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Verga Giovanni
I Malavoglia
1 1881 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, edizione critica a cura di F. Cecco - Interlinea edizioni 1553 occorrenze

[...] vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa de Leyra; e ambizione nell’Onorevole Scipioni [...]

[...] , se le sente nel sangue, e ne è consunto. A misura che la sfera dell’azione umana si allarga, il congegno delle passioni va complicandosi; i [...]

[...] particolari che lo producono; li giustifica quasi come mezzi necessari a stimolare l’attività dell’individuo cooperante inconscio a beneficio di [...]

[...] della sua opportunità a raggiungere lo scopo del movimento incessante; e quando si conosce dove vada questa immensa corrente dell’attività umana, non [...]

[...] spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere [...]

[...] parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li [...]

[...] avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza [...]

[...] , una piccina che badava a tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, in ordine di anzianità: ’Ntoni, il [...]

[...] padron ’Ntoni passava per testa quadra, al punto che a Trezza l’avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro, il segretario, il quale la [...]

[...] rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece don Franco lo speziale si metteva a [...]

[...] ridere fra i peli della barbona, e gli giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme un po’ di repubblica, tutti quelli della leva e [...]

[...] delle tasse li avrebbero presi a calci nel sedere, chè soldati non ce ne sarebbero stati più, e invece tutti sarebbero andati alla guerra, se [...]

[...] smascellava dalle risa a quei discorsi, e finalmente disse lui che con certo gruzzoletto fatto scivolare in tasca a tale e tal altra persona che sapeva lui [...]

[...] , avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora [...]

[...] pilastro su quei piedacci che sembravano pale di ficodindia; ma i piedi fatti a pala di ficodindia ci stanno meglio degli stivalini stretti sul ponte [...]

[...] tornarono ad Aci Trezza zitti zitti e a capo chino. Bastianazzo, che si era sbrigato in fretta dal disarmare la Provvidenza, per andare ad aspettarli [...]

[...] in capo alla via, come li vide comparire a quel modo, mogi mogi e colle scarpe in mano, non ebbe animo di aprir bocca, e se ne tornò a casa con loro [...]

[...] . La Longa corse subito a cacciarsi in cucina, quasi avesse furia di trovarsi a quattr’occhi colle vecchie stoviglie, e padron ’Ntoni disse al [...]

[...] figliuolo: – Va a dirle qualche cosa, a quella poveretta; non ne può più. Il giorno dopo tornarono tutti alla stazione di Aci Castello per veder passare [...]

[...] il convoglio dei coscritti che andavano a Messina, e aspettarono più di un’ora, pigiati dalla folla, dietro lo stecconato. Finalmente giunse il [...]

[...] comare Tudda, a mietere l’erba pel vitello; ma comare Venera la Zuppidda andava soffiando che c’era venuta per salutare ’Ntoni di padron ’Ntoni [...]

[...] colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finchè il treno non si mosse. Alla Longa, l’era parso rubato a lei quel saluto; e [...]

[...] qualche povero diavolo, che si tenevano ancora stretti ai pali dello stecconato, senza saper perchè. Quindi a poco a poco si sbrancarono anch’essi, e [...]

[...] nell’apparecchiare il deschetto, o a proposito di certa ganza che ’Ntoni sapeva fare meglio di ogni altro alla funicella della vela, e quando si [...]

[...] telaio – uno! due! tre! – pensava a quel bum bum della macchina che le aveva portato via il figliuolo, e le era rimasto sul cuore, in quel gran [...]

[...] confortare gli altri: – Del resto volete che vel dica? Un po’ di soldato gli farà bene a quel ragazzo; chè il suo paio di braccia gli piaceva meglio di [...]

[...] portarsele a spasso la domenica, anzichè servirsene a buscarsi il pane. Oppure: – Quando avrà provato il pane salato che si mangia altrove, non si [...]

[...] pizze, a due centesimi, di quelle che mangiano i signori, e senza soldi non ci si poteva stare, e non era come a Trezza, dove se non si andava [...]

[...] ; già lui non ci ha colpa, è fatto così; è fatto come i merluzzi, che abboccherebbero un chiodo arrugginito. Se non l’avessi tenuto a battesimo su [...]

[...] comare Tudda, tornava a dire: – Sicuro! le donne vestite di seta aspettavano apposta ’Ntoni di padron ’Ntoni per rubarselo; che non ne avevano [...]

[...] impalato, grattando colla mano la spalliera di una bella poltrona; e ringraziava Dio e i santi che avevano messo il suo figliuolo in mezzo a tutte [...]

[...] aveva pescato un camerata che sapeva di lettere, e si sfogava a lagnarsi della vitaccia di bordo, della disciplina, dei superiori, del riso lungo e [...]

[...] avesse perso i gattini. Padron ’Ntoni andava di nascosto a farsi leggere la lettera dallo speziale, e poi da don Giammaria, che era del partito [...]

[...] ve lo dico io che quel ragazzo avrebbe dovuto nascer ricco, come il figlio di padron Cipolla, per stare a grattarsi la pancia senza far nulla [...]

[...] ! Intanto l’annata era scarsa e il pesce bisognava darlo per l’anima dei morti, ora che i cristiani avevano imparato a mangiar carne anche il venerdì [...]

[...] come tanti turchi. Per giunta le braccia rimaste a casa non bastavano più al governo della barca, e alle volte bisognava prendere a giornata Menico [...]

[...] della Locca, o qualchedun altro. Il re faceva così, che i ragazzi se li pigliava per la leva quando erano atti a buscarsi il pane; ma sinchè erano [...]

[...] di peso alla famiglia, avevano a tirarli su per soldati; e bisognava pensare ancora che la Mena entrava nei diciassett’anni, e cominciava a far [...]

[...] voltare i giovanotti quando andava a messa. «L’uomo è il fuoco, e la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia». Perciò si doveva aiutarsi colle [...]

[...] zio Crocifisso Campana di legno un negozio di certi lupini da comprare a credenza per venderli a Riposto, dove compare Cinghialenta aveva detto [...]

[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]

[...] ; perciò si ostinava a fare il minchione. – Eh? non vi conviene? lasciateli! Ma un centesimo di meno non posso, in coscienza! che l’anima ho da [...]

[...] darla a Dio! – e dimenava il capo che pareva una campana senza batacchio davvero. Questo discorso avveniva sulla porta della chiesa dell’Ognina, la [...]

[...] Piedipapera, il quale colle sue barzellette riuscì a farli mettere d’accordo sulle due onze e dieci a salma, da pagarsi «col violino» a tanto il mese [...]

[...] seppe del negozio dei lupini, dopo cena, mentre si chiacchierava coi gomiti sulla tovaglia, rimase a bocca aperta; come se quella grossa somma di [...]

[...] affar suo, e si affaccendava zitta zitta a mettere in ordine la barca e ogni cosa pel viaggio, il pane fresco, l’orciolino coll’olio, le cipolle, il [...]

[...] lupini e li mostrava a Dio e alla Madonna, chiamandoli a testimoni. Infine, rosso, scalmanato, fuori di sè, fece una proposta disperata, e la piantò [...]

[...] in faccia allo zio Crocifisso rimminchionito, e ai Malavoglia coi sacchi in mano: – Là! pagateli a Natale, invece di pagarli a tanto al mese, e ci [...]

[...] avrete un risparmio di un tarì a salma! La finite ora, santo diavolone? – E cominciò ad insaccare – In nome di Dio, e uno! La Provvidenza partì [...]

[...] il sabato verso sera, e doveva esser suonata l’avemaria, sebbene la campana non si fosse udita, perchè mastro Cirino il sagrestano era andato a [...]

[...] portare un paio di stivaletti nuovi a don Silvestro il segretario; in quell’ora le ragazze facevano come uno stormo di passere attorno alla fontana [...]

[...] denari potete mandarli a sua madre, la Locca, perchè suo fratello è senza lavoro; aggiunse Bastianazzo, e questa fu l’ultima sua parola che si udì [...]

[...] . II Per tutto il paese non si parlava d’altro che del negozio dei lupini, e come la Longa se ne tornava a casa colla Lia in collo, le comari si [...]

[...] affacciavano sull’uscio per vederla passare. – Un affar d’oro! – vociava Piedipapera, accorrendo colla gamba storta dietro a padron ’Ntoni, il quale [...]

[...] era andato a sedersi sugli scalini della chiesa, accanto a padron Fortunato Cipolla, e al fratello di Menico della Locca che stavano a prendere il [...]

[...] Iddio! e a lui lo zio Crocifisso gli dava retta, perchè egli era il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollivano più di duecento onze [...]

[...] quale a lui gli era zio davvero, perchè era fratello della Locca, si sentiva gonfiare in petto una gran tenerezza pel parentado. – Noi siamo [...]

[...] parenti, ripeteva. Quando vado a giornata da lui mi dà mezza paga, e senza vino, perchè siamo parenti. Piedipapera sghignazzava. – Lo fa per tuo bene [...]

[...] , per non farti ubbriacare, e per lasciarti più ricco quando creperà. Compare Piedipapera si divertiva a sparlare di questo e di quello, come [...]

[...] , diceva pure, e aspetta che la Santuzza gli faccia segno di andarla a raggiungere nella stalla, per dirsi insieme il santo rosario. Oppure al [...]

[...] figlio della Locca: – Tuo zio Crocifisso cerca di rubarle la chiusa, a tua cugina la Vespa; vuol pagargliela la metà di quel che vale, col darle ad [...]

[...] intendere che la sposerà. Ma se la Vespa riesce a farsi rubare qualche cos’altra, potrai pulirti la bocca della speranza dell’eredità, e ci perdi i [...]

[...] soldi e il vino che non ti ha dato. Allora si misero a quistionare, perchè padron ’Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso alla fin fine era cristiano [...]

[...] , e non aveva dato ai cani il suo giudizio, per andare a sposare la figliuola di suo fratello. – Come c’entra il cristiano e il turco? ribatteva [...]

[...] naso. – Lo dite a me che ci ho a limite la vigna, disse allora padron Cipolla gonfiandosi come un tacchino. – Li chiamate vigna quei quattro [...]

[...] ’Ntoni. Piedipapera non poteva soffrire quello sputasentenze di padron Cipolla, il quale perchè era ricco si credeva di saper tutto lui, e di dar a bere [...]

[...] le corbellerie a chi non aveva denari. – Chi la vuol cotta e chi la vuol cruda, conchiuse. Padron Cipolla aspetta l’acqua per la sua vigna, e [...]

[...] voi il ponente in poppa alla Provvidenza. Lo sapete il proverbio «Mare crespo, vento fresco». Stasera le stelle sono lucenti, e a mezzanotte [...]

[...] ognuno pensava dove potevano andare quei carri a quell’ora. – Prima di mezzanotte la Provvidenza avrà girato il Capo dei Mulini, disse padron ’Ntoni [...]

[...] nulla, e alla conversazione ci stava come un manico di scopa. – Voi dovreste andare a mettervi con quelli della spezieria, che discorrono del re e [...]

[...] teneva là, a portata di mano, sotto il mortaio di cristallo, perciò quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare il tempo, e [...]

[...] Franco spingevasi sino ad accendere mezz’ora, ed anche un’ora di candela, a rischio di farsi sgridare dalla moglie, onde spiattellare le sue idee, e [...]

[...] non andare a letto a mo’ dei bruti, come compare Cipolla, o compare Malavoglia. L’estate poi non c’era neppur bisogno della candela, giacchè si [...]

[...] pareva un piccolo Parlamento, e andava a piantarsi dietro il banco, pettinandosi colle dita la barbona, con un certo sorriso furbo che pareva si [...]

[...] volesse mangiare qualcuno a colezione, e alle volte si lasciava scappare sottovoce delle mezze parole dinanzi alla gente, rizzandosi sulle gambette, e si [...]

[...] parole latine. Don Silvestro, lui, si divertiva a vedere come si guastavano il sangue per raddrizzare le gambe ai cani, senza guadagnarci un centesimo [...]

[...] scarpe ai piedi – aggiungeva Piedipapera. Ei li aizzava l’un contro l’altro, e rideva a crepapancia con degli Ah! ah! ah! che sembrava una gallina [...]

[...] padron Malavoglia. Piedipapera allora ribattè che se don Silvestro si fosse contentato di stare coi suoi pari a quest’ora ci avrebbe la zappa in mano [...]

[...] invece della penna. – Che ce la dareste voi vostra nipote Mena? disse alfine padron Cipolla volgendosi a padron ’Ntoni. – «Ognuno all’arte sua, e il [...]

[...] lupo alle pecore». Padron cipolla continuava a dir di sì col capo, tanto più che fra lui e padron ’Ntoni c’era stata qualche parola di maritar [...]

[...] in paese che la Longa aveva saputo educarla la figliuola, e ognuno che passava per la stradicciuola a quell’ora, udendo il colpettare del telaio di [...]

[...] Sant’Agata diceva che l’olio della candela non lo perdeva, comare Maruzza. La Longa, com’era tornata a casa, aveva acceso il lume, e s’era messa [...]

[...] coll’arcolaio sul ballatoio, a riempire certi cannelli che le servivano per l’ordito della settimana. – Comare Mena non si vede, ma si sente, e sta [...]

[...] al telaio notte e giorno, come Sant’Agata, dicevano le vicine. – Le ragazze devono avvezzarsi a quel modo, rispondeva Maruzza, invece di stare alla [...]

[...] finestra «A donna alla finestra non far festa». – Certune però collo stare alla finestra un marito se lo pescano, fra tanti che passano; osservò la [...]

[...] acchiappare i topi, e andrebbero a scovarli in una cruna di ago. – Ai gatti non conveniva aprire l’uscio di notte, perchè una vecchia di Aci [...]

[...] Sant’Antonio l’avevano ammazzata così, che i ladri le avevano rubato il gatto tre giorni avanti, e poi glielo avevano riportato mezzo morto di fame a [...]

[...] miagolare dietro l’uscio; e la povera donna non sentendosi il cuore di lasciar la bestiola sulla strada a quell’ora, aveva aperto l’uscio, e così [...]

[...] s’era ficcati i ladri in casa. Al giorno d’oggi i mariuoli ne inventano di ogni specie per fare i loro tiri; e a Trezza si vedevano delle facce che [...]

[...] non si erano mai viste sugli scogli, col pretesto d’andare a pescare, e arruffavano la biancheria messa ad asciugare, se capitava. Alla povera [...]

[...] Nunziata le avevano rubato in quel modo un lenzuolo nuovo. Povera ragazza! rubare a lei che lavorava per dar pane a tutti quei fratellini che suo [...]

[...] padre le aveva lasciato sulle spalle, quando l’aveva piantata per andare a cercar fortuna ad Alessandria d’Egitto! – Nunziata era come la cugina [...]

[...] . Poi alla cugina Anna le era toccato di tirar su quel fannullone per vederselo rubare dalla Mangiacarrubbe. In mezzo a quel chiacchierio saltò su la [...]

[...] diavolo nella litania, chè nessuno s’accorgeva di dove fosse sbucata. – Del resto, venne a brontolare, vostro figlio Rocco non vi ha aiutata [...]

[...] neppur lui, chè se si è buscato un soldo è andato subito a berlo all’osteria. La Zuppidda sapeva tutto quello che succedeva in paese e per questo [...]

[...] raccontavano che andava tutto il giorno in giro a piedi scalzi, a far la spia, col pretesto del suo fuso, che lo teneva sempre in aria perchè non [...]

[...] . – Bel pezzo, la Mangiacarrubbe, seguitava, una sfacciata che si è fatto passare tutto il paese sotto la finestra «A donna alla finestra non far festa [...]

[...] », e Vanni Pizzuto le portava in regalo i fichidindia rubati a massaro Filippo l’ortolano, e se li mangiavano insieme nella vigna, sotto il [...]

[...] mandorlo, li aveva visti lei. – E Peppi Naso, il beccaio, dopo che gli spuntò la gelosia di compare Mariano Cinghialenta, il carrettiere, andava a [...]

[...] buttarle dietro l’uscio tutte le corna delle bestie che macellava, sicchè dicevano che andava a pettinarsi sotto la finestra della Mangiacarrubbe. Quel [...]

[...] cuor contento della cugina Anna invece la prendeva allegra. – Don Giammaria dice che fate peccato mortale a sparlar del prossimo! – Don Giammaria [...]

[...] dovrebbe piuttosto far la predica a sua sorella donna Rosolina, rispose la Zuppidda, e non lasciarle far la ragazzetta con don Silvestro, quando [...]

[...] minori di lui. Forse che mi son perduta d’animo per questo? Ai guai ci si fa il callo, e poi ci aiutan a lavorare. Le mie figliuole faranno come ho [...]

[...] a tirar su quei piccini che pare li abbia fatti lei. – E dove è la Nunziata che non si vede ancora? domandò la Longa a un mucchio di monelli [...]

[...] cenciosi, messi a piagnucolare sulla soglia della casuccia lì di faccia, i quali al sentir parlare della sorella alzarono gli strilli in coro [...]

[...] . – L’ho vista che andava sulla sciara a fare due fasci di ginestre, e c’era pure vostro figlio Alessi che l’accompagnava, rispose la cugina Anna. I [...]

[...] bambini stettero a sentire, e poi si rimisero a pigolare tutti in una volta, e il più grandicello, appollaiato su di un gran sasso, rispose dopo un [...]

[...] . – Che non ci pensate a maritar la vostra Mena? chiedeva sottovoce la Zuppidda a comare Maruzza. Oramai deve compire diciotto anni a Pasqua, lo so [...]

[...] perchè è nata l’anno del terremoto, come mia figlia Barbara. Chi vuol pigliarsi mia figlia Barbara, prima deve piacere a me. In questo momento si udì [...]

[...] Nunziata! esclamarono le vicine. Che non avevi paura a quest’ora nella sciara? – C’era anch’io, rispose Alessi. – Ho fatto tardi con comare Anna al [...]

[...] stava a guardare dall’uscio, serio serio, e colle mani nelle tasche. – O Nunziata! le gridò Mena dal ballatoio; quando avrai messo la pentola a [...]

[...] bollire, vieni un po’ qua. Nunziata lasciò Alessi a custodire il focolare, e corse ad appollaiarsi sul ballatoio, accanto alla Sant’Agata, per godersi [...]

[...] mano; – Adesso, diceva, va a prender la legna; ora sta governando il suo asino – e si vedeva il lume nel cortile, e sotto la tettoia. Sant’Agata [...]

[...] rideva, e la Nunziata diceva che per essere preciso come una donna a compare Alfio gli mancava soltanto la gonnella. – Così, conchiudeva Mena, quando [...]

[...] nessuno al mondo, e tutto a un tratto disse a Mena – Se fossi grande io me lo piglierei, se me lo dessero. La Mena stava per dire anche lei qualche cosa [...]

[...] andremo, se il negozio dei lupini va bene; l’ha detto il nonno. Poi ci pensò su, e soggiunse: – Compar Alfio ci suole andare anche lui, a vendere le [...]

[...] sue noci. E tacquero entrambe, pensando alla festa dei Morti, dove compar Alfio andava a vendere le sue noci. – Lo zio Crocifisso, con quell’aria [...]

[...] denari a palate, chè la Zuppidda, un giorno che il vecchio era malato, aveva vista una cassa grande così sotto il letto. La Longa si sentiva sullo [...]

[...] ne aveva mai avuta, e la lasciava agli asini e a quelli che non volevano fare la rivoluzione un’altra volta. – Già, voi non ne avete mai avuta [...]

[...] si sentivano da un capo all’altro della piazza, allo scuro. Campana di legno, duro come un sasso, si stringeva nelle spalle, e badava a ripetere [...]

[...] che a lui non gliene importava, e attendeva ai fatti suoi. – Come se non fossero fatti vostri quelli della Confraternità della Buona Morte, che [...]

[...] sghignazzava alle loro spalle a voce alta, cercando d’imitare la risata di don Silvestro che faceva andare in bestia la gente. Ma lo speziale era [...]

[...] Silvestro il segretario, il quale si beccava anche quel po’ di stipendio di maestro elementare: – A me non me ne importa – ripeteva – Ma ai miei tempi non [...]

[...] c’erano tanti lampioni, nè tante scuole; non si faceva bere l’asino per forza, e si stava meglio. – A scuola non ci siete stato voi; eppure i [...]

[...] , sebbene non si vedessero in faccia, e don Giammaria, come li passava a rassegna ad uno ad uno diceva: – Costui è un ladro – quello è un birbante [...]

[...] tornava a ripetere che egli era un galantuomo, e non voleva entrarci. – Padron Cipolla, un altro sciocco, un pallone di vento colui! che si [...]

[...] sentenze: – Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io! – No; le acciughe sentono il [...]

[...] figlio della Locca stava ad ascoltare a bocca aperta, e si grattava il capo. – Bravo! disse poi. Così pesci non se ne troverebbero più nemmeno a [...]

[...] Siracusa nè a Messina, dove vanno i vapori. Invece li portano di là a quintali colla ferrovia. – Insomma sbrigatevela voi! esclamò allora padron [...]

[...] parocchia. Don Giammaria, passando lì vicino per andare a casa, salutò anche Piedipapera, perchè ai tempi che corrono bisogna tenersi amici quelle buone [...]

[...] ! – e incontrandosi naso a naso con don Michele, il brigadiere delle guardie doganali, il quale andava attorno colla pistola sullo stomaco, e i calzoni [...]

[...] dentro gli stivali, in cerca di contrabbandieri: – A questi altri non glielo fanno il conto di quel che mangiano. – Questi qui mi piacciono [...]

[...] ! rispondeva Campana di legno: questi qui che stanno a guardia della roba dei galantuomini mi piacciono! – Se gli dessero l’imbeccata sarebbe della setta [...]

[...] anche lui! diceva fra di sè don Giammaria picchiando all’uscio di casa. Tutti una manica di ladri! e continuò a borbottare, col picchiatoio in mano [...]

[...] , seguendo con occhio sospettoso i passi del brigadiere che si dileguavano nel buio, verso l’osteria, e rimuginando perchè andasse a guardarli [...]

[...] dalla parte dell’osteria gl’interessi dei galantuomini colui! Però compare Tino lo sapeva perchè don Michele andasse a guardare gl’interessi dei [...]

[...] galantuomini dalla parte dell’osteria, chè ci aveva perso delle notti a stare in agguato dietro l’olmo lì vicino per scoprirlo; e soleva dire: – Ci va per [...]

[...] fatti di ognuno a Trezza e dapertutto, e lo zio Santoro, così cieco com’è, che sembra un pipistrello al sole, sulla porta dell’osteria, sa tutto quello [...]

[...] che succede in paese, e potrebbe chiamarci per nome ad uno ad uno soltanto a sentirci camminare. Ei non ci sente solo quando massaro Filippo va a [...]

[...] udendo suonare un’ora di notte era rientrata in casa lesta lesta, per stendere la tovaglia sul deschetto; le comari a poco a poco si erano diradate, e [...]

[...] qua, comare Mena; sto qua a mangiarmi la minestra; perchè quando vi vedo tutti a tavola, col lume, mi pare di non esser tanto solo, che va via [...]

[...] dirimpetto. – Che è vero? domandò Mena. – Eh, comare Mena, se non dovessi far altro, al mio paese ce n’è delle ragazze come dico io, senza andare a [...]

[...] , ditelo a me, che ci giuocherò la camicia, e allora potrò pensarci a prender moglie... – Buona sera! rispose Mena. Le stelle ammiccavano più forte [...]

[...] , adagio adagio, e a lunghi intervalli si udiva il rumore di qualche carro che passava nel buio, sobbalzando sui sassi, e andava pel mondo il [...]

[...] mondo a quell’ora, e non sapeva nulla di compar Alfio, nè della Provvidenza che era in mare, nè della festa dei Morti; – così pensava Mena sul [...]

[...] ballatoio aspettando il nonno. Il nonno s’affacciò ancora due o tre volte sul ballatoio, prima di chiudere l’uscio, a guardare le stelle che luccicavano [...]

[...] sempre canta» conchiuse padron ’Ntoni. 43 III Dopo la mezzanotte il vento s’era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i [...]

[...] gatti del paese, e a scuotere le imposte. Il mare si udiva muggire attorno ai fariglioni che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di [...]

[...] ammarrate alle grosse pietre sotto il lavatoio; perciò i monelli si divertivano a vociare e fischiare quando si vedeva passare in lontananza qualche vela [...]

[...] Pizzuto, o sotto la tettoia del beccaio, a veder piovere, col naso in aria. Sulla riva c’era soltanto padron ’Ntoni, per quel carico di lupini [...]

[...] sul ventre, quasi dovesse andare a caccia di contrabbandieri con quel tempaccio, e compare Mariano Cinghialenta. Quell’elefante di mastro Turi [...]

[...] calafato, e allora compare Cinghialenta si metteva a gridare e bestemmiare, per far vedere che era uomo di fegato e carrettiere. Lo zio Santoro [...]

[...] . – Bastianazzo Malavoglia sta peggio di lui, a quest’ora, rispose Piedipapera, e mastro Cirino ha un bel suonare la messa; ma i Malavoglia non ci [...]

[...] secche, sicchè Vanni Pizzuto col rasoio in aria, teneva pel naso quelli a cui faceva la barba, per voltarsi a guardare chi passava, e si metteva il [...]

[...] , all’ultimo tocco di campana, aveva affidata l’osteria a suo padre, e se n’era andata in chiesa, tirandosi dietro gli avventori. Lo zio Santoro [...]

[...] , poveretto, era cieco, e non faceva peccato se non andava a messa; così non perdevano tempo all’osteria, e dall’uscio poteva tener d’occhio il banco [...]

[...] , sebbene non ci vedesse, chè gli avventori li conosceva tutti ad uno ad uno soltanto al sentirli camminare, quando venivano a bere un bicchiere [...]

[...] occhiataccie di qua e di là, che pareva ce l’avesse con tutto il paese, e a quelli che volevano sentirla ripeteva: – Comare la Longa non ci viene in chiesa [...]

[...] , eppure ci ha il marito in mare con questo tempaccio! Poi non bisogna stare a cercare perchè il Signore ci castiga! – Persino la madre di Menico [...]

[...] giovanotti! La Santuzza scuoteva il capo, e diceva che mentre si è in chiesa non bisogna sparlare del prossimo. – «Chi fa l’oste deve far buon viso a tutti [...]

[...] », rispose la Zuppidda, e poi all’orecchio della Vespa: – La Santuzza non vorrebbe si dicesse che vende l’acqua per vino; ma farebbe meglio a non [...]

[...] tenere in peccato mortale massaro Filippo l’ortolano, che ha moglie e figliuoli. – Per me, rispose la Vespa, gliel’ho detto a don Giammaria, che non [...]

[...] era il cucco delle mamme e delle ragazze, perchè possedeva vigne ed oliveti. – Va a vedere se la paranza è bene ammarrata; gli disse suo padre [...]

[...] facendosi la croce. Ciascuno non poteva a meno di pensare che quell’acqua e quel vento erano tutt’oro per i Cipolla; così vanno le cose di questo [...]

[...] bianchi e si strappavano i capelli, per quel carico di lupini che avevano preso a credenza dallo zio Crocifisso Campana di legno. – Volete che ve la [...]

[...] dica? saltò su la Vespa; la vera disgrazia è toccata allo zio Crocifisso che ha dato i lupini a credenza. «Chi fa credenza senza pegno, perde l’amico [...]

[...] la roba e l’ingegno». Lo zio Crocifisso se ne stava ginocchioni a piè dell’altare dell’Addolorata, con tanto di rosario in mano, e intuonava le [...]

[...] strofette con una voce di naso che avrebbe toccato il cuore a satanasso in persona. Fra un’avemaria e l’altra si parlava del negozio dei lupini, e della [...]

[...] , nessuno è contento del suo stato e vuol pigliare il cielo a pugni. – Il fatto è, conchiuse compare Zuppiddu, che sarà una brutta giornata pei [...]

[...] sicuro, colla pancia all’asciutto sulla sabbia, si gode a vedersi fumare la pentola dinanzi, col marmocchio fra le gambe, e sentire le ciabatte della [...]

[...] tirato un po’ in qua, per scaldarsi la schiena anche lui. – E’ sta meglio di compare Bastianazzo, a quest’ora! ripeteva Rocco Spatu, accendendo la pipa [...]

[...] sull’uscio. E senza pensarci altro mise mano al taschino, e si lasciò andare a fare due centesimi di limosina. – Tu ci perdi la tua limosina a [...]

[...] ringraziare Dio che sei al sicuro, gli disse Piedipapera; per te non c’è pericolo che abbi a fare la fine di compare Bastianazzo. Tutti si misero a [...]

[...] ridere della barzelletta, e poi stettero a guardare dall’uscio il mare nero come la sciara, senza dir altro. – Padron ’Ntoni è andato tutto il [...]

[...] giorno di qua e di là, come avesse il male della tarantola, e lo speziale gli domandava se faceva la cura del ferro, o andasse a spasso con quel [...]

[...] , che era lì fuori colle mani in tasca perchè non ci aveva un soldo, disse anche lui: – Lo zio Crocifisso è andato a cercare padron ’Ntoni con [...]

[...] Piedipapera, per fargli confessare davanti a testimoni che i lupini glieli aveva dati a credenza. – Vuol dire che anche lui li vede in pericolo colla [...]

[...] Provvidenza. – Colla Provvidenza c’è andato anche mio fratello Menico, insieme a compare Bastianazzo. – Bravo! questo dicevamo, che se non torna tuo [...]

[...] fratello Menico tu resti il barone della casa. – C’è andato perchè lo zio Crocifisso voleva pagargli la mezza giornata anche a lui, quando lo [...]

[...] rimase a bocca aperta. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figliuoletti era andata ad aspettare sulla sciara, d’onde si scopriva un bel pezzo [...]

[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]

[...] sciara, a quell’ora, parevano le anime del purgatorio. Il piangere della bambina le faceva male allo stomaco, alla povera donna, le sembrava quasi [...]

[...] comari, mentre tornavano dall’osteria, coll’orciolino dell’olio, o col fiaschetto del vino, si fermavano a barattare qualche parola con la Longa [...]

[...] per dare un’occhiata verso il mare, e vedere di che umore si addormentasse il vecchio brontolone, andavano a domandare a comare la Longa di suo [...]

[...] marito, e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di loro. La poveretta, sgomenta [...]

[...] duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e badava a ripetere: – Oh! Vergine Maria! Oh [...]

[...] ! Vergine Maria! – I figliuoli la seguivano aggrappandosi alla gonnella, quasi avessero paura che rubassero qualcosa anche a loro. Mentre passavano [...]

[...] ballatoio della sua casa c’era un gruppo di vicine che l’aspettavano, e cicalavano a voce bassa fra di loro. Come la videro da lontano, comare [...]

[...] disperato e corse a rintanarsi in casa. – Che disgrazia! dicevano sulla via. E la barca era carica! Più di quarant’onze di lupini! IV Il [...]

[...] peggio era che i lupini li avevano presi a credenza, e lo zio Crocifisso non si contentava di «buone parole e mele fradicie», per questo lo chiamavano [...]

[...] ne volevano, e se qualcheduno andava a chiedergli dodici tarì glieli prestava subito, col pegno, perchè «chi fa credenza senza pegno, perde [...]

[...] l’amico, la roba e l’ingegno» a patto di averli restituiti la domenica, d’argento e con le colonne, che ci era un carlino dippiù, com’era giusto, perchè [...]

[...] denaro anticipato, e un rotolo di pane a testa, e mezzo quartuccio di vino, e non voleva altro, chè era cristiano e di quel che faceva in questo mondo [...]

[...] avrebbe dovuto dar conto a Dio. Insomma era la provvidenza per quelli che erano in angustie, e aveva anche inventato cento modi di render servigio [...]

[...] ci andasse lui a rischiare la pelle come tutti gli altri, che si pappava il meglio della pesca senza pericolo, rispondeva: – Bravo! e se in mare [...]

[...] la camicia; ma poi voleva esser pagato, senza tanti cristi; ed era inutile stargli a contare ragioni, perchè era sordo, e per di più era scarso di [...]

[...] suoi nemici gli ridevano sotto il naso, a motivo di quei lupini che se l’era mangiati il diavolo; e gli toccava anche recitare il deprofundis per [...]

[...] suoi lupini al collo, che lo zio Crocifisso gli aveva dati a credenza, perchè aveva sempre conosciuto padron ’Ntoni per galantuomo; ma se volevano [...]

[...] truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! chè quello era un credito sacrosanto [...]

[...] galera! La legge c’era anche a Trezza! Intanto don Giammaria buttava in fretta quattro colpi d’aspersorio sul cataletto, e mastro Cirino [...]

[...] cominciava ad andare attorno per spegnere i lumi colla canna. I confratelli si affrettavano a scavalcare i banchi colle braccia in aria, per cavarsi il [...]

[...] cappuccio, e lo zio Crocifisso andò a dare una presa di tabacco bacco a padron ’Ntoni, per fargli animo, che infine quando uno è galantuomo lascia [...]

[...] buon nome e si guadagna il paradiso, – questo aveva detto a coloro che gli domandavano dei suoi lupini: – Coi Malavoglia sto tranquillo perchè son [...]

[...] galantuomini e non vorranno lasciar compare Bastianazzo a casa del diavolo; padron ’Ntoni poteva vedere coi suoi propri occhi se si erano fatte le [...]

[...] ficcate nei guanti di cotone, e i ragazzi guardavano a bocca aperta tutte quelle cose che costavano caro, ed erano lì pel babbo: il cataletto, i ceri, i [...]

[...] fiori di carta; e la bambina, vedendo la luminaria, e udendo suonar l’organo, si mise a galloriare. La casa del nespolo era piena di gente; e il [...]

[...] . Almeno non avrei fatto danno a nessuno, e nessuno avrebbe pianto. La Mena, appoggiata alla porta della cucina, colla faccia nel grembiule, si [...]

[...] colla Provvidenza, e quelli che erano a visita nella casa del nespolo, pensavano che lo zio Crocifisso ci avrebbe messo le unghie addosso. Alcuni se [...]

[...] come fontane. Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c’era un aumento di due tarì per barile, questo poteva interessargli a padron ’Ntoni, se [...]

[...] ci aveva ancora delle acciughe da vendere; lui a buon conto se n’era riserbati un centinaio di barili; e parlavano pure di compare Bastianazzo [...]

[...] Callà «Baco da seta» detto anche Giufà, col segretario don Silvestro, e se ne stava col naso in aria, talchè la gente diceva che stava a fiutare il [...]

[...] spiegata bene, che non mancava di farla cascare nel discorso ogniqualvolta si trovava a visita da morto. – Almeno avete il piacere di essere parenti [...]

[...] di Vittorio Emanuele, giacchè dovete dar la sua parte anche a lui! E tutti si tenevano la pancia dalle risate, chè il proverbio dice «Nè visita di [...]

[...] morto senza riso, nè sposalizio senza pianto». La moglie dello speziale torceva il muso a quegli schiamazzi, e stava coi guanti sulla pancia, e la [...]

[...] faccia lunga, come si usa in città per quelle circostanze, che solo a guardarla la gente ammutoliva, quasi ci fosse il morto lì davanti, e per [...]

[...] se avesse mangiato dei limoni, e glielo diceva in faccia a don Silvestro, quasi ei fosse quello delle tasse. – Ella lo sapeva benissimo quello che [...]

[...] la figliuola: «Bella, non voglio te, voglio i tuoi soldi». Per questo aveva lasciata a casa sua figlia Barbara. – Quelle facce lì non mi piacciono [...]

[...] . – A chi lo dite! esclamò padron Cipolla; a me mi scorticano vivo come San Bartolomeo. – Benedetto Dio! esclamò mastro Turi Zuppiddo, minacciando col [...]

[...] pugno che pareva la malabestia del suo mestiere. Va a finire brutta, va a finire, con questi italiani! – Voi state zitto! gli diede sulla voce [...]

[...] mogio. Allora Piedipapera, per tagliar corto, disse piano a padron Cipolla: – Dovreste pigliarvela voi, comare Barbara, per consolarvi; così la [...]

[...] nessuno si maritava più. – O a donna Rosolina cosa gliene importa oramai? susurrava Piedipapera. Donna Rosolina intanto raccontava a don Silvestro [...]

[...] donna bisognava che avesse il giudizio nelle mani, come s’intendeva lei; e non fosse di quelle fraschette che pensano a lisciarsi e nient’altro [...]

[...] del paradiso. «A chi vuol bene Dio manda pene». Egli era un bravo uomo, di quelli che badano ai fatti loro, e non a dir male di questo e di quello [...]

[...] , che pareva la Madonna Addolorata, si metteva a piangere più forte, col viso nel guanciale, e padron ’Ntoni, piegato in due, più vecchio di [...]

[...] fare melato della Santuzza, che persino la Signora si voltava a discorrere con lei, colla bocca stretta, senza badare agli altri, con que’ guanti che [...]

[...] , gabbando il prossimo, e vendendo l’acqua sporca a peso d’oro, e se ne infischiavano delle tasse coloro! – Metteranno pure la tassa sul sale! aggiunse [...]

[...] tira tutta la pioggia, e se la porta via. – Compare Mangiacarrubbe allora, e Tino Piedipapera rimasero a bocca aperta, perchè giusto sulla strada [...]

[...] di Trezza c’erano i pali del telegrafo; ma siccome don Silvestro cominciava a ridere, e a fare ah! ah! ah! come una gallina, padron Cipolla si alzò [...]

[...] modo si tirava la pioggia dalle nuvole, e se la portava lontano, dove ce n’era più di bisogno; potevano andare a domandarlo allo speziale che [...]

[...] dire, e si mise la lingua in tasca. – Santi del Paradiso! si avrebbero a tagliarli tutti quei pali del telegrafo, e buttarli nel fuoco! incominciò [...]

[...] ; quando è ben coltivato dà la minestra per tutto l’anno. La casa dei Malavoglia era sempre stata una delle prime a Trezza; ma adesso colla morte di [...]

[...] cosa poteva valere la casa? Ognuno allungava il collo sul muro dell’orto, e ci dava una occhiata, per stimarla così a colpo. Don Silvestro sapeva [...]

[...] cinque tarì all’anno. Allora si misero a fare il conto sulle dita di quel che avrebbe potuto vendersi la casa, coll’orto, e tutto. – Nè la casa nè la [...]

[...] dove stavano a piangere il morto. – Sicuro! lasciò andare alfine don Silvestro come una bomba; c’è l’ipoteca dotale. Padron Cipolla, il quale aveva [...]

[...] era venuto anche lui, per politica, e stava zitto, in un cantuccio, a veder quello che dicevano, colla bocca aperta e il naso in aria, che sembrava [...]

[...] si ammiccavano l’un l’altro per mostrarselo a vicenda. – E’ pare l’usciere che fa il pignoramento! sghignazzavano. Le comari che sapevano delle [...]

[...] chiacchiere fra padron ’Ntoni e compare cipolla, dicevano che adesso bisognava farle passare la doglia, a comare Maruzza, e conchiudere quel matrimonio [...]

[...] non ne sa nulla. A quelle parole, prima Maruzza, e poi tutti gli altri tornarono a piangere di nuovo, e i ragazzi, vedendo piangere i grandi, si [...]

[...] misero a piangere anche loro, sebbene il babbo fosse morto da tre giorni. Il vecchio andava di qua e di là, senza sapere che facesse; Maruzza invece [...]

[...] Fortunato, che stringevano il cuore; e si udiva mastro Turi Zuppiddo il quale cantava a squarciagola, con quei suoi polmoni di bue, mentre [...]

[...] Mena a piangere cheta cheta in cucina. – Poveretta! mormorava il nonno, anche a te è crollata la casa sul capo, e compare Fortunato se ne è andato [...]

[...] , quando verrai a lavorare; perchè adesso bisogna aiutarci tutti per pagare il debito dei lupini. Maruzza si tappava le orecchie colle mani per non [...]

[...] ce l’ha con tutti loro per quell’affare dei lupini, e non vuol darle più nulla. Ora vo a portarle qualche cosa, e allora se ne andrà. La [...]

[...] cugina Anna, poveretta, aveva lasciato la sua tela e le sue ragazze per venire a dare una mano a comare Maruzza, la quale era come se fosse malata, e [...]

[...] se l’avessero lasciata sola non avrebbe pensato più ad accendere il fuoco, e a mettere la pentola, che sarebbero tutti morti di fame. «I vicini [...]

[...] devono fare come le tegole del tetto, a darsi l’acqua l’un l’altro». Intanto quei ragazzi avevano le labbra pallide dalla fame. La Nunziata aiutava [...]

[...] anche lei, e Alessi, col viso sudicio dal gran piangere che aveva fatto vedendo piangere la mamma, teneva a bada i piccini, perchè non le stessero [...]

[...] all’improvviso lo piantò con un bel saluto, e se ne entrò nell’orto. Alfio, tutto infuriato, corse a lagnarsi colla Vespa che gli dava a bere di tali bugie [...]

[...] , per farlo litigare colla gente. – A me l’ha detto lo zio Crocifisso; rispose la Vespa. Io non ne dico bugie! – Bugie! bugie! borbottò lo zio [...]

[...] di una pasta, e non c’è da fidarsi. Lo zio Crocifisso alle volte non ci sentiva, e invece di abboccar l’esca seguitò a saltar di palo in frasca, e a [...]

[...] parlare dei Malavoglia che badavano a maritarsi, ma a quel discorso delle quarant’onze non ci pensavano neppure. – Eh! saltò su infine la Vespa [...]

[...] , perdendo la pazienza, se dessero retta a voi, a maritarsi non ci penserebbe più nessuno! – A me non me ne importa che si maritino. Io voglio la roba [...]

[...] mia. Ma del resto non me ne importa. – Se non ve ne importa a voi, c’è a chi gliene importa! sentite? Che non tutti pensano come voi, a rimandare [...]

[...] le cose da oggi a domani! – E tu che fretta hai? – Pur troppo. Voi ci avete tempo, voi; ma se credete che gli altri vogliano far venire gli anni [...]

[...] di San Giuseppe per maritarsi!... – L’annata è scarsa, diceva Campana di legno, e non è tempo di pensare a queste cose. La Vespa allora si [...]

[...] grazie a Dio non sono in istato di dover mendicare un marito. O che credete? E se non fosse che mi avevate messo quella pulce nell’orecchio, col- le [...]

[...] andar soldato, e non mi lasciava legare una calza. Tutti che friggevano d’impazienza, e non mi avrebbero menato tanto tempo pel naso, da Pasqua a [...]

[...] Natale, come avete fatto voi! Lo zio Crocifisso stavolta si mise la mano dietro l’orecchio, per sentirci, e cominciò a lisciarla con buone parole [...]

[...] , che poi se la mangerebbero all’osteria della Santuzza. – Non è vero che mi volete bene, seguitava ella respingendolo a gomitate, se fosse vero lo [...]

[...] stuzzicandolo coll’omero. – Ma di me a voi non ve ne importa! Lo zio si offese di quel sospetto ingiurioso. – Questo lo dici per farmi far peccato [...]

[...] ! cominciò a lamentarsi. Non gliene importava del sangue suo? perchè infine ella era sangue suo, come la chiusa, che era stata sempre della famiglia [...]

[...] , e ci sarebbe rimasta, se suo fratello, buon’anima, non avesse pensato a maritarsi e a mettere al mondo la Vespa; e perciò ei l’aveva tenuta come [...]

[...] che sono quarant’onze, e colle spese e i frutti potrebbero arrivare a cinquanta, e c’è da papparsi la casa del nespolo, che per te ti giova meglio [...]

[...] vene anche lui! – Sta a vedere che ora mi fate il geloso! esclamò la Vespa. – Sicuro che son geloso! esclamò lo zio Crocifisso, geloso come una [...]

[...] aveva un bel passare e ripassare davanti la casa dei Malavoglia, che perfino la gente si metteva a ridere, e diceva che ei faceva il viaggio alla [...]

[...] casa del nespolo come quelli che hanno fatto il voto alla Madonna dell’Ognina. I Malavoglia lo pagavano a furia di sberrettate; e i ragazzi, appena [...]

[...] lupini, e i Morti eran lì che venivano, mentre padron ’Ntoni pensava a maritare la nipote. Egli andava a sfogarsi con Piedipapera, il quale [...]

[...] . Volete succhiargli il sangue a padron ’Ntoni? Già non avete perso nulla, perchè i lupini erano tutti fradici, lo sapete! Ei non sapeva nulla [...]

[...] del suo grugno di porco, a quella brutta strega di mia nipote, per amor della roba. E quando non aveva altro da fare andava a piantarsi davanti [...]

[...] metteva a guaiolare come lo zio Santoro, tale quale come se chiedesse la limosina anch’esso; e gli diceva: – Sentite, compare Santoro, se vedete da [...]

[...] queste parti mia nipote la Vespa, quando Alfio Mosca viene a portare il carico del vino a vostra figlia la Santuzza, state a vedere cosa fanno fra [...]

[...] una mosca che ei non lo sapesse; tanto che sua figlia Mariangela gli diceva: – A voi cosa ve ne importa? perchè state a mischiarvi nei fatti di [...]

[...] ballatoio, o allorchè andava a governare le bestie nel pollaio, e se udiva chiocchiare le due galline che le aveva regalato si sentiva una certa cosa [...]

[...] , avrebbe voluto chiedere in moglie la Sant’Agata, e portarsela via nel carro dell’asino. Come pensava a tutto ciò si sentiva in testa tante cose [...]

[...] Alfio sorrideva come se gliele facessero a lui quelle carezze. – Ah! se il mio asino fosse vostro, comare Mena! – Mena crollava il capo e il seno le [...]

[...] si gonfiava pensando che sarebbe stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri, chè il babbo non sarebbe morto a quel modo. – «Il mare [...]

[...] è amaro, ripeteva, ed il marinaro muore in mare». Alfio che aveva fretta d’andare a scaricare il vino della Santuzza, non sapeva risolversi a [...]

[...] partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l’oste, un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo [...]

[...] . Questa povera bestia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po’ di soldi comprerò un mulo, e potrò tirarmi su a fare il [...]

[...] carrettiere davvero, come compare Cinghialenta. La ragazza era tutta intenta a quello che diceva compare Alfio, e intanto l’ulivo grigio stormiva come se [...]

[...] nuovo un bel partito. Alfio non rispose, perchè la Zuppidda lo guardava fiso, co’ suoi occhietti gialli, e disse che aveva fretta di andare a [...]

[...] consegnare il vino alla Santuzza. – A me non vuole dir nulla! borbottò la Zuppidda. Come se non li avessi visti co’ miei occhi. Vogliono nascondere il [...]

[...] sole colla rete. La Provvidenza l’avevano rimorchiata a riva tutta sconquassata, così come l’avevano trovata di là dal Capo dei Mulini, col naso fra [...]

[...] di camicia, e col cappellaccio in testa, a dare un’occhiata anche lui, fumando la sua pipa. – Questa ora è buona da ardere, conchiuse padron [...]

[...] Crocifisso ch’era lì anche lui a vedere, colle mani dietro la schiena. Siamo cristiani, e bisogna godere del bene altrui; il proverbio dice: «Augura bene [...]

[...] fare e sbuffavano e si affannavano a tirare e a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro Zuppiddo il calafato, dove c’erano i sassi [...]

[...] coi ragazzi che avrebbero voluto montare nella barca, e aiutare a soffiare nel fuoco sotto la caldaia della pece anche loro, e quando le buscava [...]

[...] congedo, sebbene don Silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato, avrebbe liberato suo fratello Luca [...]

[...] di superiori. – Per me, disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di ’Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la [...]

[...] , padron ’Ntoni arrivò in casa trafelato, e disse: – C’è qui la lettera; me l’ha data or ora compare Cirino, mentre andavo a portare le nasse in casa dei [...]

[...] Pappafave. – La Longa si fece bianca come un fazzoletto, dalla contentezza, e corsero tutti in cucina a veder la lettera. ’Ntoni arrivò col [...]

[...] berretto sull’orecchio, e la camicia colle stelle, che la mamma non sapeva saziarsi di toccargliela, e gli andava dietro in mezzo a tutti i parenti e gli [...]

[...] addietro, che nessuno ci pensava più. A certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi, quasi fosse stato ieri – tanto che la Locca era sempre lì [...]

[...] sentiva. VI ’Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicchè tutti stavano a [...]

[...] come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacchè a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio [...]

[...] liberi! – Uno che è vedovo è come uno che vada soldato, aggiunse la Zuppidda. «Amore di soldato poco dura, a tocco di tamburo addio signora». E poi [...]

[...] Tudda fosse andata a salutarlo, chè li aveva visti parlare dal muro della vigna, voleva godersi la faccia che avrebbe fatto ’Ntoni a quella notizia [...]

[...] perchè non c’era altri. – A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno all’amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe tirandosi [...]

[...] Garibaldi, vedete! – Lo so a chi volete bene! disse ’Ntoni col pugno sul fianco. – No che non lo sapete, compare ’Ntoni, e vi hanno detto delle [...]

[...] chiacchiere. Se qualche volta poi passate dalla mia porta, vi racconterò ogni cosa. – Ora che la Mangiacarrubbe ha messo gli occhi addosso a ’Ntoni di [...]

[...] un codazzo di amici, e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica, per menare a spasso la sua camicia colle stelle; quel dopopranzo si [...]

[...] divertirono a prendersi a pugni con compare Pizzuto, il quale non aveva paura nemmeno di Dio, sebbene non avesse fatto il soldato, e andò a rotolare per [...]

[...] quelli che stavano a vedere. Quel Rocco è forte come mastro Turi Zuppiddo. Se volesse lavorare se lo buscherebbe il pane! – Io le mie devozioni so [...]

[...] stavano attorno al desco a chiacchierare, e la mamma gli domandava di questo e di quello, e i ragazzi, mezzo addormentati, lo stavano a guardare con [...]

[...] d’andare a giornata nella paranza di compar Cipolla, con una bella paga. – Li ho presi per carità, diceva padron Fortunato a chi voleva sentirlo [...]

[...] , seduto davanti alla bottega del barbiere. Li ho presi per non dir di no, quando padron ’Ntoni è venuto a dirmi, sotto l’olmo, se ci avessi bisogno [...]

[...] bisogno d’andare a giornata; diceva padron ’Ntoni. La mattina, quando egli andò a svegliare il nipote, ci volevano due ore per l’alba, e ’Ntoni [...]

[...] tornare a casa! – Sta zitto, chè il nonno è lì a mettere in ordine gli attrezzi, e si è alzato un’ora prima di noi, gli rispose Alessi. Ma Alessi [...]

[...] era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon’anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare [...]

[...] la gente che andava al mare, e passava a picchiare di porta in porta, per chiamare i compagni. Però, come giunsero sul lido, davanti al mare [...]

[...] allargare il cuore. – Ah! esclamò stirandosi le braccia. È una bella cosa tornare a casa sua. Questa marina qui mi conosce. – Già padron ’Ntoni diceva [...]

[...] cristiano»; aggiunse lo zio Cola. – Delle innamorate ne ho quante ne voglio, rispose ’Ntoni; a Napoli mi correvano dietro come i cagnolini. – A [...]

[...] Napoli ci avevi il vestito di panno, e il berretto collo scritto, e le scarpe ai piedi, disse Barabba. – Che vi son delle belle ragazze come qui, a [...]

[...] Napoli? – Le belle ragazze di qui non sono degne di portargli le scarpe, a quelle di Napoli. Io ne avevo una colla veste di seta, e nastri [...]

[...] rossi nei capelli, il corsetto ricamato, e le spalline d’oro come quelle del comandante. Un bel pezzo di ragazza così, che portava a spasso i bambini [...]

[...] dei padroni, e non faceva altro. – Bello stare deve essere da quelle parti! osservò Barabba. – A voi di sinistra! fermi i remi! gridò padron ’Ntoni [...]

[...] . – Sangue di Giuda! che mi fate andare la paranza sulle reti! cominciò a strillare lo zio Cola dal timone. La volete finire colle chiacchiere [...]

[...] ; stiamo qui a grattarci la pancia, o a fare il mestiere? – È la maretta che ci accula; disse ’Ntoni. – Staglia da quella parte, figlio di porco, gli [...]

[...] prudenza» disse padron ’Ntoni. ’Ntoni continuò a remare brontolando, perchè non poteva andarsene a piedi, e compare Mangiacarrubbe, per metter la [...]

[...] . Allora quei ragazzi si misero a lavorare di mascelle, col fiasco fra le gambe, mentre la paranza mareggiava adagio adagio fra il largo cerchio dei [...]

[...] sugheri. – Una pedata per di dietro a chi parla per il primo! disse lo zio Cola. Per non buscarsi la pedata tutti si misero a masticare come buoi [...]

[...] primo; e poi rispose: – Intanto ora che siamo qui, aspettiamo a tirare le reti. – La maretta viene dal largo, e a noi ci giova; aggiunse padron [...]

[...] ’Ntoni. – Ahi! borbottava intanto lo zio Cola. Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: – Me lo dai un mozzicone di sigaro [...]

[...] . – Essi non hanno nulla da fare, diceva ’Ntoni, e si divertono a saltare. – Buono questo sigaro! rispose Barabba, ne fumavi a Napoli, di questi [...]

[...] marinaro muore in mare; rispose ’Ntoni. Barabba gli passò il suo fiasco, e dopo si misero a brontolare sottovoce dello zio Cola, il quale era un cane per [...]

[...] gli uomini della paranza, quasi padron Cipolla fosse là presente, a vedere quel che facevano e quel che non facevano. – Tutto per fargli credere [...]

[...] maretta ce le strappa di mano. – Ohi! oohi! cominciarono a vociare gli uomini della ciurma passandosi la fune. – San Francesco! esclamava lo zio [...]

[...] Cola, ei non par vero che abbiamo preso tutta questa grazia di Dio, colla maretta. Le reti formicolavano e scintillavano al sole a misura che [...]

[...] e sudato, e non ci rinfaccerà quei tre carlini che ci dà per la giornata. – Questo ci tocca a noi! aggiunse ’Ntoni, a romperci la schiena per gli [...]

[...] tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ’Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la [...]

[...] sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, o raccomodar nasse, e mettere in ordine degli [...]

[...] attrezzi, chè era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo [...]

[...] fratello ’Ntoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava a trasportar sassi nel corbello; ma Luca non badava che si sciupava anche le [...]

[...] spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte [...]

[...] rabberciare la Provvidenza, e ce ne volevano delle nasse da acconciare, dei sassi della ferrovia, dell’esca a dieci soldi, e della tela da imbiancare [...]

[...] per la straduccia, colle mani dietro la schiena, che pareva il basilisco. – Questa è storia che va a finire coll’usciere! andava dicendo lo zio [...]

[...] venne a sapere quello che andava dicendo Campana di legno. I Malavoglia sono stati sempre galantuomini, e non hanno avuto bisogno d’usciere. – A [...]

[...] non so altro che devo esser pagato. Finalmente, per intromissione del vicario, Campana di legno si contentò di aspettare a Natale ad esser pagato [...]

[...] , prendendosi per frutti quelle settantacinque lire che Maruzza aveva raccolto soldo a soldo in fondo alla calza nascosta sotto il materasso [...]

[...] prende Campana di legno. Il nonno, colla Maruzza, si consolavano a far castelli in aria per l’estate, quando ci sarebbero state le acciughe da [...]

[...] salare, e i fichidindia a dieci un grano, e facevano dei grandi progetti d’andare alla tonnara, e per la pesca del pesce spada, dove si buscava una [...]

[...] buona giornata, e intanto mastro Turi avrebbe messo in ordine la Provvidenza. I ragazzi stavano attenti, col mento in mano, a quei discorsi che si [...]

[...] facevano sul ballatoio, o dopo cena; ma ’Ntoni che veniva da lontano, e il mondo lo conosceva meglio degli altri, si annoiava a sentir quelle [...]

[...] chiacchiere, e preferiva andarsene a girandolare attorno all’osteria, dove c’era tanta gente che non faceva nulla, e anche lo zio Santoro, il quale era [...]

[...] il peggio che ci potesse essere, faceva quel mestiere leggiero di stendere la mano a chi passava, e biascicare avemarie; o se ne andava da [...]

[...] compare Zuppiddo, col pretesto di vedere a che stato fosse la Provvidenza, per far quattro chiacchiere con Barbara, la quale veniva a metter frasche [...]

[...] ’Ntoni. La mamma è a filare nel cortile, e sta a sentirci. – Dicevo per quelle frasche che sono verdi, e non vogliono accendere. Lasciate fare a me [...]

[...] vengo per vedere a che stato è la Provvidenza. – È a buon stato, e il babbo ha detto che per la vigilia di Natale la metterete in mare. Come [...]

[...] andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci. Solo in casa dei Malavoglia la statua del Buon Pastore rimaneva [...]

[...] all’oscuro, mentre ’Ntoni di padron ’Ntoni correva a fare il gallo di qua e di là, e Barbara Zuppidda gli diceva: – Almeno ci penserete che ho [...]

[...] ancora non li ho visti. Padron ’Ntoni tornava a cercarlo in piazza, o sotto la tettoia, e gli diceva: – Cosa volete che si faccia se non ho danari [...]

[...] ? Spremete il sasso per cavarne sangue! Aspettatemi sino a giugno, se volete farmi questo favore, o prendetevi la Provvidenza e la casa del nespolo. Io [...]

[...] poteva nemmeno sfogarsi col dire che quella storia andava a finire coll’usciere, perchè subito padron ’Ntoni mandava don Giammaria o il segretario [...]

[...] , a domandar pietà, e non lo lasciavano più venire in piazza, per gli affari suoi, senza metterglisi alle calcagna, sicchè tutti nel paese dicevano [...]

[...] il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sè – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e [...]

[...] andò a trovare Piedipapera appena fatto giorno, che ancora si stirava le braccia e sbadigliava sull’uscio. – Voi dovreste fingere che mi comprate il [...]

[...] venuto a dirvi pure per quei sarmenti; se li volete potete venire a pigliarveli. – Allora potete mandare per l’usciere, rispose Piedipapera; ma le [...]

[...] spese le fate voi. Quella buona donna di comare Grazia s’era affacciata apposta in camicia per dire a suo marito: – Cosa è venuto a confabulare con [...]

[...] voi lo zio Crocifisso? Lasciateli stare quei poveri Malavoglia, che ne hanno tanti dei guai! – Tu va a filare! rispondeva compare Tino. Le donne [...]

[...] hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto. – E se ne andò zoppicando a bere l’erbabianca da compare Pizzuto. – Vogliono dargli il cattivo Natale a [...]

[...] quei poveretti, mormorava comare Grazia colle mani sulla pancia. Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche e d’arance, e la [...]

[...] sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa, e cantavano la litania che era una festa per ogni dove. I bambini giocavano ai [...]

[...] nocciuoli, nella strada, e se Alessi si fermava a guardare colle gambe aperte, gli dicevano: – Tu vattene, se non hai nocciuoli per giuocare. – Ora [...]

[...] andò a lasciare un foglio di carta bollata sul canterano, accanto alla statua del Buon Pastore. – L’avete visto l’usciere che è venuto pei [...]

[...] Malavoglia? andava dicendo comare Venera, – Ora stanno freschi! Suo marito, che non gli pareva vero di aver ragione, allora cominciò a gridare e a [...]

[...] strepitare. – Io l’avevo detto, santi del Paradiso! che quel ’Ntoni a bazzicare per la casa non mi piaceva! – Voi state zitto che non sapete nulla [...]

[...] abbaiate sempre a cose fatte, ma un dito, che è un dito, non lo sapete muovere. Infine l’usciere non se la mangia, la gente. L’usciere è vero che [...]

[...] cerchio, a guardarsi in viso, e quel giorno dell’usciere non si misero a tavola, in casa dei Malavoglia. – Sacramento! esclamava ’Ntoni. Siamo sempre [...]

[...] prese in mano la carta bollata e andò a trovare lo zio Crocifisso coi due nipoti più grandicelli, per dirgli di prendersi la Provvidenza, che [...]

[...] , gli rispose Campana di legno. Io non c’entro più. Ho venduto il mio credito a Piedipapera e dovete sbrigarvela con lui. Piedipapera appena li vide [...]

[...] venire in processione cominciò a grattarsi il capo. – Cosa volete che ci faccia? rispose lui; io sono un povero diavolo e ho bisogno di quei danari, e [...]

[...] della Provvidenza non so che farne, perchè non è il mio mestiere; ma se la vuole lo zio Crocifisso vi aiuterò a venderla. Or ora torno. Quei [...]

[...] se ne tornarono a casa colla carta bollata in mano. Pure qualche cosa bisognava fare, perchè quella carta bollata lì, posata sul canterano [...]

[...] avvocato, il dottor Scipioni, il quale stava di casa in via degli Ammalati, di faccia allo stallatico dello zio Crispino, ed era giovane, ma quanto a [...]

[...] aiutare a dire le proprie ragioni, e così perdevano tutti la giornata. Quando poi l’avvocato ebbe letto le carte, e potè capire qualche cosa dalle [...]

[...] risposte ingarbugliate che doveva strappare colle tenaglie a padron ’Ntoni, mentre gli altri se ne stavano appollaiati sulle loro scranne senza [...]

[...] osare di fiatare, si mise a ridere di tutto cuore, e gli altri ridevano con lui, senza sapere perchè, per ripigliar fiato. – Niente, rispose l’avvocato [...]

[...] ; non c’è da far niente; – e siccome padron ’Ntoni tornava a dire che era venuto l’usciere, – L’usciere lasciatelo venire anche una volta al giorno [...]

[...] il reclamo in nome di mastro Turi Zuppiddo. Vostra nuora non c’entra nella compera dei lupini. L’avvocato seguitò a parlare senza sputare, senza [...]

[...] detto l’avvocato. Ma nessuno apriva bocca e stavano a guardarsi l’un l’altro. – Ebbene, domandò infine Maruzza la quale moriva d’impazienza. – Niente [...]

[...] tempo costruendo una gabbia a trappola che voleva regalare ai bambini della Signora. Ei non faceva come l’avvocato e li lasciò chiacchierare e [...]

[...] don Silvestro intanto rideva sotto il naso. Poi mandò a chiamare lo zio Crocifisso, il quale venne ruminando una castagna secca, giacchè aveva finito [...]

[...] le mie ragioni; la mia roba par roba rubata, ma quel che fanno a me lo fanno a Gesù Crocifisso che sta in croce; e seguitava a borbottare e [...]

[...] , cominciano a mandar carta bollata anche loro, e chi s’è visto s’è visto. Infine un po’ di carità bisogna averla, santo diavolone! Volete scommettere che [...]

[...] se continuate a piantare i piedi in terra come un mulo, non avrete niente? E lo zio Crocifisso allora rispondeva: – Quando mi prendono da questo [...]

[...] lato non so più che dire; – e promise di parlarne a Piedipapera. – Per riguardo all’amicizia io farei qualunque sacrificio. – Padron ’Ntoni poteva [...]

[...] . – Don Silvestro conosce il mio debole; io non so dir di no. Stasera parlerò con Piedipapera, e gli dirò di aspettare sino a Pasqua; purchè comare [...]

[...] mandare a prendervi quelle fave che mi avete chiesto per seminarle; – disse poi lo zio Crocifisso a don Silvestro, prima di andarsene. – Va bene [...]

[...] , lui e sua moglie Grazia, dopo che l’avevano persuaso a comprare il debito dei Malavoglia, e quelle erano cinquecento lire l’una meglio dell’altra [...]

[...] leva, un numero basso da povero diavolo, e se ne andò a fare il soldato senza tanti piagnistei, che oramai ci avevano fatto il callo. Stavolta [...]

[...] stazione è lontana. – E stava sull’uscio a veder piovere sul nespolo, col suo fardelletto sotto il braccio. Poi baciò la mano al nonno e alla mamma, e [...]

[...] dimenticò finchè le chiusero gli occhi; e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell’altra spina che il suo ragazzo non assisteva alla festa che [...]

[...] via i trucioli. – Lo faccio per amor vostro; aveva detto a ’Ntoni di padron ’Ntoni; perchè è la vostra Provvidenza. – Voi colla scopa in mano sembrate [...]

[...] Mangiacarrubbe, che si mette alla finestra quando passate. – La Mangiacarrubbe gliela lascio a Rocco Spatu, chè ci ho altro pel capo. – Chissà quante ce ne [...]

[...] l’anima mia! – O a voi che ve ne importa? – Me ne importa, sì! ma ad esse non gliene importa di me, perchè ci hanno i zerbinotti che passeggiano [...]

[...] scarpe inverniciate son fatte per mangiarci la dote e ogni cosa; e qualche bel giorno vuole uscire fuori sulla strada, colla rocca in mano, a [...]

[...] che mettiamo in mare la Provvidenza. Appena mastro Turi disse che la barca era in ordine, padron ’Ntoni venne a pigliarsela coi suoi ragazzi, e [...]

[...] . – Lasciate fare a me; se no me la piglio in braccio come una bambina, e ve la metto nell’acqua tutta in una volta. – Compare Turi è capace di farlo [...]

[...] , con quelle braccia! dicevano alcuni. – Oppure, – Adesso i Malavoglia si mettono di nuovo a cavallo. – Quel diavolo di compare Zuppiddu ci ha le [...]

[...] gridava più forte degli altri, per la speranza che adesso padron ’Ntoni prendesse a giornata anche lui. Mena si era affacciata sul ballatoio, e piangeva [...]

[...] lo venderete? – Come volete che faccia? Io non son ricco come Vanni Pizzuto; se no, in coscienza, non lo venderei. – Povera bestia! – Se avessi a [...]

[...] dar da mangiare a un’altra bocca prenderei moglie, e non starei solo come un cane! disse Alfio ridendo. Mena non sapeva che dire, ed Alfio aggiunse [...]

[...] tempo. Da ora a quando vi mariterete chi sa quante cose succederanno, e per quali strade andrò col mio carro? Mi hanno detto che alla Piana, di là [...]

[...] far qui. Padron Cipolla invece, malgrado che i Malavoglia si fossero messi di nuovo a cavallo, continuava a scrollare il capo, e andava [...]

[...] ricchezza mobile, a padron ’Ntoni. – Fin l’acqua che si beve ci faranno pagare. Ora dice che metteranno il dazio sulla pece. Per questo padron ’Ntoni [...]

[...] si è affrettato a far allestire la sua barca; contuttochè mastro Turi Zuppiddu avanza ancora cinquanta lire da lui. – Chi ha avuto giudizio è stato [...]

[...] lo zio Crocifisso, che ha venduto a Piedipapera il credito dei lupini. – Ora, se la ruota non gira pei Malavoglia, la casa del nespolo se la piglia [...]

[...] di sè comare Maruzza andando innanzi e indietro davanti all’orditoio, a disporre la trama, che quei regoli e quelle traverse glieli aveva fatti [...]

[...] nero anch’essa, pensando a compare Alfio, il quale se ne andava alla Bicocca, e avrebbe venduto il suo asino, povera bestia! chè i giovani hanno [...]

[...] la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto [...]

[...] abbiamo la nostra barca, e i nostri uomini non dovranno andare a giornata, ci trarremo fuori dalla stoppa anche noi; e se le anime del Purgatorio ci [...]

[...] aiutano a levarci il debito dei lupini, si potrà cominciare a pensare alle altre cose. Tuo nonno non ci dorme, sta tranquilla, e quanto a questo non [...]

[...] , e non gli si vedeva la faccia. – Son venuto a riprenderle dalla paranza, disse, e bisogna rivedere le maglie giacchè domani armeremo la [...]

[...] colle mani sotto le ascelle. Compare Zuppiddu lo pagheremo coi primi denari, ed egli mi ha promesso che allora ci darà a credenza la provvista [...]

[...] , aggiunse, e lunedì, se compare Alfio va a Catania, potete mandare a venderli al mercato. – Sì, anche queste aiutano a levare il debito! disse padron [...]

[...] buttato il colera anche per i pesci! Compare Mangiacarrubbe diceva di sì col capo, e lo zio Cola tornava a parlare del dazio del sale che volevano [...]

[...] mettere, e allora le acciughe potevano starsene tranquille, senza spaventarsi più dalle ruote dei vapori, chè nessuno sarebbe più andato a pescarle [...]

[...] . – E ne hanno inventata un’altra! aggiunse mastro Turi il calafato, di mettere anche il dazio sulla pece. Quelli a cui non gliene importava della [...]

[...] pece non dissero nulla; ma lo Zuppiddu seguitò a strillare che egli avrebbe chiuso bottega, e chi aveva bisogno di calafatare la barca poteva [...]

[...] diavolo in corpo. – Ecco qua! conchiuse padron Fortunato: la ferrovia da una parte e i vapori dall’altra. A Trezza non ci si può più vivere, in fede mia [...]

[...] ballatoio, e si mise a predicare che era un’altra bricconata di don Silvestro, il quale voleva rovinare il paese, perchè non l’avevano voluto per marito [...]

[...] prendere sua figlia pareva che la sposa fosse lei. Mastro Turi avrebbe chiuso bottega, diceva, ma voleva vedere poi come avrebbe fatto la gente a [...]

[...] mano a sbraitare che volevano ammazzarli tutti, quelli delle tasse, e volevano dar fuoco alle loro cartacce, e alla casa dove le tenevano. Gli [...]

[...] uomini, come tornavano dal mare, lasciavano gli arnesi ad asciugare, e stavano a guardare dalla finestra la rivoluzione che facevano le mogli [...]

[...] corna, a don Silvestro. Infine se non lo vogliamo, cosa pretende? Mia figlia è roba mia, e posso darla a chi mi pare e piace. Gli ho detto di no [...]

[...] chiaro e tondo a mastro Callà, quand’è venuto a fare l’ambasciata in persona, l’ha visto anche lo zio Santoro. Don Silvestro gli fa fare quel che vuole [...]

[...] , a quel Giufà del sindaco; ma io me ne infischio del sindaco e del segretario. Ora cercano di farci chiudere bottega perchè non mi lascio [...]

[...] mangia? ma questo non piace a massaro Filippo, per amore della Santuzza, che sono in peccato mortale tutti e due, e lei porta l’abitino di Figlia [...]

[...] è più grasso dei suoi maiali! Belle teste che abbiamo! Ora vogliamo fargli la festa a tutte coteste teste di pesce della malannata. Mastro Turi [...]

[...] , a poco a poco si erano lasciati riscaldare dalle loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in collera; e perdevano la giornata a stare in [...]

[...] il dazio sul vino. – Santo diavolone! stavolta andava a finir male, per la madonna! Il vino buono faceva vociare, e il vociare metteva sete [...]

[...] aveva denari per bere, gridava lì fuori dell’uscio che voleva farsi ammazzare piuttosto, ora che lo zio Crocifisso non lo voleva più nemmeno a [...]

[...] mezza paga, per quel suo fratello Menico che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche chiuso la bottega, perchè nessuno andava più a farsi [...]

[...] radere, e portava il rasoio in tasca, e vomitava improperi da lontano, e sputava addosso a coloro che se ne andavano pei fatti loro, coi remi in [...]

[...] pipa come se volesse mangiarsela. Gente che non muoverebbe un dito pel suo paese. – Tu lasciali dire! diceva padron ’Ntoni a suo nipote, il quale [...]

[...] voleva rompere il remo sulla testa a chi gli dava della carogna; colle loro chiacchiere non ci danno pane, nè ci levano un soldo di debito dalle [...]

[...] di sè, per paura di peggio, adesso non si faceva più vedere in piazza, addossato al muro del campanile, ma stava rintanato in casa, al buio, a [...]

[...] recitare paternostri e avemarie per digerire la collera contro quelli che strillavano, ed era gente che voleva mettere a sacco e a fuoco il paese, e [...]

[...] andare a svaligiare chi ci aveva quattro soldi in casa. – Lui ha ragione, dicevano in paese, perchè dei soldi deve averne a palate. – Ora ci ha [...]

[...] zio Crocifisso, il quale poteva schiacciarli come formiche, tanto era ricco, ed ella aveva avuto torto a dirgli di no, pei begli occhi di uno il [...]

[...] volesse aprirle l’uscio, per timore che gli entrassero in casa a fare sacco e fuoco. Chi ci aveva da perdere qualcosa, come padron Cipolla o massaro [...]

[...] potente ceffone da suo padre, quando l’aveva trovato sulla porta del cortile a guardare in piazza come un baccalà. I pesci grossi stavano [...]

[...] sott’acqua durante la maretta, e non si facevano vedere, anche quelli che erano teste di pesce, e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercare la [...]

[...] nell’impiccio vi voltano le spalle, e vi lasciano solo a sgambettare nel pantano; ecco quel che vuol dire farsi menare pel naso da quell’imbroglione di [...]

[...] Baco da seta stava fra l’incudine e il martello. Adesso poi che era venuta la burrasca, e tutti lo lasciavano a strigliare quella mala bestia della [...]

[...] folla, non sapeva più da che parte voltarsi. – A voi che cosa ve ne importa? gli gridava Betta. Fate anche voi come fanno gli altri; e se non [...]

[...] vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa. Don Silvestro, invece era più fermo; continuava ad andare [...]

[...] Vanni Pizzuto bestemmiava forte toccando il rasoio dentro la tasca dei calzoni. Don Silvestro senza badarci, andava a far quattro chiacchiere collo [...]

[...] altri di tutti quelli che vengono qui a gridare e a pestare i pugni sulle panche fa un centesimo di limosina per le anime del Purgatorio, e vengono [...]

[...] a dire che vogliono ammazzarli tutti, il sindaco e il segretario; l’hanno detto Vanni Pizzuto, Rocco Spatu, e compare Cinghialenta. Vanni Pizzuto [...]

[...] polvere come quando passano le pecore. – A voi che ve ne importa? gli diceva sua figlia, appena don Silvestro se ne andava. Questi non sono affari [...]

[...] del denaro in casa nostra. Non dico di Pizzuto che vende l’erbabianca e cerca di levarci gli avventori. Don Silvestro poi andava a fermarsi dallo [...]

[...] speziale, il quale gli piantava la barba in faccia, e gli diceva che era tempo di finirla, e buttar tutto a gambe in aria, e far casa nuova [...]

[...] . – Volete scommettere che questa volta va a finir male? ribatteva don Silvestro, mettendo due dita nel taschino del farsetto per cavar fuori il dodici [...]

[...] tarì nuovo. Non c’è tasse che bastano, e un giorno o l’altro bisognerà finirla davvero. S’ha a mutar registro con Baco da seta che si lascia metter la [...]

[...] gonnella dalla figlia, e il sindaco lo fa lei; – a massaro Filippo poi non gliene importa un cavolo, e padron Cipolla, aveva la superbia di non [...]

[...] nero, e l’ultimo che parla ha ragione lui. La gente fa bene a strillare con questo governo che ci succhia il sangue peggio di una mignatta; ma i [...]

[...] denari devono venir fuori per amore o per forza. Qui ci vorrebbe un sindaco di testa e liberale come voi. Lo speziale allora cominciava a dire quel [...]

[...] pensare anche a rinnovare il Consiglio; padron ’Ntoni non ce lo volevano, perchè egli aveva la testa stramba, ed era stato causa della morte di [...]

[...] suo figlio Bastianazzo, – un uomo di giudizio colui, se fosse stato vivo! – poi in quell’affare dei lupini aveva fatto mettere la mano nel debito a [...]

[...] sua nuora, e l’aveva lasciata in camicia. Se gli interessi del Comune li faceva a quel modo!... Ma intanto se la Signora si affacciava alla [...]

[...] finestra, don Franco cambiava discorso, e gridava: – Bel tempo, eh? – ammiccando di nascosto a don Silvestro, per fargli capire quel che ci aveva nello [...]

[...] stomaco da dire. – Andate a fidarvi di quel che vuol fare uno che ha paura della moglie! pensava fra di sè don Silvestro. – Padron ’Ntoni era di [...]

[...] quelli che si stringevano nelle spalle e se ne andavano coi remi in collo; e al nipote, il quale avrebbe voluto correre in piazza anche lui, a [...]

[...] mezzo alla gente che gridava coi pugni in aria. – A voi non ve ne importa se mettono la tassa del pelo? gli domandava Mena, come lo vedeva [...]

[...] aprire se non tornan loro. Voi andrete ancora via domani? – Io andrò a prendere un carico di calce per mastro Croce Callà! – O cosa ci andate a fare [...]

[...] ? non lo sapete che è il sindaco, e vi ammazzeranno anche voi? – Egli dice che non gliene importa a lui; che fa il muratore, e deve allestire [...]

[...] quel muro della vigna per conto di massaro Filippo, e se non vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a qualche altra cosa. – Ve [...]

[...] l’aveva detto io ch’è tutta roba di don Silvestro! sclamava la Zuppidda, a quale era sempre lì, a soffiare nel fuoco, colla conocchia in mano. È roba [...]

[...] mare. – La colpa è di don Silvestro, seguitava poscia a sbraitare di qua e di là, per tutto il paese, e di quell’imbroglione di Piedipapera, il quale [...]

[...] non ha barche, e vive alle spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello. – Volete saperne una? Non è vero niente che ha comprato il [...]

[...] occhi cinquecento lire! Don Silvestro, per sentire quello che dicevasi di lui, andava spesso a comprare qualche sigaro all’osteria, e allora Rocco [...]

[...] Spatu, e Vanni Pizzuto, uscivano fuori bestemmiando; o si fermava a chiacchierare collo zio Santoro, tornando dalla vigna, e così venne a sapere [...]

[...] detto che a lui non gliene importava, rispose: – Volete scommettere che ora vi pianto? – e non si fece più vedere in casa del sindaco; così ci [...]

[...] avrebbero pensato loro a cavarsi d’impiccio, e la Betta non avrebbe potuto più dirgli sul mostaccio che voleva rovinare suo padre Callà, e i suoi [...]

[...] consigli erano quelli di Giuda, che aveva venduto Cristo per trenta denari, e così egli voleva riescire a buttar giù il sindaco pei suoi fini, e [...]

[...] fare il gallo in paese. Sicchè la domenica in cui doveva radunarsi il Consiglio, don Silvestro, dopo la santa messa, andò a ficcarsi nello stanzone [...]

[...] del municipio, dove c’era prima il posto della Guardia Nazionale, e si mise tranquillamente a temperare le penne, davanti alla tavola d’abete, per [...]

[...] ingannare il tempo, mentre la Zuppidda e le altre comari vociferavano nella strada, filando al sole, e volevano strappare gli occhi a tutti loro [...]

[...] . Baco da seta, come corsero a chiamarlo dal muro della vigna di massaro Filippo, s’infilò il giubbone nuovo, si lavò le mani, si spolverò dalla calce [...]

[...] prendono? Fateli pagare a chi ne ha, allo zio Crocifisso, a mo’ d’esempio, o a padron Cipolla, o a Peppi Naso. – Brava! se sono loro i consiglieri [...]

[...] sa fare? Tu o io, o padron Cipolla? sebbene sputi sentenze peggio di un filosofo! Allora la Betta non seppe più che dire, e si sfogò a scaricare [...]

[...] spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello per far le birbonate! Razza di ladri e di assassini! Piedipapera, sebbene volesse far [...]

[...] l’indifferente, pel decoro della carica, finì col perdere la pazienza, e si rizzò sulla gamba storta, gridando a mastro Cirino, l’inserviente [...]

[...] linguaccia là. – Eh, a voi vi piacerebbe che nessuno parlasse, eh! compare Tino? – Come se tutti non lo sapessero il mestiere che fate, che poi [...]

[...] chiudete gli occhi quando ’Ntoni di padron ’Ntoni viene a parlare con vostra figlia Barbara. – Gli occhi li chiudete voi, becco che siete! quando [...]

[...] vostra moglie fa il comodino alla Vespa, la quale viene tutti i giorni a mettersi sulla vostra porta per cercare Alfio Mosca, e voi altri tenete il [...]

[...] della lucerna, se la Vespa ve l’ha promesso. – Ora vengo a romperti le corna! minacciò Piedipapera, e cominciò ad arrancare dietro la tavola [...]

[...] d’abete. – Oggi va a finir male! borbottava mastro Croce Giufà. – Ohè! ohè! che maniere son queste, vi par d’essere in piazza! urlava don Silvestro [...]

[...] . – Volete scommettere che vi caccio fuori tutti a calci? Ora l’aggiusto io questa faccenda. La Zuppidda non voleva sentirne affatto d’aggiustarla, e [...]

[...] . – Infine che volete? le disse come furono soli, a voi che ve ne importa se mettono il dazio sulla pece? forse che lo pagate voi o vostro marito [...]

[...] ? o non devono pagarlo piuttosto quelli che hanno bisogno di far accomodare le loro barche? Sentite a me: vostro marito è una bestia ad essere in [...]

[...] collera col municipio, e a far tutto questo chiasso. Ora si devono fare gli assessori nuovi, in cambio di padron Cipolla o di massaro Mariano, che non [...]

[...] immischio negli affari di mio marito. So che si mangia le mani dalla collera – Io non posso far altro che andare a dirglielo, se la cosa è certa [...]

[...] . – Andate a dirglielo, è certo come è certo Dio, vi dico! Siamo galantuomini o no? santissimo diavolo! La Zuppidda partì correndo a prendere suo marito [...]

[...] , il quale stava rincantucciato nel cortile a cardar stoppa, pallido come un morto, e non voleva escire per tutto l’oro del mondo, gridando che [...]

[...] Cipolla, e massaro Filippo l’ortolano, i quali non spuntavano mai, sicchè la gente incominciava ad annoiarsi, tanto che le comari s’erano messe a [...]

