le condizioni della caccia erano tali da non correr rischio di perdere la preda. La quale andava in gran parte regalata qua e là [...]

[...] sbiadirono e si ritinsero i colori. Finchè duravano nel popolo, le variazioni erano poche, ma divenute materia letteraria 284 e argomento di libri [...]

[...] , portava i maggiori pesi, durava le maggiori fatiche, non dava pace a nessuno, tanto aveva a cuore il compimento dell'opera. Erano già superati i [...]

[...] spaccar ghiaia, non ci doveva più reggere; le mani gli tremavano ed erano più le martellate sulle dita che sui ciottoli. Povero vecchio! Sarà [...]

[...] che facevano a rompere col petto la muraglia di neve che le contrastava. Perchè erano venute man mano affondandosi e le zampe toccavano il suolo [...]

[...] giunte. Le prime s'erano avviate alla stalla e già vi riposavano, ma la stalla poteva capirne una trentina, facciamo quaranta a pigiarle, e già [...]

[...] coperto erano assalite a colpi di cornate furiose e dalla stalla chiusa usciva un rombo sordo di muggiti, indizio di terribili massacri. E poi [...]

[...] : 314 erano cinquecento capi di bestiame, cinquecento, ha inteso, Rettore, e s'avranno a perdere tutti, mentre l'Ospizio è vuoto? — Eh [...]

[...] chiomati ed erano frequenti i commerci fra gli abitanti della Tarantasia (Centroni) e quelli della Val d'Aosta (Salassi). Vi passò Annibale? Gli [...]

[...] la Provenza ed il Piemonte, erano saliti fino in Savoia, in Moriana, in Tarantasia e sul lago di Ginevra o nel Vallese. Così occuparono i [...]

[...] delle bufere, o lo stagnare delle gelide nebbie invernali; tende di tela o baracche di assi mal connesse, erano tetto e casa a soldati mal [...]

[...] colossale fra le colossali valanghe di quell'inverno. Per buona sorte sul suo passaggio non vi erano 345 case e la ruina non ebbe vittime, ma [...]

[...] e allora erano guanciali morbidissimi che sembravano dover cedere al minimo peso. La Soana così rumorosa e spumeggiante trascinava a stento [...]

[...] , erano faccie di verità non verità intere ed afferrabili, erano lampeggiamenti dell'ingegno, che al momento rischiaravano forse qualche vero occulto [...]

[...] di inoltrarmi circospetto per terra non me ne venisse qualcuno sotto i piedi. Erano in numero sterminato, bianchi bianchi come la neve, barbe [...]

[...] lunghe e capelli lanosi. Erano i padroni del luogo, della valle, della stagione. La grave rovina invernale era opera loro. Essi si aggiravano [...]

Pratesi Mario
L'eredità
23 1889 - Provenienza testo: scansione Archive 60 occorrenze

[...] che tutti erano stati leoni di forza. Dopo aver saputo, per esempio, che Margaritone, il padre di Stefano, quando la domenica per qualche faccenda [...]

[...] dinanzi alla scena, che qui era il cimitero di faccia: una scena fissa, con un severo portico intorno, le cui ali estreme erano rimaste interrotte per [...]

[...] , ed erano state le streghe, e una strega vedeva in ogni vecchia sconosciuta e brutta in cui s'imbattesse per la deserta campagna; nè contro le [...]

[...] stendeva la mano su i morti: e i morti anch'essi, dentro le loro gelide sepolture di cui erano piene le muraglie e il terreno, parevano ascoltare in un [...]

[...] parevano i cartelloni d'una réclame, ma Giovanna vedeva bene che erano sepolture: vedeva bene colà sotto il portico que' busti immobili sulle erme [...]

[...] erano zuccherini, e quella marmaglia incitosa gli aveva pure gustati, così le due parti cominciarono a trattare i propri affari con una serietà che [...]

[...] , così erano riusciti a ispirargli della sua condizione la bassa stima in cui, per ingrandirsi al suo cospetto, mostravano di tenerla i suoi zotici [...]

[...] Stefano, erano botte sicure, e le botte, se non gli levarono il cattivo che ormai gli aveva intaccato l'osso, nondimeno affransero e maturarono [...]

[...] quelli che fanno fremere e inorridire gli adulti, i quali smarrirono ogni memoria di ciò che erano essi da fanciulli o adolescenti: era un giovanetto [...]

[...] tutto e per tutto una gran minchiona appunto come i suoi genitori di Poggio Sole, che erano di que' vecchi antichi con certe idee, diceva Stefano [...]

[...] erano così amici, che bisognandogli al vinaio due garzoni, egli, per non far torto nè all'amico Gasparino nè al fratello Stefano, gli scontentò [...]

[...] , simulavano un'amicizia che guastavasi ogni pochino perchè erano rivali in tutto, anche in amore. Là in quella serra tutta calda dei sospiri e delle [...]

[...] scomunicato. Ogni serenità era sparita ormai da quella famiglia: tutti gli altri, muti intorno a Stefano fremebondo, erano simili a mansueti [...]

[...] badarci poco. Il guaio era però che le nubi s'erano solo un po' allontanate, non sciolte; e quindi bastava un nulla a ridestare in quell'uomo [...]

[...] per due. Erano sei mesi che faceva questa vitaccia, dormendo poco e lavorando molto, anzi eccessivamente, quando una mattina di giugno, la campagna [...]

[...] , come ne' paesaggi perugineschi. In quel podere v'erano tutti i doni del buon Dio: v'era grano, vino, olio, fagiolami, saggina, zucche, cocomeri [...]

[...] s'erano riposati i padri domenicani col loro bianco cappellone, quando erano i proprietari di quella terra ubertosa: per cui Filusella, arando [...]

[...] sì tenera che pareva impossibile in una contadina tanto robusta: Adamo ed Eva dagli esercizi vocali erano passati agli strilli, alle [...]

[...] sdegno e il suo dolore erano troppo fieri perchè potessero aprirsi a parole. Una tal condotta era ormai così apertamente, così sacrilegamente [...]

[...] prendeva occasione di lodarla a chiunque la visitava, e ripeterne le sentenze amatorie; le quali - 91 - erano d'un acume e d'una giustezza [...]

[...] , aveva di dolce - 93 - quella nuova esistenza, ed erano i comodi, l'ozio e la libertà, valse a fargliene accettare, a rendergliene tollerabile il [...]

[...] natura, erano in verità tutte cose che ora l'avrebbero mosso, se egli ci avesse potuto pensare, piuttosto a sorriderne stoltamente, che a [...]

[...] villano! In Zaira poi egli era ben contento di ritrovare tutta la somma delle impressioni voluttuose e lubriche, che gli erano rimaste nei memori [...]

[...] . Tale depravazione e un vile interesse erano soli a tenere uniti questi due amanti che non si amavano, ed erano sempre in guerra tra loro [...]

[...] quand'era preso dall'ira, erano sempre pronti ad erompere da quella sua natura selvatica e rude, la quale non conosceva altro modo efficace se [...]

[...] , ora dall'una e ora dall'altra delle - 107 - tacite case, si vedevano uscire persone incappottate, o maschere allegre: erano studenti [...]

[...] universitari, erano cameriere o crestaine che andavano al veglione o anche qualche donnetta che s'approfittava del marito lontano per divertirsi libera [...]

[...] d'ogni spontanea vivezza, e i cinici e scurrili plebeismi erano le aure vitali che più spesso si respiravano allora in questo giardino d'Italia [...]

[...] all'undici fosse chiusa: ma gli sbirri, con la coscienza addolcita dai toccamani della Margolfa, la quale viveva con essi in ottimi rapporti, erano [...]

[...] correndo c'erano giunte. Quell'usciata in faccia provocò grand'urli, e fischi e colpi e calci alla porta, che rimbombavano dentro nell'androne [...]

[...] bassi gradini. Esse sgonnellando erano in preda a convulsioni di risa, che poi si cambiarono in acutissimi strilli al primo irrompere - 112 - di [...]

[...] , od abbrancavano, od erano per abbrancare, o avevano già abbrancata una donna, e gridavan tutti, e l'una voce copriva l'altra in una confusione [...]

[...] , s'abbandonavano tutte nelle braccia dei ballerini, o balzellanti e di fuga erano appettate indietro sino al divano dove cadevano, si rovesciavano [...]

[...] rapirla. Gli uomini buttati anch'essi qua e là accanto alle donne (tenendone alcuna abbracciata sulle ginocchia) s'erano tolti le maschere fradice di [...]

[...] romanticamente a preludiare su i tasti fiochi. Le coppie, a quell'appello musicale, erano già in procinto di riprendere il ballo, quando Amerigo, rimasto sino [...]

[...] è una faccia codesta da far paura! " Allora, tra le coppie che erano rimaste ferme a guardare, fu detto che in tutta la sera quell'arlecchino non [...]

[...] letto, in mezzo al gruppo degli allegri scolari, avvolti, secondo la moda scolaresca d'allora, in grandi scialli di lana. Alcuni di que' letti erano [...]

[...] , quanti villani capitavano in quella cucina erano ben contenti di palesare la loro gran compassione al povero Amerigo, dicendogli intanto di [...]

[...] circondano tra le ombre degli ulivi, erano avvolti in un puro e luminoso riflesso che ne - 137 - ricreava la secolare tristezza.... Il sole animava [...]

[...] trafficante vinaio, e un erede dello zio. Tutti i suoi rigori e tutte le sue asprezze contro il figliuolo non erano derivate infine che da un sommo [...]

[...] folta macchia di pruni. Ora l'unico mezzo di riuscire a questo erano gli scudi di suo fratello, - 147 - e perciò ci pensava sempre, e pensava anche [...]

[...] a dir male o canzonare questo e quell'altro; ma tali insulsaggini oziose erano simili a quei voletti corti e svogliati che in sul finire d'autunno [...]

[...] egli amava la compagnia, nè poteva star solo, gli erano sempre intorno ora l'uno e ora altro; e gli offrivano anche dei doni, i quali erano [...]

[...] . Il vinaio, venendole dietro col bastoncello, s'ingegnava di prenderla con le buone e di portarle con voce soave delle ragioni che erano ottime [...]

[...] guardare la scala buia e lunga, pareva, scendendo, avventurare il corpo sopra un abisso. Nella taverna, di sopra, non v'erano, a quell'ora, che Gustavo [...]

[...] che le dava e quelle che riceveva da lei, che pur seguitava a bisbigliare fervidamente il rosario, erano come un irrompere di mute saette: una [...]

[...] , non è a dire a quali censure non rimase esposto il governo; censure che erano tollerate perchè non di natura politica, ma dicevano tutti che i [...]

[...] danari dello Stato erano spesi molto male a pagare degl'impiegati così inetti, così pimmei. Su quei quattro intanto rimase il sospetto del pubblico [...]

[...] vendè a un rigattiere di piazza i mobili del fratello, chè per la sua casa campestre erano troppo di lusso e - 184 - superflui, ne vendè pure la [...]

[...] vendetta. La carcere sofferta, gli ammonimenti e le minacce severissime ricevute dal vicario e dal capitano degli sbirri, alla cui sorveglianza erano [...]

[...] trovare in così povera casa. Ma que' seggioloni erano sparsi un tempo per tutto il grande e rovinato palazzo dei conti Della Pula, e quello era rimasto [...]

[...] d'esser vivi, ed erano terribili nello sdegno, con un forte risentimento di rughe aspre e taglienti nel viso color del rame e che, pur maschio, aveva [...]

[...] che poteva averlo rubato anche taluno dei tanti che in quella circostanza erano corsi a invadere la bottega: — No, rispondeva a sè stesso, l'hanno [...]

[...] passione da cui era più tormentato! — L'hanno rubato loro! — E contandoli sulle dita, incominciò quella sera a numerare tutti i mobili che erano [...]

[...] lode colà dove non la raccoglie e non la crede nessuno, cioè sulle fosse dei morti, dicendo che erano state lingue malvage, come d'altronde [...]

[...] sarebbe lode troppo modesta il riconoscere soltanto del sale in ciò che erano venute producendo incessantemente. Ora quel loro sale lo facevano tutto [...]

[...] di Dio!... Due sbirri che erano a bere all'osteria dei Tre Mori, e s'erano inoltrati pei primi, s'opposero alla folla che già ingrossava, non [...]

[...] ecceomo: petto, gola, gambe, costole, braccia erano tutte un livido solo: un occhio ingolfato in una meteora sanguigna, la testa scotennata in più [...]

[...] incontro la coorte formidabile de' suoi zii paterni, i quali, da quel giorno che s'eran divisi da Stefano a Poggio Sole, non - 225 - s'erano fatti [...]

[...] erano disperatissimi tutti, ma cittadini. Però quando seppero che potevano anch'essi concorrere legittimamente all'eredità, allora il loro cuore [...]