[...] filare lungo il muricciuolo della chiusa. Infine mandarono a dire che non venivano perchè avevano da fare; e il dazio, se volevano, avrebbero potuto [...]

[...] ! esclamò don Silvestro. Baco da seta non fiatò più e continuò a masticarsi fra i denti il suo brontolìo. – Ora, disse don Silvestro, vedrete che [...]

[...] i Zuppiddi verranno loro stessi a dire che mi danno la Barbara, ma voglio farmi pregare, io. La seduta fu sciolta senza concludere nulla. Il [...]

[...] ! voleva fargli vedere che era stato soldato, a Piedipapera! Lo incontrò giusto che veniva dalla sciara, vicino alla casa dei Zuppiddi, con quel suo [...]

[...] piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano [...]

[...] , che lui non ci aveva nulla a vedere. Piedipapera non aveva la lingua in tasca – O che ti pare che sei venuto da lontano a fare lo spaccamontagne [...]

[...] , qui? – Son venuto a rompervi le corna, se aggiungete altro. – Alle grida la gente si era affacciata sugli usci, e si era radunata una gran folla [...]

[...] ; sicchè si azzuffarono perbene, e Piedipapera, il quale ne sapeva più del diavolo, si lasciò cadere a terra tutto in un fascio con ’Ntoni [...]

[...] Malavoglia, che così non valevano a nulla le gambe buone, e si avvoltolarono nel fango, picchiandosi e mordendosi come i cani di Peppi Naso, tanto che [...]

[...] ’Ntoni di padron ’Ntoni dovette ficcarsi nel cortile dei Zuppiddi, perchè aveva la camicia tutta stracciata, e Piedipapera lo condussero a casa [...]

[...] insanguinato come Lazzaro. – Sta a vedere! strepitava ancora comare Venera, dopo che ebbero chiusa la porta sul naso ai vicini, sta a vedere che in casa [...]

[...] mia non sono padrona di fare quello che mi pare e piace. Mia figlia la do a chi vogl’io. La ragazza, tutta rossa, s’era rifugiata in casa, col [...]

[...] , disse allora davanti a tutto il mondo, per me se non mi piglio vostra figlia non mi marito più. – E la ragazza sentiva dalla camera. – Questi non son [...]

[...] stava zitto e gli dava un pezzo di salvietta per asciugarsi; dimodochè ’Ntoni quella sera se ne andò a casa tutto contento. Ma i poveri [...]

[...] Malavoglia, come avevano saputo della sua rissa con Piedipapera, si aspettavano di momento in momento l’usciere che venisse a scacciarli dalla casa [...]

[...] , giacchè Pasqua era lì vicina, e dei denari del debito, a gran stento, ne avevano raccolto appena una metà. – Vedi quel che vuol dire bazzicare dove ci [...]

[...] son ragazze da marito! diceva a ’Ntoni la Longa. Ora tutta la gente parla dei fatti vostri. E mi dispiace per la Barbara. – Ed io me la piglio [...]

[...] che vedi là, me lo fece dire a me prima. – Allora viveva tua nonna, e venne a parlarmene nell’orto, sotto il fico. Ora non si usano più queste cose [...]

[...] , e i vecchi non servono a nulla. Un tempo si soleva dire «ascolta i vecchi e non la sbagli». Prima deve maritarsi tua sorella Mena; lo sai questo [...]

[...] ? – Maledetta la mia sorte! cominciò a gridare ’Ntoni strappandosi i capelli e pestando i piedi. Tutto il giorno a lavorare! all’osteria non ci [...]

[...] ? – Senti! gli disse il nonno rizzandosi su a stento pei dolori che gli mangiavano la schiena. – Va a dormire che è meglio. Questi discorsi non [...]

[...] dovresti farceli mai davanti a tua madre! – Mio fratello Luca sta meglio di me a fare il soldato! brontolò ’Ntoni nell’andarsene. VIII Luca [...]

[...] , poveretto, non ci stava nè meglio nè peggio; faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, e si contentava. Non scriveva spesso, è [...]

[...] nipote. Perciò erano stati qualche volta a chiacchierare sottovoce con padron Fortunato, sulla riva, mentre aspettavano la paranza, o seduti al sole [...]

[...] figlio Brasi gli dava sempre dei grattacapi, a correre dietro le ragazze che non avevano nulla, come un baccalà che era. – «L’uomo per la parola, e [...]

[...] il bue per le corna», tornava a ripetere. Mena aveva spesso il cuore nero mentre tesseva, perchè le ragazze hanno il naso fine, ed ora che il nonno [...]

[...] era sempre a confabulare con compare Fortunato, e in casa parlava spesso dei Cipolla, ci aveva sempre la stessa cosa davanti agli occhi, come [...]

[...] quel cristiano di compar Alfio fosse incollato sui panconi del telaio, colle immagini dei santi. Una sera aspettò sino a tardi per veder tornare [...]

[...] affaccendava nel cortile a staccare l’asino, e ad appendere gli arnesi al piuolo, e portava la lanterna di qua e di là. – Se ve ne andate alla Bicocca [...]

[...] abbiamo la metà, e alla salatura delle acciughe pagheremo anche il resto. Alfio a quel discorso lasciò l’asino in mezzo al cortile, e venne sulla strada [...]

[...] padron Cipolla. – Sarà come vuole Dio! disse poi Mena. A me non m’importava di maritarmi, purchè mi avessero lasciata stare qui. – Che bella cosa [...]

[...] notte, compare Alfio; disse poi Mena, dopo essere stata un altro pezzetto a guardare la lanterna appesa al rastrello, e l’asino che andava [...]

[...] abboccando le ortiche pel muricciolo. Compare Alfio diede la buona notte anche lui, e se ne tornò a mettere l’asino nella stalla. – Quella sfacciata di [...]

[...] Sant’Agata – brontolava la Vespa, la quale era a tutte l’ore dai Piedipapera, col pretesto di farsi prestare dei ferri da calza, o per venire a [...]

[...] regalare qualche pugno di fave che aveva raccolti nella chiusa, – quella sfacciata di Sant’Agata è sempre a stuzzicare compare Mosca. Non gli lascia [...]

[...] lingua. – La Vespa è infuriata come fossimo in luglio! sghignazzava compare Tino. – A lei che gliene importa? chiese comare Grazia. – Gliene importa [...]

[...] perchè ce l’ha con tutti quelli che si maritano, e ora sta covando cogli occhi Alfio Mosca. – Tu dovresti dirglielo, che a me non mi piace di tenere [...]

[...] il candeliere. Come se non si vedesse che sta qui per compare Alfio, e poi la Zuppidda va spargendo che noi ci troviamo il nostro conto a fare [...]

[...] questo mestiere. – La Zuppidda farebbe meglio a grattarsi la sua testa, perchè ci è da grattare! Con quella porcheria di tirarsi in casa ’Ntoni di [...]

[...] padron ’Ntoni, mentre il vecchio e tutti fanno il diavolo, e non ne vogliono sapere. Chiudi la finestra. Oggi sono stato mezz’ora a godermi la [...]

[...] era scappato dalla Provvidenza, col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande pei cefali; e le diceva: – Se il nonno non vuole, come faremo [...]

[...] ? – Faremo che scapperemo insieme, e poi quando la cosa è fatta dovranno pensarci loro a maritarci, e saranno costretti a dir di sì per forza [...]

[...] pera matura. Non ci mettere il saliscendi all’uscio, perchè aspetto Rocco Spatu che deve venire a parlarmi. Don Silvestro, per far cascare comare [...]

[...] andava a far la barba a mastro Turi che aveva la sciatica, ed anche don Michele, il quale si annoiava a passeggiare colla pistola appesa alla [...]

[...] principio aveva risposto all’occhietto; ma poi, dopo che sua madre le aveva detto che quelli eran tutti mangiapani a ufo, più birri che altro, e i [...]

[...] il fegato, e per dispetto seguitava a passare e ripassare per la via, attorcigliandosi i baffi, e col berretto sugli occhi. La domenica poi si [...]

[...] metteva il cappello colla piuma, e andava a scaricarle un’occhiataccia dalla bottega di Vanni Pizzuto, mentre la ragazza andava a messa colla mamma [...]

[...] . Don Silvestro prese ad andare a farsi radere anche lui, fra quelli che aspettavano la messa, e a scaldarsi al braciere per l’acqua calda, e [...]

[...] scambiare le barzellette. – Quella Barbara gli lascia addosso gli occhi a ’Ntoni Malavoglia, andava dicendo. Volete scommettere dodici tarì che se [...]

[...] altro da grattarsi, se Piedipapera si piglia la casa del nespolo. Vanni Pizzuto tornò a prendere pel naso don Michele. – Eh? che ne dite, don [...]

[...] . Finalmente una volta don Michele disse: – Santo diavolone! se non fosse pel cappello colla penna, gli farei tenere la candela io, a quel [...]

[...] ragazzaccio di Malavoglia. Don Silvestro ebbe la premura di andare a raccontare ogni cosa a ’Ntoni, e che don Michele il brigadiere, era un uomo il quale [...]

[...] non si lasciava posare le mosche sul naso; e doveva avercela con lui. – Io gli rido sul mostaccio, a don Michele il brigadiere! rispose ’Ntoni [...]

[...] . Lo so perchè ce l’ha con me; ma per stavolta può pulirsi la bocca, e farebbe meglio a non sciuparsi le scarpe per passare e ripassare davanti [...]

[...] berretto in mezzo alla folla. Don Michele continuava a passare dalla straduccia per puntiglio, per non darla vinta a lui, chè se lo sarebbe mangiato [...]

[...] come il pane, se non fosse stato pel cappello colla penna. – Si mangiano! diceva Vanni Pizzuto a tutti coloro che andavano a farsi radere la barba [...]

[...] , o venivano a comprare dei sigari, o delle lenze, e degli ami da pescare, o dei bottoni d’osso di quelli da cinque un grano. – Don Michele e [...]

[...] ’Ntoni Malavoglia un giorno o l’altro si mangiano come il pane! È quel benedetto cappello colla penna che gli lega le mani a don Michele. Egli [...]

[...] pagherebbe qualche cosa a Piedipapera se glielo levasse davanti, quel cetriolo di ’Ntoni. – Tanto che il figlio della Locca, il quale era sempre a [...]

[...] andava a farsi la barba, e sentiva che don Michele gli avrebbe dato qualche cosa per levargli davanti gli occhi ’Ntoni Malavoglia, si gonfiava come [...]

[...] un gallo d’India, chè così lo tenevano da conto nel paese. Vanni Pizzuto tornava a dirgli: – Il brigadiere pagherebbe qualunque cosa per avere in [...]

[...] le spalle e seguitava a scaldarsi le mani sul braciere. Don Silvestro si metteva a ridere e rispondeva per lui: – A mastro Vanni gli piacerebbe [...]

[...] sarebbe levato d’attorno ’Ntoni Malavoglia, resterebbe lui solo a far l’asino alla ragazza. Vanni Pizzuto non disse nulla, ma ci pensò su tutta la [...]

[...] notte. – Non sarebbe poi una cosa sbagliata! ruminava fra di sè; tutto sta a prendere Piedipapera per il collo, e in un giorno buono. Il giorno [...]

[...] buono venne a proposito, che una sera Rocco Spatu non si era fatto vivo, Piedipapera era venuto due o tre volte, ad ora tarda, a chieder di lui [...]

[...] , colla faccia bianca e gli occhi stravolti, e le guardie doganali s’erano viste correre di qua e di là, tutte in faccende, col naso a terra come cani [...]

[...] da caccia, e don Michele insieme a loro colla pistola sulla pancia, e i calzoni infilati negli stivali. – Voi potreste fargli un gran servizio a [...]

[...] don Michele, col levargli davanti ’Ntoni Malavoglia – tornò a dire Pizzuto a compare Tino, mentre costui per comprare un sigaro andava a cacciarsi [...]

[...] pareva la caccia alle quaglie. – Altro che quaglie! mormoravano i pescatori rizzandosi sul letto ad ascoltare. E’ son quaglie a due piedi, di quelle [...]

[...] stivali e la pistola sulla pancia! Piedipapera stava nella bottega di Pizzuto a bere il bicchierino, prima dell’alba, che c’era ancora il [...]

[...] lanternino davanti all’uscio; ma stavolta aveva la faccia di un cane che ha rotta la pentola; non diceva le solite barzellette, e domandava a questo e a [...]

[...] , mescendogliene di quel buono: – Dove siete stato a rischiar la pelle, santo cristiano? Non lo sapete che se chiudete gli occhi voi, vi portate nella [...]

[...] quest’abito benedetto di Maria che ci ho sul petto, indegnamente! Tutte bugie di gente senza coscienza, che si danna l’anima a volere il male del [...]

[...] furbaccio! tanto che ha comprato il debito dei Malavoglia; ed ora lo pagano a bastonate. Don Michele si lasciò tirare a ridere un po’. – Sangue di Giuda [...]

[...] ! esclamò Piedipapera battendo il pugno sul banco, e fingeva di mettersi in collera davvero. A Roma non voglio mandarlo, quel ragazzaccio di [...]

[...] ’Ntoni, a fare penitenza! – Bravo! appoggiò Pizzuto. – Io non me la sarei lasciata passar liscia di certo. Eh? don Michele? Don Michele approvò con un [...]

[...] grugnito. – Ci penserò a ridurre come si deve ’Ntoni e tutta la sua parentela! minacciava Piedipapera. – Non voglio farmi ridere sul naso da tutto [...]

[...] dicendo fra di sè «Conviene tenerseli amici tutti, questi birri qui!»; e ruminando come potesse fare a tenerseli amici andò all’osteria, dove lo zio [...]

[...] sulla porta guardando di qua e di là, colla faccia pallida. Lì davanti incontrò pure la Vespa, la quale veniva a vedere se comare Grazia ci avesse un [...]

[...] che andava a ronzare nella sciara, dietro l’orto della Sant’Agata. «Amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio [...]

[...] ». – Bella santa da attaccarsi al muro, quella Mena! cominciò a sbraitare la Vespa, la vogliono dare a Brasi Cipolla, e seguita a civettare con questo e con [...]

[...] penso per ora a maritarmi; ma certo che da me si troverebbe quel che ci vuole. A buon conto il mio pezzo di chiusa ce l’ho, e nessuno ci tiene le [...]

[...] scavati i denari. Già nel paese si sapeva quel che possedeva ciascuno, fino all’ultimo centesimo, e quei galantuomini dei Malavoglia, magari a vendersi [...]

[...] l’anima al turco, non avrebbero potuto pagare nemmeno la metà, di lì a Pasqua; e per prendersi la casa del nespolo ce ne voleva della carta [...]

[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]

[...] fare il sindaco, egli aveva risposto – Bravo! e i miei affari chi me li fa? Io bado ai fatti miei. – Intanto padron ’Ntoni pensava a maritare la [...]

[...] alla Vespa, e serviva di comodino a quello spiantato di Alfio Mosca, il quale voleva arraffarsi la sua chiusa. – Ve lo dico io che ve l’arraffa [...]

[...] per colui, e gli sta sempre alle calcagna. Io non posso mica chiuderle l’uscio sul muso, quando viene a far quattro chiacchiere con mia moglie [...]

[...] mettersi il cuore in pace. – Che se la pigli anche il diavolo! esclamò alfine lo zio Crocifisso stordito dalle chiacchiere di compare Tino. – A me [...]

[...] mio come il sangue di Gesù Cristo che c’è nel calice della messa, e par roba rubata, che tutti fanno a chi piglia piglia, compare Alfio, la Vespa [...]

[...] . Aspettiamo a Pasqua; «l’uomo per la parola e il bue per le corna»; ma voglio esser pagato sino all’ultimo centesimo, e non darò più retta a nessuno per [...]

[...] accordare dilazione. La Pasqua infatti era vicina. Le colline erano tornate a vestirsi di verde, e i fichidindia erano di nuovo in fiore. Le [...]

[...] ragazze avevano seminato il basilico alla finestra, e ci si venivano a posare le farfalle bianche; fin le povere ginestre della sciara avevano il loro [...]

[...] . I vecchi si mettevano sull’uscio verso mezzogiorno, e le ragazze cantavano al lavatoio. I carri tornavano a passare nella notte, e la sera si udiva [...]

[...] faccende a tagliare e cucire della roba, e Mena non domandava nemmeno per chi servisse; e una sera le avevano condotto in casa Brasi Cipolla, con [...]

[...] padron Fortunato suo padre, e tutto il parentado. – Qui ci è compare Cipolla che è venuto a farvi una visita; disse padron ’Ntoni, facendoli entrare [...]

[...] passaggio, rispose padron Cipolla, ed abbiamo detto: andiamo a vedere comare Maruzza. Brasi si riempì le tasche di ceci, guardando la ragazza, e dopo i [...]

[...] vecchi in questo tempo si erano messi a discorrere fra di loro, sotto il nespolo, colle comari che facevano cerchio e cantavano le lodi della [...]

[...] , rispose padron ’Ntoni. – «Matrimonii e vescovadi dal cielo sono destinati» aggiunse comare la Longa. – «A buon cavallo non gli manca sella [...]

[...] fosse un mulo davanti a un sacco d’orzo! Guarda che ti sei lasciato cascare il vino sui calzoni, Giufà! e mi hai rovinato un vestito nuovo! Padron [...]

[...] desiderare, ed ora aggiusteremo tutte le altre nostre cosuccie, e potrete dire «Lasciò detto il povero nonno, il riso con i guai vanno a vicenda [...]

[...] ». Quel sabato, verso sera, la Nunziata venne a prendere un pugno di fave per i suoi bambini e disse: – Compare Alfio se ne va domani. Sta levando [...]

[...] tutta la sua roba. Mena si fece bianca e smise di tessere. Nella casa di compar Alfio c’era il lume, e ogni cosa sottosopra. Egli venne a picchiare [...]

[...] all’uscio poco dopo, e aveva la faccia in un certo modo anche lui, e faceva e disfaceva dei nodi alla frusta che teneva in mano. – Sono venuto a [...]

[...] : – Volete aspettarlo padron ’Ntoni? che avrà piacere di salutarvi. Compar Alfio allora si mise a sedere in punta alla scranna, colla frusta in [...]

[...] stallatico, che chi viene e chi se ne va, e a poco a poco tutti cambiano di posto, e ogni cosa non sembra più quella. – Così dicendo si fregava le [...]

[...] pensieri, e com’entrano nel mondo cominciano a conoscere i guai e i dispiaceri. Compar Alfio, dopo che furono tornati a casa padron ’Ntoni e i ragazzi, e [...]

[...] li ebbe salutati, non sapeva risolversi a partire, e rimaneva sulla soglia, colla frusta sotto l’ascella, a stringere la mano a questo e a quello [...]

[...] , anche a comare Maruzza, e ripeteva, come si suol fare quando uno se ne va lontano, e non si sa bene se ci si rivede più: – Perdonatemi se ho [...]

[...] passeggiavano cantando e tenendosi abbracciate. Mena uscì anche lei a braccetto della Nunziata, chè in casa si sentiva soffocare. – Ora non si [...]

[...] ’ nella giornata. Mena non diceva nulla, e stava appoggiata allo stipite a guardar il carro carico, la casa vuota, il letto mezzo disfatto, e la [...]

[...] . Ella disse di sì col capo, e Nunziata intanto era corsa a schiumare la pentola che riversava, da quella brava massaia che era. – Così son contento [...]

[...] , che posso dirvi addio anche a voi! disse Alfio. – Sono venuta a salutarvi, – disse lei, e ci aveva il pianto nella gola. – Perchè ci andate alla [...]

[...] Bicocca se vi è la malaria? Alfio si mise a ridere, anche questa volta a malincuore, come quando era andato a dirle addio. – O bella! perchè ci [...]

[...] , tanto che potrei andar a governare l’asino di notte, anche al buio; e vi avrei sposata io, comare Mena, chè in cuore vi ci ho da un pezzo, e vi [...]

[...] me ne vado. La poveretta piangeva cheta cheta, colla mano sugli occhi, e se ne andò insieme alla Nunziata a pianger sotto il nespolo, al chiaro di [...]

[...] Pasqua padron ’Ntoni prese quelle cento lire che ci erano nel canterano, e si mise il giubbone nuovo per andare a portarle allo zio Crocifisso [...]

[...] . – Che, son tutte qui? disse costui. – Tutte non ci possono essere, zio Crocifisso; voi lo sapete quel che ci vuole a far cento lire. Ma «meglio poco [...]

[...] che nulla» e «chi dà acconto non è cattivo pagatore». Ora viene l’estate, e coll’aiuto di Dio pagheremo ogni cosa. – A me perchè venite a contarmela [...]

[...] vedo. A voi compare Tino non vi dirà di no, per aspettare sino alla Madonna dell’Ognina. – Queste qui non bastano per le spese! ripeteva Campana di [...]

[...] legno, facendo saltare i denari nella mano. Andate a dirglielo voi se vuole aspettarvi; perchè non è più affar mio. Piedipapera cominciò a [...]

[...] bestemmiare e a buttare il berretto per terra, al solito suo, dicendo che non aveva pane da mangiare, e non poteva aspettare nemmeno sino [...]

[...] all’Ascensione. – Sentite, compare Tino, gli diceva padron ’Ntoni colle mani giunte come dinanzi al Signore Iddio, se non mi volete aspettare sino a San [...]

[...] . Padron ’Ntoni tornò a casa ancora pallido, e disse alla nuora – Ce l’ho tirato, ma ho dovuto pregarlo come Dio, – e tremava ancora il poveretto [...]

[...] Zuppidda a sentir quello che si diceva, e a dir la sua. Oramai come padron ’Ntoni maritava la nipote, e la Provvidenza s’era rimessa in gambe, tutti [...]

[...] tornavano a far buon viso ai Malavoglia, che non sapevano nulla di quel che ci aveva nello stomaco Piedipapera, nemmeno comare Grazia, sua moglie [...]

[...] , la quale chiacchierava con comare Maruzza quasi suo marito non ci avesse niente di male nello stomaco. ’Ntoni andava ogni sera a far quattro [...]

[...] comari; e tutti le facevano festa a Sant’Agata, persino sua madre s’era levata il fazzoletto nero, perchè dove ci sono sposi è di malaugurio [...]

[...] portare il lutto; e avevano scritto anche a Luca, per dargli la notizia che Mena si maritava. Ella sola, poveretta, non sembrava allegra come gli altri [...]

[...] e tanto ha fatto che ha mandato via del paese compar Alfio! Intanto a Sant’Agata le avevano messa la veste nuova, e aspettavano la festa di San [...]

[...] sarebbe mancato nulla, e intanto ella era sempre in faccende a tagliare e cucire. Padron ’Ntoni voleva vedere anche lui, quando tornava a casa la sera [...]

[...] , i ragazzi guadagnavano tutti, chi più chi meno, e la Provvidenza si buscava il pane anch’essa, e facevano il conto che coll’aiuto di Dio a San [...]

[...] Giovanni si sarebbero cavati d’imbarazzo. Padron Cipolla allora stava delle sere intere seduto sugli scalini della chiesa con padron ’Ntoni, a [...]

[...] seppe per tutto il paese che quella domenica comare Grazia Piedipapera andava lei a spartire i capelli della sposa, e a levarle la spadina d’argento [...]

[...] invitato lo zio Crocifisso, e tutto il vicinato, e tutti gli amici e i parenti, senza risparmio. – Io non ci vengo! borbottava lo zio Crocifisso a [...]

[...] . Comare Venera la Zuppidda faceva il diavolo perchè avevano invitato comare Grazia a pettinare la sposa, mentre sarebbe toccato a lei, che stava per [...]

[...] in furia la veste nuova, chè non se lo aspettava quell’affronto. ’Ntoni ebbe un bel pregarla e scongiurarla di non attaccarsi a quel pelo, e [...]

[...] non possiamo starci! I Malavoglia lo sapevano bene di aver preferito comare Grazia per amore di quei denari che dovevano a suo marito. Adesso erano [...]

[...] quell’affare dei pugni. – Gli leccano le scarpe perchè gli devono quei soldi della casa! andava borbottando la Zuppidda. – Anche a mio marito gli [...]

[...] mandato a comare Mena; e ’Ntoni il quale era venuto a prenderle, lo rimandarono mogio mogio, che il giubbone nuovo gli cascava di dosso. Madre e [...]

[...] figlia poi stavano a guardare dal cortile, mentre infornavano il pane, la babilonia che c’era in casa dei Malavoglia, tanto che le voci e le risate [...]

[...] stava preparando le carte, giacchè a mandare l’usciere c’era tempo, aveva detto lo zio Crocifisso; persino padron Cipolla si lasciò andare a dir [...]

[...] , diceva di sì col capo, e rideva tutto solo. – Bada a non dar da bere ai tuoi calzoni, come l’altra volta, che non hanno sete, diceva al figlio [...]

[...] compare Cipolla; e diceva pure che si sentiva in gamba meglio della sposa e voleva ballare la fasola con lei. – Allora io non ho più nulla a far qui, e [...]

[...] gli altri. Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a [...]

[...] anche questa volta! brontolò Brasi, il quale dacchè gli era accaduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo. Piedipapera s’era messo a [...]

[...] venuto in coda alla folla, e l’avevano fatto entrare per dare da bere anche a lui. Dalla Santuzza se ci andate senza denari non vi danno niente [...]

[...] faceva. – O perchè non sono venuti il vicario e don Silvestro? domandò Piedipapera. – Gliel’ho detto anche a loro, ma vuol dire che hanno da fare [...]

[...] quando casca un asino sotto il carico, e tutti si affollano a vedere cos’è stato, talchè anche le donnicciuole guardavano da lontano colla bocca aperta [...]

[...] , senza osare d’accostarsi. – Io, per me, vado a vedere cos’è successo; disse Piedipapera, e scese dal muro adagio adagio. In quel crocchio [...]

[...] dal barbiere a farsi dare un bicchierino d’erbabianca. Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare, e si erano annegati dei [...]

[...] era anche lui sul Re d’Italia, osservò don Silvestro, il quale si era accostato per sentire. – Ora vado a dirlo a mia moglie! saltò su mastro Turi [...]

[...] con del fegato sotto la camicia. Sentite, quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi, e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro [...]

[...] donne che avete il busto, e questo busto fosse di ferro, che potrebbero spararvi addosso una cannonata senza farvi nulla. È andato a fondo in un [...]

[...] momento, e non l’abbiamo visto più, in mezzo al fumo, un fumo come se ci fossero state venti fornaci di mattone, lo sapete? – A Catania c’era un [...]

[...] casa del diavolo! aggiunse lo speziale. – La gente si affollava attorno a quelli che leggevano i giornali, che pareva una festa. – I giornali son [...]

[...] . Padron Cipolla era accorso anche lui a vedere cos’era quella folla. – Voi ci credete? sogghignò egli alfine. Son chiacchiere per chiappare il soldo del [...]

[...] padron Cipolla, è come quando il Comune di Aci Trezza litigava pel territorio col Comune di Aci Castello. Cosa ve n’entrava in tasca, a voi e a me [...]

[...] ? – Ve n’entra! esclamò lo speziale tutto rosso. Ve n’entra... che siete tante bestie!... – Il guaio è per tante povere mamme! s’arrischiò a dire [...]

[...] dappertutto dove vedete un po’ di cristiano, in mezzo al fumo. In terra è tutt’altra cosa. Un bersagliere che tornava con noi a Messina ci diceva [...]

[...] che non si può stare al pinf panf delle fucilate senza sentirsi pizzicar le gambe dalla voglia di buttarsi avanti a testa bassa. Ma i bersaglieri [...]

[...] non sono marinari, e non sanno come si fa a stare nel sartiame col piede fermo sulla corda e la mano sicura al grilletto, malgrado il rollìo [...]

[...] del bastimento, e mentre i compagni vi fioccano d’attorno come pere fradicie. – Per la madonna, esclamò Rocco Spatu. Avrei voluto esserci anch’io a [...]

[...] tante, risposero. Poi passò a babordo e non si vide più. – Questa di morire arrostito non mi piacerebbe, conchiuse Spatu; ma pei pugni ci sto. E [...]

[...] vuole un bicchiere di vino schietto. Quel Pizzuto avvelena la gente colla sua erbabianca, e non va a confessarsene. Certuni la coscienza l’hanno dietro [...]

[...] le spalle, poveretti loro! – A me mi sembrano tanti pazzi costoro! diceva padron Cipolla soffiandosi il naso adagio adagio. Che vi fareste [...]

[...] , perchè dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il soldato vuol scappare, e se il [...]

[...] fave abbrustolite, e alcuni anche canterellavano sottovoce, colle spalle al muro, vennero a raccontare la storia che avevano portato in paese i due [...]

[...] c’entrava più, se n’era lavate le mani. Ora era affare di Piedipapera; ma gli dispiaceva, in coscienza. Il giorno dopo cominciò a correre la voce [...]

[...] era morta molta gente; chi raccontava la cosa in un modo e chi in un altro, a pezzi e bocconi, masticando le parole. Le vicine venivano colle mani [...]

[...] sotto il grembiule a domandare se comare Maruzza ci avesse il suo Luca laggiù, e stavano a guardarla con tanto d’occhi prima d’andarsene. La [...]

[...] povera donna cominciava a star sempre sulla porta, come ogni volta che succedeva una disgrazia, voltando la testa di qua e di là, da un capo all’altro [...]

[...] occhioni sbarrati e lucenti, e diceva sempre di sì, come quando l’avevano mandato a fare il soldato – talchè sentiva anche lei una sete, un’arsura da [...]

[...] non dirsi. – In mezzo a tutte le storie che correvano pel villaggio, ed erano venuti a raccontargliele, le era rimasto in mente di uno di quei [...]

[...] marinari, che l’avevano pescato dopo dodici ore, quando stavano per mangiarselo i pescicani, e in mezzo a tutta quell’acqua moriva di sete. Allora la [...]

[...] Longa, come pensava a quell’uomo che moriva di sete in mezzo a tutta quell’acqua, non poteva stare dall’andare ad attaccarsi alla brocca, quasi ce [...]

[...] in casa; era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse cercando quel che voleva sapere. – Avete visto una gatta quando ha [...]

[...] della nuora come un cagnolino. Alcuni gli dicevano: – Andate a Catania che è paese grosso, e qualcosa sapranno dirvi. Nel paese grosso il povero [...]

[...] andasse dal capitano del porto, giacchè le notizie doveva saperle lui. Colà, dopo averlo rimandato per un pezzo da Erode a Pilato, si misero a [...]

[...] sfogliare certi libracci e a cercare col dito sulla lista dei morti. Allorchè arrivarono ad un nome, la Longa che non aveva ben udito, perchè le [...]

[...] – conchiuse l’impiegato, chiudendo il registro. Fu a Lissa; che non lo sapevate ancora? La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni [...]

[...] tutte quelle spade d’argento che ci aveva la Madonna. Ogni sera le donnicciuole, quando andavano a prendersi la benedizione, e compare Cirino [...]

[...] faceva risuonare le chiavi prima di chiudere, la vedevano sempre lì, a quel posto, accasciata sui ginocchi, e la chiamavano anche lei la madre [...]

[...] addolorata. – Ha ragione – dicevano nel paese. – Luca sarebbe tornato fra breve, e i suoi trenta soldi al giorno se li sarebbe guadagnati. «A nave rotta [...]

[...] moglie. I pasticci non mi piacciono! Andate a lavorare che non sono affari vostri: – e lo mandava fuori dell’uscio colle braccia penzoloni e quella [...]

[...] malabestia di dieci rotoli in mano. Barbara, seduta sul parapetto del terrazzo, a strappare le foglioline secche dei garofani, colla bocca stretta [...]

[...] sarà maritata, rispondeva ’Ntoni, il nonno ci darà la camera di sopra. – Io non ci sono avvezza a star nella camera di sopra, come i colombi [...]

[...] ! tagliava corto la Barbara; tanto che suo padre, ch’era suo padre! diceva a ’Ntoni, guardandosi attorno, mentre se ne andavano per la straduccia [...]

[...] : – Verrà tutta sua madre, la Barbara; pensa a non farti mettere il basto da principio, se no ti succede come a me. Però comare Venera aveva dichiarato [...]

[...] : – Prima che mia figlia vada a dormire nella stanza dei colombi bisogna sapere a chi resta la casa, e voglio stare a vedere dove finisce questo [...]

[...] affare dei lupini. Andava a finire che Piedipapera stavolta voleva essere pagato, santo diavolone! San Giovanni era arrivato, e i Malavoglia tornavano [...]

[...] a parlare di dare degli acconti, perchè non avevano tutti i denari, e speravano di raggranellare la somma alla raccolta delle ulive. Lui se l’era [...]

[...] levati di bocca quei soldi, e non aveva pane da mangiare, com’è vero Dio! non poteva campare di vento sino alla raccolta delle ulive. – A me [...]

[...] quella di tutti gli altri. – Presto compie l’anno! aggiungeva lo zio Crocifisso, quand’era solo a brontolare con compare Tino – e non si è visto un [...]

[...] grano d’interessi – quelle duecento lire basteranno appena per le spese. Vedrete che al tempo delle ulive vi diranno di aspettarli sino a Natale, e [...]

[...] poi sino a Pasqua. Così vanno in rovina le case. Ma io la roba mia l’ho fatta col sudore della fronte. Adesso uno è in paradiso, l’altro vuole la [...]

[...] Zuppidda; non possono menare innanzi quella barca rotta, e cercano di maritare la ragazza. – Costoro non pensano ad altro che a maritarsi; hanno la [...]

[...] conclusione se la prendevano coll’avvocato, il quale non finiva mai di scrivere le sue carte prima di mandare l’usciere. – Ci sarà stato padron ’Ntoni a [...]

[...] coi Malavoglia, perchè la Zuppidda era andata a togliere la roba di comare Grazia dalla sponda del lavatoio, e ci aveva messa la sua: di quelle [...]

[...] messo in fronte. Le carte bollate allora cominciarono a piovere, e Piedipapera diceva che l’avvocato non doveva esser rimasto contento del [...]

[...] avrebbero pagato. Padron ’Ntoni tornò a correre dal segretario e dall’avvocato Scipioni; ma questi gli rideva sul naso, e gli diceva che «chi è [...]

[...] minchione se ne sta a casa», che non doveva lasciarvi mettere la mano alla nuora, e poichè aveva fatto il pasticcio se lo mangiasse. «Guai a chi casca [...]

[...] per chiamare aiuto!». – Sentite a me, gli suggerì don Silvestro, piuttosto dategli la casa, se no se ne va in spese perfino la Provvidenza e i [...]

[...] . Compare Tino non aveva fiele in corpo, e andava a parlare a padron ’Ntoni come se non fosse fatto suo, passandogli il braccio attorno al collo, e gli [...]

[...] diceva – Scusatemi, fratello mio, a me mi dispiace più di voi, di cacciarvi fuori dalla vostra casa, ma che volete? sono un povero diavolo [...]

[...] chiodo, o toglieva da un cantuccio un deschetto che soleva star lì di casa, faceva una scrollatina di capo. Poi si misero a sedere sui pagliericci [...]

[...] chiodi e un bel pezzo di legno. Lo zio Crocifisso era venuto a dare un’occhiata insieme a Piedipapera, e parlavano a voce alta nelle stanze [...]

[...] vuote, dove le parole si udivano come se fossero in chiesa. Compare Tino non aveva potuto durarla a campare d’aria sino a quel giorno, e aveva dovuto [...]

[...] al collo. Lo sapete che sono un povero diavolo, e cinquecento lire mi fanno! Se voi foste stato ricco ve l’avrei venduta a voi. – Ma padron ’Ntoni [...]

[...] , ormai vizze, erano tuttora appese all’uscio e le finestre, come ce le avevano messe a Pasqua delle Rose. La Vespa era venuta a vedere anche lei [...]

[...] il sordo. A me mi sta nel cuore la roba di mio zio, come a lui deve stare a cuore la mia chiusa. Lo zio Crocifisso lasciava dire e non udiva, ora [...]

[...] metterete il cuore in pace, e lo crederete che non penso a lui! diceva la Vespa all’orecchio dello zio Crocifisso. – Io ci ho il cuore in pace [...]

[...] per la messa, e nessuno li salutava più, nemmeno padron Cipolla, il quale andava dicendo: – Questa partaccia a me non la doveva fare padron ’Ntoni [...]

[...] roba, bietolone! gli gridava il babbo, per andarla a buttare con chi non ha niente! Gli avevano ripreso persino il vestito nuovo a Brasi, ed ei si [...]

[...] sfogava ad andare a stanare le lucertole nella sciara, o a mettersi a cavalcioni sul muricciuolo del lavatoio, e giurava di non far più nulla [...]

[...] che avevano presa in affitto, nella strada del Nero, vicino ai Zuppiddi, e se accadeva di vederli da lontano, Brasi correva a nascondersi dietro [...]

[...] il muro, o tra i fichidindia. La cugina Anna che scopriva ogni cosa dal greto dov’era a stendere la tela, diceva con comare Grazia: – Ora quella [...]

[...] stessa, senza dir nulla. Adesso aveva tanto da fare nella casa nuova, dove bisognava mettere ogni cosa a un altro posto, e non si vedeva più il [...]

[...] nespolo e la porta della cugina Anna e della Nunziata. Sua madre la covava cogli occhi, mentre lavorava accanto a lei, e l’accarezzava col tono della [...]

[...] spalle; ma la ragazza cantava come uno stornello, perchè aveva diciotto anni, e a quell’età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli [...]

[...] anche lei doveva badare ai fatti suoi. Così va il mondo. – Ciascuno deve badare ai fatti suoi: quello che diceva a ’Ntoni di padron ’Ntoni comare [...]

[...] Venera. – Ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri. Tuo nonno non ti dà nulla; dunque che obbligo hai verso di loro [...]

[...] piatto!» – Bella cosa, rispondeva ’Ntoni. Ora che i miei parenti sono in mezzo alla strada mi dite di piantarli anch’io! Come se la caverà il nonno a [...]

[...] far andare la Provvidenza e a dar da mangiare a tanti, se lo lascio solo? – Allora sbrigatevela tra voi altri! esclamava la Zuppidda voltandogli le [...]

[...] spalle per andare a frugare nei cassetti, o in cucina, buttando in aria ogni cosa per darsi da fare, onde non guardarlo in faccia. Mia figlia io [...]

[...] sulle spalle due famiglie. Barbara nell’altra stanza fingeva di non udire, e seguitava a far girare l’arcolaio lesto lesto. Ma appena ’Ntoni si [...]

[...] non sapeva che fare, perchè Barbara lo teneva invischiato come un passerotto, con quegli occhioni neri, e gli diceva poi: – Vuol dire che a me non [...]

[...] mi volete bene come ai vostri! e si metteva a piangere nel grembiule quando non c’era la mamma. – Sacramento! esclamava ’Ntoni, vorrei tornare a [...]

[...] fare il soldato! – E si strappava i capelli e si dava dei pugni nella testa, ma non sapeva risolversi a pigliare la risoluzione che ci voleva, da [...]

[...] vero cetriolo che era. – Allora, diceva la Zuppidda «’Ntrua, ’ntrua! ciascuno a casa sua!». E suo marito le ripeteva: – Te l’avevo detto che a me i [...]

[...] pasticci non mi piacciono! – Voi andatevene a lavorare! rispondeva lei, che non sapete nulla. ’Ntoni, ogni volta che andava dai Zuppiddi, trovava [...]

[...] tanto di grugno, e la gnà Venera gli rinfacciava ogni volta che i Malavoglia avevano invitato la Piedipapera a pettinare la Mena, bella [...]

[...] pettinatura che le aveva fatto! per leccare le ciabatte a compare Tino, a motivo di quei quattro soldi della casa; che poi la casa se l’era presa egualmente [...]

[...] voleva far l’uomo, e non si lasciava vedere per due o tre giorni. Ma la piccola Lia, che non sapeva tutte quelle chiacchiere, continuava a venire [...]

[...] a giocare nel cortile di comare Venera, come l’avevano avvezzata, quando la Barbara le dava i fichidindia e le castagne, perchè voleva bene a suo [...]

[...] fratello ’Ntoni, ed ora non le davano più nulla; la Zuppidda le diceva: – Che vieni a cercare tuo fratello qui? Tua madre ha paura che vogliono [...]

[...] rubartelo tuo fratello! Comare la Vespa veniva anche lei nel cortile dei Zuppiddi, colla calzetta al collo, a dire roba di fuoco degli uomini, che [...]

[...] : – Tua madre che fa la lavandaia, invece di stare a ciarlare dei fatti altrui al lavatoio, farebbe bene a dare una risciacquata a quei quattro soldi [...]

[...] non ci andò più, e la gnà Venera disse che era meglio, così non venivano in casa a far le spie, che temevano sempre volessero rubarsi quel tesoro [...]

[...] . – Vedrete che arriveranno a metter fuori le scope! diceva la Mangiacarrubbe gongolando. Non mi chiamo la Mangiacarrubbe se non ci arrivano [...]

[...] e potrebbero andare a finire a coltellate; invece le comari, dopo che hanno messo fuori la scopa, e si sono voltate le schiene, e si sono sfogate [...]

[...] a dirsi improperi, e a strapparsi i capelli, si riconciliano subito, e si abbracciano e si baciano, e si mettono sull’uscio a chiacchierare come [...]

[...] prima. ’Ntoni poi, stregato dagli occhi della Barbara, era tornato quatto quatto a piantarsi sotto la finestra, per metter pace, che la gnà Venera [...]

[...] , compare ’Ntoni, «I pesci del mare son destinati a chi se l’ha da mangiare»; mettiamoci il cuore in pace voi ed io, e non ci pensiamo più. – Voi [...]

[...] potete mettervelo il cuore in pace, comare Barbara, ma per me, «Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare». – Provate, che ci riescirete anche [...]

[...] voi. A provare non si perde nulla. Io vi auguro ogni bene e ogni fortuna, ma lasciatemi badare ai fatti miei, chè ho già ventidue anni. – Io lo [...]

[...] aveva il cuore grosso, il povero ’Ntoni, e non voleva lasciarla così. Ma ella doveva andare a riempir la brocca alla fontana, e gli disse addio [...]

[...] ci mise una pietra su quel che era stato, e se ne tornò a remare come un galeotto, che già quella era una vera galera, dal lunedì al sabato, ed [...]

[...] egli era stanco di rompersi l’anima per niente, perchè quando non si ha nulla è inutile arrabbattarsi da mattina a sera, e non trovate un cane che [...]

[...] vi voglia, per questo egli ne aveva le tasche piene di quella vita; preferiva piuttosto di non far niente davvero, e starsene in letto a fare il [...]

[...] malato, come quando era seccato del servizio militare, e il nonno poi non stava a cercare il pelo nell’uovo come il dottore della fregata. – Che hai [...]

[...] cade nell’acqua è forza che si bagni». Se suo fratello si metteva a cantare, mentre stavano alla vela, – Sì, sì, canta pure. Quando sarai vecchio [...]

[...] ! – Bella o no, non l’abbiamo fatta noi così com’è, conchiudeva il nonno. La sera mangiava ingrugnato la sua minestra, e la domenica andava a gironzare [...]

[...] attorno all’osteria, dove la gente non aveva altro da fare che ridere e spassarsi, senza pensare che il giorno dopo si tornava a fare quel che si [...]

[...] era fatto in tutta la settimana; oppure stava delle ore intere seduto sugli scalini della chiesa, col mento in mano, a veder passare la gente [...]

[...] colle mani sotto le ascelle a non far nulla, e allora gli seccava anche quella fatica di pensare al suo stato, di desiderare quelle cose che aveva [...]

[...] , secondo il costume dei vecchi: – Vorrei farlo io quello che fate voi, sorella mia! le diceva per confortarla. Alla fin fine è come andare a [...]

[...] spasso. X ’Ntoni andava a spasso sul mare tutti i santi giorni, e gli toccava camminare coi remi, logorandosi la schiena. Però quando il mare [...]

[...] , e ognuno diceva che quelli di padron ’Ntoni andavano a cercarsi i guai col candeliere. Padron ’Ntoni rispondeva che andava a cercarsi il pane, e [...]

[...] , tanto erano lontane, e intorno a loro non c’era che acqua, si metteva a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza, che poi alla sera la Longa e [...]

[...] tutti gli altri li avrebbero aspettati sulla riva, quando vedevano la vela far capolino tra i fariglioni, e sarebbero stati a guardare anche loro la [...]

[...] donne pestavano il sale fra i ciottoli, e quando contavano i barilotti ad uno ad uno, e lo zio Crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto [...]

[...] , per gettare la sua offerta a occhi chiusi, e Piedipapera gridava e bestemmiava per dire il prezzo giusto, chè allora facevano piacere le grida di [...]

[...] Piedipapera, già a questo mondo non bisogna restare in collera colla gente, e la Longa poi si contava a soldo a soldo davanti al suocero i denari [...]

[...] che portava Piedipapera nel fazzoletto, e diceva: – Questi sono per la casa! Questi altri sono per la spesa. La Mena aiutava anch’essa a pestare il [...]

[...] sale, e a mettere in ordine i barilotti, e ci aveva un’altra volta la veste turchina e la collana di corallo che avevano dovuto dare in pegno allo [...]

[...] , mentre il nonno pensava a tutte quelle cose: – per me desidero questo soltanto, che quella carogna della Barbara s’abbia a mangiare i gomiti quando [...]

[...] ci avremo il fatto nostro anche noi, e s’abbia a pentire d’avermi chiusa la porta in faccia. – «Il buon pilota si conosce alle burrasche [...]

[...] ». Per questo il Signore le aiuta, costoro, con tutte quelle bocche che hanno in casa. – Quando la Nunziata va a far legna nella sciara, o il fagotto [...]

[...] della tela è troppo pesante per lei, l’aiuto anch’io, poveretta, disse Alessi. – Adesso aiuta a tirare da questa parte, chè San Francesco stavolta [...]

[...] pedagna e colle braccia sotto il capo, a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che non finiva mai, e la Provvidenza si dondolava [...]

[...] rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non ci erano cappotti che bastassero, e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella [...]

[...] non si finiva più, e il nonno badava a ripetere «Mare bianco, scirocco in campo» o «mare crespo, vento fresco» come se fossero là per imparare i [...]

[...] proverbi; e con quei benedetti proverbi, mentre la sera stava a guardare il tempo dalla finestra col naso in aria, diceva pure «Quando la luna è [...]

[...] l’anima al diavolo, coll’acqua a mezza gamba. – Stasera, gli diceva il nonno, la Maruzza ci farà trovare una bella fiammata e ci asciugheremo tutti [...]

[...] . E la sera, sull’imbrunire, come la Provvidenza, colla pancia piena di grazia di Dio, tornava a casa, che la vela si gonfiava come la gonnella di [...]

[...] quando dovevano riportarsele indietro vuote non avevano voglia di ciarlare, ma invece se le ceste non bastavano, e Alessi doveva correre a casa a [...]

[...] davanti alla fiammata stavano a chiacchierare sino a tardi della grazia di Dio che aveva mandato San Francesco, e quel che si sarebbe fatto dei [...]

[...] denari. Ma a quel giuoco da disperati si arrischiava la vita per qualche rotolo di pesce, e una volta i Malavoglia furono a un pelo di rimettercela [...]

[...] vedeva più neppur l’Etna, e il vento soffiava a ondate che pareva avesse la parola. – Brutto tempo! diceva padron ’Ntoni. Il vento oggi gira [...]

[...] essere tutti a dormire; osservò Alessi. – A quest’ora avrebbero dovuto accendere il faro di Catania, disse ’Ntoni, ma non si vede niente. – Tieni [...]

[...] sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz’ora non ci si vedrà più peggio di essere in un forno. – Con questa brutta sera e [...]

[...] ’ sarebbe meglio trovarsi all’osteria della Santuzza. – O coricato nel tuo letto a dormire, non è vero? rispose il nonno; allora dovevi fare il segretario [...]

[...] . Tutt’a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza [...]

[...] . – Ho in testa, disse a un tratto ’Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta. – Taci! gli disse il nonno, e la sua [...]

[...] che suonava come una corda di chitarra. All’improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del [...]

[...] ! Alessi s’era aggrappato al timone, e all’udire quelle parole del nonno cominciò a strillare – Mamma! mamma mia! – Taci! gli gridò il fratello [...]

[...] , gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu. La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde. – Dà qua [...]

[...] certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella a tutt’e due. – Il remo! gridò ’Ntoni, forza nel tuo remo, Alessi! che a mangiare [...]

[...] nonno per lui. Soltanto raccomandiamoci a Dio. – Santo diavolone! esclamò ’Ntoni col petto ansante, qui ci vorrebbero le braccia di ferro come [...]

[...] la macchina del vapore. Il mare ci vince. Il nonno si tacque e stettero ad ascoltare la burrasca. – La mamma adesso dev’essere sulla riva a vedere [...]

[...] non ne poteva più. E si mise a strillare e a chiamare la mamma ad alta voce, in mezzo al rumore del vento e del mare; nè alcuno osò sgridarlo più [...]

[...] poi alla volontà di Dio. Il vento contrastava forte alla manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare [...]

[...] nessuno fiatava, perchè quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca. Padron ’Ntoni disse soltanto: – A quest’ora laggiù [...]

[...] . – Il fanale del molo, – gridò ’Ntoni, – lo vedete? – A dritta! gridò padron ’Ntoni, a dritta! Non è il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra [...]

[...] che gridava: – Ahi! come di uno che stesse per morire. – Chi è? chi è che grida? domandava ’Ntoni, aiutandosi coi denti e col coltello a tagliare le [...]

[...] padron ’Ntoni non si raddrizzò, lui, e non rispondeva più a ’Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il mare e il vento gridano insieme, non c’è cosa che [...]

[...] spaccarsi come un guscio di noce sullo scoglio dei colombi, sotto la guardiola della dogana. La barca saltò come un puledro sullo scoglio, e venne a [...]

[...] cadere in secco, col naso in giù – Coraggio, coraggio! gridavano loro le guardie dalla riva, e correvano qua e là colle lanterne a gettare delle [...]

[...] corde. – Siam qui noi! fatevi animo! – Finalmente una delle corde venne a cadere a traverso della Provvidenza, la quale tremava come una foglia, e [...]

[...] battè giusto sulla faccia a ’Ntoni peggio di un colpo di frusta, ma in quel momento gli parve meglio di una carezza. – A me! a me! gridò [...]

[...] avvolgerla due o tre volte alla sbarra del timone, e le guardie doganali li tirarono a riva. Padron ’Ntoni però non dava più segno di vita, e [...]

[...] per arrivare a Trezza, disse che lo portassero a casa su di una scala. Maruzza, Mena, e le vicine, che strillavano sulla piazza e si battevano il [...]

[...] stradicciuola davanti alla casa dei Malavoglia, come se ci fosse il morto, tanto che la cugina Anna dovette chiuder l’uscio sul mostaccio a tutti [...]

[...] Zuppidda, un giorno o l’altro se la vede tornare a casa vedova, e cogli orfani per giunta, chè se non fosse stato per don Michele, dei Malavoglia [...]

[...] don Michele, a mo’ d’esempio, il quale era grasso e grosso meglio di un canonico, e andava sempre vestito di panno, e si mangiava mezzo paese, e [...]

[...] , venne a dire don Franco; gli abbiamo fatta la fasciatura; ma se non viene la febbre, se ne va. Piedipapera volle andare a vedere anche lui, perchè [...]

[...] era di casa, e padron Fortunato, e chi d’altri potè entrare, a furia di gomitate. – La faccia non mi piace niente affatto! sentenziava padron Cipolla [...]

[...] Madonna, e dicevano il rosario davanti al letto del malato, il quale non fiatava più e non voleva nemmeno dell’acqua, e nessuno andò a dormire, tanto [...]

[...] strada facevano ballare i bicchieri sulla tavola, e trasalire coloro che stavano a vegliare il malato; così passò anche tutta la giornata, e le [...]

[...] vicine stavano sulla porta, cianciando a voce bassa fra di loro, e guardando pel vano dell’uscio cosa succedeva. Verso sera padron ’Ntoni volle veder [...]

[...] ci hai tutti gli altri sulle spalle, e fa come ho fatto io. Le donne si mettevano a gridare colle mani nei capelli, udendolo discorrere a quel modo [...]

[...] sarete costretti ad andare a giornata, e non sapete com’è dura, quando padron Cipolla o lo zio Cola vi dicono: – Non ho bisogno di nessuno per [...]

[...] lunedì. – E quest’altra cosa voglio dire a te, ’Ntoni, che quando avrete messo insieme qualche soldo, dovete maritare prima la Mena, e darle uno del [...]

[...] cominciavano ad udirsi i pescatori che si chiamavano da un uscio all’altro, e i carri cominciavano a passare di nuovo per la via. – Fra due ore sarà giorno [...]

[...] , disse padron ’Ntoni, e potrete andare a chiamare don Giammaria. Quei poveretti aspettavano il giorno come il Messia, e andavano ad ogni momento a [...]

[...] socchiudere la finestra per veder se spuntasse l’alba. Finalmente la stanzuccia cominciò a farsi bianca, e padron ’Ntoni tornò a dire: – Ora [...]

[...] stradicciuola del Nero, accorrevano a vedere il viatico che andava dai Malavoglia, ed entravano tutte, perchè dove va il Signore non si può chiudere [...]

[...] , tanto che voleva voltare la briglia dell’asinello e tornarsene indietro. – Chi vi ha detto che c’era bisogno del prete? Chi è andato a chiamare [...]

[...] li ammazzo! Le comari aspettavano sulla porta per veder passare il morto, che dovevano venirselo a prendere da un momento all’altro. – Poveretto [...]

[...] ! brontolavano anch’esse. – Quel vecchio ha il cuoio duro; se non batte il naso per terra come i gatti, non muore. State attenti a quel che vi dico [...]

[...] . – Le altre ridevano, perchè la Vespa non ci aveva che lei stessa da maritare, e non ci arrivava anche. – Quanto a questo, padron ’Ntoni fa più [...]

[...] ! largo! chè aspettano l’acqua da comare Maruzza. E i miei ragazzi se si mettono a giocare mi lasciano la roba in mezzo alla strada. Lia s’era [...]

[...] messa sulla porta, tutta pettoruta a dire alle comari: – Il nonno sta meglio. Ha detto don Ciccio che il nonno per adesso non muore; e non le [...]

[...] vado a vedere che n’è della Provvidenza. – Questo qui ha più giudizio del grande! diceva la cugina Anna. – A don Michele gli daranno la medaglia [...]

[...] difendere don Michele andava dicendo che se l’era meritata, la medaglia e la pensione, per questo si era buttato all’acqua sino a mezza gamba, con [...]

[...] tutti gli stivaloni, per salvare la vita ai Malavoglia, vi par poco? tre persone! ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui, tanto che [...]

[...] avesse la medaglia. – Barbara Zuppidda, ora che si è levato di mente quel ragazzaccio dei Malavoglia, non gli volterà più le spalle a don Michele [...]

[...] , andava dicendo Piedipapera. L’ho vista io col naso fra le imposte quando egli passa per la strada. E don Silvestro, sentendo questo, diceva a Vanni [...]

[...] Pizzuto: – Bel guadagno che ci avete fatto, a levarvi d’addosso ’Ntoni di padron ’Ntoni, ora che la Barbara ha messo gli occhi addosso a don Michele [...]

[...] anni, e se si mette in testa che ad aspettare ancora il marito comincia a far la muffa, se lo piglia, colle buone o colle cattive. Volete [...]

[...] stringendosi nelle spalle. A me non me ne importa un corno. Quelli che stavano a sentire, Piedipapera e Rocco Spatu, si scompisciavano dalle risa [...]

[...] . – Ve lo faccio per niente – aggiunse don Silvestro, messo di buon umore; e se ne andò cogli altri a chiacchierare con lo zio Santoro, davanti [...]

[...] Vanni Pizzuto vuol scommettere dodici tarì che ora don Michele il brigadiere va a parlare colla Barbara Zuppidda, la sera. Volete buscarveli voi quei [...]

[...] ’. Egli conosceva tutti quelli che passavano, al rumore dei loro passi, fossero colle scarpe o a piedi nudi, e diceva – Voi siete compare Tino, oppure [...]

[...] : siete compare Cinghialenta. E siccome era sempre là, a dir delle barzellette con questo e con quello, sapeva ciò che accadeva in tutto il paese [...]

[...] , e allora per buscarsi quei dodici tarì, come i ragazzi andavano a prendere il vino per la cena, li chiamava – Alessi, o Nunziata, o Lia, – e [...]

[...] andava all’osteria a far quattro chiacchiere, giacchè non ci aveva un soldo in tasca, e raccontava a questo e a quello come avevano visto la morte [...]

[...] , che gli aveva rubata l’innamorata e andava ogni sera a parlare colla Barbara, li aveva visti lo zio Santoro, che aveva domandato alla Nunziata se [...]

[...] Giuda! La gente ci si divertiva a vedergli mangiare l’anima, e perciò gli pagavano da bere. La Santuzza, mentre risciacquava i bicchieri, si voltava [...]

[...] mandare a prendere il vino e berselo nella bottega di Pizzuto, solo col suo fiasco, per amor della pace. Massaro Filippo, invece di esser contento che [...]

[...] Iddio! No! non voglio sentirne parlar più, dovessi chiuder l’osteria, e mettermi a far calzetta! Massaro Filippo allora si faceva la bocca amara [...]

[...] dalla collera, e andava a pregare don Michele come un santo, nel posto delle guardie, o nella bottega di Pizzuto, perchè la finisse quella lite con la [...]

[...] appuntava i piedi in terra come un mulo, e diceva di no. E chi era là presente, a godersi la scena, osservava che massaro Filippo faceva una bella [...]

[...] Santuzza allora un bel giorno si mise la mantellina e andò a confessarsi, sebbene fosse lunedì, e l’osteria fosse piena di gente. La Santuzza [...]

[...] andava a confessarsi ogni domenica, e ci stava un’ora col naso alla graticola del confessionario, a risciacquarsi la coscienza, che amava tenerla [...]

[...] osservò che suo fratello il vicario si soffiò il naso più di cinque volte. – Cosa aveva oggi la Santuzza che non finiva più? domandò perciò a don [...]

[...] Giammaria quando furono a tavola. – Niente, niente, – rispondeva suo fratello stendendo la mano verso il piatto. Ma ella che gli conosceva il debole [...]

[...] lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava a furia di domande, sicchè infine il poveretto dovette dire che c’era il sigillo della [...]

[...] confessione, e sinchè fu a tavola rimase col naso sul piatto, e ingozzava i maccheroni come se non avesse visto grazia di Dio da due giorni, tanto che [...]

[...] gli andarono in veleno, e borbottava fra di sè perchè non lo lasciavano mai quieto. Dopo pranzo prese il cappello e il ferraiuolo, e andò a fare una [...]

[...] Venera. La Zuppidda saltò su tutte le furie all’udire quello che le mandava a dire suor Mariangela con don Giammaria, e si mise sul ballatoio a gridare [...]

[...] di nessuno, e sua figlia non l’avrebbe data a uno che si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro, ed era nel peccato mortale colla Santuzza [...]

[...] voce comare Venera; non avete inteso che massaro Filippo non c’entra più colla Santuzza? Gli altri invece continuavano a dire che la Santuzza ci [...]

[...] aveva massaro Filippo per aiutarla a dire le orazioni, l’aveva visto Piedipapera. – Bravo! Massaro Filippo ha bisogno d’aiuto anche lui! ripeteva [...]

[...] Pizzuto. Non l’avete visto che è venuto a pregare e strapregare don Michele per aiutarlo? Nella spezieria don Franco chiamava la gente apposta per [...]

[...] volta, per fare il paio! Ora che gli danno la medaglia a don Michele, l’appenderanno insieme a quella di Figlia di Maria che ci ha la Santuzza. – E [...]

[...] lavata di capo a suo fratello, appena venne a sapere che si era messo in quel pasticcio, perchè quelli della sciabola bisogna tenerseli amici [...]

[...] , a tutte le comari e i vicini che venivano a ronzarle attorno per sapere come s’era venuto a scoprire quell’imbroglio. Piedipapera, dacchè aveva [...]

[...] sentito dire a don Silvestro che voleva far cadere la Barbara coi suoi piedi, come una pera matura, andava sussurrando – Questa è tutta una manovra [...]

[...] conserva dei pomidoro, colle maniche rimboccate, e si sbracciava a difender don Michele davanti alla gente, perchè si sapesse che, loro come loro [...]

[...] , non gli volevano male a don Michele, sebbene ei fosse di quei del governo; e diceva che l’uomo è cacciatore, e la Zuppidda doveva pensarci lei a [...]

[...] Silvestro, che vuole la Zuppidda, e ha scommesso dodici tarì che la farà cascare coi suoi piedi; – venne a dirle comare la Vespa, mentre aiutava donna [...]

[...] Rosolina a fare la conserva dei pomidoro; ella ci veniva a pregare don Giammaria che facesse entrare gli scrupoli in testa a quel birbante dello zio [...]

[...] scrupolo sulla coscienza? Ma all’udire la storia di don Silvestro donna Rosolina di botto cambiò registro, e si mise a predicare col mestolo in aria [...]

[...] uomo di proposito, e nessuno si sarebbe aspettato da lui un tradimento simile; invece poi andava a cercarsi i guai con la Zuppidda e con don Michele [...]

[...] . Però don Silvestro si faceva vedere a braccetto con don Michele, e nessuno osava dir parola in faccia a loro di quei discorsi che correvano. Ora [...]

[...] donna Rosolina gli sbatteva la finestra sul naso, allorchè il segretario stava a guardare in aria dalla porta dello speziale, e non voltava nemmeno [...]

[...] il capo quando metteva al sole sul terrazzino la conserva dei pomidoro; una volta poi volle andare a confessarsi ad Aci Castello, perchè ci aveva [...]

[...] un peccato che non poteva dire a suo fratello, e tanto fece che incontrò per caso don Silvestro, giusto mentre tornava dalla vigna. – Oh! beato [...]

[...] chi vi vede! cominciò a dirgli, fermandosi a prender fiato, perch’era tutta rossa e scalmanata. Ci avete gran roba pel capo, che non vi ricordate [...]

[...] più degli amici antichi. – Io non ci ho nulla pel capo, donna Rosolina. – A me mi hanno detto che ce l’avete, ma è una bestialità, che vi farebbe [...]

[...] a me; e se ci avrò la testa pesante ci ho da pensar io. – Buon prò vi faccia, – rispose donna Rosolina col viso rosso. – Vuol dire che cominciate [...]

[...] cambia la vecchia per la nuova, peggio trova», e «chi piglia bellezze piglia corna». Godetevi la Zuppidda in santa pace, perchè a me non me ne importa [...]

[...] le avete rubate le vostre venticinque onze, e non andrò a dirglielo a vostro fratello don Giammaria. A me non me ne importa di sapere se gliele [...]

[...] avete rubate sulla spesa o no; so che non ve le devo io. Mi avevate detto di metterle a frutto, per farvi la dote, se qualcuno vi avesse voluta, ed [...]

[...] io li aveva messi in una Banca per conto vostro, sotto il mio nome, per non far scoprire la cosa a vostro fratello il quale vi avrebbe domandato di [...]

[...] alla bocca. Truffatore! Io non vi aveva dato quei denari per andare a metterli in una Banca che falliva. Io ve li avevo dati per tenerci gli [...]

[...] , tanto che donna Rosolina gli voltò le spalle per non crepare dalla rabbia, e se ne tornò a Trezza sudata come una spugna, nell’ora calda, collo [...]

[...] scialle sulla schiena. Don Silvestro rimase lì fermo a sogghignare, davanti al muro dell’orto di massaro Filippo, finchè ella non ebbe scantonato, e [...]

[...] si strinse nelle spalle, borbottando fra di sè: – A me non me ne importa nulla di quel che dicono. Ed aveva ragione di non curarsi di quel che [...]

[...] egli era! Però gli facevano di berretto, e gli amici gli accennavano col capo, sogghignando, quando andava a chiacchierare nella spezieria. – Siete [...]

[...] quattro e quattr’otto che bisogna fare il bucato alla vecchia società. – E allorchè veniva ’Ntoni a prendere il medicamento pel nonno: – Tu sei il [...]

[...] , tanto che la gente andava a vederlo per curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto contento [...]

[...] galline che razzolavano nella strada. Ora che non aveva altro da fare aveva imparato a conoscere le galline ad una ad una, e stava a vedere quello [...]

[...] cugina Anna che torna dal lavatoio. Poi se ne stava a vedere l’ombra delle case che si allungava; e quando non c’era più il sole sulla porta lo [...]

[...] mettevano contro il muro dirimpetto, ch’egli somigliava al cane di mastro Turi, il quale cercava il sole, per sdraiarsi. Infine, cominciò a stare sulle [...]

[...] diceva che l’odore dell’acqua salata gli faceva bene allo stomaco; e si divertiva a vedere le barche, e sentire com’era andata la giornata per questo e [...]

[...] la godeva a vederseli vicini, e li guardava in faccia ad uno ad uno, e guardava i muri della casa, e il cassettone colla statuetta del Buon [...]

[...] sino a quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con don Giammaria. Però il confessore le [...]

[...] riescita a pagare il medico e lo speziale, e non doveva più niente a nessuno. A poco a poco il nonno era arrivato a dire: – Datemi da fare qualche cosa [...]

[...] mastro Turi, a vedere la Provvidenza, e stava lì a godersi il sole. Infine era tornato a imbarcarsi coi ragazzi. – Tale e quale come i gatti! diceva [...]

[...] , ova sode ed ulive nere. – State a vedere che a poco a poco arrivano a vendere anche il vino! diceva la Santuzza. Io ci ho piacere, perchè son gente [...]

[...] , mandava da comare Maruzza a prendere le ulive, quando c’erano dei bevitori che non avevano sete. Così a soldo a soldo avevano pagato mastro Turi [...]

[...] , e messo un po’ di denaro nel canterano. – Facciamo come le formiche, diceva padron ’Ntoni; e ogni giorno contava i denari, e andava a [...]

[...] girondolare davanti la casa del nespolo, a guardare in alto, colle mani dietro la schiena. La porta era chiusa, i passeri cinguettavano sul tetto, e la vite [...]

[...] un mare di pennacchi bianchi, e poi correva dietro allo zio Crocifisso, per dirgli cento volte, – Sapete, zio Crocifisso, se giungiamo a metterli [...]

[...] insieme, quei denari della casa, dovete venderla a noi, perchè è stata sempre dei Malavoglia; «ad ogni uccello il suo nido è bello» e desidero [...]

[...] dubitate, non dubitate. La casa è là che non scappa. Basta tenerci gli occhi addosso. Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme. – E una volta [...]

[...] ! anche voi! cominciò a gridare Campana di legno. Chi lo dice? Son tutte chiacchiere! Vuol papparle la chiusa a mia nipote, ecco cosa vuole! Bella [...]

[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]

[...] discorrevano, a cercare di buscarsi la senseria, si ficcò nel discorso anche lui. – La Vespa ora ci ha per le mani Brasi Cipolla, dopo che andò in aria il [...]

[...] matrimonio della Sant’Agata, li ho visti con questi occhi, che andavano insieme per la viottola del torrente; io ci ero andato a cercare due [...]

[...] di sì per forza. Già non ha altri figliuoli, e la roba non sa a chi lasciarla. – Che gente, eh! cominciò a strillare lo zio Crocifisso [...]

[...] dirlo a padron Fortunato, bisognerà! Siamo galantuomini o no! Se padron Fortunato non sta in guardia, quella strega di mia nipote gli fa il tiro [...]

[...] andandogli dietro. Non voglio mettermi in bocca a quella vipera di vostra nipote. Lo zio Crocifisso in un attimo mise sottosopra tutto il paese, che voleva [...]

[...] mandare perfino le guardie e don Michele a mettere sotto custodia la Vespa; la quale, infine, era sua nipote, e doveva pensarci lui; e don [...]

[...] Michele era pagato per questo, per guardare gli interessi dei galantuomini. La gente si divertiva a veder padron Cipolla correre di qua e di là anche [...]

[...] lui con tanto di lingua fuori, e ci aveva gusto che quel bietolone di suo figlio Brasi fosse andato a cascare nella Vespa, mentre pareva che per lui [...]

[...] fazzoletto nero, quando Brasi l’aveva piantata; anzi ora tornava a cantare mentre stava al telaio, o aiutava a salare le acciughe, nelle belle [...]

[...] aspettavano coi bambini in collo. I rigattieri venivano in folla dalla città, a piedi, a cavallo, sui carri, e Piedipapera non aveva tempo di [...]

[...] acceso sino a mezzanotte, che pareva una festa. Le ragazze cantavano, e venivano anche le vicine ad aiutare, le figlie della cugina Anna e la [...]

[...] . – Adesso vorrei qui la Zuppidda! esclamava ’Ntoni, seduto sui sassi a far peso anche lui, colle mani sotto le ascelle. – Adesso lo vedrebbe che abbiamo [...]

[...] il fatto nostro anche noi, e ce ne infischiamo di don Michele e di don Silvestro! I rigattieri correvano dietro a padron ’Ntoni coi denari in [...]

[...] mano. Piedipapera lo tirava per la manica dicendogli: – Questo è il tempo d’approfittare. Ma padron ’Ntoni teneva duro a rispondere: – Ne parleremo [...]

[...] , l’olio; e avevano data la caparra a massaro Filippo per quel po’ di vino della domenica. Ora erano tranquilli; suocero e nuora tornavano a contare i [...]

[...] l’un l’altro? rispondeva padron ’Ntoni. – Oramai pochi ce ne mancano. E allora si mettevano in un cantuccio a confabulare colla Longa, e guardavano [...]

[...] Sant’Agata, la quale se lo meritava, poveretta, che parlassero di lei «perchè non aveva nè bocca nè volontà» e badava a lavorare, cantando fra di [...]

[...] donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni; e davanti a ogni porta c’era una fila di barilotti, che un cristiano si ricreava il naso a passare per [...]

[...] sardelle e di salamoia, perfino nella spezieria dove aggiustavano il mondo a modo loro; e don Franco voleva insegnare una maniera nuova di salare le [...]

[...] acciughe, che l’aveva letta nei libri. Come gli ridevano in faccia, si metteva a gridare: – Bestie che siete! e volete il progresso! e volete la [...]

[...] repubblica! – La gente gli voltava le spalle, e lo piantava lì a strepitare come un pazzo. Da che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col [...]

[...] sale e coi mattoni pesti. – Il solito discorso! Così faceva mio nonno! seguitava a gridare loro dietro lo speziale. – Siete asini che vi manca [...]

[...] di dirci che non vogliono la repubblica perchè non l’hanno mai vista! – Questi discorsi poi li ripeteva a don Silvestro, a proposito di certo [...]

[...] ragionamento che avevano fatto a quattr’occhi, sebbene don Silvestro non avesse aperto bocca, è vero, ma era stato zitto ad ascoltare. Si sapeva poi [...]

[...] insegnato a dire sua figlia, la quale appuntava i pugni sui fianchi parlando con don Silvestro, e gli rinfacciava: – Vi pare che vi lasceranno menar [...]

[...] sempre pel naso quel buon uomo di mio padre, per fare gli affari vostri e mangiare a doppio palmento? che perfino donna Rosolina va predicando che vi [...]

[...] predicava che senza uomini nuovi non si faceva nulla, ed era inutile andare a cercare i pezzi grossi, come padron Cipolla, il quale vi diceva che per [...]

[...] retrobottega. – Ci vorrebbe gente come noi! E dopo aver soffiato loro quel segreto nel buco dell’orecchio, correva in punta di piedi a piantarsi [...]

[...] Giammaria. – A Favignana, o nelle altre galere, ne trovate quanti ne volete, senza mandare dal fornaciaio. Andate a dirlo a compare Tino Piedipapera, o [...]

[...] a quell’ubbriacone di Rocco Spatu, che loro ci stanno colle idee del vostro tempo! Io so che mi hanno rubato venticinque onze di casa mia, e in [...]

[...] galera, a Favignana, non ci è andato nessuno! Questi sono i tempi e gli uomini nuovi! In quel momento entrò nella bottega la Signora, colla calza in [...]

[...] mano, e lo speziale mandò giù in fretta quello che stava per dire, seguitando a borbottare nella barba, mentre fingeva di guardare la gente che [...]

[...] Signora a suo marito; questi sono affari che non ti riguardano. – Io non sto parlando; – rispose don Franco lisciandosi la barba. E il [...]

[...] vicario, ora che aveva il disopra, e la moglie di don Franco era là, che ei poteva tirare le sassate dietro il muro, si divertiva a fare arrabbiare lo [...]

[...] speziale. – Belli, quei vostri uomini nuovi! Sapete cosa fa Brasi Cipolla, adesso che suo padre va cercandolo per tirargli le orecchie a causa della [...]

[...] Vespa? corre a nascondersi di qua e di là come un ragazzaccio. Stanotte ha dormito nella sagrestia; e ieri mia sorella dovette mandargli un piatto [...]

[...] pretesto, va a girandolare pel paese, e davanti all’osteria, tale e quale come Rocco Spatu. Il sinedrio si sciolse come tutte le altre volte, senza [...]

[...] sfogarsi a modo suo. Don Silvestro rideva come una gallina; e appena si sciolse la conversazione se ne andò anche lui, colle mani dietro la schiena e la [...]

[...] testa carica di pensieri. – Non vedi don Silvestro che ha più giudizio di te? – diceva la Signora a suo marito, mentre egli chiudeva la bottega [...]

[...] venticinque onze a donna Rosolina, ma nessuno va a dirglielo in faccia, a un uomo come quello! Tu poi sarai sempre uno sciocco che non saprai fare gli [...]

[...] la scala col lume in mano. – Lo sapeva lei quel che aveva detto? Ei non si azzardava a dire davanti a lei le sue corbellerie senza capo e senza [...]

[...] Malavoglia là, che va girelloni a quest’ora pel paese! XI Una volta ’Ntoni Malavoglia, andando gironi pel paese, aveva visto due [...]

[...] giovanotti che s’erano imbarcati qualche anno prima a Riposto, a cercar fortuna, e tornavano da Trieste, o da Alessandria d’Egitto, insomma da lontano, e [...]

[...] spendevano e spandevano all’osteria meglio di compare Naso, o di padron Cipolla; si mettevano a cavalcioni sul desco; dicevano delle barzellette [...]

[...] tornava a casa, non trovava altro che le donne, le quali mutavano la salamoia nei barilotti, e cianciavano in crocchio colle vicine, sedute sui sassi; e [...]

[...] intanto ingannavano il tempo a contare storie e indovinelli, buoni pei ragazzi, i quali stavano a sentire con tanto d’occhi intontiti dal sonno [...]

[...] gente passa il tempo a scialarsi tutto il giorno, invece di stare a salare le acciughe; e le donne, vestite di seta e cariche di anelli meglio della [...]

[...] Madonna dell’Ognina, vanno in giro per le vie a rubarsi i bei marinari. Le ragazze sgranavano gli occhi, e padron ’Ntoni stava attento anche lui [...]

[...] Catania; che uno il quale non ci sia avvezzo si perde per le strade; e gli manca il fiato a camminare sempre fra due file di case, senza vedere nè mare [...]

[...] nè campagna. – E’ c’è stato anche il nonno di Cipolla, aggiunse padron ’Ntoni, ed è in quei paesi là che s’è fatto ricco. Ma non è più tornato a [...]

[...] . – Vorrei andarci anch’io, come padron Cipolla, a farmi ricco! aggiunse ’Ntoni. – Lascia stare, lascia stare! gli disse il nonno, contento pei barilotti [...]

[...] , diceva: – E un altro! Questi a Ognissanti son tutti danari. ’Ntoni allora rideva, che pareva padron Fortunato quando gli parlavano della roba degli [...]

[...] altri. – Gran denari! borbottava; e tornava a pensare a quei due forestieri che andavano di qua e di là, e si sdraiavano sulle panche dell’osteria [...]

[...] , il quale camminerà un anno, un mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finchè arriverà a una fontana incantata di latte e di miele; dove [...]

[...] giorno, sinchè arriverà a Trezza, e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio, dove mia figlia Mara starà sciorinando il bucato; e il figlio [...]

[...] ascoltava a bocca aperta, che pareva vedesse il figlio del re sul cavallo bianco, a portarsi in groppa la Mara della cugina Anna. – E dove se la porterà [...]

[...] vorrei andarci col figlio del re, se non dovessi tornare più. – La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a [...]

[...] fatto vostro, a voi altri, è naturale che la Barbara v’avesse a piantare. – Voi vi accomodate a ogni cosa, rispose ’Ntoni imbronciato, e hanno [...]

[...] per farci il nido ci mancherà il panico; e quando arriveremo a ricuperar la casa del nespolo, dovremo continuare a logorarci la vita dal lunedì al [...]

[...] ’Ntoni, e se ne andò a letto di cattivo umore. Ma d’allora in poi non pensava ad altro che a quella vita senza pensieri e senza fatica che facevano [...]

[...] gli altri; e la sera, per non sentire quelle chiacchiere senza sugo, si metteva sull’uscio colle spalle al muro, a guardare la gente che passava [...]

[...] , e digerirsi la sua mala sorte; almeno così si riposava pel giorno dopo, che si tornava da capo a far la stessa cosa, al pari dell’asino di compare [...]

[...] ! Carne da lavoro! E si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia, e voleva andarsene a far fortuna, come gli altri; tanto che sua madre [...]

[...] dell’uscio, accanto alla cappelletta, per domandargli cosa avesse. – Orsù, che c’è di nuovo? dillo a tuo nonno, dillo! – ’Ntoni si stringeva nelle [...]

[...] dire davanti a tua madre. – Mia madre... Era meglio che non mi avesse partorito, mia madre! – Sì, accennava padron ’Ntoni, sì! meglio che non t’avesse [...]

[...] . – Ricchi! diceva, ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? ’Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbero fatto. – Faremo quel [...]

[...] che fanno gli altri... Non faremo nulla, non faremo!... Andremo a stare in città, a non far nulla, e a mangiare pasta e carne tutti i giorni [...]

[...] . – Va, va a starci tu in città. Per me io voglio morire dove son nato; – e pensando alla casa dove era nato, e che non era più sua si lasciò cadere [...]

[...] dimenava tristamente il capo: – «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a [...]

[...] alla catena, come l’asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girar la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o [...]

[...] finire in bocca ai pescicani. – Ringrazia Dio piuttosto, che t’ha fatto nascer qui; e guardati dall’andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono [...]

[...] dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego Iddio di aiutarmi a farlo sempre sinchè ci avrò gli occhi aperti, come l’ha fatto tuo padre [...]

[...] , e tuo fratello Luca, benedetto! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l’ha fatto anche lei il suo dovere, povera [...]

[...] come uno zingaro. In conclusione ’Ntoni si mise a piangere come un bambino, perchè in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma [...]

[...] l’asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto. – Dopo che avevano buttato le reti, lasciava [...]

[...] Alessi a menare il remo adagio adagio per non fare deviare la barca, e si metteva le mani sotto le ascelle, a guardare lontano, dove finiva il mare [...]

[...] , e c’erano quelle grosse città dove non si faceva altro che spassarsi e non far nulla; o pensava a quei due marinai ch’erano tornati di laggiù, ed [...]

[...] ora se n’erano già andati da un pezzo; ma gli pareva che non avessero a far altro che andar gironi pel mondo, da un’osteria all’altra, a [...]

[...] spendere i denari che avevano in tasca. La sera, i suoi parenti, dopo aver messo a sesto la barca e gli attrezzi, per non vedergli quel muso lungo, lo [...]

[...] lasciavano andare a girandolare come un cagnaccio, senza un soldo in tasca. – Che hai, ’Ntoni? gli diceva la Longa guardandolo timidamente nel viso [...]

[...] , cogli occhi lustri di lagrime; perchè la poveretta indovinava quel che avesse. – Dimmelo a me che son tua madre! Egli non rispondeva; o [...]

[...] andare a cercarsi la fortuna, come tutti gli altri. Sua madre lo ascoltava, e non aveva coraggio di aprir bocca, cogli occhi pieni di lagrime [...]

[...] non potrei reggere a quest’altra angustia. ’Ntoni cercava di rassicurarla, che sarebbe tornato presto, e carico di denari, e sarebbero stati [...]

[...] di tuo padre e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a casa stanca che non ne posso più; e prima non era così. No, figlio mio, non [...]

[...] son più quella! Allora, quando fu di tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte. – Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo [...]

[...] a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di bevermi il cuore, come quando [...]

[...] visti. – Così non ti vedrò più! gli diceva. – Ora la casa va vuotandosi a poco a poco; e quando se ne andrà anche quel povero vecchio di tuo nonno [...]

[...] volesse scapparle subito; e l’andava tastando sulle spalle e per la faccia colle mani tremanti. Allora ’Ntoni non ne potè più, e si mise a baciarla e [...]

[...] a parlarle colla bocca nella bocca. – No! no! non partirò se non volete voi! Guardate! Non mi dite così, non mi dite! Bene, seguiterò a fare [...]

[...] come l’asino di compare Mosca, che quando non ne può più di tirar la carretta lo butteranno a crepare in un fosso. Siete contenta ora? Ma non [...]

[...] piangete più così! Lo vedete il nonno come si è arrabattato tutta la vita? ed ora che è vecchio si arrabatta ancora come se fosse il primo giorno, a [...]