Chelli Gaetano Carlo
L'eredità Ferramonti
2 1884 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 70 occorrenze

[...] Ferramonti dei capitali d'origine misteriosa, e gli aveva regalato un figlio, dopo sette mesi scarsi di matrimonio. Ma se i maldicenti s'erano [...]

[...] proprio nome un tal disonore. Gli altri due figli, Pippo e Teta, non l'avevano intesa mai così. Essi erano cresciuti cogli istinti dell'ambiente [...]

[...] che fare la famiglia con quel furfante! Ciò che premeva, erano i suoi continuati ladrocini. Si facevano dei calcoli a memoria: mica Mario ci si [...]

[...] indefinibile dei negozianti che burlano un compratore malaccorto. Ma, nel loro freddo egoismo, erano compitissimi: davvero non potevano. Padron [...]

[...] si erano mai conosciuti intrigucci o passioncelle di gioventù. Forse i possibili aspiranti alle sue preferenze, pensando che il matrimonio era il [...]

[...] clientela da guadagnarci dei capitali. Bisognava proprio dire che i Carelli erano una coppia di vecchi stupidi per non averlo capito loro prima di ogni [...]

[...] catenacci di ricotta! Irene doveva affaticarsi a calmarlo. Lo rimproverava sorridendo di lamentarsi a torto. I loro guadagni non erano forse in [...]

[...] avrebbe supplito al resto. Che diavolo! non erano per nulla tra fratelli e tra cognati. — Ha delle buone qualità, Paolo! — sentenziò Pippo appena [...]

[...] oggetti: maniglie, arpioni, toppe, chiodi. Non erano affari molto grassi; ma assicuravano un guadagno positivo, e preparavano il terreno ad operazioni [...]

[...] logica d'uomo interessato, rammaricò il tempo perso a fare il sostenuto. Quante vantaggiose combinazioni erano probabilmente andate a monte nel [...]

[...] , per Irene, erano successi continui. La trovavano bella, elegante, gentile, modestissima; delle signore, specialmente giovani, erano prese come da [...]

[...] , dissimulando a se stesso le sue smaniose impazienze. Trovò la sorella e la moglie insieme. I Furlin s'erano affrettati a pranzo per uscir subito, e [...]

[...] trattenne. Lo persuase che se c'erano delle novità in giro, le avrebbero sapute. Pel momento, bisognava pensare soltanto ad andarsene a letto [...]

[...] cupidigie erano appagati dall'esperimento di cui risentivano un beneficio indiretto; palpitavano di speranze per l'avvenire. Del resto, l'impiegato ed [...]

[...] la mano. La voce e i modi di lei erano tutta una strana provocazione. Peraltro Mario, diffidando forse di lei e di se stesso, si vinse. — A [...]

[...] fatto soltanto un'eccezione pei Barbati, che trattavano come di casa e che si erano avvezzati a vedere immancabili. Del resto, non poteva essere [...]

[...] diversamente: Irene e Flaviana erano diventate due amiche del cuore, tenerissime l'una per l'altra. E si cullavano nel diletto dei trattenimenti [...]

[...] superiori. Ripeteva i cancans di cui erano piene le pensioni a sessanta lire al mese e le trattoriacce che dànno la zuppa a tre soldi ed il lesso [...]

[...] tasca, unicamente per vedere di che cosa eran capaci i piemontesi. Ma i Governi esteri ci si erano già seccati, e, sottovoce, si mettevano già [...]

[...] della propria dignità e della propria forza, erano ancora possibili le istituzioni medievali? Erano possibili i privilegi che rappresentano storie [...]

[...] sangue, erano dimenticati, respinti, perseguitati, resi impotenti a raccogliere il più lieve vantaggio, mentre i beniamini gavazzavano pasciuti [...]

[...] ed a Furlin. Teta sopraggiunse, mettendosegli accanto. — Che significa? — domandò Pippo. Mario andò per le lunghe: s'erano riscaldati tanto, nei [...]

[...] lasciasse arrestare dallo scoraggiamento, lei! Del resto, non erano tutti pronti ad aiutarla? Parve deciderla l'intervento di Rinaldo Barbati con una [...]

[...] erano un miracolo inaudito di abilità. Del resto, i loro nervi, eccitati nel pensiero costante di altri interessi materiali, e nel vagheggiamento di [...]

[...] la riverenza del mondo, e la potenza. Voglio che ti abbiano a parere nani, quelli che ti sembrano giganti. Lascia fare a me. Erano frasi da [...]

[...] passato, ed a rivedere le bucce al prossimo. Erano i padroni del tavolino scelto pei loro conciliaboli: non vi soffrivano invasioni. Certe sere, sul [...]

[...] , solleticato vagamente dalle adulazioni grossolane ond'era circondato. Queste erano anche sincere: un omaggio istintivo di cervelli limitati e di animi [...]

[...] suoi intimi erano esclusi da tali generosità. Diceva che non ci possono essere relazioni quotidiane e cordiali fra creditore e debitore. Egli non [...]

[...] trovare; poi un altro; poi un altro ancora. Ebbene! quelle assenze erano un pretesto; non erano vere. Una quarta volta, Ferramonti, andando a casa [...]

[...] intravvedute, erano l'ignoto, il mistero; un fascino al quale non aveva armi per resistere. — Ma insomma, questa ottava maraviglia non si fa più vedere [...]

[...] quelli degli altri, perchè non si formava una nuova famiglia? Erano vere esplosioni, che sbalordivano Ferramonti. Egli non riusciva a ribatterle [...]

[...] : padron Gregorio trascinava un'esistenza impossibile; aveva realmente bisogno d'una compagnia. E poichè tali erano le circostanze, lei s'infiammava [...]

[...] soltanto da quale pericolo erano sfuggiti. Su quei visi accesi dall'ebbrezza del trionfo passavano dei brividi di raccapriccio. Se la Remedi avesse [...]

[...] pensato a se stessa? se avesse dato a padron Gregorio un'altra nidiata di figli? Erano tanti i casi! Infine, Irene era stata davvero la provvidenza [...]

[...] si parla di un padre il cui pensiero rinverdisce antiche affezioni e mette nel cuore una folla di pentimenti. Avevano avuto torto: erano pronti a [...]

[...] rubare tutte le sue serate dagli spettacoli, dalle visite di riguardo, da mille impegni uno più indeclinabile dell'altro. Erano pretesti: moglie e [...]

[...] intorno a sè uomini abbastanza risoluti per spingere le cose agli estremi. Perchè aspettavano ancora? Non vedevano che al popolo prudevan le mani? Erano [...]

[...] donnetta bella e pia, qualche più profana distrazione, e lo compativano. Erano debolezze della carne, dalle quali nessuna creatura umana può dirsi [...]

[...] della giovine donna uno sviluppo tortuoso ed ondeggiante, essi si erano assopiti, sfibrati in una fiducia pericolosa. Non avevano sospettato d'esser [...]

[...] che ha un diavolo per capello. Li salutava appena, invitandoli a sedere, giacchè erano venuti, con quel fare brusco e sgarbato che accompagna le [...]

[...] fece più trovare. Fu il licenziamento completo. Mario e Pippo, dal canto loro, si erano resi irreperibili. Si sarebbe detto che l'accensione dei [...]

[...] , come timorosa di rendersi indiscreta. Poi, a poco a poco, le visite si erano prolungate. Non era più necessario che il vecchio Ferramonti fosse ad [...]

[...] , con raccapricci nuovi ed acuti. Più di sovente erano brusche sorprese della sua sensibilità alterata, alle quali era estranea qualunque causa [...]

[...] muri, e profondamente egoista. L'imagine degli altri Ferramonti veniva a turbarla, di tanto in tanto. Erano delle circostanze lievi, delle [...]

[...] mezzodì. Ma le ore da lei occupate altrove, erano state messe molto bene a profitto. Veramente, Mario sapeva a perfezione il modo di far fare dei [...]

[...] , di prima mattina, Pippo, all'uscire dal suo bugigattolo, trovò la moglie che lo aspettava. Non si erano più visti dopo la scena dell'ultima notte [...]

[...] mettergli sott'occhio i titoli saldati e strappati nel mezzo, che aveva tratti da un cassetto. Poi parlò d'altro. Erano anche in corrente gli affitti [...]

[...] difficoltà le sarebbero appunto venute da Teta e da Paolo. Si erano eclissati troppo completamente: ella avrebbe voluto degli avversari più attivi. In [...]

[...] ' suoi occhi attenti, col suo corpo magro e rigido. Si aiutavano, nell'intento comune di farsi una strada. Erano due adulatori abili, due creature [...]

[...] . Egli era stato inquieto soltanto nel principio, ed i fatti successivi non erano stati che un continuo alimento alla fiducia che aveva nel risultato [...]

[...] più divertenti. Pippo, Mario ed Irene erano ormai fatalmente condannati a sbranarsi fra loro. Bisognava lasciarli fare e tenersi pronti a [...]

[...] Mario, Pippo ed Irene; il cozzo nel quale i due fratelli, secondo ogni possibile previsione umana, erano destinati a soccombere; poi l'entrata in [...]

[...] avanzava di un passo. Erano visite oziose, che si diradavano e che si accorciavano col ripetersi. Il vecchio Ferramonti, poco avezzo ai mezzi [...]

[...] all'altezza di un tavolo: la custodia antica, onde erano passati lentamente i guadagni ed i capitali dell'antico fornaio. — Guarda: là dentro c'è una carta [...]

[...] Barbati. Le due donne s'erano scambiate appena uno sguardo; ma era stato sufficiente per avvertire Irene che i propri istinti non l'avevano ingannata [...]

[...] disprezzavano i prodotti di stagione ed a buon prezzo, unicamente perchè non erano rarità e non costavano cari; non bastavano le semplicità della cucina [...]

[...] qualche osservazione; ma erano parole gettate al vento. Padron Gregorio le chiudeva la bocca, scherzando e punzecchiandola. Aveva forse paura che ci [...]

[...] avrebbe fatto le cose alla grande. Buon Dio! erano tanto ambiziosi! Poi, non c'era fra loro anche un impiegato cavaliere? E nel momento di mettere [...]

[...] occasione di malignare. Le idee che gli passavano pel capo, erano certamente la ricaduta in una malattia di folli diffidenze. Doveva in ogni modo [...]

[...] parroco aveva previsto. Pippo, Teta ed il cavaliere Furlin erano presenti. Fu uno spegnersi di esistenza privo di scosse, inavvertito ai più. Il [...]

[...] . Aveva il pretesto di parlarle del trasporto funebre. Si erano fatte le cose decorosamente. Si era chiamata la compagnia delle Stimate, trenta frati [...]

[...] nessuno ormai poteva toccarlo più, fino a ragion veduta; tutte le misure erano già state prese. Ma nessuno della famiglia doveva, a priori, neppur [...]

[...] spezzare le proprietà, e fra le ventimilacinquecento lire di crediti lasciati da padron Gregorio, quindicimila erano di sicura riscossione. Era il [...]

[...] risposta che gli negava, la dava a tutta la famiglia. Gl'interessi di lei non erano forse quelli di suo marito? Lei non si faceva illusione: figuravasi [...]

[...] lungamente, confusi. Non erano stati capaci di chiedere ad Irene una spiegazione precisa sui diritti ch'essa vantava contro di loro. Se la giovine donna [...]

[...] danari sudati dal padron Gregorio, quelli cioè, che sarebbero toccati a Mario. Oh, gli amici della giovine donna erano veramente scandalizzati! In [...]

[...] volerti. Ti basta? — Allora sentiamo queste ragioni. Pippo gli rise sul viso. Com'era pronto, Mario, a montarsi la testa! Le ragioni erano che in [...]

[...] salotto dove erano stati tante altre volte, in altri tempi. Irene sedette sul canapè, accennando al cognato una sedia vicina. Per un breve istante si [...]

[...] tempi s'erano riassembrati a corteggiarla, le si scagliavano contro con maggiore veemenza. Era uno scoppio di reazione: il rancore di averle creduto [...]

[...] avesse divertito vaneggiando intorno ad Irene. Quelli erano due furbi! Tiravano a farlo passare per un imbecille, incapace di negoziare una libbra di [...]

Praga Marco
La biondina
27 1910 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 69 occorrenze

[...] studio vastissimo, dove Giacomo Burton lavorava, dall'alba al tramonto. Due delle bianche pareti erano coperte da grandi tavole di disegni, modelli [...]

[...] , pieni di minerali e di acidi, nella gamma allegra di colori che la chimica possiede. Qua e là, e negli angoli, sul pavimento, erano pezzi di macchine, e [...]

[...] anno in qua. Poichè s'erano sposati da quattro anni, ma questa intimità tra di loro, questa affettuosità di Adelina per lui, erano nate da poco [...]