[...] e chi l’ha nuovo!» Guarda padron Cipolla che corre dietro il suo Brasi, perchè non vada a buttare il ben di Dio, pel quale ha sudato e lavorato [...]

[...] nuvola che passa! E lo zio Crocifisso che si leva il pan di bocca per mettere da parte i soldi, ed è sempre a litigare con questo e con quello! E tu [...]

[...] ?... E noi, se arriviamo a ricomprare la casa del nespolo, quando ci avremo il grano nel graticcio, e le fave per l’inverno, e avremo maritata Mena [...]

[...] ostinato a voler lasciare la tua casa, eppure si continuava a fare le solite faccende senza dirti nulla! Allora non ti basterà il cuore di lasciare [...]

[...] , stanca, e disfatta, in quel momento in cui non aveva nulla da fare, e si metteva a sedere anche lei, colle mani in mano, e il dorso diggià curvo [...]

[...] cuore, che glielo strappavano a pezzetti, ora l’uno e ora l’altro. A Catania c’era il colèra, sicchè ognuno che potesse scappava di qua e di là, pei [...]

[...] villaggi e le campagne vicine. Allora a Trezza e ad Ognina, era venuta la provvidenza, con tutti quei forestieri che spendevano. Ma i rigattieri [...]

[...] . – Che non ne mangia più acciughe la gente? – diceva loro Piedipapera. Ma a padron ’ntoni, e a chi ne aveva da vendere, per conchiudere il negozio [...]

[...] a mo’ dei gamberi, la Longa andava a portare le ova e il pane fresco di qua e di là per le casine dei forestieri, mentre gli uomini erano in [...]

[...] badare di non mettersi a sedere sui sassi, o lungo i muricciuoli. La Longa una volta, mentre tornava da Aci Castello, col paniere al braccio, si [...]

[...] delle gocce di una certa sudiceria che sembrava olio. Insomma ci cascò anche lei; prese il colèra e tornò a casa che non ne poteva più, gialla [...]

[...] come un voto della Madonna, e colle occhiaie nere; talchè la Mena che era sola in casa, si mise a piangere al solo vederla, e la Lia corse a [...]

[...] morta, col viso giallo e le occhiaie nere, badava a dirle – Non è nulla, non vi spaventate: quando mi sarò messa in letto ogni cosa passerà, – e [...]

[...] cercava di aiutare anche lei, ma ad ogni momento le mancavano le forze, e tornava a sedersi. – Vergine santa! balbettava Mena. Vergine santa! E gli [...]

[...] uomini che sono in mare! – Lia si sfogava a piangere. Mentre padron ’Ntoni tornava a casa coi nipoti, e vide l’uscio socchiuso, e il lume [...]

[...] dalle imposte, si mise le mani nei capelli. Maruzza era già coricata, con certi occhi, che visti così nel buio, a quell’ora, sembravano vuoti come se [...]

[...] le vicine stesse si sprangavano gli usci, per la paura del colèra, e ci incollavano delle immagini di santi a tutte le fessure. Perciò comare [...]

[...] petto quel soldo di cotone coll’olio santo che aveva comperato a Pasqua, e disse pure che lasciassero la candela accesa, come quando stava per morire [...]

[...] l’altro; e si stringevano il petto per non scoppiare a piangere davanti alla moribonda, la quale nondimeno se ne accorgeva bene, sebbene non ci [...]

[...] già non si sentiva più, ’Ntoni! A te che sei il maggiore raccomando questi orfanelli! – E sentendola parlar così, mentre era ancor viva, tutti gli [...]

[...] altri non poterono trattenersi di scoppiare a piangere e singhiozzare. Così passarono tutta la notte davanti al lettuccio, dove Maruzza non si [...]

[...] muoveva più, sin quando la candela cominciò a mancare e si spense anch’essa, e l’alba entrava dalla finestra, pallida come la morta, la quale aveva [...]

[...] i capelli bianchi anche lui. Sul tardi vennero a pigliarsi la Longa in fretta e in furia, e nessuno pensò a fare la visita del morto; che ciascuno [...]

[...] paese volevano fargli la festa allo speziale; ma lui si metteva a ridere come una gallina, preciso come faceva don Silvestro, e diceva – Io che [...]

[...] , davanti a quel lettuccio vuoto. Per un pezzo non aprirono più l’uscio, dopo che n’era uscita la Longa. Fortuna che ci avevano in casa le fave, la legna e [...]

[...] l’olio, perchè padron ’Ntoni aveva fatto come la formica nel buon tempo, se no morivano di fame, e nessuno andava a vedere se erano morti o vivi [...]

[...] . Poi, a poco a poco, cominciarono a mettersi il fazzoletto nero al collo, e ad uscire nella strada, come le lumache dopo il temporale, colla faccia [...]

[...] occhi lustri, e correvano a chiudersi in casa. Nel paese era un gran squallore, e per le strade non si vedevano nemmeno le galline; persino [...]

[...] della strada, dacchè Pizzuto, don Silvestro, e tutti gli altri erano andati a rintanarsi come conigli, e non c’era che lui a passeggiare davanti [...]

[...] stavano a vedere chi passava, seduti sulla soglia, immobili, e col mento in mano. Don Michele per non perdere la sua gita, guardava la Sant’Agata, ora [...]

[...] che tutti gli altri usci erano chiusi; e lo faceva anche per far vedere a quel ragazzaccio di ’Ntoni che lui non aveva paura di nessuno al mondo. E [...]

[...] poi la Mena, così pallida, pareva tutta Sant’Agata davvero; e la sorellina, con quel fazzoletto nero, cominciava a farsi una bella ragazzina [...]

[...] con lei; le pareva di doversela tenere sotto le ali come una chioccia, e di avervi tutta la casa sulle spalle. S’era abituata a rimaner sola colla [...]

[...] sorellina, quando gli uomini andavano in mare, e a stare con quel lettuccio vuoto sempre dinanzi agli occhi. Se non aveva nulla da fare, si metteva [...]

[...] a sedere colle mani in mano, guardando quel lettuccio vuoto, e allora sentiva che la mamma l’aveva lasciata davvero; e quando dicevano nella [...]

[...] viso lungo, senza dir nulla; e si mettevano sulla porta a guardar la strada deserta, colle mani sotto il grembiule. Quelli che tornavano dal mare [...]

[...] Piedipapera, con una faccia di affamato, guardandosi intorno; o lo zio Crocifisso, che ci aveva la sua roba di qua e di là, e andava a toccare il polso ai [...]

[...] di là giorno e notte, era la Locca, coi capelli bianchi e arruffati, che si metteva a sedere davanti alla casa del nespolo, o aspettava le barche [...]

[...] , e li vedeva assottigliare a soldo a soldo. Ma ei non pensava ad altro se non che Maruzza era morta fuori della sua casa, e cotesto non gli poteva [...]

[...] tanto stento ne restarono appena la metà, tornò a dire che così non poteva durare, a quella vita di fare e disfare; che era meglio di tentare un colpo [...]

[...] solo per levarsi dai guai tutti in una volta, e che là, dove era morta sua madre in mezzo a tutta quella porca miseria, non voleva più starci [...]

[...] allo stipite dell’uscio, si fece coraggio per dirgli: – A me non me ne importa dell’aiuto, purchè tu non ci lasci soli. Ora che non c’è più la [...]

[...] piace, gli disse alfine. – Finchè vivrò a quei ragazzi ci penserò io, quando non ci sarò più, il Signore farà il resto. La Mena, poichè ’Ntoni voleva [...]

[...] andarsene a ogni costo, gli metteva in ordine tutta la roba, come avrebbe fatto la mamma, e pensava che laggiù, in paese forestiero, suo fratello [...]

[...] non avrebbe avuto più nessuno che pensasse a lui, come compar Alfio Mosca. E mentre gli cuciva le camicie, e gli rattoppava i panni, la testa correva [...]

[...] lontano lontano, a tante cose passate, che il cuore ne era tutto gonfio. – Dalla casa del nespolo non posso passarci più – diceva quando stava a [...]

[...] se ne è andato mio padre, – disse infine la Nunziata la quale era andata a dirgli addio anche lei, e stava sull’uscio. Nessuno allora parlò più. Le [...]

[...] vicine venivano ad una ad una a salutare compare ’Ntoni, e poi stettero ad aspettarlo sulla strada per vederlo partire. Egli indugiava col fagotto [...]

[...] dietro Alessi facendosi coraggio, come il fratello era già lontano; e allora la Lia cominciò a strillare. – Così se n’è andato mio padre, disse [...]

[...] , e fece un saluto colla mano. Mena allora chiuse l’uscio, e andò a sedersi in un angolo insieme alla Lia, la quale piangeva a voce alta. – Ora ne [...]

[...] quelli che le volevano bene, ella si sentiva davvero un pesce fuori dell’acqua. E la Nunziata, là presente, colle sue piccine in collo, tornava a [...]

[...] a giornata qualcheduno, o compare Nunzio, che era carico di figliuoli, e aveva la moglie malata, o il figlio della Locca, il quale veniva a [...]

[...] scuoteva il capo tristamente. – Adesso ci avremmo da mangiare, io e mia madre e tutto il parentado, se fosse morto. Siamo stati a curarlo due [...]

[...] spesso a pagare lo zio Nunzio, o il figlio della Locca, e si doveva metter mano a quei soldi raccolti con tanta fatica per la casa del nespolo [...]

[...] . Ogni volta che Mena andava a pigliare la calza sotto la materassa, lei e il nonno sospiravano. Il povero figlio della Locca non ci aveva colpa [...]

[...] remi e colla vela allentata, il figlio della Locca diceva a padron ’Ntoni: – Fatemi spaccar della legna, o legar dei sarmenti; io posso lavorare [...]

[...] sino a mezzanotte se credete, come facevo collo zio Crocifisso. Non voglio rubarvela, la giornata. Allora padron ’Ntoni, dopo averci pensato su [...]

[...] un pezzo, col cuore stretto, si decise a parlare colla Mena di quel che doveva farsi oramai. Ella era giudiziosa come sua madre, e non c’era altri [...]

[...] compare Nunzio e del figlio della Locca; se no quei soldi della casa se ne sarebbero andati tutti a poco a poco. La Provvidenza era vecchia e aveva [...]

[...] sempre bisogno che ci spendessero dei denari per metterle delle toppe, e farla stare a galla. Più tardi, se tornava ’Ntoni e spirava un po’ di [...]

[...] Provvidenza. La domenica andò sulla piazza a parlarne a Piedipapera, dopo la messa. Compare Tino scrollava le spalle, dimenava il capo, diceva che [...]

[...] , era come certe donnaccie che sapeva lui, colle rughe sotto il corsetto; e tornava a darci dei calci nella pancia, col piede zoppo. Del resto il [...]

[...] la testa, con quell’ossessa della Vespa che gli faceva dannare l’anima, correndo dietro a tutti gli uomini che c’erano da maritare nel paese [...]

[...] . Infine, per la santa amicizia, sarebbe andato a parlarne allo zio Crocifisso, nel buon momento, se padron ’Ntoni voleva vendere ad ogni costo la [...]

[...] , tirandolo in disparte verso l’abbeveratoio, lo zio crocifisso rispondeva a spallate, e dimenava il capo come Peppinino, e voleva scappargli dalle [...]

[...] mani. Compare Tino, poveraccio, lo afferrava pel giubbone, perchè stesse a sentire per forza; gli dava delle scrollate; lo abbracciava stretto per [...]

[...] perchè non può tirare innanzi, ora che suo nipote l’ha piantato. Ma voi potreste darla in mano a compare Nunzio, o al figlio della Locca, che muoiono di [...]

[...] fame, e verrebbero a lavorare per niente. Tutto quello che buscheranno ve lo papperete voi. Siete una bestia, vi dico! La barca è ben conservata [...]

[...] , come se fosse nuova. Padron ’Ntoni se ne intendeva quando l’aveva fatta fare. Questo è un affare d’oro, come quello dei lupini; sentite a me! Ma [...]

[...] , senza darle salario, e vi prenderete anche la chiusa. Sentite a me, zio Crocifisso, questo è un altro affare come quello dei lupini! Padron ’Ntoni [...]

[...] cercare di indovinare se lo zio Crocifisso diceva di sì. Piedipapera veniva a dirgli quel che aveva potuto ottenere dallo zio Crocifisso, e poi tornava a [...]

[...] parlare con lui; e andava e veniva per la piazza come la spola nel telaio, tirandosi dietro la sua gamba storta, finchè riescì a metterli [...]

[...] d’accordo. – Benone! – diceva a padron ’Ntoni; e allo zio Crocifisso: – Per un pezzo di pane! – così combinò anche la vendita di tutti gli attrezzi, chè i [...]

[...] Malavoglia non sapevano che farsene, ora che non possedevano più una tavola sull’acqua; ma a padron ’Ntoni gli parve che gli strappassero le [...]

[...] budella dallo stomaco, come si portarono via le nasse, le reti, le fiocine, le canne, e ogni cosa. – Ci penserò io a trovarvi d’andare a giornata, voi [...]

[...] abbassa nobiltà». – Va bene, va bene, siamo intesi! conchiuse Piedipapera, e andò davvero a parlarne con padron Cipolla, nella spezieria, dove don [...]

[...] Silvestro era riusci- to a tirarli un’altra volta, lui, massaro Filippo e qualche altro pesce grosso, per discorrere degli affari del Comune, che [...]

[...] siete tanto ricco, potreste dargli del pane a quel poveraccio di padron ’Ntoni, – soggiungeva Piedipapera. – A voi non vi farebbe nulla di prenderlo a [...]

[...] un affar d’oro, sentite a me, padron Fortunato. Padron Fortunato, preso così in quel momento, non seppe dir di no; ma dopo che ebbero tirato e [...]

[...] stiracchiato un po’ sul prezzo; giacchè i tempi erano magri, gli uomini non avevano da lavorare, padron Cipolla faceva proprio un atto di carità a [...]

[...] prendersi padron ’Ntoni. – Sì, lo prendo se viene a dirmelo lui! Lo credereste che mi porta il broncio dacchè mandai in aria quel matrimonio di mio [...]

[...] anche Piedipapera, tutti, s’affretta- vano a dire che padron Fortunato aveva ragione. Brasi non gli lasciava più pace, dopo che gli avevano fatto [...]

[...] venire il pensiero di maritarlo, e correva dietro a tutte le donne come un gatto in gennaio, ch’era una sollecitudine continua pel povero padre. Ora [...]

[...] Cipolla, ora che suo padre se l’era rimorchiato di nuovo in casa pel colèra, e non andava a nascondersi più nella sciara, o per la chiusa, o dallo [...]

[...] scappava in casa com’ei compariva in capo alla straduccia, e andava a nascondersi dietro il basilico ch’era sulla finestra, con quegli occhioni neri che [...]

[...] se lo mangiavano di nascosto. Ma se Brasi si fermava a guardarla come un bietolone, gli voltava le spalle, col mento sul petto, tutta rossa, e gli [...]

[...] occhi bassi, masticandosi la cocca del grembiule, che ognuno se la sarebbe mangiata per pane. Infine, poichè Brasi non sapeva risolversi a [...]

[...] sulla porta ogni volta che vi vede passare, e poi va a dirlo a tutti; ma farebbe meglio a tener d’occhi quella civetta di sua figlia Barbara, che [...]

[...] l’ha ridotta come una piazza questa strada, tanta la gente che ci tira, e non va a dirlo quante volte passa e ripassa don Michele, per vedere la [...]

[...] Barbara alla finestra. Con queste chiacchiere Brasi non si muoveva più dalla straduzza, che non l’avrebbero mandato via neanche a bastonate, ed [...]

[...] era sempre là intorno, a gironzare colle braccia penzoloni, il naso in aria e la bocca aperta, come Giufà. La Mangiacarrubbe dal suo canto stava [...]

[...] , se fosse venuto a prenderlo a scapaccioni. – Questa è la mano di Dio per castigar la superbia di padron Fortunato, – diceva la gente. – Per lui [...]

[...] sarebbe stato cento volte meglio dare a suo figlio la Malavoglia, la quale almeno ci aveva quel po’ di dote, e non la spendeva in fazzoletti e [...]

[...] fazzoletto nero; e poi doveva anche badare a quella piccina, e farle da mamma, e non aveva chi l’aiutasse nelle faccenduole di casa, tanto che doveva [...]

[...] andare anche al lavatoio, e alla fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a giornata; sicchè non era più come Sant’Agata, quando nessuno [...]

[...] la vedeva, e stava sempre al telaio. Adesso aveva poco tempo da stare al telaio. Don Michele, dal giorno che la Zuppidda s’era messa a predicare [...]

[...] sul ballatoio, colla conocchia in mano, che voleva cavargli gli occhi con quella conocchia, se tornava a bazzicar da quelle parti per la Barbara [...]

[...] grande per loro, e ci si perdevano. Chiudevano l’uscio e mangiavano in santa pace. Poi si mettevano a sedere sulla porta, coi ginocchi fra le braccia [...]

[...] egli forse vi sarebbe morto; ma i denari ricominciavano a raggranellarsi, e i suoi ragazzi ci sarebbero tornati un giorno, ora che Alessi [...]

[...] cominciava a farsi uomo anche lui, ed era un buon figliuolo della pasta dei Malavoglia. Quando poi avrebbero maritato le ragazze e ricomperata la casa, se [...]

[...] potevano metter su anche la barca, non avevano più nulla a desiderare, e padron ’Ntoni avrebbe chiuso gli occhi contento. La Nunziata e la cugina [...]

[...] Anna venivano anche loro a sedersi lì accanto sui sassi, a chiacchierare dopo cena con quei poveretti, che erano rimasti soli e derelitti [...]

[...] anch’essi, talchè sembrava fossero parenti. La Nunziata pareva che fosse a casa sua, e ci conduceva i suoi piccini, come la chioccia. Alessi, seduto [...]

[...] accanto a lei le diceva: – O che l’hai finita oggi la tua tela? – oppure: – Lunedì ci andrai a vendemmiare da massaro Filippo? Ora che viene il tempo [...]

[...] Mena, e la Lia, quando sarà grande anche lei. Lia comincia a volere le vesti lunghe e i fazzoletti colle rose, e tu pure ci hai i tuoi ragazzi da [...]

[...] situare. Bisogna arrivare a comprare la barca; la barca poi ci aiuterà a comprare la casa. Il nonno vorrebbe avere un’altra volta quella del nespolo [...]

[...] , e anche a me mi piacerebbe, chè saprei dove andare a occhi chiusi, o di notte, senza battere il naso; e c’è il cortile grande per gli attrezzi, e in [...]

[...] due salti s’è al mare. Poi, quando le mie sorelle saranno maritate, il nonno verrà a stare con noi, e lo metteremo nella stanza grande del cortile [...]

[...] mano, non è vero? Quando tornerà mio fratello ’Ntoni gliela daremo a lui, e noi andremo a stare sul solaio. Tu non avrai che a scendere la [...]

[...] . – Ora ci hanno messo le cipolle nell’orto, e son venute grosse come arancie. – Che ti piacciono a te le cipolle? – Per forza mi piacciono. Aiutano a [...]

[...] . Allo zio Crocifisso non gliene importa di aver cavoli e lattughe, perchè ci ha l’altro orto di casa sua, e l’ha messo tutto a cipolle. Ma noi ci [...]

[...] anche lei; e poi si mise a cantare, mentre Alessi stava ad ascoltare, tutto intento. Infine disse: – Ma ancora c’è tempo. – Sì, affermò Alessi [...]

[...] un’altra volta ad aver delle barche sull’acqua, e a mettere i nostri letti laggiù, in quella casa, vedrete che bello starsi a riposare su quell’uscio [...]

[...] , la sera quando si torna a casa stanchi, e che la giornata è andata bene; e veder il lume in quella camera dove l’avete visto tante volte, e ci [...]

[...] mentre egli è lontano, non gli parrà vero quando tornerà, disse Mena, e verrà a cercarci qui. Padron ’Ntoni scosse il capo tristamente. – Ma ancora [...]

[...] non rispondeva nulla; ma tutto il paese sapeva che ’Ntoni doveva tornare ricco, dopo tanto tempo ch’era andato a cercar fortuna, e molti già lo [...]

[...] invidiavano, e volevano lasciar ogni cosa e andarsene a caccia della fortuna, come lui. Infine non avevano torto, perchè non lasciavano altro che [...]

[...] delle donnicciuole a piagnucolare; e solo chi non gli bastava l’animo di lasciare la sua donnicciuola, era quella bestia del figlio della Locca, che [...]

[...] tratto, si venne a sapere che era tornato ’Ntoni di padron ’Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava di farsi vedere senza [...]

[...] brontolava: – Adesso posso morire tranquillo, ora che quei ragazzi non rimarranno più soli e in mezzo a una strada. Ma per otto giorni ’Ntoni non ebbe [...]

[...] ricchezze che ha portato ’Ntoni di padron ’Ntoni? – E quelli che ci avevano messo un po’ di tempo a fare il fagotto, colle scarpe e le camicie, prima di [...]

[...] avventurarsi a quella minchioneria di lasciare il paese, si tenevano la pancia dal ridere. Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un [...]

[...] quelli che non hanno niente stanno a guardare a bocca aperta i ricchi e i fortunati, e lavorano per loro, come l’asino di compare Mosca, per un [...]

[...] , era di quelli che avevano acchiappato la fortuna, e la teneva negli scarabattoli, e si godeva il ben di Dio stando sulla porta della bottega, a [...]

[...] aveva insegnato suo padre a colui, di fare danari coll’acqua delle cisterne! Ma a ’Ntoni suo nonno gli aveva insegnato il mestiere di rompersi le [...]

[...] ora aveva aperto gli occhi, come i gattini dopo i quaranta giorni che son nati. «La gallina che cammina torna a casa colla pancia piena». Se non [...]

[...] altro egli se l’era riempita di giudizio, la pancia, e andava a raccontare quello che aveva imparato sulla piazza, nella bottega di Pizzuto, ed [...]

[...] tirato le orecchie, alla fin fine; ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano di andare a cercarsi quel po’ di bene che [...]

[...] presto a fare i denari della casa, – gli cantava sempre la canzone della casa. – Lo zio Crocifisso ha detto che non la darà ad altri. Tua madre [...]

[...] , poveretta, non ha potuto morirci, lei! Sulla casa potremo anche dare la dote a Mena. Poi, coll’aiuto di Dio, metteremo su un’altra barca; perchè, devo [...]

[...] dirtelo, alla mia età l’è dura andare a giornata, e vedersi comandare a bacchetta, quando si è stati padroni. Anche voi altri siete nati padroni [...]

[...] colèra, un altro guaio, e si mangiava la casa e la barca, e si tornava di nuovo a fare come le formiche. Bella cosa! E poi quando si aveva la casa e [...]

[...] sempre in carrozza, ecco quello che faceva. Gente appetto dei quali don Franco ed il segretario lavoravano come tanti asini a sporcar cartacce, e [...]

[...] a pestare l’acqua sporca nel mortaio. Almeno voleva sapere perchè al mondo ci doveva essere della gente che se la gode senza far nulla, e nasce [...]

[...] colla fortuna nei capelli, e degli altri che non hanno niente, e tirano la carretta coi denti per tutta la vita? Poi quella storia d’andare a giornata [...]

[...] non gli andava affatto, a lui ch’era nato padrone, l’aveva detto anche il nonno. Vedersi comandare a bacchetta, da gente che erano venuti su dal [...]

[...] nulla, che tutti lo sapevano, in paese, come avevano fatto i loro denari a soldo a soldo, sudando ed affaticandosi! A giornata ci andava proprio [...]

[...] mani sotto le ascelle nessuno gli diceva nulla. Là veniva anche a stirarsi le braccia Rocco Spatu, e Vanni Pizzuto, quando non aveva che fare, fra [...]

[...] discorreva di ciò che succedeva in paese, di quello che donna Rosolina aveva raccontato a suo fratello, sotto il sigillo della confessione, quando era [...]

[...] rubate a suo fratello il vicario, e si sarebbe saputo il motivo per cui aveva dato in mano a don Silvestro quel denaro, per sua vergogna! – Poi [...]

[...] , osservò Pizzuto, donde l’erano venute le 25 onze a donna Rosolina? «Roba rubata non dura». – Almeno erano sempre nella casa, diceva Spatu; se mia [...]

[...] madre avesse 12 tarì, e glieli prendessi, che passerei per ladro? Di ladro in ladro vennero a parlare dello zio Crocifisso, il quale aveva perso più [...]

[...] quegli anelli e di tutti quegli orecchini rimastigli in pegno, si maritava con la Vespa; la cosa era certa, che l’avevano visto persino andare a [...]

[...] . Gli orecchini e le collane alla fin fine sono d’oro e d’argento colato, e avrebbe potuto andare a venderli alla città; anzi ci avrebbe guadagnato il [...]

[...] Spatu. – A me non me ne importa; perchè chi si fida di quelle canaglie di femmine, è un porco. Per me la mia innamorata è la Santuzza, che mi fa [...]

[...] ! esclamò ’Ntoni. – Brasi Cipolla, da qui a cent’anni che muore suo padre, se Dio vuole, sarà ricco come un maiale, disse Spatu. – Adesso suo padre fa il [...]

[...] ? Qui prese parte al discorso lo speziale, il quale veniva a fumare la sua pipa sulla riva, dopo desinare, e pestava l’acqua nel mortaio che così [...]

[...] avevano insegnato a leggere, perciò andava anche lui sulla porta della spezieria, a sentire quello che diceva il giornale, e a chiacchierare collo [...]

[...] . Don Franco, arrivando sul greto quando gli amici tenevano quei discorsi, ammiccava a ’Ntoni Malavoglia, il quale rimendava le maglie delle reti [...]

[...] certuni abbiano a rompersi la schiena contro i sassi, e degli altri stiano colla pancia al sole, a fumar la pipa, mentre gli uomini dovrebbero essere [...]

[...] ammiccava di soppiatto a ’Ntoni. – Non ha niente da fare, e ogni giorno ha i suoi quattro tarì di soldo. – Quello che dico sempre! ripeteva lo [...]

[...] speziale tirandosi la barba. – Tutto il sistema è così; pagar degli sfaccendati per non far niente, e farci le corna, a noi che li paghiamo! ecco che [...]

[...] cos’è. Della gente che ha quattro tarì al giorno per stare a passeggiare sotto le finestre della Zuppidda; e don Giammaria che si pappa la lira al [...]

[...] giorno per andare a passeg- giare di qua e di là. Io vorrei essere guardia doganale. – Ecco! ecco! esclamò don Franco cogli occhi che gli schizzavano [...]

[...] il nipote gli arrivava a casa ubbriaco, la sera, faceva di tutto per mandarlo a letto senza che gli altri se ne avvedessero, perchè questo non [...]

[...] dormire l’altro; tanto, non sarebbe stato buono a nulla. ’Ntoni da prima se ne vergognava, e andava ad aspettarli sulla riva appena tornavano, colla [...]

[...] testa bassa. Ma poco a poco ci fece il callo, e diceva fra di sè: – Così domani faremo ancora domenica! Il povero vecchio cercò tutti i mezzi di [...]

[...] faremo? ’Ntoni restava a capo chino, o brontolava fra i denti; ma l’indomani tornava da capo, e una volta glielo disse: – Che volete? almeno quando non [...]

[...] per andar lontano. E son vecchio!... Quando il nonno riesciva a toccargli il cuore, ’Ntoni si metteva a piangere. I fratelli, che sapevano [...]

[...] a piangere cheta cheta accanto al focolare; tanto che ’Ntoni disse alla fine: – Non voglio andarci più all’osteria, neanche se m’ammazzano! E tornò [...]

[...] a lavorare di buonavoglia come prima; anzi, si alzava prima degli altri, e andava ad aspettare il nonno alla marina, che ci volevano due ore a far [...]

[...] andare in piazza, per non vedere l’osteria da lontano e gli amici che lo chiamavano. Ma si rompeva le mascelle a sbadigliare tutto quel giorno in [...]

[...] come suo fratello Alessi e la Nunziata, o a spazzare la casa come Mena, e nemmeno un vecchio come il nonno per divertirsi ad accomodare i barilotti [...]

[...] voci e le risate all’osteria. Tanto che andò a dormire per non sapere che fare, e il lunedì tornò a fare il muso lungo. Il nonno gli diceva: – Per [...]

[...] mai la domenica! e gli cascava il cuore per terra a pensare che tutti i giorni fossero dei lunedì. Sicchè, quando tornava dal mare, la sera, non [...]

[...] aveva voglia nemmeno d’andare a dormire, e si sfogava a scorazzare di qua e di là colla sua disgrazia, tanto che infine venne a capitare di nuovo [...]

[...] all’osteria. Prima, allorchè tornava a casa malfermo sulle gambe, si ficcava dentro mogio mogio, facendosi piccino e balbettando delle scuse, o [...]

[...] sottovoce d’entrare dalla cucina che in casa c’era il nonno. – A me non me ne importa! rispondeva. Il giorno dopo si levava stravolto e di cattivo [...]

[...] umore; e cominciava a gridare e bestemmiare dalla mattina alla sera. Una volta successe una brutta scena. Il nonno, non sapendo più che fare per [...]

[...] ragazzo, il povero vecchio: – Oh ’Ntoni! non ti rammenti che qui c’è morta tua madre? Perchè vuoi darle questo dolore a tua madre, di vederti fare la [...]

[...] all’anno zoppica». Non ti rammenti quella notte del colèra che eravamo qui tutti davanti a quel lettuccio, ed ella ti raccomandava Mena e i ragazzi [...]

[...] venire a casa, andava per la via, fermandosi dietro gli usci, colle spalle appoggiate al muro, stanco morto, insieme a Rocco Spatu e Cinghialenta; e [...]

[...] si metteva a cantare con loro, per scacciare la malinconia. Infine il povero padron ’Ntoni non osava più mostrarsi per le strade dalla vergogna [...]

[...] . Il nipote invece, per evitare le prediche, veniva a casa colla faccia scura; così non gli rompevano la devozione con le solite prediche. Già le [...]

[...] prediche se le faceva da sè stesso, a voce bassa, ed era tutta colpa della sua disgrazia che l’aveva fatto nascere in quello stato. E andava a [...]

[...] sfogarsi collo speziale e con altri di quelli che avevano un po’ di tempo per chiacchierare dell’ingiustizia sacrosanta che ci è a questo mondo in [...]

[...] ogni cosa; che se uno va dalla Santuzza, per dimenticare i suoi guai, si chiama ubbriacone; mentre tanti altri che si ubbriacano a casa di vin buono [...]

[...] non hanno guai per la testa, nè nessuno che li rimproveri o faccia loro la predica di andare a lavorare, giacchè non hanno nulla da fare, e son [...]

[...] ! diceva lo speziale a don Silvestro, e a padron Cipolla, e a chi voleva sentirlo. – Vede le cose all’ingrosso, così alla carlona, ma il sugo c’è [...]

[...] Catania. Però ’Ntoni si seccava a leggere; prima di tutto perchè era una fatica, e quand’era soldato gli avevano insegnato a leggere per forza [...]

[...] tutte quelle chiacchiere stampate non gli mettevano un soldo in tasca. Che gliene importava a lui? Don Franco glielo spiegava lui perchè avrebbe [...]

[...] per fare la rivoluzione? Don Franco allora si stringeva nelle spalle, e se ne andava indispettito a pestare l’acqua sporca nel mortaio; giacchè con [...]

[...] strada del Nero, onde far dispetto alla Zuppidda, la quale stava a guardia di sua figlia colla conocchia in mano. Intanto don Michele per non perdere [...]

[...] i suoi passi, aveva gettato gli occhi su di Lia, la quale si era fatta una bella ragazza anche lei, e non aveva nessuno che le stesse a guardia [...]

[...] era vanerella peggio di suo fratello ’Ntoni, e le piaceva starsene sulla porta a far vedere il fazzoletto colle rose, che ognuno le diceva [...]

[...] aspettare il fratello che tornava a casa ubbriaco, si sentiva così stanca ed avvilita che le cascavano le braccia quando voleva tirare in casa la [...]

[...] . Non lo vedi come è andato a finire mio fratello, che non lo vogliono nemmeno i cani! – Se ’Ntoni avesse fegato, andava dicendo Piedipapera, se lo [...]

[...] Michele, aveva preso a ben volere ’Ntoni, per quel modo di portare il berretto sull’orecchio, e di dondolare le spalle camminando che aveva preso [...]

[...] a pugni con quegli avventori della malannata, che cercano il pelo nell’uovo all’ora del conto, e gridano e bestemmiano prima di pagare. Cogli [...]

[...] amici della taverna invece era allegro e chiacchierone, e teneva d’occhio anche il banco, allorchè la Santuzza andava a confessarsi. Sicchè, tutti [...]

[...] colà gli volevano bene come se fosse a casa sua; tranne lo zio Santoro il quale lo guardava di malocchio, e borbottava, fra un’avemaria e l’altra [...]

[...] zio Santoro, quando poteva chiapparla un momento a quattr’occhi. Di don Michele ne hai sempre bisogno. Massaro Filippo m’ha detto dieci volte che è [...]

[...] voleva perdonare a don Michele quella partaccia che gli aveva fatta colla Zuppidda, dopo tanto tempo ch’era stato trattato come un canonico [...]

[...] nell’osteria, per l’amore dei suoi galloni; e ’Ntoni Malavoglia, senza galloni, valeva dieci volte don Michele; a lui, quello che gli dava, glielo dava di [...]

[...] sarebbe che tu morissi di fame, gli diceva il nonno, e che avessimo a morire tutti oggi stesso! – Infine nessuno parlava più, seduti dov’erano, e [...]

[...] voltandosi le spalle. Padron ’Ntoni era ridotto a non aprir bocca, per non litigare col nipote; e ’Ntoni poi, quand’era stanco della predica [...]

[...] , piantava lì tutti della paranza, a piagnucolare, e se ne andava a trovar Rocco o compare Vanni, coi quali si stava allegri e se ne trovava sempre [...]

[...] e gli zufoli di canna, a fare il baccano e un casa del diavolo sino a mezzanotte, talchè la Vespa l’indomani s’alzò più verde del solito, e se la [...]

[...] aveva fatto la Vespa con quel vestito nuovo che costava denari. La Vespa era sempre a spendere e spandere, che se l’avessero lasciata fare [...]

[...] moglie gli piantava le unghie sulla faccia, e gli gridava che voleva aver le chiavi lei, e non voleva star sempre a desiderare un pezzo di pane e un [...]

[...] crepacuore prima del tempo, per scialacquarsi allegramente la roba che egli aveva stentato tanto a raggranellare! Lui pure, se avesse saputo tutto [...]

[...] orecchie di suo figlio nelle mani. Lo zio Crocifisso a quel discorso si cacciava le mani nei capelli anche lui, e diceva che la Mangiacarrubbe [...]

[...] l’aveva rovinato a non rapire Brasi una settimana prima. – Questa è stata la volontà di Dio! andava dicendo picchiandosi il petto; la volontà di Dio [...]

[...] è stata che io m’avessi a pigliare la Vespa per castigo dei miei peccati! – E dei peccati doveva avercene grossi assai, perchè la Vespa gli [...]

[...] ronzavano sempre attorno a tentarla come ci avesse il miele nelle gonnelle. – Se fosse vero andrei a chiamarglielo io stesso colui! borbottava lo [...]

[...] zio Crocifisso; – purchè me la levasse davanti! E diceva pure che avrebbe pagato qualche cosa a Vanni Pizzuto o a ’Ntoni Malavoglia perchè gli [...]

[...] mestiere lo faceva dove era grasso, e ci mangiava e beveva, che era un piacere a vederlo. Ora portava la testa alta, e se la rideva se il nonno gli [...]

[...] diceva qualche parola a bassa voce; adesso era il nonno che si faceva piccino, quasi il torto fosse suo. ’Ntoni diceva che se non lo volevano in casa [...]

[...] sapeva dove andare a dormire, nella stalla della Santuzza; e già non spendevano nulla a casa sua per dargli da mangiare. Padron ’Ntoni, e Alessi, e [...]

[...] quale si sarebbe andati a crepare allegramente di fame! tanto lui un soldo non l’avrebbe voluto; povero diavolo per povero diavolo, preferiva godersi [...]

[...] fresco, e la piazza per passeggiare, e gli scalini della chiesa per stare a chiacchierare, e lo stradone per veder passare la gente e sentir le [...]

[...] notizie, e l’osteria per mangiare e bere cogli amici. Poi quando gli sbadigli vi rompevano le mascelle, si giocava alla mora, o a briscola; e quando [...]

[...] infine si aveva sonno, ci era lì la chiusa dove pascevano i montoni di compare Naso, per sdraiarsi a dormire il giorno, o la stalla di comare suor [...]

[...] Mariangela quand’era notte. – Che non ti vergogni di far questa vita? gli disse alfine il nonno, il quale era venuto apposta a cercarlo colla [...]

[...] la passate forse meglio di me a lavorare, e ad affannarvi per nulla? È la nostra mala sorte infame! ecco cos’è! Vedete come siete ridotto, che [...]

[...] sembrate un arco di violino, e sino a vecchio avete fatto sempre la stessa vita! Ora che ne avete? Voi altri non conoscete il mondo, e siete come i [...]

[...] gattini cogli occhi chiusi. E il pesce che pescate ve lo mangiate voi? Sapete per chi lavorate, dal lunedì al sabato, e vi siete ridotto a quel modo [...]

[...] che non vi vorrebbero neanche all’ospedale? per quelli che non fanno nulla, e che hanno denari a palate lavorate! – Ma tu non ne hai denari, nè io [...]

[...] ne ho! Non ne abbiamo avuti mai, e ci siamo guadagnato il pane come vuol Dio; è per questo che bisogna darsi le mani attorno, a guadagnarli, se no [...]

[...] andare a creparvi. – No! no! esclamò il vecchio tutto giulivo, e gettandogli al collo le braccia rattratte come radiche di vite. I denari per la [...]

[...] colle rose, o insieme alla Nunziata, e alla cugina Anna, quando esse facevano la carità di venire a cianciare un po’; giacchè la cugina Anna ci [...]

[...] padre l’aveva piantata per andarsene a cercare fortuna altrove. Le poverette s’intendevano fra di loro appunto per questo, quando discorrevano a [...]

[...] . Don Michele di tanto in tanto si fermava a salutarle o a dir qualche barzelletta; tanto che le donne si erano addomesticate col berretto gallonato [...]

[...] , e non ne avevano più paura: anzi la Lia s’era lasciata andare a dire anche lei le barzellette, e ci rideva sopra; nè la Mena osava sgridarla, o [...]

[...] Michele con tutto il suo berretto gallonato non sdegnava di fermarsi sulla porta dei Malavoglia a far quattro chiacchiere. E se don Michele trovava [...]

[...] orecchini lunghi; chè allora, in parola d’onore, gli fareste tenere il candeliere a molte signore della città. – La veste di lana e seta non fa per me, don [...]

[...] aggiungeva: – Permettete? – colla mano nel berretto, e si metteva a sedere lì vicino sui sassi, mentre non aveva da fare. Mena credeva che volesse [...]

[...] , sulla santa parola d’onore! Pensava a tutt’altro lui, se non lo sapeva comare Lia!... E si fregava il mento, o si stirava i baffi guardandola come il [...]

[...] sulla porta, e don Michele sui sassi, sminuzzando qualche sterpolino per non sapere che fare, e le domandava: – Che ci verreste a stare nella città [...]

[...] ? – Che verrei a farci nella città? – Quello è il posto per voi! Voi non siete fatta per star qui, fra questi villani, in parola d’onore! Voi [...]

[...] siete una roba fine e di prima qualità, e siete fatta per stare in una bella casetta, e andare a spasso alla Marina e alla Villa, quando c’è la [...]

[...] d’onore! e non vedo l’ora di essere traslocato, che mi hanno promesso di richiamarmi alla città coll’anno nuovo. Lia si metteva a ridere della burla [...]

[...] fuori in gran mistero un bel fazzoletto giallo e rosso, colla sua brava carta, che l’aveva avuto da un contrabbando, e voleva regalarlo a comare Lia [...]

[...] di don Michele, Lia correva a ficcarsi in casa, per paura che volesse darle il fazzoletto. Don Michele aveva un bel passare e ripassare, e far [...]

[...] alla fine si decise ad entrare. Le ragazze, come se lo videro dinanzi, rimasero a bocca aperta, tremando quasi avessero la terzana, e senza [...]

[...] io sono tornato pel bene che voglio a voi altri. Che cosa fa vostro fratello ’Ntoni? Anche Mena si faceva rossa, quando le domandavano che cosa [...]

[...] facesse suo fratello ’Ntoni, perchè non faceva nulla. E don Michele continuò: – Ho paura che vi dia qualche dispiacere, a tutti voi altri, vostro [...]

[...] fratello ’Ntoni. Io vi sono amico e chiudo gli occhi; ma quando verrà qui un altro brigadiere in vece mia, vorrà sapere che cosa va a fare vostro [...]

[...] fratello con Cinghialenta, la sera, verso il Rotolo, e con quell’altro buon arnese di Rocco Spatu, quando vanno a passeggiare nella sciara, come se [...]

[...] avessero delle scarpe da buttar via. Aprite bene gli occhi anche voi a quel che vi dico ora, comare Mena; e ditegli pure che non bazzichi tanto con [...]

[...] bene che vostro nonno non lo facesse andare a passeggiare nella sciara, perchè la sciara non è fatta per andarci a passeggiare, e gli scogli del [...]

[...] l’imbrunire, come se andassero a pescar pipistrelli. Ditegli questo, comare Mena, e ditegli pure che chi gli dà quest’avvertimento è un amico il quale [...]

[...] vi vuol bene. Quanto a compare Cinghialenta e Rocco Spatu, ed anche Vanni Pizzuto, son tenuti d’occhio. Vostro fratello si fida di Piedipapera, e [...]

[...] non sa che le guardie doganali hanno il tanto per cento sui contrabbandi, e per sorprenderli bisogna dar la parte a uno della combriccola e farlo [...]

[...] cantare per chiapparla. Di Piedipapera questo solo rammentategli: – Gli disse Gesù Cristo a San Giovanni, «degli uomini segnati guàrdatene!». Lo [...]

[...] a fare con quelli del berretto gallonato. Don Michele allora la prese per mano onde farle animo, e seguitò: – Se si sapesse che son venuto a [...]

[...] dirvi tutto questo, sarei fritto. Io mi giuo- co il mio berretto gallonato, per il bene che vi voglio a voi altri Malavoglia. Ma non mi piace che [...]

[...] nella notte, aspettando il fratello dietro l’uscio sino a tardi, tremando di freddo e di paura, mentre egli andava cantando per le strade con [...]

[...] che c’era stata la caccia delle quaglie a due piedi. – Tu va a dormire, ripeteva Mena alla sorella. Tu sei troppo giovane, e certe cose non devi [...]

[...] saperle. Al nonno non diceva nulla per non dargli quest’altro crepacuore; ma a ’Ntoni, quando lo vedeva un po’ calmo, che si metteva a sedere [...]

[...] tristamente sulla porta, col mento in mano, si faceva coraggio per chiedergli: – Cosa vai a fare sempre con Rocco Spatu e Cinghialenta? Guardati che ti [...]

[...] hanno visto sulla sciara e verso il Rotolo. Guardati di Piedipapera. Sai il detto dell’antico che gli disse Gesù Cristo a San Giovanni: «degli [...]

[...] . Poi si levava di là frettoloso, e se ne andava all’osteria, a smaltire l’uggia, e se incontrava quelli del berretto gallonato, faceva il giro lungo [...]

[...] per non vederli neanche nel battesimo. Già don Michele non sapeva nulla, e parlava a casaccio, onde fargli paura, per la bizza che ci aveva contro [...]

[...] qualche maniera, così grasso e pasciuto! e non aveva altro da fare che metter le mani addosso a qualche povero diavolo, se si industriava a [...]

[...] volevano; ma gli altri, se cercavano a rischio della pelle di fare come volevano, per sbarcare la loro roba, passavano per ladri, e li cacciavano peggio [...]

[...] . – E di quegli impiegati di Satanasso! – aggiungeva il vicario. A don Giammaria gli cuoceva tuttora delle venticinque onze che gli erano scappate di [...]

[...] casa. Ora donna Rosolina aveva perso anche la testa, colle venticinque onze, e correva dietro a don Michele, per farsi mangiare il resto. Come lo [...]

[...] fate pagare a sangue d’uomo? rimbeccava il vicario colla schiuma alla bocca. Don Franco aveva imparato a ridere come don Silvestro, per far dannare [...]

[...] l’anima a don Giammaria; e continuava senza dargli retta, chè aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli perdere la tramontana: – In mezz’ora [...]

[...] si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno [...]

[...] , sempre là per i piedi, dacchè non va più a scaldare le panche della Santuzza. – Per questo ce l’ha con me, entrava a dire ’Ntoni; è arrabbiato come un [...]

[...] , chè non voglio pasticci nella mia spezieria. Al Governo non parrebbe vero di tirarmi nell’imbroglio pei capelli; ma a me non mi piace aver che [...]

[...] vino all’osteria! Le diceva che gli avventori cominciavano a diradare come le mosche a Sant’Andrea, dacchè non ci trovavano più il vino di massaro [...]

[...] di ’Ntoni Malavoglia? Non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto? Tu lo ingrassi meglio di un maiale, e poi va a fare il cascamorto colla [...]

[...] sei in collera con don Michele. Una cosa che non è buona nè per l’anima nè pel corpo. La gente comincia perfino a mormorare che a ’Ntoni gli fai la [...]

[...] carità pelosa, giacchè massaro Filippo non ci viene più, e vedrai come andrà a finire! Vedrai che arriverà all’orecchio del vicario, e ti [...]

[...] da riporre in serbo nel piatto, non lo dava più a lui, e gli metteva dell’acqua sporca nei fondi di bicchieri; sicchè ’Ntoni alla fine cominciò a [...]

[...] dovuto far lui, e aiutare un po’ nella casa, a spaccar legna o a soffiare nel fuoco, invece di starsene come un lazzarone a vociare e dormire colla [...]

[...] testa fra le braccia, o a sputacchiare per terra dappertutto, che faceva un mare e non si sapeva più dove mettere i piedi. ’Ntoni un po’ andò a [...]

[...] spaccar legna, brontolando, o a soffiare nel fuoco, per fare meno fatica. Ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane, peggio di quello che [...]

[...] faceva un tempo a casa sua, per vedersi trattare peggio di un cane a sgarbi e parolacce, in grazia di quei piatti sporchi che gli davano da [...]

[...] don Michele era tornato a girandolare davanti l’osteria, che l’aspettava anche sulla piazza, quando andava a confessarsi, e lo zio Santoro gli [...]

[...] gridava dietro per salutarlo, quando sentiva la sua voce, e andava a cercarlo fin nella bottega di Pizzuto, tastando i muri col bastone per trovar [...]

[...] la strada. La Santuzza allora cominciò a fare il diavolo, e rispondergli che era venuto apposta per farle fare peccati, mentre aveva l’ostia in [...]

[...] quando ho saputo che correte dietro le donnacce come la Vespa e la Mangiacarrubbe, ora che sono malmaritate. Correte a trovarle, che ora ci hanno il [...]

[...] truogolo in casa, e cercano il maiale. – Ma ’Ntoni giurava che non era vero, e a lui non gliene importava di queste cose; alle femmine non ci [...]

[...] Santoro. Non vedi come è attaccato al pane che ti mangia? Bisogna rompere la pentola per aggiustarla. Bisogna farlo mettere fuori a pedate. Massaro [...]

[...] farlo entrare di contrabbando come prima! – E tornava a cercare massaro Filippo nella bottega di Pizzuto, tastando i muri col bastone. Sua figlia [...]

[...] faceva la sdegnosa, protestando che non avrebbe mai piegato il capo a don Michele, dopo la partaccia che colui le aveva fatto. – Lascia fare a me [...]

[...] che l’aggiusto io! assicurava lo zio Santoro. – Farò le cose con giudizio. Non ti lascerei fare la figura di tornare a leccare gli stivali a don [...]

[...] davano all’osteria, giacchè a casa sua non osava comparire, e quei poveretti intanto pensavano a lui quando mangiavano la loro minestra senza appetito [...]

[...] l’ultimo colpo per me che sono vecchio! – ripeteva il nonno; e chi lo vedeva passare colle reti in spalla, per andare a giornata, diceva: – Questa è [...]

[...] prendersi in moglie la sorella di ’Ntoni Malavoglia. ’Ntoni, ora che era in miseria, non aveva più ritegno di mostrarsi insieme a Rocco Spatu e a [...]

[...] Cinghialenta per la sciara e verso il Rotolo, e a discorrere sottovoce fra di loro, colla faccia scura, a guisa di lupi affamati. Don Michele [...]

[...] tornava a dire alla Mena: – Vostro fratello vi darà qualche dispiacere, comare Mena! Mena era ridotta ad andare a cercare il fratello sulla sciara [...]

[...] : – No! È don Michele che mi vuol male, te l’ho detto. Sta sempre a macchinar birbonate contro di me collo zio Santoro. Li ho sentiti io nella bottega [...]

[...] pensa a noi che non abbiamo più nessuno! – Niente! Voglio svergognare lui e la Santuzza davanti a tutto il paese, quando vanno alla messa! Voglio [...]

[...] bel piangere e un bel pregare, egli tornava a dire che non aveva nulla da perdere, e dovevano pensarci gli altri più di lui; che era stanco di [...]

[...] fare quella vita, e voleva finirla – come diceva don Franco. E siccome all’osteria lo vedevano di malocchio, andava a girandolare per la piazza [...]

[...] , specialmente la domenica, e si metteva sugli scalini della chiesa per vedere che faccia facevano quei svergognati che venivano lì a gabbare il mondo, e [...]

[...] rosario in mano, andava a pregare il signore di liberarla di quel castigo di Dio di suo marito; e ’Ntoni sghignazzava loro dietro: – Ora che l’hanno [...]

[...] pescato il marito non hanno più bisogno di nulla. Ci è chi deve pensare a dar loro da mangiare! Lo zio Crocifisso aveva persa anche la devozione [...]

[...] l’anima. – Questo è l’ultimo anno per me! andava piagnucolando; e adesso correva a cercare padron ’Ntoni, e gli altri disgraziati al pari di lui [...]

[...] pure: – Almeno la Mangiacarrubbe non ne compra più collane e fazzoletti di seta, ora che ha acchiappato il marito. La vedete come viene a messa con [...]

[...] una vesticciuola di cotonina! – A me non me ne importa della Mangiacarrubbe, ma avrebbero dovuto bruciarla viva anche lei, con tutte le altre donne [...]

[...] gridando che vuole pigliarsi piuttosto una di mezzo alla strada, piuttosto che lasciar godere la roba sua a quella pezzente la quale gli ha rubato [...]

[...] il figliuolo. Io per me gli regalerei la Vespa, se la volesse! Tutte le stesse! e guai a chi ci capita, per sua disgrazia! che il Signore leva il [...]

[...] lume. Vedete don Michele, che va nella strada del Nero, per far l’occhietto con donna Rosolina; cosa gli manca a costui? Rispettato, ben pagato [...]

[...] terrazzino in mezzo ai suoi pomidoro, a fargli l’occhio di pesce morto. A don Michele non gliene importa nulla dei denari del vicario. Lo so io cosa va [...]

[...] a fare nella strada del Nero! – Dunque cosa pretendete per la casa, tornò a dire padron ’Ntoni. – Ne parleremo, ne parleremo quando saremo dal [...]

[...] per la testa – ripeteva Piedipapera, cacciando fuori tanto di lingua dietro le spalle di padron ’Ntoni, e accennando coll’occhio a suo nipote, il [...]

[...] quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiataccie sullo zio Santoro, il quale aveva preso a [...]

[...] chiesa, dicendo all’uno: – Il Signore vi dia la provvidenza! e a quell’altro: – Tanta salute! – e come gli passò accanto don Michele gli disse pure [...]

[...] tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: – Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. – E come massaro [...]

[...] che della Santuzza. Certuni non sanno star soli neppure in paradiso! Allora ’Ntoni Malavoglia masticava bile, vedendosi scacciato a pedate fuori [...]

[...] della bettola peggio di un cane rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno [...]

[...] , coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda fra le gambe e il muso a [...]

[...] soldo, gli ridevano sul naso, dalla porta della taverna, facendogli le corna; e venivano a parlargli sottovoce, tirandolo pel braccio verso la [...]

[...] sciara e parlandogli nell’orecchio. Egli tentennava sempre a dir di sì, come un minchione che era. Allora gli rinfacciavano: – Ti sta bene a morir di [...]

[...] fame, lì davanti, e a vederti far le corna sotto agli occhi tuoi stessi da don Michele, carogna che sei! – Sangue di Giuda! non dite così! gridava [...]

[...] , sghignazzando; tanto che infine gli fecero montare la mosca al naso; e andò a piantarsi proprio nel bel mezzo dell’osteria, giallo come un morto [...]

[...] minchione si sentiva cuocere il fegato, e gli rideva e gli sghignazzava sul mostaccio, a lui e alla Santuzza; e sputava sul vino che beveva [...]

[...] , dicendo che era tossico di quello che avevano dato a Gesù sacramentato! – E battezzato per giunta, che la Santuzza ci aveva messa l’acqua, ed era una [...]

[...] vera minchioneria venire a lasciarsi rubare i soldi in quella bettolaccia; per questo ei non ci veniva più! – La Santuzza, toccata nel debole, non [...]

[...] seppe più contenersi, e gli disse che non ci veniva più perchè erano stanchi di mantenerlo per carità, che erano stati costretti a cacciarlo fuori [...]

[...] dell’uscio colla scopa, tanto era affamato. Allora ’Ntoni cominciò a fare il diavolo, gridando e rompendo i bicchieri, che l’avevano messo fuori [...]

[...] ! – intanto che la Santuzza faceva piovere i bicchieri e le mezzette addosso a tutti e due. Così finalmente si azzuffarono, e cominciarono a darsi [...]

[...] dei pugni, e a rotolarsi sotto le panche, che volevano mangiarsi il naso, mentre la gente li prendeva a calci e a pugni per separarli; e ci riescì [...]

[...] infine Peppi Naso colla cinghia di cuoio che s’era levata dai calzoni, e dove arrivava levava il pelo. Don Michele si spolverò la montura, andò a [...]

[...] di pescar merluzzi a mezzanotte, e dove ’Ntoni andava a ronzare, con Rocco Spatu, e Cinghialenta, ed altri malarnesi, colla pipa in bocca, che le [...]

[...] Mena, – aveva detto don Michele un’altra volta passando dalla strada del Nero; – ditegli a vostro fratello di non andarci di notte al Rotolo, con [...]

[...] che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sotto le panche all’osteria; inoltre gli aveva promesso di dargli il resto quando l’incontrava, e non [...]

[...] figlio della Locca. Avevano passato la sera all’osteria, a bere e schiamazzare, che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza non avrebbe [...]

[...] potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei soldi in tasca e li faceva ballare nella mano. Don Michele era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu [...]

[...] . ’Ntoni Malavoglia se la godeva anche a far sbadigliare la Santuzza, la quale dormicchiava dietro i bicchieri, colla testa posata su quei cuscini [...]

[...] vino chiacchierone; mentre Rocco, pieno come una botte, non fiatava più, colle spalle al muro. Lo zio Santoro intanto a tastoni aveva ritirato il [...]

[...] lume e chiudeva la porta. – Ora andatevene che ho sonno; disse la Santuzza. – Io non ho mica sonno io! Massaro Filippo a me mi lascia dormire la [...]

[...] notte. – A me non me ne importa se vi lascia dormire; ma non voglio che mi prendano la multa per amor vostro, se mi trovano l’uscio aperto a quest’ora [...]

[...] , sangue della madonna! La Santuzza intanto lo aveva preso per le spalle e lo spingeva fuori dell’uscio – Andate a dirglielo voi stesso; e andate a [...]

[...] ! Non lo sai quello che abbiamo da fare? Al figlio della Locca allora gli venne una gran voglia di mettersi a piangere, al buio. – È ubbriaco [...]

[...] condurre da compare Cinghialenta, seguitando a sbuffare, mentre sguazzava nelle pozzanghere, e sacramentava che se incontrava don Michele voleva [...]

[...] dargli quello che gli aveva promesso. Tutt’a un tratto si trovò davvero naso a naso con don Michele, il quale ronzava lì intorno anche lui, colla [...]

[...] bottega di Pizzuto. Arrivati dietro l’uscio, adesso che don Michele era ben lontano, ’Ntoni volle a forza che si fermassero per udire quello che diceva [...]

[...] nessuno venga a vedere come mi guadagno il pane, sangue di un cane! Là si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del muro, intanto che lo [...]

[...] figlio della Locca. – Bisogna bere qualche cosa, col tempo che fa; rispose Rocco Spatu. Se no ci romperemo il naso nella sciara. Cinghialenta si mise a [...]

[...] brontolare: – Come se andassimo a giuocare! Ora vi farò dare dell’acqua col limone da mastro Vanni. – Io non ho bisogno dell’acqua col limone [...]

[...] ! saltò su ’Ntoni; e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di voi altri! Compare Pizzuto non voleva aprire a quell’ora, e rispondeva che era in [...]

[...] letto; ma siccome continuavano a picchiare, e minacciavano di svegliare tutto il paese e di far correre la guardia a mettere il naso nei fatti loro [...]

[...] , si fece dare la voce e venne ad aprire in mutande. – Che siete pazzi a picchiare in questo modo? esclamava. Or ora ho visto passare don Michele [...]

[...] guardandolo negli occhi: ’Ntoni fece una spallata; e Vanni, mentre si faceva da parte per lasciarli entrare, ammiccò a Rocco e a Cinghialenta: – È stato [...]

[...] dalle Malavoglia, soffiò loro nell’orecchio. – L’ho visto escire io! – Buon prò, rispose Cinghialenta; ma bisognerebbe dire a ’Ntoni che raccomandi [...]

[...] a sua sorella di trattenere don Michele tutta la notte, quando abbiamo da fare... – Che cosa volete da me? chiese ’Ntoni colla lingua grossa [...]

[...] detto che per questa sera la roba è là, ma sarà un affare grosso sbarcarla con questo tempo. – Tanto meglio; così nessuno ci vede a sbarcarla [...]

[...] un momento di silenzio, e compare Vanni, per finirla, andò a riempire tre bicchieri di erbabianca. – Me ne impipo delle guardie! esclamò Rocco [...]

[...] Spatu dopo che ebbe bevuto. – Peggio per loro se vengono a mettere il naso nei fatti miei; ho qui il mio temperino che non fa tanto chiasso come le [...]

[...] loro pistole. – Noi ci buschiamo il pane come possiamo, e non vogliamo far male a nessuno! aggiunse Cinghialenta. – O che uno non è più padrone di [...]

[...] farsi sbarcare la roba dove vuole? – Loro stanno a spasso come i ladri, per farsi pagare il dazio di ogni fazzoletto da naso che volete portare a [...]

[...] terra, e nessuno li prende a schioppettate; aggiunse ’Ntoni Malavoglia. – Sapete cos’ha detto don Giammaria? che rubare ai ladri non è peccato. E i [...]

[...] . Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca, giallo come un morto. – Che sei già ubbriaco? gli [...]

[...] chiese Cinghialenta. – No, rispose lui, non ho bevuto. – Esciamo fuori che l’aria aperta farà bene a tutti. Buona notte a chi resta. – Un momento [...]

[...] corna, e andò a portare la roba in casa di don Silvestro. Don Silvestro non si contenterebbe mai di quel che gli dareste di sua parte, col pretesto [...]

[...] che arrischia di perdere il posto; ma con me non avete questo timore, e mi darete quel ch’è giusto. E sì che a compare Piedipapera non gli ho mai [...]

[...] un’altra volta non voglio passar per minchione, e andrò a contare a don Michele tutte queste bricconate. – No, no! compare Vanni; non c’è bisogno [...]

[...] d’andarle a contare a don Michele! E Piedipapera s’è visto stasera? – Neanche sulla piazza; era lì nella spezieria a fare la repubblica collo [...]

[...] delle guardie non lo coglieranno mai, sebbene sia zoppo come il diavolo. Poi domattina, a cose fatte, verrà a riscuotere la senseria, colla [...]

[...] sarà nessuno al Rotolo, soggiunse il figlio della Locca, ed è meglio tornarsene a casa. ’Ntoni, Cinghialenta e Rocco Spatu, che erano sulla soglia [...]

[...] a sparlare di Piedipapera, e dice che non ha nessuno al mondo. Almeno Piedipapera ci ha la moglie. E ci ho la moglie anch’io! Ma io son di quelli [...]

[...] quale a quell’ora stava dormendo, beata lei. – Chi può starsene fra le lenzuola, con questo tempaccio, non va in giro di certo; conchiuse compare [...]

[...] ubbriachi, a volersi quistionare per delle sciocchezze, mentre andavano a fare quello che sapevano. Mena infatti aspettava il fratello dietro l’uscio [...]

[...] all’uscio. – Chi è a quest’ora, disse Lia, la quale orlava di nascosto un fazzoletto di seta che don Michele infine era riescito a farle prendere [...]

[...] vostro fratello. Ma apritemi, che se mi vedono qui perdo il pane. – Oh vergine Maria! cominciò a dire allora la ragazza. Oh vergine Maria [...]

[...] pancia e i calzoni dentro gli stivali. – Per me stasera non c’è nessuno che stia inquieto, o che si metta a piangere, comare Lia, ma anch’io sono in [...]

[...] Michele! Don Michele se n’andò, ed ella rimase dietro l’uscio a dire il rosario per suo fratello; e pregava il Signore che lo mandasse da quelle parti [...]

[...] , disse Cinghialenta. La pioggia continuava a cadere, e dalla sciara non si udiva altro che il brontolare del mare là sotto. – Non ci si vede [...]

[...] nemmeno a bestemmiare, disse Rocco Spatu. Come faranno ad afferrare lo scoglio dei colombi con questo scuro? – Sono tutti gente pratica, rispose [...]

[...] Cinghialenta. Conoscono le coste, palmo a palmo, ad occhi chiusi. – Ma io non sento nulla! osservò ’Ntoni. – È vero, non si sente nulla! rispose [...]

[...] Cinghialenta. Ma devono essere laggiù da un pezzo. – Allora è meglio tornarsene a casa, aggiunse il figlio della Locca. – Tu ora che hai mangiato e [...]

[...] bevuto non pensi ad altro che a tornartene a casa; ma se non stai zitto ti butto in mare con una pedata! gli disse Cinghialenta. – Il fatto è [...]

[...] , brontolò Rocco, che mi secca passar qui la notte, senza far nulla. – Ora sapremo se ci sono o no; e si misero a fare lo strido della civetta. – Se [...]

[...] pensarono a quel che aveva detto ’Ntoni di padron ’Ntoni. – Che facciamo? tornò a dire il figlio della Locca. – Scendiamo sulla strada, propose [...]

[...] sottovoce: – Vanni Pizzuto a quest’ora è nel suo letto, lui che se la prendeva con Piedipapera perchè si acchiappa la senseria senza far nulla. – Orbè [...]

[...] ! conchiuse Cinghialenta, se non volete rischiar la pelle, dovevate restare a casa a dormire. Nessuno fiatò più, e ’Ntoni andava pensando, mentre [...]

[...] metteva le mani avanti per vedere dove posava i piedi, che compare Cinghialenta avrebbe potuto fare a meno di dir così, perchè a ciascuno in quei [...]

[...] : – La nostra pelle non vale un baiocco. – Chi va là! udirono gridare a un tratto dietro il muro della strada. – Fermi! fermi tutti! – Tradimento [...]

[...] ! tradimento! cominciarono a gridare, mettendosi a fuggire per la sciara, senza badare più dove mettevano i piedi. Ma ’Ntoni che aveva già [...]

[...] scavalcato il muro si trovò naso a naso con don Michele, il quale aveva la pistola in pugno. – Sangue della madonna! gridò Malavoglia tirando fuori il [...]

[...] grandine, e lo gettarono a terra. – Ora come farà mia mamma! piagnucolava il figlio della Locca, mentre lo legavano peggio di Cristo. – Non stringete [...]

[...] è bello e aggiustato! e lo spingevano a boccate di carabina. Mentre lo conducevano in caserma, legato peggio di Cristo anche lui, e gli portavano [...]

[...] fra di sè; non hanno a temere più di niente, come Vanni Pizzuto e Piedipapera che dormono fra le lenzuola a quest’ora. Soltanto a casa mia non [...]

[...] loro il cuore; mentre i vicini, si voltavano dall’altra parte, e tornavano a dormire, sbadigliando: – Domani sapremo cos’è stato. Sul tardi [...]

[...] , appena principiò a rompere l’alba, la gente si affollava davanti alla bottega di Pizzuto, che c’era ancora il lumicino; e lì si faceva un gran [...]

[...] , sua moglie, piangeva davvero, poveretta, vedendo come le disgrazie fioccavano nella casa dei Malavoglia. – Tu che ci viene a fare? gli diceva [...]

[...] sottovoce suo marito, tirandola vicino alla finestra. – Tu non ci entri. Adesso a bazzicare in questa casa si tira addosso gli occhi degli sbirri [...]

[...] grandicello, e raccomandata la sua casa alla vicina, ed era corsa da comare Mena, a piangere con lei, come una che non aveva ancora gli anni del [...]

[...] giudizio. Gli altri stavano a godersi la vista da lontano, sulla strada, o si affollavano come le mosche davanti alla caserma, per vedere come sembrava [...]

[...] ’Ntoni di padron ’Ntoni dietro la grata, dopo che aveva dato la coltellata a don Michele; oppure correvano nella bottega di Pizzuto, il quale [...]

[...] Giammaria andava a dirgli sul mostaccio: – In galera non ci vanno quelli che dovrebbero andarci! – Sicuro! non ci vanno! rispondeva don Silvestro colla [...]

[...] Zuppidda, venendo a filare la sua canapa nel crocchio. – Io te l’ho sempre detto, pace degli angeli! cominciava suo marito. – Voi state zitto, che [...]

[...] ! – La buona gente non ci si mette a quel mestiere! sbraitava la Vespa. – I guai li ha chi li cerca. Vedete chi ci si mette a queste cose? chi non fa [...]

[...] glielo dessero, senza voler sentir ragione; e quando andava a seccare suo fratello Campana di legno, e si piantava sugli scalini del ballatoio per [...]

[...] pretesto di averci chi la mantiene, la metteranno all’Albergo dei poveri, e mangerà pasta e carne tutti i giorni. Se no resta a carico del Comune. E [...]

[...] come tornavano a conchiudere che «il malo ferro se lo mangia la mola», padron Fortunato soggiungeva: – È un buon affare anche per padron ’Ntoni [...]

[...] manterrà il re. Ma padron ’Ntoni invece di pensare a risparmiare quei soldi, adesso che il nipote non glieli mangiava più, seguitava a buttarglieli [...]

[...] andato a vederlo colle mani legate e il fagotto delle camicie sotto il braccio, che glielo aveva portato piangendo Mena, di sera, quando nessuno [...]

[...] poteva vederla. Il nonno era andato a cercare l’avvocato, quello delle chiacchiere, che adesso, dopo aver visto passare anche don Michele, mentre [...]

[...] lo portavano all’ospedale, in carrozza, colla faccia gialla lui pure, e la montura sbottonata, il povero vecchio aveva paura, e non stava a [...]

[...] cercare il pelo nell’uovo colle chiacchiere dell’avvocato, purchè gli sciogliessero le mani a suo nipote e lo lasciassero tornare a casa; giacchè gli [...]

[...] pareva che ’Ntoni dopo quel terremoto dovesse tornare a casa e starsene sempre con loro, come quando era ragazzo. Don Silvestro gli fece la carità [...]

[...] d’andar con lui dall’avvocato, perchè diceva che quando a un cristiano accade una disgrazia come quella dei Malavoglia, bisogna aiutare il prossimo [...]

[...] prigione. – Cosa ha detto l’avvocato? domandò Mena appena vide comparire il nonno con quella faccia; e si mise a piangere prima di udire la [...]

[...] , bianca come la camicia, piantava tanto d’occhi in faccia a ciascuno che parlava, senza potere aprir bocca. Poco dopo arrivò la citazione per [...]

[...] testimonianza a Barbara Zuppidda, e Grazia Piedipapera, e don Franco lo speziale, e a tutti quelli che chiacchieravano nella piazza e nella bottega [...]

[...] , com’è vero Dio! perchè non voleva averci che fare colla giustizia. Accidenti a ’Ntoni e ai Malavoglia che li tiravano pei capelli nei loro imbrogli [...]

[...] sarebbero contenti di acchiappare un pretesto per farmi sparire dalla faccia della terra. La gente si logorava il cervello a sapere che cosa [...]

[...] l’avvocato. Ogni volta che l’avvocato andava a parlare con ’Ntoni Malavoglia, don Silvestro l’accompagnava alla prigione, quando non avea nulla da fare [...]

[...] arrivato davanti a quelle finestre colle inferriate, e i soldati col fucile che le guardavano, e guardavano tutti coloro che entravano, si era sentito [...]

[...] male allo stomaco, ed era rimasto ad aspettare lì davanti, seduto sul marciapiedi, in mezzo a quelli che vendevano castagne e fichidindia, e non [...]

[...] gli pareva vero che il suo ’Ntoni fosse là, dietro a quelle grate, coi soldati a guardia. L’avvocato poi tornava dal chiacchierare con ’Ntoni [...]

[...] , ora che ’Ntoni è carcerato. E tornava a ripetere sempre la stessa cosa, intanto che i danari se ne andavano come l’acqua, e tutti i suoi passavano [...]

[...] allato. Don Franco non ci aveva avuto mai a fare colla giustizia, e gli rompeva le scarabattole dover comparire per la prima volta davanti a [...]

[...] quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ’Ntoni Malavoglia in un batter d’occhio. Tutto il paese era andato a [...]

[...] giustizia dove era stato ’Ntoni e dove aveva passata quella sera. – Guardate cosa vanno a domandare alla Santuzza, borbottava la Zuppidda. Son [...]

[...] giustizia bisogna dir sempre di no, e che noi non sappiamo niente. Comare Venera si rincantucciò nella mantellina, ma seguitò a borbottare [...]

[...] il nonno, come aveva visto partire tutto il paese, per andare a sentire condannare ’Ntoni, aveva voluto correre cogli altri, e Lia, coi capelli [...]

[...] ci devi andare! – e non le diceva altro. Il nonno aggiungeva che loro dovevano stare in casa, a pregare la Madonna; e il piagnisteo si udiva per [...]

[...] colle gambe che gli si piegavano ad ogni passo andò a sedersi sulla scala del Tribunale, in mezzo alla gente che saliva e scendeva pei fatti suoi [...]

[...] . Poi al pensare che tutta quella gente andava a sentire condannare suo nipote, là in mezzo ai soldati, davanti ai giudici, gli parve come se [...]

[...] l’avesse abbandonato in mezzo a una piazza, o in un mare in burrasca, e salì anche lui colla folla, levandosi sulla punta dei piedi, per vede- re la [...]

[...] grata in alto, coi cappelli dei carabinieri, e le baionette che luccicavano. ’Ntoni però non si vedeva, in mezzo a tutta quella gente, e il povero [...]

[...] carrucola di un pozzo. Diceva di no, che non era vero che ’Ntoni Malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate. Il presidente era andato a scavarle [...]

[...] senza darsene per inteso lo guardava cogli occhiali, e i gomiti appoggiati sui libracci. Il dottor Scipione tornava a dire che voleva sapere [...]

[...] dov’era il contrabbando! e da quando in qua un galantuomo non potesse andare a spasso all’ora che gli pareva e piaceva, massime se ci aveva un po’ di [...]

[...] tornava a far segno col capo, che se l’avessero fatto giurare davanti al Crocifisso l’avrebbe giurato, e lo sapeva tutto il paese, la storia della [...]

[...] domandarlo un’altra volta alla Zuppidda, e a comare Venera, e a centomila testimoni, che don Michele se la intendeva con la Lia, la sorella di [...]

[...] ! Allora padron ’Ntoni non udì più nulla, perchè le orecchie gli si misero a zufolare, e vide per la prima volta ’Ntoni, il quale s’era alzato [...]

[...] dall’altra porticina anche lui, pallido, in mezzo ai carabinieri, ammanettato come un Cristo. La gnà Grazia si mise a correre verso il paese, e arrivò [...]

[...] l’intendete con don Michele, e a vostro nonno gli è venuto un accidente! Lia non disse nulla, come non avesse udito, o non gliene importasse niente [...]

[...] . Rimase a guardarla cogli occhi sbarrati e la bocca aperta. Infine adagio adagio cadde sulla sedia, e parve che le avessero rotto le gambe in un colpo [...]

[...] . Poi, dopo che fu stata un gran pezzo a quel modo, senza muoversi e senza dire una parola, che comare Grazia le gettava l’acqua sulla faccia [...]

[...] , cominciò a balbettare: – Voglio andarmene! non voglio starci più qui! – e l’andava dicendo al canterano, e alle seggiole, come una pazza, che invano [...]

[...] strada, e se ne andò davvero, e nessuno la vide più. XV La gente diceva che la Lia era andata a stare con don Michele; già i Malavoglia non [...]

[...] , e non faceva altro che andare intorno, rotto in due, e con quella faccia di pipa, a dir proverbi senza capo e senza coda: «Ad albero caduto [...]

[...] accetta! accetta!» – «Chi cade nell’acqua è forza che si bagni» – «A cavallo magro, mosche». – E a chi gli domandava perchè andasse sempre in giro [...]

[...] aspettava d’imprestare dei denari alla gente, seduto a ridosso delle barche tirate in secco, come se ci avesse in mare la paranza di padron Cipolla; e [...]

[...] padron ’Ntoni rispondeva che aspettava la morte, la quale non voleva venire a prenderselo, perchè «lo sfortunato ha i giorni lunghi». Della Lia [...]

[...] nessuno parlava più in casa, nemmeno Sant’Agata, la quale se voleva sfogarsi andava a piangere di nascosto, davanti al lettuccio della mamma, quando [...]

[...] andare a prendere il nonno per mano, verso l’avemaria, come un bambino, perchè di sera non ci vedeva più, peggio di una gallina. Don Silvestro, e gli [...]

[...] altri del paese, dicevano che Alessi avrebbe fatto meglio a mandare il nonno all’Albergo dei poveri, ora che non era più buono a nulla; ma questa [...]

[...] era la sola cosa che facesse paura al poveraccio. Ogni volta che la Mena andava a metterlo al sole, conducendolo per mano, e ci stava per tutta [...]

[...] ! – tanto che certuni andavano a chiedergli ridendo dove fosse arrivata. Alessi tornava a casa il sabato, e gli veniva a contare i denari della [...]

[...] settimana, come se il nonno avesse ancora il giudizio. Egli rispondeva sempre di sì, col capo; e bisognava che andasse a nascondere il gruzzoletto sotto [...]

[...] la materassa, e gli diceva, per farlo contento, che ci voleva poco a mettere insieme un’altra volta i denari della casa del nespolo, e fra un anno o [...]

[...] mani in croce, no! per la Madonna dell’Ognina, non è vero! Egli si mise a tentennare il capo, col mento sul petto. – Allora perchè se n’è fuggita [...]

[...] a sedere al telaio, senza dir nulla. – Lo sai? chiese infine; lo sai dove se n’è andata? – Ma alla Mena non disse nulla. La Nunziata non lo [...]

[...] ! Ora ogni cosa è cambiata, chè «il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo». – Stavolta non potevano dargli nemmeno un bicchiere di vino, pel ben [...]

[...] tornato. Compar Alfio lo sapeva dov’era Lia; l’aveva vista coi suoi occhi, ed era stato come se avesse visto comare Mena quando stavano a [...]

[...] anche lui senza dire una parola accanto al desco dove non c’era nulla, e nessuno sedeva più a mangiare la sera. – Ora me ne vado, – ripeteva lui [...]

[...] lontano, e anche le faccie con cui lo guardano son mutate, e sembra che sia diventato straniero anche lui. Mena continuava a star zitta. Intanto Alessi [...]

[...] più, e ognuno a questo mondo è fatto per pensare a tirare la carretta che gli ha data Dio, come l’asino di compar Alfio, che adesso faceva chissà [...]

[...] cosa, dopo che era andato in mano altrui. La Nunziata ci aveva la sua dote anche lei, dacchè i suoi fratellini cominciavano a buscarsi qualche [...]

[...] buoni, che quando si metteva a sedere sulla porta, con tutti quei monelli davanti, pareva che pensasse ancora a suo padre nel giorno che li aveva [...]

[...] dai guai, lei e i suoi fratellini, così debole e sottile al pari di un manico di scopa, ognuno la salutava e si fermava volentieri a far quattro [...]

[...] chiacchiere con lei. – I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano. – A Ognissanti mio [...]

[...] i denari li abbiamo. Allora compar Alfio tornò a dire ad Alessi che faceva bene a prendersi la Nunziata, se ci aveva quel po’ di denari [...]

[...] Nunziata ci sarà posto anche per lui. Di Lia non fecero parola; ma ci pensavano tutti e tre, mentre stavano a guardare il lume, colle braccia sui [...]

[...] tornato in paese Alfio Mosca, quello cui voleva far rompere le ossa a bastonate, quand’era geloso della Vespa, andò a pregarlo che [...]

[...] per parlargli di quell’affare, chissà che non si fossero rammentati dell’amore antico, nello stesso tempo, e compare Mosca non riescisse a levargli [...]

[...] capelli. – Mi toccano tutte a me, le disgrazie! – si lamentava lo zio Crocifisso; e andava a sfogarsi con compare Alfio, e si picchiava il petto come [...]

[...] davanti al confessore, di aver pensato a pagare dieci lire per fargli rompere le ossa a bastonate. – Ah! compare Alfio! se sapeste che rovina è [...]

[...] aver sudato tutta la vita ed essermi levato il pan di bocca per raggranellarlo a soldo a soldo. Ora mi tocca vederlo in mano di quella serpe, la [...]

[...] a compare Alfio, – seguitava lo zio Crocifisso vedendo accostarsi padron Cipolla, il quale andava bighellonando per la piazza come un cane di [...]

[...] Fortunato stette un po’ a fregarsi il mento, e poi lasciò andare: – Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne [...]

[...] , e gli altri ci girano intorno per entrarvi. – A me mi sembrano pazzi! Vedete don Silvestro, cosa gli manca? e s’è messo in testa di far cascare la [...]

[...] Zuppidda coi suoi piedi, vanno dicendo; e se comare Venera non trova di meglio, bisogna che la lasci cascare. Padron cipolla continuò a fregarsi il [...]

[...] ci hanno quei soldi, che vi regalerò poi da comprarvi le scarpe, per i passi che farete. Compare Alfio tornò a parlare ai Malavoglia; ma padron [...]

[...] : – Cosa ci ho a far qui io? – balbettava; e gli pareva di rubare la minestra che gli davano. Invano Alessi e la Mena cercavano di dissuaderlo. E [...]

[...] ’ rispondeva che rubava loro il tempo e la minestra, e voleva che gli contassero i denari messi sotto la materassa, e se li vedeva squagliare a poco [...]

[...] a poco, borbottava: – Almeno se non ci fossi io non spendereste tanto. Ora non ho più niente da far qui, e potrei andarmene. Don Ciccio, il quale [...]

[...] veniva a tastargli il polso, confermava che era meglio lo portassero all’ospedale, perchè lì dov’era si mangiava la carne sua e quella degli [...]

[...] altri, senza utile. Intanto il poveraccio stava a vedere quello che dicessero gli altri, cogli occhi spenti, e aveva paura che lo mandassero [...]

[...] parte, diceva di no anch’essa, e lo conduceva al sole, nelle belle giornate, e si metteva accanto a lui colla conocchia, a raccontargli delle fiabe [...]

[...] , come ai bambini, e a filare, quando non aveva da andare al lavatoio. Gli parlava pure di quel che avrebbero fatto quando arrivava un po’ di [...]

[...] provvidenza, per fargli allargare il cuore; gli diceva che avrebbero comprato un vitellino a San Sebastiano, ed ella bastava a procurargli l’erba e il [...]

[...] mangime per l’inverno. A maggio si sarebbe venduto con guadagno; e gli faceva vedere pure le nidiate di pulcini che aveva messo, e venivano a [...]

[...] perdere le buccie dei fichidindia, e l’acqua che serviva a cuocere la minestra, e a fin d’anno sarebbe stato come aver messo dei soldi nel salvadanaio [...]

[...] . Il vecchio, colle mani sul bastone, approvava del capo, guardando i pulcini. Ci stava così attento, poveretto, che arrivava fino a dire che se [...]

[...] nespolo c’era pure la stalla pel vitello, e la tettoia pel mangime, e ogni cosa; se ne andava ricordando a poco a poco, cercando qua e là cogli [...]

[...] fa coi bambini, e gli rispondeva: – Perchè pensate a quelle cose? – Egli stava zitto, e ascoltava cheto cheto tutto quello che diceva la ragazza [...]

[...] . Ma poi tornava a ripetere: – Non mi ci mandare all’ospedale, perchè non ci sono avvezzo. Infine non si alzava più dal letto, e don Ciccio disse [...]

[...] anche la Nunziata dovevano perdere le loro giornate a far la guardia; se no se lo sarebbero mangiato i porci, come trovavano l’uscio aperto. Padron [...]

[...] ’Ntoni intendeva benissimo quello che si diceva, perchè guardava tutti in viso ad uno ad uno, con certi occhi che facevano male a vedere; ed [...]

[...] appena il medico se ne fu andato, mentre stava a parlare ancora sull’uscio con Mena che piangeva, e Alessi il quale diceva di no e batteva i piedi, fece [...]

[...] , laggiù all’ospedale. La Nunziata si metteva a piangere anch’essa e diceva di no, tanto che tutto il vicinato sparlava di loro, che volevano fare [...]

[...] poi! E la Santuzza baciava la medaglia che portava sul petto, per ringraziare la Madonna che l’aveva protetta dal pericolo dove era andata a [...]

[...] che muoia, – diceva. Almeno lei non gli faceva mancar nulla a suo padre, adesso che era invalido, e se lo teneva sull’uscio. – E vi aiuta anzi [...]

[...] stare senza l’aiuto di don Michele. Ora la moglie di Cinghialenta veniva di tanto in tanto a fare il diavolo davanti all’osteria, coi pugni sui [...]

[...] fianchi, strillando che la Santuzza le rubava il marito, e perciò quando costui tornava a casa ella si buscava delle frustate colle redini della [...]

[...] dalle grida. – Questo non va bene! diceva don Silvestro, la cavezza è fatta per il mulo. Compare Cinghialenta è un uomo grossolano. – Egli andava a [...]

[...] metto le mani addosso a mio marito, vi rispondo che non sapete un corno, tuttochè sapete di lettera. Del resto ognuno in casa sua fa quel che [...]

[...] gli pare e piace. Il padrone è mio marito. – Tu lasciali dire, – rispondeva suo marito. – Poi lo sanno che se vengono a toccarmi il naso ne faccio [...]

[...] voleva darla a don Silvestro voleva dire che gliela aveva promessa, e aveva chinato il capo; e quando suo marito aveva chinato il capo, era peggio di [...]

[...] . Dacchè era stato al tribunale in mezzo a tutti quegli sbirri, don Franco era più arrabbiato di prima, e giurava che non ci sarebbe tornato più [...]

[...] bocca; e se due quistionavano nella piazza, correva a chiudere l’uscio acciò non lo chiamassero per testimonio. Don Giammaria era trionfante [...]

[...] diceva che se lo merita- vano quel Governo, giacchè avevano fatto la rivoluzione, e ora venivano i forestieri a rapire le donne e i denari [...]

[...] n’era andato don Michele, e s’erano sapute tutte le porcherie di quest’altro. Adesso non faceva che andare a caccia di messe e di confessori, di qua e [...]

[...] di là, sino all’Ognina e ad Aci Castello, e trascurava la conserva dei pomidoro e il tonno sottolio, per darsi a Dio. Don Franco allora si sfogava [...]

[...] mettendosi a ridere come una gallina, all’uso di don Silvestro, rizzandosi sulla punta dei piedi, coll’uscio spalancato a due battenti, che per [...]

[...] . Ora lo speziale non teneva più cattedra; e quando veniva don Silvestro, andava a pestare i suoi unguenti nel mortaio, per non compromettersi. Già [...]

[...] don Ciccio il medico, quando lasciava l’asinello alla spezieria per andare a tastare il polso a padron ’Ntoni, e ricette non ne scriveva, perchè [...]

[...] ? tornavano a dire gli altri, – e perchè se lo tengono in casa a farselo mangiare dalle pulci? Tanto che, pesta e ripesta, il medico ripeteva che andava e [...]

[...] reggendolo per le ascelle, il giorno in cui Alessi era andato a Riposto, e avevano mandato via la Mena con un pretesto, che se no non l’avrebbero [...]

[...] lasciato partire. Sulla strada del Nero, nel passare davanti alla casa del nespolo, e nell’attraversare la piazza, padron ’Ntoni continuava a [...]

[...] guardare di qua e di là per stamparsi in mente ogni cosa. Alfio guidava il mulo da una parte, e Nunziata, la quale aveva lasciato in custodia a Turi il [...]

[...] vitello, i tacchini, e le pollastre, veniva a piedi dall’altro lato, col fagotto delle camicie sotto il braccio. Al vedere passare il carro ognuno [...]

[...] si affacciava sulla porta, e stava a guardare; e don Silvestro disse che avevano fatto bene, per questo il Comune pagava la sua rata all’ospedale [...]

[...] . – Almeno quel povero diavolo va a stare in pace, conchiuse lo zio Crocifisso. – «Necessità abbassa nobiltà», rispose padron Cipolla; e la Santuzza [...]

[...] lentamente sobbalzando sui sassi. Ma compare Tino rimbeccò alla moglie: – O perchè mi fai il piagnisteo? Che son forse morto io? A te che te ne [...]

[...] gli pareva vero a lui stesso che l’avesse vista coi suoi occhi, tanto che la voce gli mancava nella gola, mentre ne parlava per ingannare la noia [...]

[...] , lungo la strada polverosa. – Ah Nunziata! chi l’avrebbe detto, quando stavamo a chiacchierare da un uscio all’altro, e c’era la luna, e i vicini [...]

[...] Longa! Adesso, vedi, che ci ho il mulo, e ogni cosa come desideravo, che se fosse venuto a dirmelo l’angelo del cielo non ci avrei creduto, adesso [...]

[...] penso sempre a quelle sere là, quando udivo la voce di voialtre, mentre governavo l’asino, e vedevo il lume nella casa del nespolo, che ora è [...]

[...] è meglio non ci torni più. Vedi, ora penso pure a quel povero asino che ha lavorato con me tanto tempo, e andava sempre, sole o pioggia, col capo [...]

[...] compare Alfio. L’angustia di ’Ntoni già l’ha sentita, e un giorno o l’altro gli toccherebbe anche di sentire come è andata a finire la Lia. – Me lo [...]

[...] domandava spesso, quando eravamo soli, rispose la Nunziata. – Voleva sapere dove fosse. – È andata dietro a suo fratello. Noi poveretti siamo come le [...]

[...] pecore, e andiamo sempre con gli occhi chiusi dove vanno gli altri. Tu non glielo dire, nè lo dire a nessuno del paese, dove ho visto la Lia, chè [...]

[...] . – I denari per la roba ci sono già; a San Giovanni venderemo anche il vitello. – Bravi! così, quando ci avrete i denari da parte, non c’è [...]

[...] pericolo che vi sfumino in un giorno, come accadrebbe se il vitello venisse a morire, Dio liberi! Ora siamo alle prime case della città, e tu potrai [...]

[...] se la prendeva colla Mena, quasi fosse stata lei a mandarlo via. Ma compar Alfio gli diceva: – Che volete? La casa dei Malavoglia ora è distrutta, e [...]

[...] bisogna che la facciate di nuovo voi altri. Egli voleva tornare a fargli il conto della roba e del vitello, di cui avevano chiacchierato lungo la [...]

[...] , quando stavano a chiacchierare da un uscio all’altro, colla luna, e si udiva tutto il giorno il colpettare del telaio di Sant’Agata, e le galline [...]

[...] faceva vedere nemmeno lui, aspettando che la Zuppidda cascasse coi suoi piedi, e lo zio Crocifisso s’era chiuso in casa a guardarsi la sua roba, o ad [...]

[...] ora andava a rincattucciarsi per leggere il giornale, e si sfogava a pestare nel mortaio tutto il giorno per passare il tempo. Anche padron Cipolla [...]

[...] non ci stava più a schiacciare gli scalini davanti la chiesa, dacchè aveva perso la pace. Un bel giorno corse la notizia che padron Fortunato si [...]

[...] maritava, perchè la sua roba non se la godesse la Mangiacarrubbe, alla barba di lui; per questo non ci stava più a schiacciare gli scalini, e si [...]

[...] pigliava la Zuppidda. – E mi diceva che il matrimonio è come una trappola di topi! andava brontolando allora lo zio Crocifisso. – Ora state a fidarvi [...]

[...] paese. Già i forestieri, frustali! e qui non ci hanno messo mai radici i forestieri. Con padron Cipolla non ardirà mettercisi a tu per tu don [...]

[...] fatta capire a mio marito! Chi è buon cane mangia al trogolo; forestieri non ne vogliamo per la casa. Una volta in paese si stava meglio, quando non [...]

[...] erano venuti quelli di fuori a scrivere sulla carta i bocconi che vi mangiate, come don Silvestro, o a pestare fiori di malva nel mortaio, e [...]

[...] non si lasciava prendere da questo e da quello. Allora la gente non si sbandava di qua e di là, e non andava a morire all’ospedale. Giacchè tutti [...]

[...] , mentre stava accanto a lei, seduto davanti alla casa, colle spalle al muro, a sminuzzare gli sterpolini della siepe per ingannare il tempo. Anche [...]

[...] povera Mena non si fece neppur rossa, sentendo che compare Alfio aveva indovinato che ella lo voleva, quando stavano per darla a Brasi Cipolla [...]

[...] più. – Se voi siete vecchia, anch’io sono vecchio, chè avevo degli anni più di voi, quando stavamo a chiacchierare dalla finestra, e mi pare che [...]

[...] restate in mezzo alla strada. Mena si strinse nelle spalle, perchè era avvezza a fare la volontà di Dio, come la cugina Anna; e compare Alfio [...]

[...] nulla, e ci ho il mulo invece dell’asino al carretto, e i vostri parenti non potrebbero dir di no? – Ora non son più da maritare; tornava a dire Mena [...]

[...] per cui non volete dirmi di sì! ripeteva compar Alfio col viso basso come lei. – Il motivo non volete dirmelo! – E così rimanevano in silenzio a [...]

[...] Nunziata, e aveva riscattata la casa del nespolo. – Io non son da maritare, aveva tornato a dire Mena; – maritati tu che sei da maritare ancora [...]

[...] vedeva passare, e si voltava dall’altra parte, colle spalle grosse. – A me non mi avete creduto degno di quest’onore! le disse alfine quando non ne [...]

[...] mi maritassi, la gente tornerebbe a parlare di mia sorella Lia, giacchè nessuno oserebbe prendersela una Malavoglia, dopo quello che è successo [...]

[...] compare Mosca; – a questo non ci avevo mai pensato. Maledetta la sorte che ha fatto nascere tanti guai! Così compare Alfio si mise il cuore in pace [...]

[...] , e Mena seguitò a portare in braccio i suoi nipoti, quasi ci avesse il cuore in pace anche lei, e a spazzare la soffitta, per quando fossero [...]

[...] chiacchiere morivano di botto, che a tutti pareva d’avere il povero vecchio davanti agli occhi, come l’avevano visto l’ultima volta che erano [...]

[...] andati a trovarlo in quella gran cameraccia coi letti in fila, che bisognava cercarlo per trovarlo, e il nonno li aspettava come un’anima del purgatorio [...]

[...] gli narrarono poi che avevano riscattata la casa del nespolo, e volevano portarselo a Trezza di nuovo, rispose di sì, e di sì, cogli occhi, che gli [...]

[...] tornavano a luccicare, e quasi faceva la bocca a riso, quel riso della gente che non ride più, o che ride per l’ultima volta, e vi rimane fitto [...]

[...] trovarono più. Rammentando tutte queste cose lasciavano il cucchiaio nella scodella, e pensavano e pensavano a tutto quello che era accaduto, che [...]

[...] sembrava scuro scuro, come ci fosse sopra l’ombra del nespolo. Ora quando veniva la cugina Anna a filare un po’ con le comari, aveva i capelli [...]

[...] i giorni bisognava andare a cercare di qua e di là, per le strade e davanti la bettola, e cacciarlo verso casa come un vitello vagabondo. Anche [...]

[...] dei Malavoglia ce n’erano due vagabondi; e Alessi si tormentava il cervello a cercarli dove potevano essere, per le strade arse di sole e bianche di [...]

[...] colla barba lunga. Come fu entrato, e si fu messo a sedere in un cantuccio, non osavano quasi fargli festa. Ei non sembrava più quello, e andava [...]

[...] morsa, e capivano che egli faceva bene a dir così. ’Ntoni continuava a guardare dappertutto, e stava sulla porta, e non sapeva risolversi ad [...]

[...] d’andarsene voleva fare un giro per la casa, onde vedere se ogni cosa fosse al suo posto come prima; ma adesso, a lui che gli era bastato l’animo di [...]

[...] lasciarla, e di dare una coltellata a don Michele, e di starsene nei guai, non gli bastava l’animo di passare da una camera all’altra se non glielo [...]

[...] ... – Ma allora non aggiunse altro, e stette zitto a guardare intorno, cogli occhi lustri. In quel momento passava la Mangiacarrubbe, che andava [...]

[...] sgridando Brasi Cipolla per la strada, e ’Ntoni disse: – Questa qui l’ha trovato il marito; ed ora, quando avranno finito di quistionare, andranno a [...]

[...] chiudeva; e Alessi a quelle parole si fece coraggio per dirgli: – Se volessi anche tu ci hai la tua casa. Di là c’è apposta il letto per te. – No [...]

[...] starci, ma ora che so ogni cosa devo andarmene. In quel momento parlava cogli occhi fissi a terra, e il capo rannicchiato nelle spalle. Allora [...]

[...] a guardare il paese tutto nero, come non gli bastasse il cuore di staccarsene, adesso che sapeva ogni cosa, e sedette sul muricciuolo della vigna [...]

[...] di massaro Filippo. Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto. E ci [...]

[...] passi per le strade buie. Sulla riva, in fondo alla piazza, cominciavano a formicolare dei lumi. Egli levò il capo a guardare i Tre Re che [...]

[...] luccicavano, e la Puddara che annunziava l’alba, come l’aveva vista tante volte. Allora tornò a chinare il capo sul petto, e a pensare a tutta la sua [...]

[...] storia. A poco a poco il mare cominciò a farsi bianco, e i Tre Re ad impallidire, e le case spuntavano ad una ad una nelle vie scure, cogli usci chiusi [...]

[...] sputacchiava. – Fra poco lo zio Santoro aprirà la porta, pensò ’Ntoni, e si accoccolerà sull’uscio a cominciare la sua giornata anche lui. – Tornò a [...]

[...] : – Ora è tempo d’andarmene, perchè fra poco comincierà a passar gente. Ma il primo di tutti a cominciar la sua giornata è stato Rocco Spatu. [...]

Verga Giovanni
Mastro-don Gesualdo
32 1889 - Provenienza testo: scansione Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, a cura di C. Riccardi 1820 occorrenze

[...] MASTRO-DON GESUALDO PARTE PRIMA I 5 Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perchè era [...]

[...] piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, s'udì un rovinìo, la campanella [...]

[...] Magno! Era ancora buio. Lontano, nell'ampia distesa nera dell'Alìa, ammiccava soltanto un lume di carbonai, e più a sinistra la stella del mattino [...]

[...] palazzo dei Trao, al di sopra del cornicione sdentato, si vedevano salire infatti, nell'alba che cominciava a schiarire, globi di fumo denso, a ondate [...]

[...] anch'esso: — Aiuto!... Abbiamo i ladri in casa! Aiuto! — Ma che ladri!... Cosa verrebbero a fare lassù? — sghignazzò uno nella folla. — Bianca! Bianca [...]

[...] in fiamme tutto il quartiere! Ci ho accanto Ia mia casa, perdio! — Si mise a vociare mastro-don Gesualdo Motta. Gli altri intanto, spingendo [...]

[...] , facendo leva al portone, riuscirono a penetrare nel cortile, ad uno ad uno, coll'erba sino a mezza gamba, vociando, schiamazzando, armati di secchie [...]

[...] chiamare all'armi; Pelagatti così com'era corso, al primo allarme, col pistolone arrugginito ch'era andato a scavar di sotto allo strame. Dal [...]

[...] , che si sperdevano dietro il muro a secco del giardinetto, fra i rami dei mandorli in fiore. Sotto la tettoia cadente erano accatastate delle fascine [...]

[...] scendevano dal cornicione sino a terra; le finestre sgangherate e senza vetri; lo stemma logoro, scantonato, appeso ad un uncino arrugginito, al di sopra [...]

[...] Pelagatti il quale stava a guardare sbadigliando, col pistolone in mano. — Santo e santissimo! Contro il mio muro è accatastata!... Volete sentirla [...]

[...] allocco! Cosa siete venuto a fare dunque? Mastro-don Gesualdo si slanciò il primo urlando su per la scala. Gli altri dietro come tanti leoni per [...]

[...] gli stanzoni scuri e vuoti. A ogni passo un esercito di topi che spaventavano la gente. — Badate! badate! Ora sta per rovinare il solaio! — Nanni [...]

[...] l'Orbo che ce l'aveva sempre con quello della finestra, 8 vociando ogni volta: — Eccolo! eccolo! — E nella biblioteca, la quale cascava a pezzi, fu [...]

[...] a un pelo d'ammazzare il sagrestano col pistolone di Pelagatti. Si udiva sempre nel buio la voce chioccia di don Ferdinando il quale chiamava [...]

[...] , capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Era un correre a precipizio nel palazzo smantellato; donne che portavano acqua; ragazzi che si [...]

[...] rincorrevano schiamazzando in mezzo a quella confusione, come fosse una festa; curiosi che girandolavano a bocca aperta, strappando i brandelli di stoffa [...]

[...] alla folla che rovistava in ogni cantuccio la miseria della loro casa, continuando a strillare: — Bianca!... Mia sorella!... — Avete il fuoco in [...]

[...] udì una voce dal vicoletto. — Il fuoco è lassù, in cucina... Mastro Nunzio, il padre di Gesualdo, arrampicatosi su di una scala a piuoli, faceva [...]

[...] spirava il vento, entravano a ondate vortici di fumo denso, che facevano tossire don Diego, mentre continuava a chiamare dietro l'uscio: — Bianca [...]

[...] alle campane. La gente in piazza, fitta come le mosche. Dal corridoio riuscì a farsi udire comare Speranza, che era rauca dal gridare, strappando i [...]

[...] corridoio! — 10 Tutti corsero da quella parte, lasciando don Diego che seguitava a chiamare dietro l'uscio della sorella: — Bianca! Bianca [...]

[...] . Nanni l'Orbo tornò a gridare in fondo al corridoio: — Eccolo! eccolo! — E si udì lo scoppio del pistolone di Pelagatti, come una cannonata. — La [...]

[...] ! — L'Avvocato fiscale ordinò di buttare a terra l'uscio. — Don Diego! Donna Bianca! Aprite! Cosa vi è successo? S'affacciò don Diego, invecchiato di [...]

[...] ! zitto, ubbriacone! — gli diede sulla voce l'Avvocato fiscale. — Piuttosto andiamo a vedere il fuoco. Adesso dal corridoio, dalla scala dell'orto [...]

[...] fumava, tegole, sassi, cocci di stoviglie. Burgio, sulla scala a piuoli, sparandovi schioppettate sopra, e dall'altro lato Pelagatti, appostato [...]

[...] accanto al fumaiuolo, caricava e scaricava il pistolone senza misericordia. Don Luca che suonava a tutto andare le campane; la folla dalla piazza [...]

[...] vociando e gesticolando; tutti i vicini alla finestra. I Margarone stavano a vedere dalla terrazza al di sopra dei tetti, dirimpetto, le figliuole [...]

[...] ancora coi riccioli incartati, don Filippo che dava consigli da lontano, dirigendo le operazioni di quelli che lavoravano a spegnere l'incendio colla [...]

[...] correndo. — Scusate, don Ferdinando. Vado a chiamare il medico per la sorella di vossignoria. — Il dottor Tavuso! — gli gridò dietro la zia Macrì [...]

[...] attacco terribile; non bastavano in quattro a trattenerla sul lettuccio. Don Diego sconvolto anche lui, pallido come un cadavere, colle mani scarne e [...]

[...] tremanti, cercava di ricacciare indietro tutta quella gente. — No !... non è nulla!... Lasciatela sola!... — Il Capitano si mise infine a far [...]

[...] piovere legnate a diritta e a manca, come veniva, sui vicini che s'affollavano all'uscio curiosi. — Che guardate? Che volete? Via di qua! fannulloni [...]

[...] ! vagabondi! Voi, don Liccio Papa, mettetevi a guardia del portone. 12 Venne più tardi un momento il barone Mendola, per convenienza, e donna [...]

[...] servitore a prender notizie della nipote. Don Diego, reggendosi appena sulle gambe, sporgeva il capo dall'uscio, e rispondeva a ciascheduno: — Sta un [...]

[...] barba dura colla mano pelosa. La zia Cirmena scappò a dire: — Sono pazzi! Pazzi da legare tutti e due! Don Ferdinando già è stato sempre uno [...]

[...] stringendo le labbra sottili. — Sissignore!... Come volete chiamarla? Tutti i parenti si danno la voce per quello che devono mandare a Pasqua e a [...]

[...] un sorrisetto incredulo, andava stuzzicando ora donna Sarina ed ora il barone, il quale chinava il capo, seguitava a grattarsi il mento [...]

[...] discretamente, fingeva di guardare anch'esso di qua e di là, come a dire: — Eh! eh! pare anche a me!... Giunse in quel mentre il dottor Tavuso in fretta, col [...]

[...] ? Adesso si chiamano nervi... malattia di moda... Vi mandano a chiamare per un nulla... quasi potessero pagare le visite del medico! — rispose [...]

[...] Tavuso burbero. Quindi, piantando anche lui gli occhiali in faccia a donna Sarina: — Volete che te la dica? Le ragazze a certa età bisogna maritarle! E [...]

[...] voltò le spalle soffiando gravemente, tossendo, spurgandosi. I parenti si guardarono in faccia. II canonico, per discrezione, prese a tenere a bada [...]

[...] parola a vostra zia!... Piuttosto andate a pigliare un bicchiere d'acqua per Bianca, che le farà bene... Tornò a scendere Santo Motta di lassù [...]

[...] Macrì. — La Cirmena fece ancora alcuni passi nell'anticamera, perchè non udisse don Ferdinando il quale veniva a chiuder l'uscio, e soggiunse [...]

[...] qui a due passi... intabarrato come un ladro... II canonico Lupi attraverso il cortile, rialzando la sottana sugli stivaloni grossi in mezzo alle [...]

[...] , conchiuse: — Avete udito il dottore Tavuso? Possiamo parlare perchè siamo tutti amici intimi e parenti... A certa eta le ragazze bisogna maritarle [...]

[...] fuoco a farvi uscir di casa! — II cugino Zacco voleva anche condurlo al Caffè dei Nobili: — Narrateci, dite come fu... — II poveraccio si schermì [...]

[...] alla meglio; per altro non era socio: poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. Fece il giro lungo onde evitare la [...]

[...] stesse a spiarlo. Per fortuna colui s'era fermato a discorrere col canonico Lupi, facendo di gran risate, alle quali il canonico rispondeva [...]

[...] magazzino, in mezzo a una nuvola di pula, con le braccia nude, la gonnella di cotone rialzata sul fianco, i capelli impolverati, malgrado il [...]

[...] fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino. Essa stava litigando con quel ladro del sensale Pirtuso, che le voleva rubare il suo farro [...]

[...] pagandolo due tari meno a salma, accesa in volto, gesticolando con le braccia pelose, il ventre che le ballava: — Non ne avete coscienza, giudeo [...]

[...] cugina... — e don Diego, soffocato dalla polvere, si mise a tossire. — Scostatevi, scostatevi! Via di qua, cugino. Voi non ci siete avvezzo [...]

[...] — interruppe la baronessa. — Vedete cosa mi tocca a fare? Ma che faccia avete, gesummaria! Lo spavento di questa notte, eh?... Dalla botola, in cima alla [...]

[...] Lio? Pirtuso era rimasto accoccolato sul moggio, tranquillamente, come a dire che non gliene importava del farro, guardando sbadatamente qua e là le [...]

[...] vedeva tuttora l'arco dipinto a donne nude e a colonnati come una cappella; il gran palco della famiglia di contro, con dei brandelli di stoffa che [...]

[...] di velluto polverosa, a cavalcioni sul subbio di un telaio; vagli di tutte le grandezze appesi in giro; mucchi di pale e di scope; una portantina [...]

[...] corona. Giacalone, e Vito Orlando, in mezzo a mucchi di frumento alti al pari di montagne, si dimenavano attorno ai vagli immensi, come ossessi, tutti [...]

[...] il fatto suo i Rubiera! E ora vorreste continuare!... Lo pigliate il farro, sì o no? — Ve l'ho detto: a cinque onze e venti. — No, in coscienza [...]

[...] , non posso. Ci perdo già un tari a salma. — Benedicite a vossignoria! — Via, mastro Lio, ora che ha parlato la signora baronessa! — aggiunse [...]

[...] , per gridargli: — A cinque e vent'uno. V'accomoda? — Benedicite, benedicite. Ma essa, colla coda dell'occhio, si accorse che il sensale si era [...]

[...] fermato a 17 discorrere col canonico Lupi, il quale, sbarazzatosi infine del Ciolla, se ne veniva su pel vicoletto. Allora, rassicurata, si rivolse [...]

[...] al cugino Trao, parlando d'altro: — Stavo pensando giusto a voi, cugino. Un po' di quel farro voglio mandarvelo a casa... No, no, senza [...]

[...] quella bella faccia amabile che metteva tutti d'accordo, e dietro a lui il sensale col moggio in mano. — Deo gratias! Deo gratias! Lo combiniamo [...]

[...] , colle labbra strette, affettando di tenersi in disparte anche lui, per discrezione, tutto intento a combinare il negozio del frumento. Si stette [...]

[...] a tirare un altro po'; mastro Lio ora strillava e dibattevasi quasi volessero rubargli i denari di tasca. La baronessa invece coll'aria [...]

[...] Gesualdo non ci ha che fare! — si mise a vociare il sensale. — Quello non è il mestiere di mastro-don Gesualdo! - Ma infine, come s'accordarono sul [...]

[...] . Pirtuso il quale s'era accorto della strizzatina d'occhio di Giacalone, andò a dirgli sotto il naso il fatto suo: — Che non ne vuoi mangiare pane, tu [...]

[...] ? Non sai che si tace nei negozi? — La baronessa, dal canto suo, mentre il 18 sensale le voltava le spalle, ammiccò anch'essa al canonico Lupi, come a [...]

[...] dirgli che riguardo al prezzo non c'era male. — Sì, sì, — rispose questi sottovoce. — Il barone Zacco sta per vendere a minor prezzo. Però [...]

[...] mastro-don Gesualdo ancora non ne sa nulla. — Ah! s'è messo anche a fare il negoziante di grano, mastro-don Gesualdo? Non lo fa più il muratore? — Fa [...]

[...] ; non dico di no. Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione... Allora si rivolse verso don Diego, con [...]

[...] ... Ebbene, non hanno fortuna! Invece uno venuto dal nulla... uno come mastro-don Gesualdo, per esempio!... II canonico riprese a dire come in aria [...]

[...] ricco, ve lo dico io! Sarebbe un marito eccellente per una ragazza a modo... come ce ne son tante che non hanno molta dote. Mastro Lio stavolta se [...]

[...] ne andava davvero. — Dunque, signora baronessa, posso venire a caricare il grano? — La baronessa, tornata di buon umore, rispose: — Sì, ma sapete [...]

[...] come dice l'oste? «Qui si mangia e qui si beve; senza denari non ci venire.» — Pronti e contanti, signora baronessa. Grazie a Dio vedrete che [...]

[...] alla baronessa, e dopo che Pirtuso se ne fu andato, le disse: — Sapete cosa ho pensato? di concorrere pure all'asta vossignoria, insieme a [...]

[...] andata a finire poi alla Salonia. «Adelaide! dove sei?» La scena della Certosa... Bisognava vedere! tutti col fazzoletto agli occhi! Tanto che don [...]

[...] Alessandro Spina per la commozione, si mise a gridare: «Ma diglielo che sei tu!...» e le buttò anche una parolaccia... Ci fu poi la storia della [...]

[...] schioppettata che tirarono al marchese Lima, mentre stava a prendere il fresco, dopo cena; e di don Nicola Margarone che condusse la moglie 'in [...]

[...] famiglie. Se non ci fossi stata io, in casa dei Rubiera!... Lo vedete quel che sarebbe rimasto di tante grandezze! Io non ho fumi, grazie a Dio! Io sono [...]

[...] . — Rosaria! Rosaria! — si mise a gridare di nuovo la baronessa verso la scaletta. Finalmente comparvero dalla botola le scarpaccie e le calze [...]

[...] tranquillamente. — Alessi a ritornato col cane, ma il baronello non c'era. — Oh, Vergine Santa! — cominciò a strillare la padrona, perdendo un 20 [...]

[...] po' del suo colore acceso. — Oh, Maria Santissima! E dove sara mai? Cosa gli sarà accaduto al mio ragazzo? Don Diego a quel discorso si faceva rosso [...]

[...] sottecchi don Diego Trao. — Sarà andato in qualche altro posto... Quando si va a caccia, sapete bene... — Tutti i vizi di suo padre, buon'anima! Caccia [...]

[...] a cercarlo in camera sue e non lo trovo! Mi sentirà!... Oh, mi sentirà!... il canonico cercava di troncare il discorso, col viso inquieto, il [...]

[...] che si marita, capite!... E anche dopo! — Signora baronessa, dove s'hanno a scaricare i muli? — disse Rosaria grattandosi il capo. — Vengo, vengo [...]

[...] . Andiamo per di qua. Voialtri passerete pel cortile quando avrete terminato. Essa chiuse a catenaccio Giacalone e Vito Orlando dentro il magazzino [...]

[...] e s'avviò verso il portone. La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi a misura che i genitori di lei andavano [...]

[...] stanando ad uno ad uno i diversi proprietari, sino a cacciarsi poi colla figliuola nel palazzetto dei Rubiera e porre ogni cosa in comune: tetti alti [...]

[...] e bassi; finestre d'ogni grandezza, qua e come capitava; il portone signorile incastrato in mezzo a facciate da catapecchie. Il fabbricato [...]

[...] porticine basse, ferrate a use di prigione, si sentiva di essere in una casa ricca: un tanfo d'olio di formaggio che pigliava alla gola; poi un [...]

[...] riempivano i barili, e il barlume fioco del lumicino posato sulla botte. — Rosaria! Rosaria! — tornò a gridare la baronessa in tono di minaccia. Quindi [...]

[...] rivolta al cugino Trao: — Bisogna darle spesso la voce, a quella benedetta ragazza; perchè quando ci ha degli uomini sottomano è un affare serio [...]

[...] puzzo di concime e di strame abbondante. Due o tre muli, dalla lunga fila sotto la tettoia, allungarono il collo ragliando; dei piccioni calarono a [...]

[...] , dall'oscurita misteriosa della legnaia. E la baronessa, in mezzo a tutto quel ben di Dio, disse al cugino: — Voglio mandarvi un paio di piccioni, per [...]

[...] biancheria, arrivarono nella camera della baronessa, imbiancata a calce, col gran letto nuziale rimasto ancora tale e quale, dopo vent'anni di vedovanza [...]

[...] , dal ramoscello d'ulivo benedetto, a piè del crocifisso, allo schioppo del marito accanto al capezzale. La cugina Rubiera era tornata a lamentarsi [...]

[...] , al vedergli quella faccia, pensò che fosse venuto a chiederle denari in prestito. Sarebbe stata la prima volta, è vero: erano troppo superbi i [...]

[...] cugini Trao: qualche regaluccio, di quelli che aiutano a tirare innanzi, vino, olio, frumento, solevano accettarlo dai parenti ricchi — lei, la cugina [...]

[...] Bianca — era una buona donna infine — don Diego aveva proprio una faccia da far compassione... Accostò la sua seggiola a quella di lui, per fargli [...]

[...] essersi lasciata andare troppo oltre. Nei suoi occhi, che fuggivano quelli lagrimosi del cugino, cominciò a balenare la inquietudine del contadino che [...]

[...] teme per la sua roba. — Cioè!... cioè!... — Vostro figlio è tanto ricco!... Mia sorella no, invece!... A quelle parole la cugina Rubiera tese le [...]

[...] orecchie, colla faccia a un tratto irrigidita nella maschera dei suoi progenitori, improntata della diffidenza arcigna dei contadini che le avevano [...]

[...] dato il sangue delle vene e la casa messa insieme a pezzo a pezzo colle loro mani. Si alzò, andò ad appendere la chiave allo stipite dell'uscio [...]

[...] ... Invece di spiegarsi don Diego scoppiò a piangere come un ragazzo, nascondendo il viso incartapecorito nel fazzoletto di cotone, con la schiena [...]

[...] andava spargendo don Luca il sagrestano; certi sotterfugi del figliuolo. A un tratto si semi la bocca amara come il fiele anch'essa. — Non so [...]

[...] , cugino, — gli rispose secco secco. — Non so come ci entri io in questi discorsi... 23 Don Diego stette un po' a cercare le parole, guardandola fisso [...]

[...] cogli occhi che dicevano tante cose, in mezzo a quelle lagrime di onta e di dolore, e poi nascose di nuovo it viso fra le mani, accompagnando col [...]

[...] capo la voce che stentava a venir fuori: — Sì!... sì!... Vostro figlio Nini!... La baronessa stavolta rimase lei senza trovar parola, con gli [...]

[...] , e spalancò in furia la finestra gridando: — Rosaria! Alessi! venite qua! — Per carità! per carità! — supplicava don Diego a mani giunte [...]

[...] accorrevano a rotta di collo, arruffati, scalmanati, con gli occhi bassi. — Dov'è mio figlio, infine? Cosa t'hanno detto alla Vignazza? Parla, stupido [...]

[...] baronello non era alla Vignazza. Vi aveva lasciato il cane, Marchese, la sera innanzi, ed era partito: — A piedi, sissignora. Così mi ha detto il [...]

[...] fattore. — La serva, rassettandosi di nascosto, a capo chino, soggiunse che il baronello, allorchè andava a caccia di buon'ora, soleva uscire dalla [...]

[...] scarpaccie che scendevano a precipizio, inseguendosi. Don Diego, cadaverico, col fazzoletto sulla bocca per frenare la tosse, continuava a [...]

[...] petto... a me!... le pistole al petto, cugina Rubiera!... La baronessa si asciugava le labbra amare come il fiele col fazzoletto di cotone: — No [...]

[...] rimasuglio del vecchio sangue dei Trao alle guance. — Sì, sì, lasciamola stare! Quanto a mio figlio ci penserò io, non dubitate! Gli farò fare quel [...]

[...] stretta tacita nell'ombra all'uomo il quale veniva a recare così mortale oltraggio al Trao: il suo povero corpo delicato e fragile nelle braccia di [...]

[...] un estraneo!... Le lagrime gli scendevano amare e calde a lui pure lungo il viso scarno che nascondeva fra le mani. La baronessa, infine, si [...]

[...] a noi che abbiamo il peso della casa sulle spalle!... Dio sa se della mia pelle ho fatto scarpe, dalla mattina alla sera! se mi son levato il pan di [...]

[...] bocca per amore della roba!... E poi tutto a un tratto, ci casca addosso un negozio simile!... Ma questa è l'ultima che mi farà il signor [...]

[...] baronello!... L'aggiusterò io, non dubitate! Alla fin fine non è più un ragazzo! Lo mariterò a modo mio... La catena al collo, là! quella ci vuole!... Ma [...]

[...] una ragazza... L'uomo è cacciatore, si sa!... A vostra sorella avreste dovuto pensarci voi... o piuttosto lei stessa... Quasi quasi si direbbe [...]

[...] . — Signora baronessa... siamo poveri... è vero... Ma quanto a nascita... — Eh, caro mio! la nascita... gli antenati... tutte belle cose... non dico [...]

[...] , capite? Non si ammazzarono a lavorare perchè la loro roba poi andasse in mano di questo e di quello... capite?... In quel mentre bussarono al [...]

[...] ! — seguitò a brontolare la cugina Rubiera, tornando a staccare dal chiodo la chiave del magazzino. — Vedete quel che ci vuole a guadagnare un tari a [...]

[...] nuora vi abbia a portare la sua dote anch'essa... Don Diego, sgambettando più lesto che poteva dietro alla cugina Rubie- ra, per gli anditi e gli [...]

[...] Rubiera aveva tanto da fare. Essa allora si voltò come un gallo, coi pugni sui fianchi, in cima alla scala: — A mio figlio ci penso io, tornò a [...]

[...] dirvi! Voi pensate a vostra sorella... L'uomo è cacciatore... Lo manderò lontano! Lo chiudo a chiave! Lo sprofondo! Non tornerà in paese altro che [...]

[...] maritato! colla catena al collo! ve lo dico io! La mia croce! la mia rovina!... Quindi, mossa a compassion dalla disperazione muta del poveraccio, il [...]

[...] nelle spalle, barcollando, lo fermò sull'uscio, cambiando a un tratto viso e maniere: — Sentite, sentite... l'aggiusteremo fra di noi questa faccenda [...]

[...] ... Vi aiuterò 26 anch'io, don Diego... Sono madre... son cristiana... La mariteremo a un galantuomo... Don Diego scosse il capo amaramente, avvilito [...]

[...] sagrificio... Egli a quelle parole si fermò, cogli occhi spalancati, tutto tremante: — Voi!... cugina Rubiera!... No!... no!... Questo non può essere [...]

[...] di don Diego Trao, il quale se ne andava rasente al muro, continuando a scrollare la testa, come fosse stato colto da un accidente, inciampando nei [...]

[...] sassi ogni momento. — Come? — seguitava a sbraitare la baronessa. — Un negozio già conchiuso!... — C'è forse caparra, signora baronessa? — Non c'è [...]

[...] caparra; ma c'è la parola!... — In tal caso, bacio le mani a vossignoria! E tirò via, ostinato come un mulo. La baronessa, furibonda, gli strillò [...]

[...] pentito... Giacalone e Vito Orlando gli correvano dietro anch'essi, scalmanandosi a fargli sentire la ragione. Ma Pirtuso tirava via, senza rispondere [...]

[...] neppure, dicendo a don Diego Trao che non gli dava retta: — La baronessa ha un bel dire... come se al caso non avrebbe fatto lo stesso lei pure [...]

[...] !... Ora che il Barone Zacco ha cominciato a vendere con ribasso... Villano o baronessa la caparra a quella che conta. Dico bene, vossignoria? III [...]

[...] visite. — Mastro-don Gesualdo! — vociò a un tratto, cacciando fra i battenti dorati il testone arruffato. — Devo lasciarlo entrare, signora padrona [...]

[...] faccia e la parrucca del secolo scorso. La signora Sganci, sorpresa in quel bel modo dinanzi a tanta gente, non seppe frenarsi. — Che bestial Sei [...]

[...] frugando gli uomini. In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso piu di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo [...]

[...] , vestita di lanetta in mezzo a tutto il parentado in gala. La zia Sganci tornò a dire: — Venite qui, don Gesualdo. V'ho serbato il posto per voi. Qui [...]

[...] dinanzi, alzando il capo a ogni razzo che saliva dalla piazza per darsi un contegno meno imbarazzato. — Scusate! scusate! — sbuffò allora donna [...]

[...] crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone [...]

[...] donna Giuseppina Alasi, cogli occhietti che sorridevano in mezzo al viso placido di Luna piena. — Zitto! zitto. Vado a vedere... — disse la Cirmena [...]

[...] , e attraversò la sala — come un mare di Luce nel vestito di raso giallo — per andare a fiutare che cosa si macchinasse nel balcone del vicoletto [...]

[...] badava a godersi la festa, voltando il capo di qua e di là, senza dire una parola. — Vi divertite qui, eh? Tu ti diverti, Bianca? Don Ferdinando volse [...]

[...] il capo infastidito; poi vedendo la cugina Cirmena, borbottò: — Ah... donna Sarina... buona sera! buona sera! — E tornò a voltarsi dall'altra [...]

[...] Giuseppe Barabba, facendo dei segni alla padrona. — No, — rispose lei, — prima deve passare la processione. Il marchese Limali la colse a volo mentre [...]

[...] chiassosa, la parlantina che scappava stridendo a guisa di una carrucola. — Donna Marianninal... Signori miei!... Quanta gente!... Quante bellezze [...]

[...] , colla mano sugli occhi; si fece il segno della croce e scappò in furia verso il balcone grande, cacciandosi a gomitate nella folla, borbottando [...]

[...] , dal quale di tratto in tratto scappavano dei razzi, dinanzi alla statua del santo, con un vocio di folla che montava a guisa di tempesta. — La [...]

[...] Capitana si tirò indietro arricciando il naso. — Che odore di prossimo viene di laggiù! — Capite? — seguitava a sbraitare il barone Zacco, — delle terre [...]

[...] che pago già a tre onze la salma! E gli par poco! Il notaro Neri, che non gli piaceva far sapere alla gente i fatti suoi, si rivolse alla signora [...]

[...] Capitana, scollacciata ch'era un'indecenza, col pretesto che si faceva mandare i vestiti da Palermo, la quale civettava in mezzo a un gruppo di [...]

[...] ! — rispose la Capitana, gongolante. — Vado a mettermi vicino al marchese, che ha più giudizio di voi. — Ahimè! ahimè! signora mia!... II marchese [...]

[...] fin fine!... — E quello? quello Iì? — tornò a chiedere donna Giuseppina col sorriso maligno di prima. La Cirmena accennò di sì, stringendo le [...]

[...] aver saettato un'occhiata eloquente a donna Giuseppina. — Chi volete che la sposi?... senza dote!... — ribattè la Cirmena al cavaliere ch'era già [...]

[...] ascoltare senza dir nulla, fissando in volto a chi parlava quegli occhioni ardenti, scosse la tonaca, quasi avesse temuto d'insudiciarla fra tante [...]

[...] ragazza si era messa in testa non 32 so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no [...]

[...] !... Ma avrebbe dovuto parlarne a noi pure che siamo parenti di Bianca al par di lei... Piuttosto che fare le cose di nascosto... Scommetto che [...]

[...] neppure don Ferdinando ne sa nulla... — Ma l'altro fratello... don Diego, cosa ne dice?... — Ah, don Diego?... sarà a rovistare fra le sue cartacce [...]

[...] forse si vergogna a farsi vedere dalla gente... Tutti così quei Trao... Degli stupidi!... gente che si troveranno un bel giorno morti di fame in casa [...]

[...] , ai vostri tempi?... che sareste arrivato a vedere la processione del santo Patrono spalla a spalla con mastro-don Gesualdo, in casa Sganci [...]

[...] ! — riprese ii barone Zacco, il quale pensava sempre a una cosa, e non poteva mandarla giù, guardando di qua e di là cogli occhiacci da spiritato [...]

[...] fabbrica dei mulini mastro-don Gesualdo? — entrò a dire il notaro a mezza voce in aria di mistero. — Una bella somma! Ve lo dico io!... Si è tirato su [...]

[...] cuocere il gesso nella sua fornace... Ora ha l'impresa del ponte a Fiumegrande!... Suo figlio ha sborsato la cauzione, tutta in pezzi da dodici [...]

[...] tari, l'un sull'altro... Ha le mani in pasta in 33 tutti gli affari del comune... Dicono che vuol mettersi anche a speculare sulle terre [...]

[...] ... L'appetito viene mangiando... Ha un bell'appetito... e dei buoni denti, ve lo dico io!... Se lo lasciano fare, di qui a un po' si dirà che mastro- don [...]

[...] Gesualdo a il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel [...]

[...] , berretti che volavano in aria, e un tale che distribuiva legnate a diritta e a manca per farsi largo. Subito dopo comparve sull'uscio dell'anticamera [...]

[...] ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche [...]

[...] piacere, stasera!... — Perfino don Giuseppe Barabba, a modo suo, sbracciandosi a portar delle altre seggiole e a smoccolare i lumi. Poi dal balcone si [...]

[...] mise a fare il telegrafo con qualcuno ch'era giù in piazza, gridando per farsi udire in mezzo al gran brusìo della folla: — Signor barone! signor [...]

[...] marito a volo, sopraccarica di nastri, di fronzoli e di gale, come un uccello raro. — Fifì vi ha scoperto per la prima in mezzo alla folla!... Che [...]

[...] , vicino al palco della musica... Don Ninì guardava intorno inquieto. A un tratto scoprendo la cugina Bianca rincantucciata in fondo al balcone del [...]

[...] giovani, noi che ne abbiamo viste tante delle feste! E continuava a biasciarle delle barzellette salate nell'orecchio che sembrava arrossire dalla [...]

[...] presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte. Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere [...]

[...] ne deve parlare in pubblico. Don Filippo affermò col capo, e donna Bellonia, vista l'approvazione del marito, s'arrischiò a dire: — è vero [...]

[...] . — Sarà una bella coppia! — soggiunse graziosamente la signora Capitana. Il cavaliere Peperito, onde non stare a bocca chiusa come un allocco, in mezzo [...]

[...] al crocchio dove l'aveva piantato donna Giuseppina per non dar troppo nell'occhio, scappò fuori a dire: — Però la baronessa Rubiera non è venuta [...]

[...] faceva segno di no col capo. Poscia, ficcandosi in mezzo alla gente, a voce piu bassa, col viso acceso: — Ha mandato mastro-don Gesualdo in vece sua [...]

[...] di guardarmi in faccia dopo questo bel tiro che vogliono farmi... Non voglio dire che sia rimasta a casa per non incontrarsi con me... Che diavolo [...]

[...] palla al balzo e si cacciò a capo fitto nella folla dietro la signora Alòsi. La Capitana si levò sulla punta dei piedi; il notaro, galante [...]

[...] , proponeva di sollevarla fra le braccia. Donna Bellonia corse a far la mamma, accanto alle sue creature; e suo marito si contentò di montare su di una [...]

[...] nuvole di fumo, i denti soli rimasti feroci; quasi abbandonandosi, spalla a spalla contro il baronello Rubiera, il quale sembrava pavonazzo a quella [...]

[...] magre. Non diceva nulla, stava a guardare i fuochi, col viso affilato e pallido, come stirato verso l'angolo della bocca, dove erano due pieghe [...]

[...] baronello Rubiera!... Baronello? don Ninì? siete contento?... Vi saluto, don Gesualdo! Bravo! bravo! Siete lì?... — Poi corse di sopra a precipizio [...]

[...] salito in soffitta, per vedere i fuochi dall'abbaino, a rischio di precipitare in piazza. Comparve finalmente, col bicchier d'acqua, tutto impolverato [...]

[...] e coperto di ragnateli, dopo che la padrona e il canonico Lupi si furono sgolati a chiamarlo per ogni stanza. II canonico Lupi, ch'era di casa, gli [...]

[...] contentone di vedervi qui. La signora Sganci mi diceva da un pezzo: l'anno venturo voglio che don Gesualdo venga in casa mia, a vedere la [...]

[...] , raddrizzò la schiena facendo una boccaccia. — Ahi! ahi!... Se Dio vuole a passata anche questal... Chi campa tutto l'anno vede tutte le feste. — Ma di [...]

[...] veder ciò che avete visto stavolta non ve l'aspettate — sogghignava il barone Zacco, accennando a mastro-don Gesualdo. — No! no! Me lo rammento [...]

[...] coi sassi in spalla... e le spalle lacere!... sul ponte delle fabbriche, quest'amicone mio con cui oggi ci troviamo qui, a tu per tu!... Però la [...]

[...] Filippo Margarone anche lui gli lasciava cadere dall'alto del cravattone complimenti simili a questi: — Il nascer grandi è caso, e non virtù [...]

[...] !... — Sì signore, — rispose tranquillamente don Gesualdo. — Non chiudevo occhio, la notte. L'arciprete Bugno, ingelosito dei salamelecchi fatti a un [...]

[...] altro, dopo tutti quegli spari, quelle grida, quel fracasso che gli parevano dedicati un po' anche a lui, come capo della chiesa, era riuscito a [...]

[...] venivano apposta per vederla... Degli inglesi, s'era risaputo poi, l'avrebbero pagata a peso d'oro, onde portarsela fra i loro idoli... II marchese che [...]

[...] stava per iscoppiare, l'interruppe alla fine: — Ma che sciocchezze!... Chi ve le dà a bere, don Calogero? La statua è di cartapesta... una brutta [...]

[...] altre che se ne vedono!... un fantoccio da carnevale!... Eh? Cosa dite?... Sì, un sacrilegio! Il mastro che fece quel santo dev'essere a casa del [...]

[...] ristucco, con la vocetta fessa, voltando le spalle all'arciprete. — Abbiamo qualche affare in aria? II barone Zacco si mise a ridere forte, cogli [...]

[...] occhi che schizzavano fuori dell'orbita; ma I'altro, un po' stordito dalla ressa che gli si faceva attorno, non rispose. — A me potete dirlo, caro [...]

[...] mio, — riprese il vecchietto malizioso. — Non avete a temere che vi faccia la concorrenza, io! Al battibecco si divertivano anche coloro che non [...]

[...] ... — Fate, fate, amico mio. Quanto a me, non ho di che lagnarmene... Don Giuseppe Barabba si avvicinò in punta di piedi alla padrona, e le disse [...]

[...] Giacinto, ed eran già quasi strutti. — Va bene, va bene... Bianca? — Zia... — Fammi il piacere, aiutami un po' tu. Dall'uscio spalancato a due [...]

[...] battenti entrarono poco dopo don Giuseppe e mastro Titta, il barbiere di casa, carichi di due gran vassoi d'argento che sgocciolavano; e cominciarono a [...]

[...] maggior riguardo. II canonico Lupi diede una gomitata al barbiere, il quale passava dinanzi a mastro-don Gesualdo senza fermarsi. — Che so io [...]

[...] lei a servire gli invitati. Dopo il primo movimento generale, un manovrar di seggiole per schivare la pioggia di sciroppo, erano seguiti alcuni [...]

[...] fazzoletti di cotone. Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli [...]

[...] l'Addolorata!... 41 Egli allora cominciò a darsi dei pugni nella testa, commosso, col cuore gonfio anch'esso, badando a non far strepito e che [...]

[...] neanche di soffiarmi ii naso!... Capisci? capisci?... Ti pare che non ci pensi a te?... Ti pare che non ci pensi?... La notte... non chiudo occhio [...]

[...] . E domani poi devo tornare a scopare e rimettere le fodere... Don Giuseppe seguitando a brontolare se ne andò coi bicchieri vuoti. Dalla sala [...]

[...] cantando; udivasi un baccano di chiacchiere e di risate nella sala, vicino a Toro, nello schianto di quell'ultimo addio senza parole. Nel vano luminoso [...]

[...] del balcone passò un'ombra magra, e si udì la tosserella del marchese Limòli: — Eh, eh, ragazzi!... benedetti voialtri!... Sono venuto a veder la [...]

[...] soffoca lì dentro. — Pazienza!... Bisogna sempre aver pazienza a questo mondo... Meglio sudare che tossire... Tu, Nino, bada che le signore Margarone [...]

[...] schifiltoso!... Che diavolo gli è saltato in corpo a tua madre, di farti sposare quei denti?... — Ah... zio!... — Sei uno sciocco! Dovresti lasciarle fare [...]

[...] il diavolo a quattro quanto le pare e piace, a tua madre!... Sei figlio unico!... A chi vuoi che lasci la roba dopo la sua morte? — Eh... da qui a [...]

[...] impiccio!... — Calmati! calmati!... Consòlati pensando a chi sta peggio di te. S'affacciò la signora Capitana, svelta, irrequieta, guardando [...]

[...] mantiglie e i cappellini, a capo basso. — Un momento! un momento! — esclamò don Filippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll'altro reggeva [...]

[...] Nicolino addormentato. Si udiva un tafferuglio nella piazza; strilli da lontano; la gente correva verso San Giovanni, e il campanone che suonava a [...]

[...] !... Si picchiano!... E si abbandonò sul canape, cogli occhi chiusi. Le signore si misero a vociare tutte in una volta; la padrona di casa gridava a [...]

[...] Barabba di scendere a dare il catenaccio giù al portone; mentre donna Bellonia spingeva le sue ragazze 45 in Branco nella camera di donna [...]

[...] lui, sbuffò infine: — Sentitelo!... Perchè non ci andate voi? Un altro po' facevano la festa a me pure!... Vostro marito ha torso pericolo della [...]

[...] !... Don Ninì Rubiera cercando il cappello s'imbattè nella cugina, la quale gli andava dietro come una fantasima, stravolta, incespicando a ogni passo [...]

[...] turbato anch'esso che seguitava a cercare il suo cappello lui pure. — Guarda, ce l'ho in testa! Non so nemmeno quello che fo. Si guardò attorno [...]

[...] !... Nessuno ne sa nulla... Tuo fratello non sarà andato a raccontarlo... Ed io neppure... Sai che t'ho voluto bene più dell'anima mia!... Essa non [...]

[...] , giovialona, si voltava a salutare Bianca, la richiamò con la voce stizzosa: — Giovannina! andiamo! andiamo! — Meno male questa qui! — borbottò il [...]

[...] baronello. — Ma sua sorella un castigo di Dio. La zia Sganci, accompagnando le Margarone sino all'uscio, disse a mastro-don Gesualdo che si [...]

[...] sprofondava in inchini sul pianerottolo, a rischio di ruzzolare giù per la scala: — Don Gesualdo, fate il favore... Accompagnate i miei nipoti Trao [...]

[...] ; fingeva di cercare il lampione nelle cassapanche dell'anticamera, per darlo da portare a mastro-don Gesualdo. — Giacchè deve accompagnare donna [...]

[...] Bianca... una dei Trao... Non gli sarebbe passato neppure pel capo di ricevere tanto onore... a mastro-don Gesualdo!... - Però costui non poteva udire [...]

[...] perchè aspettava nella piazza, discorrendo col canonico. Solo don Liccio Papa, il quale chiudeva la marcia colla sciaboletta a tracolla, si mise [...]

[...] a ridere: — Ah! ah! — Che c'è? — chiese il Capitano, che dava il braccio alla moglie infagottata. — Che c'è, insubordinato? — Nulla; — rispose il [...]

[...] marchese. — Il barone Zacco che abbaia alla Luna. Poi, mentre scendeva insieme a Bianca, appoggiandosi al bastoncino, passo passo, le disse in un [...]

[...] , gliela darebbe a mastro-don Gesualdo!... Te lo dico io che son vecchio, e so cos'è la povertà!... — Eh? Che cosa? — volle sapere don Ferdinando, il [...]

[...] perla! una ragazza che non sa altro: casa e chiesa!... Economa... non vi costerà nulla... In casa non è avvezza a spender di certo!... Ma di buona [...]

[...] vostri affari andrebbero a gonfie vele... Anche per quell'affare delle terre comunali... è meglio aver l'appoggio di tutti i pezzi grossi [...]

[...] !... Don Gesualdo non rispose subito, sopra pensieri, a capo chino, seguendo passo passo donna Bianca che s'avviava a casa per la scalinata di Sant'Agata [...]

[...] se ne andava insieme a un'altra, senza voltarsi, senza dirle nulla, senza rispondere a lei che lo chiamava dal fondo del cuore, con un gemito, con [...]

[...] dall'acquazzone dentro il frantoio di Giolio vasto quanto una chiesa facendo alle piastrelle, entrò il ragazzo che stava a guardia sull'uscio [...]

[...] infine la risposta: — Che s'aveva a fare? bagnarci tutti?... la burrasca a cessata or ora... Siamo cristiani o porci?... Se mi coglie qualche [...]

[...] malanno mia madre non lo fa più un altro Agostino, no! — Sì, sì, hai ragione!... la bestia sono io!... Io ho Ia pelle dura!... Ho fatto bene a [...]

[...] mandare qui mio fratello per badare ai miei interessi!... Si vede!... Sta a passare il tempo anche lui giuocando, sia lodato Iddio!... Santo, ch'era [...]

[...] rimasto a bocca aperta, coccoloni dinanzi al pioletto coi quattrini, si rizzò in piedi tutto confuso, grattandosi ii capo. Gesualdo, intanto che gli [...]

[...] altri si davano da fare, mogi mogi, misurava il muro nuovo colla canna; si arrampicava sulla scala a piuoli; pesava i sacchi di gesso [...]

[...] a danno mio!... Ci ho ancora i covoni sull'aia!... Non si poteva metter su la macina intanto che pioveva?... Su! animo! la macina! Vi do una mano [...]

[...] asciugata tanta dell'acqua sulle spalle!... Se fossi stato come te, sarei ancora a trasportare del gesso sulle spalle!... Ti rammenti?... E tu non [...]

[...] saresti qua a giuocare alle piastrelle!... Brontolando, dandosi da fare per preparare la leva, le biette, i puntelli, si voltava indietro per lanciargli [...]

[...] tetto... poi dei cunei sotto... vedete, vossignoria, a far girare i cunei, si sta dai lati e non c'è pericolo... — Bravo! ora mi fate il [...]

[...] capomastro! Datemi la stanga!... Io non ho paura!... Intanto che stiamo a chiacchierare il tempo passa! La giornata corre lo stesso, eh?... Come se li [...]

[...] avessi rubati i miei denari!... Su! da quella parte!... Non badate a me che ho Ia pelle dura... Via!... su!... Viva Gesù!... Viva Maria!... un altro [...]

[...] !... a quest'ora sarei a portar gesso sulle spalle!... Il bisogno... via! via!... il bisogno fa uscire il lupo... ancora!... su!... il lupo dal Bosco [...]

[...] !... Vedete mio 50 fratello Santo che sta a guardare?... Se non ci fossi io egli sarebbe sotto... sotto la macina... al mio posto... invece di [...]

[...] grattarsi... a spingere la macina... e la casa... Tutto sulle mie spalle!... Ah! sia lodato Iddio! Infine, assicurata la macina sulla piattaforma, si [...]

[...] mise a sedere su di un sasso, trafelato, ancora tremante dal batticuore, asciugandosi ii sudore col fazzoletto di cotone. — Vedete come ci si [...]

[...] !... Mastro Cola, voi che siete capomastro!... chi vi ha insegnato a tenere il regolo in mano?... Maledetto voi! Mariano, dammi quassù il regolo, sul ponte [...]

[...] ... Che non ne avete occhi, corpo del diavolo!... L'intonaco che serepola e sbulletta!... Mi toccherà poi sentire l'architetto, malannaggia a [...]

[...] voialtri!... Quando torna quello del gesso ditegli il fatto suo, a quel figlio di mala femmina!... ditegli a Neli che sono del mestiere anch'io!... Che [...]

[...] ne riparleremo poi sabato, al far dei conti!... Badava a ogni cosa, girando di qua e di là, rovistando nei mucchi di tegole e di mattoni [...]

[...] qua la mula... Fagli almeno questo lavoro, a tuo fratello! — Agostino voleva trattenerlo a mangiare un boccone, poichè era quasi mezzogiorno, un [...]

[...] sole che scottava, da prendere un malanno chi andava per la campagna a quell'ora. — No, no, devo passare dal Camemi... ci vogliono due ore... Ho [...]

[...] presenza di Dio! Mi vedrete comparire quando meno ve lo aspettate! Sono del mestiere anch'io, e conosco poi se si a lavorato o no!... Intanto che [...]

[...] se ne andava, Santo gli corse dietro, lisciando il collo alla mula, tenendogli la staffa. Finalmente, come vide che montava a cavallo senza darsene [...]

[...] ? — Sì, sì, ho capito. I denari che avesti lunedì te li sei giuocati. Ho capito! ho capito! eccoti il resto. E divertiti alle piastrelle, che a pagare [...]

[...] , rugginoso, sembrava abbandonato, senza un'ombra, con tutte le finestre spalancate nell'afa, simili a tanti buchi neri, le croci dei campanili [...]

[...] , sfinito, si mise a borbottare: — dove andate vossignoria a quest'ora?... Avete tanti denari, e vi date l'anima al diavolo! Giunse al paese che [...]

[...] suonava mezzogiorno, mentre tutti scappavano a casa come facesse temporale. Dal Rosario veniva il canonico Lupi, accaldato, col nicchio sulla nuca [...]

[...] , soffiando forte: — Ah, ah, don Gesualdo!... andate a mangiare un boccone?... Io no, per mia disgrazia! Sono a bocca asciutta sino a quest'ora... Vado a [...]

[...] pettata!... è caldo, eh! — intanto si asciugava il sudore col fazzoletto. — Ho paura che mi giuochino qualche tiro, riguardo a quell'appalto delle [...]

[...] !... ci sto lavorando... A proposito, che facciamo per quell'altro affare? ci avete pensato? che risposta mi date? 52 Don Gesualdo il quale aveva [...]

[...] importasse neppure a lui: parlò dell'altro affare della gabella, che bisognava venire a una conclusione colla baronessa Rubiera: — C'è altra novità [...]

[...] , mentre andava passo passo insieme al prete, tutto orecchi, a capo chino e col mento in mano. — Temo che mi cambino la baronessa!... Ho visto il [...]

[...] Barone a confabulare con quello sciocco di don Ninì... ieri sera, dietro il Collegio... Finsi d'entrare nella farmacia per non farmi scorgere. Capite [...]

[...] , guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino. — Per questo dicevo!... Ma voi la pigliate su quel [...]

[...] Iddio!... Son venuto apposta a dirvelo... — Vi ringrazio! grazie tante! Ora che volete da me? Io ve l'aveva detto, quando avete voluto prendere quella [...]

[...] : — Vi saluto... Don Luca il sagrestano mi aspetta... digiuno come me sino a quest'ora! — E infilò la scaletta pel quartiere alto. Don Gesualdo allora [...]

[...] infuriato prese a sfogarsi col cognato: — E venite apposta per darmi la bella notizia?... mentre stavo a discorrere dei fatti miei... sul più bello [...]

[...] cognato tornava a ripetere: — Cercando bene... troveremo chi la pigli... La terra è già preparata a maggese per quest'altr'anno... mi costa un occhio [...]

[...] ... Vostra sorella fa un casa del diavolo... non mi dà pace!... Sapete che castigo di Dio, vostra sorella! — Vi costa, vi costa!... Io lo so a chi [...]

[...] costa! — brontolò Gesualdo senza voltarsi. — Sulle mie spalle ricadono tutte queste belle imprese!... Burgio s'offese a quelle parole: — Che volete [...]

[...] dire? Spiegatevi, cognato!... Io già lavoro per conto mio! Non sto alle spalle di nessuno, io! — Sì, sì, va bene; sta a vedere ora che devo anche [...]

[...] pregarvi? Come se non l'avessi sulle spalle la vostra chiusa... come se il garante non fossi io... Così brontolando tutti e due andarono a cercare [...]

[...] Gesualdo. Benedicite a vossignoria! Ne comandate? volete restar servito? — Poi come udì parlare della chiusa che Burgio avrebbe voluto appioppare a [...]

[...] neanche per pascolo. Burgio s'affannava a lodarla, terre di pianura, terre profonde, che gli avevano dato trenta salme di fave quell'anno soltanto [...]

[...] , preparate a maggese per l'anno nuovo!... Il cognato tagliò corto, come uno che ha molta altra carne al fuoco, e non ha tempo da perdere [...]

[...] di peli sudici. Sulla strada soleggiata e deserta a quell'ora stava aspettando un contadino, con un fazzoletto legato sotto il mento, le mani in [...]

[...] avete messo il carro innanzi ai buoi?... Quando non potete... Tutti vi mettereste sulle spalle un feudo, a lasciarvi fare... Vedremo... Non dico di no [...]

[...] pezzetto a lamentarsi, correndogli dietro, chiamando in testimonio Dio e i santi, piagnucolando, bestemmiando, e finì per accettare, racconsolato tutto a [...]

[...] ! Quanto a me, è come se fossimo andati dal notaio! — E se ne tornò indietro, colle mani in tasca. — Sentite qua, mastro Lio, — disse Gesualdo [...]

[...] giorni prima... Va bene, restiamo intesi... Me ne torno a casa ora. Ho quelle quattro fave che m'aspettano. Burgio non si reggeva in piedi [...]

[...] dall'appetito, e si mise a brontolare come il cognato voile passare dalla posta. — Sempre misteri... maneggi sottomano! Don Gesualdo tornò tutto contento [...]

[...] buona notizia, e bisogna che torni da mastro Lio. — Io non so nulla... Mio padre non m'ha insegnato a fare queste rose!... — rispose Burgio [...]

[...] brontolando. — Io fo come fece mio padre..: piuttosto, se volete venire a prendere un boccone a casa... Non mi reggo in piedi, com'è vero Dio! — No, non [...]

[...] dormendo... Son venuto io a portarvela!... Intanto la giornata se ne va!... Quante canne ne avete fatto di massicciata oggi, vediamo?... Neppure tre [...]

[...] a dormire e riposare!... Corpo di!... sangue di!... Vedendolo con quella faccia accesa e riarsa, bianca di polvere soltanto nel cavo degli occhi [...]

[...] nell'ampia vallata silenziosa, nel polverio che si levava sulle carpi abbronzate, sui cenci svolazzanti, insieme a un ansare secco che accompagnava [...]

[...] ogni colpo. I corvi ripassarono gracidando, nel cielo implacabile. Il vecchio allora alzo il viso impolverato a guardarli, con gli occhi infuocati [...]

[...] ?... aspettavi qualcheduno?... Brasi Camauro oppure Nanni l'Orbo?... La ragazza ricevette la sfuriata a capo chino, e intanto accendeva lesta lesta il fuoco [...]

[...] , mentre il suo padrone continuava a sfogarsi, li fuori, all'oscuro, e passava in rivista i buoi legati ai pioli intorno all'aia. II camparo mogio [...]

[...] qualcheduno che portava il malocchio!... Ho seminato perfino i pani di San Giovanni nel pascolo... Le pecore stanno bene, grazie a Dio... e il [...]

[...] raccolto pure... Nanni l'Orbo? Laggiù a Passanitello, dietro le gonnelle di quella strega... Un giorno o l'altro se ne torna a casa colle gambe rotte [...]

[...] comandarmi, vossignoria, vado a buttarmi giù un momento... Come Dio volle finalmente, dopo un digiuno di ventiquattr'ore, don Gesualdo potè mettersi a [...]

[...] fresche, e due pomidori ch'era andata a cogliere tastoni dietro la casa. Le ova friggevano nel tegame, il fiasco pieno davanti; dall'uscio entrava [...]

[...] un barile, e le passò negli occhi, a quelle parole, un sorriso di cane accarezzato. — Devi aver fame anche tu. Mangia! mangia! 58 Essa mise la [...]

[...] scodella sulle ginocchia, e si fece il segno della croce prima di cominciare, poi disse: — Benedicite a vossignoria! Mangiava adagio adagio, colla [...]

[...] gente ricca, e degli occhi castagni, al pari dei capelli, timidi e dolci: de' begli occhi di cane carezzevoli e pazienti, che si ostinavano a farsi [...]

[...] ancora giovani, in fondo a quelle occhiaie livide. Così raggomitolata sembrava proprio una ragazzetta, al busto esile e svelto, alla nuca che [...]

[...] all'indietro. II vino, generoso e caldo, le si vedeva scendere quasi a ogni sorso nella gola color d'ambra; il seno ancora giovane e fermo sembrava [...]

[...] gonfiarsi. II padrone allora si mise a ridere. — Brava, brava! Come suoni bene la trombetta!... Sorrise anch'essa, pulendosi la bocca un'altra volta col [...]

[...] dorso della mano, tutta rossa. — Tanta salute a vossignoria! Egli uscì fuori a prendere il fresco. Si mise a sedere su di un covone, accanto [...]

[...] di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d'alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa [...]

[...] cominciarono a spuntare i covoni raccolti in mucchi, come tanti sassi posti in fila. Degli altri punti neri si movevano per la china, e a seconda del [...]

[...] — Eh? Diodata? Dormi, marmotta?... — Nossignore, no!... Essa comparve tutta arruffata e spalancando a forza gli occhi assonnati. Si mise a scopare [...]

[...] portava il gesso dalla fornace di suo padre, a Donferrante! Quante volte l'aveva fatta quella strada di Licodia, dietro gli asinelli che cascavano per [...]

[...] ! — Carico di famiglia! Santo che gli faceva mangiare i gomiti sin d'allora; Speranza che cominciava a voler marito; la mamma con le febbri, tredici [...]

[...] mesi dell'anno!... — Più colpi di funicella che pane! — Poi quando il Mascalise, suo zio, lo condusse seco manovale, a cercar fortuna... Il padre [...]

[...] comando altrui. — Ci vollero sette anni prima che gli perdonasse, e fu quando finalmente Gesualdo arrivò a pigliare il primo appalto per conto suo [...]

[...] Speranza anche, perchè la ragazza non poteva più stare in casa... — E le dispute allorche cominciò a speculare sulla campagnal... — Mastro Nunzio [...]

[...] non voleva saperne... Diceva che non era il mestiere in cui erano nati. «Fa l'arte che sai!» - Ma poi, quando il figliuolo lo condusse a veder le [...]

[...] terre che aveva comprato, lì proprio, alla Canziria, non finiva di misurarle in lungo e in largo, povero vecchio, a gran passi, come avesse nelle [...]

[...] aver la testa più fine della sua. — La madre non ci arrivò a provare quella consolazione, poveretta. Morì racco- mandando a tutti Santo, che era [...]

[...] senza chiuder occhio! Vent'anni che non andava a letto una sola volta senza prima guardare il cielo per vedere come si mettesse. — Quante avemarie, e [...]

[...] basto della mula, all'ombra di un ulivo, lungo il margine di un fosso, nella malaria, in mezzo a un nugolo di zanzare. — Non feste, non domeniche [...]

[...] fratello Santo regalavasi in barba sua all'osteria! — trovando a casa poi ogni volta il viso arcigno di Speranza, o le querimonie del cognato, il [...]

[...] piagnucolio dei ragazzi — le liti fra tutti loro, quando gli affari non andavano bene. — Costretto a difendere la sua roba contro tutti, per fare il suo [...]

[...] stette un momento a guardarla cosi, sorridendo anch'esso, e le diede un altro scapaccione affettuoso. — Questa non e roba per quel briccone di Brasi, o [...]

[...] ha dato il pane, — rispose essa semplicemente. — Sarei una birbona... — Lo so! lo so!... poveretta!... per questo t'ho voluto bene! A poco a poco [...]

[...] tu!... Ne abbiamo passati dei brutti giorni!... Sempre all'erta, come il tuo padrone! Sempre colle mani attorno... a far qualche cosa! Sempre [...]

[...] l'occhio attento sulla mia roba!... Fedele come un cane!... Ce n'è voluto, sì, a far questa roba! Tacque un momento intenerito. Poi riprese, dopo un [...]

[...] tono di voce che andò a rimescolargli il sangue a lui pure: — Vossignoria siete il padrone... — Lo so, lo so... Ne discorro adesso per chiacchierare [...]

[...] ... perchè mi sei affezionata... Ancora non ci penso... ma un giorno o l'altro bisogna pure andarci a cascare... Per chi ho lavorato infine [...]

[...] ?... Non ho figliuoli... Allora le vide il viso, rivolto a terra, pallido pallido e tutto bagnato. — Perchè piangi, bestia? — Niente, vossignoria!... Così [...]

[...] !... Non ci badate... 62 — Cosa t'eri messa in capo, di'? — Niente, niente, don Gesualdo... — Santo e santissimo! Santo e santissimo! — prese a [...]

[...] che, se mai, ti lascerei in mezzo a una strada... senza soccorsi?... — Nossignore... non è per me... Pensavo a quei poveri innocenti... — Anche [...]

[...] quest'altra?... Che ci vuoi fare! Così va il mondo!... Poichè v'è il comune che ci pensa!... Deve mantenerli ii comune a spese sue... coi denari di [...]

[...] forse? Non mi son fatto da me quello che sono? Ciascuno porta il suo destino!... Io ho il fatto mio, grazie a Dio, e mio fratello non ha nulla... In [...]

[...] tal modo seguitava a brontolare, passeggiando per l'aia, su e giù dinanzi la porta. Poscia vedendo che la ragazza piangeva ancora, cheta cheta [...]

[...] per non infastidirlo, le tornò a sedere allato di nuovo, rabbonito. — Che vuoi? Non si può far sempre quel che si desidera. Non sono più padrone [...]

[...] ... come quando ero un povero diavolo senza nulla... Ora ci ho tanta roba da lasciare... Non posso andare a cercar gli eredi di qua e di là, per la [...]

[...] siete il padrone... Egli ci pensò un po' su, perchè quel discorso lo punzecchiava ancora peggio di una vespa, e tornò a dire: — Anche tu... non [...]

[...] hai avuto nè padre nè madre... Eppure cosa t'è mancato, di'? — Nulla, grazie a Dio! — Il Signore c'è per tutti... Non ti lascerei in mezzo a una [...]

[...] strada, ti dico!... La coscienza mi dice di no... Ti cercherei un marito... 63 — Oh... quanto a me... don Gesualdo! — Sì, sì, bisogna maritarti [...]

[...] darei la dote... — Il Signore ve lo renda... — Son cristiano! son galantuomo! Poi te lo meriti. Dove andresti a finire altrimenti?... Penserò a [...]

[...] ... Sì, sì, bella!... lascia dire a me che lo so! Roba fine!... sangue di barone sei, di certo!... Ora la pigliava su di un altro tono, col risolino [...]

[...] furbo e le mani che gli pizzicavano. Le stringeva con due dita il ganascino. Le sollevava a forza il capo, che ella si ostinava a tener basso per [...]

[...] nascondere le lagrime. — Già per ora son discorsi in aria... Il bene che voglio a te non lo voglio a nessuno, guarda!... Su quel capo adesso, sciocca [...]

[...] !... sciocca che sei!... Come vide che seguitava a piangere, testarda, scappò a bestemmiare di nuovo, simile a un vitello infuriato. — Santo e [...]

[...] santissimo! Sorte maledettal... Sempre guai e piagnistei!... V Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell'alba, con una voce che [...]

[...] ?... a quest'ora?... — Mastro-don Gesualdo andava raccattando i panni tastoni, al buio, ancora assonnato, con un guazzabuglio nella testa. Tutt'a un [...]

[...] pioggia, che faceva asciugare i quattro cenci a una fiammata di strame. Appena vide giungere il padrone, cominciò a piagnucolare di nuovo: — II [...]

[...] : Speranza, la sorella, che scendeva a precipizio, intanto che suo marito s'infilava le brache; Santo, ancora mezzo ubbriaco, ruzzoloni per la [...]

[...] scaletta della botola, urlando quasi l'accoppasse- ro. II manovale, a ciascuno che capitava, tornava a dire: — Il ponte!... l'armatura!... Mastro Nunzio [...]

[...] , aspettando che gl'insellassero la mula, la quale spaventata anch'essa sparava calci, e Masi dalla confusione non riusciva a mettergli il basto. A un [...]

[...] tale e quale! Massaro Fortunato, più calmo, approvava la moglie, con un cenno del capo, silenzioso, seduto sulla panchetta, simile a una macina [...]

[...] ponte della malora! Gesualdo da principio si voltò verso di lei inviperito, colla schiuma alla bocca. Poscia mandò giù la bile, e si mise a [...]

[...] ; infine di lassù, a cavallo, che toccava quasi il tetto col capo, sputa fuori ii fatto suo, prima d'andarsene: — Avete ragione! M'ha fatto fare dei [...]

[...] bei negozi, tuo marito! La semenza che abbiamo buttato via a Donninga! La vigna che m'ha fatto piantare dove non nasce neppure erba da pascolo [...]

[...] della stalla, finchè si udirono i ferri della cavalcatura sui ciottoli della stradicciuola, nel buio. II manovale si mise a correre, affannato [...]

[...] ; lasciamo stare ancora sino a domani... — Disse mastro Nunzio: — tu parli così per papparti un'altra giornata di paga... — Io intanto facevo [...]

[...] raggomitolata sotto un carrubbio si mise a gridare: — Non potete passare, no!... Il fiume!... badate!... In fondo, nella nebbia del fiume e della pioggia [...]

[...] , vossignoria? Egli non rispondeva, nel fango sine a mezza gamba, andando su e giù per la riva corrosa, coi capelli che gli svolazzavano al vento. Mastro [...]

[...] adesso lassù?... State a piangere il morto? Lasciate... lasciate andare! — gli rispose Gesualdo dalla riva. Ii rumore delle acque si mangiò — anche [...]

[...] , sotto gli ombrelloni d'incerata, senza potere farsi intendere, indicando verso il punto dove gli uomini tiravano in salvo delle travi. A seconda del [...]

[...] rauco. Gesualdo, curvo sotto l'acquazzone, sfangando sulla riva, aiutava a tirare in salvo i legnami dell'armatura che la corrente furiosa seguitava [...]

[...] a scuotere e a sfasciare. — A me!... santo Dio!... non vedete che si porta anche quelli?... — A un certo punto barcollò e stava per affondare [...]

[...] bocca, rispondeva: — Lasciatemi crepare! A voi non ve ne importa!... Dite così perchè voi non ci avete il sangue vostro in mezzo a quell'acqua [...]

[...] !... Lasciatemi crepare! 67 Mastro Nunzio, vedendo smaniare a quel modo il suo figliuolo, voleva buttarsi a capo fitto giù nella corrente addirittura [...]

[...] : — Per non stare a sentir lui!... Adesso mi dirà ch'è tutta colpa mia!... vedrete!... Non son padrone di muovere un dito in casa mia... Sono padrone [...]

[...] andata a finire!... E bisogna tornare da capo, se non voglio perdere la cauzione... Potevate star- vene quieto e tranquillo a casa... Che vi facevo [...]

[...] rinfacciato... a tuo padre!... Già non conto più nulla io! Non so far più nulla!... Ti ho fatto quel che sei!... Come se non fossi il capo di casa [...]

[...] , agitando le labbra senza peter profferire altre parole, strabuzzando gli occhi per tornare a cercare il posto migliore da annegarsi, e infine [...]

[...] brontolò: — E allora perchè mi trattieni?... Perchè non vuoi che mi butti nel fiume? perchè? Gesualdo cominciò a strapparsi i capelli, a mordersi le [...]

[...] braccia, a sputare in cielo. Poscia gli si piantò in faccia disperato, scuotendogli le mani giunte dinanzi al vise. — Per l'amor di Dio!... per [...]

[...] si intromise per calmarli. — Infine quel ch'è stato è stato. Il morto non torna più. Colle chiacchiere non si rimedia a nulla. Piuttosto venite ad [...]

[...] che s'era rotta la gamba, sudando e spasimando. Volle mettere anch'egli una buona parola nel malumore fra padre e figlio: — II peggio è toccato a [...]

[...] color di terra, seduto su di un sasso, le mani fra le cosce, penzoloni. Quindi prese a sfogarsi col manovale. — Guarda quella carogna! Mi lascia [...]

[...] voglio più sapere di questo ponte 69 della disgrazia! Piuttosto faremo un mulino, coi materiali che riesciremo a mettere in salvo... Un affare [...]

[...] sicuro quello... — Un'altra adesso! — saltò su Gesualdo. — Siete ammattito davvero? E la cauzione? Volete che ci perda anche quella? Se lasciassi fare a [...]

[...] voi!... Quando presi a fabbricare dei mulini, mi toccava sentire che era la rovina... Ora che vi siete persuaso, non vorreste far altro... come se [...]

[...] paese grigio e triste nella pioggia anch'esso, lassù in cima al monte, col suono del mezzogiorno che passava a ondate, trasportato dal vento, e si [...]

[...] suoi, a quell'ora, vedendolo così fradicio, piovendo acqua come un ombrello, gli disse: — Eh, don Gesualdo?... che disgrazia!... Lui duro come un [...]

[...] sasso, col sorriso amaro sulle labbra sottili e pallide, rispondeva: — Eh, cose che accadono. Chi va all'acqua si bagna, e chi va a cavallo cade. Ma [...]

[...] sinchè non v'è uomini morti, a tutto si rimedia. 70 I più tiravano di lungo, voltandosi per curiosità dopo ch'erano passati. II canonico comparve [...]

[...] sotto la cassa della confraternita, come una tiara da morto, nella quale erano i pegni dei denari dati a prestito; delle immagini di santi qua e !a [...]

[...] , appiccicate colle ostie, insudiciate dagli uccelli, e un puzzo da morire, fra tutte quelle bestie. Don Gesualdo cominciò subito a sfogarsi narrando [...]

[...] i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio... Gli era [...]

[...] toccato ricomprargliela due volte la fornace del gesso! E continuava a metterlo in quegli impicci!... E se lui diceva ahi! quando era costretto a [...]

[...] farsi aprire la vena e a lasciarsi cavar dell'altro sangue per pagare, allora il padre gridava che gli si mancava di rispetto. La sorella ed il [...]

[...] fratello Santo che mangiava e beveva alle sue spalle, senza far nulla, da mattina a sera: — Col mio denaro, capite, vossignoria? col sangue mio! So io [...]

[...] quel che mi costa! Quando ho lasciato mio padre nella 71 fornace del gesso in rovina, che non si sapeva come dar da mangiare a quei quattro asini [...]

[...] , sissignore. La prima cazzuola per incominciare a fare il muratore dovette prestarmela mio zio il Mascalise... E mio padre che strepitava perchè lasciavo [...]

[...] il mestiere in cui ero nato... E poi, quando presi il primo lavoro a cottimo... gridava ch'era un precipizio! Ne ho avuto del coraggio, signor [...]

[...] canonico! Lo so io quel che mi costa! Tutto frutto dei miei sudori, quello che ho... E quando lo vedo a buttarmelo via, chi da una parte e chi [...]

[...] boccone di pane, quando torno a casa stanco... Ma ora non ne posso più! Anche l'asino quando è stanco si corica in mezzo alla via e non va più avanti [...]