[...] maschi erano a capo degli affari e dirigevano la fabbrica: il marito della figlia maggiore, anche lui, già commesso nell'azienda, era adesso il [...]

[...] una sola imposizione usava fare ai suoi generi: di abitar lì, e di pranzar alla tavola comune. Gli alloggi erano tutti indipendenti l'uno [...]

[...] , di stupore attento e scrutatore negli occhi fissi sul nuovo commensale. Poi s'erano fatti coraggio, a poco a poco, incoraggiandosi l'un l'altro [...]

[...] , come quello d'ogni giorno, nell'intimità delle persone note: ed erano cominciate le grida e gli strilli, e le risate e le birichinate che il nonno [...]

[...] vedetta, e stava ad osservare, a notare accuratamente chi erano i ballerini scelti da Clara e Virginia. Ma, l'ingenuo, non aveva mai scoperto nulla: anzi [...]

[...] se veniva a delle conclusioni, erano sbagliate certamente. Adelina, quella sera, aveva attesa la «poule des dames». E, subito, era corsa dinanzi a [...]

[...] parole di risposta erano state appunto: — Peccato! Vi avrei data tanto volentieri una delle mie figliole, mio caro Burton. — E, dopo un momento di [...]

[...] Burton, senza telegrafarlo, pensava per la seconda volta che — gli italiani sono brava gente. — Ed erano passati quattro anni da allora, quattro anni [...]

[...] baciava sua moglie che voleva essere svegliata — guai se se ne andasse senza salutarla! — e usciva. Ritornava pel pranzo. Erano passati quattro [...]

[...] moglie sarebbe anche una ottima madre. Però, quattr'anni di matrimonio erano passati e Burton non aveva ancora un erede. Non se ne preoccupavano [...]

[...] , o, meglio, di piacerle, il che era più pratico e più rassicurante per un marito della sua natura. I loro amplessi erano lunghi e d'ogni notte: e [...]

[...] sprofondava poi ne' suoi studi coll'intimo convincimento che una uguale fierezza, una uguale soddisfazione erano rimaste nella sua sposa: e che, come [...]

[...] , si era interessato a quei discorsi. L'esperimentata serietà e bravura in affari di John gli erano di garanzia e lo avevano favorevolmente prevenuto [...]

[...] sua visita. E la visita giungeva in buon punto. Gli 13 studi di Giacomo erano compiuti. Non avrebbe arrischiato ancora di affermare: — Il problema [...]

[...] della sua vita. Quell'incontro, quelle nozze erano state la prima grande fortuna che il destino gli serbava. La sua esistenza, in quei quattro anni [...]

[...] . Le ore erano passate liete e brevi, lavorando, senza provare mai un dubbio o una paura, senza aver avuto mai un momento di noia o di stanchezza [...]

[...] nella sua casetta allietata dalla presenza di Adelina. Erano stati quattr'anni felici. Ed ora altri più felici ancora lo attendevano. Ed ecco [...]

[...] cerca di lei. Giacomo lesse: «Baron Oscar Dumenville, chevalier, de la Légion d'honneur». Lui! Erano passate molte ore, dunque, senza che egli se ne [...]

[...] , delirando, il terribile segreto che si erano reciprocamente svelato senza volerlo. Lo stupore, doloroso stupore, era stato grande anche pel barone [...]

[...] apparente: ben diverse erano le sue intenzioni, ben altro il disegno che aveva formato nella sua mente; ma gli premeva di levarsi d'attorno il [...]

[...] Magenta, cioè da tutt'altra parte della città. Così s'erano lasciati, dandosi un vago appuntamento per attraversare insieme le Alpi. Dumenville aveva [...]

[...] morta che viva. Erano passate due ore terribili per lei. Il.... forastiero di ieri, là nello studio di suo marito! Perchè? Che era dunque accaduto [...]

[...] ? Forse era un azionista dalla Società dei Tramway? No. Sapeva che gli azionisti erano tutti o inglesi o italiani. Chi dunque?... 26 Cercava, adesso, di [...]

[...] Bianchi. E non vi seppe resistere. Quali erano le qualità che bisognava possedere per avere il diritto di comperare sua moglie? Allora bagnò con [...]

[...] un ipnotizzato; lo avevano addormentato, e gli avevano detto: «Tu farai questo». Ed ora, sveglio, lo faceva. I coniugi Bianchi, erano gente per bene [...]

[...] . Come vivessero, i vicini, la portinaia, il padrone di casa, tutti potevano constatarlo. Sull'uscio della loro abitazione c'erano appiccicati due [...]

[...] professione lo traeva pei corridoi dei Tribunali e delle Preture, o dove c'erano degli inventari e delle aste di mobili e di merci di gente [...]

[...] americano da infinocchiare un pochino, ogni tanto, sarei già fallito anch'io. Se s'incontravano, poi, su per le scale, o in portineria, erano lunghe [...]

[...] accettava qualche piccolo compenso, ma dai poveri nulla. Ed erano benedizioni che le piovevano sul capo, e che echeggiavano e si ripetevano nella [...]

[...] abitare in una casa dall'aspetto decoroso e pulito, se non ricco, per ricevervi i clienti che le erano inviati dai Césars dei grandi hótels, quelli [...]

[...] che, in fondo in fondo, erano la vera e lauta fonte di lucro. Tutto il resto, la sartoria, i medicamenti, e anche il gioco delle carte, erano lustre [...]

[...] rimpannucciate la Bianchi! Quante, per merito suo, erano salite di grado, poco a poco, passando dalla cartella n. 1 alla cartella n. 2, e, qualche volta [...]

[...] più elevato e i casi più difficili. Essa non si limitava all'offerta. Riceveva anche le domande. La sua bravura, il suo tatto erano tanto noti in [...]

[...] ?... Perchè i bisogni non s'erano accresciuti col volgere degli anni, e le rendita erano state le stesse, sempre. Non era dunque assurdo, tutto ciò? E non [...]

[...] ricchezza conquistata, non erano tali fatti, tali avvenimenti da giustificare ben altra e più profonda emozione? Ebbene, sì: l'ambizione non era forse [...]

[...] rodeva ancora, lo teneva inchiodato lì, non gli permetteva di rifare a precipizio le scale, di fuggire da quella casa maledetta? Non erano giuste [...]

[...] sciatto e scipito là dentro: i mobili, i ninnoli, il modo come questi e quelli erano disposti. Pure, nella stanza spirava un profumo di calma e [...]

[...] d'onestà. Lo si sarebbe detto l'alloggio di un impiegatuccio governativo, di un usciere di tribunale. Alle pareti erano appese due oleografie, date in [...]

[...] secondo, un po' meno voluminoso dell'altro. Sciolse il nastro, e dispose sulla tavola, in bell'ordine, le fotografie che vi erano contenute [...]

[...] , illustrandole. L'arte della danza e la mimica, quasi esclusivamente, erano rappresentate in quella mostra bizzarra. Molte nudità, molti costumi [...]

[...] , aventi una caratteristica sola: la sfrontata provocante esibizione di sè stesse. Erano curve opulente di anche e di coscie; prepotenze di seni gonfi [...]

[...] . Entrato là, cominciato il colloquio colla Bianchi, quell'orgasmo, quell'agitazione erano diventati febbre divoratrice. Ora, a un tratto [...]

[...] , anche il Galli! Anche il Galli, che l'aveva conosciuta bambina, perchè la Bianca, l'Adelina e le sue figliole erano state compagne di scuola. La [...]

[...] gli veniva a suggerire. Pensò di interrogare la Bianchi. Erano amiche, queste due? Certo essa lo saprebbe. L'una, senza dubbio, era stata [...]

[...] rincantucciò di nuovo: alzò il velo fittissimo che le ricopriva la faccia: aprì la sacca, ne tolse un pacchetto di lettere. Erano quelle di Adelina [...]

[...] banali, di appassionate. Ma le aveva distrutte, prima di partire. Queste sole di Adelina aveva conservate, e le portava con sè: erano tutto ciò che le [...]

[...] due mesi passati sui monti! Lo credo che le mie lettere erano diventate uggiose! Anzitutto, girottolando sempre, mi era reso impossibile di aver [...]

[...] convinco sempre più che i disegni che noi formavamo pel nostro avvenire, erano giusti e sensati: e che le idee, le aspirazioni, i sentimenti, coi quali [...]

[...] ci proponevamo di entrare nel mondo erano i soli possibili e pratici, dato il mondo qual'è; e che i metodi di vita che ci proponevamo di seguire [...]

[...] , quali si fossero le circostanze della vita, erano quelli soli che ci avrebbero procurato il benessere e la felicità, e il rispetto della folla, della [...]

[...] colle due ragazze. Presentazioni, riconoscimenti, baci ed abbracci (fuori di collegio si dimenticano anche le antipatie, e mi erano antipatiche [...]

[...] sereno di fanciulla onesta onestamente cresciuta, e per la quale la gran colpa e l'unico peccato erano l'amicizia spinta sino all'amore per una compagna [...]

[...] , perchè le pareva che le impedissero di precipitare del tutto. Erano una pugnalata, ogni mattina, ma le sembravano la tavola di salvezza sempre a [...]

[...] disperatamente lagrimavano.... In cinque anni varie erano state le vicende. La moda, colassù dove la s'inventa, non risparmia nessuno, e miete le sue [...]

[...] ci aveva messo piede: neppure il profumo, neppur l'eco della corruzione erano giunti sin là. Là, c'era la bimba, c'era la sua vita. E la ninnava, e [...]

[...] conoscenze erano finite. Allora si vergognava, e aveva paura di ciò che faceva: aveva essa il diritto d'ingannare così la buona fede altrui? Non era [...]

[...] morto — capiva essere stato così vero, così completo, così giusto. Che calma, che calma, adesso! Come erano svaniti tutti gli odî, tutte le [...]

[...] di un avvenire tranquillo, senza scosse, senza nulla di impreveduto. Eugenio era morto, morto d'amore. E, d'amore, era morta Dély. Erano laggiù, nel [...]

[...] dell'amore aveva commesse. E pensava che quei convegni alla palazzina non erano tradimenti; che quel darsi al primo venuto non era un adulterio; e che [...]

[...] — ad ogni modo — erano una crudele necessità a cui essa si sottometteva per evitare un dolore a suo marito e una grave preoccupazione finanziaria [...]

[...] indagando, avrebbe potuto scoprire (avrebbe scoperto anzi certamente, poichè le cambiali erano tra le mani della Bianchi), tutto il passato, e le [...]

[...] aristocrazia di gusti e di sentimenti che la spingevano in alto mentre le mancavano e le erano sempre mancati i mezzi per giungervi. No, no, la confessione [...]

[...] andato presto a tener compagnia a quello della Biondina. Le due amiche vivevano così della medesima vita. Erano i due ubbriachi, nei quali il vino è [...]

[...] sè stessa e il suo nome. Tante volte?... Quante?... Chissà?... E chi erano stati i suoi rivali di un giorno o di un'ora?... E dov'erano adesso? Oh [...]

[...] . Eppure, adesso, avrebbe voluto sapere quanti erano stati. Ecco la più acuta curiosità che lo pungeva, adesso, ecco il particolare che gli premeva di [...]

[...] vecchietta di poc'anzi. Adelina, certamente. Non le vedeva il viso, ma la statura, il portamento, erano i suoi. Allora si ritrasse dalla finestra [...]

Zuccari Anna (Neera)
Un nido
5 1880 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 41 occorrenze

[...] . Con quei frutti, tanto erano meschini, si poteva morir di fame; ma la Rosa li ampliava a suo talento; spendeva, faceva, disfaceva. Purchè non si [...]

[...] alterasse la dieta puritana di lui, gli altri erano padronissimi di trattarsi anche a fagiani — non domandava la provenienza. La Rosa stava [...]

[...] : Voglio! I calzoni servivano poco, in quei casi alla signora Rosa — ma erano casi tanto rari! Abitavano una lurida stamberga sul corso Garibaldi [...]

[...] secolo, è facile immaginare. Operai ubbriachi e fanciulli piangenti di fame vi avevano fatto echeggiare le loro grida; donne macilenti erano [...]

[...] con insolita dolcezza e si poteva credere perfino che una parola meno aspra dovesse uscire dalla sua bocca, ma erano lampi. Generalmente si [...]

[...] più. Ormai non aveva più nessuna speranza; le illusioni dei trent'anni erano sparite; l'ideale che l'aveva tormentata, come tormenta tutte le [...]

[...] mano! * Il vecchio aveva presa la lettera e la guardava sospettoso ed incerto. Amarilli commossa — i soggetti di commozione erano cosi [...]

[...] bella, l'altra avvizzita dagli anni e dal dolore, si somigliavano nell'anima. Le loro fronti non erano ugualmente lisce e trasparenti, ma le linee [...]

[...] erano ugualmente pure, e la bontà, manifestandosi in una piega particolare delle labbra, scavava nelle guancie di Editta una pozzetta, in quelle [...]

[...] . Così erano proprio sole, la Rosa chi sa quando sarebbe venuta. Amarilli non ebbe 44 il coraggio di parlarne, sembrandole di anticipare un [...]

[...] . — è la moglie di mio fratello. Coraggio e pazienza! * Sì, i quindici anni di Editta erano stati felici. Ella non sapeva nulla della storia di [...]

[...] belle cose che per lui erano il maggiore dei bisogni; forse qualche volta il pane scarseggiava anche a loro... ma la poesia mai. Le creature [...]

[...] costo di mendicare per le vie, l'orfana non sarebbe rimasta un solo istante. Le vessazioni della Rosa erano già incominciate più acerbe, più [...]

[...] della sua superiorità. Erano lotte sorde, terribili, nelle quali la fierezza di Editta schiaffeggiava l'impudente ignoranza della donna volgare [...]

[...] , priva d'ogni ingegno e d'ogni grazia, ma che per lui rappresentava il compendio delle perfezioni umane. Erano italiani e viaggiavano per svago [...]

[...] molti, o erano così puerili e limitati che il padre non rifiniva di lodare la sua bontà e moderatezza. Un abito, un pasticcietto, dormir tardi la [...]

[...] mattina, non far nulla, ma proprio nulla di nulla, erano le sue gioie. Spirito, istruzione, piaceri della mente, libri, musica, poesia, erano [...]

[...] altri sintomi indicati da Bruno, e che erano evidentissimi, Editta si persuase che la sua compagna era seriamente ammalata, e quello che non aveva [...]

[...] ripercotevano. Erano le ore felici di Editta. * Chi mi insegna la verità? Io la vado cercando e non la trovo. Ha ragione lo stoico impassibile [...]

[...] il suono della sua voce, i gesti, l'espressione. Parole non ne erano corse molte, ma le sembrava che si fossero dette tante, tante cose. A me [...]

[...] tela volgare. Ricacciò indietro le pazze illusioni che si erano curiosamente affacciate per un istante alla sua fantasia; si vergognò di aver [...]

[...] imposte della finestra erano chiuse, e le venne un gran bisogno di aprirle. Attraverso le tende di mussolina vide il signor Giovanni che si [...]

[...] Editta si sentiva più buona, più tollerante; le sue idee erano meno grandiose, ma infinitamente calme e consolanti. La natura prodiga il suo fascino [...]

[...] fermarsi, ma con un sorriso amichevole, la vecchia le disse: — Vien su bene, eh, quel piccino? Bello e vispo; che Dio ve lo conservi! Non erano [...]

[...] erano più freschi, non avevano alcuna apparenza di dono, eppure egli li presentò alla fanciulla, semplicemente, come cosa convenuta, guardandola [...]

[...] d'amore e di pensieri. Una sera si trovarono per combinazione in corte, al lume della luna; nessuno dei due parlava — erano vicini, vicini, ma non [...]

[...] si toccavano — non si erano mai stretta la mano in tutto il tempo che si conoscevano. Il desiderio represso fremeva intorno ai loro labbri [...]

[...] fiutato la donna di governo, la massaia economa e intelligente. Erano seguiti parecchi colloqui ove le due parti si edificavano a vicenda e tutto [...]

[...] sensazioni erano diverse, ma ugualmente dolci. Nell'immensa bontà del suo cuore la pietà e l'amore tenevano i primi posti; dedicandosi agli altri [...]

[...] in segreto. Ma non erano giorni da parlar d'amore. Rachele camminava rapidamente alla sua ora estrema; il lutto era già nell'aria. * Nella [...]

[...] ? Il signor Giovanni aveva una piccola vigna nella quale i grappoli erano già maturi; la pose a disposizione dell'inferma. Una carrozza doveva [...]

[...] . Nel pronunciare queste parole Amarilli sembrava calma e risoluta. Le sue lagrime, se aveva pianto, erano già asciugate e i suoi occhi tanto [...]

[...] cosa avrebbe fatto la povera orfanella? Quali erano, le sue intenzioni? Non lo sapeva. Pur di non ritornare in quella casa era decisa a [...]

[...] notte. Gli alberi del giardino erano immobili; nessun uccello zittiva sotto i rami; nessun gufo batteva l'ala trepida rasente i tetti. Un solo [...]

[...] era tranquilla, il paesaggio mutò; i sentieri, nella rugiada della notte, si erano rifatta una verginità che le nascenti margherite e i [...]

[...] si fermarono per simultaneo impulso a quel posto dove si erano incontrati la prima volta. 162 — Bell'acqua della Sonna — esclamò Editta [...]

[...] lo erano; la passione li aveva ravvicinati, ma la confidenza non li univa ancora. — Le piacciono i versi? — domandò una sera Giovanni [...]

[...] trovata. Erano i soli versi amorosi di tutto il volume; gli altri parlavano d'arte, di patria, di questioni sociali; spesso si sprigionavano in [...]

[...] malinconia che avrebbe pianto volentieri. Levò un ferro dalla calza di Amarilli e si pose a fare tanti piccoli buchi nella cenere quanti erano i [...]

[...] ; aprendolo con trepidazione la fanciulla vide uscirne dei versi. Versi di Giovanni? No; erano firmati Leonardo Guerra. Come mai Giovanni avrebbe fatto [...]

[...] erano incontrate. — Felici loro! — esclamò Editta, vinta senza saperlo da un sentimento indefinibile di mestizia. — Devo ringraziare Giovanni [...]

Fucini Renato
Le veglie di Neri. Paesi e figure della campagna toscana.
28 1882 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 39 occorrenze

[...] sole in padule. Alcuni de' miei compagni, occupati in varie faccenduole riguardanti la cacciata del domani, si erano accoccolati su l'erba [...]

[...] smontando schioppi, lustrando fiaschette, facendo cartuccie e tante altre simili cose; altri, stanchi, s'erano buttati sopra uno strapunto di paglia [...]

[...] nella Casina delle Guardie e s'erano addormentati, ed io, senza avvedermene, 4 avevo preso lungo l'albereta e, passo passo, m'ero allontanato [...]

[...] ?" "Mi mandò via." "Ah! e perchè?" "Da tanto che mi voleva bene, tutti gli altri servitori s'erano perfino ingelositi di me: mi rivestì tutto da [...]

[...] . Là, Giovanni, là, s'è fatto tardi." E accompagnando con una frustata queste ultime parole che erano rivolte al suo mulo, si allontanò. Quello che [...]

[...] Colonnello. "La casa....." Dieci minuti dopo erano già arrivati. Il Colonnello tirò fuori il portafogli perchè era impaziente di ricompensare [...]

[...] quel fatto, ogni volta che un cane passava davanti alla casa del contadino, tutti gli uomini gli erano dietro per prenderlo; ma per qualche tempo [...]

[...] madre ed il fratello erano così da lei chiamati, ma non erano tali. L'avevano allevata e tenuta cara finchè I'Ospizio dei Trovatelli passò loro [...]

[...] colpa. Le ho munte stamani alle sei, le ho contate e c'erano tutte.... Dodici lire! e dove le trovo per dire a Rosalba: — Tenete; la capra è [...]

[...] sera, o almeno in quel momento, il sor Pasquale non voleva carezze nè dai figlioli nè 47 dal cane: domandò che ore erano, brontolò una buona [...]

[...] della sora Flaminia erano anche 52 troppo giustificati, perchè dai tre mercati ai quali era stato in quell'anno, non era mai tornato con le [...]

[...] anni! e come tutto è cambiato anche in quella famiglia di buoni campagnoli! Belli quei giorni per il sor Pasquale! che gioje sconfinate erano per [...]

[...] impareggiabile oriolo col cuculo che, sia detto fra parentesi, era riuscito una perla, in due anni si fermò due volte, e quelle due volte erano state [...]

[...] letto, ci ficcò sopra gli occhi e cadde giù spossato balbettando: "Anche I'ora di Pasquale è sonata.... è sonata.... è sonata!..." Erano le dodici e [...]

[...] teneva sempre in bocca pel dolor di denti, e senza neanche guardare i suoi compagni disse: "Io me ne vo!" I suoi compagni erano due: il Guardia della [...]

[...] cosa. 77 Come capitò a proposito quell'avvenimento per gli sfaccendati del paese! Erano cinque o sei giorni che in verità non sapevano che pesci [...]

[...] naturale, s'erano agitate tante questioni zoologiche in canonica, dallo speziale e da Cencino tabaccajo, che ormai tutti erano stufi. Era stata [...]

[...] tornò di fattoria; poi silenzio perfetto. In casa del Segretario erano sgomenti. Le donne non fecero altro che piangere tutta la sera; lui [...]

[...] popolazione per la sua bontà; il Cavaliere era nelle grazie dei più pei suoi quattrini. E i partiti s'erano definiti nettamente in questa occasione, e [...]

[...] persiana, erano fuori per qualche loro faccenda straordinaria che non volevano dire a nessuno. Un gruppo abbastanza importante s'era radunato [...]

[...] certa compassione del vecchio, perchè fino da bambini erano avvezzi ad amare quella mite e robusta natura di popolano, e perchè, correndo col [...]

[...] punto nè poco a fermarmi e a stringer la mano, come dicono loro, al vecchio galantomo." I quattro giovani a poco a poco si erano tirati con le [...]

[...] giovanotti che passavano gettando la grassa arguzia in quel crocchio di spensierate, o che si fermavano sulla porta ad agognare, erano le loro [...]

[...] tutte le volte che timido timido si affacciava a 128 tartagliare qualche goffa galanteria; e allora ridi pure, amore mio! ed erano tali risate che [...]

[...] attraverso all'ordito della sua tela. Oh! che bei tempi, che bei tempi erano quelli! Quanti ricordi amaramente soavi scendono al core dalle [...]

[...] frolli s'erano già tolti alla sua vista seminando unto e budella sui tizzi che fiammeggiavano fumanti. Passarono i petti, passarono i capi, passarono [...]

[...] palmizio della mostra e le quattro rappe d'olivo benedetto che erano sulla vetrata, allo scaffale 150 de' bottoni, a quello di faccia e sull'uscio che [...]

[...] mi sono arrivati, erano stracchi che non ne potevan più, e m'hanno detto che s'eran partiti 158 a levata di sole. Insomma, per fare il discorso [...]

[...] brigate di starne e che me le avrebbe insegnate. Fiorella mi disse che c'erano tante lepri e tante volpi. Poco dopo, quando si sentì sonare la [...]

[...] merenda e a preparare il fuoco per arrostire le castagne. Le mie visite ai giovani amici erano frequenti nell'autunno, ma raramente nelle altre [...]

[...] canti allegri erano cessati; al mio arrivo non mi correvano più incontro festosi, e il più delle volte li sorprendevo seduti a qualche distanza [...]

[...] tutto il male non viene per nuocere, perchè tutti e due erano un po' troppo giovani; che qualche mese di separazione non avrebbe fatto che [...]

[...] tutti i "buon giorno" erano stati scambiati, i prognostici sul tempo erano stati fatti e ciascuno aveva già ripreso le sue stracche occupazioni [...]

[...] come sta la faccenda. Da vari giorni v'erano state delle cose brutte e che minacciavano di farsi anche peggiori fra Pierone e Cecco del Birindi [...]

[...] e smanacciate il movimento della stanza. Ed anche per loro erano risate da crepare tutte le volte che una coppia delle più sfrenate, presa dal [...]

[...] rimasero lì zitti a contorcersi soffiando e mugolando come bufali al laccio. 215 Erano per cadere spossati, quando Cecco lasciò andare [...]

[...] idee sulla politica estera, e concluse che se lui e 'l su' fratello prete fossero stati al ministero, i Francesi a Tunisi non c'erano neanche per [...]

[...] Cosimo, a domandargli che cosa il bambino aveva detto. Il mio strattagemma riuscì perfettamente e tutte le fisonomie erano già rasserenate quando [...]

[...] gesticolando come anime dannate, mentre una turba di ragazzi e di contadini erano rimasti di fuori, parte arrampicati sul cancello e parte col capo [...]

White Mario Jessie
La miseria in Napoli
31 1877 - Provenienza testo: Scansione Liber Liber, txt Fondazione Verga 58 occorrenze

[...] cinquecento, due terzi erano alienate per pellagra, cioè per essere esclusivamente, e spesso insufficientemente, nutrite di polenta e d'acqua non [...]

[...] d'introduzione erano di color piuttosto bianco e nero che rosso e rosa. E in questo modo nessun pregiudizio di parte mi occupava il pensiero, e per [...]

[...] . Altre donne erano intorno a guardarla, e più di tutto deploravano che fosse stato necessario tagliarle i bellissimi capelli! Se avesse visto [...]