[...] poi un sant'Agostino a capire quel che volete!... In conclusion si tratta di salvare la cauzione, non è così? di avere qualche aiuto dal comune [...]

[...] anche lui i suoi occhi da uomo che non si lascia mettere nel sacco. — Sentite, don Gesualdo... questo non è discorso che venite a farmi adesso, a [...]

[...] dalla vostra i giurati e tutti quanti. Anche per l'altra faccenda della gabella, poi, se volete entrarci insieme a noi... — Sissignore, — rispose [...]

[...] ! Eccomi con voi. Pensiamo a quest'affare del ponte prima... a salvare la cauzione... con un sussidio del comune. Andremo adesso dal capitano... e [...]

[...] affare, quello della gabella. Non vorrei che giuocassimo a scarica barile fra di noi, caro don Gesualdo! Costui voleva allungare la mano di nuovo [...]

[...] aprire lo studio, e fece il viso di condoglianza a don Gesualdo. — Brutto affare, eh? Mi dispiace! — Sotto si vedeva che gongolava. Il canonico [...]

[...] , a tagliar corto, rispose lui: — Cosa da nulla... II diavolo poi non e cosi brutto... Rimedieremo... Abbiamo salvato i materiali... — Dopo, quando [...]

[...] furono lontani, e il notaio con la chiave nella toppa li guardava ancora ridendo, il canonico gli soffiò nell'orecchio, a mastro-don Gesualdo: — E [...]

[...] per camminarvi!... Con quella faccia non si va a chiedere un favore... Aspettatemi qui; salgo un momento dal cavalier Peperito. E una bestia; ma [...]

[...] asinello macilento, con una bisaccia piena di fave dietro. Don Gesualdo per ingraziarselo lo aiutò a scaricar le fave, e a legar l'asino alla [...]

[...] avercela con voi... Bisogna trovare la persona. Ciolla? ohi? Ciolla? A voi dico, Ciolla! Sapete s'è in casa don Filippo? L'avete visto uscire? Ciolla [...]

[...] , la ceraiuola, sapete bene? E la loro passeggiata, dopopranzo... a trastullarsi con lei, dietro lo scaffale... Che c'è di nuovo, don Gesualdo [...]

[...] ? Andate a benedire il ponte, insieme al canonico? Don Gesualdo si sfogò infine con lui, appuntandogli contro le coma, con tutt'e due le mani. — Vi stava [...]

[...] chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati? Nel salire per la stradicciuola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua [...]

[...] passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l'ombrello rosso sotto il braccio. 74 canonico, rispondendo alla [...]

[...] scappellata cerimoniosa del marchese, ebbe un' ispirazione. — Aspettate, aspettate un momento! Di lì a un po' a raggiungere don Gesualdo con [...]

[...] tutt'altro viso. — Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma a uno che ha voce in capitolo! S'aiutano fra di loro, tutti in un gruppo [...]

[...] era ancora in casa, occupato a rigar la carta per le aste di Nicolino: — Che buon vento? che buon vento?... — Poscia vedendo entrare anche don [...]

[...] Gesualdo, dietro il canonico, calò di nuovo gli occhiali sul naso. — Ho tanto da fare!... Ah, sì!... la cauzione?... Volete che il comune vi aiuti a [...]

[...] di soffiarmi il naso... Vedremo... sentiremo... In quella entrò Canali, il quale veniva a cercare Margarone, sorpreso di non vederlo all'ora solita [...]

[...] . Anch'esso sapeva del ponte, e sembrava che si divertisse mezzo mondo a prolungare le condoglianze — il veleno che gli scorreva sotto il facccione [...]

[...] !... — Don Filippo, ora che aveva l'appoggio, si rivoltò anche lui: — Bisogna fare il passo secondo la gamba, mio caro!... Volevate pigliare il cielo a [...]

[...] pugni... Il posto a chi tocca, caro amico!... Non bisogna mettersi in testa di dare il gambetto a un paese intero!... Don Gesualdo allora perse la [...]

[...] dire a me! Sentite qua, don Filippo! Lo tirò per la falda nell'anticamera. Di lì a un po' rientrarono a braccetto, don Filippo tomato un pezzo di [...]

[...] zucchero con mastro-don Gesualdo, spalancandogli addosso gli occhioni di bue, quasi lo vedesse allora per la prima volta: — Vedremo!... Quanto a me [...]

[...] dovrei averli tutti contro?... Non fo male a nessuno... Fo gli affari miei... — Eh, caro don Gesualdo! — scappò a dire infine il canonico. — Gli [...]

[...] affari vostri fanno a pugni con gli affari degli altri, che diavolo!... Apposta 75 bisogna tirarli dalla vostra... Fra di loro si danno la mano... son [...]

[...] come due spilli, il viso a lama di coltello che sfuggiva da ogni parte: — Vedete?... quando sarete entrato nel campo anche voi... Quella è la [...]

[...] dote che vi porterebbe donna Bianca!... E denaro sonante per voi che avete le mani in tanti affari. Mastro-don Gesualdo tornò a lisciarsi il mento [...]

[...] , come quando stava a combinare qualche negozio con uno piu furbo di lui; guardò il palazzo; guardò poi il canonico, e rispose: — Però caparra in [...]

[...] mano, eh? signor canonico? Prima voglio vedere come la pigliano i parenti di lei. — A braccia aperte la pigliano!... ve lo dico io! Fate conto che il [...]

[...] fiume tornò a rifarvi il ponte meglio di prima, e andate a dormirci su. Nel vicoletto lì accanto, vicino a casa sua, trovò Diodata che stava [...]

[...] tolleravano soltanto in campagna, pei servigi grossi. Appena la ragazza vide il suo padrone ricominciò a piangere e a lamentarsi, quasi fosse caduto [...]

[...] addosso a lei il ponte: — Don Gesualdo, che disgrazia! Mi sarei contentata d'annegarmi io piuttosto!... Son venuta a vedervi, vossignoria... con [...]

[...] fin qui a piedi!... apposta per farmi il piagnisteo... Come non ne avessi abbastanza dei miei guai!... Ora dove vai a quest' ora? La fece entrare [...]

[...] ossa rotte. Per giunta, sua sorella l'accolse come un cane. — Siete tornato dalla festa? Avete visto che bel guadagno? Poi si rivolse inviperita a [...]

[...] ?... A voi non bolle il sangue?... Burgio, piu pacifico, cercava di svignarsela, facendo le spalle grosse, chinando il testone di bue. 76 — Ecco [...]

[...] può piu si corica, e buona notte a chi resta! E se ne andò nella stalla, mentre Speranza gli strillava dietro: — Scappate anche? per andare a trovare [...]

[...] mangiare, digiuno com'era da ventiquattr'ore, con tutti quei dispiaceri che gli empivano lo stomaco. Diodata andò a comprargli del pane e del salame [...]

[...] , bagnata sino alle ossa al par di lui, colla gola secca. Li, sulla panchetta della stalla, dinanzi a una fiammata di strame, almeno si inghiottiva [...]

[...] in pace un po' di grazia di Dio. — Ti piace, eh, questa bella vita? Ti piace a te? — domandava egli masticando a due palmenti, ancora imbroncito [...]

[...] . Essa stava a vederlo mangiare, col viso arrossato dalla fiamma, e diceva di sì, come voleva lui, con un sorriso contento adesso. II giorno [...]

[...] vogliono farmi sposare? — disse lui. — Una Trao!... e buona massaia anche!... m'hanno detto la verità... E rimase a guardare, pensieroso, masticando [...]

[...] quasi deserta in quell'ora calda, inseguiti a male parole dal sagrestano. Donna Bianca Trao, inginocchiata dinanzi al confessionario, chinava il [...]

[...] capo umile; abbandonavasi in un accasciamento desolato; biascicando delle parole sommesse che somigliavano a dei sospiri. Dal confessionario [...]

[...] rispondeva pacatamente una voce che insinuavasi come una carezza, a lenire le angosce, a calmare gli scrupoli, a perdonare gli errori, a schiudere [...]

[...] dal luogo e dall'ora. Una vecchia aspettava accoccolata sui gradini dell'altare, simile a una mantellina bisunta posata su di un fagotto di [...]

[...] colla canna. — Ehi? ehi? zia Filomena?... E tardi oggi, a tardi. Sta per suonare mezzogiorno, e il confessore deve andarsene a desinare. La vecchia [...]

[...] andarvene, madre mia. Oggi?... neppure!... ci ha la trebbia al Passo di Cava padre Angelino. Giorni di lavoro, cara mia! — Bel bello riescì a [...]

[...] mandarla via, borbottando, trascinando le ciabatte. Poi, mentre il prete infilava l'uscio della sagrestia, don Luca dovette anche dar la caccia a quei [...]

[...] monelli, rovesciando banchi e sedie, facendo atto di tirare l'incensiere: — Fuori! fuori! Andate a giuocare in piazza! — Nello stesso tempo passava [...]

[...] e ripassava vicino a donna Bianca che si era inginocchiata a pregare dinanzi alla cappella del Sacramento, sfolgorante d'oro e di colori lucenti [...]

[...] da accecare, tossendo, spurgandosi, fermandosi a soffiarsi il naso, brontolando: — Neppure in chiesa!... non si può raccogliersi a far le orazioni [...]

[...] consiglio... meglio di vostro fratello don Ferdinando... ed anche di don Diego, sì!... Guardò intorno cogli occhi di gatto avvezzi a vederci al buio [...]

[...] a don Gesualdo Motta? Aveva 80 mandato a fare la domanda formale di matrimonio, Teri dopo pranzo, col canonico Lupi... Bianca arrossì senza [...]

[...] Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto!... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso [...]

[...] malattia, com'è vero Iddio!... Sono andato a trovarlo alla Canziria... Faceva trebbiare il grano... — Don Gesualdo, ch'è questa la maniera di [...]

[...] Luca alza la voce di botto, quasi parlasse a un sordo: — Oggi padre Angelino ci ha la trebbia al Passo di Cava. Se avete qualche altro peccato [...]

[...] loro, inchinandosi a ogni altare, colla destra stillante d'acqua benedetta, il nicchio pendente dall'altra mano: — Benedicite, signor canonico [...]

[...] ! Come va da queste parti?... II canonico, invece di rispondergli, si rivolse a donna Bianca con un sorriso sciocco sul muso aguzzo di furetto color di [...]

[...] Motta, e ho detto: Ecco donna Bianca che fa la sua visita alle Quarant'ore, e da il buon esempio a me, indegno sacerdote... 81 — Giusto... qui [...]

[...] dicendo a donna Biancal....— conferma don Luca, ripreso animo, cogli occhietti di nuovo petulanti. — Basta! Basta! Ciascuno dispone a suo modo in casa [...]

[...] sua! Ora vi lascio pei fatti vostri. Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca imbarazzata voleva andarsene anche lei; ma il [...]

[...] sagrestano la trattenne: — Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista [...]

[...] , uscendo, don Luca ammiccò — E così? che devo dire a don Gesualdo, se mai lo vedo... per caso?... Essa sembrava esitante. Seguitava ad avviarsi verso la [...]

[...] Giuseppe padre della provvidenza!... Sono pazzi a dir di no i vostri fratelli!... pazzi da legare!... Le terre della Contea se le piglierà tutte lui [...]

[...] , fabbriche, strade carreggiabili!... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo [...]

[...] senza sangue rispose infine sottovoce: — I miei fratelli sono padroni... tocca a loro decidere... Don Luca a corto d'argomenti rimase un istante [...]

[...] quasi sbalordito, piantandosi dinanzi a lei per non lasciarla scappare, soffocato da tante buone ragioni che aveva in gola, balbettando, annaspando [...]

[...] , grattandosi rabbiosamente il capo, con gli occhietti scintillanti che andavano come frugandola tutta da capo a piedi per trovare il punto debole [...]

[...] , scuotendole dinanzi le mani giunte, minaccioso e supplichevole. Alla fine proruppe: — Ma è giustizia, santo Dio? a giustizia far tribolare in tal [...]

[...] calcio alla fortuna!... si chiama esser ingrati colla divina Provvidenza. Essa seguitava ad andare verso la porta, irresoluta, a capo chino. Don [...]

[...] Luca alle calcagna di lei, accalorandosi, toccando tutti i tasti, mutando tono a ogni registro: — E certe giornate, donna Bianca!... certe giornate che [...]

[...] spuntano a casa vostra!... Basta, scusatemi, io ne parlo perchè ci bazzico sempre ad aiutarvi, insieme a mia moglie... E quando i vostri parenti [...]

[...] Bianca s'era fermata su due piedi, a testa alta, con una fiamma improvvisa che parve buttarle in viso la portiera sollevata in quel momento da [...]

[...] tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da [...]

[...] persona ch'è di casa in casa del Buon Dio. Essa dalla soglia si mise a gemere, quasi avesse le doglie: — Don Luca?... che non lo suonate mezzogiorno [...]

[...] ?... la pentola sta per bollire... — Perchè l'hai messa a bollire così presto? Il sole è ancora qui, sul limitare... L'arciprete fa un casa del [...]

[...] l'orologio lì, nella pancia!... Pensi solo a mangiare!... Ci vuol la grazia di Dio!... I vicini sono ancora tutti fuori... Ecco lì i ragazzi di [...]

[...] avanti. — I nipoti di don Gesualdo! — riprese il sagrestano ammiccando in mo- do significativo a donna Bianca nel tornare indietro. — Stanno lì a [...]

[...] fuoco. — è innamorato, che volete farci? Innamorato come un pazzo. Dovreste tornare a parlargliene coi vostri fratelli. Mandargli qualche buona parola [...]

[...] ... una risposta più da cristiani... Verrò io stesso a prenderla, dopo mezzogiorno, quando don Diego e don Ferdinando sono in letto... col [...]

[...] ... Ho pensato meglio di mandare mia moglie, a prendere la risposta di vossignoria. Non vorrei che i vostri fratelli, vedendomi bazzicare per casa [...]

[...] ... Non ho sempre il vento in tasca per trebbiare a comodo mio!... L'aia era vasta quanto una piazza. Dieci muli trottavano in giro, continuamente [...]

[...] Carmine, in cima alla bica, nero di sole, continuava a far piovere altri covoni dall'alto. DeIle tregge arrivavano ogni momento dai seminati intorno [...]

[...] affamati nella paglia, coll'occhio spento; altre bestie da soma erano sparse qua e là; e dei barili di vino passavano di mano in mano, quasi a [...]

[...] perdere adesso!... Vino, qua! Date da bere a don Luca!... Sì, sì, verrò; ma quando potrò... Per ora non posso muovermi, cascasse il mondo [...]

[...] ... Venite qua, accostatevi, ch'è inutile far sapere alla gente i fatti nostri!... Ciascuno la pensa a modo suo... Poi è lei che deve risolvere... Se lei [...]

[...] fatta apposta per consegnarle sottomano a donna Bianca, senza destar sospetti. Una bella letterina, con due o tre parole che fanno colpo sulle [...]

[...] ragazze! Capite, vossignoria? Ciolla ci ha la mano... Ne parlerei io stesso a Ciolla in segretezza, senza stare a rompervi il capo, vossignoria; e vi fa [...]

[...] vino; ma che storie mi andate contando? Se a lei l'affare gli va, allora che bisogno c'è di tante chiacchiere. — Basta! Basta! — conchiuse don Luca [...]

[...] prudenza mandò la moglie a fare l'imbasciata, sotto un pretesto: 86 — Circa a quel discorso che siete intesi con mio marito, vossignoria, dice che il [...]

[...] confessore verrà dopodomani a prendere la risposta!... II confessore domenica aspetta la risposta!... — Don Ferdinando che aveva udito aprire il [...]

[...] portone, comparve in quel momento come un fantasma. — Il confessore!... — riprese a dire la gna Grazia senza che nessuno le domandasse nulla [...]

[...] , cercava le parole. Poscia, vedendo che l'altro stava zitto e non si moveva, allampanato, tacque anch'essa, e si mise a guardare in aria, a bocca aperta [...]

[...] , colle mani sul ventre. Bianca, a tagliar corto, la condusse nella dispensa, per darle una grembiata di fave. Don Ferdinando, sempre dietro [...]

[...] , si mise a brontolare: — Troppe!... Ne hai date troppe!... Stanno per terminare!... La zia non ne manda altre prima di Natale!... La sorella [...]

[...] voleva andarsene; ma lui seguitava a cercare, a frugare, a passare in rivista la roba della dispensa: due salsicciotti magri appesi a un gran cerchio [...]

[...] venti cafisi; un sacco di farina in fondo a una cassapanca grande quanto un granaio; il cestone di vimini che aspettava ancora il grano della [...]

[...] ... Non mi piace da qualche tempo!... Hai visto la faccia che ha? Lo stesso viso della buon'anima, ti rammenti?... quando si mise a letto per non [...]

[...] , chinandosi a raccattar per terra le fave cadute dal grembiule di Grazia. Poscia, come svegliandosi da un sogno, domandò: 87 — Tu perchè non vai [...]

[...] brace in viso, e chinò gli occhi. Don Ferdinando aspettò un momento la risposta a bocca aperta, battendo le palpebre. Indi tornò nella dispensa a [...]

[...] dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che [...]

[...] Dio... Del resto mi sento meglio... Parve migliorare realmente, di lì a qualche giorno: del buon brodo, un po' di vino vecchio che mandava la [...]

[...] zia Sganci, I'aiutarono ad alzarsi da letto, ancora sconquassato, col fiato ai denti. Venne pure donna Marianna in persona a fargli visita [...]

[...] nulla!... E sfilò quest'altro rosario: Erano pazzi, o cos'erano, a rifiutare una domanda simile a quella?... Uno sulla strada di farsi riccone come [...]

[...] , crollando il capo. Gli altri non fiatavano: Bianca a capo chino; don Ferdinando aspettando che parlasse suo fratello, cogli occhi di barbagianni [...]

[...] alzò da letto come si trovava, in camiciuola di flanella, col fazzoletto in testa, le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande [...]

[...] logore: un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi [...]

[...] il naso, quasi suonasse una tromba. — Mastro-don Gesualdo!... Saremmo arrivati a questo, che una Trao sposerebbe mastro-don Gesualdo! Tu [...]

[...] riuscisse a persuader Bianca. — Cosa volete che dica? — esclamò la zia. — Vi pare un bell'avvenire quello d'invecchiare come voialtri... fra tante [...]

[...] ... Ed ora che vi si offre la fortuna, risponderle con un calcio... Scusatemi, io la direi una porcheria! Tutt'a un tratto don Diego si mise a ridere [...]

[...] . — Vieni qua... Non ti dico altro!... Anche voi, zial... Venite a vedere!... S'arrampicò tutto tremante su di una seggiola per aprire un armadietto 90 [...]

[...] polverosi, che lo facevano tossire a ogni voltar di pagina. Sul letto era pure sciorinato un grand'albero genealogico, come un lenzuolo: l'albero [...]

[...] medesimo, e il motto che glorificava il fallo della prima autrice: Virtutem a sanguine traho. S'era messi gli occhiali, appoggiando i gomiti sulla sponda [...]

[...] somma!... Uscirete d'ogni guaio una volta per sempre!... Bianca era cresciuta in mezzo a simili discorsi che aiutavano a passare i giorni tristi [...]

[...] verso di lei, con un sorriso bonario e malinconico. — Parlo per voialtri... per te e per Ferdinando... Ne godrete voialtri almeno... Quanto a me [...]

[...] ... io sono arrivato... Te'!... te' la chiave!... serbala tu! La zia Sganci, a quei discorsi, da prima scattò come una molla: — Caro nipote, mi [...]

[...] sembrate un bambino! — Ma subito si calmò, col sorriso indulgente di chi vuol far capire la ragione proprio a un ragazzo. — Va bene!... va benone [...]

[...] capo in silenzio. — E va bene!... Giacchè tu lo vuoi... giacchè non hai il coraggio di aspettare... Donna Mariannina seguitava a perorare la causa [...]

[...] dalla finestra, cogli occhi lucenti di lagrime; rivolgendosi financo a don Ferdinando che guardava tutti quanti ad uno ad uno, sbalordito; battendo [...]

[...] sulle spalle di don Diego il quale 91 sembrava che non udisse, cogli occhi inchiodati sulla sorella e un tremito per tutta la persona. A un [...]

[...] sbigottita, faccia a faccia col fratello che sembrava un cadavere, dopo che la zia e don Ferdinando furono usciti. Il pover'uomo esitò ancora prima di [...]

[...] aggiungere quel che gli restava a dire, fissando la sorella con un dolore più pungente e profondo. Poscia le afferrò le mani, agitando il capo [...]

[...] , movendo le labbra senza arrivare a profferir parola. — Dimmi la verita, Biancal... Perchè vuoi andartene dalla tua casa?... Perchè vuoi lasciare i [...]

[...] tuoi fratelli?... Lo so! lo so!... Per quell'altro!... Ti vergogni a stare con noi, dopo la disgrazia che t'è capitata!... Continuava ad accennare [...]

[...] , s'aspettavano gli sposi. Davanti alla porta c'era un crocchio di monelli, che il ragazzo di Burgio, in qualità di parente, s'affannava a tener [...]

[...] discosti, minacciandoli con una bacchettina; la scala sparsa di foglie d'arancio; un lume a quattro becchi posato sulla ringhiera del pianerottolo; e [...]

[...] fresco. A ogni momento succedeva un falso allarme. I ragazzi gridavano: — Eccoli! eccoli! - Camauro lasciava la scopa, e della gente si affacciava [...]

[...] disse: — Bravo! - Ma nel salire le scale, stava per rompersi l'osso del collo, e allora scappò anche a bestemmiare: — Che bestie!... Han fatto un [...]

[...] troppo colla scopa, piuttosto... Si sente l'odor di stalla. Udendo delle voci, Santo Motta che aspettava di sopra, vestito di nuovo, coi pantaloni a [...]

[...] staffe e un panciotto di raso a fiori, si affacciò nel pianerottolo, infilandosi la giamberga. — Eccomi! eccomi!... Sono qui!... Ah, signor [...]

[...] le strappavano le orecchie, seccata di aspettare da un gran pezzo in un bagno di sudore, e si mise a strillare di — Ma che fanno? C'è qualche altra [...]

[...] parenti... Son venuto a dare un'occhiata. Don Gesualdo aveva fatto delle spese: mobili nuovi, fatti venire apposta da Catania, specchi con le cornici [...]

[...] signora Capitana aveva mandato a dire che ci volevano dei fiori; quanti candelieri si erano potuti avere in prestito, a Sant'Agata e nell'altre chiese [...]

[...] Ma appena aprì l'uscio della cucina, si videro fuggire delle donne che stavano a guardare dal buco della serratura. — Ho visto, ho visto, caro [...]

[...] carrozza degli sposi. Nanni l'Orbo, a cassetta, col cappello sino alle orecchie, faceva scoppiettare la frusta come un carrettiere, e vociava [...]

[...] : — Largo!... A voi!... Guardatevi!... — Le mule, tolte allora dall'armento, ricalcitravano e sbuffavano, tanto che il canonico Lupi propose di smontare [...]

[...] portone a precipizio. — Morte subitanea! — esclamò il canonico, ricadendo col naso sui ginocchi della sposa. Salivano a braccetto. Don Gesualdo con [...]

[...] alle tempie e fermati a sommo del capo dal pettine alto di tartaruga: una cosa che fece schioccare la lingua al canonico, mentre la sposa andava [...]

[...] salutando col capo a destra e a sinistra, palliduccia, timida, quasi sbigottita, tutte quelle nudità che arrossivano di mostrarsi per la prima volta [...]

[...] dinanzi a tanti occhi e a tanti lumi. — Evviva gli sposi! evviva gli sposi! — si mise a gridare il canonico, messo in allegria, sventolando il [...]

[...] canonico si affrettò a risponder lui. — Sissignora. Poca brigata, vita beata! Dietro di loro saliva Alessi, colla berretta in mano, intimidito da [...]

[...] quei lumi e da quell'apparato. Sin dall'uscio si mise a balbettare: — Mi manda la signora baronessa Rubiera... Dice che non può venire perchè le [...]

[...] duole il capo... Manda a salutare la nipote, e don Gesualdo anche... — Vai in cucina, da questa parte — gli rispose il marchese. — Di' che ti diano [...]

[...] da bere. Don Gesualdo approfittò di quel momento per raccomandare sottovoce a suo fratello: — Stai attento, dinanzi a tutta questa gente!... Ti [...]

[...] metti a sedere, e non ti muovi più. Come vedi fare a me, fai tu pure. — Ho capito. Lascia fare a me! La zia Cirmena si era impadronita della sposa [...]

[...] il ghiaccio: — Don Santo, sedetevi qua. Avvicinatevi; non abbiate timore. — A me? — rispose Santo che si sentiva dar del don lui pure. — Questo è [...]

[...] tuo cognato, — disse il marchese a Bianca. II notaro ripigliò di lì a un momento: — Guardate! guardate! Sembra lo sbarco di Cristoforo Colombo [...]

[...] ; e il canonico, sempre sorridendo, disse: - Che diavoletto!... tutto sua madre... Il marchese, sdraiato sulla sedia a bracciuoli, accanto alla [...]

[...] casa!... Ci starai da principessal... Non hai che a dire una parola... mostrare un desiderio... — Allora ditegli che vi comperi delle altre mule [...]

[...] dall'armento... non ci sono avvezze... Ora usano dei cavalli per la carrozza — disse il canonico. — Certamente! certamente! — si affrettò a [...]

[...] sembrava un'estranea, in mezzo a tutto quel lusso. E suo marito imbarazzato anche lui, fra tanta gente, la sposa, gli amici, i servitori, dinanzi a [...]

[...] quegli specchi nei quali si vedeva tutto, vestito di nuovo, ridotto a guardare come facevano gli altri se voleva soffiarsi il naso. — II raccolto è [...]

[...] andato bene! — disse il marchese a voce più alta, perchè gli altri lo seguissero dove voleva arrivare. — Io ne parlo per sentita dire. Eh? eh [...]

[...] ? massaro Fortunato?... — Sissignore, grazie a Dio!... Sono i prezzi che non dicono!... — Ci sarà tanto da fare in campagna! Nel paese non c'è più nessuno [...]

[...] Fortunato?... — Sissignore, se vuol Dio!... — Saranno tutti a prepararsi per la vendemmia. Noi soli no, donna Sarina! Noi beviamo il vino senza pregare [...]

[...] Dio per l'acqua!... Bisogna condurre la sposa a Giolio per la vendemmia, don Gesualdo!... Vedrai che vigne, Bianca! — Certo!... è la padrona [...]

[...] . — No!... Son villani che tornano in paese. Oggi è sabato e arriva gente sino a tardi. — Io l'avevo indovinato! — rispose la Cirmena. — Ho [...]

[...] ... si lasciò scappare il marchese, perdendo la pazienza. Santo, che s'era gia alzato, tornò a sedere mogio mogio. — Con permesso! con permesso [...]

[...] ... dal Capitano!... II marchese che stava coll'orecchio teso fingeva d'ammirare ancora i mobili e le stanze, e tornò a dire: — Belli! Belli!... Una [...]

[...] luogo!... Mi rammento... pel battesimo dell'ultimo La Gurna... Corradino... Adesso sono andati a stare a Siracusa, tutta la famiglia, dopo aver [...]

[...] dato fondo a quel po' che rimaneva!... Mors tua vita mea!... Qui starete da principi!... Eh! eh!... son vecchio e la so lunga!... Ci staremmo bene [...]

[...] anche noi, eh, donna Sarina?... eh? Donna Sarina si dimenava sulla seggiola per tener la lingua in freno: — Quanto a me!... — disse poi — grazie a [...]

[...] star seduti in una bella sedia soffice come questa, che andare a buscarsi il pane di qua e di là, come i La Gurna!... quando si può buscarselo anche [...]

[...] arricciano più il naso!... Se torno a nascere, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli, ed esser ricco come voi, nipote mio... Per godermi i miei denari [...]

[...] state a predicare... Però era un tintinnio sommesso di gente povera. Santo corse ad aprire, e si trovò faccia a faccia col sagrestano, seguito dalla [...]

[...] imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d'animo per [...]

[...] il canonico Lupi, rosso in viso, sbuffando, asciugandosi il sudore. E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo [...]

[...] , prima d'andare in campagna. — Vado? — saltò a dire subito Santo. — Mettiamo mano? Si alzò in piedi la sposa; si alzarono dopo di lei tutti gli altri [...]

[...] , e rimasero fermi ai loro posti, aspettando a chi toccasse aprire la marcia. Il canonico si sbracciava a far dei segni a compare Santo, e vedendo [...]

[...] che non capiva, gli soffiò colla voce di petto, come in chiesa, allorchè sbagliavasi la funzione: — A voi!... Date braccio alla cognata!... Ma il [...]

[...] cognato non si sentiva di fare quella parte. Infine glielo spinsero dietro a forza. Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il [...]

[...] la sdegnosa anch'essa! Come se non si sapesse donde viene quella gran dama!... No! no! che fate?... — esclamò a un tratto slanciandosi verso [...]

[...] non se ne accorse. II marchese, dal canto suo, era distratto, cercando di evitare Giacalone e Pelagatti che volevano servirlo a ogni costo [...]

[...] . — Faranno nascere qualche guaio quei due ragazzi! — borbottò infine. Anche Bianca abbozzò un sorriso a quell'uscita, e si scostarono dalla tavola tutti [...]

[...] , per me, gliel'ho offerto!... — Neanche un bicchierino di perfetto amore? — entre a dire il canonico con galanteria. La zia Cirmena si mise a ridere [...]

[...] , zio? — Grazie, grazie, cara Bianca... Non ho piu denti nè stomaco... Sono invalido... Sto a vedere soltanto... non posso fare altro... Il canonico [...]

[...] !... — rispose l'altro agitando la mano dinanzi alla fronte, come a dire che coloro non ci avevano più la testa a segno. Poi si guardò intorno [...]

[...] , abbassando la voce: — Sembrava che piangessero il morto, quando siamo andati a prendere la sposa!... due gufi, tale e quale!... Si rintanavano di [...]

[...] !... Infine se si è indotta a questo passo... Fece un altro segno, coll'indice e il pollice in croce sulla bocca. E sbirciando colla coda dell'occhio che [...]

[...] vetri della finestra, al buio, a guardare in piazza dove non c'è nessuno!... come due mummie addirittura!... Donna Bianca, nel passare, udì quelle [...]

[...] parole. — Tanta salute! — interruppe il sagrestano vedendo la signora. — Sarà una festa per quei ragazzi, quando arriveremo a casa!... Cinque [...]

[...] , e s'arrabbattava a calci e pugni anche lui, strillando come un ossesso; gli altri monelli carponi sotto. Don Gesualdo, infuriato, voleva correre [...]

[...] col bastone a far cessare quella baraonda; ma lo zio marchese lo fermò pel braccio!... — Lasciateli fare... tanto!... La zia Cirmena che si era [...]

[...] divertita almeno un po', si piantò nel bel mezzo della stanza, guardando in faccia la gente, come a dire ch'era ora d'andarsene. In quel frattempo [...]

[...] tornò di corsa il sagrestano, ansante, con un'aria di gran mistero: — C'è qui tutto il paese!... giù in istrada, che stanno a vedere!... Il Barone [...]

[...] , curioso, voile andare a vedere. Di rimpetto, alla cantonata di San Sebastiano, c'era un crocchio di gente; si vedevano biancheggiare dei vestiti chiari [...]

[...] !... Son qui per far da mamma a Bianca... giacchè non c'è altra parente prossima. Non possiamo piantar la sposa quasi fosse una trovatella... pel decoro [...]

[...] della famiglia almeno!... — Ah? ah?... — sogghignava intanto il marchese. Donna Sarina gli ribattè sul muso, frenando a stento la voce: — Non mi [...]

[...] fate lo gnorri, don Alfonso!... Lo sapete meglio di me!... Deve premere anche a voi che siete della famiglia... Bisogna farlo per la gente... se non [...]

[...] per lei!... — E infilò l'uscio della camera nuziale, continuando a sbraitare. — Va bene, va bene! Non andate in collera... Vuol dire che ce ne [...]

[...] anche lui. — Pazzi da legare! Se torno a nascere, lo dirò anche a loro, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli!... — Bravo! — sghignazzò il [...]

[...] vorrei che la signora baronessa Rubiera avesse a vergognarsi d'avermi per compagno... diteglielo pure! — Ha ragione! — aggiunse il marchese [...]

[...] fermandosi a metà della scala. — Ha l'amor proprio dei suoi denari, che diavolo!... La cugina Rubiera avrebbe potuto degnarsi... Non si sarebbe guastato il [...]

[...] dato a tutti quanti! — Sapete cosa ho da dirvi? — si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su. — Che se non avessi il vitalizio [...]

[...] della mia commenda di Malta per non crepare di fame, sarei costretto a dare uno schiaffo anch'io a tutta la nobile parentela... Sarei costretto a [...]

[...] simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l'Orbo, sfilarono dietro tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando [...]

[...] sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline. 103 — Questa è Diodata, — disse Nanni l'Orbo. — Una povera orfanella che il padrone [...]

[...] , guardando con tenerezza Diodata. — Contentoni!... può dirlo anche lei!... — è un pezzo che compare Nanni teneva d'occhio a quei baiocchi, per [...]

[...] marito con lui. II camparo aggiunse altre informazioni, ridendo: — Si correvano dietro! Bisognava far la guardia a loro pure!... Il padrone mi [...]

[...] l'Orbo pel primo, che si teneva i fianchi. Solo Diodata, rossa come il fuoco, colle lagrime agli occhi, s'affannava a ripetere: — Nossignore [...]

[...] un calpestio pesante di bestiame grosso. Appena fuori cominciarono a ridere e scherzare fra di loro; Brasi Camauro e Pelagatti dandosi degli [...]

[...] ! — No! no! — gridò Nanni dalla strada. — Ce ne andiamo a casa. Nessuno la tocca. — Senti? Nessuno ti tocca. Vattene... Che fai adesso? Essa, stando [...]

[...] !... — Ora ricomincia il piagnisteo! — sbuffò lui. — Non ho un momento di pace, questa sera!... — Nossignore... senza piagnisteo... Tanta salute a [...]

[...] gli leggessero anche a lui il cruccio segreto in cuore, cominciò a gridare per non pensarci, quasi fosse in collera. — E senza cercare il pelo [...]

[...] nell'uovo!... senza pensare a questo e a quell'altro... 105 Il Signore c'è per tutti... Anche tu sei una povera trovatella, e il Signore ti ha aiutato [...]

[...] scuotevano dalla testa ai piedi. Allora il suo padrone scappò a bestemmiare: — Santo e santissimo!... santo e santissimo! In quel momento comparve la [...]

[...] retta... Sono ubbriachi!... canaglia che crepano d'invidia! Andate a trovare vostra moglie piuttosto! Ve la raccomando... non va presa come le [...]

[...] ... non ho mai provato una cosa simile!... Mi sento tutta sconvolta!... No! no! Non badate a me!... mi calmerò... Voi, don Camillo, andate avanti [...]

[...] . — Ah! se Dio vuole, è finita! Ce n'è voluto... ma è finita, se Dio vuole!... Non lo fo più, com'è vero Iddio, se si ha a ricominciare da capo [...]

[...] prima, e i lineamenti delicati parvero affilarlesi a un tratto maggiormente. 106 Proprio quello che aveva detto la zia Cirmena! Una ragazza che vi [...]

[...] a dormire su di una sedia, com'è vero Dio!... Essa balbettò qualche parola inintelligibile, un gorgoglio di suoni timidi e confusi, e chinò il capo [...]

[...] ubbidiente, per cominciare a togliersi il pettine di tartaruga, colle mani gracili e un po' sciupacchiate alle estremità di ragazza povera [...]

[...] avvezza a far di tutto in casa. — Brava! brava! Così mi piaci!... Se andiamo d'accordo come dico io, la nostra casa andrà avanti... avanti assai! Te lo [...]

[...] mangiavo il fegato e ridevo?... Riderà meglio chi ride l'ultimo!... Via, via, perchè ti tremano cosi le mani?... non sono tuo marito adesso?... a [...]

[...] dispetto degli invidiosi!... Che paura hai?... Senti!... quel Ciolla!... mi farà fare uno sproposito!... Essa tornò a balbettare qualche parola [...]

[...] , riprese: — Lascialo cantare. Non me ne importa adesso di Ciolla... di lui e di tutti gli altri!... Crepano d'invidia perchè i miei affari vanno a [...]

[...] gonfie vele, grazie a Dio! Non tr ne pentirai, no, di quello che hai fatto!... Sei buona!... non hai la superbia di tutti i tuoi... In cuore gli si [...]

[...] gonfiava un'insolita tenerezza, mentre l'aiutava a pettinarsi. Proprio le sue grosse mani che aiutavano una Trao, e si sentivano divenir leggere [...]

[...] suoi occhi, quella nuca china che impallidiva e arrossiva, tutti quei segni umili di privazioni che l'avvicinavano a lui. — Voglio che tu sia [...]

[...] nelle spalle, simile a una colomba trepidante che stia per esser ghermita. — Ora ti voglio bene davvero, sai!... Ho paura di toccarti colle mani [...]

[...] ... Ho he mani grosse perchè ho tanto lavorato... non mi vergogno a dirlo... Ho lavorato per arrivare a questo punto... Chi me l'avrebbe detto?... Non [...]

[...] essa aveva l'orecchio altrove. Pareva guardasse nello specchio, lontano, lontano. — A che pensi? ancora al Ciolla?... Vo a finire in prigione, la [...]

[...] cominciava a fargli girare il capo, balbettando e anfanando, in maniche di camicia, stringendosi sul cuore che gli batteva fino in gola quel corpo [...]

[...] tocca! Neanche il giorno delle nozze, santo e santissimo!... Dimmi almeno che hai!... — Non badate a me... Sono troppo agitata... — Ah! quel Ciolla [...]

[...] !... ancora!... Com'è vero Dio, gli tiro addosso un vaso di fiori adesso!... Voglio far la festa anche a lui, la prima notte di matrimonio!PARTE [...]

[...] pigliasse un accidente. Annaspa alquanto per cercare il cappello, e fece per andarsene. Ma giunto sulla soglia tornò indietro a precipizio, colla [...]

[...] parlarono all'orecchio fra di loro. Don Gesualdo tirò su una presa, seguitando a fare tranquillamente i suoi conti nel taccuino che teneva aperto sulle [...]

[...] ginocchia. Indi alzò il capo, e ribattè con voce calma: — Cinque onze! II barone diventò a un tratto come un cencio lavato. Si soffiò il naso [...]

[...] ; calcò il cappello in testa, e poi infilò l'uscio, sbraitando: — Ah!... quand'e così!... giacch'è un puntiglio!... una personalità!... Buon giorno a [...]

[...] chi resta! I giurati si agitavano sulle loro sedie quasi avessero la colica. II canonico Lupi si alzò di botto, e corse a dire una parola [...]

[...] Gesualdo!... Qui non stiamo per scherzare!... Avrete denari... non dico di no... ma è una bella somma... per uno che sino a ieri I'altro portava i sassi [...]

[...] soddisfazione, essere arrivato sin qui, faccia a faccia con vossignoria e con tutti questi altri padroni miei, a dire ciascuno le sue ragioni, e [...]

[...] fare il suo interesse! Don Filippo posò gli occhiali sullo scartafaccio; volse un'occhiata stupefatta ai suoi colleghi a destra e a sinistra, e [...]

[...] tacque rimminchionito. Nella folla che pigiavasi all'uscio nacque un tafferuglio. Mastro Nunzio Motta voleva entrare a ogni costo, e andare a mettere [...]

[...] le mani addosso al suo figliuolo che buttava così i denari. Burgio stentava a frenarlo. Margarone suonò il campanello per intimar silenzio. — Va [...]

[...] bene!... va benissimo!... Ma intanto la legge dice... Come seguitava a tartagliare, quella faccia gialla di Canali gli suggerì la risposta [...]

[...] scrivania un sacco di doppie che cave fuori dalla cacciatora. A quel suono tutti spalancarono gli occhi. Don Filippo ammutolì. — Signori miei [...]

[...] !... — strillò il barone Zacco rientrando infuriato. — Signori miei!... guardate un po'!... a che siam giunti!... — Cinque e quindici! — replica don Gesualdo [...]

[...] tirando un'altra pressa. — Offro cinque onze e quindici tarì a salma per la gabella delle terre comunali. Continuate l'asta, signor don Filippo. Il [...]

[...] baronello Rubiera scattò su come una molla, con tutto il sangue al viso. Non l'avrebbero tenuto neppure le catene. 113 — A sei onze! — balbettò [...]

[...] fuori di sè. — Fo l'offerta di sei onze salma. — Portatelo fuori! Portatelo via! — strillò don Filippo alzandosi a metà. Alcuni battevano le mani [...]

[...] . Ma don Ninì ostinavasi, pallido come la sua camicia adesso. — Sissignore! a sei onze la salma! Scrivete la mia offerta, segretario! — Alto [...]

[...] s'accapigliassero. Lì, nel vano del balcone, faccia a faccia, cogli occhi fuori dell'orbita, soffiandogli in viso l'alito infuocato: — Signor barone [...]

[...] !... quando volete buttare il denaro dalla finestra!.. andate a giuocare a carte!... giuocatevi il denaro di tasca vostra soltanto!... Don Ninì sbuffava [...]

[...] peggio di un toro infuriato. Peperito aveva chiamato con un cenno il canonico Lupi, e s'erano messi a confabulare sottovoce, chinati sulla [...]

[...] scartafacci. Il cavaliere lo prese per un braccio e andarono a raggiungere il notaro e il baronello che disputavano animatissimi in un canto della sala. Don [...]

[...] Ninì cominciava a cedere, col viso floscio e le gambe molli. II canonico allora fece segno a don Gesualdo d'accostarsi lui pure. — No, — ammiccò [...]

[...] questi senza muoversi. — Sentite!... C'è quell'affare della cauzione... Il ponte se n'è andato salute a noi!... C'è modo d'accomodare quell'affare [...]

[...] ! testa di corno! — ricominciò ad inveire il barone sottovoce. Don Filippo, dopo il primo momento d'agitazione, era tornato a sedere asciugandosi il [...]

[...] sudore gravemente. Intanto che il canonico parlava sottovoce a mastro-don Gesualdo, il notaro da lontano cominciò a far dei segni. Don Filippo si [...]

[...] chinò all'orecchio di Canali. Sottomano, in voce di falsetto, banditore replica: — L'ultima offerta per le terre del comune! A sei onze la salma [...]

[...] !... Uno!... due!... — Un momento, signori miei! — interruppe don Gesualdo. — Chi garantisce quest'ultima offerta? A quell'uscita rimasero tutti a [...]

[...] schiaffeggiato. Lo stesso canonico allibì. Margarone balbettava stralunato. — Chi garantisce pel barone Rubiera?... chi garantisce?... — A un tratto [...]

[...] i fianchi dalle risate. — Sissignore, — replica don Gesualdo imperturbabile. — Chi garantisce per lui? La roba è di sua madre. A quelle parole [...]

[...] cessarono le risate, e don Filippo ricominciò a tartagliare. La gente si affollava sull'uscio come ad un teatro. II canonico, che sembrava più [...]

[...] pallido sotto la barba di quattro giorni, tirava il suo compagno pel vestito. II notaro era riuscito a cacciare il baronello contro il muro, mentre [...]

[...] di sua madre!... — Benone! — aggiunse don Gesualdo. — Quand'è cosi scrivete pure che offro sei onze e quindici a salma. — Pazzo! assassino [...]

[...] , accanto al sacchetto di doppie. A un certo punto, dalla baraonda ch'era nell'altra stanza, irruppe nella sala mastro Nunzio Motta, stralunato [...]

[...] rovinarci tutti!... c'è la forza, signor don Filippo!... Mandate a chiamare don Liccio Papa!... - Speranza, dall'uscio, col lattante al petto, che si [...]

[...] denari del ponte!... Vuole la mia rovina!... Nemico di suo padre stesso! — urlava mastro Nunzio. — Erano forse denari vostri? — scappò infine a [...]

[...] sulla nuca. Il notaro era sceso a precipizio, facendo gli scalini a quattro a quattro, onde correre dalla baronessa. Per le scale era un via vai di [...]

[...] , vociando a chi non voleva saperle le prodezze del fratello. S'era affacciata perfino donna Marianna Sganci, coll'ombrellino, mettendosi la mano [...]

[...] folla. Giungeva don Giuseppe Barabba, agitando un biglietto in aria. — Canonico! canonico Lupi!... — Questi si spinse avanti a gomitate. — Va bene [...]

[...] - disse, dopo di aver letto. — Dite alla signora Sganci che va bene, e la servo subito. Barabba corse a fare la stessa imbasciata nell'altra sala [...]

[...] . Canali, Barabba e don Ninì litigavano fra di loro. Poscia Canali ricominciò a gridare: — Largo! largo! — E s'avanzò verso don Gesualdo sorridente [...]

[...] !... Oramai siete parenti!... E tirando pel vestito il baronello li strinse entrambi in un amplesso, costringendoli quasi a baciarsi. Il barone [...]

[...] Zacco corse a gettarsi lui pure nelle loro braccia, coi lucciconi agli occhi. — Maledetto il diavolo!... Non sono di bronzo!... Che sciocchezzal [...]

[...] ... II notaro sopraggiunse in quel punto. Andò prima a dare un'occhiata allo scartafaccio del segretario, e poi si mise a battere le mani. — Viva la [...]

[...] , porgendo la lettera aperta a don Gesualdo. E fattosi al balcone agitò il foglio in aria, come una bandiera bianca; mentre la signora Sganci dal [...]

[...] balcone rispondeva coi cenni del capo. 116 — Pace! pace!... Siete tutti una famiglia!... Canali corse a prendere per forza mastro Nunzio, Burgio [...]

[...] . Non ho i fumi di mio figlio. — E perchè poi? A vantaggio di chi vi fate la guerra?... Chi ne gode di tanto denaro buttato via?... — conchiuse [...]

[...] finito! Andiamo via! Non facciamo ridere il paese!... — E il notaro cercava di condurli a spasso tutti quanti. — Un momento! — interruppe don [...]

[...] : — Sissignore, siamo parenti. Ma qui siamo venuti per la gabella delle terre comunali. Io ho fatta l'offerta di sei onze e quindici tarì a salma [...]

[...] . — Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando. Vuotò di un fiato il [...]

[...] bicchiere d'acqua, e suonò il campanello. — Signori miei! — vociava il segretario, — l'ultima offerta... a sei onze e quindici! — Tutti se n'erano [...]

[...] andati a discutere strepitando nell'altra sala, lasciando solo don Gesualdo dinanzi alla scrivania. Invano il canonico, inquieto, gli soffiava [...]

[...] all'orecchio: — Non la spuntate, no!... Si son dati l'intesa fra di loro!... — A sei onze e quindici la salma!.. ultima offerta!... — Don Gesualdo! don [...]

[...] ; il canonico e Canali ragionando fra loro due a bassa voce; don Nini, più restio, in coda agli altri. II notaro con le braccia fece un gesto [...]

[...] circolare per radunarli tutti intorno a se: — Don Gesualdo!... sentite qua! Volse in giro un'occhiata da cospiratore e abbassò la voce: 117 — Una [...]

[...] ; vuol fare le sue speculazioni sugli affitti... Benissimo! Dividete le terre, fra voi tre... senza liti, senza puntigli, senza farvi la guerra a [...]

[...] vantaggio altrui... A vantaggio di chi, poi?... del comune! Vuol dire di nessuno! Mandiamo a monte l'asta... II pretesto lo trovo io!... Fra otto [...]

[...] trionfante che il notaro tornava a volgere intorno, quella risposta cadde come una secchia d'acqua. Il notaro per primo rimase sbalordito; indi fece una [...]

[...] perdesse la testa in quella baraonda. — Siete una bestia! — gli disse sempre ridendo. Il canonico spalancò gli occhi e tornò docile a vedere [...]

[...] sulle labbra e la tabacchiera in mano lui pure. — Dunque?... le volete tutte? — Eh... eh... Cosa stiamo a farci qui dunque! — rispose l'altro [...]

[...] . Neri gli offrì la tabacchiera aperta, e riprese a voce bassa, in tono di confidenza cordiale: — Che diavolo volete farne?... circa cinquecento salme [...]

[...] , don Gesualdo, state a sentire... discorriamola fra di noi... Il puntiglio non conta... e nemmeno l'amicizia... Badiamo agli interessi... A ogni frase [...]

[...] piegava il capo ora a destra e ora a sinistra, con un fare cadenzato che doveva essere molto persuasivo. — Se le volete tutte, ve le faremo pagare [...]

[...] la bocca... Abbiamo denti, e sappiamo mordere! Andremo a rotta di collo noialtri e voi pure!... Don Gesualdo scrollava il capo, sogghignando, come [...]

[...] a dire: — Nossignore! Andrete a rotta di collo voialtri soltanto! — Seguitava a ripetere: — Forse che io voglio cacciare il naso nei vostri [...]

[...] ? Allora comando ai prezzi all'annata, capite?... Ve lo dico perche siete un amico, e perchè a far quel che dico io ci vogliono molti capitali in mano, e [...]

[...] un cuore grande quanto il piano di Santamargherita, caro notaro. Perciò spingerò l'asta sin dove voialtri non potrete arrivare. Ma badate! a un [...]

[...] ? Vi piace? II notaro si volse di qua e di la, come cercasse per terra, si calcò il cappello in capo definitivamente, e volse le spalle: — Salute a [...]

[...] chi rimane!... Ce ne andiamo... Non abbiamo più nulla da fare. II canonico, ch'era stato ad ascoltare a bocca aperta, si strinse al socio con [...]

[...] canonico con un cenno del capo, e disse a Margarone: — Signor don Filippo, andiamo avanti... — Io non vo niente affatto! — rispose finalmente [...]

[...] Margarone adirato. — La Legge dice... Non c'é piu concorrenza!... Non trovo garanzia!... Devo consultare i miei colleghi. — E si mise a raccogliere gli [...]

[...] Filippo... Un memoriale a Sua Maestà!... — II canonico col mantello sul braccio come un oratore romano, perorava la causa dell'amico, minaccioso. Don [...]

[...] l'asta. — Signori miei!... guardate un po'... a che siam giunti! — brontolava Margarone. Per la scala del Palazzo di Città, e per tutto il paese era [...]

[...] famiglia, e il prezzo a cui erano salite. La gente si affacciava sugli usci, per veder passare ma- stro-don Gesualdo. — Guardate un po', signori miei, a [...]

[...] che s'era arrivati!... — Fresco come un bicchier d'acqua, quel mastro-don Gesualdo che se ne andava a casa, colle mani in tasca... In tasca aveva [...]

[...] don Gesualdo, c'è di la la mia padrona a farvi visita... sissignore! — Donna Mariannina in gala era seduta sul canapè di seta, sotto lo specchio [...]

[...] Zacco e venuta a farmi vedere i lividori!... Sembra ammattito il barone!... Prende a sfogarsi con chi gli capita... Ed anche la cugina Rubiera [...]

[...] apposta a discorrerne con Bianca... Vediamo, Bianca, aiutami tu. Cerchiamo d'accomodarla. Voi, don Gesualdo, le farete questo regalo, a vostra moglie [...]

[...] Mariannina, la quale continuava a sollecitarla: — Eh? che ne dici? Adesso sono anche affari tuoi. Bianca tornò a guardare il marito, e tacque [...]

[...] imbarazzata. Ma egli la tolse d'impiccio . — ti dico di no, — rispose semplicemente. — Ah? ah? Dite così?... 120 Donna Mariannina rimase a bocca aperta [...]

[...] lei pure un istante. Poscia divenne rossa come un gallo: — Ah! dite di no?... Scusatemi... Io non c'entro. Ero venuta a parlarne con mia nipote [...]

[...] avessi saputo... Non parlo per la moglie che ho presa, no! Non me ne pento!... Buona, interessata, ubbidiente... Glielo dico qui, in faccia a lei [...]

[...] ... Ma quanto al resto... lasciamo andare! — Dite bene, lasciamo andare. Apposta son venuta a parlare con Bianca, perchè so che le volete bene [...]

[...] contrappelo anche? Un povero diavolo che s'arrabatta da mattina a sera!... — Si discorreva della gabella delle terre... — disse don Gesualdo [...]

[...] tranquillamente, tirando su una presa, — così, per discorrere... — Ah! ah! — rispose il canonico; e si mise a guardare in aria. La zia Sganci osservava [...]

[...] ?... — Donna Mariannina s'interruppe. — Ma abbiamo detto di non parlarne più. Lui però si duole di non poter venire a fare il suo dovere... Dissidi ce n'è [...]

[...] ! lo sappiamo! L'abbiamo capita oggi, al Municipio!... — Infine non seppe più frenarsi, quasi bruciasse a lui la ferita. — La baronessa Rubiera ha [...]

[...] cercato di dare il gambetto a me pure!... a me che le avevo proposto l'affare!... Si è messa d'accordo cogli avversari! Tutti contrari!... I parenti [...]

[...] la cauzione a questo disgraziato! Tutte le angherie!... Per la costruzione delle nuove strade fanno venire i concorrenti sin da Caltagirone e da [...]

[...] , sdraiato sul suo bel canape soffice, e a un certo punto gli chiuse anche la bocca colla mano, al canonico. — Lasciate stare!... Queste son [...]

[...] chiacchiere che non vanno al mulino. Ciascuno fa il suo interesse. — Dico per rispondere a donna Mariannina. Volete sentirne un'altra, eh? la più bella [...]

[...] ? Si sono pure messi d'accordo per vendere il grano a rotta 122 di collo, e far cascare i prezzi. Una camorra! Il baronello Rubiera ha detto che [...]

[...] non gliene importa di perdervi cent'onze, pur di fame perdere mille a don Gesualdo che ha i magazzini pieni... Al marito di sua cugina! Vergogna! Ce [...]

[...] n'ho venti salme anch'io, capite, vossignoria! Una birbonata! Il canonico andava scaldandosi maggiormente di mano in mano, rivolto a mastro-don [...]

[...] Gesualdo: — Bel guadagno avete fatto a imparentarvi con Toro. Chi l'avrebbe detto... eh? L'avete sbagliata!... Scusate, donna Bianca! non parlo per [...]

[...] non lo lascerai finire, tu? — Bianca tornò a farsi rossa. — Evviva! Mi congratulo. Ora che avete questa bella casa dovete fare un bel battesimo [...]

[...] stessi, sempre con quel bel risultato! Poi, quando la zia Sganci se ne fu andata, prese a brontolare contro di Bianca, che non si era messo il [...]

[...] vestito buono per ricevere la zia: — Allora a che serve aver la roba? Diranno che ti tengo come una serva. Bel gusto spendere i denari, per non [...]

[...] cogli occhi, per affamare la gente... 123 Quella bestia di Ciolla va predicando per conto loro... Vogliono scatenarci contro anche i villani... a [...]

[...] voi e a me, caro mio! Dicono che io tengo i sacco... Non posso uscir di casa... Don Gesualdo scrollava le spalle. — Ah, i villani? Ne riparleremo [...]

[...] poi quando verra l'inverno. Voi che paura avete? — Che paura ho, per... mio!... Non sapete che a Palermo hanno fatto la rivoluzione. Andò a [...]

[...] coloro che avevano comandato sino a quel giorno. — Una setta, capite? Tavuso, mettiamo, al posto di Margarone; e tutti quanti colle mani in pasta [...]

[...] di Calabria. Don Gesualdo, ch'era stato ad ascoltare con tanto d'occhi aperti, scappò a dire: — S'è così... ci sto anch'io! non cerco altro [...]

[...] !... E me lo dite con quella faccia? Mi avete fatto una bella paura, santo Dio! L'altro rimase a bocca aperta: — Che scherzate? O non sapete che voglio [...]

[...] . — Me ne importa a me: Rivoluzione vuol dire rivoltare il cesto, e quelli ch'erano sotto salire a galla: gli affamati, i nullatenenti!... — Ebbene [...]

[...] andare in fondo al cesto, caro canonico! Bisogna tenersi a galla, se non vogliamo che i villani si servano colle sue mani. Li conosco... so fare, non [...]

[...] d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di [...]

[...] stata colpa tua. Tutti i negozi non riescono a un modo. Poi se capita di fare il bene, nel tempo stesso... II canonico cominciava a capacitarsi [...]

[...] , cogli occhi e la bocca di traverso, pensieroso, e appoggiava anche lui il discorso del socio: — Non si voleva torcere un pelo a nessuno... se si [...]

[...] tagliano la testa! Già, se è come avete detto, dovrebbero tagliarla a un paese intero. Credete che non abbia fatto i miei conti, in questo tempo [...]

[...] ?... Quando saremo lì, a veder quel che bolle in pentola... Bisogna mettersi vicino al mestolo... con un po' di giudizio... col denaro... So io quello [...]

[...] che dico. Bianca cominciò allora a balbettare: — Oh Signore Iddio!... Cosa pensate di fare?... Un padre di famiglial... — Il canonico, indeciso, la [...]

[...] , come in punto di morte? Mi sono ammazzato a lavorare... Mi sono ammazzato a far la roba... Ora arrischio anche la pelle, a sentir voi!... E che ne [...]

[...] aveva le mani troppo lunghe... Se avevano fatto salire le terre a quel prezzo voleva dire che c'era ancora da guadagnarci su!... Tutto sangue della [...]

[...] cella, e pigliarsi una tenuta a Passaneto, e la figliuola di Margarone in moglie, la più giovane. Il notaro ch'era venuto a levar dallo studio certe [...]

[...] carte interessanti, dovette far di cappello a fra Girolamo per entrare: — Con permesso!... signori miei!... — Poi andò a raggiungere don Filippo [...]

[...] a discorrere sottovoce. Don Filippo 127 allibbiva ad ogni gesto che il notaro trinciava in aria; ma si ostinava a dir di no, giallo dalla paura [...]

[...] oggi? Lo sapete? — Vogliono le terre del comune, signor marchese. Dicono che sinora ve le siete godute voialtri signori, e che adesso tocca a noi [...]

[...] , perchè siamo tutti eguali. — Padroni! padronissimi! Quanto a me non dico di no! Tutti eguali!... Portatemi un bicchier d'acqua, don Anselmo. Di [...]

[...] baleno. Santo Motta allora usciva dall'osteria di Pecu-Pecu, e si metteva a vociare, colla mano sulla guancia: — Le terre del comune!... Chi vuole le [...]

[...] la faccia gialla di don Filippo. A mezzogiorno, 128 appena suono la messa grande, ciascuno se ne andò pei fatti suoi; e rimase solo a vociare Santo [...]

[...] Motta, nella piazza deserta. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla corse a desinare lui pure. Don Liccio Papa, adesso che non c'era più [...]

[...] posero a tavola con compare Santo. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla soleva desinare in fretta e in furia col cappello in testa e il [...]

[...] bastone fra le gambe, per tornar subito in piazza a mangiar I'ultimo boccone, portandosi in tasca una manciata di lupini o di ceci abbrustoliti [...]

[...] , d'inverno anche con lo scaldino sotto il tabarro, bighellonando, dicendo a ciascuno la sua, sputacchiando di qua e di la, seminando il terreno di bucce [...]

[...] . — Avete visto com'è andata a finire? — Faceva la prima tappa dal calzolaio, poi dal caffettiere, appena apriva, senza prendere mai nulla, girava a [...]

[...] piu piccolo rumore. Ma del resto ogni cosa aveva ripreso l'aspetto solito delle domeniche. L'arciprete Bugno che stava un'ora a leccare il sorbetto [...]

[...] madre di lui, sorda come una talpa, dal Rosario a Santa Maria di Gesù: le orecchie pelose e stracche delle mule che ciondolavano fra la folla, il [...]

[...] cocchiere rannicchiato a cassetta, colla frusta fra le gambe, accanto al cacciatore gallonato, colle calze di bucato che sembravano imbottite di noci [...]

[...] capitano l'incitava da lontano, brandendo la canna d'India: — Ferma! ferma!... la giustizia! Ma Santo si liberò con uno spintone, e prese a correre [...]

[...] Bastiano! — E si misero a discorrere sottovoce, tirandosi in disparte. Dalla Maddalena scendeva lemme lemme il notaro, col bastone dietro la [...]

[...] schiena. Bomma cominciò a fargli dei segni da lontano; ma il notaro finse di non accorgersene; accennò al Capitano che s'avviava verso il Collegio, ed [...]

[...] , rivolto al principale: — Badate che avete moglie e figliuoli!... — Sangue di!... corpo di!... — voleva mettersi a sbraitare il farmacista. In quel [...]

[...] sottecchi di qua e di là. Ciolla tentò di unirsi a loro, ma essi lo piantarono lì. Bomma, da lontano, non li perdeva di vista, dimenando il capo [...]

[...] . — Badate a quel che fate!... Pensate alla vostra pelle!... — gli disse il Capitano passandogli di nuovo accanto. — Becco!... — voleva gridargli dietro [...]

[...] il farmacista. — Badate a voi piuttosto!... — Ma il dottore lo spinse dentro a forza. Ciolla era corso dietro al canonico e al notaro Neri per la [...]

[...] , gesticolando. Appena s'accorsero del Ciolla se la svignarono in fretta, l'uno di qua e l'altro di là. Il notaro continuò a saltare per la [...]

[...] stradicciuola sassosa, e il canonico scese apposta a rompicollo verso San Sebastiano, fermando il Ciolla come a caso. — Quel notaro... me ne ha fatta una [...]

[...] !... Aveva il consenso di massaro Sbrendola... un contratto bell'è buono... e ora dice che non si rammenta! — Va la, va la, che non me la dai a bere [...]

[...] aperta sulla bocca, fulminato dall'occhiata severa che gli saettò iI dottore. Verso due ore di notte, don Gesualdo stava per mettersi a cenare [...]

[...] , quando venne a cercarlo in gran mistero il canonico, travestito da pecoraio. Bianca fin lì lì per abortitire dallo spavento. 130 — Don Gesualdo [...]

[...] se siete un uomo!... Sono contento, vedi, Bianca! Sono contento d'andare magari verso il precipizio, per vedere che cominci ad affezionarti a me e [...]

[...] in fondo c'era uno stanzone buio dove si capiva che stava molta gente a confabulare insieme dal sussurrio che si udiva dietro l'uscio. Il canonico [...]

[...] allegramente. Narrava che a Palermo avevano fatto il pasticcio; avevano ammazzato il principe di Aci e s'erano impadroniti di Castellammare: — Chi [...]

[...] ?... a chi deve prima attaccare il campanello al gatto! E ogni galantuomo non vorrebbe mettere il piede in trappola. Ma se siamo in tanti... C'è [...]

[...] anche il barone Zacco stasera. — Che aspettiamo ad entrare, signori miei? — interruppe don Gesualdo a quella notizia, coraggioso come un leone [...]

[...] , cugino, ho da parlarvi. — E seguitarono ad andare a braccetto in silenzio. — Ssst!... un fischio!... verso i Cappuccini!... — II barone mise mano [...]

[...] forte il braccio di don Gesualdo senza dir nulla. Poi lascio andare ciascuno per la sua strada, Bomma in su, verso la Piazza Grande, il canonico a [...]

[...] pie della scalinata che saliva a San Sebastiano. — Da questa parte, don Gesualdo... venite con me. — E gli fece fare il giro lungo pei Cappuccini [...]

[...] , risalendo poi verso Santa Maria di Gesù per certe stradicciuole Buie che non si sapeva dove mettere i piedi. A un tratto si fermò guardando [...]

[...] faccia a faccia il suo amico novello con certi occhi che luccicavano al buio. — Don Gesualdo, avete sentito quante belle chiacchiere? Adesso siamo [...]

[...] farci venire voi, caspita! Io non fo misteri. Giuochiamo a tagliarci l'erba sotto i piedi fra di noi che abbiamo qualcosa da perdere, ed ecco il [...]

[...] tanti altri... Parenti! parentissimi! quanto a me volentieri... Allora mettiamoci d'accordo piuttosto fra di noi... — Ebbene? che volete fare? — Ah [...]

[...] ! Faremo la rivoluzione! metteremo il mondo a soqquadro anche!... Io non ho paura!... — Nel calore della disputa il Barone si era addossato all'uscio [...]

[...] di un cortile. Un cane si mise a latrare furiosamente. Zacco spaventato se la diede a gambe colla pistola in pugno, e don Gesualdo dietro di lui [...]

[...] !... dove andate?... c'è la giustizia a casa vostra! Quello che temeva il canonico! quello che temeva Bianca! Egli correva al buio, senza saper dove [...]

[...] , vossignoria? Donna Bianca mi ha mandato a svegliare di notte. E narrava com'era arrivata la Compagnia d'Arme, all'improvviso, a quattr'ore di [...]

[...] Gesualdo si fermò a riflettere: — Dove andiamo, vossignoria? — chiese Nardo. — Ci ho pensato. Non far rumore. Ah! Madonna Santissima del Pericolo! Va [...]

[...] a chiamare Nanni l'Orbo. Lo conosci? il marito di Diodata? 133 Cominciava ad albeggiare. Ma nelle viottole fuori mano che avevano preso non [...]

[...] . Diodata al vedersi comparire dinanzi il suo antico padrone ansante e trafelato si mise a tremare come una foglia. — Che volete da me a quest'ora [...]

[...] Diodata, colle braccia in croce, giurava e spergiurava. — Padron mio! — esclamo Nanni, — a che giuoco giuochiamo? Questa non è la maniera [...]

[...] !... — Bestia! — gridò infine don Gesualdo, scappandogli la pazienza. - Ho la forca dinanzi agli occhi, e tu vieni a parlarmi di gelosia! Allo strepito [...]

[...] accorsero i vicini. — Lo vedete? — ripigliò Nanni infuriato. — Che figura fo dinanzi a loro, padron mio? In coscienza, quel po' che avete dato a [...]

[...] quello che vuoi!... — Voglio l'onor mio, don Gesualdo! L'onor mio che non si compra a denari! Cominciarono ad abbaiare anche i cani del vicinato [...]

[...] . — Vuoi la chiusa del Carmine?... un pezzo che ti fa gola! Infine compare Nardo riusci a metterli d'accordo sulla chiusa del Carmine. — Corpo di [...]

[...] prossimo, vossignoria! La moglie da mantenere... I figli che nasceranno... Se mi tornano a casa anche gli altri... quelli che son venuti prima [...]

[...] t'ho detto di si per la chiusa! — Parola di galantuomo? Davanti a questi testimoni? Quand'è cosi... giacchè mi dite che siete venuto soltanto per [...]

[...] , completamente rabbonito, propose anche di andare a vedere quel che accadeva fuori: — Voi fate liberamente come se foste in casa vostra, don Gesualdo [...]

[...] dei trabanti governavano i cavalli, e il Comandante fumava al balcone, in pantofole, come in casa sua. Nanni l'Orbo tornò ridendo a crepapelle [...]

[...] . Prima di entrare però bussò al modo che aveva detto, tossì, si soffiò il naso, pure si trattenne un può a discorrere ad alta voce con una vicina che [...]

[...] . — Prosit! prosit, don Gesualdo! A casa vostra ci ho trovato dei forestieri, tale e quale come voi qui da me. Il baron Zacco corre ancora!... L'hanno [...]

[...] visto prima dell'alba più in là di Passaneto, figuratevi! a casa del diavolo!... dietro una siepe, più morto che vivo!... Sua moglie fa come una pazza [...]

[...] ... Sono stato anche a cercare del notaro Neri, se s'ha a scrivere due parole della chiusa del Carmine che date a mia moglie pei servizi prestati [...]

[...] Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocio di comari, un correre di [...]

[...] scarponi grossi, strilli di ragazzi. Diodata s'arrampicò sino all'abbaino del granaio per vedere. Poi Nanni venne a dire: — E il viatico, Dio [...]

[...] liberi!... Va in su verso Sant'Agata. Ho visto il canonico Lupi che portava il Signore... cogli occhi a terra!... una faccia da santo, com'è vero [...]

[...] Iddio! — Stasera, appena a scuro, mi farai trovare una cavalcatura laggiù alla Masera, e mi darai qualche cosa da travestirmi; — disse don Gesualdo [...]

[...] , no... Mi pare mill'anni d'esser lontano... — Qui però non avete da temere... Gli sbirri non vengono a cercarvi qui! A casa vostra piuttosto [...]

[...] ! Guardatevi!... Infatti Bianca la sera innanzi s'era visto capitare a tre ore di notte il Capitan d'Arme, un bell'uomo colla barba a collana e i baffi [...]

[...] alla militare, che recava il biglietto d'alloggio. Bianca, giù inquieta per suo marito, non sapendo che fare, aveva mandato a chiamare lo zio Limòli [...]

[...] , quando si faceva delle scappatelle insieme a vostro padre... Allora il voto mi dava noia come vi dà noia adesso quella stadera che portate appesa al [...]

[...] !... una delle prime famiglie della Contea! Peccato che siate in tanti! L'avete indovinata a farvi nominare Capitan d'Arme!... Quattrocent'onze all'anno [...]

[...] , per rispondere dei furti campestri... E una bella somma... Vi rimane in tasca tale e quale... poichè il territorio a tranquillo!... Una bagattella [...]

[...] marchese Limòli, e ho ancora degli amici a Napoli per farvi scapitanare e tagliare i baffi novelli, sapete! Capita in quel momento il ragazzetto [...]

[...] del sagrestano che veniva a fare un'imbasciata di gran premura, balbettando, imbrogliandosi, tornando sempre a ripetere la stessa cosa, rosso dalla [...]

[...] suggezione. II marchese, che cominciava a farsi un po' sordo, tendeva l'orecchio, gli faceva dei versacci, lo intimidiva maggiormente strillando [...]

[...] : — Eh? che diavolo vuoi? Ma Bianca mise un grido straziante, un grido che fece rimanere lo zio a bocca aperta, e scappò per la casa cercando il [...]

[...] pomidoro posta ad asciugare sul terrazzo, l'arciprete Bugno nell'appendere al fresco la gabbia del canerino, fin coloro che stavano a sbadigliare [...]

[...] dopo l'altro, che facevano capolino a una finestra, guardinghi, volgevano poi un'occhiata a destra, un'altra a sinistra, guardavano in aria, e [...]

[...] ritiravano il capo come la lumaca. Dopo qualche minuto infine aprivasi il balcone grande, stridendo, tentennando, a spinte e a riprese, e compariva [...]

[...] Bianca; si chinava a raccattare i seccumi e le foglie vizze; rimescolava la terra con un coccio; passava in rivista i bocciuoli nuovi, e li covava [...]

[...] cogli occhi. Don Ferdinando lo seguiva passo passo, attentissimo; accostava anche lui it viso scialbo a ciascuna pianta, aguzzando il muso [...]

[...] ora di qua e ora di la, a seconda che giungeva la mula di massaro Fortunato Burgio carica di grano, o saliva dal Rosario la ragazza che vendeva [...]

[...] ova, oppure la moglie del sagrestano attraversava la piazzetta per andare a suonare l'avemaria. Don Ferdinando stava intento a contare quante persone [...]

[...] 138 si vedevano passare attraverso quel pezzetto di strada che intravvedevasi laggiù fra i tetti delle case che scendevano a frotte per la china [...]

[...] Lauro, e rallegravasi al vederlo scintillare improvvisamente sulle finestre delle casipole che si perdevano già fra i campi, simili a macchie [...]

[...] insieme col cugino Limòli!... Per un po' di giorni, verso i primi d'agosto, era venuto soltanto don Ferdinando ad annaffiare i fiori, strascinandosi a [...]

[...] stento, coi capelli grigi svolazzanti, sbrodolandosi tutto a ogni passo. Allorchè ricomparve anche don Diego, parve di vedere Lazzaro risuscitato [...]

[...] : tutto naso, colle occhiaie nere, seppellito vivo in una vecchia palandrana, tossendo l'anima a ogni passo: una tosse fioca che non si udiva quasi [...]

[...] piu, e scuoteva dalla testa ai piedi lui e il fratello che gli dava il braccio, come andasse facendo la riverenza a ogni vaso di fiori. E fu [...]

[...] : — Vedrete quant'è miracolosa quell'immagine! Tanta salute e provvidenza a tutti, in casa vostra! E gli affidò anche il bastone d'argento del santo, da [...]

[...] prima dell'alba, o tornando a notte fatta, vedevano sempre il lume alla finestra di don Diego. E il cane nero dei Motta uggiolava per la piazza, come [...]

[...] Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino. A poco a poco diradarono anche quelle [...]

[...] Fortunato avesse potuto vederlo al buio. — Solo come un cane!... me lo lasciano sulle spalle!... Ho mandato Grazia pel dottore... a quest'ora [...]

[...] . Sono stato sempre un povero diavolo!... Bacio la mano di chi mi dà pane... — Il dottore!... quello sì!... deve avere la tremarella addosso a [...]

[...] furia. — Li sbirri!... la Compagnia d'Arme!... Quando gli dissero che era la moglie del sagrestano, invece, la quale veniva a cercarlo per don Diego [...]

[...] moribondo, montò in furia come una bestia. — E ancora vivo?... Mandatelo al diavolo!... Vengono a spaventarmi!... a quest'ora!... di questi tempi [...]

[...] !... Un padre di famiglia!... Andate a chiamare i suoi parenti piuttosto... il viatico, ch'è meglio!... La zia Sganci non volle neppure aprire [...]

[...] , se Dio vuole, chi campa si rivede. Per fortuna, Grazia non aveva di che temere; e suo marito l'avrebbe mandata senza sospetto in mezzo a un [...]

[...] , quasi il suo fidanzato corresse a buttarsi in un precipizio. — Non temere... no! — rispose lui con la voce grossa. All'udir gente nella piazzetta, dal [...]

[...] se ne andò frettoloso, a capo chino, portandosi seco negli occhi i ricordi di quella finestra chiusa e senza lume. — Bella porcheria!... Me lo [...]

[...] lasciano sulle spalle!... a me solo! — brontolò don Luca tornando nella camera del moribondo. Don Ferdinando stava seduto a più del letto, senza dir [...]

[...] nulla, simile a una a mummia. Di tanto in tanto andava a guardare in viso suo fratello; guardava poi don Luca, stralunato, e tornava a chinare il [...]

[...] assonnata di uno che parli in sogno: — Dorme? — Sì, dorme!... Andate a dormire voi pure, se volete!... Ma l'altro non si mosse. II malato da prima voleva [...]

[...] orecchie. Grazia, di ritorno, aveva accostato l'uscio, messo il lume accanto, sul tavolino, ed era andata a dare un'occhiata a casa sua. II marito si [...]

[...] accomodò alla meglio su due sedie. Don Ferdinando, di tratto in tratto, si alzava di nuovo, in punta di piedi, si chinava sul letto, simile a un [...]

[...] uccello di malaugurio, e tornava a domandare piano, all'orecchio di don Luca: — Che fa? dorme? — Sì! sì!... Andate a dormire voi pure!... andate! E [...]

[...] riconosceva più. Come don Ferdinando lo chiamò prima pian piano, e tornò a chiamarlo e a scuoterlo inutilmente, gli si rizzarono quei pochi capelli in capo [...]

[...] !... Fermatevi!... Non aprite adesso!... Era giorno chiaro. Donna Bellonia in sottana stava a spiare dalla terrazza verso la Piazza Grande per incarico del [...]

[...] lasciano sulle spalle a me solo!... Corro dal dottore... almeno per la ricetta del viatico, che diavolo!... Signori miei! deve andarsene cosi un [...]

[...] ! Ci vorrebbe quest'altra!... — Poi si diedero a strologare i numeri del lotto insieme a donna Bellonia, ch'era corsa a prendere it libro di [...]

[...] Rutilio Benincasa. Donna Giovannina s'affacciò asciugandosi ii viso; ma non si vide altro che il sagrestano, il quale correva a chiamare Tavuso, lì a [...]

[...] due passi, una porticina verde, colla fune del campanello legata alta perchè non andassero a seccarlo di notte. Picchiò e ripicchiò, infine la [...]

[...] , lui! Bomma, giallo al par del zafferano, stava pestando cremor di tartaro in fondo alla farmacia, solo come un appestato. Don Luca entrò a [...]

[...] ?... La cassa da morto fategli, accidenti a voi! M'avete spaventato! Non è questa la maniera... oggi che ogni galantuomo sta coll'anima 142 sulle [...]

[...] labbra!... Andate a chiamargli il prete piuttosto... lì, al Collegio, c'è il canonico Lupi che s'arrabatta a dir messe e mattutino fin dall'alba, per [...]

[...] cacciavano innanzi a spintoni; don Liccio Papa di scorta colla sciabola sguainata, gridando: — Largo! largo alla giustizia!... — II Capitano Giustiziere [...]

[...] , dall'alto del marciapiede del Caffe dei Nobili, sentenziò: — Bisogna dare un esempio! Ci pigliavano a calci dove sapete, un altro po [...]

[...] a Dio si tornava a respirare. I ben pensanti sul tardi cominciarono a farsi vedere di nuovo per le strade; l'arciprete dinanzi al caffè; Peperito [...]

[...] su e giù pel Rosario; Canali a braccetto con don Filippo verso la casa della ceraiuola; don Giuseppe Barabba portando a spasso un'altra volta il [...]

[...] , tutti i colleghi di suo marito, il quale se ne stava a guardare da vero babbeo, colla canna d'India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi [...]

[...] passeggiavano con sua moglie, spaccandosi come compassi, ridendo a voce alta, guardando fieramente le donne che osavano mostrarsi alle finestre [...]

[...] : — Una Battaglia c'è stata!... dei condannati a morte!... — Uno di quell che portavano il lanternone dietro il baldacchino disse che il viatico [...]

[...] so! lo so! giuramenti da marinaio!... II Capitan d'Arme ammiccò a donna Bianca la quale passava in quel momento, con un'aria che voleva dire [...]

[...] Limòlì che non poteva tenerle dietro. Dinanzi al portone, spalancato a due battenti, si affollavano i ragazzi di Burgio e di don Luca. La moglie del [...]

[...] sagrestano ne usciva in quel momento, arruffata, gialla, senza ventre, e si mise a distribuire scappellotti a diritta e a manca: — Via! via di qual [...]

[...] vide altro, in mezzo a tutti quei parenti che le si affollavano intorno, sbarrandole il passo: — No!... lasciatemi entrare! Apparve un momento [...]

[...] affacciò di nuovo all'uscio, venne a dire: — C'è il viatico... l'estrema unzione... Ma non sente... — Voglio vederlo!... Lasciatemi andare! — Bianca [...]

[...] del viatico passarono come una visione. Il marchese, inchinandosi sino a terra, borbottò: — Domine, salva me... — Amen! — rispose il sagrestano [...]

[...] ! Lo zio marchese si affrettò a cavare il fazzoletto, per asciugarle tutta l'acqua che si era versata addosso. II barone Mendola e la zia Macrì [...]

[...] in giudizio!... una citazione nera come la pece!... — Don Luca! don Luca! — si udì gridare. L'uscio si spalancò a un tratto, e comparve don [...]

[...] Ferdinando, agitando le braccia in aria. Don Luca corse a precipizio. Successe un momento di confusione: delle strida, delle voci concitate, un [...]

[...] correre all'impazzata, donna Agrippina che cercava l'aceto dei sette ladri, gli altri che stentavano a trattenere Bianca, la quale faceva come una pazza [...]

[...] mio!... — Non fate a quel modo, donna Bianca! — disse piano don Luca. — Se ci sente ancora, il poveretto, figuratevi che spavento!... Essa si [...]

[...] arrestò tutta tremante, atterrita, colle mani nei capelli, guardandosi intorno trasognata. A un tratto fissò gli occhi asciutti ed arsi su don [...]

[...] , piagnucolò: — Io non ci reggo a queste scene!... Sono tutta sottosopra!... — E siccome continuava a interrogare cogli occhi or questo e or quello, donna [...]

[...] : — Ecco!... Il falegname è avvertito. Il barone Mendola s'alzò per andare a sentire cosa volesse. — Va bene, va bene, — disse Mendola. — Or ora si [...]

[...] pensa a tutto. Don Luca? ehi? don Luca? Appena il sagrestano affacciò il capo all'uscio, si udirono delle strida che laceravano il cuore [...]

[...] . — Povera Bianca!... sentite? — Fa come una pazza! — confermò don Luca. — Si strappa i capelli!... II barone Mendola lo interrogò dinanzi a tutti quanti [...]

[...] : — Avete pensato a ogni cosa, eh, don Luca? — Sissignore. Il catafalco, le bandiere, tante messe quanti preti ci sono. Ma chi paga? — Andate [...]

[...] ! — osservò la zia Macrì alzandosi per vedere dov'era arrivato il sole. — Mi dispiace che si fa tardi, e a casa mia non c'e nessuno per preparare un [...]

[...] imbottite di noci. La vecchia, senza bisogno di udir altro, diritta e stecchita come un fuso, andò a prendere il suo posto fra i parenti che al suo [...]

[...] apparire s'erano taciuti, seduti intorno sui seggioloni 146 antichi, col viso lungo e le mani sul ventre. La baronessa guardava intorno, gridando a [...]

[...] pianerottolo per dire a Barabba di correre a casa Sganci. — Ci vogliono denari, — disse piano tornando indietro. — Avete sentito il sagrestano? Le [...]

[...] sapete?... — Sette... devono esser sette... Insomma un affar serio!... II marchese Limòli, che discuteva insieme a Mendola e a Barabba sui [...]

[...] intanto il contrasto fra la moglie del sagrestano, che voleva fame uscire don Ferdinando, e lui che si ostinava a rimanere: come un guaiolare di [...]

[...] mostrando a tutti quanti: — Ecco il privilegio!... Il diploma del Re Martino... Bisogna metterlo nell'iscrizione mortuaria... Bisogna far sapere che [...]

[...] marchese Limòli. — Non ci pensate. II barone Mendola, che era stato a confabulare con della gente, fuori sul pianerottolo, rientrò gesticolando [...]

[...] rumore delle seggiole smosse, la zia Macrì tornò a gridare: — Presto! un medico! presto! IV «Se agglomerate cerimonie terra non forman delle [...]

[...] mie verghe non ne traligna l'ossequio. Si che sorgenti men fallaci e piu stabili le sole preci ne reputo. Il favor di un vostro sguardo a quel che [...]

[...] per guardar giù in platea; dei ragazzi che si spenzolavano quasi fuori della ringhiera, come stessero a rimondar degli ulivi; una folla tale che la [...]

[...] slacciare dal Capitan d'Arme? — disse Canali che aveva di tali uscite. Il barone Mendola, il quale stava facendo visita a donna Giuseppina Alòsi nel [...]

[...] mamma spinse Canali fuori dell'uscio. Poi disse a Fifì: — Bada! La Capitana ti guarda col cannocchiale!... — No! Non guarda me! — rispose lei facendo [...]

[...] una spallata. — Ne volete sentire una nuova? — seguitò Canali ostinandosi a cacciare il capo nel vano dell'uscio. — C'è un casa del diavolo, dalla [...]

[...] belle!... — II Capitan d'Arme, seccato, fu costretto a rimbeccargli: — Perchè non badate a quel che succede in casa vostra, caro collega? — Ehm! ehm [...]

[...] , chiusi tutti e due a quattr'occhi col baronello nella retrobottega di Giacinto. Don Filippo tornò a domandare: — Ma che c'è? Si può sapere [...]

[...] l'aveva pettinata mastro Titta, faceva accapponar la pelle a quanti stavano a sentirla. Alcuni, dall'ansia, s'erano anche alzati in piedi [...]

[...] lei si sarebbe messo in tasca, indietreggiava a passi misurati, con una mano sul giustacuore di velluto, e l'altra, in atto di orrore, fra i [...]

[...] talento? — esclamò don Filippo smanacciando lui pure. — Peste!... maleducato!... Nicolino impaurito sgambettava e cacciavasi verso l'uscio a testa in giù [...]

[...] , dimenando i fianchi, saettando il collo a destra e a sinistra al pari di una testuggine, mandando baci e sorrisi a tutti quanti sulla Punta delle [...]

[...] Fifì, scoppiando a piangere addosso al genitore. — Se mi volete bene, papà mio, fatemi bastonare a dovere quella sgualdrina!... — Eh?... — balbettò [...]

[...] don Filippo rimasto a bocca aperta e con le mani in aria. — Che ti piglia adesso? Donna Bellonia, Mita, Giovannina, tutte insieme si alzarono per [...]

[...] in prima fila, insieme a Nicolino, appoggiandosi al parapetto, salutando le signore col sorriso a fior di labbra, mentre borbottava sottovoce [...]

[...] fanciullo, pallido, con grandi occhi intelligenti e timidi, guardava ancora la scena a sipario calato. Donna Giuseppina, dopo che il nipotino si fu [...]

[...] riavuto alquanto, offrì per cortesia la sua boccetta d'odore ai Margarone. Don Filippo seguitò a brontolare sottovoce: — Tale e quale come il ragazzo La [...]

[...] Gurna che ha sett'anni!... Vergogna!... Non mi ci pescate piu, parola d'onore! Ma tacque vedendo entrare Mendola che veniva a far visita, vestito [...]

[...] Peperito!... Non mi piace giuocare a tressetti!... — E ammiccò chiudendo un occhio. Nessuno gli rispose. Allora, vedendo quei musi lunghi [...]

[...] di seguito a Caltagirone... Ohi! ohi!... cos'è adesso? II Capitan d'Arme, dal palco dirimpetto, credendo di non esser visto, dietro le spalle [...]

[...] capitata da queste parti! La prima donna specialmente!... Sta lì, di faccia a casa 153 mia, nella locanda di Nanni Ninnaro. Bisogna vedere ogni sera [...]

[...] sera sul palcoscenico... Ma poi, a casa, bisogna vedere!... Non vi dico altro! Ho fatto un buco apposta nell'impannata del granaio che guarda [...]

[...] appunto in camera sua. Però ci sono gli avventizi, i devoti spiccioli, capite? quelli che vanno a portare la loro offerta... il figlio del notaro Neri [...]

[...] ventaglio in mano, e il marito, pacifico, che guardava e taceva. Mendola diede una gomitata a Margarone, e tutti e due si misero a guardare in aria [...]

[...] , grattandosi il mento. Canali osservò dal palco accanto: — Un po' per uno, non fa male a nessuno!... — Badate a voi piuttosto!... badate [...]

[...] platea per vederlo di laggiù. — Allegramente, donna Fifì! — disse poi Mendola. — Non vi sono ne morti nè feriti!... Se non arriviamo a farvi [...]

[...] riccioluta e sorridente. — No, no, non vi scomodate. Son passata un momento a salutarvi. Un'indecenza questa produzione... Io me ne vo per non [...]

[...] che gli era rimasta da quell'affare della Carboneria. Ma poi si fece animo, per non destar sospetti, e andò a stringere la mano a tutti quanti [...]

[...] proprio a casa sua!... Io non ne sapevo nulla, giacchè sono stato in campagna per badare ai miei interessi. — Ma che aspettano a battezzare cotesta [...]

[...] , — aggiunse la signora Capitana. — Ci andai per far visita a donna Bianca. Ho visto anche la bambina... un bel visetto. — Benissimo! — conchiuse [...]

[...] tasche piene di bruciate, volle che gliela ripetessero. — Buona sera! buona sera! Non voglio stare a sentire altro! — esclamò la Capitana tutta [...]

[...] sorriso fra i denti gialli; Nicolino dietro a Canali il quale distribuiva delle bruciate; anche donna Giuseppina Alòsi aveva aperto l'uscio del suo [...]

[...] per far la corte a donna Giuseppina, dicendo che aveva un'aria distinta, tutta l'aria dei Trao, la Capitana aggiunse, colla vocina melata: — E [...]

[...] sorprendente l'aria di famiglia che c'è fra di loro. Avete visto come somiglia a don Ninì la bambina di donna Bianca? — Che diavolo! — le borbottò [...]

[...] annunziò che stava per cominciare l'ultimo atto. Ci fu uno scambio di baci e di sorrisi pungenti fra le signore; e donna Fifì si lasciò andare anche a [...]

[...] baronello. — Vi metterete in fondo al palco, insieme a Fifì, giacchè siete in lutto. Nessuno vi vedrà. Levati di lì, Giovannina. — Sempre così [...]

[...] ! — borbottò costei ch'era furiosa contro la sorella. — Mi tocca sempre cedere il posto, a me!... — Mamma... lascialo andare... s'è in lutto!... La [...]

[...] altri, per veder la scena che aveva detto lui, e faceva la spiegazione a ogni parola. — State attenti!... Ora si scopre che la sorella di latte è [...]

[...] ... volete andarvene?... — Ecco!... — interruppe Mendola trionfante. — Ecco!... capite? — Son maritato!... — tornò a dire Canali. — Son padre di famiglia [...]

[...] barone Mendola. — Io non saprei come fare... a tu per tu!... Don Filippo tagliò corto. — E un'artistona... una prima donna di cartello... Allora si [...]

[...] capisce... — Sicuro, — si lasciò scappare incautamente don Ninì per dire qualche cosa. — Ah!... Piace anche a voi?... — Certamente... cioè [...]

[...] ... dal Fato...» si trovò a guardare nel palco dei Margarone. Donna Fifì allora non seppe più frenarsi: — Già, lo sappiamo! Le agglomerate cerimonie [...]

[...] tosta!... Sissignore! la lettera con le melenzose!... eccola qua!... — e gliela fregò sotto il naso, scoppiando a piangere di rabbia. Don Ninì da [...]

[...] uno stupido!... un imbecille!... La bella educazione che avete saputo dare a vostra figlia!... Grazie a Dio, non ci metterò più i piedi a casa [...]

[...] vostra! 157 E partì infuriato sbatacchiando l'uscio. Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel [...]

[...] teatro. Poco mancò che la produzione non terminasse a fischi. Il capocomico se la prese colla prima donna, che lo guastava con le prime famiglie del [...]

[...] falegname e quanti erano sul palcoscenico. Don Ninì furibondo andò subito il giorno dopo a cercare Ciolla, il quale se ne stava pei fatti suoi, dopo [...]

[...] quelle ventiquattr'ore passate in castello sottochiave. — Bella figura m'avete fatto fare colle vostre melenzose!... La sa a memoria tutto il paese [...]

[...] la vostra lettera!... — Ebbene? cosa vuol dire? Segno ch'è piaciuta, se la sanno tutti a memoria! — E piaciuta un corno! Lei dice che gliene [...]

[...] faccia?... con due baiocchi di carta rasata?... Giacchè a me non mi avete dato nulla, veh!... Invano gli amici e i parenti tentarono d'intromettersi [...]

[...] voleva spuntarla ad ogni costo, ed avere la prima donna, non fosse altro per dispetto. — Ah! gliela faro vedere a quella strega! La polvere spinge [...]

[...] la palla!... 158 E mandò a regalare salsicciotti, caciocavallo, un bottiglione di vino. Empirono la tavola della locanda. Non si parlava d'altro in [...]

[...] dovette nascondere la chiave della dispensa. Mastro Titta venne a dire infine a don Ninì: — Non resiste piu, vossignoria! Ha perso la testa, la prima [...]

[...] donna. Ogni sera, mentre sto a pettinarla, non mi parla d'altro. — Se mi fa avere la soddisfazione che dico io!... Sotto gli occhi medesimi di [...]

[...] , e lo presentò a un omaccione, il quale stava frugando dentro il cassone, in maniche di camicia, e non si volto neppure. — Il barone Rubiera [...]

[...] , distinto cultore... Il signor Pallante, celebre artista. Poi volse un'occhiata alla schiena del celebre artista che continuava a rovistare [...]

[...] brontolando, un'altra più lunga a don Ninì, e soggiunse a mezza voce: — Lo conoscevo di già!... Lo vedo ogni sera... in platea!... Egli invece stava per [...]

[...] scusarsi che in teatro non era venuto a causa del lutto; ma in quella si voltò il signor Pallante colle mani sporche di polvere, il viso [...]

[...] occhiaie nere; andò a chiudere l'uscio in punta di piedi, e poscia si voltò verso il giovane, con una mano sul petto, un sorriso pallido all'angolo della [...]

[...] alla fiamma del lume a olio che fumava. Sopraggiunse un'altra visita, Mommino Neri, il quale trovando Il Rubiera diventò subito di cattivo umore [...]

[...] muovervi qui dentro... Siamo in troppi... Don Ninì lo accompagnò con un sogghigno, continuando a suonare la gran cassa sul baule colle calcagna. Ella se [...]

[...] cassone. — Badate! — esclamò lei a bassa voce, rapidamente. — Badate!... Aveva le mani tremanti, che stese istintivamente verso di lui, quasi a [...]

[...] sorriso malizioso le balenò negli occhi. Quel seccatore di Mommino Neri era ancor lì, appoggiato a una quinta, che discorreva col signor Pallante, già [...]

[...] vestito da re, colla zimarra di pelliccia e la corona di carta in testa. Stavolta toccò a don Ninì di farsi scuro in viso. Ella, come lo sapesse [...]

[...] Bianca gli s'era abbandonata fra le braccia, trepidante; nè quando una Margarone aveva chinato il capo superbo, mostrandosi insieme a lui, in mezzo [...]

[...] l'avevano a far con lei. — Ah!... ah!... vedranno! Mio figlio non ha nulla. Io non pago di certo!... C'erano state scene violenti fra madre e figlio [...]

[...] !... Ed aveva confessato tutto, a capo chino, con la bella voce sonora soffocata dall'emozione. Egli, un gran signore diseredato dal genitore a causa [...]

[...] di quella passione sventurata, l'aveva amata a lungo, pazzamente, disperatamente: uno di quegli amori che si leggono nei romanzi; si era dato [...]

[...] lì a un... pentolaccia! Si pappano insieme la roba che mandate voi e il figlio di Neri. Infatti aveva incontrato spesso Mommino sul palcoscenico [...]

[...] , un manto di damasco rabescato sul letto, dei garofani e un lume da notte acceso sul canterano, dinanzi a un quadrettino della Vergine, e un profumo [...]

[...] neri che illuminavano la stanza, mise un dito sulle labbra, e fece segno a Rubiera d'accostarsi. «Insomma l'ha stregato!» scriveva il canonico [...]

[...] Lupi a mastro-don Gesualdo proponendogli di fare un grosso mutuo al baronello Rubiera. «Don Ninì è pieno di debiti sino al collo, e non sa più dove [...]

[...] denari. II barone è un galantuomo... e il tempo è più galantuomo di lui. Dice bene il proverbio che la donna a causa di tutti i mali! Commediante [...]

[...] Limòli era arrivato a indicarle la signora Aglae che scutrettolava tutta in fronzoli. — La vedete? è quella lì. Che ve ne sembra, eh, di vostra nuora [...]

[...] per venire a por- tarvi la cattiva nuova. Una mattina la baronessa stava seduta all'ombra della stoia sul balcone, imbastendo alcuni sacchi di [...]

[...] manacce ruvide, voltandosi di tanto in tanto a guardare giu nella stradicciuola deserta. — E tre! — si lasciò scappare Rosaria vedendo Ciolla che [...]

[...] ripassava con quella faccia da usciere, sbirciando la casa della baronessa da cima a fondo, o fermandosi ogni due passi, tornando a voltarsi quasi ad [...]

[...] aspettare che lo chiamassero. La Rubiera che seguiva da un pezzetto quel va e vieni, di sotto 163 gli occhiali, si chinò infine a fissare il Ciolla [...]

[...] !... — Io no! — Tornò a dire piu forte, vedendo che lei s'era rimessa a cucire. Allora la Rubiera si chinò di nuovo verso la stradicciuola, cogli [...]

[...] occhiali lucenti, ed entrambi rimasero a guardarsi un momento così, come due basilischi. — Se volete dirmi qualche coca, salite pure. — Nulla, nulla [...]

[...] , — rispose Ciolla; e intanto s'avviava verso il portone. Rosaria tirò la funicella e si mise a borbottare: — Che vuole adesso quel cristiano? A [...]

[...] nascono piu delle padrone di casa come voi, signora baronessa! Ecco! ecco! siete sempre lì, a sciuparvi la vista sul lavoro. Ne hanno fatta della roba [...]

[...] sbarazzato una seggiola del canovaccio che vi era ammucchiato sopra, e stava ad ascoltare, grattandosi il capo. — Va a vedere se la gallina ha fatto [...]

[...] l'uovo, — disse la padrona. E tornò a discorrere col Ciolla, più affabile del consueto, per cavargli di bocca quel che aveva da dire. Ma Ciolla non [...]

[...] si apriva ancora. Parlava del tempo, dell'annata, del fermento che aveva lasciato in paese la Compagnia d'Arme, dei guai che erano toccati a lui [...]

[...] . — I cenci vanno all'aria, signora mia, e chi ha fatto il danno invece se la passa liscia. Benedetta voi che ve ne state in casa, a badare ai [...]

[...] . Ciolla seguitava a guardare intorno cogli occhi da usciere, accennando del capo, disegnando colla canna d'India: — Per l'appunto! quelle cinque [...]

[...] come questa... una vera reggia! vasta quanto un convento! Sarebbe un peccato mortale, se riuscissero a smembrarvela i vostri nemici... che ne [...]

[...] abbiamo tutti, nemici!... Essa, che si sentiva impallidire, finse di mettersi a ridere: una risata da fargli montar la mosca al naso, a quell'altro [...]

[...] si è messo in testa di ficcarvisi in casa... a poco a poco... da qui a cent'anni... come fa il riccio... La baronessa era tornata sul balcone a [...]

[...] per darvi una lisciatina, cercando la canna d'India che aveva in mano, scusandosi delle chiacchiere colle quali le aveva empito la testa sino a [...]

[...] Trao!... Vedete dove va a ficcarsi il diavolo, che la bambina di mastro-don Gesualdo va proprio a nascere in casa Trao!... Ci saranno tutti i [...]

[...] parenti... una pace generale... Siete parente anche voi... La baronessa continuava a ridere, e Ciolla le teneva dietro, tutti e due guardandosi in [...]

[...] viso, cogli occhi soli rimasti serii. 165 — No? Non ci andate? Avete ragione! Guardatevi da quell'uomo! Non vi dico altro! Vostro figlio a una [...]

[...] Gesualdo crede d'essere furbo. Ma stavolta, se mai, ha trovato uno piu furbo di lui. Sarebbe bella che gli mantenesse I'amante a don Ninì!... Gli [...]

[...] , indispettito che se la prendesse cosi allegramente. Ma Rosaria, mentre veniva a pigliar la tela, vide la sua padrona cosi pallida che stava per chiamare [...]

[...] a brontolare colla serva: — Com'è allegra la tua padrona! Ho piacere, sì! L'allegria fa buon sangue e fa vivere lungamente. Meglio! meglio [...]

[...] , piantandosi i pugni sui fianchi, e si metteva a sbraitare contro quella bambina che le rubava l'eredita del fratello: — Sarà un battesimo strepitoso [...]

[...] , allorchè Gesualdo era andato a pregarlo di mettere l'acquasanta alla nipotina. Seduto a tavola — stava mangiando un boccone — gli disse di no [...]

[...] battesimo della tua figliuola. E affar tuo! Io non son nato per stare fra i signoroni... Voialtri venite a cercarmi soltanto quando avete bisogno di [...]

[...] me... per chiudere la bocca alla gente... No, no... quando c'è da guadagnare qualcosa non vieni a cercarmi, tu!... Lo sai? L'appalto della strada [...]

[...] gli rompeva le tasche chiedendogli i confetti a pie della scala, si sfogò: —Va a vedere!... Va a vedere come s'è storta fin la trave del tetto [...]

[...] , ora ch'è nata una bambina in questa casa! Barabba e il cacciatore della baronessa Mendola avevano dato una mano a scopare, a spolverare, a rimettere [...]

[...] in gambe l'altare sconquassato, chiuso 167 da tant'anni nell'armadio a muro della sala grande che serviva di cappella. La sala stessa era ancora [...]

[...] parata a lutto, qual'era rimasta dopo la morte di don Diego, coi ritratti velati e gli alveari coperti di drappo nero torno torno per i parenti [...]

[...] , domandando a ciascuno: — Che c'è? Cosa volete fare? — Ecco vostro cognato, — gli disse la zia Sganci entrando nella sala insieme a don Gesualdo Motta [...]

[...] , — borbottò don Ferdinando; e gli voltò le spalle. Ma gli altri parenti che avevano più giudizio, facevano buon viso a don Gesualdo: Mendola, i cugini Zacco [...]

[...] , cercava di abbozzare qualche sorriso, balbettando. Suo marito invece faceva la sua parte in mezzo a tutti quegli amici e parenti e mirallegro, col [...]

[...] viso aperto e giulivo, le spalle grosse e bonarie, l'orecchio teso a raccogliere i discorsi che si tenevano intorno a lui e dietro le 168 sue [...]

[...] spalle. La zia Cirmena, infatuata, rispondeva a coloro che auguravano la nascita di un bel maschiotto, pin tardi, che gin le femmine sono come la [...]

[...] gramigna, e vi scopano poi la casa del Bello e del Buono per andare a maritarsi... — Eh... i figliuoli bisogna pigliarseli come Dio li manda, maschi o [...]

[...] femmine... Se si potesse andare a sceglierli al mercato... A don Gesualdo non gli mancherebbero i denari per comprare il maschio. — Non me ne [...]

[...] parlate! — interruppe alla fine la zia Rubiera. — Non sapete quel che costino i maschi!... Quanti dispiaceri!... Lo so io!... E continuo a sfogarsi [...]

[...] , amoroso, ubbidiente... Adesso si rivolterebbe anche a sua madre, per quella donnaccia forestiera... una commediante, la conosci? Dicono che ha i [...]

[...] sangue al viso. — Che vuoi farci? è la mia croce! Se sapevo tanto piuttosto... Don Gesualdo badava a chiacchierare col cugino Zacco, tutti e due col [...]

[...] pigliarseli come vengono. Zacco a conferma mostrò le sue ragazze, schierate in fila come tante canne d'organo, modeste e prosperose. — Ecco! io ho cinque [...]

[...] figliuole, e voglio bene a tutte egualmente! 169 — Sicuro! — rispose Lima. — è per questo che non volete maritarle. Donna Lavinia, la maggiore, volse [...]

[...] doveva essere il padrino, si era messa la croce di Malta. Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un [...]

[...] la Macrì, col naso contro il muro, si alzò per calmarla. — Zitta... Non ti far scorgere!... Dinanzi a coloro bisogna far buon viso... Tutt'a un [...]

[...] corsero al balcone coi ceri in mano. Persino il canonico in cotta e stola. Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il [...]

[...] , dissero tutte di no, una dopo l'altra, mangiandosi ii vassoio cogli occhi. Don Luca incoraggiava a prendere dicendo: - è roba fresca. Sono stato io [...]

[...] stesso ad ordinarla a Santa Maria e al Collegio. Non s'è guardato a spesa. — Diavolo! — disse Zacco, che cercava l'occasione di mostrarsi amabile [...]

[...] voluto nascere nella casa materna. Il canonico Lupi arrivò anche a congratularsi col marchese Limòli il quale aveva pensato al mezzo di non [...]

[...] ... Quando ho detto una parola... 171 E andò a deporre la figliuola fra le braccia della moglie che le zie si rubavano a vicenda. La baronessa [...]

[...] Mendola voleva sapere cosa dicessero. Zacco, premuroso, venne a chiedere dei confetti per don Ferdinando a cui nessuno aveva pensato. — Sicuro, sicuro [...]

[...] . è il padrone di casa. — Vedete? — osservò la zia Rubiera. — A quest'ora c'è già pel mondo chi deve portarvi via la figliuola e la roba [...]

[...] . Scoppiarono delle risate. Donna Agrippina torse la bocca e chinò a terra gli occhioni che dicevano tante cose, quasi avesse udito un'indecenza. Don [...]

[...] Gesualdo rideva anche Iui, faceva buon viso a tutti. Alla fine arrischiò anche una barzelletta: — E quando si marita vi lascia anche il nome dei Trao... La [...]

[...] dote, no, non ve la lascia!... La Rubiera che stimò il momento propizio, e non voleva perdere l'occasione, lo tirò a quattr'occhi vicino al letto [...]

[...] , mentre si udivano in fondo al corridoio Mendola e don Ferdinando i quali litigavano ad alta voce, e tutti corsero a vedere. — Sentite, don [...]

[...] insegnato i genitori pei negozi spinosi. Don Gesualdo stava a sentire tranquillamente. Bianca, imbarazzata da quell'esordio, colla figliuoletta in [...]

[...] di mezzo i birboni, i cattivi compagni... Senti, Bianca, io, la mia figliuola, non l'avrei data da battezzare a quel canonico Bianca, sbigottita [...]

[...] , muoveva le labbra smorte senza arrivare a trovar parole. Don Gesualdo invece aveva fatto la bocca a riso, come la baronessa scappò in [...]

[...] ... Se mai... Perchè non lo domandate a lui?... Questa è bella!... Io non sono il confessore di vostro figlio... Mendola irruppe nella camera narrando [...]

[...] fra le risate la scena che aveva avuta con quell'orso di don Ferdinando il quale non voleva venire a far la pace col cognato. La Rubiera, senza dir [...]

[...] una parola d'elogio sul modo in cui erano andate le cose. Donna Marianna diceva alla Rubiera sottovoce che aveva fatto bene a venire anche lei, per [...]

[...] pure dell'altra gente che faceva capolino ogni momento. La Rubiera cominciò a salutare da lontano, col ventaglio, col fazzoletto, mentre [...]

[...] vediamo... Infine non è un motivo per romperla con dei vecchi amici... una ragazzata... Voi siete un uomo ammodo... e alle volte... una parola a [...]

[...] sembrava sul punto di scoppiare a piangere. — Ci sarà gente di là, credo; ma io non ne so nulla. — Povera bambina! povera bambina! — II marchese [...]

[...] dirle sottovoce: — Che vuoi farci? Pazienza! Chi primo nasce primo pasce. Ci sara donna 174 Fifì, colla mamma, a ricevere le visite, eh? Don [...]

[...] . — Siete ancora qui? Bene! bene! Ed incominciò a discorrere col capitano, intanto che le signore chiacchieravano tutte in una volta, domandandogli [...]

[...] rivolti a donna Fifì, la quale fingeva di guardare fuori dal balcone cogli occhi pieni di poesia, e chinava il capo arrossendo a ciascuno di quei [...]

[...] complimenti, quasi fossero a lei dedicati. II marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre [...]

[...] a spasso Nicolino. - Ah, bene! bene! La Rubiera si morsicava le labbra aspettando che il cugino Limòli avviasse il discorso sul tema che sapeva [...]

[...] pigliasse un grande interesse ai discorsi del capitano, quasi non fosse fatto suo. Poi, sbirciando il viso rosso di donna Giovannina che stava a spiare [...]

[...] dall'uscio socchiuso, la chiamò a voce alta. — Avanti, avanti, bella figliuola. Vogliamo vedere quella bella faccia. Siamo qui noi soli, in famiglia [...]

[...] sotto il grembiule, vergognosa di esser stata scoperta a quel modo, vestita di casa. Limòli, senza accorgersi di nulla, domandava sottovoce a donna [...]

[...] suoi fiori sul balcone. Colse un bel garofano, l'odorò a lungo socchiudendo gli occhi, e glielo porse. — Vedo, vedo, — ripete il vecchietto. La [...]

[...] che si fu voltata indietro a salutare colla mano dalla strada tutti i Margarone schierati sul terrazzino prese a borbottare: — Avete capito, eh [...]

[...] ! Scomunicato! Nemico di sua madre stessa!... Lì a due passi si imbatterono in Canali, che andava dai Margarone, e aveva visto da lontano i baciamani fra [...]

[...] ... sciocchezze di gioventù!... — No, no, perdonate! — ribattè Canali. — Vorrei veder voi stessa!... Un padre deve aprire gli occhi per sapere a chi dà la [...]

[...] ... Non c'è motivo poi di mettersi in quello stato per una cosa simile... Avete una faccia che non mi piace. Rosaria, ch'era a ripulire il pollaio [...]

[...] quando la sua padrona era tornata a casa, udì a un tratto dal cortile un urlo spaventoso, come stessero sgozzando un animale grosso di sopra, una [...]

[...] cosa che le fece perdere le ciabatte correndo a precipizio. La baronessa era ancora lì, dove aveva cominciato a spogliarsi, appoggiata al [...]

[...] cari. Al veder giungere Alessi che veniva a chiamarlo, parlando di notaro e di donazione, si fece pallido a un tratto. Invano la prima donna gli [...]

[...] sulle calze, per correre a casa senza cappello. Colà ci fu una scena terribile fra madre e figlio. Lui da prima cercava di negare; poi montò su [...]

[...] in persona dal notaro, per disporre della sua roba, così com'era, in sottana, a quell'ora stessa, se non volevano mandarlo a chiamare. Don Ninì [...]

[...] allora scese a dar tanto di chiavistello al portone, e si mise la chiave in tasca, minacciando di rompere le ossa al garzone, se fiatava. — Ah! questa [...]

[...] è la ricompensa! — borbottò Alessi. — Un'altra volta ci vò davvero dal notaio. Finalmente, per amore o per forza, riescirono a mettere in letto la [...]

[...] gli si accalcava addosso e gli empiva la casa, una gran folla. Rosaria venne a bussargli all'uscio di buon mattino: — Don Ninì! signor Barone [...]

[...] ! venite a vedere... La padrona ha perso la parola!... Io ho paura, se vedeste... La baronessa stava lunga distesa sul letto, simile a un bue colpito [...]

[...] al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave. Da lì a un po', medico, barbiere, parenti [...]

[...] , curiosi, la casa si riempi di gente. Proprio il sogno di quella notte. Don Ninì narrava a tutti la stessa cosa, asciugandosi gli occhi e [...]

[...] . Tant'è vero che i guai insegnano a metter giudizio. Sua madre stessa glielo avrebbe detto, se avesse potuto parlare. Si vedeva dal modo in cui gli [...]

[...] guardava le mani, col sangue agli occhi, ogni volta che veniva a prendere le chiavi appese allo stipite dell'uscio. E anche lui, adesso che la roba [...]

[...] pazienza, colle cure amorevoli, standole sempre intorno, sorvegliando l'inferma e la gente che veniva a farle visita, impallidendo ogni volta che la [...]

[...] vederla!... Sono infine il sangue suo... Morirebbe d'accidente lei per la prima, se dovesse lasciare la sua roba a questo e a quello... PARTE [...]

[...] , e marciava da pari a pari coi meglio del paese, così voleva che marciasse la sua figliuola: imparare le belle maniere, leggere e scrivere [...]

[...] , ricamare, il latino dell'uffizio anche, e ogni cosa come la figlia di un baron; tanto più che, grazie a Dio, la dote non le sarebbe mancata, perchè [...]

[...] l'aiuto del parentado, e neppure ciò che gli dava prima Diodata, un momento di svago, un'ora di buonumore, come il bicchiere di vino a un [...]

[...] che aspettava, Isabella almeno doveva possedere tutto ciò che mancava a lui, essere signora di nome e di fatto. Bianca, quasi indovinasse d'aver [...]

[...] poco da vivere, non avrebbe voluto separarsi dalla sua figliuoletta. Ma il padrone era lui, don Gesualdo. Egli era buono, amorevole, a modo suo [...]

[...] , quell'uomo! Gli stessi parenti di lei glielo dicevano: — Tu non hai parole per ringraziare Dio e tuo marito. Lascia fare a lui ch'è il padrone, e [...]

[...] dei suoi peccati. Don Gesualdo, che aveva tante altre cose per la testa, tanti interessi grossi sulle spalle, ed era abituato a vederla sempre così [...]

[...] aggrappava al collo e non voleva lasciarla. Don Gesualdo non guardò a spesa per far stare contenta Isabellina in collegio: dolci, libri colle figure [...]

[...] seconda mano, le quali dovevano contentarsi delle cipolle e delle olive nere che passava il convento a merenda, si rifacevano parlando delle ricchezze [...]

[...] che possedevano a casa e nei loro poderi. Quelle che non avevano nè casa nè poderi, tiravano in ballo il parentado nobile, il Capitano Giustiziere [...]

[...] d'argento, un rosario coi gloriapatri d'oro, un libro da messa rilegato in tartaruga per imparare a leggere, nascevano altre guerricciuole, altri [...]

[...] dispettucci, delle alleanze fatte e disfatte a seconda di un dolce e di un'immagine data o rifiutata. Si vedevano degli occhietti già lucenti [...]

[...] d'alterigia e di gelosia, dei visetti accesi, dei piagnistei, che andavano poi a sfogarsi nell'orecchio delle mamme, in parlatorio. 186 Fra tutte quelle [...]

[...] chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusion generale fra chi era stato sempre in prima [...]

[...] fila, e chi veniva dopo. Quelli che non potevano, proprio, o si seccavano a spendere l'osso del collo pel buon piacere di mastro-don Gesualdo, si [...]

[...] -don Gesualdo. — Sai cosa succede a casa tua? che hanno dovuto vendere una coppia di buoi per seminare le terre. — Tua zia Speranza fila stoppa per [...]

[...] conto di chi la paga, e i suoi figliuoli vanno scalzi. — A casa tua c'è stato l'usciere per fare il pignoramento. - La piccola Alimena arrivò a [...]

[...] aveva attossicato sempre ogni cosa giorno per giorno; la stessa guerra implacabile ch'era stato obbligato a combattere sempre contro tutto e contro [...]

[...] superbia nel cuore della ragazzina, il nome stesso che le aveva dato maritandosi a una Trao — bel guadagno che ci aveva fatto! — La piccina diceva [...]

[...] graziosamente ad ascoltare le confidenze e gli sfoghi gelosi, minacciando il cavaliere col ventaglio, come a dirgli ch'era stato un gran discolaccio lui, e [...]

[...] fuori della grazia di Dio. — Nè prima nè 188 poi! Questo potete andare a dirglielo a donna Giuseppina! Se non ho potuto comandare da padrone non [...]

[...] ! Adesso sciorinava in piazza tutte le porcherie dell'Alòsi, che se vi mandava a regalare per miracolo un paniere d'uva voleva restituito il paniere; e [...]

[...] ... per strappargli ciò che faceva comodo a lei... Ma lui, no!... Insomma, andava raccontandone di cotte e di crude. Corsero anche delle sante legnate [...]

[...] festa per lui, quando si vide arrivare in paese la signora Aglae che veniva insieme al signor Pallante a fare uno scandalo contro il barone Rubiera, a [...]

[...] dovevano essere interessi gravi. Chi spiegava la cosa in un modo e chi in un altro. Il baronello, quelli che s'affrettarono a fargli i mirallegro [...]

[...] quali andavano apposta a farle visita. Don Gesualdo ne sapeva forse piu degli altri, ma stringevasi nelle spalle e se la cavava con simili risposte [...]

[...] : — Che volete? Ciascuno fa il suo interesse. Vuol dire che il barone Rubiera ci ha trovato il suo vantaggio a sposare la signora Alòsi. La verità [...]

[...] di prima. E attaccata alla sua roba come un'ostrica, ostinandosi a vivere per non pagare. Il debito intanto ingrossava d'anno in anno: una cosa [...]

[...] una bella somma. Il canonico Lupi, che andò in nome del baronello a chiedere dilazione al pagamento, trovò don Gesualdo peggio di un muro: — A [...]

[...] . Don Ninì pel bisogno scese anche all'umiliazione d'andare a pregare la cugina Bianca, dopo tanto tempo. La prese appunto da lontano. — Tanto tempo [...]

[...] , balbettava, sudava freddo, aveva una convulsione nelle mani che cercava di dissimulare, stirando macchinalmente le due cocche del grembiule. A un [...]

[...] . L'aveva anche don Diego, ti rammenti? Non è nulla. — Bene, bene. Intanto fammi questo piacere; parlane a tuo marito. In questo momento proprio non [...]

[...] posso... Ma son galantuomo, mi pare!... Mia madre, da qui a cent'anni, non ha a chi lasciare tutto il suo. Bianca cercava di scusarsi. — Suo [...]

[...] importa di sapere se sei morta o viva. Lascia fare a me che la risposta gliela mando coll'usciere, a tuo cugino... Così era venuto quel matrimonio, chè [...]

[...] per la dote d'Isabella. Che te ne pare? Non è da ridere? Lo zio Rubiera che pensa a mettere insieme la dote della tua figliuola!... Egli aveva [...]

[...] di queste uscite buffe alle volte, da solo a solo con sua moglie, quando era contento della sua giornata, prima di coricarsi, mettendosi il [...]

[...] berretto da notte, in maniche di camicia. A quattr'occhi con lei mostravasi proprio quel che era, bonaccione, colla risata larga che mostrava i denti [...]

[...] giorno non penserà neppure a noi. Così va il mondo. Anzi devi metterti in testa che tua figlia non puoi averla sempre vicina. Quando si marita anderà [...]

[...] via dal paese. Qui non ce n'è uno che possa sposarla, colla dote che le darò. Se ho fatto tanto per lei, voglio almeno sapere a chi lo dò il sangue [...]

[...] , poveraccio, e se sfogavasi a quattr'occhi colla moglie alle volte, per discorrere, non si rifiutava però a fare ciò ch'era debito suo. Andava a [...]

[...] trovare la sua ragazza a Palermo, quando poteva, quando i suoi affari lo permettevano, anche una volta all'anno. Isabella s'era fatta una bella [...]

[...] dei Trao; un fiore di un'altra pianta, in poche parole; roba fine di signori che suo padre stesso quando andava a trovarla provava una certa [...]

[...] suggezione dinanzi alla ragazza la quale aveva preso l'aria delle compagne in mezzo a cui era stata educata, tutte delle prime famiglie, ciascuna che [...]

[...] perchè, Isabella si fece rossa. La stessa storia del Collegio di Maria anche lì. E la sua figliuola aveva dovuto soffrire le stesse umiliazioni a [...]

[...] motivo del parentado. Per fortuna la signorina di Leyra, che Isabella s'era affezionata coi regalucci, aveva preso a difenderla a spada tratta. Essa [...]

[...] lui, e farsi chiamare così, per amore della figliuola, quando andava a trovarla. — Vedrai come si è fatta bella la tua figliuola! — tornava poi a [...]

[...] dire alla moglie che era sempre malaticcia. Essa la rivide finalmente all'uscire del collegio, nel 1837, quando in Palermo cominciavano già a [...]

[...] correre le prime voci di colèra, e don Gesualdo era corso subito a prenderla. Fu come un urto al petto per la povera madre, dopo tanto tempo, quando udì [...]

[...] saliva correndo, colle braccia aperte anche lei. - Mamma! mamma! — E poi avvinghiate I'una al collo dell'altra, la madre sballottando ancora a [...]

[...] destra e a sinistra la sua creatura come quand'era piccina. 192 Indi vennero le visite ai parenti. Bianca era tornata in forze per portare in trionfo [...]

[...] cameretta dello zio, sordida, affumicata, col soffitto sconnesso e cadente, e l'ombra di don Ferdinando che andava e veniva silenzioso, simile a un [...]

[...] . L'avvolse in fretta, insieme a un fagotto d'altri cenci, e la cacciò nel cassettone. — Ah!... sei tu, Bianca?... che vuoi?... Indi accorgendosi che [...]

[...] sorella con un tremito nella voce. — Isabella... vi rammentate?... è stata in collegio a Palermo... 193 Egli fissò sulla ragazza quegli occhi azzurri e [...]

[...] subito a nasconderli. Poi si mise a sedere sulla sponda del lettuccio, fissando l'uscio. Mentre Bianca parlava, col cuore stretto, egli seguitava a [...]

[...] volgere intorno gli occhi sospettosi, pensando a tutt'altro. A un tratto andò a chiudere a chiave il cassetto della scrivania. — Ah!... mia [...]

[...] nipote, dici?... Fissò di nuovo sulla giovinetta lo stesso sguardo esitante, e chinò gli occhi a terra. — Somiglia a te... tale e quale... quand'eri qui [...]

[...] coperta sudicia: — Ah, sei venuto a vedermi? Credevi che fossi morto? No, no, non son morto questa la tua ragazza? Me I'hai portata qui per farmela [...]

[...] voci di colèra. A Catania c'era stata una sommossa. Giunse da Lentini don Bastiano Stangafame insieme a donna Fifì la quale pareva avesse già il [...]

[...] male addosso, verde, impresciuttita, narrando cose che dovevano averle fatto incanutire i capelli in ventiquattr'ore. A Siracusa una giovinetta [...]

[...] bella come la Madonna, la quale ballava sui cavalli ammaestrati in teatro, e andava spargendo il colèra con quel pretesto, era stata uccisa a furor [...]

[...] di popolo. La gente insospettita stava a vedere, facendo le provviste per svignarsela dal paese, al primo allarme, e spiando ogni viso nuovo che [...]

[...] passasse. In quel tempo erano capitati due merciai che portavano nastri e fazzoletti di seta. Andavano di casa in casa a vendere la roba, e [...]

[...] ; anzi non 195 trovandosi denari spiccioli, quei galantuomini dissero che sarebbero ripassati a prenderli il giorno dopo. Invece spuntò il giorno [...]

[...] del Giudizio Universale. Ciolla era andato a ricorrere dal giudice che gli avevano avvelenate le galline: le portava a prova in mano, ancora [...]

[...] manette, sedici anni prima, si armarono sino ai denti, e si misero a perlustrare il paese, se mai gli tornava il ghiribizzo di voler pescare nel [...]

[...] torbido. La parola d'ordine era, sparargli addosso senza misericordia al primo allarme. I due merciai non si videro piu. Prima di sera cominciarono a [...]

[...] scappare la baronessa Rubiera, paralitica, su di una sedia a bracciuoli, poichè nella portantina non entrava neppure, tanto era enorme, portata a [...]

[...] fatica da quattr'uomini, colla testa pendente da un lato, il faccione livido, la lingua pavonazza che usciva a meta dalle labbra bavose, gli occhi [...]

[...] era costretta a rimanere in paese stava a guardare atterrita. Nelle chiese avevano esposto il Sacramento. Tacquero allora vecchi rancori, e si [...]

[...] campagna alla Canziria e alla Salonia. A Mangalavite, dove aveva pure dei casamenti vastissimi, parlò di riunire tutta la famiglia. — Ora corro da mio [...]

[...] padre per cercare d'indurlo a venire con noi. Tu intanto va da tuo fratello, — disse a Bianca. — Fagli capire che adesso son tempi da mettere una [...]

[...] incollare delle striscie di carta a tutte le fessure delle imposte, con un pentolino appeso al collo, arrampicato su di una scala a piuoli. — Non [...]

[...] tornava a pregare e scongiurare. — Non mi lasciate questo rimorso, don Ferdinando!... Come volete che chiuda occhio la notte, sapendovi solo in [...]

[...] a ribattere: — Non posso lasciar la casa sola... Ho da custodire le carte di famiglia... La moglie del sagrestano, che vide uscire donna Bianca [...]

[...] mastro Nunzio s'era rifiutato ad andare col figliuolo. — Io mangio colle mani, figliuol mio. Arrossiresti di tuo padre a tavola... Sono uno zotico [...]

[...] sapete quello che ci vuole a mantenere una famiglia intera, col marito confinato in letto!... — Ma non t'ho sempre detto che sarai la padrona [...]

[...] ... grazie a Dio!... Poichè ci fate la carità, andremo alla Canziria... Non temete! Così la gente non potra dire che avete abbandonato vostro padre [...]

[...] in mezzo al colèra!... Voi pensate a mandarci le provviste... Non possiamo pascerci d'erba come le bestie!... Sentite... Se avete pure qualche [...]

[...] Sganci, se la condusse a Passaneto, e ci prese le febbri, povera vecchia. Zacco e il notaro Neri partirono per Donferrante. Era uno squallore pel [...]

[...] paese. A ventitrè ore non si vedeva altri lungo la via di San Sebastiano che il marchese Limòli, per la sua solita passeggiatina del dopopranzo. E gli [...]

[...] ? Ci avete a pensar voialtri, che vi tocca pagar le spese. Io fo quello che ho fatto sempre, se no crepo egualmente. E alla nipote che lo scongiurava [...]

[...] di andar con lei a Mangalavite: — Hai paura di non trovarmi più?... No, no, non temere; il colèra non sa che farsene di me. Mentre Bianca e la [...]

[...] cascato addosso anche quel povero orfanello di Corrado La Gurna... Una tragedia a casa sua!... Padre e madre in una notte... fulminati dal colèra [...]

[...] laggiù a Mangalavite, vicino alla vostra casina!... le camere del palmento... Siete il solo parente a cui ricorrere, voi, don Gesualdo!... — Sì, sì [...]

[...] , — rispose lui — ma non lo dite agli altri... — Glielo dire anzi!... Voglio rinfacciarlo a tutti quanti, se campo! II Quella che chiamavano la [...]

[...] casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta. Isabella dalla sua finestra vedeva il largo viale alpestre [...]

[...] venivano a raccontare il giorno dopo di aver sorpreso delle ombre che s'aggiravano furtive sui precipizi; la zia Cirmena giurava di aver visto dei razzi [...]

[...] di colèra il resto a nulla. — Lì egli era al sicuro dal colèra, come un re nel suo regno, guardato di notte e di giorno — a ogni contadino aveva [...]

[...] procurato il suo bravo schioppo, dei vecchi fucili a pietra nascosti sotto terra fin dal 12 o dal 21 e teneva dei mastini capaci di divorare un uomo [...]

[...] . Faceva del bene a tutti; tutti che si sarebbero fatti ammazzare per guardargli la pelle in quella circostanza. Grano, fave, una botte di vino [...]

[...] Provvidenza. Aveva dato ricovero a mezzo paese, nei fienili, nelle stalle, nelle capanne dei guardiani, nelle grotte lassù a Budarturo. Un giorno era [...]

[...] c'è anche roba vostra. Guardate Nunzio e Gesualdo come vi somigliano! Quattro tumoli di pane al mese si mangiano, prosit a loro! Non potete chiudere [...]

[...] trovare a Mangalavite tante belle cose come alla Favorita di Palermo, sedili di marmo, statue, fiori da per tutto, dei grandi alberi, dei viali [...]

[...] scarpette, delle vigne polverose, delle stoppie riarse che l'accecavano, delle rocce a picco sparse di sommacchi che sembravano della ruggine a [...]

[...] umida in permanenza dinanzi al cancello per affumicare tutto ciò che veniva di fuori, — le rare lettere ricevute in cima a una canna, attraverso il [...]

[...] al braccio. Suo nipote l'accompagnava raramente; preferiva rimanersene in casa, a far l'orso e a pensare ai casi suoi o ai suoi morti, chissa... La [...]

[...] zia Cirmena per scusarlo parlava del gran talento che aveva quel ragazzo, tutto il santo giorno chiuso nella sua stanzetta, col capo in mano, a [...]

[...] riempire degli scartafacci, più grossi di un basto, di poesie che avrebbero fatto piangere i sassi. Don Gesualdo ci 201 s'addormentava sopra a quei [...]

[...] interrogava, chiedeva in ricambio le sue confidenze, sembrava a ogni lettera che le capitasse lì dinanzi, coi suoi occhioni superbi, colle belle [...]

[...] labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il [...]

[...] suo segreto da confidarle anche lei. S'erano regalato a vicenda un libriccino di memorie, colla promessa di scrivervi sopra tutti i loro pensieri più [...]

[...] che l'attraevano a poco a poco, e la facevano guardare attenta per delle ore intere una fila di formiche che si seguivano, una lucertolina che [...]

[...] affacciavasi timida a un crepaccio, una rosa 202 canina che dondolava al disopra del muricciuolo, la luce e le ombre che si alternavano e si [...]

[...] , che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote. Di giorno in giorno era un senso nuovo che sorgeva in lei, dai versi che leggeva [...]

[...] di nascondere a tutti. Spesso, la sera, scendeva adagio adagio dal lettuccio perchè la mamma non udisse, senza accendere la candela, e si metteva [...]

[...] cugino La Gurna. Penetrava in lei il senso delle cose, la tristezza della sorgente, che stillava a goccia a goccia attraverso le foglie del capelvenere [...]

[...] festa delle rocce che s'orlavano d'argento, lassù a Budarturo, disegnandosi nettamente nel gran chiarore, come castelli incantati, lassù, nella luce [...]

[...] versi che facevano piangere, come quelli che fiorivano in cuore al cugino La Gurna. Allora ripensava a quel giovinetto che non si vedeva quasi mai [...]

[...] , che stava chiuso nella sua stanzetta, a fantasticare, a sognare come lei. Laggiù, dietro quel monticello, la stessa luna doveva scintillare sui [...]

[...] . Poscia ricadeva stanca da quell'altezza, con la mente inerte, scossa dal russare del babbo che riempiva la casa. La mamma vicino a lui non osava [...]

[...] uscito a passeggiare. E ritroso, quel benedetto figliuolo. Così timido! uno che ha bisogno d'aiuto, col talento che ha, peccato! — E le suggeriva [...]

[...] , col vestito rimboccato alla cintola, a far cuocere un buon brodo di ossa per sua nipote Bianca, a preparare qualche intingolo per Isabella che non [...]

[...] mangiava nulla. — Lasciate fare a me. So quel che ci vuole per lei. Voialtri Trao siete tanti pulcini colla Luna. — Un braccio di mare quella zia [...]

[...] Cirmena. Una donna che se le si faceva del bene, non ci si perdeva interamente. Spesso costringeva Corrado a venire anche lui la sera per tenere [...]

[...] del suo nipote Corrado e gli rubava gli scartafacci, e andava a sciorinarli lei stessa in mezzo al crocchio dei cugini Motta, compitando [...]

[...] , accalorandosi come un sensale che fa valere la merce, mentre don Gesualdo andava appisolandosi a poco a poco, e diceva di sì col capo, sbadigliando, e [...]

[...] Bianca guardava Isabella la quale teneva i grand'occhi sbarrati nell'ombra, assorta, e le si mutava a ogni momento l'espressione del viso delicato [...]

[...] , fareste! Don Gesualdo non diceva nè sì nè no, prudente, da uomo avvezzo a muovere sette volte la lingua in bocca prima di lasciarsi scappare una [...]

[...] così giovane, così inesperta, senza sapere ancora cosa volesse dire esser povero ricco, s'avesse a scaldare il capo per tutte quelle frascherie [...]

[...] ciò che insegnavano a scuola, perchè era ricca, e un giorno o l'altro avrebbe fatto un matrimonio vantaggioso. 206 Ma appunto perch'era ricca [...]

[...] tanta gente ci avrebbe fatti su dei disegni. Insomma a lui non piacevano quei discorsi della zia e il fare del nipote che le teneva il sacco con [...]

[...] quell'aria ritrosa di chi si fa pregare per mettersi a tavola, di chi vuol vender cara la sua mercanzia. E le occhiate lunghe della cuginetta, i [...]

[...] ragazza che avrebbe dovuto pensare a ridere e a divertirsi piuttosto... Finora erano ragazzate; sciocchezze da riderci sopra, o prenderli a [...]

[...] scappellotti tutt'e due, la signorina che mettevasi alla finestra per veder volare le mosche, e il ragazzo che stava a strologare da lontano, di cui [...]

[...] nuvole che pigliavano parte al duetto — a un miglio di distanza, — ma sapeva leggere nelle pedate fresche, nelle rose canine che trovava sfogliate [...]

[...] sul sentiero, nell'aria ingenua d'Isabella che scendeva a cercare le forbici o il ditale quando per combinazione c'era in sala il cugino, nella [...]

[...] sommacchi, mettendosi la mano sugli occhi, per guardar laggiù, nel viale, o si cacciava carponi fra i fichi d'India, o veniva a portargli dei pezzi di [...]

[...] tutti i suoi senza dar campo di parlare alle male lingue, rimbeccando la zia Cirmena che s'era messa a far la sapiente anche lei, a parlare col [...]

[...] squinci e linci, tagliando corto a quelle chiacchiere sconclusionate che vi tiravano gli sbadigli dalle calcagna. Un giorno, presenti tutti quanti [...]

[...] , sputa fuori il fatto suo. — Ah... le canzonette? Roba che non empie pancia, cari miei! — La zia Cirmena si risentì alfine: — Voi pigliate tutto a [...]

[...] peso e a misura, don Gesualdo! Non sapete quel che vuol dire... Vorrei vedervici!... — Egli allora, col suo fare canzonatorio, raccolse in mucchio [...]

[...] libri e giornali ch'erano sul tavolino e glieli caccia in grembo, a donna Sarina, ridendo ad alta voce, spingendola per le spalle quasi volesse [...]

[...] !... — borbottò don Gesualdo. — Ah!... Ma visto che non era il momento, cacciò indietro la bile e voltò la cosa in scherzo: — Anche a lei... le piaccìono le [...]

[...] vento, capite?... E se ha la testa dura dei Trao, anche i Motta non scherzano, quanto a ciò... — Bene, — interruppe la zia, — questo è un altro [...]

[...] discorso. — Ah, vi sembra un altro discorso? — Ecco! — saltò su donna Sarina, pìgliandosela a un tratto col nipote. — Tuo zio parla pel tuo bene. Non [...]

[...] . 208 La Cirmena allora si mise a dimostrare che un ragazzo di talento poteva arrivare dove voleva, segretario, fattore, amministratore di una gran [...]

[...] casa. Le protezioni già non gli mancavano. — Certo, certo, — continuava a ripetere don Gesualdo. Ma non si impegnava più oltre. Si dava da fare a [...]

[...] rimettere le seggiole a posto, a chiudere le finestre, come a dire: — Adesso andate via. — Però siccome il giovane voltava le spalle senza [...]

[...] me ne lavo le mani... come Pilato... Ciascuno a casa sua... — Ecco la parola giusta, donna Sarina. Ciascuno a casa sua. Aspettate, che vi [...]

[...] corte, a un correre a precipizio. Poi si udì una voce sconosciuta in mezzo al chiacchierìo della sua gente. Dal cancello s'affacciò il camparo [...]

[...] all'indietro, asciugandosi il sudore. Donna Sarina voleva sapere a ogni costo cosa fosse avvenuto, fingendo d'aver paura. — Nulla... Le stoppìe [...]

[...] in furia la mula Baia di don Gesualdo. Dinanzi al rastrello del giardino Nanni l'Orbo e parecchi altri ascoltavano a bocca aperta un contadino di [...]

[...] . — V'accompagno a casa vostra. Non c'è premura. — Si vedeva però ch'era turbato, balbettava, grossi goccioloni gli colavano dalla fronte. Donna Sarina [...]

[...] s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era [...]

[...] , guardandola fissamente nel bianco 209 degli occhi: — Donna Sarina, a che giuoco giochiamo? Lasciatemi badare agli affari di casa mia! canto e [...]

[...] , mastro Nardo, andate avanti colla mula. Vi raggiungerò per via. Lì, da quella parte, pel sentiero. Non c'è bisogno di far sapere a tutto il vicinato se [...]

[...] . Temeva che i sorci ballassero mentre non c'era il gatto. Mentre la moglie l'aiutava a infilarsi gli stivali, andava facendole certe raccomandazioni [...]

[...] Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà [...]

[...] e obbediente, tutta per la casa... Non me ne pento. Dico solo acciò ti serva d'ammaestramento, adesso. Le ragazze per maritarsi non guardano a [...]

[...] ne sei accorta anche tu! E non mi dicevi nulla!... Tutte così voialtre donne... a tenervi il sacco l'una coll'altra!... congiurate contro chi [...]

[...] messo ch'era venuto a chiamarlo dalla Salonia l'aspettava in cima al sentiero, insieme a mastro Nardo che tirava la mula zoppicando. Come lo vide [...]

[...] da lontano si mise a gridare: — Spicciatevi, vossignoria. Se arriviamo tardi, per disgrazia, la colpa è tutta mia. Cammin facendo raccontava cose [...]

[...] da far drizzare i capelli in testa. A Marineo avevano assassinato un viandante che andava ronzando attorno all'abbeveratoio, nell'ora calda, lacero [...]

[...] , scalzo, bianco di polvere, acceso in volto, con l'occhio bieco, cercando di farla in barba ai cristiani che stavano a guardia da lontano [...]

[...] , sospettosi. A Callari s'era trovato un cadavere dietro una siepe, gonfio come un otre: l'aveva scoperto il puzzo. La sera, dovunque, si vedevano dei [...]

[...] , figuratevi! C'è chi l'ha visto a sedere, stanco morto, sul muricciuolo vicino alla fattoria. Poi tutta la notte rumori sul tetto e dietro gli usci [...]

[...] ... E le macchie d'unto che si son trovate qua e là a giorno fatto!... Come della bava di lumaca... Sissignore!... Quella bestia 211 dello speziale [...]

[...] continua a predicare di scopar le case, di pigliarsela coi maiali e colle galline, per tener lontano il colèra! Adesso il veleno ce lo portano le [...]

[...] dall'altare: — Figliuoli miei, so che ce l'avete con me, a causa del colèra. Ma io sono innocente. Ve lo giuro su quest'ostia consacrata! — Io non so [...]

[...] vicino, si sgolava a gridare: — Bestie! s'e una perniciosa!... se ha una febbre da cavallo! Non si muore di colèra con la febbre! — Non me ne [...]

[...] sprofondava gli occhi e la bocca sdentata in fondo a dei buchi neri, gli velava la faccia terrea e sporca di peli grigi. Aprì quegli occhi a stento [...]

[...] , udendo suo figlio Gesualdo che gli stava dinanzi al letto, e disse colla voce cavernosa: — Ah! sei venuto a vedere la festa, finalmente? Santo [...]

[...] , come un allocco, stava seduto sullo scalino dell'uscio, senza dir nulla, coi lucciconi agli occhi. Burgio e sua moglie si affrettavano a insaccare [...]

[...] può fare, per mio padre... tutto quello che ho!... Non guardate a spesa... — Eh! avrete poco da spendere... Non c'è nulla da fare... Sono venuto [...]

[...] fanno costoro! 213 Il vecchio stava a sentire, cogli occhi inquieti e sospettosi in fondo alle orbite nere. Guardava Gesualdo che si affannava [...]

[...] infine andò a consegnare le chiavi a suo fratello, seguitando a brontolare: — Ecco! Mi piace che siete venuto... Così non direte che vogliamo fare [...]

[...] parlasse a un bambino: — Anzi è per vostro amore che vogliamo farvi confessare e comunicare prima di chiudere gli occhi. — Ah!... ah!... Non vi par [...]

[...] l'ora!... Lasciatemi in pace... lasciatemi!... Giunse la sera e passò la notte a quel modo. Mastro Nunzio nell'ombra 214 stava zitto e immobile [...]

[...] , come un pezzo di legno; soltanto ogni volta che gli facevano inghiottire a forza la medicina, gemeva, sputava, e lamentavasi ch'era amara come il [...]

[...] malato in punta di piedi, lo toccava, lo chiamava adagio adagio; ma lui zitto. Poi tornava a discorrere sottovoce col marito che aspettava [...]

[...] dava segno di vita. Poi, tre volte, si udì cantare la civetta. Quando Dio volle, a giorno fatto, dopo un pezzo che il giorno trapelava dalle [...]

[...] gialla in quella luce scialba, preparavasi a strillare. Infine Burgio, dopo un momento, azzardò la sua opinione: — Signori miei, a me sembra morto [...]

[...] di cent'anni. Scoppiò allora la tragedia. Speranza cominciò a urlare e a graffiarsi la faccia. Santo, svegliato di soprassalto, si dava dei pugni [...]

[...] Speranza. — è morto, ora, mio padre! Non c'è nessuno che pensi a noi! Gesualdo che l'aveva lasciata sfogare un pezzo tentennando il capo, cogli [...]

[...] , — interruppe Burgio. — No! Parole che scappano nel brucio, cognato. Intanto bisognava pensare a seppellire il morto, senza un cane che aiutasse, a [...]

[...] pagarlo tant'oro! Un falegname, lì al Camemi, mise insieme alla meglio quattro asserelle a mo' di bara, e mastro Nardo scavò la buca dietro la casa [...]

[...] . Poi Santo e don Gesualdo dovettero fare il resto colle loro mani. Burgio però stava a vedere da lontano, timoroso del contagio, e sua moglie [...]

[...] restiamo intesi? Tutti quanti si guardarono in faccia a quell'esordio. Massaro Fortunato tormentava la nappa della berretta, e Santo sgranò gli occhi [...]

[...] ... Non dico... Allora tiratelo fuori, e si vedrà. Don Gesualdo, che era don Gesualdo, rimase a bocca aperta a quel discorso. Stupefatto, cercava le [...]

[...] pezzetto lì 217 fuori a tenersi il broncio. Poi don Gesualdo propose di condurseli tutti a Mangalavite. Il cognato Burgio serrava l'uscio a chiave, e [...]

[...] accingersi alla partenza, guardando di qua e di là, cogli occhi torvi. Infine spiattelle quel che aveva sullo stomaco: — A Mangalavite?... No [...]

[...] , grazie tante!... Cosa ci verrei a fare... se dite che è roba vostra?... Sarebbe anche un disturbo per vostra moglie e la figliuola... due signore [...]

[...] avvezze a stare coi loro comodi... Noi poveretti ci accomodiamo alla meglio... Andremo alla Canziria. Andremo piuttosto alla fornace del gesso che [...]

[...] ha lasciato mio padre, buon'anima... Quella sì!... Colà almeno saremo a casa nostra. Non direte d'averla comperata coi vostri guadagni la fornace [...]

[...] della cavalcatura, colla schiena curva, e il vento che le gonfiava lo scialle dietro. Don Gesualdo montò a cavallo lui pure, e se ne andò [...]

[...] dall'altra parte, col cuore grosso dell'ingratitudine che raccoglieva sempre, voltandosi indietro, di tanto in tanto, a guardare la fattoria rimasta chiusa [...]

[...] lavorato tanto... per tirare su i figliuoli... per lasciarli ricchi... Ora è sotto terra! Vi rammentate, vossignoria, quando è rovinato il 218 ponte, a [...]

[...] Fiumegrande, e voleva annegarsi?... Ecco cos'è il mondo! Oggi a te, domani a me. II padrone gli rivolse un'occhiata brusca, e tagliò corto [...]

[...] tutto che sembrava formicolare attorno a Budarturo, sulla distesa dei piani e dei monti che s'accennava confusamente. La mula, sentendo la stalla [...]

[...] vicina, si mise a ragliare. Allora abbaiarono dei cani; laggiù in fondo comparvero dei lumi in mezzo all'ombra più fitta degli alberi che [...]

[...] fruscìo di foglie secche, dei sassi che precipitarono rimbalzando, quasi alcuno s'inerpicasse cautamente. Poi silenzio. A un tratto, dal buio, sul [...]

[...] limite del boschetto, partì una voce: — Ehi, don Gesualdo? — Ehi, Nanni, che c'è? Compare Nanni non rispose, mettendosi a camminare accanto alla mula [...]

[...] . Dopo un momento masticò sottovoce, quasi a malincuore: — C'è che son qui per guardarvi le spalle! Don Gesualdo non chiese altro. Scendevano per [...]

[...] la viottola in fila. Nanni l'Orbo aggiunse soltanto, di lì a un po': — Si fece la festa, eh? — E come il padrone continuava a tacere, conchiuse [...]

[...] volte. Andavano in silenzio, lungo il muro, quasi ci vedessero al buio. A un certo punto l'Orbo accennò delle pietre sparse per terra, una specie di [...]

[...] Nanni con quel fare misterioso. — Se non ero io, che ho l'orecchio fino... Dicevo a Diodata: Finchè manca il padrone bisogna stare coll'orecchio [...]

[...] il padrone. Ciascuno sa i fatti di casa sua. Soltanto, se permettete, vado prima a salutare mia nipote. Non so cosa potrebbero pensare se me ne [...]

[...] andassi zitta zitta... Le male lingue, sapete!... Bianca non arrivava a capacitarsi: — Come? andarsene via? nel fitto del colèra? Perchè? Cos'era [...]

[...] una lettera urgentissima. — Gli rincresce anche a lui, poveretto. Gli a arrivata fra capo e collo. S'era tanto affezionato a questi luoghi [...]

[...] ... Anche poco fa mi diceva: — Zia, oggi a l'ultima passeggiata che andrà a fare alla sorgente... — Don Gesualdo, fuori dei gangheri, tagliò corto a quei [...]

[...] discorsi sciocchi. 220 — Scusate, donna Sarina. Mia moglie non capisce piu niente... Diventano tutti così nella sua famiglia... Doveva toccare a [...]

[...] . Ricambiava anche gli abbracci e i saluti affettuosi della zia, sforzandosi di sorridere, con una ruga sottile fra le ciglia. Poi, quando fu sola, a un [...]

[...] agli occhi, una fitta, uno spasimo acuto che la fece vacillare, annaspando, fuori di sè. Voleva vederlo, l'ultima volta, a qualunque costo, quando [...]

[...] tutti sarebbero stati a riposare, dopo mezzogiorno, e che alla casina non si moveva anima viva. La Madonna l'avrebbe aiutata: — La Madonna!... la [...]

[...] abbruciavano, una vampa nel cuore che la mordeva, che le saliva alla testa, che l'accecava, che la faceva delirare: — Vederlo! a qualunque costo [...]

[...] !... Domani non lo vedrò — Non sentiva le spine; non sentiva i sassi del sentiero fuori mano che aveva preso per arrivare di nascosto sino a lui. Ansante [...]

[...] , premendosi il petto colle mani, trasalendo a ogni passo, spiando il cammino con l'occhio ansioso. Un uccelletto spaventato fuggì con uno strido acuto [...]

[...] balzava alla gola, le batteva nelle tempie, le toglieva it respiro. C'erano lì, fra le foglie secche, accanto al muricciuolo dove lui s'era messo a [...]

[...] ancora, aspettava sempre. — Signor don Gesualdo... Venite qua, se permettete... Ho da parlarvi. — Nanni l'Orbo, continuando a chiamarlo, dall'aia [...]

[...] , affettava di non poter mettere il piede nel cortile, coll'aria misteriosa, finchè il padrone andò a sentire quel che diavolo volesse, dandogli una [...]

[...] ... — Nossignore. Appunto, vi ho chiamato qui fuori. Dobbiamo parlare da solo a solo, per quel che ho da dirvi... Qui nel giardino. Siamo aspettati. C'erano [...]

[...] . — II sangue a sangue. Avete da ridirci? Tutti e due... hanno voluto portare il lutto alla buon'anima di vostro padre... per rispetto, senza secondi [...]

[...] fini... Soltanto, vossignoria potete aiutarli senza mettere mano alla tasca... Ecco, loro vorrebbero a mezzadria quel pezzo di terra ch'è sotto la [...]

[...] malgrado, a quella certa voce interna che gli andava ripicchiando dentro tutti gli argomenti messi fuori da compare Nanni per persuaderlo. — Infine cosa [...]

[...] domandavano?... del lavoro... Lui che poteva tanto!... Un affare di coscienza!... Avrebbe fatto un buon negozio anche... — A un certo punto l'Orbo [...]

[...] propose di mandare a chiamare Diodata perchè dicesse la sua. Don Gesualdo allora, per levarsi quella noia, per sgravio di coscienza, come diceva [...]

[...] ! — saltò su compare Nanni pigliandolo subito in parola. — Quello solo! Mezza salma di terra in tutto. Possiamo andare a vedere. E qui vicino. Vi [...]

[...] ... La signorina, lassù, sotto il gran voce... Don Gesualdo guardò dove diceva l'Orbo, e si sbiancò subito in viso. A un tratto, mutò cera e maniera, e [...]

[...] andatevene! I due giovani sgattaiolarono mogi mogi a quella sfuriata, mentre Nanni si cacciava fra le macchie per godersi la scena da lontano. Don [...]

[...] quasi la fece tramortire dallo spavento. Egli non le disse nulla. Se la prese per mano, come una bambina, e se la portò a casa. Lei si lasciava [...]

[...] sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore. Bianca al vederli arrivare a quel modo si mise a tremare come una foglia. Il marito le consegnò la [...]

[...] figliuola con un'occhiata terribile, tentennando il capo. Ma non disse nulla. Si mise a passeggiare per la stanza, asciugandosi tratto tratto col [...]

[...] buio! Cosa diavolo fate? Che casa, appena volto le spalle io!... Che succedera se io chiudo gli occhi?... 223 Dopo un po' di tempo tornò a bussare [...]

[...] all'uscio delle donne, e siccome non aprivano subito lo sfondò con un calcio. Bianca allora si rivoltò inferocita, simile a una chioccia che [...]

[...] lavoro... Se m'ammazzo a lavorare è per voialtri, capite? A me basterebbe un pezzo di pane e formaggio... Vuol dire che ho lavorato per buttare [...]

[...] del lettuccio, col viso gonfio, le trecce allentate; allora lasciò cadere le braccia e si mise a passeggiare innanzi e indietro per la camera [...]

[...] , picchiando le mani una sull'altra, soffiando e sbuffando, cogli occhi a terra, quasi cercasse le parole, cercando le maniere che ci volevano per far [...]

[...] capire la ragione a quelle teste dure. — Via via, Isabella!... è una sciocchezza, capisci!... è una sciocchezza guastarsi il sangue... Non voglio [...]

[...] guastarmi il sangue... Ho tanti altri guai! Ci ho il cuore grosso!... Vorrei che tu vedessi un po' quanti guai ci ho in testa!... Ti metteresti a [...]

[...] ridere, com'è vero Dio!... Vedresti che sciocchezza tutto il recto!... Ancora sei giovane... Certe cose non le capisci... Il mondo, vedi, a una [...]

[...] guadagni della società, di cui era a capo mastro Nunzio; e che adesso voleva appropriarsi tutto lui, Gesualdo, — lui che li aveva avuti tutti quanti [...]

[...] sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato [...]

[...] , tanti altri affari che ne andavano di mezzo, i suoi nemici che c'ingrassavano — nei caffè e nelle spezierie non si parlava d'altro — tutti addosso a [...]

[...] ricorrerà sino a Palermo, sino al re, se c'è giustizia a questo mondo!... — II barone Zacco, siccome allora aveva in testa di combinare certo negozio con [...]

[...] don Gesualdo, s'intromise a farla da paciere. Una domenica riuni in casa sua tutti i Motta, compreso il marito di comare Speranza ch'era una [...]

[...] bestia, e non sapeva dire le sue ragioni. Santo, costretto a trovarsi faccia a faccia con suo fratello don Gesualdo, cominciò dallo scusarsi: — Che [...]

[...] . II bene che aveva potuto fare ai suoi parenti l'aveva sempre fatto, e voleva continuare a farlo. Lì un battibecco di prove e controprove che non [...]

[...] quali non sapevano difendersi. Anche Santo stava zitto, come un ragazzo che ne ha fatta una grossa. Fortuna che c'era lei, a dire il fatto suo: — Che [...]

[...] volete darci, la limosina? Qualche salma di grano a comodo vostro, di tanto in tanto? qualche salma di vino, quello che non potete vendere? — Cosa [...]

[...] vuoi che ti dia, l'Alia o Donninga? Vuoi che mi spogli io per empire il gozzo a voialtri che non avete fatto nulla? Ho figli. La roba non posso [...]

[...] a questi innocenti, c'è già chi se lo mangia alla vostra barba! Andate a vedere, la sera, sotto le vostre finestre, che passeggio!... 227 Finì [...]

[...] in parapiglia. II barone dovette mettersi a gridare e a fare il diavolo perchè non si accapigliassero seduta stante, invece di rappacificarsi [...]

[...] gli aveva messo nell'orecchio. Adesso, in mezzo a tanti guai e grattacapi, gli toccava pure dover sorvegliare la figliuola e quell'assassino di [...]

[...] Corrado La Gurna che la Cirmena per dispetto gli metteva fra i piedi, lì in paese, a spese sue. Doveva tenere gli occhi aperti su ciascuno che [...]

[...] sorprese alla finestra, con un tempo da lupi. — Ah!... Continua la musical... Che fai qui... a quest'ora?... A prendere il fresco per l'estate [...]

[...] ? T'insegno io a contar le stelle! Non m'hai visto ancora uscir dai gangheri! Gliel'insegno io a passeggiar di sera sotto le mie finestre, a certi [...]

[...] dicevano una parola, negli occhi grigi e ostinati dei Trao che dicevano invece — Sì, sì, a costo di morirne! — Non osava ribellarsi apertamente. Non [...]

[...] per giunta. — II pover'uomo era ridotto a fare da sè l'esame di coscienza. — Dei genitori quella ragazza aveva preso i soli difetti. Ma l'amore alla [...]

[...] vi manca di giorno in giorno? — L'avrebbe aiutata, sottomano, anche a fare uno sproposito, anche a rompersi il collo. Avrebbe tradito il marito [...]

[...] per la sua creatura. Gli diceva: — Me ne vo a stare da mio fratello! Io e la mia figliuola! Che vi pare? — Cogli occhi di brace. Non l'aveva mai [...]

[...] vista a quella maniera. Una volta, dietro al medico il quale veniva per la ragazza, egli vide capitare una faccia che non gli piacque: una vecchia [...]

[...] amorose. Era ridotto a passare in rivista le ricette del medico e la carta delle pillole che mandava Bomma. In un mese mutarono cinque donne di servizio [...]

[...] aiutare a fargli ii tradimento. Era un cane alla catena anche lui, pover'uomo. Infine per togliersi da quell'inferno si decise a mettere Isabella in [...]

[...] ! — Sentite, — gli disse Bianca colle mani giunte, — io ho poco da penare. Ma lasciatemi la mia figliuola, fino a quando avrò chiuso gli occhi. — No [...]

[...] , Giacalone che veniva a 229 portare i regali della zia Cirmena e faceva passare i bigliettini dalla ruota, Bomma che teneva conversazione aperta [...]

[...] nella spezieria per far comodo a don Corrado La Gurna, il quale mettevasi subito a telegrafare, appena la ragazza saliva apposta sul campanile. Lo [...]

[...] alla festa, perchè non pioveva dall'ottobre. Don Gesualdo era andato in chiesa anche lui, a pregare Iddio che gli togliesse quella croce d'addosso [...]

[...] , quel birbante! farlo squartare dal boia! fargli lasciare le ossa in fondo a un carcere! — Quell'assassino! quel briccone! In galera voglio farlo [...]

[...] morire!... tutti e due!... In mezzo a quelle furie capita la zia Cirmena, col libro da messa in mano, il sorriso placido, vestita di seta [...]

[...] pare stia per rendere l'anima a Dio, poveretta! Lei è madre! Non possiamo sapere quello che ci ha nel cuore in questo momento! Sono venuta apposta [...]

[...] , rossa al pari di un gallo: — Parlate da quello che siete! Almeno dovevate tacere per riguardo a vostra moglie, villano! mastro-don Gesualdo! Siete [...]

[...] la vergogna di tutto il parentado!... — Ah! ah! la vergogna. Andate là che avete ragione a parlare di vergogna, voi!... mezzana! Ci avete tenuto [...]

[...] mano anche voi! Siete la complice di quel ladro!... Bel mestiere alla vostra età! Vi faro arrestare insieme a lui, donna Sarina dei miei stivali [...]

[...] la salute... Non giova a nulla... Don Gesualdo partì subito a rompicollo per Caltagirone. Voleva l'ordine d'arresto, voleva la Compagnia d'Arme [...]

[...] . Lo zio marchese dal canto suo provvide a quello che c'era di meglio da fare, con prudenza ed accorgimento. Prima di tutto andò a prendere subito la [...]

[...] nipote, e l'accompagnò al monastero di Santa Teresa, raccomandandola a una sua parente. La gente di casa, un po' colle minacce, un po' col denaro [...]

[...] , furono messi a tacere. Poco dopo giunse come un fulmine da Caltagirone l'ordine d'arresto per Corrado La Gurna. Donna Sarina Cirmena, impaurita [...]

[...] , tenne la lingua a casa anche lei. Intanto il marchese lavorava sottomano a cercare un marito per Isabella. Era figlia unica; don Gesualdo, per [...]

[...] debiti, ma di gran famiglia, che avrebbe dato un bel nome alla discendenza di mastro-don Gesualdo. Quando si venne poi a discorrere della dote con [...]

[...] della fronte, la vita intera. Non gli piaceva di lasciarsi aprir le vene per uno che doveva venire da Palermo a bersi il sangue suo. — Di dove [...]

[...] volete che venga dunque, dalla Luna? Caro mio, queste son parole al vento. Sapete com'è? Vi porto un paragone a modo vostro, per farvi intendere [...]

[...] farla una signorona!... II marchese nel tempo istesso andava a far visita alla nipotina. La pigliava colle buone, col giudizio che ci vuole per [...]

[...] , quando vorrai... Non qui, in questo buco... Qui mi sembra di soffocare anche a me. Sono stato giovane; me li son goduti anch'io negli anni... Appunto [...]

[...] ... Tuo padre ha preso la via storta... Ma se lui si ostina a non darti nulla, neanche quel giovane, poveretto, ne ha... E allora... se ti tocca [...]

[...] ha le braccia lunghe adesso... Nemmeno a chi vuoi bene gioveresti, se ti ostini. Tuo cugino ha bisogno d'aver la testa quieta, di lavorare in [...]

[...] di tali! Carrozze, cavalli, palco a teatro tutte le sere, gioielli e vestiti quanti ne vuoi... Con quel bel visetto so io quante teste farai [...]

[...] ?... — E si sente rispondere: la duchessa tale o la principessa talaltra!... — Via, vieni a veder tua madre ch'è ancora ammalata, poveretta! L'ha [...]

[...] finita quel colpo! Sai ch'è di poca salute!... Anche tuo padre t'aspetta a braccia aperte. E un buon uomo, poveraccio! Un cuor d'oro, uno che s'è [...]

[...] ammazzato a lavorare per farti ricca!... Adesso torna a casa... Poi si vedrà... Quando finalmente lo zio marchese condusse dai genitori la pecorella [...]

[...] visto che non era bastata nemmeno la fuga a cavare i denari della dote dalle mani di don Gesualdo, s'era stretta nelle spalle: — Che vuoi, mia cara? Io [...]

[...] ho fatto il possibile. Ma senza denari non si canta Messa. Corrado non ha nulla; tu non hai nulla neppure, se tuo padre si ostina a dir di no [...]

[...] ... Fareste un bel matrimonio! Vedi com'è andata a finire? Che quel povero giovane ci ha rimesso anche la liberta, pel capriccio di tuo padre [...]

[...] mia!... Anche Corrado è della costola d'Adamo. Ma i baiocchi li tiene tuo padre! Se non vuol darvene, andrete a scopar le strade tutti e due, e [...]

[...] discorsi: Quel che aveva detto; quel che era venuto a fare; quanto tempo si sarebbe fermato lì; quanti anni aveva. Le signore asserivano che non [...]

[...] ! — osservò la Capitana. Sul più bello, mentre la statua dell'Evangelista correva balzelloni da Gesù a Maria, e il popolo gridava: viva Dio resuscitato [...]

[...] apposta da Palermo. La folla si apriva per lasciarli passare, senza bisogno di spintoni. Dei curiosi guardavano a bocca aperta. Lo stesso duca [...]

[...] , con un cenno del capo, e lo presentò alla nipote. Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Cafè dei Nobili, colla [...]

[...] bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie [...]

[...] vederlo così stralunato, cogli occhi fissi addosso a sua cugina, gli piantò una gomitata aguzza nelle costole. — Quando volete finirla?... è uno [...]

[...] due cugini. Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonione. La sua [...]

[...] bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro. La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la [...]

[...] è il modo in cui le dice!... Ogni parola come se ve la mettesse in un vassoio... Il signor duca andò poi a presentare i suoi omaggi in casa Motta [...]

[...] . Don Gesualdo si fece trovare nel salotto buono. Avevano lavorato tutto il giorno a dar aria e spolverare, le serve, lui, mastro Nardo. Il signor [...]

[...] marchese Limòli. Egli aveva sulla punta delle dita tutto l'almanacco delle famiglie nobili dell'isola. Arrivò anche a confidare che la sua era [...]

[...] a Palermo la corte, la regina Carolina, gli un mondo di chiacchiere, come una lanterna magica nella quale passavano delle gran dame, del lusso e [...]

[...] delle feste. Nell'andarsene badò la mano a donna Bianca. Per le scale, dal pollaio, sull'uscio della legnaia, tutta la gente di casa s'affollava [...]

[...] di Leyra e il marchese Limòli poi avevano intavolato un altro discorso, così, a fior di labbra, tenendosi sulle generali. Il giorno dopo intervenne [...]

[...] il negozio faccia a faccia col genero, da galantuomini. — No, no, caro suocero. Non è la mia partita. Non me ne intendo. Quello che farete voi [...]

[...] altri sarà ben fatto. Quanto a me, il tesoro che vi domando a vostra figlia. Però le trattative tiravano in lungo. Mastro-don Gesualdo cercava [...]

[...] tutto oro colato. Il duca aveva dei gran possessi, a vero, mezza contea; ma dicevasi pure che ci fossero dei gran pasticci, delle liti, delle [...]

[...] voglio abusare... — Tutti miravano alla sua roba. Ci furono dei tira e molla, delle difficoltà che sorgevano a ogni passo, delle vecchie carte in cui [...]

[...] sacrificarla. Andava a piangere dai parenti, e a supplicare che l'aiutassero: — Non posso! non posso! — Ai piedi del confessore aprì il suo cuore [...]

[...] , tutto! il peccato mortale in cui era!... — Quel servo di Dio non capiva nulla. Badava solo a raccomandarle di non cascarci più e le metteva il cuore [...]

[...] in pace coll'assoluzione. La poveretta arrivò a scappare in casa dello zio Trao, onde buttarsi nelle sue braccia. 239 — Zio, tenetemi qui [...]

[...] madre s'è maritata per forza... Diego non voleva... Vattene, ora... se no viene tuo padre a condurti via di qua!... Vattene, vattene... Lo zio [...]

[...] marchese, uomo di mondo, che ne sapeva piu di tutti sulle chiacchiere raccolte a casaccio, prese a quattr'occhi don Gesualdo: — Insomma, volete [...]

[...] capirla? Vostra figlia dovete maritarla subito. Datela a chi vi piace; ma non c'è tempo da perdere. Avete capito? — Eh?... Come?... — balbettò il povero [...]

[...] Palermo giunsero dei regali magnifici, dei gioielli e dei vestiti che asciugarono a poco a poco le lagrime della sposa, uno sfoggio di grandezze che la [...]

[...] . Solo don Gesualdo borbottava di nascosto. Si aspettavano gran cose per quello sposalizio. La Capitana mandò un espresso a Catania dal primo sarto [...]