[...] trovare e vedere i poveri nelle loro abitazioni, perchè erano in giro per la città. »All'ora fissata venne infatti al mio uscio un detective, cioè un [...]

[...] orribile, erano i lodging houses di Londra, dove andavano e vanno a dormire con pochi pennies i più miseri, che non hanno tetto. Questi lodging [...]

[...] , a cotal punto che lo credetti un nido di formiche. Ma – erano ben altri insetti! – come mi capacitò la mia cameriera, con infinita nausea, al mio [...]

[...] un vecchio del tutto inabile al lavoro, e, da quel che capii, mantenuto dalla carità degli altri inquilini della camera – ed erano sette, ed i [...]

[...] letti erano tre! Dal qual fondaco io uscii coi miei compagni, ambedue Napoletani, oppressa dal senso della troppa rassegnazione di tutto e di tutti [...]

[...] sproporzionata pigione. Oggi le ragazze non possono pagare, ed il giorno in cui io abbandonai Napoli – un sabato – mi dissero, che erano già state [...]

[...] erano già lucrato il cento per cento sulle loro clienti; ed egli non permetteva mai che la Polizia registrasse per forza una ragazza, la quale [...]

[...] gli abitanti di dette località furono resi responsabili pei mendicanti, che erano veramente inabili al lavoro, e così s'è riprodotta in forma [...]

[...] beneficenza, nelle Provincie napoletane, erano 2 Le tasse locali per i poveri sono messe sui beni stabili, non mai sulla ricchezza mobile. 3 [...]

[...] , fiorivano. Dalla parte delle donne poi c'erano scuole di cucire e di musica vocale, fabbriche di tessuti di cotone, di cappelli tessuti, di ricami [...]

[...] vasta cloaca. Nella mia prima visita allo Stabilimento rimasi attonita nel vedere pochissimi ragazzi, e mi fa detto che nella maggior parte erano a [...]

[...] Macbeth, altre le Parche di Michelangelo; c'erano ragazze e donne di ogni età, alcune sfacciate pasciute, altre magre affamate, spaventate, che si [...]

[...] di 80 e fin di 90 anni, e bimbi neonati, che erano affidati a balie luride e cagionevoli, e femmine di età mezzana; appena riesci fatto di sapere [...]

[...] che tutte erano figlie dell'Ave Gratia Plena, o in lingua popolare «figlie della Madonna.» Certamente la Madonna aveva poca ragione d'inorgoglirsi [...]

[...] , i bambini erano già stati per più o meno tempo allattati da esse, sicchè il fatto della maternità era cosa non più segreta; e sapevasi che quasi [...]

[...] messe in contatto col mondo! Fino al 1833 tutte queste ragazze, o non mai uscite o ritornate, erano rinchiuse nel Conservatorio, ove acquistavano [...]

[...] ed il capriccio delle oblate, che maltrattavano le une e guastavano le altre, secondo che erano più o meno docili ed utili. Nessun refettorio [...]

[...] segno erano giunti gli scandali, gl'intrighi, gli abusi di questo Pio Luogo, che dopo le informazioni prese da una Commissione d'inchiesta fu nominato [...]

[...] invece di spegnersi. Nel 1865 le oblate erano 1446, e all'ultimo censimento sommavano a 1688. – Meno male se rinchiuse in una diecina di ritiri: invece [...]

[...] ragazze tenevano per turno il banco di cambio. Le donne affermarono che c'erano 137 oblate e qualche pentita. M'importava vedere lo Stabilimento [...]

[...] ci siamo confessati di non aver mai veduto o immaginato un simile luogo. Qua e là c'erano donzelle, che interrogate dissero di essere uscite [...]

[...] camera da letto. Nessuna istruzione, nessuna disciplina; c'era una ragazza alienata, c'erano delle malate; impossibile parlare con una delle ragazze [...]

[...] di pollo. Scesi in cucina, e conobbi che i polli erano in numero bastevole alla richiesta; ma a pranzo non un sol petto di pollo figurò tra le [...]

[...] dice tra l'altre cose che, mentre negli Ospedali c'erano 1647 letti, non c'erano che 1353 infermi, e non pertanto si videro infermi dappertutto [...]

[...] fu negato. Del resto, nè l'una nè l'altra erano in condizione di dovere stender la mano per la carità pubblica. I Monti di prestito senza pegno, ben [...]

[...] condizioni tali da potersi dire sullo sdrucciolo del fallimento! «Disse che nello scorcio solo del 1876 si erano vendute oltre 5000 lire di rendita [...]

[...] il pauperismo delle generazioni future, a causa della confusione della istruzione elementare al tempo delle mie visite. I miei quesiti erano [...]

[...] dei pericoli tante ore al giorno, e tutte mi risposero che già le difficoltà di avere i certificati di nascita dal Municipio erano grandi, e che anche [...]

[...] s'insegnava. Vi erano anche pubbliche Scuole gratuite per le fanciulle (nel 1868 erano 17); ma pure in queste le maestre occupandosi di un po' di [...]

[...] elementare per il tirocinio, è frequentatissima. Ho assistito a tutta una lezione, e le composizioni erano eccellenti. Le istitutrici e le amministratrici [...]

[...] quelle buone istitutrici cercassero di far seguire il proprio esempio. Le lezioni, a cui assistetti date da un prete, che conobbi all'asilo, erano [...]

[...] rimasero in gran parte delusi. La Questura arrestava gli accattoni. I non Napoletani erano mandati nelle loro Provincie a spese dell'Opera, o scortati [...]

[...] colpa con la pena del carcere, erano provveduti di lavoro; gl'impotenti erano dal Magistrato consegnati alle loro famiglie, quando le famiglie avevano [...]

[...] istruire, far lavorare, aiutare i ventidue milioni che finora s'erano rifiutati di arruolarsi nel detto esercito. Descrisse una prigione-modello di [...]

[...] Polizia resterà tale qual'è. Nè i Moderati nè i Progressisti vogliono persuadersi che i poliziotti di Napoli si conservino, quali erano sotto il [...]

[...] erano 583. 2° Fuori delle proposte, ma con informazione delle Direzioni: Condannati ai Bagni................364 Agli Stabilimenti penali [...]

[...] discorrendo. C'erano giudici di pace che potevano ordinare sussidii; c'erano sovraintendenti, anziani di chiesa; e tutti questi dispensatori delle tasse [...]

[...] erano largamente assistiti; i veri bisognosi, se timidi, letteralmente negletti. Inoltre il ribrezzo dell'onesto e laborioso artigiano per la Casa di [...]

[...] . Tutti erano divisi in quartieri e si bastonavano scambievolmente, quando un individuo che aveva il diritto di mendicare in un rione, tentava [...]

[...] , consiste nel nulla domandare per sè o per i suoi. – E le cifre parlano con eloquenza. Nel 1852, in una popolazione di 50,000, c'erano 4000 [...]

[...] donzelle indigenti, si seppe che in tre anni tre sole ragazze erano state alloggiate. E tali casi si ripetono a centinaia. Dopo che i rapporti e i bilanci [...]

[...] Carceri giudiziarie, erano già scomparsi. Osservando le infrazioni disciplinari, non vi si legge un sol «rifiuto al lavoro,» non un sol «tentativo di [...]

[...] e a 16 anni li pagano come uomini. Uno degl'Ispettori dei Training Ships Chichester e Arethusa, ove erano allevati 400 mozzi, scrive che in un anno [...]

[...] padre discese allo stato di bracciante, le figlie al tempo della sciagura erano nell'infanzia. Il padre ammalò e morì di pellagra. E tutto ciò che le [...]

[...] d'aita. Porteranno tutto al Monte, e consumato che abbiano il ricavato, il Monte venderà ed elleno resteranno senza nulla. Or se le prigioni erano [...]

[...] costrutte per i vagabondi e i delinquenti, i Monti erano istituiti per soccorrere l'onesta povertà e la temporanea miseria. – E mancano assolutamente [...]

[...] adottati per quella scuola, invero assai poco per iniziativa dell'Albergo dei Poveri, ma quasi tutti d'iniziativa del Governo, erano savii ed utili [...]

[...] perfezione, la scuola restava sospesa. Ma i fondi tuttavia erano iscritti. Come e dove furono spesi? Qui rispondo ad una parte dell'interrogazione [...]

[...] , tuttavia non erano stati messi, nè in disponibilità, nè a riposo; l'altra parte servì a pagare la pensione di quei giovanetti o di quelle [...]

[...] permetta la Camera che io la faccia in poche parole. Nel 1872 si stanziano adunque quelle 17,772 lire che prima erano sul bilancio del Ministero [...]

[...] dell'Interno; si versano nelle mani del Prefetto, il quale, come ho detto, doveva far fronte con questo allo stipendio dei professori, che non erano [...]

[...] PUBLICA. Posti gratuiti. BERTANI. Non lo capisco, perchè io penso che gli allievi Sordo-muti erano tolti dall'Albergo dei Poveri, che è obbligato a [...]

[...] , abbiano poi da essere pensionati, solo perchè furono tolti dalle Scuole gratuite, ove erano istruiti. Ma anche su questa differenza non insisto [...]

[...] , li ha interamente perduti! Difatti l'immenso fabbricato dell'Albergo dei Poveri di Napoli e quelli delle sue pietose dipendenze non erano [...]

[...] sul modo come erano tenuti i poveri di quell'Albergo in quei tempi, posso dirvi, o Signori, e raccapriccio nel ricordarlo, di avere riconosciuto che [...]

Deledda Grazia
La via del male
21 1906 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 57 occorrenze

[...] vicini, bellissimi entrambi, nei loro costumi caratteristici, servo e padrona apparivano, ed erano, campioni magnifici d'una stessa razza: eppure [...]

[...] di velluto: qualche cosa di vaporoso, simile alla luce vaga del novilunio, gli irrorava l'anima primitiva: erano sogni semplici di paesano, desideri [...]

[...] . - Ho da dirti due parole, - egli rispose, abbracciando il tronco d'un altro pero. Ella capì, ella sapeva già quali erano queste « due » grandi e [...]

[...] ; restava, dietro la roccia coperta di vite, la dolce figurina della serva bionda, col cestino dell'uva sul capo. Ma intanto nella vigna erano scese [...]

[...] selvatico? Egli non rispose, curvo, intento a spiccare i grappoli con la sua falciuola. Gli altri vendemmiatori erano tutti allegri; i giovanotti [...]

[...] . - Per cosa? - Per te, stupido! Egli rise, come aveva riso nel partire dalla vigna, quando i due cantori estemporanei si erano 40 azzuffati [...]

[...] , padrone! Bisogna vedere chi è il padrone, fra me e te... Intanto erano giunti. Il cane, andato avanti, raschiava il portone con le unghie e guaiva [...]

[...] canti nuoresi: dal tenore passava al basso, e da questo alla mezza voce; poi riprendeva la strofa. Erano le stesse canzoni d'amore che aveva cantato [...]

[...] del nuovo servo: tutti ne erano contenti, ma la padrona giovane si sarebbe strappati i capelli per la vergogna, se avesse dubitato di ciò che [...]

[...] vendemmie erano terminate e che l'inverno s'avvicinava. Maria e Sabina chiacchieravano e ridevano: la prima specialmente sembrava allegra e serena [...]

[...] d'una medesima sostanza; e in realtà formavano una stessa cosa. I pensieri della vecchia erano sempre corsi dietro l'asinello, e l'asinello aveva [...]

[...] egli ti voglia bene? - Sì, - rispose Sabina, quasi offesa. 80 Intanto erano giunte. Attraverso una fessura illuminata della porticina, si [...]

[...] cantavano ancora; le bottiglie erano vuote, e il loro splendore era passato negli occhi dei due cantori. Qualche volta Pietro riusciva a comporre [...]

[...] paura. Oramai erano di fronte: il segreto non li separava più, e un istinto selvaggio animava Pietro come doveva animare l'uomo primitivo davanti [...]

[...] s'erano trovati soli, nella valle deserta, nei recessi dell'orto, dove nessuno sguardo umano poteva arrivare? Egli l'aveva sempre rispettata [...]

[...] commosso per la visita di lei e dei baci che si erano scambiati dietro la roccia; appena la vide la prese fra le sue braccia e la baciò. Ed ella [...]

[...] favole, rubata dall'orco; i suoi capelli erano così lunghi ch'ella gittò la sua treccia per la finestra e il figlio del re se ne servì come d'una [...]

[...] , mendicanti: era gente della Barbagia, erano nuoresi superbi, belle fanciulle di Orane, rosee nella loro benda bianca, donne di Mamojada dal corsetto [...]

[...] rosso, pastori d'Orgosolo dal costume lanoso e primitivo dei Sardi pelliti: erano azzimati Dorgalesi dai lunghi riccioli e donne d'Oliena con [...]