[...] . Le Zacco stettero otto giorni in casa a cucire. Pero alle nozze non fu invitato nessuno: gli sposi vestiti da viaggio, i genitori, i testimoni [...]

[...] pregava inginocchiata dinanzi a quell'altare, coi gomiti sulla seggiola e il viso fra le mani! Fuori aspettava la lettiga che doveva portarsi via [...]

[...] intorno a quel matrimonio fatto come di nascosto. Della gente era andata a far visita ai Margarone e in casa Alòsi, per vedere se la sposa era rossa o [...]

[...] che a quel modo non le pareva nemmeno un sagramento, povera Isabella!... La Cirmena masticava altre cose fra i denti: — Come sua madre [...]

[...] !... Vedrete che sarà fortunata perchè è figlia di sua madre!... Ciolla che vide passare dalla piazza la lettiga si mise a gridare: — Gli sposi! Ecco la [...]

[...] lettiga degli sposi che partono! — Poi andò a confidare di porta in porta, al Caffe, nella spezieria di Bomma — è partita anche una lettera per don [...]

[...] il cuginetto che si disperava e penava lontano. «Addio! addio! Se ti ricordi di me, se pensi ancora a me, dovunque sarai, eccoti l'ultima parola [...]

[...] di Isabella che amasti tanto! Ho resistito, ho lottato a lungo, ho sofferto... Ho pianto tanto! ho pianto tanto!... Addio! Partirò, andrò lontano da [...]

[...] I Erano appena trascorsi sei mesi, quando sopravvennero altri guai a don Gesualdo. Isabella minacciava di suicidarsi; il genero aveva preso a [...]

[...] segreto sino al povero padre, il quale corse a rotta di collo alla villa di Carini, dov'era confinata la duchessa per motivi di salute. Ritornò poi [...]

[...] soltanto bocconi amari, costretto a correr dietro al notaio per accomodare la faccenda e placare il signor genero a furia di denari. Fu un gran colpo [...]

[...] lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena. Lui era un [...]

[...] villano; non c'era avvezzo a simili vergogne! Intanto la figlia duchessa gli costava un occhio. Prima di tutto le terre della Canziria, d'Alla e [...]

[...] Donninga che le aveva assegnato in dote, e gli facevano piangere il cuore ogni qualvolta tornava a vederle, date in affitto a questo e a quello [...]

[...] , divise a pezzi e bocconi dopo tanti stenti durati a metterle insieme, mal tenute, mal coltivate, lontane dall'occhio del padrone, quasi fossero di [...]

[...] ; dicevasi in paese che il signor duca vi seminasse a due mani debiti fitti al pari della 244 grandine, la medesima gramigna che devastava i suoi possessi [...]

[...] e si propagava ai beni della moglie peggio delle cavallette. Quella povera Canziria che era costata tante fatiche a don Gesualdo, tante privazioni [...]

[...] Isabella aveva potuto stringere la penna colle sue mani, e firmare tanti debiti? Maledetto il giorno in cui le aveva fatto imparare a scrivere [...]

[...] primaverile, che brucia il gran in erba. Due o tre volte, in circostanze gravi, era stato costretto a lasciarsi cavar dell'altro sangue. Tutti i suoi [...]

[...] , sbuffando, recalcitrando, gli fece dire: — Si vede che mio suocero, poveretto, non sa quel che ci vuole a mantenere la figliuola col decoro del nome che [...]

[...] , con tanti pensieri e tanti guai per la testa, si lusingava di farla guarire appena avrebbe potuto condursela a Mangalavite, in quell'aria balsamica [...]

[...] avesse giurato di non metterci più i piedi in quel paese maledetto, e se lo fosse tolto dal cuore interamente. A misura che le mancavano le forze [...]

[...] , Bianca sentiva dileguare anche quella speranza, come la vita che le sfuggiva, e sfogavasi a ruminare dei progetti futuri, vaneggiando, accendendosi [...]

[...] ; la febbre la consumava a fuoco lento. Adesso, quand'era presa dalla tosse, si metteva ad ansare, sfinita, colla bocca aperta, gli occhi smaniosi in [...]

[...] suoi libracci; c'era un conto spaventoso aperto dal farmacista. — Almeno giovassero a qualche cosa! — brontolava don Gesualdo. — Io non guardo ai [...]

[...] all'ospedale!... Ora che si sono messi in testa ch'io sia ricco, ciascuno se ne giova pei suoi fini... La prima volta però che s'arrischiò a fare [...]

[...] rispose burbero: — Allora perchè mi chiamate? Dovette anche pregarlo e scongiurarlo di continuare a fare il comodo suo, quantunque non giovasse a [...]

[...] nulla. La vigilia dell'Immacolata parve proprio che la povera Bianca volesse rendere l'anima a Dio. Il marito ch'era andato ad aspettare il medico [...]

[...] sulla scala gli disse subito: — Non mi piace, dottore! Stasera mia moglie non mi piace! 246 — Eh! ve ne accorgete soltanto adesso? A me è un pezzo [...]

[...] che non mi piace. Credevo che l'aveste capita. — Ma che non c'è rimedio, vossignoria? Fate tutto ciò che potete. Non guardate a spesa... I denari [...]

[...] solite porcherie che non giovavano a nulla, e se ne andò lasciando nei guai marito e moglie. La casa era diventata una spelonca. Tutti che vogavano [...]

[...] società per l'appalto dello stradone, tornati amici con don Gesualdo. Egli veniva ogni giorno insieme a tutta la famiglia, la baronessa [...]

[...] più presto del solito. — Per distrarre un po' don Gesualdo lo tirò nel vano del balcone, e cominciò a parlargli dei loro negozi. — Volete ridere [...]

[...] ha potuto pagarvi ancora i denari della prima donna?... C'è l'inferno a causa vostra con la moglie che non vuol pagare del suo!... I figliuoli sì [...]

[...] . Indi si alzò e andò a vedere se Bianca avesse bisogno di qualche cosa. Essa non aveva bisogno di nulla, guardando fisso con quegli occhi 247 [...]

[...] ' più calma... da che siam qui noi... Le figliuole a quelle parole guardarono tutte insieme, e approvarono col capo. Il barone s'accostò al letto lui [...]

[...] capisce!... udendo discorrere intorno a lei... Bisogna distrarla, tenerle un po' di conversazione... Per fortuna siete in buone mani. II dottore [...]

[...] figlio a togliersi dal collo il debito e don Gesualdo... Eh? Ho parlato or ora con vostro marito dei gran progetti che ha don Ninì pel capo [...]

[...] strinse nelle spalle. Sembrava che davvero non gliene importasse nulla di nulla adesso. Il barone a poco a poco andà calmandosi, in mezzo al coro dei [...]

[...] rivoluzione adesso l'ho in casa!... — Capisco, capisco... Ma infine, non mi pare... La baronessa, che parlava al bisogno, si rivolse a don Gesualdo [...]

[...] fino degli ammalati gravi. — No! no! Non c'è premura! — interruppe Zacco. Intanto donna Lavinia si era alzata per andare a prendere un bicchier [...]

[...] d'acqua. Come 249 si udì suonare il campanello dell'uscio voleva anche correre a vedere chi fosse. — Una Spada a due mani! — esclamò sottovoce il [...]

[...] viene a parlarvi di ciò che v'ho detto! Non ci avete un'altra uscita?... per non vederlo in faccia, quella bestia!... La sua famiglia toglieva [...]

[...] a mano armata nella camera. La povera inferma, smarrita in quel parapiglia, si lasciò sfuggire con un filo di voce: — Per l'amor di Dio... Non ne [...]

[...] posso più! — No... Non potete fame a meno, cugina mia!... Sono parenti anch'essi!... Vedrete che vengono apposta, onde approfittare dell'occasione [...]

[...] il barone. — Vuol dire che desidera parlarvi a quattr'occhi, don Ninì!... Allora noi non ci moviamo. Restiamo a far compagnia alla cugina [...]

[...] , intanto che voi fate gli affari vostri... Sentiremo poi cosa è venuto a dirvi quello sciocco! La serva aveva portato un lumicino nel salotto, e in quella [...]

[...] non tagliava sino a maggio. Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un [...]

[...] sorriso umile di chi viene a sollecitare un favore, mentre don Ninì cercava le parole, girando il cappellaccio fra le mani, con quella sciarpa sino al [...]

[...] don Gesualdo. Perchè dobbiamo farci la guerra fra di noi, dico io? a vantaggio altrui?... giacchè infine siamo parenti!... — Sicuro! — interruppe la [...]

[...] pensare agli affari adesso... — No, no, non voglio che ci pensiate... Appunto dicevo... dovreste rimettervene a una persona di fiducia... Salvo [...]

[...] l'interesse, ben inteso... Don Ninì a un tratto si fece scuro in viso, cacciandosi all'indietro, appuntandogli in faccia gli occhi sospettosi [...]

[...] : — Ditemi un po' vi fidate voi di Zacco? Eh? vi fidate? Don Gesualdo, malgrado il malumore che aveva in corpo, mosse la bocca a riso, come a dire che non [...]

[...] , lasciamo andare! Chiacchiera non macina al mulino... è parente anche lui!... Dunque torniamo a noi. Perchè ci facciamo la guerra? Perchè facciamo [...]

[...] suocera, la baronessa, finchè viveva lei... 251 — Scusate... Non c'entra... E che i denari servono, sapete... I miei denari li ho dati a vostro [...]

[...] marito. Don Ninì prese a scusarsi, dinanzi alla moglie. Certo... i denari se li era fatti prestare... in un momento che aveva persa la testa... Quando [...]

[...] ! — interruppe donna Giuseppina con un sorriso agro. — Le terre non si danno più in affitto! II comune le dà a censo... ai più poveri... Un bocconcino per [...]

[...] ciascuno... Saremo tutti possidenti nel paese, da qui a un po'!... Non lo sapete? Don Gesualdo drizzò le orecchie, mettendo da parte un momento i [...]

[...] appena don Gesualdo entrò nella stanza dell'inferma. — Son io che ho mandato a chiamarvi, — disse il barone col sorriso furbo. Ma lui non rispose [...]

[...] un momento come questo è vangelo, don Gesualdo! Ricordatevi bene! lo mi farei scrupolo a non darle retta, in parola d'onore!... — E donna [...]

[...] Giuseppina? Finta, maligna!... — aggiunse la Zacco. — Ha abbreviato i giorni della suocera! Non vede l'ora di levarsela dagli occhi! — Andate, andate a [...]

[...] sentire il resto. Qui ci siamo noi. Andateci pure, se no vi restano lì fino a domani! Don Ninì stava ancora seduto sul canapè, sbuffando dal caldo [...]

[...] , appuntando in faccia a questo e a quello gli occhi come due spilli, masticando un sorriso con la bocca nera. Caccia indietro del tutto il marito, e si [...]

[...] prese tutto per sè il cugino Motta. — Sì, il rimedio c'è!... c'è! — E stette un po' a guardarlo fisso per fare più colpo. Poscia, tenendo [...]

[...] stretta la borsa fra le mani gli si accostò con una mossa dei fianchi, in confidenza: — Si tratta di far prendere le terre a gente nostra... sottomano [...]

[...] ... — disse il barone. — No! no!... Lasciate che gli spieghi io... Le terre del comune devono darsi a censo, eh? a pezzi e a bocconi perchè ogni [...]

[...] ' di giudizio, anticipando a questo e a quello una piccola somma... Loro falliscono in capo all'anno, e noi ci pigliamo la terra in compenso del [...]

[...] di terra. Ci lasciano le ossa piuttosto! Don Gesualdo si alzò di botto, colle narici aperte, la faccia rianimata a un tratto, e si mise a [...]

[...] so di dove viene! — Ah! oh! capite? vedete?... — rispose il barone trionfante. — Prima di tutto bisogna tappare la bocca a Nanni l'Orbo... Col [...]

[...] giudizio... con un po' di denaro... senza far torto a nessuno, ben inteso!... La giustizia... — Voi che ci avete mano... Quello è un imbroglione, un [...]

[...] arruffapopolo... capace di aizzarci contro tutto il paese. Voi che ci avete mano dovreste chiudergli la bocca. Don Gesualdo tornò a sedersi [...]

[...] frenarsi. — Scusate, scusate, signori miei! — disse entrando. — Se disturbo... se avete da parlare in segreto... Me ne vo... — E si mise a sedere [...]

[...] predica: Giuseppina mia, dobbiamo andare a vedere come sta mia cugina... Gl'interessi sono una cosa, ma la parentela poi un'altra... — Dunque [...]

[...] Giuseppina tornò a discorrere del fermento che c'era in paese, della rivoluzione che minacciavano. II barone Zacco si agitò, facendo segno col capo a [...]

[...] ciascuno, che non fa male a nessuno!... Essa rideva così che le ballava il ventre dalla bile. — Ah??? — esclamò il barone pavonazzo in viso, e cogli [...]

[...] vuol dire che il mio non è più mio, e ciascuno 255 vuole la sua parte!... — Don Gesualdo, duro, scrollava il capo; badava a ripetere: — No! no! non [...]

[...] moglie, col sorriso amabile lei pure, tolse commiato. — Tanti saluti a donna Bianca... Non vogliamo disturbarla... Speriamo che la Madonna abbia a [...]

[...] Zacco. — E fingendo di cercare il cappello e la canna d'India s'accostò a don Gesualdo nel buio dell'anticamera. — Sentite... Fate male, in parola [...]

[...] d'onore! Quella a una proposta seria!... Fate male a non intendervi col barone Rubiera!... — No, non voglio impicci!... Ho tanti altri fastidi pel capo [...]

[...] , sollevandosi a stento sui gomiti tremanti, cogli omeri appuntati 256 che sembravano forare la camiciuola da notte. Poscia, appena le Zacco se ne [...]

[...] donne... Si son messe in testa di darvi moglie... come se fossi già morta. E col capo seguitava a far segno di sì, di sì, che non s'ingannava, col [...]

[...] mento aguzzo nell'ombra della gola infossata, mentr'egli, chino su di lei, le parlava come a una bimba, sorridendo, con gli occhi gonfi però. — Vi [...]

[...] mancava, quella voce che sembrava venire da lontano, gli occhi che si velavano a quando a quando di un'ombra. Aveva fatto anche uno sforzo per [...]

[...] voce mutata: — Più tardi... Vi dirò poi... Ora non posso... II Adesso tutto andava a rotta di collo per don Gesualdo; la casa in disordine; la [...]

[...] sapendo dove dar di capo, pensò agli amici antichi, quelli che si ricordano nel bisogno, e mandò a chiamare Diodata per dare una mano. Venne invece [...]

[...] il marito di lei, sospettoso, guardandosi intorno, badando do- ve metteva i piedi, sputacchiando di qua e di là: — Quanto a me... anche la mia pelle [...]

[...] compenso. Gli toccava chiudere gli occhi e chinare il capo. Nanni l'Orbo, tutto contento del negozio che aveva fatto, conchiuse: — Quanto a noi siete [...]

[...] padrone anche della nostra pelle, don Gesualdo. Comandateci pure, di notte e di giorno. Vo a pigliare mia moglie e ve la porto. Ma Bianca soffriva [...]

[...] adesso di un altro male. Non voleva vedersi Diodata per casa. Non pigliava nulla dalle sue mani. — No!... tu, no!... Vattene via! Che sei venuta a [...]

[...] fare, tu? — Irritavasi contro quegli affamati che venivano a mangiare alle sue spalle. Come s'affezionasse anche alla roba, in quel punto; come si [...]

[...] risvegliasse in lei un rancore antico, una gelosia del marito che volevano rubarle, quella cattiva gente venuta apposta a chiuderle gli occhi, a [...]

[...] un papa in casa di don Gesualdo. Mangiava e beveva. Veniva ogni giorno a empirsi la pancia. Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui [...]

[...] correva in piazza a spassarsela, a confabulare cogli amici, a dir che ci voleva questo e si doveva far quell'altro, a difendere la causa della povera [...]

[...] attaccò una gran discussione su quest'argomento con Canali, e andò a finire a pugni, adesso che non era piu il tempo delle prepotenze e ognuno diceva [...]

[...] le sue ragioni. II giorno dopo mastro Titta era andato da Canali a radergli la Barba, allorchè 260 suonarono il campanello e Canali andò a vedere [...]

[...] nell'anticamera con Gerbido, una faccia tutti e due da far tendere l'orecchio a chiunque. Canali diceva a Gerbido: — Ma ti fidi poi? — E Gerbido rispose [...]

[...] : — Oh!!! — Nient'altro. Canali tornò a farsi la barba, tranquillo come nulla fosse, e mastro Titta non ci pensò più. Soltanto la sera, non sapeva [...]

[...] affrettata a casa prima che suonasse l'avemaria. Più in là incontrando Nanni l'Orbo, che stava da quelle parti, il cuore gli disse che Gerbido [...]

[...] aspettasse appunto lui. — Che fate a quest'ora fuori, compare Nanni? — gli disse mastro Titta. — Venitevene a casa piuttosto, che faremo la strada [...]

[...] insieme... — No, mastro Titta, devo passare qui dal tabaccaio, e poi vo un momento a vedere Diodata, che è ad assistere la moglie di don Gesualdo [...]

[...] . — Fatemi questo piacere, compare Nanni! Venite a casa piuttosto! Il tabacco ve lo darò io, e da vostra moglie ci andrete domani. Non son tempi [...]

[...] d'andare per le strade a quest'ora!... Credete a me!... L'altro la voltava in burla; diceva di non aver paura lui, che gli rubassero i denari che non [...]

[...] requie da anni ed anni, e gli avevano fatto incanutire i capelli con quella lite. Anche Speranza ci si era ridotta simile a una strega; ci s'era [...]

[...] buono soltanto per portarsi la pancia a spasso nel paese, lui — e lo stesso Santo, allorchè aveva bisogno di denari, voltava casacca e si metteva [...]

[...] dalla parte di Gesualdo, a sputare contro di lei gli stessi improperi che aveva diretto al fratello: una banderuola che girava a seconda del vento [...]

[...] che ciascuno gli diceva la sua, e chi poteva gli tirava la sassata. Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a [...]

[...] visitare la nipote, e ci aveva condotto pure don Ferdinando, tutti e due a braccetto, sorreggendosi a vicenda. — La morte e l'ignorante [...]

[...] , — osservavano quanti li incontravano a quell'ora per le strade, col fermento che c'era nel paese; e si facevano la croce vedendo ancora al mondo don [...]

[...] Ferdinando, con quella palandrana che non teneva piu insieme. I due vecchi s'erano messi a sedere dinanzi al letto, col mento sul bastone, mentre don [...]

[...] ora quell'altro, poveretta, con quegli occhi che volevano far festa a tutti quanti, allorchè s'udì un vocìo per la strada, gente che correva [...]

[...] , aprite! Correte, subito! Andate a vedere, che vostro marito si è presa una schioppettata!... lì, nella farmacia!... 262 Diodata corse così come si [...]

[...] trovava, a testa scoperta, urlando per le strade. In un momento la casa di don Gesualdo fu tutta sottosopra. Venne anche il barone Zacco, sospettoso [...]

[...] ... Intanto sopraggiungeva dell'altra gente. Zacco allora andava a vedere chi fosse, socchiudendo I'uscio dell'anticamera. Ogni momento si udiva sbattere [...]

[...] il portone, tanti scossoni per la povera ammalata. A un certo punto Zacco venne a dire, tutto stravolto: — A Palermo c'è un casa del diavolo... La [...]

[...] rivoluzione... Vogliono farla anche qui... Quel briccone di Nanni l'Orbo doveva farsi ammazzare giusto adesso!... Don Gesualdo continuava a [...]

[...] baronessa andava a parlare ogni momento sottovoce col marito. Donna Lavinia s'impadroni delle chiavi. A quella vista don Gesualdo si sbiancò in viso. Non [...]

[...] sonno, stavano zitte, sedute nella stanza accanto a quella dov'era l'ammalata. Verso mezzanotte, come la poveretta s'era chetata a poco a poco, don [...]

[...] Gesualdo voleva mandarli a riposare. — No, — disse il barone, — non vi lasceremo solo questa notte. Allora don Gesualdo non fiatò più, giacchè non [...]

[...] c'era più speranza. Si mise a passeggiare in lungo e in largo, a capo chino, colle mani dietro la schiena. Di tanto in tanto si chinava sul letto [...]

[...] della moglie. Poi tornava a passeggiare nella stanza vicina, borbottava fra di sè, scrollava il capo, si stringeva nelle spalle. Infine si rivolse a [...]

[...] Zacco, colla voce piena di lagrime: — Io direi di mandare a chiamare i suoi parenti... eh? don Ferdinando... Che ne dite voi? Zacco fece una [...]

[...] smorfia. — I suoi parenti?... Ah, va bene... Come volete... Domani... a giorno fatto... Ma il pover'uomo non seppe più frenarsi, le parole gli cuocevano [...]

[...] cuore. Ci ha rubato la figlia e la dote, quell'assassino! E continua a sfogarsi così per un pezzo colla moglie di Zacco, che era mamma anche lei [...]

[...] , e accennava di sì, sforzandosi di tenere aperti gli occhi 264 che le si chiudevano da soli. Egli, che non sentiva nè il sonno nè nulla, tornava a [...]

[...] di calmarlo. — Prudenza, prudenza! Questi son tempi che ci vuol prudenza, caro amico. Di lì a un po' si udì bussare di nuovo al portone. Don [...]

[...] Gesualdo corse in persona ad aprire, credendo che fosse il medico o qualchedun altro di tutti coloro che aveva mandato a chiamare. Invece si trovò di [...]

[...] faccia il canonico Lupi, vestito di corto, con un cappellaccio a cencio, e il baronello Rubiera che se ne stava in disparte. — Scusate, don [...]

[...] della Carboneria? — saltò su don Gesualdo infuriato. — Vi ringrazio tanto, canonico! Non ne fo più di rivoluzioni! Bel guadagno che ci abbiamo fatto a [...]

[...] ... Allora... va bene... Ma adesso non ho più motivo di fare il comodo di coloro che non hanno e non posseggono... — E allora ve Ia fanno a voi [...]

[...] occhio... Dicono che siete peggio degli altri, ora che avete dei denari. Questo è il tempo di spenderli, i denari, se volete salvar la pelle! A [...]

[...] sapevo nulla. Non credevo che fossimo già a questo punto... Giacchè erano lì non potevano fare a meno di salire un momento a veder donna Bianca, lui [...]

[...] cenno col capo a don Gesualdo, come a dirgli di sì, ch'era ora. — Io me ne vo, — disse don Ninì rimettendosi ii cappello. — Scusatemi tanto, io non ci [...]

[...] confessore. Donna Agrippina allora li mise fuori tutti quanti. Don Gesualdo, dietro a quell'uscio chiuso, si sentiva un gruppo alla gola, quasi gli [...]

[...] ogni giorno alla commedia, eh, don Ferdinando!... Anche la morte s'è scordata che ci siamo al mondo noi!... Don Ferdinando stava a sentire, istupidito [...]

[...] il barone Mèndola, col fiato ai denti, cominciando dallo scusarsi a voce alta: 267 — Mi dispiace... Non ne sapevo nulla... Non credevo... — Poi [...]

[...] , vedendosi intorno quei visi e quel silenzio, abbassò la voce e andò a finire il discorso in un angolo, all'orecchio del barone Zacco. Costui tornava [...]

[...] a parlare della nottata che avevano persa: le sue ragazze senza chiudere occhio, Lavinia che non si reggeva in piedi. Don Gesualdo guardava è [...]

[...] comò, con la tovaglia damascata e i candelieri d'argento. A che gli giovava adesso avere i candelieri d'argento? Don Ferdinando andava toccando [...]

[...] quel momento, e si mise a piangere e a singhiozzare. Piangevano tutti quanti. In quell'istante fece capolino dall'uscio donna Sarina Cirmena [...]

[...] , scalmanata, col manto alla rovescia, esitante, guardando intorno per vedere come l'avrebbero accolta, cominciando diggià a fregarsi gli occhi col [...]

[...] cessato, e arrivò a balbettare qualche parola. Ma aveva una voce che s'udiva appena. 268 — Vedete? — disse donna Agrippina. — Vedete, ora che si è [...]

[...] non sia venuta... duchessa o no!... Mamme ne abbiamo una sola!... Se bisognava fare tante storie per arrivare a questo bel risultato... un porco [...]

[...] !... un infame!... un assassino! — seguitò a brontolarare don Gesualdo, stralunato, colle labbra strette, gli occhi accesi che pareva lui pazzo. — Eh [...]

[...] cosa. L'altro scosse il testone arruffato e gonfio due o tre volte. La baronessa approfittò del buon momento per indurre don Gesualdo a pigliare un [...]

[...] dimostrazione. Il procaccia delle lettere ha portato la notizia che a Palermo l'hanno già fatta... e anche in tutti i paesi lungo la strada [...]

[...] . Sicchè sarebbe una porcheria a non farla anche qui da noi... Infine cosa può costare? La banda, quattro palmi di mussolina... Guardate!... guardate [...]

[...] !... Dalla via del Rosario spuntava una bandiera tricolore in cima a una canna, e dietro una fiumana di gente che vociava e agitava braccia e cappelli [...]

[...] c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano. S'udì in quel punto una forte scampanellata all'uscio, e Zacco corse a vedere. Dopo un momento [...]

[...] sporse il capo dall'uscio dell'anticamera, e chiamò a voce alta: — Marchese! Marchese Limòli! Rimasero a discutere sottovoce nell'altra stanza [...]

[...] !... abbasso!... morte!... Don Gesualdo, accasciato sulla seggiola, colla chicchera in mano, seguitava a scrollare il capo, a stringersi nelle [...]

[...] la vostra roba! — esclamò infine il Barone Zacco fuori dei gangheri. Il marchese si mise a ridere dicendo: — Padroni! padronissimi! - In quel [...]

[...] a passeggiare innanzi e indietro, fuori di sè, picchiando le mani l'una sull'altra e ripetendo: — S'è fatta la festa!... s'è fatta! III [...]

[...] , malaticcia com'era anch'essa, giusto alla vigilia di mettersi in viaggio per andare a vedere sua madre!... Terminava chiedendo per lei qualche [...]

[...] dicendo: — Mi pare che il signor duca sia ridotto a cercare la luna nel pozzo, mi pare! La povera morta se n'era andata alla sepoltura in fretta [...]

[...] , fra quattro ceri, 272 nel subbuglio della gente ammutinata che voleva questo, e voleva quell'altro, stando in piazza dalla mattina alla sera, a [...]

[...] grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino, a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza [...]

[...] , guardando di qua e di là come a dire alla gente: — Ehi! badate a voi adesso! — Don Luca, portando la croce dinanzi alla tiara, ammiccava [...]

[...] che aveva i magazzini pieni di roba, e mandava ancora l'usciere in giro per raccogliere il debito degli altri. — A strillare più forte erano i [...]

[...] debitori che s'erano mangiato il grano in erba prima della messe. Gli rinfacciavano pure di essere il più tenace a non voler che gli altri si [...]

[...] chiamare un medico da Palermo! Una Trao! Una che l'aveva messo all'onore del mondo! A che l'era giovato essere tanto ricca? — II canonico si lasciava [...]

[...] sbigottimento, erano diventati tutti una famiglia. Adesso i signori erano infervorati a difendere la libertà preti e frati col crocifisso sul petto [...]

[...] , nemico del suo paese, adesso che ci s'era ingrassato, lagnandosi continuamente che venivano a pelarlo ogni giorno, la commissione per i poveri, il [...]

[...] Dio arriva, tosto o tardi. Intanto i villani e gli affamati che stavano in piazza dalla mattina alla sera, a bocca aperta, aspettando la manna che [...]

[...] non veniva, si scaldavano il capo a vicenda, discorrendo delle soperchierie patite, delle invernate di stenti, mentre c'era della gente che aveva [...]

[...] voleva fare la pace con tutti quanti, e dei guai ne aveva anche troppi. Giacalone, a cui don Gesualdo aveva fatto pignorar la mula pel debito del [...]

[...] uccidere a tradimento, per tappargli la bocca... Si sapeva da dove era partito il colpo! Mastro Titta aveva riconosciuto Gerbido, l'antico garzone [...]

[...] di don Gesualdo, mentre fuggiva celandosi il viso nel fazzoletto. Cosi tornò a galla la storia di Nanni l'Orbo il quale s'era accollata la ganza di [...]

[...] don Gesualdo coi figliuoli, dei poveri trovatelli che andavano a zappare nei campi del genitore per guadagnarsi il pane, e gli baciavano le mani [...]

[...] per giunta, come quella bestia di Diodata che a chi gli dava un calcio rispondeva grazie. Dai e dai erano arrivati a scatenargli contro anche loro [...]

[...] Gesualdo si vide comparire a quell'ora Nunzio, il più ardito. — Il nome del nonno, sì glielo aveva dato; ma la roba no! — Per poco non [...]

[...] , ubbriaco fradicio, pretendeva il fatto suo lì su due piedi, e gliene disse di tutte le specie, a lei e a lui. Lo zio Santo, che s'era accomodato [...]

[...] col fratello, dopo la morte della cognata, aiutandolo a passar l'angustia, mangiando e bevendo alla sua barba, afferrò la stanga per metter pace [...]

[...] . Il povero don Gesualdo andò a coricarsi più morto che vivo. 275 In mezzo a tanti dispiaceri s'era ammalato davvero. Gli avvelenavano il sangue [...]

[...] figliuoli sulle spalle, cinque bocche da sfamare, e la moglie sei. Mastro Titta, quand'era venuto a cavargli sangue, gli canto il resto, colla lancetta [...]

[...] in aria: — Vedete? Se non mettono giudizio, certuni, va a finir male, stavolta! La gente non ne può più! Sono quarant'anni che levo pelo e cavo [...]

[...] diceva pure che doveva averci il suo interesse a fargli l'amico, qualche disegno in testa. Veniva a trovarlo sera e mattina, gli conduceva la [...]

[...] apposta, per far decotti. — Lavinia è un diavolo, per tener d'occhio una casa. — Lasciate fare a Lavinia che sa dove metter le mani. — Dall'altro [...]

[...] resto, non avete bisogno di nulla, ora che ci abbiamo qui la mia ragazza. 276 Lui stesso si faceva in quattro a disporre e a ordinare nella casa del [...]

[...] cugino don Gesualdo, a ficcare il naso in tutti i suoi affari, a correre su e giù con le chiavi dei magazzini e della cantina. Gli consigliava [...]

[...] pure di mettere a frutto il denaro contante, se ce ne aveva in serbo, caso mai le faccende s'imbrogliassero peggio. - Datelo a mutuo, col suo bravo [...]

[...] atto dinanzi notaio... un po' per uno, a tutti coloro che gridano più forte perchè non hanno nulla da perdere, e minacciano adesso di scassinarvi i [...]

[...] magazzini e bruciarvi la casa. Taceranno, per adesso. Poi, se arrivano a pigliarsi le terre del comune, voi ci mettete subito una bella ipoteca. Le [...]

[...] cose non possono andare sempre a questo modo. I tempi torneranno a cambiare, e voi ci avrete messo sopra le unghie a tempo. Ma lui non voleva [...]

[...] sentir parlare di denaro. Diceva che non ne aveva, che suo genero l'aveva rovinato, che preferiva riceverli a schioppettate, quelli che venivano a [...]

[...] bruciargli la casa o a scassinargli i magazzini. Era diventato una bestia feroce, verde dalla bile, la malattia stessa gli dava alla testa. Minacciava [...]

[...] : — Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e [...]

[...] tutto il resto in una volta, chè li ho fradici dai dispiaceri... A schioppettate! Voglio ammazzarne prima una dozzina! A chi ti vuol togliere Ia roba [...]

[...] l'avevano abbandonato, onde non esser visti di cattivo occhio. E Zacco correva davvero un brutto rischio continuando ad andare da lui e a condurgli [...]

[...] non si veniva a una conclusione con quel- l'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un [...]

[...] morto, e la sua ragazza gli faceva da infermiera, messa a guardia accanto alla finestra. — Scusatemi, cugino! Sono madre, e non posso più tacere [...]

[...] ... e ditemi chiaro la vostra intenzione... Quanto a me ci avrei tanto piacere... ed anche il barone mio marito... Ma bisogna parlarci chiaro... Il [...]

[...] che ci sta a far qui Ia mia Lavinia? Una zitella! Siete vedovo finalmente, e gli anni del giudizio li dovete anche avere, per pigliare una [...]

[...] risoluzione, e sapere quel che volete fare! — Niente. Io non voglio far niente. Voglio stare in pace, se mi ci lasciano stare... — Ah? Cosi? Stateci pure a [...]

[...] galera, quella baracca! La povera cugina Bianca ci aveva lasciato le ossa col mal sottile! - Zacco la sera stessa andò a far visita al barone Rubiera [...]

[...] , invece di annoiarsi con quel villano di mastro-don Gesualdo che passava la sera a lamentarsi, tenendosi la pancia, all'oscuro, per risparmiare il [...]

[...] lume. — Mi volete, eh? cugino Rubiera... donna Giuseppina... Don Ninì era uscito per assistere a certo conciliabolo in cui si trattavano affari [...]

[...] cugino Zacco si mise a piangere di tenerezza, rimbambita: delle lagrime grosse e silenziose che si gonfiavano a poco a poco negli occhi torbidi, e [...]

[...] credere a quello che dice! Ci vuole una pazienza da santi a durarla con lei!... — La suocera adesso spalancava gli occhi, guardandola atterrita [...]

[...] purgatorio in terra, per andarvene diritto in paradiso. Indi giunse don Ninì a prendere le chiavi della cantina. Trovando il cugino fece un certo [...]

[...] accompagnava cogli occhi, senza poter pronunziare una parola, sforzandosi più che potesse di girare il capo a ogni passo che faceva il figliuolo, con [...]

[...] delle chiazze di sangue guasto che le ribollivano a un tratto nel viso cadaverico. Zacco allora cominciò a snocciolare il rosario contro di mastro [...]

[...] ... in mezzo a tutti i suoi nemici... Non fosse altro per carita cristiana... Ma via! è troppo... Neanche i suoi parenti possono tollerarlo [...]

[...] , quell'uomo! Figuratevi! neanche quello stolido di don Ferdinando!... Si contenta di non uscire più di casa pur di non essere costretto a mettere il [...]

[...] vestito nuovo che gli ha mandato a regalare il cognato... Sin che campa, avete inteso? Quello a un uomo di carattere! Infine sono stanco, avete capito [...]

[...] ? — Ah!... ve l'avevo detto io! Vediamo, via, in coscienza! Cosa era mastro-don Gesualdo vent'anni fa?... Ora ci mette i piedi sul collo, a noialtri [...]

[...] che aveva errato, a fin di bene, per impedirgli di far dell'altro male, e cercare di cavarne quel poco di buono che si poteva. Una volta, in vita [...]

[...] : — Lasciatelo parlare. è lui che deve dire ciò che vuole adesso da noi... quel ch'è venuto a fare... — Bene! — conchiuse Zacco con una risata [...]

[...] bonaria. — Son venuto a fare il Figliuol Prodigo, via! Siete contenti? Donna Giuseppina era contenta a bocca stretta. Suo marito guardò prima lei [...]

[...] le strade. Ci avete appunto in mano le chiavi della cantina per tenerli allegri. Badate che non ho peli sulla lingua, se a qualcuno salta in mente [...]

[...] di venire a seccarmi sotto le mie finestre. Ci ho molta roba anch'io nello stomaco, e non voglio aver dei nemici a credenza, come mastro-don [...]

[...] Gesualdo!... Marito e moglie si guardarono negli occhi. — Son padre di famiglia! — tornò a dire il barone. — Devo difendere i miei interessi [...]

[...] ... Scusate... Se giochiamo a darci il gambetto fra di noi!... Donna Giuseppina prese la parola lei, scandolezzata: — Ma che discorsi son questi [...]

[...] moglie: — Venite in teatro questa sera, per la cantata dell'inno. Fatevi vedere insieme a noialtri. Ci sarà anche il canonico. Dice che non fa [...]

[...] in aria le chiavi della cantina. La vecchia, che non aveva perduto una parola di tutto il discorso, sebbene nessuno badasse a lei, si mise a [...]

[...] figliuolo la sgridavano a un tempo; lei cercava di urlar più forte, agitando la testa 280 furibonda. Accorse anche Rosaria, col ventre enorme, le mani [...]

[...] era venuta apposta da Modica, a spese del comune, per declamare l'inno di Pio Nono ed altre poesie d'occasione. Al vederla vestita alla greca, con [...]

[...] tutta quella grazia di Dio addosso, prosit a lei, don Ninì Rubiera, nella commozione generale, si sentiva venire le lagrime agli occhi, e [...]

[...] rimasti fuori, che spingevano senza poter entrare, partirono finalmente a strillare viva e morte per conto proprio; e quanti erano in teatro, al [...]

[...] baccano, uscirono in piazza, lasciando la prima donna e il signor Pallante a sbracciarsi da soli, colle bandiere in mano. In un momento si riunì una [...]

[...] minacciosi. Don Nicolino Margarone, Zacco, Mommino Neri, tutti i bene intenzionati, si sgolavano a chiamare «fuori i lumi!» per vederci chiaro, e che [...]

[...] non nascessero dei guai. La folla durò un pezzo a vociare di qua e di là. Indi si rovescio come un torrente giù per la via di San Giovanni [...]

[...] . Dinanzi alI'osteria di Pecu-Pecu c'era un panchettino con dei tegami di roba fritta che andò a catafascio — petronciani e pomidoro sotto i piedi. Santo [...]

[...] Motta, che stava li di casa e bottega, strillava come un ossesso, vedendo andare a male tutta quella roba. — Bestie! animali! Che non ne mangiate [...]

[...] sul campanile e suonava a distesa. Le grida e lo scampanlo giungevano sino all'Alia, sino a Monte Lauro, come delle folate di uragano. Dei lumi si [...]

[...] vedevano correre nel paese alto, — un finimondo. A un tratto, quasi fosse corsa una parola d'ordine, la folla s'avviò tumultuando verso il Fosso [...]

[...] , dietro coloro che sembravano i caporioni. Mèndola, don Nicolino, lo stesso canonico Lupi che s'era cacciato nella baraonda a fin di bene [...]

[...] , strillavano inutilmente: — Ferma! ferma! — II barone Zacco, non avendo più le gambe di prima, faceva piovere delle legnate, a chi piglia piglia, per far [...]

[...] intender ragione agli orbi. — Ehi? Che facciamo?... Adagio, signori miei!... Non cominciamo a far porcherie! In queste cose si sa dove si comincia [...]

[...] e non si sa... Come molti avevano messo orecchio al discorso di sfondar usci e far la festa a tutti i santi, la marmaglia ora pigiavasi dinanzi ai [...]

[...] accapponare la pelle. Santo Motta malconcio e insanguinato, rotolandosi per terra, riescì a far fare un po' di largo dinanzi all'uscio del [...]

[...] i due bastardi di Diodata ch'erano nella calca, schiamazzando: — ... don Gesualdo!... se c'è giustizia!... abbandonati in mezzo a una strada [...]

[...] !... se ne lagna anche Domeneddio!... andare a fare i conti con lui!... Dalla piazza di Santa Maria di Gesù, dalle prime case di San Sebastiano, i vicini [...]

[...] - cese e stravolte che apparivano confusamente al lume delle torce a vento. Usci e finestre si chiudevano con fracasso. Si udivano da lontano [...]

[...] corsa a prevenirlo: Badate, don Gesualdo! Ce l'hanno con voi perchè siete borbonico. Chiudetevi in casa! — Lui, che aveva tanti altri guai, s'era [...]

[...] stomaco, infilandosi i calzoni a casaccio, mettendo da parte i suoi malanni, a quella voce che gli gridava: — Don Gesualdo!... presto!... scappate [...]

[...] !... Una voce che non l'avrebbe dimenticata in mille anni! Arruffato, scamiciato, cogli occhi che luccicavano, simili a quelli di un gatto [...]

[...] inferocito, nella faccia verde di bile, andava e veniva per la stanza, cercando pistole e coltellacci, risoluto a vender cara la pelle almeno. Mastro [...]

[...] Nardo e quei pochi di casa che gli erano rimasti affezionati pel bisogno si raccomandavano l'anima a Dio. Finalmente il barone Mèndola riesci a farsi [...]

[...] . — Tirate ad ammazzarmi, per giunta? Questa è la ricompensa? L'altro non voleva sentir ragione. Tremava tutto dalla collera. — Ah! così? A [...]

[...] , sudavano a persuaderlo, vociando tutti insieme: — Che volete fare? Contro un paese intero? Siete impazzito? Bruceranno ogni cosa! Cominciano di qua la [...]

[...] le mani in tasca per forza!... Giacchè mi pagano a questo modo!... Ho fatto del bene... Ho dato da campare a tutto il paese... Ora gli fo mangiar [...]

[...] buttò addosso senza badare al rischio, spingendolo e sbatacchiandolo di qua e di là, finchè arrivò a strappargli di mano lo schioppo. — Che diavolo [...]

[...] meritate! Volete far mettere il paese intero a sacco e fuoco? Non m'importa di voi, 285 bestia che siete! Ma certe cose non bisogna lasciarle [...]

[...] incominciare neppure per ischerzo, capite? Neppure a un nemico mortale! Se coloro che sinora si sfogano a gridare, pigliano gusto anche a metter mano [...]

[...] l'ingratitudine; lo stordivano. II barone Zacco arrivò a passargli un braccio al collo, in confidenza, confessandogli all'orecchio ch'era con lui [...]

[...] barone Rubiera, don Nicolino, il figlio di Neri, si sbracciavano a calmare i più riottosi. — Signori miei... Avete ragione... Si farà tutto quello [...]

[...] a una donna la quale strillava e supplicava: — Nunzio! Gesualdo! Figliuoli miei!... Che vi fanno fare?... Nunzio... Ah Madonna Santa!... Era [...]

[...] Diodata, la quale aveva sentito dire che i suoi ragazzi erano nella baraonda, a gridare viva e morte contro don Gesualdo anche loro, ed era corsa [...]

[...] colle mani nei capelli. — Madonna santa! che vi fanno fare!... — Zacco e mastro Nardo portarono giù intanto dei barili pieni, e aiutavano a metter [...]

[...] pace mescendo da bere a chi ne voleva, mentre il canonico di lassù precava: — Domani! Tornate domani, chi ha bisogno... Adesso non c'è nessuno in casa [...]

[...] ... Don Gesualdo a fuori, in campagna... ma col cuore a anch'esso qui, con noialtri... per aiutarvi... Sicuro... Ciascuno ha da avere il suo pezzo [...]

[...] vossignoria aggiustate ogni cosa a spese mie, canonico! — Volete star zitto! Volete farmi fare la figura di bugiardo?... Se ho detto che non ci [...]

[...] siete, per salvarvi la pelle... Don Gesualdo tornò a ribellarsi: — Perchè? Che ho fatto? Io sono in casa mia!... — Avete fatto che siete ricco come un [...]

[...] piangere gli lasciavano. Finchè lo indussero a scappare dalla parte del vicoletto. Mèndola corse a bussare all'uscio dello zio Limòli. Al baccano, il [...]

[...] marchese, oramai sordo come una talpa, s'era buttato un ferraiuolo sulle spalle, e stava a vedere dietro l'invetriata del balcone, in camicia, collo [...]

[...] scaldino in mano e i piedi nudi nelle ciabatte, quando gli capita quella nespola fra capo e collo. Ci volle del bello e del Buono a fargli capire [...]

[...] ciò che volevano da lui a quell'ora, mastro-don Gesualdo più morto che vivo, gli altri che gli urlavano nell'orecchio, uno dopo l'altro: — Vogliono [...]

[...] fargli la festa... a vostro nipote don Gesualdo... Bisogna nasconderlo... Egli ammiccava, colle palpebre floscie e cascanti, accennando di sì [...]

[...] , mentre abbozzava un sorriso malizioso. — Ah?... la festa?... a don Gesualdo?... è giusto! è venuto il vostro tempo, caro mio... Siete il campione [...]

[...] denarosi; ma lì non sarebbero venuti a cercarne dei denari. Il vecchio accennava di no anche lui, guardando intorno, con quel sorrisetto agro sulla [...]

[...] dove soleva accendere il lume. E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie [...]

[...] piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: — Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo... Pure gli offrì [...]

[...] di dividere con lui la scodella di latte in cui aveva messo a inzuppare delle croste di pane. — Son tornato a balia, vedete. Non ho altro da [...]

[...] offrirvi a cena. La carne non è più pei miei denti, nè per la mia borsa... Voi sarete avvezzo a ben altro, amico mio... Che volete farci? II mondo gira [...]

[...] ! e vogliono stanarvi anche di qua per costringervi a mantenere ciò che ha promesso il canonico... Ciolla in persona... l'ho visto laggiù a far [...]

[...] sbuffando, gridando ch'era meglio finirla, che correva giu a dargliela lui, la promessa, al Ciolla! E giacchè lo cercavano, era lì, pronto a [...]

[...] riceverli!... — Certo, certo, — ripeteva il marchese. — Se vi cercano vuol dire che 288 hanno bisogno di voi. Di me non vengono a cercare sicuro! Vogliono [...]

[...] farvi gridare viva e morte insieme a loro? E voi andateci! Viva voi che avete da farli gridare! — No! So io quello che vogliono! — ribattè don [...]

[...] aspettare la manna dal cielo: — M'avete messo in un bell'imbroglio, voi, don Gesualdo! A quell'uscita del canonico successe un altro battibecco fra [...]

[...] , dinanzi a quelle facce scomunicate! II marchese si divertiva: — Senti senti! Guarda guarda! — Insomma, — conchiuse Mendola, — queste son chiacchiere [...]

[...] , e bisogna pigliar tempo. Intanto voi levatevi di mezzo, causa causarum! In fondo a una cisterna, in un buco, dove diavolo volete, ma non è la [...]

[...] maniera di compromettere tanti padri di famiglia, per causa vostra! — In casa Trao! — suggeri il canonico. — Vostro cognato vi accoglierà a braccia [...]

[...] aperte. Nessuno sa che c'è ancora lui al mondo, e non verranno a cercarvi sin lì. — Il marchese approve anch'esso: — Benissimo. è una bella [...]

[...] vado a chiamarvi Ciolla e tutti quanti, se volete!... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano. A due ore di [...]

[...] notte, per certe stradicciuole fuori mano, andarono a svegliare Grazia che aveva la chiave del portone, e al buio, tentoni, arrivarono sino [...]

[...] rispose. Poi si udì frugare nel buio. E a un tratto don Ferdinando si chiuse dentro col paletto, e si mise ad ammonticchiare sedie e tavolini [...]

[...] dietro continuando a strillare spaventato: 289 - Grazia! Grazia! — Corpo del diavolo! — esclamò Mendola. — Qui si fa peggio! Quella bestia farà [...]

[...] più in piedi, pallido e disfatto, proruppe in tono disperato: — Io voglio tornarmene a casa mia!... a qualunque costo... Sono risoluto [...]

[...] per tutto. Andava a cacciare il naso nell'andito oscuro, dietro l'usciolino. Trovava belle barzellette, ricordando le vecchie storie. Quanti casi [...]

[...] agli amici, per divertirli. Si buttò a giacere sul letto, e rimase solo al buio coi suoi malanni, soffocando i lamenti, mandando giù le amarezze [...]

[...] stia! A giorno tornò Grazia per aiutare un po', sfinita, ansando se smuoveva una seggiola, fermandosi ogni momento per piantarsi dinanzi a lui colle [...]

[...] che mettevano ogni cosa a soqquadro. Poi sopraggiunse Speranza strepitando che voleva vedere suo fratello, quasi egli stesse per rendere l'anima a [...]

[...] a rumore tutto il vicinato. Don Gesualdo lasciò il letto sbuffando. Non lo avrebbero tenuto le catene. — Voglio tornare a casa mia! Che ci sto a [...]

[...] fare qui? Tanto, lo sanno tutti!... A gran stento lo indussero ad aspettare la sera. E dopo l'avemaria, quatti quatti, burgio e tutti i parenti [...]

[...] l'accompagnarono a casa. Speranza volle restare a guardia del fratello, giacchè trovavasi tanto malato, e per miracolo quella notte non gli avevano [...]

[...] messo ogni cosa a sacco e ruba. — Non vuol dire se siamo in lite. Al bisogno si vede il cuore della gente. Gli interessi sono una cosa, e l'amore [...]

[...] a un'altra. Abbiamo litigato, litigheremo sino al giorno del Giudizio, ma siamo figli dello stesso sangue! — Protestò che l'avrebbe tenuto meglio [...]

[...] : — Questo è il sangue vostro! Questi non vi tradiscono! — Lui, combattuto, stanco, avvilito, non ebbe neanche la forza di ribellarsi. Così, a poco [...]

[...] a poco, gli si misero tutti quanti alle costole. I nipoti scorazzando per la casa e pei poderi, spadroneggiando, cacciando le mani da per tutto [...]

[...] . La sorella, colle chiavi alla cintola, frugando, rovistando, mandando 291 il marito di qua e di là, pei rimedi, e a coglier erbe medicinali. Come [...]

[...] massalo Fortunato si lagnava di non aver più le gambe di vent'anni per affacchinarsi a quel modo, essa lo sgridava: — Che volete? Non lo fate per [...]

[...] risma. Una volta che Vito Orlando pretese di venire a fare una sbravazzata, colla pistola in tasca, per liquidare certi conti con don Gesualdo, essa [...]

[...] non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e [...]

[...] ! — sbraitava comare Speranza. — E questo va bene. Ma se torna a fare il camorrista, qui da noi, lo ricevo come va... tal quale Vito Orlando [...]

[...] ! Intanto la casa di don Gesualdo era messa a sacco e ruba egualmente. Vino, olio, formaggio, pezze di tela anche, sparivano in un batter d'occhio [...]

[...] . Dalla Canziria e da Mangalavite giungevano fattori e mezzadri a reclamare contro i figliuoli di massaro Fortunato Burgio che comandavano a bacchetta [...]

[...] Luca volle provare colle sue mani. Non giovava nulla. L'infermo badava a ripetere: — Non ha niente... un po' di colica. Ho avuto dei dispiaceri [...]

[...] marito però va al sodo! Don Gesualdo non rispose. Ma di nascosto, rivolto verso il muro, si mise a piangere cheto cheto. Sembrava diventato un [...]

[...] bambino. Non si riconosceva più. Allorchè Diodata, sentendo ch'era tanto malato, volle andare a visitarlo e a chiedergli perdono per la mancanza che [...]

[...] gli avevano fatto i suoi ragazzi, la notte della sommossa, rimase di stucco al vederlo cosi disfatto, che puzzava di sepoltura, e gli occhi che a [...]

[...] ogni faccia nuova diventavano lustri lustri. — Signor don Gesualdo... son venuta a vedervi perchè mi hanno detto che siete in questo stato [...]

[...] ... Dovete perdonare... a quegli screanzati che vi hanno offeso... Ragazzi senza giudizio... Si son lasciati prendere in mezzo, senza sapere quello che [...]

[...] nasconderle, le lagrime che a ogni parola le tornavano agli occhi, cercando di pigliargli Ia mano per baciargliela. Egli faceva un gesto vago, e [...]

[...] scuoteva il capo, come a dire che non gliene importava, oramai. In quella sopravvenne Speranza, e fece una partaccia a quella sfacciata che veniva a [...]

[...] come al sopraggiungere di un'altra colica. Talchè Diodata se ne andò senza poterlo salutare, a capo chino, stringendosi nella mantellina. Speranza [...]

[...] scandalo in casa! Lei lo assisteva meglio di una serva, e lo curava con amore, senza guardare a spesa nè a fatiche. Vedendo che nulla giovava, arrive [...]

[...] a chiamare il figlio di Tavuso, il quale tornava fresco fresco da Napoli, laureato in medicina, — un ragazzotto che non aveva ancora peli al [...]

[...] imposture: — Don Margheritino, io vi ho visto nascere! A me scrivete la ricetta? Per chi mi pigliate, amico caro! — Allora, — ribattè il dottorino [...]

[...] di avarizia, dovettero chinare il capo a codesto, chinare il capo a medici e medicamenti. Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano [...]

[...] , non diceva nulla, cercava di cogliere le parole a volo; guardava sospettoso le mani che scrivevano. Soltanto, per non buttare via il denaro [...]

[...] malamente, prima di spedire la ricetta, prese a parte don Margheritino, e gli fece osservare che aveva un armadio pieno di vasetti e boccettine [...]

[...] , comperati per la buon'anima di sua moglie. — Non ho guardato a spesa, signor dottore. Li ho ancora li, tali e quali. Se vi pare che possano giovare adesso [...]

[...] ... 294 Non gli davano retta neppure quando tornava a balbettare, spaventato da quelle facce serie: — Mi sento meglio. Domani mi alzo. Mandatemi in [...]

[...] campagna che guarirò in ventiquattr'ore. — Gli dicevano di sì, per contentarlo, come a un bambino. — Domani, doman l'altro. — Ma lo tenevano lì [...]

[...] dire che non c'è piu rimedio. — Il denaro a fiumi, un va e vieni, una baraonda per la casa, tavola imbandita da mattina a sera. Burgio, che non [...]

[...] c'era avvezzo, correva a mostrare la lingua ai medici, come venivano pel cognato; Santo non usciva più nemmeno per andare all'osteria; e i nipoti [...]

[...] , quando tornavano dai poderi, si pigliavano pei capelli: liti e quistioni fra di Toro che facevano a chi più arraffa, degli strepiti che arrivavano [...]

[...] fin nella camera dell'infermo, il quale tendeva l'orecchio, smanioso di sapere quello che facevano della sua roba, e anche lui si metteva a [...]

[...] strillare dal letto: — Lasciatemi andare a Mangalavite. Ci ho tutti i miei interessi alla malora. Qui mi mangio il fegato. Lasciatemi andare, se no crepo [...]

[...] , i bocconi piu rani, senza chiedere quel che costassero, gli si mutavano in veleno; tornava a rigettarli come roba scomunicata, più nera [...]

[...] sopra, una volta disse: - Qui c'è roba. 295 — Che volete dire, vossignoria? — balbettò don Gesualdo, balzando a sedere sul letto, coi sudori [...]

[...] ... Non siete più un ragazzo, eh? — Sissignore, — rispose lui con voce ferma, calmatosi a un tratto, col coraggio che aveva sempre avuto al bisogno [...]

[...] Vincenzo Capra, il dottor Muscio di Caltagirone, chi volete... Denari non ve ne mancano... A quelle parole don Gesualdo montò in furia: — I denari [...]

[...] !... Vi stanno a tutti sugli occhi i denari che ho guadagnato!... A che mi servono... se non posso comprare neanche la salute?... Tanti bocconi [...]

[...] amari m'hanno dato... sempre!... Ma però volle stare a sentire la conclusion del discorso di Bomma. Alle volte non si sa mai... Lo lasciò finire [...]

[...] , col sorriso furbo sulle labbra smorte, il farmacista mise da banda ogni riguardo. — Morto siete, don minchione! A voi dico! Allora don Gesualdo [...]

[...] volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino. Di lì a un po', guardando il soffitto [...]

[...] Muscio e don Vincenzo Capra si sentì slargare il cuore tanto fatto. Si tirò su svelto a sedere sul letto come uno che si senta proprio meglio [...]

[...] tornarono a palpare e a interrogare il malato, scrollando il capo, con certo ammiccare sentenzioso, certe occhiate fra di loro che vi mozzavano il [...]

[...] fiato addirittura. Ce n'era uno specialmente, dei forestieri, che stava accigliato e pensieroso, e faceva a ogni momento uhm! uhm! senza aprir bocca [...]

[...] . I parenti, la gente di casa, dei vicini anche, per curiosità, si affollavano all'uscio, aspettando la sentenza, mentre i dottori confabulavano a [...]

[...] bassa voce fra di loro in un canto. A un cenno dello speziale, Burgio e sua moglie andarono a sentire anch'essi, in punta di piedi. 297 — Parlate [...]

[...] , signori miei! — esclamo allora il pover'uomo pallido come un morto. — Sono io il malato, infine! Voglio sapere a che punto sono. Il Muscio [...]

[...] abbozzò un sorriso che lo fete più brutto. E don Vincenzo Capra, in bel modo, cominciò a spiegare la diagnosi della malattia: Pylori cancer, il pyrosis [...]

[...] potesse tentare: l'estirpazione del tumore, un bel caso, un'operazione chirurgica che avrebbe fatto onore a chiunque. Dimostrava il modo e la maniera [...]

[...] ; e le donne, atterrite, scapparono a gemere e a singhiozzare. — Madonna del Pericolo! — cominciò a strillare Speranza. — Vogliono ammazzarmi il [...]

[...] altri medici tacevano e approvavano più o meno la proposta del dottor Muscio per cortesia. Don Gesualdo, visto che nessuno fiatava, ripigliò a dire [...]

[...] ... Una cosa sola... Voglio sapere prima se mi garantite la pelle... Siamo galantuomini... Mi fido di voi... Non è un negozio da farsi a occhi chiusi [...]

[...] , amico mio. Io fo il mio mestiere, e non m'impiccio a far scommesse da ciarlatano! Credete di trattare col Zanni, alla fiera? — Allora non ne facciamo [...]

[...] l'ora di rivolgersi ai santi, e si diede le mani attorno a procurar reliquie e immagini benedette. Neri pensò che si doveva avvertire subito la [...]

[...] mali passi. Coraggio ne aveva, e aveva il cuoio duro anche. Mangiava e beveva; si ostinava a star meglio; si alzava dal letto due o tre ore al [...]

[...] giorno; si trascinava per le stanze, da un mobile all'altro. Infine si fece portare a Mangalavite, col fiato ai denti, mastro Nardo da un lato e Masi [...]

[...] velo nero. La stessa casina, colle finestre chiuse, la terrazza dove Bianca e la figliuola solevano mettersi a lavorare, il viale deserto, fin la [...]

[...] cosa gli diceva: Che fai? che vuoi? La sua stessa roba, lì, i piccioni che roteavano a stormi sul suo capo, le oche e i tacchini che schiamazzavano [...]

[...] dinanzi a lui... Si udivano delle voci e delle cantilene di villani che lavoravano. Per la viottola di Licodia, in fondo, passava della gente a [...]

[...] piedi e a cavallo. II mondo andava ancora pel suo verso, mentre non c'era più speranza per lui, roso dal baco al pari di una mela fradicia che deve [...]

[...] mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a [...]

[...] poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui. Mastro Nardo e il garzone dovettero portarlo di nuovo in paese, pie [...]

[...] morto che vivo. Di lì a qualche giorno arrive il duca di Leyra, chiamato per espresso, e s'impadroni del suocero e della casa, dicendo che voleva [...]

[...] condurselo a Palermo e farlo curare dai migliori medici. II poveretto, ch'era ormai l'ombra di se stesso, lasciava fare; riapriva anzi il cuore alla [...]

[...] speranza; intenerivasi alle premure del genero e della figliuola che l'aspettava a braccia aperte. Gli pareva che gli tornassero già le forze [...]

[...] pesavano invece adesso sulle spalle. II genero intanto occupavasi col suo procuratore a mettere in sesto gli affari. Appena don Gesualdo fu in [...]

[...] voltavano appena, sfilavano attraverso gli sportelli della lettiga. Speranza, e tutti i suoi, in collera dacchè era venuto il duca a spadroneggiare, non [...]

[...] : - Fermate! fermate! — E apparve Diodata, che voleva salutare don Gesualdo l'ultima volta, lì, davanti il suo uscio. Pere, giunta vicino a lui, non seppe [...]

[...] trovare le parole, e rimaneva colle mani allo sportello, accennando col capo. — Ah, Diodata... Sei venuta a darmi il buon viaggio?... — disse lui [...]

[...] pioggia... a capo scoperto!... è il tuo vizio antico! Ti rammenti, eh, ti rammenti? — Sissignore, — rispose lei semplicemente, e continuava ad [...]

[...] accompagnare 300 le parole coi cenni del capo. — Sissignore, fate buon viaggio, vossignoria. Si staccò pian piano dalla lettiga, quasi a malincuore, e [...]

[...] tornò a casa, fermandosi sull'uscio, umile e triste. Don Gesualdo s'accorse allora di mastro Nardo che l'aveva seguito sin lì, e mise mano alla [...]

[...] tasca per regalargli qualche baiocco. — Scusate, mastro Nardo... non ne ho... sarà per un'altra volta, se torniamo a vederci, eh?... se torniamo a [...]

[...] tante volte, il campanile perduto nella nebbia, i fichi d'India rigati dalla pioggia che sfilavano di qua e di là della lettiga. V Parve a don [...]

[...] dal suo gabbione: — C'è lo stoino per pulirsi le scarpe! — Un esercito di mangiapane, staffieri e camerieri, che sbadigliavano a bocca chiusa [...]

[...] cosa regolata a suon di campanello, con un cerimoniale di messa cantata — per avere un bicchier d'acqua, o per entrare nelle stanze della figliuola [...]

[...] . Lo stesso duca, all'ora di pranzo, si vestiva come se andasse a nozze. Il povero don Gesualdo, nei primi giorni, s'era fatto animo per contentare [...]

[...] la figliuola, e s'era messo in gala anche lui per venire a tavola, legato e impastoiato, con un ronzio nelle orecchie, le mani esitanti, l'occhio [...]

[...] guanto di cotone allungarsi a tradimento e togliervi la roba dinanzi. L'intimidiva pure la cravatta 302 bianca del genero, le credenze alte e [...]

[...] scintillanti come altari, e la tovaglia finissima, che s'aveva sempre paura di lasciarvi cadere qualche cosa. Tanto che macchinava di prendere a [...]

[...] dirvelo... Sarei più contento anch'io... Non voglio essere d'incomodo... — No. Non dico per questo. Voi ci fate a ogni modo piacere, caro mio. Egli si [...]

[...] mostrava proprio un buon figliuolo col suocero. Gli riempiva il bicchierino; lo incoraggiava a fumare un sigaro; lo assicurava infine che gli [...]

[...] trovava miglior cera, da che era arrivato a Palermo, e il cambiamento d'aria e una buona cura l'avrebbero guarito del tutto. Poi gli toccò anche il [...]

[...] gli affari di lui andassero a rotta di collo... Una procura generale... una specie d'alter ego... Don Gesualdo si sentì morire il sorriso in [...]

[...] qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttargliele al collo, proprio come a un figlio, e [...]

[...] sentiva a disagio col signor genero; temeva sempre che ripigliasse l'antifona dell'alter ego. Gli mancava l'aria lì fra tutti quei ninnoli. Gli [...]

[...] qualche visita. L'avevano collocato in un quartierino al pian di sopra, poche stanze che chiamavano la foresteria, dove Isabella andava a vederlo [...]

[...] ogni mattina, in veste da camera, spesso senza neppure mettersi a sedere, amorevole e premurosa, è vero, ma in certo modo che al pover'uomo sembrava [...]

[...] ciglia, qualcosa negli occhi, che a lui, vecchio e pratico del mondo, non andavan punto a genio. Avrebbe voluto pigliarsi anche lei fra le braccia [...]

[...] , stretta stretta, e chiederle piano in un orecchio: — Cos'hai?... dimmelo!... Confidati a me che dei guai ne ho passati tanti, e non posso tradirti [...]

[...] l'invetriata, a veder strigliare i cavalli e lavare 304 le carrozze, nella corte vasta quanto una piazza. Degli stallieri, in manica di camicia e coi [...]

[...] grossi, stavano a guardare, col sigaro in bocca e le mani nelle tasche delle giacchette attillate, discorrendo di tanto in tanto col guardaportone [...]

[...] che veniva dal suo casotto a fare una fumatina, accennando con dei segni e dei versacci alle cameriere che si vedevano passare dietro le invetriate [...]

[...] dei balconi, oppure facevano capolino provocanti, sfacciate, a buttar giù delle parolacce e delle risate di male femmine con certi visi da [...]

[...] misurato col desiderio, e sognato la notte, e acquistato palmo a palmo, giorno per giorno, togliendosi il pane di bocca: le povere terre nude che [...]

[...] roba! Chi sapeva quel che era costata? II signor duca, lui, quando usciva di casa, a testa alta, col sigaro in bocca e il pomo del bastoncino [...]

[...] nella tasca del pastrano, fermavasi appena a dare un'occhiata ai suoi cavalli, ossequiato come il Santissimo Sagramento, le finestre si chiudevano in [...]

[...] fretta, ciascuno correva al suo posto, tutti a capo scoperto, il guardaportone col berretto gallonato in mano, ritto dinanzi alla sua vetrina, gli [...]

[...] a passare la rivista e prendere gli ordini: una commedia che durava cinque minuti. Dopo, appena lui voltava le spalle, ricominciava il chiasso e [...]

[...] sguatteri vestiti di bianco, quasi 305 il palazzo fosse abbandonato in mano a un'orda famelica, pagata apposta per scialarsela sino al tocco della [...]

[...] sotto l'alto vestibolo, e dopo dieci minuti tornavano ad uscire per correre altrove a rompicollo; proprio della gente che sembrava presa a giornata [...]

[...] per questo. Lui invece passava il tempo a contare le tegole dirimpetto, a calcolare, con l'amore e la sollecitudine del suo antico mestiere, quel [...]

[...] però affamati, sempre più divoranti, simili a quel male che gli consumava le viscere. Quante cose si sarebbero potute fare con quel denaro! Quanti [...]

[...] , a perdita di vista... E un esercito di mietitori a giugno, del grano da raccogliere a montagne, del denaro a fiumi da intascare!... Allora gli si [...]

[...] martellava sul capo, consumato lentamente dalla febbre, roso dai dolori che gli facevano mordere il guanciale, a volte, per non seccare il [...]

[...] avevano saputo trovar rimedio a quella malattia scomunicata! tal quale come i medici ignoranti del suo paese, e costavano di più, per giunta [...]

[...] alla fiera il gallo con le coma, oppure la pecora con due code, facendo la spiegazione con parole misteriose. Rispondevano appena, a fior di labbra [...]

[...] fatto comperare anch'essi un'intera farmacia: dei rimedi che si contavano a gocce, come l'oro, degli unguenti che si spalmavano con un pennello [...]

[...] lasciavano sfinito, senza forza di muovere il capo, vedendo già l'ombra della morte da per tutto. — Signori miei, a che giuoco giuochiamo [...]

[...] suggezione anche del genero che veniva ad accompagnare i pezzi grossi chiamati a consulto. Parlavano sottovoce fra di loro, voltandogli le spalle [...]

[...] , senza curarsi di lui che aspettava a bocca aperta una parola di vita o di morte. Oppure gli facevano l'elemosina di una risposta che non diceva [...]

[...] signori tornavano a ripetere la stessa pantomima, ne afferrò uno per la falda, prima d'andarsene. — Signor dottore, parlate con me! Sono io il malato [...]

[...] , infine! Non sono un ragazzo. Voglio sapere di che si tratta, giacchè si giuoca sulla mia pelle! Colui invece cominciò a fare una scenata col duca [...]

[...] ; il duca passava quasi sempre una mezz'oretta nel salottino della moglie dopo pranzo; andava a darle il buon giorno ogni mattina, prima della [...]

[...] colazione; per i Morti, a Natale, per la festa di Santa Rosalia, e nella ricorrenza del suo onomastico o dell'anniversario del loro matrimonio, le [...]

[...] ansietà mortale, che non la lasciava neppure quand'era vicino a lui, che le dava dei sussulti, allorchè udiva un passo all'improvviso, o suonava ad [...]

[...] , Isabella con la buona grazia che le aveva fatto insegnare in collegio. Le tende e i tappeti soffocavano ogni cosa. Però, quando se li vedeva dinanzi a [...]

[...] dietro l'uscio a contargli i sospiri, insino al cuoco che gli preparava certe brode insipide che non riesciva a mandar giù, ogni cosa l'attossicava [...]

[...] ... Rimandatemi a casa mia. Voglio chiuder gli occhi dove son nato! L'idea della morte ora non lo lasciava più; si tradiva nelle domande insidiose, nelle [...]

[...] pensi a tutto, se no c'è la rovina!... Poi spiegava di dove gli era venuto quel male: — Sono stati i dispiaceri!... i bocconi amari!... ne ho avuti [...]

[...] risparmiar la spesa e impadronirsi del fatto suo. Cercava di rassicurar tutti quanti, col sorriso affabile: — Non guardate a spesa... Posso pagare [...]

[...] pensava a voce alta: — A che mi serve?.., a che giova tutto ciò... Neppure a tua madre ha giovato! Un giorno venne a fargli visita l'amministratore del [...]

[...] duca, officioso, tutto gentilezze come il suo padrone quando apparecchiavasi a dare la botta. S'informò della salute; gli fece le condoglianze per [...]

[...] ... alla signora duchessa... Del signor duca era buon servo da tanti anni... Sicchè prendeva a cuore anche gli interessi di don Gesualdo. Proponeva [...]

[...] d'alleggerirlo d'ogni carico... finchè si sarebbe guarito... se credeva... investendolo per procura... A misura che colui sputava fuori il veleno [...]

[...] . A un tratto si mise a urlare e ad agitarsi quasi fosse colto di nuovo dalla colica, quasi fosse giunta l'ultima sua ora, e non udisse e non [...]

[...] altro. Si chiuse in se stesso a pensare come uscire dal malo passo, torvo, diffidente, voltandosi in là per non lasciarsi scappare qualche occhiata [...]

[...] che lo tradisse. Soltanto ne piantò una lunga lunga addosso a quel galantuomo che se ne andava rimminchionito. Infine, a poco a poco, finse di [...]

[...] calmarsi. Bisognava giuocar d'astuzia per uscire da quelle grinfie. Cominciò a far segno di sì e di sì col capo, fissando gli occhi amorevoli in volto [...]

[...] ... Mi farete piacere anzi... nello stato in cui sono... Voglio spogliarmi di tutto... Già ho poco da vivere... Rimandatemi a casa mia per fare la [...]

[...] procura... la donazione... tutto ciò che vorrete... Lì conosco il notaro... so dove metter le mani... Ma prima rimandatemi a casa mia... Tutto quello [...]

[...] leggervi la sua sentenza, costretto a ricorrere agli artifizii per sapere qualcosa di quel che gli premeva. — Chiamatemi quell'uomo dell'altra [...]

[...] adesso coloro non avevano fretta; gli promettevano sempre, dall'oggi al domani. Lo stesso duca si strinse nelle spalle: come a dire che non serviva più [...]

[...] . Un terrore piu grande, piu vicino, della morte lo colse a quell'indifferenza. Insisteva, voleva disporre della sua roba, come per attaccarsi alla [...]

[...] vita, per far atto d'energia e di volonta. Voleva far testamento, per dimostrare a se stesso ch'era tuttora il padrone. Il duca finalmente, per [...]

[...] figlia E tornò a ricoricarsi, lugubre. Avrebbe voluto rispondergli che ce n'erano ancora, degli eredi nati prima di lei, sangue suo stesso. Gli [...]

[...] migliori medici. Ci dovevano essere dei medici pel suo male, a saperli trovare, a pagarli bene. II denaro l'aveva guadagnato apposta, lui! Al suo [...]

[...] paese gli avevano fatto credere che rassegnandosi a lasciarsi aprire il ventre... Ebbene, sì, sì! Aspettava il consulto, il giorno fissato, sin dalla [...]

[...] 312 tra i capelli. Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perchè si servissero pure. Se un albero ha la cancrena addosso, cos'è infine? Si [...]

[...] che vi faceva morire prima del tempo, com'è vero Dio, s'era messo già a confortare la famiglia, dicendo che sarebbe stato inutile anche prima, con [...]

[...] un male di quella sorta... — Ah... — rispose don Gesualdo, fattosi rauco a un tratto. — Ah... Ho inteso... E si lasciò scivolare pian piano già [...]

[...] disteso nel letto, trafelato. Non aggiunse altro, per allora. Stette zitto a lasciarli finire di discorrere. Soltanto voleva sapere s'era venuto [...]

[...] rivolto alla figliuola che gli piangeva allato. Colla faccia cadaverica, cogli occhi simili a due chiodi in fondo alle orbite livide, aspettava la [...]

[...] ... premunirsi... sistemare gli affari a tempo... non sarebbe male... — Ho inteso, — ripetè don Gesualdo col naso fra le coperte. — Vi ringrazio, signori miei [...]

[...] socchiusi. Fece segno al genero di fermarsi; lo chiamò dinanzi al letto, a quattr'occhi, da solo a solo. — Finalmente... questo notaro... verrà, sì o [...]

[...] ?... Isabella andò a buttarsi ginocchioni ai piedi del letto, col viso fra le materasse, singhiozzando e disperandosi. II genero lo chetava dall'altra [...]

[...] !... 313 — Va bene! — seguitò a borbottare lui. - Va bene! Ho capito! E volse le spalle, tal quale suo padre, buon'anima. Appena fu solo cominciò a [...]

[...] . Pensava ad allungarseli piuttosto, a guadagnare almeno quelli, uno dopo l'altro, cosi come venivano, pazienza! Finchè c'è fiato c'è vita. A misura [...]

[...] che il fiato gli andava mancando, a poco a poco, acconciavasi pure ai suoi guai; ci faceva il callo. Lui aveva le spalle grosse, e avrebbe tirato in [...]

[...] , 314 mentre suo padre stava colla morte sul capo. Si rodeva dentro, a misura che peggiorava; il sangue era diventato tutto un veleno; ostinavasi [...]

[...] s'apparecchiò a morire da buon cristiano. Isabella era venuta subito a tenergli compagnia. Egli fece forza coi gomiti, e si rizzò a sedere sul letto [...]

[...] prese la mano e scoppiò a singhiozzare. — Taci, — riprese, — finiscila. Se cominciamo cosi non si fa nulla. Ansimava perchè aveva il fiato corto, ed [...]

[...] l'uscio gli occhi pieni di lagrime. Don Gesualdo alzò la mano scarna, e trinciò una croce in aria, per significare ch'era finita, e perdonava a tutti [...]

[...] no, colle mani erranti che l'accarezzavano. L'accarezzò anche lui sui capelli, lentamente, senza dire una parola. Di lì a un po' riprese: — Ti [...]

[...] dico di sì. Non sono un ragazzo... Non perdiamo tempo inutilmente. — Poi gli venne una tenerezza. — Ti dispiace, eh?... ti dispiace a te 315 La [...]

[...] ... quanto ho potuto... come ho potuto... Quando uno fa quello che può. - Allora l'attirò a se lentamente, quasi esitando, guardandola fissa per [...]

[...] che non te ne importa nulla... come a tuo marito... Vedendola poi rassegnata ad ascoltare, seduta a capo chino accanto al letto, cominciò a [...]

[...] difenderla: — Piuttosto farti tagliare la mano, vedi!... quando tuo marito torna a proporti di firmare delle carte!... Lui non sa cosa vuol dire! — Spiegava [...]

[...] quel che gli erano costati, quei poderi, l'Alia, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno [...]

[...] dopo l'altro, a poco a poco, le terre seminative, i pascoli, le vigne; li descriveva minutamente, zolla per zolla, colle quanta buone o cattive [...]

[...] seminati d'oro... della terra che fa miracoli... benedetto sia tuo nonno che vi lasciò le ossa!... Infine, per la tenerezza, si mise a piangere come un [...]

[...] scrupoli di coscienza... Vorrei lasciare qualche legato a delle persone verso cui ho degli obblighi... Poca cosa... Non sarà molto per te che sei [...]

[...] mentre la guardava, a quel modo, gli parve di scorgere anche lui quell'altro segreto, quell'altro cruccio nascosto, in fondo agli occhi della [...]

[...] altro giorno così, fra alternative di meglio e di peggio. Sembrava anzi che cominciasse a riaversi un poco, quando a un tratto, una notte, peggiorò [...]

[...] rapidamente. Il servitore che gli avevano messo a dormire nella stanza accanto l'udì agitarsi e smaniare prima dell'alba. Ma siccome era avvezzo a [...]

[...] quei capricci, si voltò dall'altra parte, fingendo di non udire. Infine, seccato da quella canzone che non finiva più, andò sonnacchioso a vedere [...]

[...] che c'era. — Mia figlia! — borbottò don Gesualdo con una voce che non sembrava più la sua. — Chiamatemi mia figlia! — Ah, sissignore. Ora vado a [...]

[...] chiamarla, — rispose il domestico, e tornò a coricarsi. Ma non lo lasciava dormire quell'accidente! Un po' erano sibili, e un po' faceva peggio di [...]

[...] rispondeva; continuava a sbuffare supino. II servitore tolse il paralume, per vederlo in faccia. Allora si fregò bene gli occhi, e la voglia di [...]

[...] tornare a dormire gli andò via a un tratto. — Ohi! ohi! Che facciamo adesso? — balbettò grattandosi il capo. Stette un momento a guardarlo cosi, col [...]

[...] lume in mano, pensando se era meglio aspettare un po', o scendere subito a svegliare la padrona e mettere la casa sottosopra. Don Gesualdo intanto [...]

[...] spalancati. A un tratto s'irrigidi e si chetò del tutto. La finestra cominciava a imbiancare. Suonavano le prime campane. Nella corte udivasi scalpitare [...]

[...] dei cavalli, e picchiare di striglie sul selciato. II domestico andò a vestirsi, e poi tornò a rassettare la camera. Tirò le 318 cortine del [...]

[...] letto, spalancò le vetrate, e s'affacciò a prendere una boccata d'aria, fumando. Lo stalliere, che faceva passeggiare un cavallo malato, alzò il capo [...]

[...] verso la finestra. — Mattinata, eh, don Leopoldo? — E nottata pure! — rispose il cameriere sbadigliando. — M'è toccato a me questo regalo [...]

[...] ! L'altro scosse il capo, come a chiedere che c'era di nuovo, e don Leopoldo fece segno che il vecchio se n'era andato, grazie a Dio. — Ah... così... alla [...]

[...] vollero andare a vedere. Di lì a un po' la camera del morto si riempì di gente in manica di camicia e colla pipa in bocca. La guardarobiera vedendo [...]

[...] tutti quegli uomini alla finestra dirimpetto venne anche lei a far capolino nella stanza accanto. — Quanto onore, donna Carmelina! Entrate pure [...]

[...] la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!... — Allora, — disse il portinaio, — devo andare a [...]

Nieri Idelfonso
Cento racconti popolari lucchesi
26 1908 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 1060 occorrenze

[...] CENTO RACCONTI POPOLARI LUCCHESI IDELFONSO NIERI DEL PONTE A MORIANO Cento racconti popolari lucchesi Seconda Edizione LIVORNO RAFFAELLO [...]

[...] tutti mando il ringraziamento a voce e l'attestato della mia interna riconoscenza. II. Certi di questi Racconti son novelle di meraviglie; altri [...]

[...] in altri tempi, che molti le guardano ancora con sospetto. Ma per questo capo va franco, lettore, tu puoi leggere e dare a leggere il volumetto a [...]

[...] chiunque ti parrà, inoffenso pede, benchè il sale, il pepe e l'italo aceto non vi manchi, anzi vi sia buttato a piene mani. IV. Intitolo questo [...]

[...] campagnuoli, contadini; e contadini specialmente, che ormai sono tra; i pochi rimasti a parlare un briciolo d'italiano che garbo abbia. Dormi pure [...]

[...] certanza e te ne sto pagatore a qualunque prezzo tu vuoi. V. Forse a qualcuno, lucchese come sono lucchese io, parrà duro il credermi, quando [...]

[...] , mentre chi te l'ha detta oggi, seguiterà a ripeterla dieci e quindici volte la settimana infino a che campa. A questo proposito recherò qui alcuni [...]

[...] molti, e da donne e fanciulli usati, a molti sono stati nuovi, in modo che non è gran fatto che anco a voi ce ne sia alcuno nuovo; ma per essere [...]

[...] nuovo a voi e non lo avere voi più sentito, non è egli però nuovo alla lingua nostra, nè per questo lo debbo io tralasciare ....... E per non essere [...]

[...] ellino tanto frequenti ho io a lasciarli indietro che non li noti? E perchè un dica: «io non l'ho più sentito» «io non lo so» resta per questo [...]

[...] maravigliereste, che sono comuni e per altri si sanno ........... Non vi potrei dire quanto la cosa mi doventi grande..... » E la persona a cui si scrive [...]

[...] questo è l'autore dell'Ercolano, che tanto aveva studiato il parlar vivo della sua Firenze! Quanto a me posso dire che non sono uscito una volta di [...]

[...] , avendo cominciato a descrivere, per suo diletto, certe mosche le quali venivano a una sua pianticella di fravole, ed avendo seguitato mano mano che ne [...]

[...] la sua capacità a disferenziarle coi colori della parola. Così è il gran mare delle lingue parlate. VI. Veramente molti credono che per imitare il [...]

[...] senz'altro, sarebbe simile a chi versasse un suo beverone in boccie fatte appunto appunto come quelle dei Certosini e si desse a credere che il suo [...]

[...] abbia popolarmente due o tre maniere per lo meno e quasi sempre è in uso, nell'uso vivo, anche la forma pulita, cioè grammaticale o una a quella [...]

[...] cosi un numero sterminato di forme che non basterebbe un tino d'inchiostro a tutte riportarle, chi volesse esaminare tutte le categorie grammaticali [...]

[...] miei campagnuoli a cruscheggiare come tanti accademici. VIII. Per ciò non ti maravigliare se troverai: lui e lei in caso retto; gli dat. sing. e [...]