[...] della settimana santa nella cattedrale di Nuoro. Erano costumi e tipi di quindici o venti villaggi: vecchie teste jeratiche di pastori; fisionomie [...]

[...] fazzoletto scuro. Francesco la seguiva e vedendo che le compagne di lei s'erano smarrite tra la folla le disse: - Vieni con me, laggiù, fra quelle roccie [...]

[...] febbre. - Anche lei! - disse Pietro, come fra sè. Sollevò gli occhi, si guardò attorno. Nulla era mutato intorno a lui: le figure erano sempre le [...]

[...] sparivano, il fuoco si spegneva a poco a poco. E nella penombra rossastra si delineava un gruppo: un uomo e una donna avvinti, con le labbra unite. Erano [...]

[...] bruco, immondo e devastatore. Sogni tormentosi turbavano il suo riposo: le sue notti erano più tristi dei suoi tristi giorni. Quasi sempre egli [...]

[...] più che quasi tutti mettevano in pratica la teoria dell'Antine; molti erano ladri, malfattori, delinquenti; parlavano un linguaggio impuro e ogni [...]

[...] erano vicine. - Rientrerai al nostro servizio? - ella chiese. Ho sentito dire da Francesco ch'egli ha bisogno di un servo. Pietro fremette. Servo di [...]

[...] erano state imbiancate e messe a nuovo. Nella cucina le masserizie splendevano, accuratamente pulite; le casseruole sembravano d'oro e i coperchi [...]

[...] grano le portavano » poi andavano a bere il caffè. Maria ringraziava con sussiego, dicendo fra sè che non tutti gli auguri erano sinceri; zia Luisa [...]

[...] . Ritornò nella sua camera e cominciò a preparare le vesti da sposa. Intanto zio Nicola e un fratello di zia Luisa erano andati a prendere lo sposo per [...]

[...] convitati erano circa una trentina, fra uomini e donne: sedevano intorno a tavole apparecchiate alla buona, con piatti variopinti e bicchieri di [...]

[...] sopra si udiva il tintinnio dei bicchieri e le voci rauche ed allegre degli amici di zio Nicola, ma nell'angolo ove s'erano ritirati gli sposi, sotto [...]

[...] fanciulle, delle quali più o meno erano innamorati. La notte era dolce, tiepida. Pietro, ubbriaco, pensava sempre agli sposi e per stordirsi cantava, e [...]

[...] nell'ordine e nella pace di prima; le rendite s'erano triplicate: zia Luisa scoppiava di pinguedine e di boria; anche Maria ingrassava e pareva felice [...]

[...] invidia quando la domenica ella si recava, splendidamente vestita, alla messa di mezzogiorno. Insomma tutti i suoi sogni s'erano avverati. Francesco [...]

[...] s'erano calmati: soltanto uno, in lontananza, abbaiava ancora. Finalmente il pastore tornò. - Dev'essere proprio come ho detto io: devono aver trovato [...]

[...] poetica. Le prefiche erano due: la balia e una zia del morto; la prima era una piccola vecchia vestita di nero, con due grandi occhi azzurri in un [...]

[...] prefica aveva una bella voce sonora, e godeva fama pei suoi attitidos: finchè Maria aveva assistito alla ria le due donne s'erano limitate a ricordare [...]

[...] ferito come feriva lo sguardo di lei, cupo e profondo; ma il giovine non si turbò. 264 Stavano seduti entrambi nel medesimo posto ove s'erano [...]

[...] . Anch'egli la guardava, ma i suoi occhi erano freddi e indifferenti, e Maria sentiva in cuore un grande sollievo. Pensava: - Sì, egli non mi ama [...]

[...] rubata; ma egli mi presentò due testimoni, - disse l'Antine. - Chi erano? - domandò Maria. 266 Egli nominò due giovani nuoresi; e realmente [...]

[...] più tardi il fatto da lui narrato risultò vero, e tutti i proprietari ai quali erano stati rubati tori e vacche ne incolparono il servo di Francesco [...]

[...] ! Hai sempre avuto paura. Anche allora avevi paura; invece tutto andò bene. Bei tempi erano quelli! Mi davi ascolto, ti facevi coraggio, superavi te [...]

[...] Noina. Zio Nicola e zia Luisa erano andati alla messa cantata della chiesetta del Rosario, dove si celebrava la festa di San Giuseppe; Maria preparava [...]

[...] sciupano presto. Dopo il suo matrimonio, le sue relazioni con la famiglia Noina erano quasi cessate; ella non aveva tempo di andare a trovare i [...]

[...] secoli erano trascorsi dopo (1) La fame. 290 quel giorno d'autunno, in cui egli le aveva promesso di « dirle qualche cosa! » Come il mondo [...]

[...] dimostrato così evidentemente la sua collera e la sua vergogna. Dopo, madre e figlia, marito e moglie, s'erano bisticciati e ingiuriati. Zio Nicola per [...]

[...] desiderio perchè egli dimenticasse ogni altra cosa e vibrasse tutto di piacere selvaggio. Dopo il primo colloquio non s'erano trovati più soli: zia Luisa [...]

[...] costume, molto modesto, quale si conviene ad una vedova che riprende marito. Siccome la casa di Pietro non era ultimata e le nozze erano fissate [...]

[...] leggero vento di levante, che li avvolgeva col suo alito caldo e voluttuoso. Erano belli e degni di stare assieme: una coppia perfetta. Gli [...]

[...] augurò senza scomporsi troppo: - Buona fortuna! Buona fortuna! Anche le due donne, che erano venute per aiutarla a servire il caffè e i dolci [...]

[...] Nicola e zia Luisa erano andati alla vigna; Pietro sollecitava gli ultimi lavori della sua casetta. Nel cortile pulito e innaffiato regnava la [...]

[...] pensava. 307 Sentiva un lieve peso alla testa, ma i suoi pensieri erano meno torbidi e il suo respiro meno ansante del solito; ella ricominciava [...]

[...] aveva guardato con diffidenza, poichè egli godeva cattiva fama, sebbene nulla giustificasse allora questa calunnia. Poi i giorni erano passati, così [...]

[...] misteriosa, erano come un segno mnemonico che le ricordava orrende cose. Ella rivide il sangue di Francesco coagulato sull'erba e sulle pietre del [...]

[...] condannarli ad una pena maggiore di quella a cui erano condannati. Ella ricordava appunto di aver veduto, una volta, una fila di condannati diretti [...]

[...] ad una colonia penale. Procedevano a due a due, incatenati assieme. Ella e Pietro erano simili a quei disgraziati; legati da una stessa catena [...]

[...] , diretti allo stesso luogo di castigo. Da anni ed anni essi procedevano assieme per una via grigia, vigilata dal fantasma del male: ed erano giunti ad [...]

Fucini Renato
Napoli a occhio nudo. Lettere ad un amico
3 1878 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 38 occorrenze

[...] criniere dei lontani Appennini. Fortunatamente i miei tre compagni di viaggio erano allo stesso grado d'entusiasmo, se no, avrebbero riso delle mie [...]

[...] alla quale la dubbia caligine del mare lontano diceva agli occhi insaziabili: Ora basta. I miei compagni erano tre: il pittore S. di Firenze, il B [...]

[...] pratico nel riconoscere di che provincia erano gl'Italiani che gli capitavano sotto, che non sbagliava mai. Allora io lo invitai a dirmi di dove [...]

[...] tracce dei dormienti, che milleottocento anni fa si erano alzati da quelli senza tornarvi, pare che riposandosi aspettino sempre. Ogni volta che [...]

[...] che erano formate da terrazzi, quasi tutti gli edifizi di Pompei potrebbero essere anche oggi comodamente abitabili. Gl'impiantiti delle stanze, per [...]

[...] quei fantasmi umani. Erano tutte donne e la maggior parte vecchie, magre e sparute come cadaveri. I loro visi non avevano fisonomia, o, per non dir [...]

[...] appunto come le loro anime accasciate sotto il peso enorme della più squallida miseria. Molte erano ammalate d'occhi ed avevano la faccia deturpata [...]

[...] rara, consisteva nel tirarsi addosso, ora di qua ora di là, i lerci brandelli, di cui erano malamente coperte, o nel grattarsi accanitamente la [...]

[...] accertarmi che i loro contatti non erano stati infecondi. Fatti pochi passi, la donna, alla quale avevo domandato della sua casa, si fermò davanti ad [...]

[...] terreno era ingombro di lordure d'ogni genere; le pareti e il palco erano coperti di ragnateli e di una patina lucida e viscosa; la mobilia [...]

[...] , composta di otto persone. Due le avevo conosciute, le altre sei, quando io mi trovavo là dentro, erano per le vie di Napoli a guadagnare la giornata [...]

[...] , perchè indicandomi un spazio libero in terra, in mezzo a due letti che erano in fondo alla stanza, mi disse: ? Guardate, signorino, chi starà [...]

[...] apriva «le finestre che non v'erano.» Una cosa sola mi fece maraviglia là dentro, e fu di non trovare che un solo malato, un povero operajo d'un [...]

[...] mi facesse intendere che erano uomini anch'essi. E tale l'abbattimento fisico e morale di questi infelici, che non sanno comprendere, nonchè [...]

[...] comparativi, dei quali ognuno può intendere facilmente la profonda gravità. Erano le 4; il treno per Laura ed Avellino partiva alle 5¼, un po' di [...]

[...] mano, erano già alle prese con la marmaglia, la quale applaudendoli se arguti, o fischiandoli se sciocchi, berciava dalla via e smanacciava [...]

[...] caligine. I lati dell'unica strada erano, alla lettera, assiepati di vetture d'ogni genere, di cavalli, di muli e di somari, che la ristrettezza dei locali [...]

[...] presentata tanto minacciosa, era andata a sfogarsi attraverso alle gole di altre montagne; i nuvoli sul far del giorno si erano diradati, ed ogni tanto il [...]

[...] folla era piacevole; alcuni gruppi di insaziabili s'erano già accoccolati all'ombra degli ultimi castagni o a ridosso delle rupi ed arruotavano il [...]

[...] tenne dietro alla furiosa bufera; chi correva di là, chi di qua in cerca d'un riparo qualunque, ma ripari non ve ne erano, perchè l'ultima zona [...]

[...] riparo, erano rimasti fino allora a supplicare smaniosi inutilmente. Un individuo che a pochi passi da me s'era riparato sotto il ventre del suo cavallo [...]

[...] quasi nero, a volte erano tali da fare slogar le mascelle al fradicio spettatore. Fra queste fu prodigiosa quella di una donna che scivolando, cadde [...]

[...] miserabili, erano messe allo scoperto e quasi buttate in faccia ai passanti, a dispetto del rigore del freddo. Muti o finti muti stralunando gli [...]

[...] melma; parecchi s'erano quasi spogliati ed avevano teso ad asciugare i loro panni su bastoni appoggiati al muro; mucchi folti e numerosi di bambini, che [...]

[...] Mercogliano. In mezzo al profluvio di laida prosa, sotto al quale erano rimaste soffocate le mie dolci illusioni accorrendo a quella festa, una cosa [...]

[...] gentile, nè sotto forma così dolcemente poetica. Alcuni di quei nodi erano secchi, ed intristite le piante su le quali erano stati intrecciati. Che [...]

[...] sarà avvenuto delle coppie che non erano tornate a scioglierli? Mi feci questa domanda e seguitai la discesa tutto occupato da pensieri malinconici [...]

[...] , erano corsi pizzicottandosi, e saltavano intorno a noi distratti e sorridenti. Preparata in un momento la cassa di deposito, il piccolo cadavere [...]

[...] francesi e tedeschi, che presi crudelmente dal mal di mare miagolarono per tutta la traversata, erano i compagni che la sorte m'aveva regalati e mi [...]

[...] più credere che quelli erano i riflessi delle onde leggermente agitate, mi trovai perso in un mare di sogni soavi. Sognai di Fate e di palazzi [...]

[...] fra quelle rupi in mezzo al luccichio di armi o di altri strumenti di ferro, che parevano agitare all'aria. Erano soldati di linea, una piccola truppa [...]

[...] roncole correvano verso il pollajo un trenta passi discosto dalla loro abitazione. Non erano anche arrivati a mezza strada, che una terribile [...]

[...] spensierati, partiti allegramente dall'Osservatorio, s'erano inoltrati fino a quel punto per osservare più da vicino il torrente di lava che correva a [...]

[...] sinistro di una pioggia di pietre. Gl'intervalli fra un boato e l'altro, in alcuni momenti erano brevissimi, per modo che spesso un getto che ricadeva [...]

[...] bellissima Salamandra. Cuma, Baja e Miseno caddero tra i boati della Zolfatara e le scosse del formidabile Tifèo, ma erano meno belle di te. Morì, è [...]