[...] plur. maschile e femminile; suo sua suoi e sue invece di loro; con seco invece di con lui o con lei; A me mi pare, a te ti ci vorrebbe un bel [...]

[...] precedente, com'è quel luogo di Dante Inf. XXV, 136: « Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto » ; l'oratio historica che tutto a un tratto [...]

[...] gli altri Italiani. A me naturalmente pare che non dicano bene; ma, essendo qui ora io giudice e parte, non sentenzio; chiedo solo che mi scusino [...]

[...] , se cerco di piacere a quegli altri. Gli sono avversi anche i grammatici puri, che spiritano ad un terminònno per terminarono, benchè dantesco; a [...]

[...] un fussin per fossero, benchè del Petrarca; a un arò per avrò, benchè del Machiavelli; a un volse per xiv. volle: benchè di tutti questi, non che [...]

[...] , perchè, mutandole, svanirebbe il colorito locale. Ma quando so o temo che non abbiano a essere intese dagli estranei, soggiungo l'equivalente [...]

[...] ~ perchè muove da animo troppo spesso non sereno, ma bellicoso, appassionato e parziale, che a me non pare arte, o almeno non la tengo in conto d'arte [...]

[...] minuto e specialmente in mezzo ai contadini, che, come ho già detto, sono oramai fra i pochi rimasti a parlare un briciolo d'Italiano che sia [...]

[...] peggio parla; se pure il pane, ripeto, s'ha da giudicare col gusto e non colla vista. Senza le altre moltissime autorità che io potrei cercare a [...]

[...] nel popolo venuta meno, anzi vive ancora, o tutta; o in grandissima parte, sebbene guasta e insozzata. Capitato qui (a Lucca) tempo fa un [...]

[...] assassinarti lo stomaco con salacche, cicerbite, pecoraccia stantia, nè molto meno con intrugli e brodolumi forestieri. I. NIERI DEL PONTE A MORIANO [...]

[...] ...... Un fascio di legna a poco . XII ...... Ho detto: doman vedrem chi èglie XIII .. .. Le tre domande . XIV ..... Secondo in che dà... . . XV [...]

[...] ...~ ...... Padron, bandiera! . XXI.. ... La passione per il rumme . XXII... Una sbornia a ferma là! XXIII. Pecchino XXIV.. O che bel canzonare il prossimo [...]

[...] ! xviii. XXV......... Astuzia per avere le galline a poco prezzo........................Pag. 74 XXVI........ Chi fa, fa a sè.....................76 [...]

[...] XXVI.....O un lupo, o un ciocco!...» 78 XXVIII.... Un ladro scoperto................80 XXLX....... Hai bene a dir così !..........82 XXX [...]

[...] XXXIV... Burla a un cacciatore....91 XXXV...... Tistino » 96 XXXVI. ... Com'erano avvezzate le vacche di Chiocchetta....» 98 XXXVII ... Noè. » 101 [...]

[...] ......... Chi ce la vuole e chi 'un ce la vuole .. . io non ce la voglio!... 194 LXXXI.. ..... Il cuore è il primo a vivere e l'ultimo a morire .195 LXXXII [...]

[...] si spiombetta 229 XCIII... Un'anima levata dal Purgatorio 231 XCIV .... Chi dice quello che non deve, si sente rispondere a quello che non vuole 234 [...]

[...] ridete, ma io dico che ce n'è anco di più buffi. Menicone di Moriano, che era un genere particolare in verità, una volta andava in Corsica a passar [...]

[...] l'invernata: sopra un bastimento a vela; com'usava a que' tempi. Quando furono là in alto mare, si levò una tempesta, bimbi miei! che da un momento [...]

[...] , chi urlava, chi pregava, chi bestemmiava. Menicone, con un gran tòcco di pane in mano, se ne stava giù a 2 sedere attaccato a un albero colle [...]

[...] di mangiare!?» - « Sor capitano, dov'entra questo (e mostrò il pane) non c'entra acqua! ». Eppure colla morte a due dita bisognò ridere! II [...]

[...] . Il poeta estemporaneo Una volta uno di questi improvvisatori che vanno per il mondo alla ventura, ma meglio sarebbe dire alla sventura, era ito a [...]

[...] undici e mezzogiorno, e l'appetito non lo doveva stare neanche a aspettare, perchè l'aveva pronto sempre da un 3 anno all'altro. S'infilò dunque [...]

[...] t'inventa? Prima di sedere a tavola stillò tanto e girò e rigirò tanto e poi tanto il discorso, che fece un patto coll'oste che, se avesse cantato [...]

[...] dire: mi piace o non mi piace. E il poeta pianta le ginocchia sotto la tavola, e lì ordina che ti ordino! mangia e beve come un papa, si sciala a [...]

[...] a poeta che neanco il Tasso; svenò la vena, messe mano alle ottave, e sguainò le più belle che avesse in bottega, e quando era in fondo, diceva [...]

[...] lodato il suo vino, la sua cucina, il suo parentato, lui, la moglie, le figliuole; ma l'oste duro! non si lasciava smovere; a ogni ottava una [...]

[...] sgrollatina di testa e un bellissimo noe. Allora il poeta vedendo che non ci era scampi, e che era rimasto alla sua stessa trappola, non sapendo a che [...]

[...] Una volta S. Pietro volse fare una visita a casa sua per vedere i suoi, che non aveva più visti da tanto tempo. Avuto il permesso, venne giù e [...]

[...] posto a fare da portinaio al paradiso. Va dal Padrone: « Son tornato». - « Sta bene, e come vanno laggiù quella gente? » - « Come vanno!? A [...]

[...] restò lì, e non se ne parla più. Eccoti passa una man di tempo, e Domineddio dice a S. Pietro: «O Pietro, o che non ci vai a far ceppo coi tuoi [...]

[...] ?» - « Magari, se mi date licenza» - « Anzi, vai pure, ci ho piacere che tu ti diverta; stai sempre qui legato; vai pure». E S. Pietro viene a far ceppo [...]

[...] coi suoi. Va a casa, e li trova poveri mendichi, nudi bruchi, affamati, rifiniti, magri che tralucevano; e tutto il giorno a raccomandarsi a Dio [...]

[...] per le case e per le chiese. Dopo un giorno o due se ne rivenne per la stessa strada che aveva fatto. Ci doveva restare a morir di fame? Ritorna in [...]

[...] ho trovati poveri, scannati, affamati, nudi, con tutte le necessità addosso, che mi facevan friggere a vederli. Le campagne son tutte bruciate; non [...]

[...] c'è più una rametta verde; tutte le case vuote, senza un pizzicotto di grano, senza una palettata di farina, senza nulla di nulla. Vanno là là a [...]

[...] aveva delle ragionacce spallate. Sùbito che la su' donna fu grossa, lui gli cominciò a dire: « M' hai a far Vittorio, m'hai a fare il nostro re, e vo [...]

[...] ' Vittorio! e m'hai a fare un Vittorino! » e non la finiva mai con questo re e con questo Vittorio. Ma venne l'ora del parto, e fu una donna. Come [...]

[...] ci restò brutto! Vi basti che seguitò a maltrattare e a rimbrontolar la moglie per un mese, povera donna! come se ci avesse colpa lei. « Be', per [...]

[...] lui tutti i momenti a soccannarla e a tribolarla « E m'hai a far Vittorio, e vo' Vittorio, e se mi fai un'altra pisciona, son bòtte e ti rimando con [...]

[...] tu' madre »; e lì a farla star male e anco piangere con queste belle pretensioni. Ora viene che partorisce e fa due gemelli, due bellissimi [...]

[...] po' anco Garibaldi! » 8 V. Se queste en le parole, figuriamoci fatti! Un uomo andando a caccia col suo schioppo in sulle spalle [...]

[...] ragione, e non iscappo. Ma, vedi, ci siamo incontrati qui per non volere, e siamo tutti e due a sangue freddo; mi parerebbe a me che, prima di far [...]

[...] dunque a parole»; e così principia a urlare e a trattare l'uomo di tutti i vituperi. L'uomo gli rispondeva, e intanto imbraccia lo schioppo e, pun [...]

[...] ! un'impallinata nel didietro. Il lupo a quel gran colpo e a quella popò di grandinata nelle natiche, si dette alla fuga dicendo: « Se questo en le [...]

[...] incontrò Marzo per la via. Dice Marzo: «Buon giorno, pastore, dove le meni oggi le pecore a pascere? » « Eh, Marzo, oggi vado al monte ». « Bravo [...]

[...] pastore! fai bene. Buon viaggio! » E fra sè disse: « Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io! » E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero [...]

[...] tornare a casa rincontra Marzo: « E be', pastore, come è ita oggi?» « È ita benone. Sono stato al piano; una bellissima giornata, un sole che [...]

[...] scottava! » « Sì eh? Ci ho gusto (e intanto si morse un labbro) E domani dove vai?» 10 «Domani torno al piano. Con questo bel tempo, matto sarei a [...]

[...] , come va?» «Va bene; ormai è finito Marzo, e sono a cavallo. Non c'è più paure, e posso cominciare a dormire fra due guanciali». «Dici bene. E [...]

[...] prata, comincia una ventipiova da fare spavento, acqua a ciel rotto, vento e neve e grandine; una tempesta che il pastore ci ebbe da fare e da dire a [...]

[...] riportar dentro le pecore. La sera Marzo va a trovare il pastor e che era là nel canto del fuoco senza parole e tutto malinconioso, e gli dice: «O [...]

[...] di così neanche a mezzo gennaro! Le ha fatte tutte e sette; si sono scatenati per aria tutti i diavoli dell'inferno. Oggi solamente ne ho avuto [...]

[...] li doveva star più a aspettare, e era a letto ammalato d'uno di quei tre c che fan paura ai vecchi. Non c'è da dire che il su' pane non l'avesse [...]

[...] è la ricetta del Redi?» «Non la sa? O senta che l'è bellina. Una volta lo vennero a chiamare, il Redi, perchè andasse da una, signora che non [...]

[...] addosso il male peggio di tutti, il mal della vecchiaia. Si fa al letto, la saluta, e comincia a dirle che cos'aveva e che si sentiva; insomma a [...]

[...] andarsene. Tutto a un tratto alla signora e' gli venne in mente che il dottore non gli ha lasciato nessuna ricetta da pigliare; chiama gente: «Andate [...]

[...] io; avrebbero a finir tutti nella mi cassarola!» 15 E lui, per grattarmi la pancia e farmi cantare: « Com'a uso?!» - « Come a uso che se avessi [...]

[...] una civetta così capace a far gl'inchini e a strisciar le riverenze come il signor Bòbbola, quando l'avessi posata sulla cròccia, tutti i pettirossi [...]

[...] , per via di questo. Fino a pochi anni fa andava alla cerca per la chiesa di S. Ansano. Col su' bravo sacco in sulle spalle andava su per i monti [...]

[...] complimenti. Salutava tutti a diritta e a mancina, lodava tutti e tutto: «O bello! oh bene! Ma come vi trovo bene! Meglio d'or è l'anno. Ma come [...]

[...] siete cresciuta da 16 un anno a questa parte! Ma che bella ragazza fresca e vegeta che vi siete fatta! Dio vi mantenga sana, che bella siete [...]

[...] talli di rosa, il Signore e Sant' Ansano benedetto ve li conservi! » E poi metteva mano a dare il tabacco prima di entrare in discorso: «S' ha a [...]

[...] batteva dentro per ispolverizzarlo bene, e l'offriva a tutti chiamando tutti per nome: «Una presina alla nostra Beppa! Un'altra al nostro Giovannino [...]

[...] giù farina! dai castagne, vino, olio, soldi, di tutto! Così lui se ne tornava a casa co' sacchi, co' barilozzi pieni e colle tasche allegre; ma S [...]

[...] . Ansano poteva strinare! non aveva nè una goccia nè una brancatina, di nulla! Al sole ci ha fior di casa e fior d'orto, e là da mezzogiorno a [...]

[...] a chiedere, ma di tasca sua non ci voleva rimetter nulla!» Più di quello che costava l'olio, figlio e po' d'un tètte! ... Il Custode fece presto a [...]

[...] dargli lo sfratto di sagrestia, e quella cuccagna gli finì. Ora è invecchiato, e va per le chiese a strizzare i gallonzoli e a picchiarsi il petto [...]

[...] cominciava a entrare in materia; spiegava il giornale, trovava que' punti che sapeva lui: « Ma eh! Signor Rettore, ma eh! Signor Agostino, a quel [...]

[...] povero Pio Nono quello che gli fanno! Ma eh?! proibire 18 il Corpus Domini nella tale città?! Ma eh!, ha veduto? una bomba in chiesa a Livorno [...]

[...] sabato sera, ma quando paga dà moneta intera! Tira avanti e segna a conto mio! e in fondo poi si contano i gambi!» E lì frignava sul mondo presente e [...]

[...] ! e poi, sempre leggendo, adagio adagio se ne tornava a casa colle tasche piene! Pensava la notte chi poteva infrecciare di giorno. Una volta [...]

[...] ? Principiamo a essere in là cogli annetti, e lo schizzino nel caffè la mattina non fa male, spurga la vista e rinforza i nervi ! » - «Anzi! » Pesa [...]

[...] parte. E cosi ogni due o tre giorni veniva a prendere il rumme e durò un bel pezzo. Un giorno invece di trovarci la padrona, ci trovò il marito [...]

[...] . Mette sul banco venti centesimi e la boccetta perchè gliel'empia. Il padrone dà un'occhiata e dice: - «Eppure mi pare che ne abbia a tenere più di [...]

[...] ' poino più grossa dell'altra, a scaletta, e dopo la seconda e terza volta che ci avevano fatto l'occhio, mutava e aveva già raddoppiato dose per lo [...]

[...] restare a bocca aperta in verità. Che contatore qnel Drea! A essere stati 21 in quell'altra stanza bisognava dire: «Ma Drea legge!» da tanto [...]

[...] , e trovar persone che si credono le più sfortunate di tutte, e si lamentano della sorte dicendo che piglia a perseguitare solamente loro! «Figliuoli [...]

[...] ' ne abbiamo tutti. E però si dice che se si portasse in piazza ognuno la sua per far baratto, torneremmo a casa tutti colla nostra, perchè chi non [...]

[...] pare spesso l'ha più grossa di noi. Volete vedere se dico bene? Statemi a sentire e vedrete. Vi conto una novella, ma in fondo è verità schietta. A [...]

[...] straordinario, dove si camminava a mesi a mesi senza arrivare al confine del suo tenitorio. Era un paese ricchissimo e strabondante d'ogni cosa, perchè li [...]

[...] , tutto a lustro da potersi specchiare uno anco nelle porte. E la cucina! figuratevi quello che ci doveva essere! Dice che non c'è sapore al mondo, nè [...]

[...] tutti, così che ogni po' po' s'andavano a far delle visite; e i suoi sudditi di lui gli volevano tanto di quel bene, che si sarebbero buttati nel fuoco [...]

[...] felice? Se si domanda ancora centomila, tutti risponderebbero di sì. O state a sentire che bella felicità! In primis si può dire che di famiglia [...]

[...] propriamente sua era solo, rimasto senza padre e senza madre fin da piccino; e poi figliuoli non ne aveva, e a un caso di lui, lo stato cascava in mani [...]

[...] forastiere. Figliuoli non ne aveva e non ne poteva avere, perchè state a sentire. Questo re aveva moglie, e che moglie! un occhio di sole: alta [...]

[...] che un pittore non arriverà mai e poi mai a farli così; ridevan prima della bocca, e si vedevan brillare anco di notte; la su' voce era una musica [...]

[...] dell'altro, ma non si potevano accostare. Io per me dico che un martirio, uno strazio di cuore così non deve mai essere toccato a nessuno: avere una [...]

[...] smagravano a vista d'occhio. Ci erano stati tutti i dottori del regno, e quelli di fuorivia, ma non ci avevan potuto far nulla; ogni prova era [...]

[...] nel più meschino sguattolo della sua cucina; si sarebbe ridotto a spaccare i sassi nelle strade come il più omo miserabile dell'universo. Le aveva [...]

[...] dunque tentate tutte, senza che gli riuscisse guadagnar nulla. Una volta poi mandò un bando nel suo regno, e per tutti i regni vicinanti, e anche a [...]

[...] , incantesimi, malie, con tante parole turchine, con segni di croce per diritto e per traverso, di notte e di giorno, a tutte l'ore e in tutti i punti di [...]

[...] l'aveva frustato a studiarlo lo doveva saper tutto a mente. Anco lui andò, esaminò, sperimentò, fece le sue domandite; la guardò in bocca, gli tastò il [...]

[...] >>. Questo era un rimedio facile a dire, ma nelle spezierie non ce lo tengono. Pure il re, che ne aveva provate tante, e tante anche di veramente [...]

[...] . Principiò dunque a interrogare se ci fosse nessuno di felici lì nella sua città e nel suo vicinato; ma fra tutti i suoi conoscenti non ci fu da [...]

[...] di 27 quiete. Io mi rodo l'anima, m'appezzo dentro a dovermela vedere innanzi mattina e sera, ma il mi' figliuolo ha la benda agli occhi, e mi [...]

[...] tocca a tacere per non far peggio». - «Noi, eccoci qui, dicevan quegli altri, potremmo essere cul di tordi e nuotare nell'abbondanza; ma nostro padre [...]

[...] ha quel male benedetto che ogni tanto gli piglia senza che se ne accorga, e se anche è in cima a un precipizio, casca giù tutto in un fascio, così [...]

[...] succede, non direbbe così. Vede quella casa là dirimpetto? l'hanno con noi a morte, ci voglion morti, e senza un perchè al mondo; ma per puro astio e [...]

[...] , resta nudo; loro fan fiamme e fuoco per darcela tra capo e collo e spolverizzarci. Ci va un pozzo di quattrini; ma non vòl dire! s'ha a vedere chi [...]

[...] ha la testa più dura; s' ha a vedere sino in fondo; e quand'anco ci dovessimo mangiare infino all'ultimo sasso, s'hanno a finir e le quistioni; così [...]

[...] guercio, chi cieco. Povero re! cominciò a perderci le speranze; ma tanto non si dava per vinto. Alla fine cammina, cammina, cammina, arrivano a un [...]

[...] certo vicinato, dove senton dire di una donna, che tutti a voce popolo, dicevano che era felice. Figuratevi come fece il cuore al nostro re, che aveva [...]

[...] ; fate conto che ci sia avvezzato. Ero venuto per sapere un a cosa .... Vi vedo molto allegra e contenta eh? » - « Che vuole, Altezza? Che ci abbia dei [...]

[...] , mi vengon proprio dal cuore ! Dice il dettaggio: non si canta bene se dal cuor non viene. O che gli ho a dire? mi par d'ingrassarci a dare due [...]

[...] vociate!» - « Dunque voi siete contenta, eh sposa? » - « Contentissima; se mi lamentassi sarei ingrata inverso chi comanda. Che mi manca a me? Ho un [...]

[...] . Il più grande è con suo padre a lavoricchiare qualcosa tanto per assuefarsi; gli altri due, c'è su qui una buona donnetta che ci ha gusto a vederli [...]

[...] mangiare, e ogni tanto se li fa andare a casa, e gli fa la polenta, o i matuffi e oggi gli ha menati a mangiare i necci colla ricotta. 31 E [...]

[...] assollecito. Il più cicchino poi è su nel diecolo che dorme, povero angelino! e non lo vorrei svegliare. Il mi' omo va a opre, e qualcosa busca; e [...]

[...] meritato. Ma vi tocca lavorare! O come si passerebbe il tempo a non far nulla? Lo vedo le domeniche; senza quei figlioletti sarei una donna spersa [...]

[...] . La sera il mi' omo torna allegro in viso, e quando entra in casa, gli pare cento anni che non mi ha vjsto, e a me mille che non ho visto lui. Ci [...]

[...] diciamo tante cose, si mangia quel boccone in santa pace e poi si va a letto tranquilli e contenti. Saran lettacci duri, ma a noi , gua', ci pare [...]

[...] di dormir sulle piume; 32 come ci addormentiamo ci facciamo tutto un sonno fino alla mattina». Il re stava a bocca aperta estatico e intenerito a [...]

[...] sentir ragionare quella povera donna, e gli pareva già d'essere a cavallo. - «Dunque voi siete felice, via ? ... » - «Ha sentito? io davvero non [...]

[...] me la volete forse dare? Avete paura di non avere la vostra ricompensa? Io sono il re, e tanto m'è cento che mille». Lei stava sempre a capo basso [...]

[...] . E poi se si vuol sincerare .... E si sbottonò 33 un poco il vestito da collo, e non ci aveva nulla sotto ». Il re s'ebbe a svenire dal gran [...]

[...] viaggio per tornare a casa, chè tanto oramai non isperava trovarne più. Da principio non se ne poteva dar pace; poi a poco per volta cominciò a [...]

[...] addosso; la fortuna l'ha con me ; non me ne va una per il suo verso; a chi sorte a chi sporte; se mi metto a fare i cappelli io, nascono gli uomini [...]

[...] senza testa: Getto una foglia in mare e mi va a fondo Agli altri vedo lo piombo notare; è proprio inutile. Avete visto? Ce n'è per tutti, se [...]

[...] mondo Questo Drea era anche lui uno di quelli che o per burla o per da vero, dicono che il mondo è fatto male, e che non c'è giustizia: a chi [...]

[...] troppo, a chi poco, a chi nulla: chi nuota nell'oro, bello pari in mezzo a tutti i comodi, e chi frigge nella miseria e pate di tutti gli stenti ; e [...]

[...] che bisogna rifar le parti, e che ognuno abbia la sua. Un giorno dunque del Quarantotto, che a Lucca c'erano state di gran feste e allegrie e [...]

[...] Drea bracco bracco; e Zipolo, che a farlo dire c'ingrassava, in più che l'ebbe scorto, fa: «O Drea, ma le sai le cose?» - «No; che novità e' èglie [...]

[...] siam venuti! Te lo dicevo?» - «Hanno rispartito ogni cosa e ora ognuno ha la su' parte; e a te lo sai che t'è toccato?» - «Che m'è tocco?» - «T'è [...]

[...] toccata la punta delle Panie». - « E a te le saette che ci passan di sopra, perdondedio e non sagrato!». XI. Un fascio di legna a poco [...]

[...] t'incontra Lustrone che anco lui quando poteva far dire Drea, andava a nozze. - «O Drea, quanto chiedete delle legna?» - «Una lira, venti soldi [...]

[...] detto: doman vedrem chi èglie Èglie, per chi non lo sapesse, vuol dire: è. E questo è un motto usato al mio paese, benchè a a poco poco [...]

[...] diritto per la sua strada a ogni costo, nè gli preme un corno dell'ultima riuscita, quand'anche ci avesse a rimettere il nodo del collo, ma la vuol di [...]

[...] facevano quare me ripulisti di quello che ci aveva, come a dire cipolle, cavoli, insalata. Una mattina trovò che gli avevano fatto piazza pulita [...]

[...] , quando ci ho qualcosa a tiro, ci faccio la pòsta collo stioppo, e se ce l'ausco, gli tiro come tirà 'n un ciocco, fosse anco Napoleone!» 37 Due [...]

[...] loro trattennero Drea in cucina a discorrere de' tempi di Leopoldo, e gli altri intanto giù nell'orto accomodano quell'uomo in una porca giù chinato [...]

[...] quelli che erano su in cucina, dice: «Mi pare, o sento rumore giù nell'orto?» Dice Drea : «Mi pare anco a me; lasciami un po' vedere; se c'è [...]

[...] , l'aggiusto io! » E piano piano a burlm.ne si fa alla finestra, e ti scorge quell'omo giù chinato. Non fa mica tanti discorsi; da un vetro rotto spiana lo [...]

[...] schioppo e gonfia! e quello giù a gamb'all'aria. - «L'hai uta!? O tornaci a rirubbammi le cipolle!» - «O Dio! zio, che avete fatto!? l'avete [...]

[...] ammazzato!» - «Me le rubbava le cipolle?!» - «Ma almeno andiamo a veder chi è; se ci si potesse far qualcosa?» - « Doman vedrem chi èglie!» - «Ma [...]

[...] : doman vedrem chi èglie!» E non si mosse, e anelò a letto tran• quillo e lìllare comE: se avesse preso un'indulgenza, e diceva: «Doman vedrem chi èglie [...]

[...] !» Così era Drea: cocciuto come un mulo, e bisognava pigliarlo così, perchè tanto non si piegava davanti a nessuno. Un giorno là di Marzo, che [...]

[...] 38 era nel luogo a potare, venne uno a dirgli da parte del padrone: «Ha detto il signor Federigo che oggi in giornata capitiate in su, chè vi vuol [...]

[...] seguitò a potare come se non dicessero a lui. E poi volete vedere che omo era ? Una domenica di Quaresima era in chiesa alla predica proprio di [...]

[...] quello che il predicatore diceva. Al predicatore invece gli parve che quell'uomo dormisse, e (poca prudenza!) tutto a un tratto lasciò in tronco il [...]

[...] discorso e cominciò a dire che alla parola di Dio bisogna va starci attenti, e chi aveva sonno restasse a casa e non facesse «come quell'uomo laggiù [...]

[...] , il primo della panca tale, che dormiva!» Drea che era tutto orecchi, a sentirsi accennare così preciso, alzò il capo e a ghigna tosta disse bello [...]

[...] forte: «Dormo i corbelli ! » Ma lui lo disse a parole chiare e a sillabe spiccate! Risero anche la pilette dell'acqua santa! A me come a me, del [...]

[...] resto, di Drea mi par bella una parola che disse una volta discorrendo col Rettore vecchio di San Gemignano, che da un ci presso a un pioppo era [...]

[...] della stessa età. A Drea parlando non so di che gli venne detto: «Eh bel mi' Signor Rettore, s'invecchia a tutt'andare». 39 - «E a che ve ne [...]

[...] accorgete? A me mi pare d'esser sempre quello di vent'anni fa!» - «Anca a me, alle gambe, mi pare; ma s'invecchia! E lo sa a che me ne accorgo? me ne [...]

[...] accorgo a questo, che quelli che eran vecchi, quando ero ragazzo io, dicevan male di noi giovanotti, e anch'io ho cominciato a dir male della [...]

[...] levare una sodisfazione, e come è vero l'aria, me la leverei ! Ecco quello che vorrei fare: Vorrei dire a tutti quelli che sono nel mondo «O gente [...]

[...] pregare per certe cose, che piglie rebbe la tentazione c'andar là e schiaffeggiarla ben bene. Ma state a sentire questa novella qui com'è bella, e [...]

[...] come spiega bene quello che dico io. Una volta c'erano due vecchietti, marito e moglie, due vecchiettini salcigni, due veri noccioli di quercia a [...]

[...] salute; ma del resto eran poveri, poveri veri, scenti, bruchi che facevan tremare a vederli. Una, sera, là di mezzo gennaro, se ne stavano nel canto [...]

[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]

[...] senza mezzi, senza neanche un soldo; ci tocca a campare giorno per giorno, con quel po' che s'accatta, e bisogna rovinarsi e frustarsi la vita, ogni [...]

[...] mattina che Dio manda in terra, a anelare su per questi colletti per un tozzo di pane; e è grasso che cola quando se ne appiccia tanto che basti [...]

[...] . Quante volte bisogna sentirci dire: « Siete sempre vivi? Siete sempre al mondo, vecchiettini? Non v'è anche venuto a fastidio? E pare che una fetta [...]

[...] di pane gli abbia a mandar la casa in perdizione. Una malattia che ci coglia, eccoci in un letto a patire di tutti gli stenti, o in un fondo di [...]

[...] spedale a man di gente pagata. Poveri poveri! Disgraziati i poveri! Che vita è la nostra! Sarebbe centomila volte meglio morir di fasce, che [...]

[...] invecchiare così, per avere a tribolar tanto nel mondo. Avessimo avuto mai una mezza fortuna ai giorni nostri! Eh! noi in sul libro dei fortunati non ci [...]

[...] vecchi, vecchini!» Gesummio Signore! che spaventi! Ebbero a stramortire; tremavano come foglie. - «Non abbiate paura, vecchiettini, chè io sono uno [...]

[...] due vecchietti si sentirono ritornare il fiato in corpo, e principiarono a ringraziarlo. - « O mago, buon mago, siate 42 il ben venuto e il [...]

[...] solita voce disse: - « Ebbene, fate attenzione, il mio aiuto è questo: pensate a quello che vi ci vuole, fate tre domande, e qualunque cosa con queste [...]

[...] tre domande chiederete, vi sarà concesso » e sparì. Immaginatevi quei due vecchietti come restarono a quella parola! Erano sbalorditi e quasi fuori [...]

[...] di sè dalla grande allegrezza, e non si potevan capacitare che fosse vera una fortuna simile. Poi dopo comincian subito a pensare che cosa potevan [...]

[...] chiedere. Quelle due teste doventarono due mulini a vento; ci frullavan dentro centomila idee, e non si contentavan mai, e mai si trovavan [...]

[...] d'accordo. Pensane una, non piaceva a lei; stillane un'altra, non garbava a lui. - « S'ha a chiedere tanti e poi tanti poderi da viaggiarci un giorno in [...]

[...] carrozza, sempre in sul nostro? » - «No, no. Come si fa a badare a tanta roba sparsa, che siamo due ignoranti che non sappiamo nemmeno leggere [...]

[...] ? Bisognerebbe tenerci un fattore, e allora addio roba di dote!» - « S'ha a chiedere tante e poi tante pietre preziose, diamanti, perle ... ? » - « Ohe [...]

[...] se ne fa? Che se ne fa? Oramai siam vecchi; son messe dette e vespri cantati! E poi come si farebbe per venderle?» 43 - «Allora s' ha a chiedere [...]

[...] carrozze e cavalli?» - «O se non ci sappiamo neanche stare! io ci sono stato una volta e tu mai». - «O allora che s' ha a chiedere? villa in [...]

[...] campagna e palazzo in città?» - «Ohe città e non città? In città, se ci fossi dipinta, mi ci anderei a sgraffiar e! non ci son mai potuta stare in [...]

[...] quell'aria affogata». Intanto che stavano tutti attenti, colla testa fissa lì a pensare, il fuoco era calato, e il marito per ravvivarlo prese le molle [...]

[...] , lo sbraciò, e venne una bella bracina sprillente che faceva allegria, solamente a guardarla. Distratto, senza ripensarci, gli scappò detto [...]

[...] braciuola sul treppiede e tutto. La moglie, a vedere una domanda di quella fatta sciupata a quella maniera, andò su tutte le furie, e accecata dalla gran [...]

[...] male al marito, e d'avere sciupato un'altra grazia. Pure cominciò a dire: «Marito mio, ci resta un'altra grazia sola. È vero che tu sei senza una [...]

[...] tesori d'oro e di quattrini, e così ci faremo servire di tutto punto a vestirci, mangiare e bere, e a passeggiare, con carrozze e cavalli. Coi [...]

[...] quattrini si fa ogni cosa, e vedrai che una mano di meno non ti darà poi tanta noia». - « Che mi fanno a me le tu' ricchezze così monco? Che mi fanno i [...]

[...] tu' quattrini? Tu discorri bene, perchè hai tutte e due le tu' mani. Io monco non ci vo' essere! Che mi fanno a me i tuoi servitori? O Dio! lo vedi [...]

[...] come sto con una mano sola? Son nato sano e sano voglio morire. Ho fatto tanti anni povero, farò anche di qui avanti; ma io rivò la mia mano a [...]

[...] tutti i patti, e a tutti i costi la rivoglio, la rivoglio, la rivoglio ! » La moglie rispondeva, cercava tutte le vie per persuaderlo, ma chè! era [...]

[...] stati poco bene, di lì avanti non ebber più pace nè riposo, a pensare come avevano mandato a male quella bella fortuna. XIV. Secondo in che dà [...]

[...] dentro; restate a mangiare un boccone con esso noi» In questo mentre al contadino di sulla porta gli venne fatto di vedere che quell'altro aveva [...]

[...] , con rispetto, la goccia al naso, che nel rumare 46 dondolava, e pare,a che dovesse cascare da un momento all'altro; e si dava da fare a [...]

[...] ...» In quel momento la goccia si staccò, e andò per appunto nel paiuolo. «Dunque faccio mettere un piatto anco per voi?» «No, no, non vi state a [...]

[...] incomodare; ho detto a casa che tornavo in tutte le maniere a desinare. Grazie, sarà per un'altra volta. Ci ravvediamo a tutti, e buon appetito!» xv [...]

[...] . La mosca e il bove Si dà certi imbecilli nel mondo che vengon cento miglia dopo il nulla, e si pensano d'esser tutto. A starli a sentire, son [...]

[...] manda va fuori un grido dei suoi: cu cu! cu cu! Intanto più là, a poca distanza, eccoti un rusignolo che principia a cantare con quei be' trilli, con [...]

[...] quei be' gorgheggi, con quelle bellissime rifioriture, una sempre differente dall'altra. Il cucco stava a sentire, senza però smettere il suo [...]

[...] pensarono di farla fare in quello. Lo pigliano, 49 lo riquadrano, lo portano in città a un intagliatore, e neanche dopo un mese la statua era [...]

[...] già in canonica, bella e finita, con un viso dipinto con certi colori latte e sangue che era una bellezza a vederlo. Lo rivestono con un bel camice e [...]

[...] ; avevano sparato mortaletti mattina e sera, e ci avevan chiamato a fare il panegirico un frate predicatore il più famoso che si conoscesse. La [...]

[...] chiesa era tutta parata di damaschi a strisce d'oro e d'argento; per aria ci erano tante e poi tante lumiere, e il pavimento era tutto sparso di timo e [...]

[...] di mortella, l'altare era una selva di ceri, e un giardino di fiori; e il santo se ne stava lassù in cima, in mezzo a quei lumi, sotto un [...]

[...] bellissimo baldacchino di seta. Tutta la gente lo venivano a vedere stupefatti, tutti lo pregavano, tutti ci pigliavano il perdono, e, nel passargli davanti [...]

[...] , ci s'inginocchiavan tutti. Ma un certo vecchietto, quando gli fu di contro, gli dette una sbirciata in tralice e tirò a diritto dicendo: « T'ho [...]

[...] lo spiego. Bennardone era un ragazzo senza numeri, capiva poco, e non teneva a mente nulla; e tanto su' padre ne voleva fare un prete, o un dottore [...]

[...] . Sette anni lo mantenne agli studi, e all'ultimo tornò più rapa di quando era partito. Un giorno, mentre erano a desinare, venne in tavola un [...]

[...] vecchiumi 52 smessi, e roba dell'uno avanti il mille, e son cose d'oggi vive e verdi, che tanti e tanti ci credono come angeli, ci stanno a bocca [...]

[...] aperta a sentirne ragionare; e poi la sera sfilan dalla paura a uscir di qui lì, e a passar soli di notte da un camposanto, anche uomini con tanto di [...]

[...] un bonissimo ragazzo lì vicino, voleva bene a quello, pensava a quello e non dava retta a nessuno. Quante domande venivano d'amore, erano [...]

[...] per bene. Ora eccoti, succede che a questa ragazza gli cominciarono a cascare i capelli. Non si sa perchè, ogni volta che si pettina va gli [...]

[...] venivano via a manate, giù come nevicare, tanto che in pochissimo tempo rimase quasi pelata. Figuratevi il dolore di quella povera figliola, e la su [...]

[...] . Piangevano perfino a pensarci. E non sapevano che rimedio metterci. Avevan frustato la via dello speziale, avevan provato mille ricette e mille intrugli [...]

[...] , ma i capelli seguitavano a piovere senza che però lei stesse peggio di salute. Ora per caso avvenne che andò a lavorare in quel paese un muratore [...]

[...] , un capo sventato, un arnese d'omo strambo che spesso si divertiva a fare delle burle a questo e a quello; e delle volte ne faceva di quelle che [...]

[...] passanno le parti, fino a mettersi a di brutti rischi. Stando lì aveva fatto amicizia col damo di quella ragazza, e una sera quel giovanotto, di [...]

[...] discorso in discorso, gli entrò a parlare della sua dama, com'usa, e della gran disgrazia che perdeva i capelli: « Si son provate tutte, ma non s'è [...]

[...] ». - «Dio santo! abbi pazienza, perdonami, scusami; se me lo fossi immaginato ... mi dispiace proprio.... Ora come si fa a tornare addietro [...]

[...] ? » - «Perchè? perchè? Che dici? Perchè t'ho a perdonare? Di che cosa? spiegati ... » - «La malìa ha preso da vero.... Se mi fossi potuto credere neanche [...]

[...] ... (impromettimi di non dirlo a nessuno) perchè sono stato io quello che gli ho dato la malìa. Venne da me uno che non conoscevo; mi portò una ciocca, un [...]

[...] ciuffetto di capelli e per le buone e per le cattive, a forza di promesse e di minacce, volse che gli facessi una malìa a una ragazza, perchè non l'aveva [...]

[...] cominciarono a tremare le gambe sotto, e aveva quasi paura a essere solo con quell'altro. Ma poi 55 si fece animo e disse: - «Il rimedio c'è [...]

[...] ?» - «Andiamo a vederla. Il rimedio forse c'è, ma bisogna che mi danni l'anima, bisogna che l'anima mia vagghi dannata. Ma che non lo sappia nessuno per [...]

[...] l'amor di Dio!» - «Alle donne però, anco a sua madre, bisogna pur dirglielo!» - Quello s'intende, ma a loro due sole; se no, addio!» - «Non aver paura [...]

[...] , io son mutolo». Vanno dunque alla casa e trovan per appunto la madre e la figliuola sole. Dice il damo : - «A vévamo ragione che una malattia non [...]

[...] forsi il rimedio c'è». Allora il muratore ricontò anche a loro com'era ita, e disse: - «Abbiate pazienza e perdonatemi; se mi credevo che fossete [...]

[...] croci, e su ognuna di queste croci mi ci tocca sputare tre volte! E poi ci ho un libbrone che a mala pena si puol portare sotto il braccio, e a [...]

[...] ! E poi, se mai, pregheremo anco noi per la vostra anima ; a sfare il male non deve miga essere peccato. - « Vedrò, guarderò ... » - « E quando ci [...]

[...] una sera sola? Non basterebbe tutto stanotte e tutto domani a leggere quel libro ... E poi se sapéssete quando viene la Controparte! ... » - «E [...]

[...] camera di diavoli infuriati, chi va e chi viene, e ognuno dice la sua, e mi tocca rispondere a tutti, perchè loro, incattiviti, non vogliono, e io, più [...]

[...] fine impromettergli l'anima. Allora a poco a poco se ne vanno, e quello che si chiede, qualunque cosa sia, succede come si è chiesto ». E quelle [...]

[...] capelli tutta in un colpo?» - «Ragazza mia, quello poi è impossibile; come sono andati via a poco per volta, a poco per volta vi torneranno, quando avrò [...]

[...] si sa». - «State sicura che la faccio». - «E poi domandate pure, faremo anco più della nostra possibilità». - « Chè! a quello non ci pensate, e [...]

[...] non vo' nulla». Così si lasciano; ma passa un giorno, passa due, passa tre, passa un mese, e i capelli seguitavano a cascare, e il muratore non si [...]

[...] presentava più. Allora un giorno la madre della ragazza si parte risoluta, e va alla casa del muratore a discorrere con su' madre. - «Io sarei venuta [...]

[...] .... Quel più grande in casa ce l'avete? » - «No, è a lavorare; che volete da Silvio?» - Lei allora si rifece dal principio, raccontò tutto e [...]

[...] , la vendo apposta, e vado a Lucca, cerco d'un ebreo e gli faccio fare il giuoco dello staccio, e allora chi ha fatto la malìa deve camminare e [...]

[...] pregando, e parte minacciando l'ebreo e il giuoco dello staccio. Tornato il figliuolo a casa, la madre gli fece una grossa rinfrusta degli scherzi [...]

[...] che si metteva a fare. Ma lui cominciò a ridere. - «Lasciatemi fare a me; mi sono informato da un dottore; m'ha eletto che è una malatia che si [...]

[...] .... » - « Aibò! non è gente quella lì. Lasciatemi fare. 59 Ho pensato a tutto, e vo' ridere fino in fondo, e chi è minchione stia a casa». E così [...]

[...] fece. Tornò a parlare con quelle donne; e ora inventava che s'era sentito poco bene; ora che gli era stato sciupato l'incantesimo per aver saltato [...]

[...] un foglio; quando per avere sputato o una volta di più o una volta di meno ; insomma a suon di bugie te le portò al punto giusto che credette lui [...]

[...] raccontò per la minuta tutta la storia, e la gran fatica che aveva fatto a combattere la Controparte. - «Mi saran venuti in camera più di cento [...]

[...] lo voleva ficcare negli occhi ; un altro voleva acciuffarmi per i ca pelli e scaraventarmi nell'inferno; ma io duro! a tutti rispondevo sillaba [...]

[...] per sillaba, e stavo a repentaglio senza scrollarmi e senza paura, e li maltrattavo come porci, perchè sapevo che tanto non mi potevan toccare, e [...]

[...] , o buttati a sedere sopra una seggiola, o sternacchiati per terra 60 come briachi, e si mordevan le mani, si sgraffiavan la faccia e si pelavan [...]

[...] , il più nero, ha detto: « Sono io, che cosa comandi? » « Io comando che a Beppina « Ritornino i capelli meglio di prima. « Io comando che quella [...]

[...] ragazza bella « Torni a rilucere come una stella. « Che sulla sua testa di nuovo i capelli « Principino a crescere più folti e più belli». E il capo [...]

[...] bella del sole; « Per virtù dei tuoi scongiuri arditi « Gli nasceranno i capelli più belli e gremiti ». E poi a uno a uno scaciati, colla coda tra le [...]

[...] gambe, come tanti cani frustati, se ne sono iti. Però io ho seguitato la lettura fino a dopo mezzogiorno, e ora son venuto a darvi la notizia che [...]

[...] presto presto i capelli devono cominciare a rispuntarvi. Ora voi altre vedete in che stato è l'anima mia: pregate il Signore per me; se no, io sono [...]

[...] dannato» A questo racconto le donne tremavano come foglie, bianche in viso come un cencio lavato e 61 senza voce; ma cominciarono a ripigliare [...]

[...] come il dottore aveva detto: dopo poco tempo i capelli cominciarono a rivenire. Allora sì che credettero in verità all'incantesimo e alla [...]

[...] durarono a portarne. E nessuno potrà mai levare da quelle teste che Silvio non sia un incantatore, e che colle parole, e colle croci, e cogli [...]

[...] con chi, e poi s'hanno di bei matrimoni! Io almeno mi son messo con una che si può pigliare a occhi chiusi!» E Guido lì botta e risposta: « Dici [...]

[...] bene, perchè a occhi aperti la tua non la potrebbe pigliare altro che il porco!» xx . Padron, bandiera! Ecco qui il perchè quando i [...]

[...] sarti cinquinano della roba, pezzi e striscie della roba che gli portano a cucire, si dice che fan bandiera. C'era una volta un sarto in un paese, che [...]

[...] : «Sapete, la roba non arriva; abbiate pazienza, non è assai». E sempre faceva così. Ora eccoti che questo sarto si mise a letto, e andò all'olio [...]

[...] che il sarto aveva preso agli altri. Si spaventò l'omo che capì subito la faccenda, e cominciò a tremare come una vergola. Richiamò il prete e gli [...]

[...] cominciò a rivedere le pezzate della stoffa, si sentiva consumar dentro dalla bramosia di farci il solito strappo. Però se ne asteneva; anzi per [...]

[...] ricordarsene meglio disse a un ragazzetto, che teneva lì a imparare: «Senti, bimbo, se qualche volta tu mi vedessi lì lì per tagliare qualche striscia [...]

[...] zìcchete! ne stacca un bellissimo pezzo e lo mette in cantera. «Tanto all'inferno ci ho a ir per altro!» avrà detto fra sè. Dice pur bene il [...]

[...] fosse acqua fr esca. 66 Da principio quando gli cominciarono a tremicchiare i polsi, se ne lamentava col dottore, e lui l'avvisò: - «Smetti cli [...]

[...] promesse! Una mattina che il dottore a caso entrò in bottega del Tosco, ti chiappa Manfròllo che si era fatto mescere il solito mezzo bicchiere di [...]

[...] ferma». Risponde Manfròllo: «Quand'anco avessi a frullà come un ritrécino!.... » e giù tutto in una gran gozzata. Quando la passione ha acciuffato, eh [...]

[...] ?! XXII. Una sbornia a ferma là! Topo la vera ciucca la piglia di rado, perchè si tien ritto cogli stecchi, povero cristianaccio, scannato [...]

[...] miserabile che fa venire i brividi a vederlo; ma se gli riesce alle spalle degli altri, non 67 si perde per corto. Quando va a qualche spaglio, la [...]

[...] ), allora sono quattrini storti, non ne fa fallita una. Una volta era nato il primo maschio a un suo fratello, e naturalmente fu invitato anco lui [...]

[...] di quello che fa strizzar l'occhio! Ti puoi figurare se l'angelo era fatto o no! Se ne venne via a notte chiusa e per istrada, per mettere il colmo [...]

[...] all'opera, entrò da un certo Trivellino a bere il bicchierin di rumme. È anco lui di quell'idea, sai? che il rumme sul vino lega bene e fa passare [...]

[...] e lo persuasero a anelare a casa. Noi èramo lì fuori a sedere dopo cena a prendere il fresco, quando, eccoti che si sente nella redola fuori del [...]

[...] alla voce : - «O padron Paolo, buona sera!» e lì cominciò a sberciare e dov'era stato e che aveva 68 fatto e quanto aveva mangiato: «Padron Paolo [...]

[...] , ho la bocca secca, bigna riribere (ci avrà messo un'ora a dire riribere) ho la gola asciutta come l'esca; m'ha a da' da ribere, padron Paolo [...]

[...] del Signore! Ecce ancilla del Signore!» cominciò a gridare dalla contentezza, e fece per attaccarsela alla bocca; ma perse l'equilibrio e giù [...]

[...] davanti puntate in terra gattone e cominciò a dire: «Uuh ! come si monta! Che montagna, padron Paolo! Ohi ce l'ha messa questa montagna qui? Uuh [...]

[...] portava. Ci sarà stato di lì là una sassata, neanche, a mala pena, ma gli s'andava dietro dietro, per vedere un po' quello che sapeva fare. E lui là [...]

[...] là, un passo avanti e due addietro, ora sopra un ciglio e ora sopra quell'altro, era lì per isboccare nell'aia, quando tutto a un tratto traboccò da [...]

[...] un lato, ma non cascò, perchè rimase appoggiato a una pendana. Allora sì che si cominciò a tapinare!: « O Trivellino, me l'hai fatta bella! Mi [...]

[...] avevi detto che la via per andare a casa era bella pulita e invece ci è un muro, c'è un muraglione e non si passa! » e lì 69 dài con questo [...]

[...] Trivellino birbante che l'aveva messo di mezzo. Allora noi a suon di spingere e di tirare lo rimettemmo su e l'accompagnammo alla porta di casa. La moglie [...]

[...] lume, cominciò a gridare: « Che volti, padron Paolo, che volti! Che volti la mi' moglie, padron Paolo! » Io dalle risa mi reggevo la pancia. Su [...]

[...] s'appoggiò come un ciocco e seguitò a russare fino alle dieci della mattina dopo. Bellina fu anche una mossetta che gli sentii fare una volta [...]

[...] ! Entrai in un caffè e c'era Topo briaco come un otro che ciacciava a voce alta e smanaccava come uno spiritato e l'aveva contro certi carabinieri [...]

[...] prendere un omo per il petto e strapponarlo a quel modo kome se fosse un cane, si puol patire? Quella è una barbarìa! Che facciano il su' dover e di [...]

[...] agguantarlo e ammanettarlo, se se lo merita. è giusta, e l'hanno a fare. Adempiute ai vostri doveri adempiute, ma le abusioni è troppo! Dice che si [...]

[...] progredisce! E io diko che si aggredisce. Non si usavano neanco a tempo dei tiranni d'una 70 volta barbarità così.... » - Intanto entra nel caffè [...]

[...] non poteva conquistare altro che questo qui; Napoleone Primo vegliava a nottate sane pensando come fare per doventar padrone di tutta l'Europa, e [...]

[...] una sbornia che cantava, e le feste per lo più bisognava portarlo a letto in quattro a birabara. Mai da Dio che tornasse una sera a casa con un [...]

[...] era stato tutta la sera a far baracca. Quando non si trovò più una palanca, andò a letto e non dormiva. Vòltati di qua, vòltati di là; méttiti [...]

[...] rilevarsi ! » Salta il letto e comincia a rivestirsi, e nell'infilarsi il panciotto sentì qualcosa di tondo; cerca nel taschino e non trova nulla; tasta [...]

[...] più carico di cognacche cla venti centesimi. Poi tranquillo come una pasqua tornò a letto; s'appioppò issofatto e russò come nn ghiro fino a sole [...]

[...] : «Buon per loro! diceva; loro sì che son felici colle spalle appoggiate a un campanile! Chi vuol esser felice in questo mondo, S'appoggi a un campanile [...]

[...] o a un sasso tondo. Sulla loro giornata non ci piove e non ci grandina, nè c'è bisogno di sarchiarla nè di zolfanarla. Sbrigata quella po' di [...]

[...] «Come!? gli rispose il prete, e avresti il coraggio di paragonare il tuo stato col mio? E non ti vergogni?! Da me a te ci corre più che da me al papa [...]

[...] , e frigni tanto! Vuoi vedere? Tu, là fra le undici e mezzo giorno, te ne vai a casa con un appetito signorile che roderesti anco i chiodi; trovi [...]

[...] preparato il tuo bravo desinare che me n'impipo, o un bel tombolo di polenta incaciata, o la zuppa coi suoi cavolini teneri teneri ch'è un desio a [...]

[...] vederla fumante a quel modo. Poi vengono que' be' fagiuoli rossi di Sant'Anna, che anche senza condire vanno giù da loro; oppure un bellissimo [...]

[...] pretendi? le chiavi? Io invece, il più delle volte, ci avrò, a far ben bene, una minestraccia fatta in casa, una gallinaccia vecchia, cotta in un [...]

[...] calci dove non batte sole, non avrebbe fatto un'opera meritoria davanti a Dio e davanti agli uomini? xxv. Astuzia per avere le galline a poco [...]

[...] prezzo Una volta un muratore contava che astuzia avevano inventato per aver le galline a poco, quand'erano a lavorare in Sardegna. «Ci erano [...]

[...] andare in terra questi maccheroni aescati dalla sacca dei calzoni rotta. Non èramo miga matti a farci veder buttarli colle mani! Cascavan giù per la [...]

[...] ! Morivano, e quelle povere donne le venivano a vendere, a 75 noi con pochi centesimi le pigliavamo! Che pappate! Che brodi! Bel mi' tempo! Be' mi' anni [...]

[...] qua e là a sedere per terra o inginocchioni, col sedere sulle calcagna. Eccoti che viene che scoprono il Bambino, e tutti allora cominciano a dare in [...]

[...] scoprono il canestro o aprono il fagotto, che sono tutte robe da mangiare, pane, cacio, ciccia, salame, vino e lì le profèrgono a Gesù bambino: Tene [...]

[...] , pizzino! tene, pizzino! Manduca, core meo! tene! manduca, core meo! e lì gli vogliono dare di tutto. E poi tutto a un colpo cominciano a ridere e [...]

[...] a stare allegri, cantano, urlano, e sotto a mangiare! Lì in un momento ripuliscon tutto quello che avevan portato, e lì bevi che ti bevo e trinca [...]

[...] tutta la notte fuori, e lì grida e urla, canta e schiamazza; passeggiano a su e a giù per il paese fino a giorno per isvaporare il gran vino che [...]

[...] hanno imbottato». XXVI. Chi fa, fa a sè Questo era il proverbio dello zi' Paolo, e raccontava la storiellina. C'era una volta un romito [...]

[...] se arrivava a tempo, lo facevano stare a desinar con loro. Ora successe che questo romito (quella greppia, si vede, gli piaceva) cominciò a [...]

[...] spesseggiare colle visite: una settimana sì e l'altra sì era col battente di quella porta in mano. Dagli! dagli! le cipolle diventan agli: a quella gente [...]

[...] gli venne a fastidio d'avere ogni momento quel negozio a favola, perchè un po' un po' s'intende, ma il troppo stroppia. Gli tiravano dei bottoni [...]

[...] , ma era come se non dicessero a lui: da un orecchio non ci sento e da quell'altro mi ci tira vento. Ce lo volevano sdegnare, e fargli una [...]

[...] mancava poco ad arrivarci, quando trovò lì a sedere sopra un ciglio, ad asciugarsi il sudore, il figliuolo più grande di quella famiglia che gli [...]

[...] piglia, e con quella popo' di sguscia che si rimpastava, ci comincia a dare san notti da lupo. Il romito lo saluta e parte; e il ragazzo si avvia [...]

[...] no, quando cominciò a sentire gran pene di pancia che crescevano e crescevano sempre più. Non resisteva; dovè buttarsi per terra, e lì si [...]

[...] possono stare, per dargli a divedere che non ci si crede, si dice: «O un lupo o un ciocco ...» e il dettaggio è nato così: Uno di quelli che quando apron [...]

[...] bocca lasciano parlare lo spirito e gonfiano ogni cosa, raccontava 79 qualmente una mattina di buon'ora, passando per un bosco, era avuto a [...]

[...] punto lì di passo, dove c'è sempre gente che va e viene?! A chi ti credi di venirle a raccontare? Sarà stato un ciocco». - «O un lupo o un ciocco era [...]

[...] . Quello s'intende veder doppio!! Annacqualo un'altra volta! » XXVIII. Un ladro scoperto Questa qui di Luicchio è bellina. Luicchio a [...]

[...] ' suoi tempi è stato il più grosso birbante di tutto questo vicinato. A quello che dice la gente, e che si sa di positivo, ce ne ha tante sulla coscienza [...]

[...] che neanche il papa basterebbe a sgrumargli l'anima: ha tenuto mano ai ladri, ha tenuto mano ai figliuoli di famiglia perchè portassero via in [...]

[...] bocca per tirar giù resie ... e i giuramenti falsi li pigliava come bere un uovo. E ora che è vecchio, e casca a pezzi, brutto animale! sta per le [...]

[...] chiese a giornate sane a biasciucar paternostri, e a nizzirsi lo stomaco a forza di pugni! Com'ho detto dunque è stato sempre ladro più di Cacco, e se [...]

[...] ha potuto ha rubato anco la pisside di sull'altare. Una volta era un inverno freddo che gelava l'acqua in camera, e la mattina presto a sputare [...]

[...] per aria, arrivava in terra una pallottola di 81 ghiaccio. Luicchio era a lavorar e lassù all'Angelo dai frati, in coppaio; non so che lavoro [...]

[...] com'erano, e lo cominciarono a posteggiare; gli stavano all'anima per chiapparcelo, ma non s'eran mai potuti accertar bene. Però una volta a uno di [...]

[...] que' più giovani gli parve d'averlo visto trafficare dintorno a una tinozza, o a un coppo che fosse, e gli parve di capire come stava l'alfabeto. La [...]

[...] sera Luicchio cenava lì in convento, e poi tornava sempre in coppaio a pigliare certi suoi arnesi che ce li lasciava apposta, e se ne veniva via [...]

[...] . Anco quella sera andò al solito e ripassò a dare la buona notte, ma siccome l'avevan pedinato due dei più fini, quando ritornò cli là, lo chiamarono [...]

[...] che passasse in un'altra stanza dove c'era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l'aspettavano [...]

[...] ; e i frati lì dintorno, tre o quattro, a volerlo trattenere; e lui pur no, e loro pur sì, lo misero in mezzo, e a forza lo portarono a sedere al [...]

[...] caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d'ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la [...]

[...] Panattoni; a farla a un frate ehehéi ! ce ne vuole! Ho paura che lassù in convento ridan sempre. Lui dette in bestia, ma c'era poco da imbestiare con [...]

[...] scossarella di pattoni se la leccò. XXIX. Hai bene a dir così! ... Se tu vai a scuola di rubare, prima di tutto badati dal maestro. Un contadino [...]

[...] una volta ammazzò il porco. Quando è là da una cert'ora, va a trovare un suo amico che era un boia, ma oo! da farci proprio l'aceto dei sette [...]

[...] ladri, e gli comincia il discorso: «Oggi ho ammazzo il porco, e mi tocca darlo mezzo al padrone; non miga nulla, mezzo! capisci?, a quel birbante. Lui [...]

[...] non fa un accidente; se ne sta a sedere bello e riposato in barba di gatto; mangia e ingrassa e canzona il prossimo; 83 io sempre pesto e macolo [...]

[...] potrebbe inventare, per fargli la barba di stoppa, a quel birbante. Che mi consiglieresti?» - « Che ti consiglierei? Una cosa di nulla, e tutto è [...]

[...] accomodato. È tempo sciloccoso; stasera metti fuori il porco, attaccato sotto la tettoia del forno, colla cosa che non ti vada a male; stanotte, là da [...]

[...] : - «Precisamente così! hai a dir così». - «Ma me l'han porto via da vero». - «Hai bene a dir così! Però al padrone l'hai a dire, a dirlo a me è [...]

[...] inutile». - «Ma il porco non c'è più in verità». - «Hai bene a dir così! La parte l'hai imparata bene; ripetila così al padrone, e vedrai, ci crede [...]

[...] alla prima» . E così rimase alla su' tagliòla, e gli stette come il ciuffino ai bimbi. xxx. Menicotto Successe a questo contadino quasi lo [...]

[...] stesso di quello che successe anni sono a Menicotto. Questo Menicotto era un uomo che qualche volta lavorava di giorno e la notte dormiva; ma spesso [...]

[...] 85 altri. Ladro da sfondi o da chiavi false veramente non era; forse se ne sarebbe fatto scrupolo, ma se gli capitava a tiro roba manesca, come [...]

[...] a dire secchiette, giubbe, tela, galline, era fatto l'angelo! Di limoni, erbaggi, cocomeri, canapa ammannellata non se ne parla neanche: visti e [...]

[...] pedinandolo alla lontana. Menicotto via, e l'altro via; Menicotto gira a destra, volta a sinistra, e quell'altro dietro! Finalmente Menicotto entrò [...]

[...] in una vigna, e l'amico si rimpiattò dopo un buscione e guardava. Menicotto cominciò a svelger pali, e mano mano che li svelgeva, a due o tre per [...]

[...] volta li portava fuori della vigna, li posava lì sul viottolo, ritti appoggiati al ciglio della brania e così a belle bracciatelle il mucchio era [...]

[...] suo; arriva al posto, e non 86 vede più nulla! Restò lì come un mammalucco e disse: «Accidenti a tanti ladri!» XXXI. Un miracolino Ohe s'ha [...]

[...] a morire è un fatto, e sarei un gran fagiano se venissi a darvi questa bella notizia: homo natus de muliere, l'omo nato de' morire, come traduceva [...]

[...] Brogin di Coppori, che stette chierico sei anni e poi tornò a casa, perchè il collare gli segava la gola, diceva lui. S'ha a morire, sì, ma non si [...]

[...] addietro, e si sta meglio di prima. Non c'è specie di malattia, almeno a detta dei medici più esperienzati, che qualcuno non ci abbia rilevato la [...]

[...] pelle, e non c'è pericolo, per quanto grosso si voglia, di dove qualcuno non sia scampato. State a sentire questo bel casetta che è vero; me lo [...]

[...] poi la polvere non lavorava; a mezzo tiro si stroncolavano, seminavan le budella, magari, ma andavan via collo stoppaccio in corpo. - Che s'ha a [...]

[...] accordarono; lasciammo ire; voltammo, e ci mettemmo per tornare a casa. Uno prese da un'altra parte, e Fégato, quell'altro e io seguitammo sull'argine [...]

[...] della fossa grande. Sarà stato là tra le dieci e le undici. Quando fummo a un certo punto, ci dette nell'orecchio un lamento che pareva lontano [...]

[...] lamentino, ma un lamento fino, sottile che strappava il cuore. Ora pareva che venisse di per aria, ora di sottoterra; e noi lì balocchi a stillare [...]

[...] passarono per la mente lì in quel poco di tempo! Guarda, occhia per avanti e per addietro, di sopra, di sotto, nella fossa... tutto a un tratto ti [...]

[...] scorgo da quell'altra parte della fossa, a piè d'un ontanello, mezzo avviticchiato al fusto, un serpente tanto fatto, più grosso del mio polso [...]

[...] ! a quattro o cinque metri, lo spezzai per il mezzo, di netto, a taglio netto. Sto un po' a vedere che sapeva fare; e nel mentre che la parte di [...]

[...] sotto si dibisciava a quella maniera, eccoti che fa capino e sbuca fuori dalla pancia un ranocchietto. Stette lì un momentino con certi occhi [...]

[...] stralunati, tutto spaurito; ma a mala pena gli venne scòrta l'acqua lì accanto, spicca un saltino e, pùnfete! giù a forane. Come rimanemmo tutti i tre! Se [...]

[...] non l'avessi visto io con questi due occhi qui, e un altro me lo contasse, non ci crederei, neanche se sputasse Crocifissi a boccate. Povero [...]

[...] così) e poi dopo, con quella po' po' di schioppettata 89 lì, non avere neanche un pallino addosso, e il serpente essere spezzato a fil di [...]

[...] una? per il suo verso, e come apri va bocca erano spropositi che fioccavano. Dopo un po' di tempo il prete va là anco 90 a lui, e per fargli una [...]

[...] domanda facile, gli dice: «Quando morì Nostro Signor Gesù Cristo?» E quello restò lì melenso a bocca aperta senza risponder nulla. Allora il prete [...]

[...] confuso, e borbottò a mezza bocca: «O Dio! non sapevo neanche che fosse malato!» Ne hanno di curiose i ragazzi. Il rettore vecchio del mio paese [...]

[...] raccontava che una volta s'andò a confessare da lui un ragazzetto di otto o nove anni. Si accusò di tre o quattro ineziole da bimbo e poi stava zitto [...]

[...] nella pancia. XXXIV. Burla a un cacciatore Una volta ero in un caffè, e lì a un tavolino dicontro al mio una brigata di giovanotti [...]

[...] snellezza; snellezza ci vuole! Non s'hanno anche a esser mossi, che devono a vere la carica addosso. 92 Come mi fanno scappar le risa certiduni [...]

[...] che per andare a caccia si veston di moda: cappellone a brigante colla piuma da una parte a tutta cuglia, giacchetta di velluto attillata, il [...]

[...] manichini duri, stirati a lucido, ai polsi!... Sciolti bisogna essere, e non portare neanche la pippa; sbottonati davanti e braccio libero e scalzi [...]

[...] , potendo, a voler fare da un fulmine. Han l'ali, ve', gli uccelli! Loro invece per apparir bellini e figurare van legati come salami. Scia bigotti! Ma [...]

[...] per loro è sempre vigilia; o se ne portano a casa, li chiappano co' pallini d'argento!» - «Già, dice un altro, li compran da questo o da quel [...]

[...] ... ! ne sfaloppan tante delle bugie, chi li credesse!» Allora cominciò un altro: - « .Mi torna a mente una bella burletta che inventarono certi fèuti [...]

[...] di giovanotti a uno di questi pappazzucchi, che ogni momento andava in padule e tornava sempre colla catana zeppa. Tornava colla catana zeppa e a [...]

[...] mala pena sapeva tirare a fermo ! a volo poi non coglieva in un pagliaio; anco lui come il potestà: mira qui e coglie là; eppure tutte le volte eran [...]

[...] beccaccini, bozzoli, forciglioni, pappardelle, gallinelle, seneppini .... - «Giurammio Bacco!, cominciarono a dire, che storia è questa? 93 [...]

[...] Gatta ci deve covare! O qui c'è l'aiuto dei Buon vicini, o qui lavora lo dio Palanca!» - Uno di loro si mise a pedinarlo; scoprì paese e scovò che [...]

[...] quando andava in padule, spediva un bigliettino due o tre giorni prima a uno di quelle parti, cacciatore di mestiere, e lui zitto zitto gli preparava [...]

[...] barroccino e via a orecchi ritti da quel cacciatore! Gli unsero per bene la mano, perchè lasciasse fare, e tesero il trabocchetto. La mattina dunque [...]

[...] : - «Com'è ita?» - E lui tutto glorioso e trionfante: - «Una giornata d'oro! C'eran come le mosche. E che polvere! Ogni botta sonava a morto: pun [...]

[...] lasciamo ai novizi! Guardate qua!» - e cominciò a levare di catana beccaccini, gambetti, pivieri, pappardelle ... - «Acciderba! quanti! O dove l'hai [...]

[...] della pappardella ci è scritto: - Birindèndere birindèndere Ai minchion tu l'hai a dare ad intendere!» - Poveraccio! Dalla vergogna non trovava più [...]

[...] neanche la via per tornare a casa! A volo dunque era sempre inizium santi Vangeli secundum nullam ! A fermo qualche volta ci pigliava, ma anche [...]

[...] lì ci era arrivato a furia di moccoli, sciupar polvere e buttar via piombo. E poi volete sentire nei primi tempi, cacciatore che era? Un giorno era [...]

[...] ito alla lepre: ne aveva levate due, ma sìe! gli potevan fare anche la manferina sulla mira: tirava a sesta e coglieva a nona! Benchè passassero [...]

[...] tutte e due a mezzo tiro dalla sua posta, bisognò si cont entasse di vederle scappare. Lo portava via il diavolo dalla sipia; resie da fare scurir [...]

[...] l'aria! Tornare a casa a vuoto, mai! Era vergogna, e non sapeva a che santo votarsi. Per buona fortuna sentì dire che certi ragazzi là di lì ne [...]

[...] a me, e mi potrò anco giurare che l'ho ammazzata io». - La lepre era legata per il collo con una funetta. Agguanta la funetta e va un pezzo in là [...]

[...] : e lì urla e lì gnattisci ! L'hanno levata e lei a salti via per il colle! Trova uno scepone e non può traversare, e lei via! gronda gronda, viene [...]

[...] a sfondare dalla mia parte, e i cani dietro! Quando m'è stata quasi a tiro che stavo per fischiargli la botta, mi fa una fiancata, e io borda! La [...]

[...] colgo un po' in fallo e scappa, e io dietro senza perderla d'occhio! Alla fine, quand'è a saltare una fossa, vedo che non aveva potuto. Corro là e [...]

[...] ». - Intanto arriva in un punto che gli parve adattato; lega la funetta colla lepre e tutto lì a piè d'un palo, si scosta pochi passi e gli mira nella [...]

[...] testa per fare l'effetto immaginato; parte la botta e la lepre via! a lanci e a schizzi che pareva nn tappo di saetta. Pover'omo ! invece di coglier la [...]

[...] anni, e pure fece compassione a tutti a sapere di che male gli convenne morire. La su' casa era in mezzo a una selva di castagni, be' castagnotti [...]

[...] nuovi, gente nata signora, che certe idee non le hanno, stettero a q nello che diceva il fa ttore e gli dettero carta bianca, e lui che non vedeva [...]

[...] l'ora, messe subito mano a tirar giù la selva. Povero Tistino! come ci restò! Fu una vera stilettata! Perse il mangiare, perse il bere, perse la voglia [...]

[...] a vedere un bel caso cli nostalgia!» Entrammo in quella cameruccia stretta stretta che a mala pena ci si poteva uno rimuginare, e bassa bassa che [...]

[...] i travicelli del soffitto quasi si toccavano col cappello; lui era a sedere sopra una seggiola e col gomito appoggiato al davanzale della finestra [...]

[...] zitto, signor Dottore, stia zitto per l'amor cli Dio ! Non me lo dica neanche, non me lo elica, che mi fa male dentro anche a sentirne discorrere [...]

[...] mi' fratelli! E ora eccoli laggiù! stesi per terra! Ci avevo fatto le mattie sotto cogli altri ragazzi, e ora non ci enno più! Ci montavo su a [...]

[...] ! Poverini! Poverini!» E gli tremava la voce, e tremava tutto da capo a piedi come avesse la febbre! Povero vecchio! Quelli di casa le tentarono tutte, ma [...]

[...] padre a un figliuolo perchè aveva schiacciato un moccolo: « Non si dice così!. .. (e qui il ceffone) Dio! ... (e qui il moccolo). Se te lo sento dire [...]

[...] portino più di certi altri. Pochi anni fa a uno dei nostri conventi di frati situato assai in alto furono fatte le campane nuove. Quando si dovettero [...]

[...] salita e le vacche principiano a montare; la salita specialmente da primo è molto a petto. Le campane erano accompagnate da due frati; Chiocchetta, il [...]

[...] , mancina! Su, forza, bianchina!» Così durò un pezzo, ma le campane non andavano. Tutto a un tratto l'omo si stacca dal carro e va risoluto davanti al [...]

[...] montata». I due frati allungano il passo e cominciano a correre per non sentire; e Chiocchetta si fa alle vacche e giù moccoli e bacchiate «Dio qui [...]

[...] ! su, mancina! Dio là! su bianchina ! Dio! ... forza, avanti, mucca, Dio ... " e le vacche a quegli urli e a quelle botte e a quei sagrati, via [...]

[...] , arranca, pigia, a forza di Cristi e di Madonne le campane in un momento furono sul piazzale. Quando furono in cima, Chiocchetta va là ai frati [...]

[...] miglioramenti lui non ne goderà? Non par vero, e pure ce n'è di quella sterpaccia lì che tira a finire e dice: «ultimo barbone ultimo boccone», «reggi [...]

[...] , i castagni, le quercie? Chi gl'incanalerebbe certi fiumi? Fortuna però che i più sono all'incontrario! se no, poverini a quelli che venissero [...]

[...] dopo! E il buon esempio ce lo dette Noè. Noè aveva là sopra settecento anni e non era mai stato un'ora in ozio, ma sempre a fare, sempre a trafficare [...]

[...] qualcosa in casa o fuori. 102 Un giorno dopo desinare che era là in uno scasso nuovo a piantare delle viti, gli apparve il Signore e gli disse [...]

[...] : - «Noè, oramai la tua ora è sonata: preparati, chè stasera a sotto di sole devi morire!» Noè chinò il capo e disse: - «Sia fatta la vostra volontà [...]

[...] li pianto al sicuro, e sarà tutta fatica risparmiata a quei ragazzi» e lì assiduo al lavoro. Il Signore stimò tanto il pensiero di Noè, che per [...]

[...] ! (A un popol matto un prete spiritato). Questa qui è una veritella, e mi dispiace di non sapervela ricontare come la sentii raccontare io; proprio [...]

[...] aveva nel cuore l'aveva sulla lingua, e le diceva chiare e tonde in grinta a chiunque si fosse. Questo prete dunque, come ho detto, le aveva tentate [...]

[...] tutte per addomesticarli e ridurli persone per bene a modo e verso; ma sie! peggio che predicare ai porri. Dall'altare, dal pulpito s'era fatto [...]

[...] sentire; in confessionale, a quei pochi che ci anelavano; per le case, dove s'era potuto introdurre: lo lascia van cantare e imbirbantivano un giorno [...]

[...] gli davano retta, la colpa era loro, e che a lui gli pareva di potere star tranquillo in coscienza. Poi a poco per volta menò bellamente il discorso [...]

[...] in sul giudizio universale e cominciò a dire che ognuno sarà giudicato non solamente come uomo, ma anco secondo l'ufficio che aveva nel mondo e che [...]

[...] il Signore chiederà ragione anco a tutti i parroci e rettori e curati del modo come avran custodito il gregge che gli era affidato. «Il giorno del [...]

[...] Giosaffatte, eccoti che verrà Nostro Signor Gesù Cristo. Si spalancherà il cielo e in mezzo a raggi di sole verrà il gran Giudice a giudicare i vivi e i [...]

[...] morti. Sarà accompagnato da migliaia e migliaia d'angeli, colla Madonna al fianco; e su di sopra a tutti Iddio Padre l'illuminerà co' lampi del suo [...]

[...] chiarore. Tutti staranno mutoli e tremanti, e Gesù Cristo comincerà a chiamare a uno a uno, tutti i papi, i cardinali, i vescovi, i re, i principi e [...]

[...] gl'imperatori, e a ognuno chiederà conto di quello che avran fatto nel loro grado come governatori di popoli. Poi chiamerà anche i curati e dopo [...]

[...] , zitto! - «Signor don 105 Tognon!» - E mi, zitto! Allora m'accennerà con un dito, e griderà più forte: - «Signor don Tognon! a te dico!» E mi [...]

[...] li scordano più, e li durano a piangere una mezz'annata; e c'è di quelli invece che qualunque danno abbian sofferto, sia pur grosso quanto gli pare [...]

[...] boccone, un picchio per le terre! C'era lì uno stecco, uno zingoncello ritto; gli entra in un occhio e glielo cava. Si rialza e comincia a gridare [...]

[...] «Che fortuna! Che fortuna!» La gente che era nel vicinato corre a vedere che era mai 106 stato, e ti trovano quest'uomo con un occhio pendoloni [...]

[...] , e gridava - «Che fortuna!». Si sentiron friggere dal ribrezzo. - «Pover uomo! altro che fortuna! Che disgrazia! avete a dire». - «Io dico che [...]

[...] fortuna a non esser forcelluto! (e accennava il broncone) se era forcelluto, me li cavava tutti e due!» XL. Tognino Un pastore tutti gli anni [...]

[...] , là fra 'l settembre e l'ottobre, dai monti della Garfagnana se ne scendeva passo passo col su' branco delle pecore giù alla pianura, e andava a [...]

[...] cene, vestito di fustagnaccio verde, e sgolandosi dalla mattina alla sera dietro alle pecore. 107 Certamente, se avesse saputo a che altro [...]

[...] , avea raccapezzato fior di denari e se la passava da un principe. Sentilo ora sentilo or ora, il pastore cominciò a fissarci il chiodo, e a furia di [...]

[...] pensarci gli venne la fantasia di voler tentare la fortuna anco lui. - «Eh, per mio! non sarà mica una qnaderna al lotto! Ha detto bene a tanti [...]

[...] , ho a esser per appunto io lo sciagurato? Ci ho a esser proprio solamente io nato così male che non abbi a ayere una fortuna mai nel mi' mondo? La vo [...]

[...] ' vedere come è fatta quella befana della mi' stella!» E senza stare a scrutignarla tanto, va e vende tutte quelle bestiole che erano state il suo [...]

[...] pastore mercante seduto a prua sopra una pancaccia faceva i suoi castelli per aria, che era 108 una bellezza a entrare in quella testa, e gli [...]

[...] pareva già d'avere le tasche piene zeppe di maranghini. Arrivato a Napoli il suo noce gli andava via come il pepe; faceva un affarone d'oro, e lì [...]

[...] , ite e venite, guadagnava il quarantacinque o cinquanta per cento sulla compra fatta. A Napoli (sempre nel suo cervello) ricaricava la paranza di [...]

[...] frutta secche e fresche, e le portava sul mercato di Genova, e i soldi crescevano; a Genova ricarica va grano e lo portava a Livorno e i quattrini [...]

[...] aumentavano; così in poco tempo il suo capitale era raddoppiato Dio lo sa quante volte. In quattro e quattr'otto doventava un signore; maranghini a [...]

[...] almeno sarò un galantuomo!» Intanto, senza che nemmeno se ne fosse accorto, eccoti che il cielo si rannuvola, il vento comincia a tirar forte, fa [...]

[...] maretta, poi mare grosso, poi una tempesta e un fortunale così spaventoso che da un momento all'altro sono lì per andare a fondo. Ohimè! non c'è [...]

[...] altro rimedio che alleggerire la barca! «Presto! in mare tutto quello che si può!» Povero pastore! a una a una tutte le sue tavole di noce furon [...]

[...] buttate via, e lui stesso, anco lui! a sudare per far più presto. Così la 109 paranza alleggerita alla peggio e alla meglio la scampò. Ed eccoti il [...]

[...] cercando un tozzo di porta in porta e dormendo per le capanne e per i metati. Lassù rimettendosi sotto a lavorar e come una bestia, aiutato da [...]

[...] ' insaccati, i presciutti e tutto il resto, e poi metteva tutto in cantina serrato a due mandate. Ci aveva un figliuolo che avrebbe dato sotto [...]

[...] ; poi prese un gatto, gli legò una corda a una zampa di dietro e lo mandò dentro. Il gatto come sentì l'odorino, saltò sopra un salame e co' denti e [...]

[...] colle granfie lo teneva stretto. Il ragazzo, visto che l'aveva augnato sodo, cominciò a ritirare la fune e il gatto veniva a culo addietro per forza [...]

[...] . - «Il più che mi faceva dolore, era quando mi toccava mettere i figliuoli a letto senza cena, senza un boccon di cena; q nelle eran passioni!» - «Io [...]

[...] poi a quello non mi ci son mai ritrova». - «Va! allora 'un hai provato nulla!» - «A stentare di companatico, e 'un averne anco nulla, sì, ma il pane [...]

[...] , avrei scritto al papa Carissimo fratello! Ma una volta andammo 112 tredici sere di seguito a letto senza cena, tredici sere! senza tocca' nulla con [...]

[...] calza; e la mattina cantavo come una serena. Delle volte gli avevo messi a letto e poi veniva la provvidenza! Allora li risvegliavo se avevan [...]

[...] cena? E io che gli avevo a rispondere? - «Sì!» - E lui tornava via e dopo un popo' riveniva colla farina. Perchè, Mannarone sarà stato sversato e di [...]

[...] subbito que ragazzetti tutti d'intorno: «Che mangiate, mamma? Che mangiate mamma? Datecene nn popo' anco a noi!» - Si credevan che ciancicassi [...]

[...] qualcosa, poverini! ... Mi convense smettere di dire il Rosario, per non vederli patire! » XLIII. Zizzania Zizzania all'ultimo dovè finire a [...]

[...] volte, ma, quando più presto quando più tardi, era rinsavito a modo e a verso, o almeno pareva; alla fine però la malattia vinse e lo sbrigò anche in [...]

[...] legittima. Una mattina 114 dunque eccoti Zizzania scappa fuori a dire che il rimedio contro la peronospora l'aveva trovato lui. - «Vedete quante [...]

[...] vacche, manzi, buoi, vitelli e vitelle s'ammazzano per la città in capo all'anno? A migliaia a migliaia. Ora le budella di tutte queste bestie si tiran [...]

[...] per le fogne e vanno a male. Invece bisognerebbe pigliarle, pulirle puntualmente, lavarle, e poi con bel paio di forbici tagliarle di cima in fondo [...]

[...] col Comune, perchè non sapevano fare il bene del popolo mandando a male tante budella! Quando dunque fu voluto portare al Manicomio questa volta [...]

[...] , mentre stavano per rinchiuderlo in una stanza, dette nei birilli, doventò una bestia: calci, spintoni, pugni, morsi, sgraffiotti! ma a forza lo [...]

[...] spinsero dentro e serraron la porta a chiave; e lui a urlare: - «Canaglia! Ladroni! Vigliacconacci! avete ragione voialtri, brutti sùdici! I savì [...]

[...] d'anni, che morì senza confessarsi e senz'olio santo lì per lì, tun tun, ite e venite, d'un accidente a campana. Figuratevi! andò all'inferno diritto [...]

[...] e sgranava cert'occhi! ... Intanto gli capitan lì vicini due diavoletti che cominciavano a spuntare allora le cornina e avevan voglia di far le [...]

[...] mattie, e si davano addosso per ischerzo e facevano a buttarsi in terra, e ogni momentino agguantavano un tizzone e se lo tiravano. Uno una volta [...]

[...] sbagliò il colpo, e se il povero anchianino 116 non era lesto a far civetta, lo cuccava nella testa. Lui allora si risentì e disse: «State fermi [...]

[...] guardava, e difatti cominciò a vedere che gli occhi s'inumidivano e la piaga gocciolava. Papa Sisto era un certo tòmo! ... Era stato porciaro e [...]

[...] fare per sincerarsi, tutto a un tratto gli viene un'idea: agguanta uno stocco (a que tempi portavano l'arme anco i Papi!) e con tutta la forza lo [...]

[...] rinchiuso uno che con certe spugne faceva quella burletta! E di qui è venuto anco quell'altro dettaggio: «Papa Sisto non la perdonò neanco a Cristo [...]

[...] prove. Dice dunque che una volta comandarono a questo novizio che piantasse un chiodo nel muro e per martello gli diedero un fiasco nudo. Al primo [...]

[...] colpo una svetrinata e giù per terra in picini! Allora gliene diedero un altro, e anca quello via in bricioli! Quando vide che seguitavano a dargli dei [...]

[...] calzolaio e dice: «Non l'avete miga anca fatte?» - «Gna'! eccole qui belle e informate: domandasera l'hai a casa» - «Lo sapete perchè ero venuto [...]

[...] ?» - «No». - « Ero venuto per dirvi che me l'avete a fare che cantino». - «Le vuoi col cicio, via?» - «Sì; son più a signore». - «Sta bene, ma allora mi [...]

[...] ci vuole un po' di polpa di tamarindo; se no, non cantano». - «Du' soldi bastano?» - «Direi di sì». E lui via correndo dallo speziale a comprare [...]

[...] due soldi di tamarindo per far cigolare le scarpe! XLVII. Un giovanastro La domenica mattina lo trovavi a servir la messa, e stava lì colle [...]

[...] mani accoppiate e cogli occhi bassi come un Sanluigi; la sera a cantare il Vespro e a dar le torcie per la Benedizione; più tardi per l'osterie