[...] non erano pazzi. Finalmente, non essendo riuscito a raccapezzarmi, ne domandai e seppi che erano devoti, i quali avendo attraversata qualche grave [...]

[...] mascherate è la medesima. Non mi ricordo se i pagani avessero qualche cosa di simile, ma è probabile di no, perchè erano tanto meno inciviliti, e più [...]

[...] mano. Erano due Rinaldi, cioè due del popolo che all'aria aperta sul lastrico della via declamano e commentano alla turba estatica i poemi eroici [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. II) / Vergini bionde (macchie sarde)
19 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 21 occorrenze

[...] S. Mauro, che esaudisse il suo voto più ardente, che gli concedesse Boella. Anche Boella pregò; ma le sue preghiere erano ferventi come quelle di [...]

[...] , erano le tettoie per i negozianti di telerie, seterie e chincaglie, accorsi alla festa. Là c’era una gara tra di loro, per esporre con gusto i [...]

[...] , trasformati in dormitori per la notte ed in sale di ricevimento per la giornata, erano un vivajo di bellezze rare, perchè albergavano centinaja di [...]

[...] tanto dal campanile echeggiò lo squillo delle campane, e la processione si mosse, partendo dalla chiesa. In testa erano i fedeli a cavallo, con [...]

[...] avevano preso d’assalto tutte le alture, tutte le punte più eminenti. Gli alberi erano carichi di spettatori, numerosi come gli stornelli; il [...]

[...] lontananza qualche canzone senza entusiasmo. Quel grande spazio ove si erano passati tanti giorni di allegria schietta e di festa generale, ora [...]

[...] faceva la casa; quante ne aveva viste lei di ragazze che s’erano maritate, così, per amore, e poi avevano finito a bastonate coi mariti! Lei non era [...]

[...] all’uscita dalla messa! Ma perdevano il tempo nell’essere superbe loro, i mariti erano rari, gli anni passavano, e le rughe crescevano; e non [...]

[...] , quasi spopolato, perchè tutti erano andati alla festa, e sarebbero tornati la sera, tardi, a piedi. Dalla chiesa usciva qualche vecchierella [...]

[...] sapevano anche i santi di legno, che erano in chiesa. I nobili avevano rabbrividito di orrore, per quel traviamento di don Zua, ed il popolo invece [...]

[...] lo aveva innalzato al cielo. Quello era davvero un giovine di cuore! Non erano forse tutti figli di Dio e di nostra Signora? Perchè ci doveva [...]

[...] mangerebbero vivo, se fosse possibile, comare mia; ieri sono andati in casa di don Zua i fratelli, che erano due anni, da quando fecero la divisione [...]

[...] , spiegando maestosi nel fondo verde oscuro delle querce di Ortobene. XXXI. Erano già passati alcuni mesi, dall’arrivo di don Zua a Nuoro. Egli s’era [...]

[...] andati in fumo, e le conseguenti inimicizie, e fucilate e morti d’entrambi i partiti. Ecco ciò che avevano fatto i continentali, che si erano [...]

[...] pasticci. Per l’occasione erano state reclutate tutte le amiche di famiglia. Il lavoro era stato distribuito, e chi impastava la farina, chi la [...]

[...] signor rettore. Egli aveva una risposta per tutti, e la sua opera era, per ogni faccenda, immediata. Attorno a Boella vi erano tutte le amiche [...]

[...] in casa di Marco Santoru. Erano gli amici, ed i congiunti invitati, che venivano per il corteo nuziale. Zio Marco Santoru aveva voluto invitare [...]

[...] criticato. — Fate come volete, compà. E gli inviti erano stati mandati, scritti con un bel rondino dallo stesso don Tottoi. I cavalieri non si [...]

[...] la salvietta, cercando di portare un pò di refrigerio al sotto-barba, imperlato dal sudore. Erano delle sbuffate generali, dei gorgoglii [...]

[...] che lusso, mi diceva, cose, cose che non si erano mai viste, in paese! Don Zua non ascoltava più; il pensiero della sua prossima vendetta lo [...]

[...] lungo in bocca. Il sole si era pudicamente nascosto dietro una nuvoletta bianca, lasciando l’angolo, dove erano gli sposi, naufragante in una [...]

Nieri Idelfonso
Cento racconti popolari lucchesi
26 1908 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 45 occorrenze

[...] orti dei pomidori; s'accostava ai punti dove colla 19 coda dell'occhio vedeva che c'erano più belli e graniti, e con una mano teneva il foglio [...]

[...] annatacce cattive, e il soldo si lasciava vedere in faccia. Delle città che ci erano poi non ve ne prego dire! Ce n'era più di mille tutte grandi [...]

[...] piatto. Tutto il reame erano in pace; i popoli confinanti d'amore e d'accordo, e il re benvisto da tutti gli altri re conoscenti, e in armonia con [...]

[...] smagravano a vista d'occhio. Ci erano stati tutti i dottori del regno, e quelli di fuorivia, ma non ci avevan potuto far nulla; ogni prova era [...]

[...] luna, ma fra tutti in quanti erano, non furon capaci di levare un ragnolo da un buco: 25 quando il re si accostava, e lei diventava marmo! Si [...]

[...] eran morti du' bimbi belli e rallevatini, che erano tutta la sua speranza e la sua consolazione, e ora non trovava più pace nè bene, e piangeva [...]

[...] che bisogna rifar le parti, e che ognuno abbia la sua. Un giorno dunque del Quarantotto, che a Lucca c'erano state di gran feste e allegrie e [...]

[...] voce di questi gran frucii; e dalle gronde e dai colletti erano scesi al Ponte i contadini, tutti per voler sapere i fatti precisi. Viene anco [...]

[...] quelli che erano su in cucina, dice: «Mi pare, o sento rumore giù nell'orto?» Dice Drea : «Mi pare anco a me; lasciami un po' vedere; se c'è [...]

[...] come spiega bene quello che dico io. Una volta c'erano due vecchietti, marito e moglie, due vecchiettini salcigni, due veri noccioli di quercia a [...]

[...] tre domande chiederete, vi sarà concesso » e sparì. Immaginatevi quei due vecchietti come restarono a quella parola! Erano sbalorditi e quasi fuori [...]

[...] che non la volle neanche il gatto. Ecco quanto guadagnarono que' due poveracci col poter chiedere le grazie che volevano ! E se fino allora erano [...]

[...] chiesa era tutta parata di damaschi a strisce d'oro e d'argento; per aria ci erano tante e poi tante lumiere, e il pavimento era tutto sparso di timo e [...]

[...] . Sette anni lo mantenne agli studi, e all'ultimo tornò più rapa di quando era partito. Un giorno, mentre erano a desinare, venne in tavola un [...]

[...] un bonissimo ragazzo lì vicino, voleva bene a quello, pensava a quello e non dava retta a nessuno. Quante domande venivano d'amore, erano [...]

[...] prezzo Una volta un muratore contava che astuzia avevano inventato per aver le galline a poco, quand'erano a lavorare in Sardegna. «Ci erano [...]

[...] ». - «Ora una ventina l'ho detto per dire, ma tanto due o tre erano di sicuro». - «Ma che due o tre! Ma sei ammattito? tre lupi nei nostri posti?! Si [...]

[...] una? per il suo verso, e come apri va bocca erano spropositi che fioccavano. Dopo un po' di tempo il prete va là anco 90 a lui, e per fargli una [...]

[...] salita e le vacche principiano a montare; la salita specialmente da primo è molto a petto. Le campane erano accompagnate da due frati; Chiocchetta, il [...]

[...] ' vedere come è fatta quella befana della mi' stella!» E senza stare a scrutignarla tanto, va e vende tutte quelle bestiole che erano state il suo [...]

[...] come quella, dopo tutte le cose che erano state fra loro per 127 quel motivo lì. Non la poteva mandar giù; e così gìi venne in mente di [...]

[...] modo come s'erano lasciati, e la colpa era tutta sua. Arrivano dunque nel chiassetto lui colla pertica e il compagnone col pennello. Il damo fece [...]

[...] , gliene avevan dette e fatte di tutt i i colori, ma lui sempre duro, non si era voluto muovere. Si vede ci stava piùmicio! Erano sgomenti. Dopo del [...]

[...] per i monti, e tutti erano allegri matti: chi cantava, chi sonava, chi balla va; e poi c'erano delle baracche dove si sgranavano di bravi polli e [...]

[...] ha domandato quanti Iddii c'erano, io gli ho risposto « tre » e lui non è stato contento; allora gli ho risposto « quattro » e lui non è stato [...]

[...] quegli amori che dicon da vero e dove pigliano non si staccan più. Lui era innamorato morto, e lei più che più. I suoi di lei erano arcicontenti del [...]

[...] e fatto a crescenza, ma quella stenderia di fette, che erano un'occhiata, con tante mani che andavano e venivano e cou una bocca di più fuori del [...]

[...] miccio e si mette a guardare che idee avevano. Erano due che facevano all'amore segreto, e credevano positivo che nessuno se ne fosse accorto. Siccome [...]

[...] erano corrucciati, lei aveva fatto sapere a lui che così non ci poteva più stare, e che ci voleva discorrere in tutti i modi, e che ci aveva una [...]

[...] volevano: tutti pretendevano, tutti erano poveri, tutti morivan di fame, e tanti eran così vigliacchi da inventare anco mali e miserie che non ci erano [...]

[...] spine dove credevano tutto rose, sono costretti a confessare che si erano lamentati di gamba sana, e che stavano meglio quando stavano peggio [...]

[...] stilla per empire i vuoti, che ormai erano già belli e fatti per le teste? preparò lì per lì in calci e in fretta tanto ma tanto pancotto, e ora si [...]

[...] mezzo morto. Che era stato? Era stato che nell'orto di quella casa ci lavoravano; dovevan portar via dei sassi, e cinque o sei s'erano messi in fila [...]

[...] avanti, lo chiamarono Giovanni. Era assai osservante, ma poi non miga bacchettone. Si sa, un uomo ... - Ora eccoti che venne una festa che ci erano [...]

[...] erano vestiti, e com'erano nel viso, e sapevano infino a quanti erano, perchè tanti dicevano che l'avevano visti scendere dal cielo, e posarsi in [...]

[...] preti ai desinari, per le ricorrenze di pappatoria, dopo che si erano ingubbiati di ciccia e di vino come maiali (salvando quello che amministrano [...]

[...] buoni!» Al Vescovo dunque gli erano stati fatti diversi rapporti, uno più salato dell'altro, sul conto di questo prete, specialmente per via [...]

[...] ! XCV. Come il Bello s'appiccò Una mattina d'inverno quattro o cinque de' soliti sfannullati come c'erano una volta, stavano 236 alla pidocchina [...]

[...] vanno ora non ci erano mai andate». «Proprio il ritratto di Bettaccia nato e sputato! Lei, se la mattina nessuno la va a svegliare, a mezzogiorno [...]

[...] pane. Tanto la sua famiglia è di fuoravia, non lo sa mica nessuno di che sangue viene!... Non si sa chi erano le sue zie e la su' nonna!. .. l'ha nel [...]

[...] detto: quanti l'hanno lasciata? Su' madre la tirava propio dietro, la sbatteva in sul viso ai giovanotti, e loro quando ne erano stufi; 256 te la [...]

[...] come un tallo di rosa. Ci avevano lì accanto alla casa, al palazzo, via, un bellissimo giardino, dove ci erano tutti i divertimenti; e il più stava [...]

[...] solamente è troppo poco; una professione, giacchè i mezzi c'erano, doveva pigliarla anche lui. Non si può mai sapere; muta così facile la fortuna cli [...]

[...] pareva che il paradiso non ci sarebbe stato per nulla. Ma i suoi non erano anche contenti; bisognava finire gli studì, e diventare uomo. Quelle erano [...]

[...] vedere con due occhi della fronte! Che allegria! Quante carezze! Quanti baci! Erano matti dalla consolazione! Ma uno solo è troppo poco! Chi n'ha uno [...]

Verga, Giovanni
Una peccatrice
10 1866 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, a cura di Daria Motta - Interlinea edizioni 31 occorrenze

[...] stringerci la mano; i nostri occhi soltanto l'interrogavano, poichè egli rispose tristamente le stesse parole che ci erano state dette [...]

[...] Brusio e dalla contessa. Un mese più tardi ricevei dalla Posta un grosso plico col bollo di Napoli; vi erano i dettagli e le lettere che mi [...]

[...] quella signora... e le espressioni appassionate di lei, che egli mi citò, erano le stesse di quelle che aveva impiegato per farmi credere al [...]

[...] capelli, erano irresistibili. – Giacchè siete congiurati, e volete così!... – diss'egli sorridendo, – aspettami cinque minuti, Raimondo; il tempo [...]

[...] donne che non abbiamo più che lui... Vestito che fu Pietro i due amici andarono alla Marina. I viali erano affollatissimi; la musica eseguiva le [...]

[...] bontà di concedermi dieci minuti. I due amici entrarono dai fratelli Guerrera. Mezz'ora dopo erano alla Villa. Faceva molto caldo. Il Laberinto [...]

[...] della casa, sebbene alquanto distante, che Raimondo avea indicato come l'abitazione della Piemontese. Le tende di giunco erano abbassate sulle [...]

[...] . Parecchie volte, forse a caso, l'occhialetto dell'incognita si rivolse verso il banco di pietra sul quale erano seduti i due amici. – Ti guarda [...]

[...] rivederci stassera. – Addio. Alle nove e mezzo i due inseparabili amici erano alla porta del teatro, in mezzo alla folla dei giovanotti che [...]

[...] fumando stavano ad osservare le signore che scendevano dalle carrozze. La recita era cominciata da cinque minuti. I giovanotti erano entrati a [...]

[...] sull'ingresso, dimostrava chiaramente di attendere qualcheduno, mentre tutti erano dentro il teatro, le recò forse sorpresa, poichè, passando dinanzi a [...]

[...] giovanotti; che vi erano stati dei feriti e degli arrestati... Mio Dio!... gli sarà accaduta qualche disgrazia!... Dove lo lasciaste voi?... – Ci [...]

[...] dell'occhialetto Raimondo vide la contessa, presso le tende del verone, di cui le invetriate erano aperte, sdraiata nella sua favorita posizione 44 [...]

[...] giovane con un sussulto che dimostrava come quella corda vibrasse ancora potentemente nel suo cuore, mentre tutte le altre erano allentate e [...]

[...] accento toscano, che Pietro riconobbe per quella del conte, – non mi leverò mai d'addosso quest'accidente! Brusio sentì che quelle parole erano al [...]

[...] abbandonare questa, come in trastullo, agli uomini: egli si fece alcune domande che erano strazianti nella loro calma forzata; si propose [...]

[...] di uno dei suonatori, che si erano salvati dietro le panche, e a pararsi il colpo con quello. Allora cominciò un combattimento accanito e [...]

[...] ogni scena nuova; e le rimostranze delle guardie di Questura erano soffocate dagli urli, dai suoni di trombe e di campane e dai fischi della [...]

[...] nella sala. I palchetti erano gremiti di elegantissime dame e di signori mascherati con lusso. Poco dopo si aprì l'uscio di un palchetto di [...]

[...] nel cercare di calmare l'effervescenza erano in troppo piccol numero per imporre a quella folla resa audace dalla sua stessa insolenza [...]

[...] sottotenente dirigeva un complimento ch'ella non ascoltava. Brusio rimase un momento immobile, senza poter parlare, cogli occhi, che si erano fatti di [...]

[...] gli oggetti che lo decoravano. Le porte vetrate, che si aprivano sulla terrazza, erano nascoste, alla lettera, da persiane di pianticelle rampicanti [...]

[...] usci dirimpetto, nascosto dalla stessa tenda di raso celeste. La signora si sprofondò in una delle poltroncine che erano vicine ad un elegante [...]

[...] le rimembranze erano ancora palpitanti di piacere, e a misura che il mio pensiero le vedeva più vive, che il mio cuore batteva più forte, che [...]

[...] prima, potrei fare la vita che faccio?... «Queste parole, che cercavano di esprimere un pensiero consolante, erano dure per me: esse parlavano [...]

[...] dell'aria per lavorare e per pensare a me, erano appassiti; le tende delle finestre chiuse, sicchè eravi quasi buio nella stanza; attraverso [...]

[...] ... «Qualche volta ho trovato l'indomani il suo fazzoletto e i suoi guanciali umidi: al sapore acre ho conosciuto che erano lagrime... 128 «Lui! questo [...]

[...] nell'abisso che dovevamo traversare era buio profondo; e gli echi ne erano mugghianti; e gli sprazzi di spuma biancheggiavano come giganteschi fantasmi [...]

[...] tempo in domande inutili, corse a lei, distesa sul divano, e le prese il polso. 142 Le pulsazioni erano deboli, lente, mancanti; osservò la pelle [...]

[...] è mormorando: – Oh! la vista!... Dio mio! la vista!... vederlo almeno!... E due lagrime luccicarono sulla sua orbita. I suoi lineamenti erano [...]

[...] promesse del suo ingegno, che l'amore di un giorno aveva elevato sino al genio nella sua anima fervente, erano cadute con quest'amore istesso [...]

Cattermole Evelina (Contessa Lara)
Storie d'amore e di dolore
29 1893 - Provenienza testo: Scansione Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, txt Fondazione Verga 31 occorrenze

[...] , dove le ombre erano scomparse, e la lampada s'affievoliva, 17 gettando a pena a canto a sè un riflesso giallastro su le lame delle lance e [...]

[...] . Erano ormai parecchi giorni da che suor Istituta vegliava a quel capezzale, udendo a tratto a tratto la bella voce vibrata e profonda [...]

[...] nella sua piena vigoria giovenile, s'erano a punti smarrite, per lo smagrimento cagionato dalle sofferenze; le clavicole, le costole, i fianchi [...]

[...] subalterno galantuomo: nulla più. Queste erano state, con qualche lira, le manifestazioni di simpatia e di compatimento ottenute dalla [...]

[...] Checco erano profondamente addormentati, una da capo e l'altro da piedi del letto, e nella camera s'udiva soltanto il loro respiro regolare [...]

[...] ' le tenebre. Dopo le otto, principiò ad affacciarsi qualcuno a chieder notizie di Santino. Le notizie erano le solite: un febbrone da cavalli, e [...]

[...] - fece semplicemente l'Adele: - basta che loro sien contenti. - Loro - erano i suoi padroni; e gente di cuore, non soltanto permisero alla serva [...]

[...] cucito a macchina, di sera, quando le fatiche diurne erano finite; portava le calzette a costola, il berretto con l'àncora. Ma il vestitino gli [...]

[...] lontra: un vestito da signora autentica. Ma in pari tempo erano in lei delle stonature da non isfuggir a un occhio pratico di donne: per [...]

[...] al solito, gruppi di femmine ciarliere per cui l'aria rintronava d'un cicaleccio. di note alte e stonate. Erano per la maggior parte sensale o [...]

[...] mestolata, pietra su pietra, si arriva a fare tutto quel che si fa. Quelle, prima - se ne ricordava bene - erano estensioni di terreno incolto [...]

[...] stavano in mezzo; le donne, da una finestra all'altra avevan sciorinati i panni del bucato su le funi tese; s'erano aperte botteghe di vino, di [...]

[...] s'erano avveduti della faccenda dagli sguardi feroci di lui e dal contegno sostenuto della ragazza, gli davan la baia consigliandolo a non [...]

[...] l'ombra del crepuscolo, nella stanza di sotto il portico, già invasa dal buio fitto, tanto la donna quanto le sue bestie s'erano già disposte al [...]

[...] volta, da che erano parecchi giorni che nessun più vedeva la strega con dietro le sue galline, a un abitante della badia venne in mente, passando [...]

[...] chiazzato di verdognolo. Le galline s'erano vendicate della morta col mangiarle gli occhi. MALEFIZIO LUNARE. I. La vendita era andata bene [...]

[...] , la mia mano saliva, saliva su fino alle coscette, e allora ci ravvoltolavamo insieme, come due cani. La sua passione erano i bottoni della mia [...]

[...] reclusione quando c'erano tante attenuanti in vostro favore? 282 - Ero soldato - spiegò lui; - e poi dicono che non li avevo sorpresi proprio su 'l [...]

[...] piccolotto, con una pancia rotonda, i balletti d'un colore indeciso, (che dovevano essere stati fulvi, ma che adesso erano come gl'incerava [...]

[...] l'azzurro cupo e il grigio, si velavan sotto le ciglia nere che ne raddolcivano l'espressione un po' birichina. Ma la maggior bellezza di Emma erano i [...]

[...] poi... è tanto ricco! - concluse enfaticamente l'avvocato. Queste parole erano destinate a produrre un grande effetto: e lo produssero. - Ah, è [...]

[...] di loro due, erano già occupati. A un capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo il servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo [...]

[...] ' camerieri come a tanti marinai di bordo. In giro, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per il momento. 305 Lo sguardo del conte si [...]

[...] arrivo a far di Emma la mia signora! III. Erano più delle undici quando i due toscani rientrarono alla pensione di Chiaia. In un angolo del salone [...]

[...] qualcuna delle sue, e Sampieri pensava: - Dio ti mandi un acci... - ecco 324 un cameriere avvertir sottovoce la padrona che c'erano due uomini con un [...]

[...] furiosamente quell'altra manina. Lì in torno erano tutti commossi, perfino il capitano. L'avvocato Bencini approfittò di quel momento per [...]

[...] voluto a quel modo allungare il rozzo scritto. 344 Erano parecchie ore che se lo teneva nascosto in petto, pensando ogni poco, con gran desiderio [...]

[...] fitto nella vita di avventure. E un altro paio d'anni erano scorsi tra una alternativa di bene e di male: materiali, s'intende; due anni in cui Leda [...]

[...] le lagrime, per modo da offuscare il vetro, annebbiandole la stanca vista. Lentamente, con le pupille dilatate, fisse sui tizzi che s'erano a [...]

[...] da molti anni in cantina, facea festa in modo casalingo e patriarcale, al Salvatore del mondo. Ah, Signore, come erano mai lontani quei [...]

[...] in fondo, che ogni tanto tirava fuori quando era triste. Da un pezzo, però, non lo aveva guardato. Erano i panni co' quali ella era venuta a [...]

Capuana Luigi
Per l'arte
25 1885 - Provenienza testo: Scansione da Google libri, txt Fondazione Verga 16 occorrenze

[...] , rotta al mestiere, si erano sbrancati qua e là, non avevano, si può dire, lasciato un pollice del cuore umano, da dissodare, da lavorare; avean [...]

[...] comandava e reggeva la casa. « Ma la sua gioventù e le sue attrattive carnali erano fuggite coll’età; non le restava che la imponenza antica e la [...]

[...] scientifiche, e distrusse lo strumento da lui stesso costruito. Però una trentina di pagine di quelle osservazioni erano da lui state, tempo [...]

[...] gl’intendimenti dell’autore; e mi erano parsi un libro nuovo, quasi di quell’anno. In certi punti, sopraffatto da 2 una profonda commozione [...]

[...] . Soltanto, a giudicarne dalle testimonianze 21 letterarie che ci restano, le proporzioni di tali sentimenti erano assai diverse presso di [...]

[...] allora erano novità ed intuizioni di stile e di forme poetiche; e la sua voce tremava e il verso assumeva un accento, un’espressione che la fredda [...]

[...] era questo: quelle figure non producevano l’illusione di personaggi viventi; erano rigide, legnose; si movevano tutte d’un pezzo, con gesti da [...]

[...] , quelle figure erano un mero pretesto per lui! Egli — ce l’ha detto dopo — s’era sentito gonfiare il petto, dallo sdegno, dinanzi allo spettacolo [...]

[...] consigliere Roccagrossa convocò rapidamente i rônini rimasti fedeli (erano quarantasei) e con essi assaltò di notte quella casa, scovò il vile Kira [...]

[...] quel sacro deposito sia ben custodito. Le sue stanze erano sempre ingombre di vasi di fiori: amava portare spesso un mazzolino all'occhiello [...]

[...] cose inanimate. I vecchi mobili gli erano cari pei ricordi che gli suscitavano, e li voleva d’attorno, 121 in vista, perchè narrassero la loro [...]

[...] , che oggi passerebbero affatto inosservati, in quel tempo erano notevolissimi per quell’intimo calore da cui veniva rivelata nell’ingegno rude [...]

[...] Luigi, erano vivaci e saettanti fino allo scandalo; non di rado per istrada giovava troncarli barbaramente con la fuga repentina dell'uno o [...]

[...] del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati alti come un [...]

[...] avevamo perduto contro la Prussia, la colpa era delle spie 184 tedesche che si erano introdotte nella nostra casa, nei nostri negozi, nelle [...]

[...] erano sempre stati, ma onorati! La Rossa allibì anch’essa e corse dalla cognata tutta sottosopra che non poteva spiccicar parola. Ma quando [...]

Serao Matilde
Il ventre di Napoli
4 1884 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 2 occorrenze

[...] eredità suo padre, morendo, insieme con la cassetta per lustrare: erano usciti degli ambi, tre o quattro volte, in trent'anni; il terno mai. Un [...]

[...] regalava alla sua vicina l'acqua dove erano stati cotti i maccheroni, un'acqua biancastra che ella rovesciava su quei tozzi di pane che si facevano [...]